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 iacòb.............1
per seme da Iacòb; e vien Quirino 131 PRADISO 08
 
 iacobbe...........1
Iacobbe porger la superna parte, 071 PRADISO 22
 
 iacomo............1
Iacomo e Federigo hanno i reami; 119 PGTORIO 07
 
 iacopo............4
Iacopo Rusticucci, Arrigo e 'l Mosca 080 INFERNO 06
«O Iacopo», dicea, «da Santo Andrea, 133 INFERNO 13
Iacopo Rusticucci fui, e certo 044 INFERNO 16
Pietro e Giovanni e Iacopo condotti 076 PGTORIO 32
 
 iaculi............1
ché se chelidri, iaculi e faree 086 INFERNO 24
 
 ianüa.............1
bis unquam celi ianüa reclusa?». 030 PRADISO 15
 
 iarba.............1
o vero a quel de la terra di Iarba, 072 PGTORIO 31
 
 iasón.............3
Quelli è Iasón, che per cuore e per senno 086 INFERNO 18
Nuovo Iasón sarà, di cui si legge 085 INFERNO 19
quando Iasón vider fatto bifolco. 018 PRADISO 02
 
 iattanza..........1
né di iattanza; ed elli a ciò risponda, 062 PRADISO 25
 
 iattura...........1
che tosto fia iattura de la barca, 096 PRADISO 16
 
 ibero.............1
cadendo Ibero sotto l'alta Libra, 003 PGTORIO 27
 
 iborni............1
che n'avea fatto iborni a scender pria, 014 INFERNO 26
 
 icaro.............1
né quando Icaro misero le reni 109 INFERNO 17
 
 ice...............1
di tutto me, pur per Be e per ice, 014 PRADISO 07
 
 ida...............1
d'acqua e di fronde, che si chiamò Ida; 098 INFERNO 14
 
 iddio.............3
e io pregava Iddio di quel ch'e' volle. 117 PGTORIO 13
Iddio si sa qual poi mia vita fusi. 108 PRADISO 03
che quel che vole Iddio, e noi volemo». 138 PRADISO 20
 
 idea..............1
non è se non splendor di quella idea 053 PRADISO 13
 
 idëale............1
idëale poi più e men traluce. 069 PRADISO 13
 
 idïoma............2
e, consolando, usava l'idïoma 122 PRADISO 15
e l'idïoma ch'usai e che fei. 114 PRADISO 26
 
 idolatre..........1
e che altro è da voi a l'idolatre, 113 INFERNO 19
 
 idolo.............1
e ne l'idolo suo si trasmutava. 126 PGTORIO 31
 
 idre..............1
e con idre verdissime eran cinte; 040 INFERNO 09
 
 idropesì..........1
La grave idropesì, che sì dispaia 052 INFERNO 30
 
 idropico..........1
E l'idropico: «Tu di' ver di questo: 112 INFERNO 30
 
 ieptè.............1
come Ieptè a la sua prima mancia; 066 PRADISO 05
 
 ier...............3
Pur ier mattina le volsi le spalle: 052 INFERNO 15
Ier, più oltre cinqu' ore che quest' otta, 112 INFERNO 21
che mi va innanzi, l'altr' ier, quando tonda 119 PGTORIO 23
 
 iernotte..........1
e già iernotte fu la luna tonda: 127 INFERNO 20
 
 ieronimo..........1
Ieronimo vi scrisse lungo tratto 037 PRADISO 29
 
 ierusalèm.........1
Ierusalèm col suo più alto punto; 003 PGTORIO 02
 
 ierusalemme.......3
la gente che perdé Ierusalemme, 029 PGTORIO 23
Vedrassi al Ciotto di Ierusalemme 127 PRADISO 19
vegna in Ierusalemme per vedere, 056 PRADISO 25
 
 iesù..............2
quante Iesù ai tre fé più carezza». 033 PRADISO 25
'Segnor mio Iesù Cristo, Dio verace, 107 PRADISO 31
 
 ieu...............2
qu'ieu no me puesc ni voill a vos cobrire. 141 PGTORIO 26
Ieu sui Arnaut, que plor e vau cantan; 142 PGTORIO 26
 
 igne..............2
venir con vento e con nube e con igne; 102 PGTORIO 29
distante intorno al punto un cerchio d'igne 025 PRADISO 28
 
 ignes.............1
felices ignes horum malacòth!». 003 PRADISO 07
 
 ignito............1
ignito sì che vincëa 'l mio volto. 027 PRADISO 25
 
 ignoranza.........3
quanta ignoranza è quella che v'offende! 071 INFERNO 07
Nulla ignoranza mai con tanta guerra 145 PGTORIO 20
per ignoranza, che di questa pecca 047 PGTORIO 22
 
 ignota............1
Oh ignota ricchezza! oh ben ferace! 082 PRADISO 11
 
 ignude............1
ignude tutte, con sembiante offeso. 111 INFERNO 07
 
 ignudi............2
erano ignudi e stimolati molto 065 INFERNO 03
Nel fondo erano ignudi i peccatori; 025 INFERNO 18
 
 igual.............2
dal cader de la pietra in igual tratta, 020 PGTORIO 15
per igual modo allentava la fiamma; 129 PRADISO 31
 
 iguali............3
suso a le poste rivolando iguali. 108 PGTORIO 08
che fosser di piacere a queste iguali. 120 PGTORIO 27
col caldo e con la luce è sì iguali, 077 PRADISO 15
 
 igualmente........9
distribuendo igualmente la luce. 076 INFERNO 07
quando le ripe igualmente dier volta, 011 PGTORIO 29
come convien ch'igualmente risplenda. 105 PRADISO 02
di fieri lupi, igualmente temendo; 005 PRADISO 04
pontano igualmente; e però pria 026 PRADISO 04
s'elli ha le parti igualmente compiute. 069 PRADISO 28
igualmente empierà questo giardino. 039 PRADISO 32
che quinci e quindi igualmente si spiri. 120 PRADISO 33
sì come rota ch'igualmente è mossa, 144 PRADISO 33
 
 il................662
che m'avea di paura il cor compunto, 015 INFERNO 01
Poi ch'èi posato un poco il corpo lasso, 028 INFERNO 01
anzi 'mpediva tanto il mio cammino, 035 INFERNO 01
perché non sali il dilettoso monte 077 INFERNO 01
Tu dici che di Silvïo il parente, 013 INFERNO 02
u' siede il successor del maggior Piero. 024 INFERNO 02
tanto m'aggrada il tuo comandamento, 079 INFERNO 02
più non t'è uo' ch'aprirmi il tuo talento. 081 INFERNO 02
e disse:--Or ha bisogno il tuo fedele 098 INFERNO 02
che del bel monte il corto andar ti tolse. 120 INFERNO 02
Tu m'hai con disiderio il cor disposto 136 INFERNO 02
GIUSTIZIA MOSSE IL MIO ALTO FATTORE; 004 INFERNO 03
per ch'io: «Maestro, il senso lor m'è duro». 012 INFERNO 03
c'hanno perduto il ben de l'intelletto». 018 INFERNO 03
facevano un tumulto, il qual s'aggira 028 INFERNO 03
Fama di loro il mondo esser non lassa; 049 INFERNO 03
che fece per viltade il gran rifiuto. 060 INFERNO 03
Elle rigavan lor di sangue il volto, 067 INFERNO 03
similemente il mal seme d'Adamo 115 INFERNO 03
cominciò il poeta tutto smorto. 014 INFERNO 04
E quei che 'ntese il mio parlar coverto, 051 INFERNO 04
e vidi il buono accoglitor del quale, 139 INFERNO 04
però che sì mi caccia il lungo tema, 146 INFERNO 04
che molte volte al fatto il dir vien meno. 147 INFERNO 04
per altra via mi mena il savio duca, 149 INFERNO 04
quivi le strida, il compianto, il lamento; 035 INFERNO 05
quivi le strida, il compianto, il lamento; 035 INFERNO 05
per tòrre il biasmo in che era condotta. 057 INFERNO 05
Sì tosto come il vento a noi li piega, 079 INFERNO 05
noi che tignemmo il mondo di sanguigno, 090 INFERNO 05
se fosse amico il re de l'universo, 091 INFERNO 05
china' il viso, e tanto il tenni basso, 110 INFERNO 05
china' il viso, e tanto il tenni basso, 110 INFERNO 05
quella lettura, e scolorocci il viso; 131 INFERNO 05
Quando leggemmo il disïato riso 133 INFERNO 05
Quando ci scorse Cerbero, il gran vermo, 022 INFERNO 06
d'invidia sì che già trabocca il sacco, 050 INFERNO 06
Io li rispuosi: «Ciacco, il tuo affanno 058 INFERNO 06
più senta il bene, e così la doglienza. 108 INFERNO 06
quivi trovammo Pluto, il gran nemico. 115 INFERNO 06
in cui usa avarizia il suo soperchio». 048 INFERNO 07
suo regno come il loro li altri dèi. 087 INFERNO 07
Noi ricidemmo il cerchio a l'altra riva 100 INFERNO 07
tanto ch'a pena il potea l'occhio tòrre. 006 INFERNO 08
più non ci avrai che sol passando il loto». 021 INFERNO 08
Quivi il lasciammo, che più non ne narro; 064 INFERNO 08
fossero». Ed ei mi disse: «Il foco etterno 073 INFERNO 08
venimmo in parte dove il nocchier forte 080 INFERNO 08
Allor chiusero un poco il gran disdegno 088 INFERNO 08
veggendo il duca mio tornare in volta, 002 INFERNO 09
più tosto dentro il suo novo ristrinse. 003 INFERNO 09
ma nondimen paura il suo dir dienne, 013 INFERNO 09
faccia il cammino alcun per qual io vado. 021 INFERNO 09
Con l'unghie si fendea ciascuna il petto; 049 INFERNO 09
Li occhi mi sciolse e disse: «Or drizza il nerbo 073 INFERNO 09
a cui non puote il fin mai esser mozzo, 095 INFERNO 09
ne porta ancor pelato il mento e 'l gozzo». 099 INFERNO 09
fanno i sepulcri tutt' il loco varo, 115 INFERNO 09
Io avea già il mio viso nel suo fitto; 034 INFERNO 10
m'avean di costui già letto il nome; 065 INFERNO 10
Poi ch'ebbe sospirando il capo mosso, 088 INFERNO 10
cotanto ancor ne splende il sommo duce. 102 INFERNO 10
di quella il cui bell' occhio tutto vede, 131 INFERNO 10
da lei saprai di tua vita il vïaggio». 132 INFERNO 10
Appresso mosse a man sinistra il piede: 133 INFERNO 10
lasciammo il muro e gimmo inver' lo mezzo 134 INFERNO 10
sì che s'ausi un poco in prima il senso 011 INFERNO 11
Di vïolenti il primo cerchio è tutto; 028 INFERNO 11
che mena il vento, e che batte la pioggia, 071 INFERNO 11
più volte il mondo in caòsso converso; 043 INFERNO 12
è il gran Chirón, il qual nodrì Achille; 071 INFERNO 12
è il gran Chirón, il qual nodrì Achille; 071 INFERNO 12
è Opizzo da Esti, il qual per vero 111 INFERNO 12
Poco più oltre il centauro s'affisse 115 INFERNO 12
e quindi fu del fosso il nostro passo. 126 INFERNO 12
Allor soffiò il tronco forte, e poi 091 INFERNO 13
ch'io domandava il mio duca di lui, 050 INFERNO 14
Allora il duca mio parlò di forza 061 INFERNO 14
di cui largito m'avëa il disio. 093 INFERNO 14
anzi che Carentana il caldo senta: 009 INFERNO 15
sanz' arrostarsi quando 'l foco il feggia. 039 INFERNO 15
veggendo il cielo a te così benigno, 059 INFERNO 15
fu fatto il nido di malizia tanta». 078 INFERNO 15
«Se fosse tutto pieno il mio dimando», 079 INFERNO 15
Sieti raccomandato il mio Tesoro, 119 INFERNO 15
che corrono a Verona il drappo verde 122 INFERNO 15
A le lor grida il mio dottor s'attese; 013 INFERNO 16
E se non fosse il foco che saetta 016 INFERNO 16
così rotando, ciascuno il visaggio 025 INFERNO 16
drizzava a me, sì che 'n contraro il collo 026 INFERNO 16
la fama nostra il tuo animo pieghi 031 INFERNO 16
ché Guiglielmo Borsiere, il qual si duole 070 INFERNO 16
rispuoser tutti, «il satisfare altrui, 080 INFERNO 16
ciò ch'io attendo e che il tuo pensier sogna; 122 INFERNO 16
Poi, procedendo di mio sguardo il curro, 061 INFERNO 17
Trova' il duca mio ch'era salito 079 INFERNO 17
gridando il padre a lui «Mala via tieni!», 111 INFERNO 17
Io sentia già da la man destra il gorgo 118 INFERNO 17
come la cerchia che dintorno il volge. 003 INFERNO 18
e ha distinto in dieci valli il fondo. 009 INFERNO 18
rècati a mente il nostro avaro seno». 063 INFERNO 18
Così parlando il percosse un demonio 064 INFERNO 18
mi disse, «il viso un poco più avante, 128 INFERNO 18
Qual suole il fiammeggiar de le cose unte 028 INFERNO 19
ché la vostra avarizia il mondo attrista, 104 INFERNO 19
Di voi pastor s'accorse il Vangelista, 106 INFERNO 19
che da te prese il primo ricco patre!». 117 INFERNO 19
Quivi soavemente spuose il carco, 130 INFERNO 19
gridar: «Qui non ha loco il Santo Volto! 048 INFERNO 21
I' vidi, e anco il cor me n'accapriccia, 031 INFERNO 22
ma Barbariccia il chiuse con le braccia 059 INFERNO 22
e quei drizzò volando suso il petto: 129 INFERNO 22
che prende il figlio e fugge e non s'arresta, 040 INFERNO 23
e poi secondo il suo passo procedi». 081 INFERNO 23
E a tal modo il socero si stenta 121 INFERNO 23
Appresso il duca a gran passi sen gì, 145 INFERNO 23
Noi discendemmo il ponte da la testa 079 INFERNO 24
che la memoria il sangue ancor mi scipa. 084 INFERNO 24
per forza di demon ch'a terra il tira, 113 INFERNO 24
Lo duca il domandò poi chi ello era; 121 INFERNO 24
Al fine de le sue parole il ladro 001 INFERNO 25
poi che 'n mal fare il seme tuo avanzi? 012 INFERNO 25
ché io che 'l vidi, a pena il mi consento. 048 INFERNO 25
per l'una parte e da l'altra il dipela, 120 INFERNO 25
Quel ch'era dritto, il trasse ver' le tempie, 124 INFERNO 25
Quel che giacëa, il muso innanzi caccia, 130 INFERNO 25
onde uscì de' Romani il gentil seme. 060 INFERNO 26
e percosse del legno il primo canto. 138 INFERNO 26
Tre volte il fé girar con tutte l'acque; 139 INFERNO 26
quando il mio duca mi tentò di costa, 032 INFERNO 27
che fecer di Montagna il mal governo, 047 INFERNO 27
conduce il lïoncel dal nido bianco, 050 INFERNO 27
E quella cu' il Savio bagna il fianco, 052 INFERNO 27
E quella cu' il Savio bagna il fianco, 052 INFERNO 27
non tornò vivo alcun, s'i' odo il vero, 065 INFERNO 27
e certo il creder mio venìa intero, 069 INFERNO 27
se non fosse il gran prete, a cui mal prenda!, 070 INFERNO 27
ch'al fine de la terra il suono uscie. 078 INFERNO 27
che cuopre 'l fosso in che si paga il fio 135 INFERNO 27
e l'altra il cui ossame ancor s'accoglie 015 INFERNO 28
dove sanz' arme vinse il vecchio Alardo; 018 INFERNO 28
il modo de la nona bolgia sozzo. 021 INFERNO 28
guardommi e con le man s'aperse il petto, 029 INFERNO 28
per maraviglia, oblïando il martiro. 054 INFERNO 28
tu che forse vedra' il sole in breve, 056 INFERNO 28
Questi, scacciato, il dubitar sommerse 097 INFERNO 28
Io feci il padre e 'l figlio in sé ribelli; 136 INFERNO 28
partito porto il mio cerebro, lasso!, 140 INFERNO 28
fosse in Egina il popol tutto infermo, 059 INFERNO 29
come ciascun menava spesso il morso 079 INFERNO 29
sì che 'nsieme col regno il re fu casso, 015 INFERNO 30
tanto il dolor le fé la mente torta. 021 INFERNO 30
grattar li fece il ventre al fondo sodo. 030 INFERNO 30
per ch'io il corpo sù arso lasciai. 075 INFERNO 30
e mastro Adamo li percosse il volto 104 INFERNO 30
ho io il braccio a tal mestiere sciolto». 108 INFERNO 30
«S'io dissi falso, e tu falsasti il conio», 115 INFERNO 30
«e sieti reo che tutto il mondo sallo!». 120 INFERNO 30
Allora il monetier: «Così si squarcia 124 INFERNO 30
Noi demmo il dosso al misero vallone 007 INFERNO 31
dinanzi l'altro e dietro il braccio destro 087 INFERNO 31
io premerei di mio concetto il suco 004 INFERNO 32
Ma quelle donne aiutino il mio verso 010 INFERNO 32
sì che dal fatto il dir non sia diverso. 012 INFERNO 32
da bocca il freddo, e da li occhi il cor tristo 038 INFERNO 32
da bocca il freddo, e da li occhi il cor tristo 038 INFERNO 32
non quelli a cui fu rotto il petto e l'ombra 061 INFERNO 32
sappi ch'i' fu' il Camiscion de' Pazzi; 068 INFERNO 32
ch'io metta il nome tuo tra l'altre note». 093 INFERNO 32
che quei faceva il teschio e l'altre cose. 132 INFERNO 32
cacciando il lupo e ' lupicini al monte 029 INFERNO 33
per quattro visi il mio aspetto stesso, 057 INFERNO 33
rïempion sotto 'l ciglio tutto il coppo. 099 INFERNO 33
come fec' ïo, il corpo suo l'è tolto 130 INFERNO 33
da un demonio, che poscia il governa 131 INFERNO 33
che questi lasciò il diavolo in sua vece 145 INFERNO 33
Già era, e con paura il metto in metro, 010 INFERNO 34
altra, com' arco, il volto a' piè rinverte. 015 INFERNO 34
la creatura ch'ebbe il bel sembiante, 018 INFERNO 34
«Ecco Dite», dicendo, «ed ecco il loco 020 INFERNO 34
A quel dinanzi il mordere era nulla 058 INFERNO 34
De li altri due c'hanno il capo di sotto, 064 INFERNO 34
Com' a lui piacque, il collo li avvinghiai; 070 INFERNO 34
la gente grossa il pensi, che non vede 092 INFERNO 34
e già il sole a mezza terza riede». 096 INFERNO 34
da sera a mane ha fatto il sol tragitto?». 105 INFERNO 34
seguitando il mio canto con quel suono 010 PGTORIO 01
esser non puote il mio che a te si nieghi. 057 PGTORIO 01
prendere il monte a più lieve salita». 108 PGTORIO 01
conobbi il tremolar de la marina. 117 PGTORIO 01
allor che ben conobbe il galeotto, 027 PGTORIO 02
Da poppa stava il celestial nocchiero, 043 PGTORIO 02
Poi fece il segno lor di santa croce; 049 PGTORIO 02
Da tutte parti saettava il giorno 055 PGTORIO 02
a le sue note; ed ecco il veglio onesto 119 PGTORIO 02
Or le bagna la pioggia e move il vento 130 PGTORIO 03
e piedi e man volea il suol di sotto. 033 PGTORIO 04
che da quel lato il poggio tutto gira. 048 PGTORIO 04
Ben s'avvide il poeta ch'ïo stava 058 PGTORIO 04
tu vedresti il Zodïaco rubecchio 064 PGTORIO 04
da l'omero sinistro il carro mena?». 120 PGTORIO 04
Prima convien che tanto il ciel m'aggiri 130 PGTORIO 04
E già il poeta innanzi mi saliva, 136 PGTORIO 04
sovra pensier, da sé dilunga il segno, 017 PGTORIO 05
venian gridando, «un poco il passo queta. 048 PGTORIO 05
quel da Esti il fé far, che m'avea in ira 077 PGTORIO 05
con buona pïetate aiuta il mio! 087 PGTORIO 05
fuggendo a piede e sanguinando il piano. 099 PGTORIO 05
tosto che sale dove 'l freddo il coglie. 111 PGTORIO 05
con lo 'ntelletto, e mosse il fummo e 'l vento 113 PGTORIO 05
Quando si parte il gioco de la zara, 001 PGTORIO 06
qual va dinanzi, e qual di dietro il prende, 005 PGTORIO 06
Che val perché ti racconciasse il freno 088 PGTORIO 06
ma il popol tuo l'ha in sommo de la bocca. 132 PGTORIO 06
ma il popol tuo solicito risponde 134 PGTORIO 06
Così rispuose allora il duca mio. 009 PGTORIO 07
Ma vedi già come dichina il giorno, 043 PGTORIO 07
mentre che l'orizzonte il dì tien chiuso». 060 PGTORIO 07
Allora il mio segnor, quasi ammirando, 061 PGTORIO 07
e là il novo giorno attenderemo». 069 PGTORIO 07
là dove più ch'a mezzo muore il lembo. 072 PGTORIO 07
come dal suo maggiore è vinto il meno. 078 PGTORIO 07
morì fuggendo e disfiorando il giglio: 105 PGTORIO 07
guardate là come si batte il petto! 106 PGTORIO 07
e quindi viene il duol che sì li lancia. 111 PGTORIO 07
ben andava il valor di vaso in vaso, 117 PGTORIO 07
Vedete il re de la semplice vita 130 PGTORIO 07
Era già l'ora che volge il disio 001 PGTORIO 08
ai navicanti e 'ntenerisce il core 002 PGTORIO 08
che paia il giorno pianger che si more; 006 PGTORIO 08
com' avria fatto il gallo di Gallura». 081 PGTORIO 08
Com' ei parlava, e Sordello a sé il trasse 094 PGTORIO 08
e drizzò il dito perché 'n là guardasse. 096 PGTORIO 08
forse qual diede ad Eva il cibo amaro. 099 PGTORIO 08
che, perché il capo reo il mondo torca, 131 PGTORIO 08
che, perché il capo reo il mondo torca, 131 PGTORIO 08
là onde poi li Greci il dipartiro; 039 PGTORIO 09
Dallato m'era solo il mio conforto, 043 PGTORIO 09
«Non aver tema», disse il mio segnore; 046 PGTORIO 09
vedi là il balzo che 'l chiude dintorno; 050 PGTORIO 09
ch'io drizzava spesso il viso in vano. 084 PGTORIO 09
ricominciò il cortese portinaio: 092 PGTORIO 09
Era il secondo tinto più che perso, 097 PGTORIO 09
mi trasse il duca mio, dicendo: «Chiedi 107 PGTORIO 09
Tarpëa, come tolto le fu il buono 137 PGTORIO 09
sù dove il monte in dietro si rauna, 018 PGTORIO 10
Da la sua sponda, ove confina il vano, 022 PGTORIO 10
ch'aperse il ciel del suo lungo divieto, 036 PGTORIO 10
del roman principato, il cui valore 074 PGTORIO 10
ch'i' solva il mio dovere anzi ch'i' mova: 092 PGTORIO 10
mormorava il poeta, «molte genti: 101 PGTORIO 10
che secondo il disio vostro vi lievi, 039 PGTORIO 11
con noi venite, e troverete il passo 050 PGTORIO 11
onde portar convienmi il viso basso, 054 PGTORIO 11
si torse sotto il peso che li 'mpaccia, 075 PGTORIO 11
Di tal superbia qui si paga il fio; 088 PGTORIO 11
tener lo campo, e ora ha Giotto il grido, 095 PGTORIO 11
Non è il mondan romore altro ch'un fiato 100 PGTORIO 11
anzi che tu lasciassi il 'pappo' e 'l 'dindi', 105 PGTORIO 11
fin che 'l sofferse il dolce pedagogo. 003 PGTORIO 12
nel porta un carro, sanza ch'altri il cacci. 048 PGTORIO 12
e come, morto lui, quivi il lasciaro. 054 PGTORIO 12
mostrava il segno che lì si discerne! 063 PGTORIO 12
non vide mei di me chi vide il vero, 068 PGTORIO 12
figliuoli d'Eva, e non chinate il volto 071 PGTORIO 12
sì che veggiate il vostro mal sentero! 072 PGTORIO 12
Di reverenza il viso e li atti addorna, 082 PGTORIO 12
ch'era sicuro il quaderno e la doga; 105 PGTORIO 12
a che guardando, il mio duca sorrise. 136 PGTORIO 12
dintorno il poggio, come la primaia; 005 PGTORIO 13
ragionava il poeta, «io temo forse 011 PGTORIO 13
Tu scaldi il mondo, tu sovr' esso luci; 019 PGTORIO 13
e l'uno il capo sopra l'altro avvalla, 063 PGTORIO 13
E come a li orbi non approda il sole, 067 PGTORIO 13
per essa scenda de la mente il fiume, 090 PGTORIO 13
prima che morte li abbia dato il volo, 002 PGTORIO 14
questi il vocabol di quella riviera, 026 PGTORIO 14
dirizza prima il suo povero calle. 045 PGTORIO 14
e da lor disdegnosa torce il muso. 048 PGTORIO 14
si turba il viso di colui ch'ascolta, 068 PGTORIO 14
da qual che parte il periglio l'assanni, 069 PGTORIO 14
Fu il sangue mio d'invidia sì rïarso, 082 PGTORIO 14
in destro feci, e non innanzi, il passo. 141 PGTORIO 14
conosce il danno; e però non s'ammiri 047 PGTORIO 15
invidia move il mantaco a' sospiri. 051 PGTORIO 15
torcesse in suso il disiderio vostro, 053 PGTORIO 15
quando disanimato il corpo giace; 135 PGTORIO 15
ascoltando il mio duca che diceva 014 PGTORIO 16
e d'iracundia van solvendo il nodo». 024 PGTORIO 16
francescamente, il semplice Lombardo. 126 PGTORIO 16
intorno ad esso era il grande Assüero, 028 PGTORIO 17
Come si frange il sonno ove di butto 040 PGTORIO 17
nova luce percuote il viso chiuso, 041 PGTORIO 17
tosto che lume il volto mi percosse, 044 PGTORIO 17
Or accordiamo a tanto invito il piede; 061 PGTORIO 17
Così disse il mio duca, e io con lui 064 PGTORIO 17
qui si ribatte il mal tardato remo. 087 PGTORIO 17
Ond' io: «Maestro, il mio veder s'avviva 010 PGTORIO 18
fin che la cosa amata il fa gioire. 033 PGTORIO 18
tra ' Sardi e ' Corsi il vede quando cade. 081 PGTORIO 18
però ne dite ond' è presso il pertugio». 111 PGTORIO 18
morta la gente a cui il mar s'aperse, 134 PGTORIO 18
per lo disio del pasto che là il tira, 066 PGTORIO 19
rivolga il cielo a sé, saprai; ma prima 098 PGTORIO 19
pesa il gran manto a chi dal fango il guarda, 104 PGTORIO 19
pesa il gran manto a chi dal fango il guarda, 104 PGTORIO 19
Vidi che lì non s'acquetava il core, 109 PGTORIO 19
e nulla pena il monte ha più amara. 117 PGTORIO 19
così giustizia qui a terra il merse. 120 PGTORIO 19
per li occhi il mal che tutto 'l mondo occupa, 008 PGTORIO 20
dove sponesti il tuo portato santo». 024 PGTORIO 20
trova'mi stretto ne le mani il freno 055 PGTORIO 20
poscia c'ha' il mio sangue a te sì tratto, 083 PGTORIO 20
Perché men paia il mal futuro e 'l fatto, 085 PGTORIO 20
Veggio il novo Pilato sì crudele, 091 PGTORIO 20
Prima vuol ben, ma non lascia il talento 064 PGTORIO 21
però sentisti il tremoto e li pii 070 PGTORIO 21
se troppa sicurtà m'allarga il freno, 020 PGTORIO 22
che porta il lume dietro e sé non giova, 068 PGTORIO 22
e questa tepidezza il quarto cerchio 092 PGTORIO 22
Tu dunque, che levato hai il coperchio 094 PGTORIO 22
rispuose il duca mio, «siam con quel Greco 101 PGTORIO 22
quando il mio duca: «Io credo ch'a lo stremo 121 PGTORIO 22
girando il monte come far solemo». 123 PGTORIO 22
che nodriro il Batista nel diserto; 152 PGTORIO 22
forse di lor dover solvendo il nodo». 015 PGTORIO 23
ma dimmi il ver di te, dì chi son quelle 052 PGTORIO 23
l'andar mostrando con le poppe il petto. 102 PGTORIO 23
ancor fia grave il memorar presente. 117 PGTORIO 23
«O frate, issa vegg' io», diss' elli, «il nodo 055 PGTORIO 24
ma già non fïa il tornar mio tantosto, 077 PGTORIO 24
crescendo sempre, fin ch'ella il percuote, 086 PGTORIO 24
e lascia il corpo vilmente disfatto. 087 PGTORIO 24
ché 'l sole avëa il cerchio di merigge 002 PGTORIO 25
se di bisogno stimolo il trafigge, 006 PGTORIO 25
E quale il cicognin che leva l'ala 010 PGTORIO 25
da l'anima il possibile intelletto, 065 PGTORIO 25
Apri a la verità che viene il petto; 067 PGTORIO 25
guarda il calor del sole che si fa vino, 077 PGTORIO 25
che segue il foco là 'vunque si muta, 098 PGTORIO 25
si vuol tenere a li occhi stretto il freno, 119 PGTORIO 25
Appresso il fine ch'a quell' inno fassi, 127 PGTORIO 25
che di Venere avea sentito il tòsco». 132 PGTORIO 25
per tutto il tempo che 'l foco li abbruscia: 137 PGTORIO 25
ce n'andavamo, e spesso il buon maestro 002 PGTORIO 26
feriami il sole in su l'omero destro, 004 PGTORIO 26
quando partinci, il nome di colei 086 PGTORIO 26
quand' io odo nomar sé stesso il padre 097 PGTORIO 26
fin che l'ha vinto il ver con più persone. 126 PGTORIO 26
come per l'acqua il pesce andando al fondo. 135 PGTORIO 26
e dissi ch'al suo nome il mio disire 137 PGTORIO 26
là dove il suo fattor lo sangue sparse, 002 PGTORIO 27
sì stava il sole; onde 'l giorno sen giva, 005 PGTORIO 27
anime sante, il foco: intrate in esso, 011 PGTORIO 27
guardando il foco e imaginando forte 017 PGTORIO 27
Come al nome di Tisbe aperse il ciglio 037 PGTORIO 27
mi volsi al savio duca, udendo il nome 041 PGTORIO 27
non v'arrestate, ma studiate il passo, 062 PGTORIO 27
e quale il mandrïan che fori alberga, 082 PGTORIO 27
lungo il pecuglio suo queto pernotta, 083 PGTORIO 27
mi prese il sonno; il sonno che sovente, 092 PGTORIO 27
mi prese il sonno; il sonno che sovente, 092 PGTORIO 27
«Sappia qualunque il mio nome dimanda 100 PGTORIO 27
e disse: «Il temporal foco e l'etterno 127 PGTORIO 27
ch'a li occhi temperava il novo giorno, 003 PGTORIO 28
u' la prim' ombra gitta il santo monte; 012 PGTORIO 28
Tre passi ci facea il fiume lontani; 070 PGTORIO 28
ma luce rende il salmo Delectasti, 080 PGTORIO 28
se non li è rotto il cerchio d'alcun canto, 105 PGTORIO 28
poi a la bella donna torna' il viso. 148 PGTORIO 28
falsava nel parere il lungo tratto 044 PGTORIO 29
Di sopra fiammeggiava il bello arnese 052 PGTORIO 29
che solo il fiume mi facea distante, 071 PGTORIO 29
onde fa l'arco il Sole e Delia il cinto. 078 PGTORIO 29
onde fa l'arco il Sole e Delia il cinto. 078 PGTORIO 29
Appresso tutto il pertrattato nodo 133 PGTORIO 29
E quando il carro a me fu a rimpetto, 151 PGTORIO 29
Quando il settentrïon del primo cielo, 001 PGTORIO 30
col quale il fantolin corre a la mamma 044 PGTORIO 30
sente il sapor de la pietade acerba. 081 PGTORIO 30
passo che faccia il secol per sue vie; 105 PGTORIO 30
Alcun tempo il sostenni col mio volto: 121 PGTORIO 30
meco il menava in dritta parte vòlto. 123 PGTORIO 30
e con men foga l'asta il segno tocca, 018 PGTORIO 31
pon giù il seme del piangere e ascolta: 046 PGTORIO 31
ch'io non levai al suo comando il mento; 073 PGTORIO 31
e quando per la barba il viso chiese, 074 PGTORIO 31
ben conobbi il velen de l'argomento. 075 PGTORIO 31
Tanta riconoscenza il cor mi morse, 088 PGTORIO 31
Poi, quando il cor virtù di fuor rendemmi, 091 PGTORIO 31
Come in lo specchio il sol, non altrimenti 121 PGTORIO 31
là dove armonizzando il ciel t'adombra, 144 PGTORIO 31
quando per forza mi fu vòlto il viso 007 PGTORIO 32
Ma poi ch'al poco il viso riformossi 013 PGTORIO 32
pria che piegasse il carro il primo legno. 024 PGTORIO 32
pria che piegasse il carro il primo legno. 024 PGTORIO 32
e 'l grifon mosse il benedetto carco 026 PGTORIO 32
poscia che mal si torce il ventre quindi». 045 PGTORIO 32
«Sì si conserva il seme d'ogne giusto». 048 PGTORIO 32
disciolse il mostro, e trassel per la selva, 158 PGTORIO 32
ch'io veggio certamente, e però il narro, 040 PGTORIO 33
sì che t'abbaglia il lume del mio detto, 075 PGTORIO 33
che si reca il bordon di palma cinto». 078 PGTORIO 33
da terra il ciel che più alto festina». 090 PGTORIO 33
teneva il sole il cerchio di merigge, 104 PGTORIO 33
teneva il sole il cerchio di merigge, 104 PGTORIO 33
ne l'imagine mia, il mio si fece, 053 PRADISO 01
avesse il ciel d'un altro sole addorno. 063 PRADISO 01
ma folgore, fuggendo il proprio sito, 092 PRADISO 01
de l'etterno valore, il qual è fine 107 PRADISO 01
Questi ne porta il foco inver' la luna; 115 PRADISO 01
Quinci rivolse inver' lo cielo il viso. 142 PRADISO 01
Voialtri pochi che drizzaste il collo 010 PRADISO 02
mi torse il viso a sé; e però quella 026 PRADISO 02
accender ne dovria più il disio 040 PRADISO 02
nel falso il creder tuo, se bene ascolti 062 PRADISO 02
Rivolto ad essi, fa che dopo il dosso 100 PRADISO 02
de la neve riman nudo il suggetto 107 PRADISO 02
provando e riprovando, il dolce aspetto; 003 PRADISO 03
leva' il capo a proferer più erto; 006 PRADISO 03
mi disse, «appresso il tuo püeril coto, 026 PRADISO 03
per questo regno, a tutto il regno piace 083 PRADISO 03
di tutto il lume de la spera nostra, 111 PRADISO 03
sì che da prima il viso non sofferse; 129 PRADISO 03
ma tutti fanno bello il primo giro, 034 PRADISO 04
già tutto il mondo quasi, sì che Giove, 062 PRADISO 04
se mille volte vïolenza il torza. 078 PRADISO 04
diss' io appresso, «il cui parlar m'inonda 119 PRADISO 04
a piè del vero il dubbio; ed è natura 131 PRADISO 04
sì che del viso tuo vinco il valore, 003 PRADISO 05
così nel bene appreso move il piede. 006 PRADISO 05
ché, nel fermar tra Dio e l'omo il patto, 028 PRADISO 05
Non prendan li mortali il voto a ciancia; 064 PRADISO 05
ritrovar puoi il gran duca de' Greci, 069 PRADISO 05
onde pianse Efigènia il suo bel volto, 070 PRADISO 05
Avete il novo e 'l vecchio Testamento, 076 PRADISO 05
Non fate com' agnel che lascia il latte 082 PRADISO 05
del lume che per tutto il ciel si spazia 118 PRADISO 05
nel proprio lume, e che de li occhi il traggi, 125 PRADISO 05
anima degna, il grado de la spera 128 PRADISO 05
Sì come il sol che si cela elli stessi 133 PRADISO 05
d'entro le leggi trassi il troppo e 'l vano. 012 PRADISO 06
Cesare per voler di Roma il tolle. 057 PRADISO 06
con costui puose il mondo in tanta pace, 080 PRADISO 06
che fu serrato a Giano il suo delubro. 081 PRADISO 06
E quando il dente longobardo morse 094 PRADISO 06
E poi il mosser le parole biece 136 PRADISO 06
e se 'l mondo sapesse il cor ch'elli ebbe 140 PRADISO 06
Or drizza il viso a quel ch'or si ragiona: 034 PRADISO 07
a li occhi di ciascuno il cui ingegno 059 PRADISO 07
Solo il peccato è quel che la disfranca 079 PRADISO 07
Tu dici: ''Io veggio l'acqua, io veggio il foco, 124 PRADISO 07
che la bella Ciprigna il folle amore 002 PRADISO 08
pigliavano il vocabol de la stella 011 PRADISO 08
veduti a noi venir, lasciando il giro 026 PRADISO 08
'Voi che 'ntendendo il terzo ciel movete'; 037 PRADISO 08
Così fatta, mi disse: «Il mondo m'ebbe 049 PRADISO 08
Lo ben che tutto il regno che tu scandi 097 PRADISO 08
Se ciò non fosse, il ciel che tu cammine 106 PRADISO 08
e manco il primo, che non li ha perfetti. 111 PRADISO 08
Ond' elli ancora: «Or dì: sarebbe il peggio 115 PRADISO 08
che, volando per l'aere, il figlio perse. 126 PRADISO 08
Natura generata il suo cammino 133 PRADISO 08
se non vincesse il proveder divino. 135 PRADISO 08
perché mi vinse il lume d'esta stella; 033 PRADISO 09
che ricevesse il sangue ferrarese, 056 PRADISO 09
che fé del sangue suo già caldo il porto. 093 PRADISO 09
fu noto il nome mio; e questo cielo 095 PRADISO 09
produce e spande il maladetto fiore 130 PRADISO 09
A questo intende il papa e ' cardinali; 136 PRADISO 09
e col suo lume il tempo ne misura, 030 PRADISO 10
ringrazia il Sol de li angeli, ch'a questo 053 PRADISO 10
sì che ritenga il fil che fa la zona. 069 PRADISO 10
qual ti negasse il vin de la sua fiala 088 PRADISO 10
L'altro ch'appresso addorna il nostro coro, 106 PRADISO 10
a veder tanto non surse il secondo. 114 PRADISO 10
Appresso vedi il lume di quel cero 115 PRADISO 10
Questi onde a me ritorna il tuo riguardo, 133 PRADISO 10
e là u' dissi: ''Non nacque il secondo"; 026 PRADISO 11
La provedenza, che governa il mondo 028 PRADISO 11
e questo fu il nostro patrïarca; 121 PRADISO 11
e vedra' il corrègger che argomenta 138 PRADISO 11
in che soggiace il leone e soggioga: 054 PRADISO 12
de la fede cristiana, il santo atleta 056 PRADISO 12
vide nel sonno il mirabile frutto 065 PRADISO 12
de la mala coltura, quando il loglio 119 PRADISO 12
il calavrese abate Giovacchino 140 PRADISO 12
imagini quel carro a cu' il seno 007 PRADISO 13
allora che sentì di morte il gelo; 015 PRADISO 13
che circulava il punto dov' io era: 021 PRADISO 13
si move il ciel che tutti li altri avanza. 024 PRADISO 13
Ruppe il silenzio ne' concordi numi 031 PRADISO 13
il cui palato a tutto 'l mondo costa, 039 PRADISO 13
e vedräi il tuo credere e 'l mio dire 050 PRADISO 13
che partorisce, amando, il nostro Sire; 054 PRADISO 13
per sua bontate il suo raggiare aduna, 058 PRADISO 13
con seme e sanza seme il ciel movendo. 066 PRADISO 13
e fosse il cielo in sua virtù supprema, 074 PRADISO 13
non per sapere il numero in che enno 097 PRADISO 13
di paradiso, tanto il nostro amore 038 PRADISO 14
di gratüito lume il sommo bene, 047 PRADISO 14
Marte quei raggi il venerabil segno 101 PRADISO 14
posponendo il piacer de li occhi belli, 131 PRADISO 14
poscia rivolsi a la mia donna il viso, 032 PRADISO 15
da l'un, se si conosce, il cinque e 'l sei; 057 PRADISO 15
in che, prima che pensi, il pensier pandi; 063 PRADISO 15
e quindi il sopranome tuo si feo. 138 PRADISO 15
di quella legge il cui popolo usurpa, 143 PRADISO 15
Io cominciai: «Voi siete il padre mio; 016 PRADISO 16
da quei che corre il vostro annüal gioco. 042 PRADISO 16
eran il quinto di quei ch'or son vivi. 048 PRADISO 16
come del vostro il cibo che s'appone; 069 PRADISO 16
il conte Guido e qualunque del nome 098 PRADISO 16
che poï il suocero il fé lor parente. 120 PRADISO 16
che poï il suocero il fé lor parente. 120 PRADISO 16
del gran barone il cui nome e 'l cui pregio 128 PRADISO 16
La casa di che nacque il vostro fleto, 136 PRADISO 16
e giusto il popol suo, tanto che 'l giglio 152 PRADISO 16
anzi che sieno in sé, mirando il punto 017 PRADISO 17
a vista il tempo che ti s'apparecchia. 045 PRADISO 17
Di sua bestialitate il suo processo 067 PRADISO 17
che 'n su la scala porta il santo uccello; 072 PRADISO 17
La luce in che rideva il mio tesoro 121 PRADISO 17
che fa in nube il suo foco veloce». 036 PRADISO 18
né mi fu noto il dir prima che 'l fatto. 039 PRADISO 18
per vedere in Beatrice il mio dovere, 053 PRADISO 18
suo si discarchi di vergogna il carco, 066 PRADISO 18
era il colmo de l'emme, e lì quetarsi 098 PRADISO 18
cantando, credo, il ben ch'a sé le move. 099 PRADISO 18
ond' esce il fummo che 'l tuo raggio vizia; 120 PRADISO 18
ch'io non conosco il pescator né Polo». 136 PRADISO 18
solvetemi, spirando, il gran digiuno 025 PRADISO 19
Poi cominciò: «Colui che volse il sesto 040 PRADISO 19
la vista che riceve il vostro mondo, 059 PRADISO 19
che, ben che da la proda veggia il fondo, 061 PRADISO 19
Quale sovresso il nido si rigira 091 PRADISO 19
tal è il giudicio etterno a voi mortali». 099 PRADISO 19
Lì si vedrà il duol che sovra Senna 118 PRADISO 19
che male ha visto il conio di Vinegia. 141 PRADISO 19
ond' io vidi ingemmato il sesto lume 017 PRADISO 20
quali aspettava il core ov' io le scrissi. 030 PRADISO 20
«La parte in me che vede e pate il sole 031 PRADISO 20
fu il cantor de lo Spirito Santo, 038 PRADISO 20
ora conosce il merto del suo canto, 040 PRADISO 20
ora conosce come il mal dedutto 058 PRADISO 20
del suo fulgore il fa vedere ancora. 066 PRADISO 20
ben che sua vista non discerna il fondo». 072 PRADISO 20
da indi il puzzo più del paganesmo; 125 PRADISO 20
perché il ben nostro in questo ben s'affina, 137 PRADISO 20
cerchiando il mondo, del suo caro duce 026 PRADISO 21
Ma quella ond' io aspetto il come e 'l quando 046 PRADISO 21
Per ch'ella, che vedëa il tacer mio 049 PRADISO 21
mi disse: «Solvi il tuo caldo disio». 051 PRADISO 21
«Tu hai l'udir mortal sì come il viso», 061 PRADISO 21
sì come il fiammeggiar ti manifesta. 069 PRADISO 21
che del suo mezzo fece il lume centro, 080 PRADISO 21
Così ricominciommi il terzo sermo; 112 PRADISO 21
Venne Cefàs e venne il gran vasello 127 PRADISO 21
prendendo il cibo da qualunque ostello. 129 PRADISO 21
né io lo 'ntesi, sì mi vinse il tuono. 142 PRADISO 21
Come t'avrebbe trasmutato il canto, 010 PRADISO 22
fermar li piedi e tennero il cor saldo». 051 PRADISO 22
Ond' elli: «Frate, il tuo alto disio 061 PRADISO 22
Infin là sù la vide il patriarca 070 PRADISO 22
che fa il cor de' monaci sì folle; 081 PRADISO 22
e Francesco umilmente il suo convento; 090 PRADISO 22
nel foco il dito, in quant' io vidi 'l segno 110 PRADISO 22
che segue il Tauro e fui dentro da esso. 111 PRADISO 22
tutto, qual che si sia, il mio ingegno, 114 PRADISO 22
Quindi m'apparve il temperar di Giove 145 PRADISO 22
il varïar che fanno di lor dove; 147 PRADISO 22
previene il tempo in su aperta frasca, 007 PRADISO 23
e con ardente affetto il sole aspetta, 008 PRADISO 23
sotto la quale il sol mostra men fretta: 012 PRADISO 23
non si verria, cantando il santo riso 059 PRADISO 23
e quanto il santo aspetto facea mero; 060 PRADISO 23
e così, figurando il paradiso, 061 PRADISO 23
Ma chi pensasse il ponderoso tema 064 PRADISO 23
al cui odor si prese il buon cammino». 075 PRADISO 23
Il nome del bel fior ch'io sempre invoco 088 PRADISO 23
il quale e il quanto de la viva stella 092 PRADISO 23
il quale e il quanto de la viva stella 092 PRADISO 23
per entro il cielo scese una facella, 094 PRADISO 23
onde si coronava il bel zaffiro 101 PRADISO 23
del quale il ciel più chiaro s'inzaffira. 102 PRADISO 23
facean sonare il nome di Maria. 111 PRADISO 23
del benedetto Agnello, il qual vi ciba 002 PRADISO 24
Poscia fermato, il foco benedetto 031 PRADISO 24
Sì come il baccialier s'arma e non parla 046 PRADISO 24
che vuol provarsi, non altri, il ti giura». 105 PRADISO 24
è tal, che li altri non sono il centesmo: 108 PRADISO 24
da indi abbraccia il servo, gratulando 149 PRADISO 24
mi disse: «Mira, mira: ecco il barone 017 PRADISO 25
Sì come quando il colombo si pone 019 PRADISO 25
laudando il cibo che là sù li prande. 024 PRADISO 25
sì che, veduto il ver di questa corte, 043 PRADISO 25
de la gloria futura, il qual produce 068 PRADISO 25
dice, 'color che sanno il nome tuo': 074 PRADISO 25
In terra è terra il mio corpo, e saragli 124 PRADISO 25
si quïetò con esso il dolce mischio 131 PRADISO 25
il vero in che si fonda questa prova. 036 PRADISO 26
colui che mi dimostra il primo amore 038 PRADISO 26
d'i tuoi amori a Dio guarda il sovrano. 048 PRADISO 26
vagheggia il suo fattor l'anima prima 083 PRADISO 26
Or, figluol mio, non il gustar del legno 115 PRADISO 26
ma solamente il trapassar del segno. 117 PRADISO 26
seguendo il cielo, sempre fu durabile. 129 PRADISO 26
I s'appellava in terra il sommo bene 134 PRADISO 26
sì che m'inebrïava il dolce canto. 003 PRADISO 27
Quelli ch'usurpa in terra il luogo mio, 022 PRADISO 27
il luogo mio, il luogo mio, che vaca 023 PRADISO 27
il luogo mio, il luogo mio, che vaca 023 PRADISO 27
li tolse il trapassar del più avanti. 075 PRADISO 27
il viso e guarda come tu se' vòlto». 078 PRADISO 27
che fa dal mezzo al fine il primo clima; 081 PRADISO 27
sì ch'io vedea di là da Gade il varco 082 PRADISO 27
folle d'Ulisse, e di qua presso il lito 083 PRADISO 27
E più mi fora discoverto il sito 085 PRADISO 27
il mezzo e tutto l'altro intorno move, 107 PRADISO 27
e come il tempo tegna in cotal testo 118 PRADISO 27
Ben fiorisce ne li uomini il volere; 124 PRADISO 27
li dice il vero, e vede ch'el s'accorda 008 PRADISO 28
quel moto che più tosto il mondo cigne; 027 PRADISO 28
dal quinto il quarto, e poi dal sesto il quinto. 030 PRADISO 28
dal quinto il quarto, e poi dal sesto il quinto. 030 PRADISO 28
Sopra seguiva il settimo sì sparto 031 PRADISO 28
depende il cielo e tutta la natura. 042 PRADISO 28
secondo il più e 'l men de la virtute 065 PRADISO 28
e come stella in cielo il ver si vide. 087 PRADISO 28
e anche la ragione il vede alquanto, 043 PRADISO 29
turbò il suggetto d'i vostri alimenti. 051 PRADISO 29
Principio del cader fu il maladetto 055 PRADISO 29
gonfia il cappuccio e più non si richiede. 117 PRADISO 29
che se 'l vulgo il vedesse, vederebbe 119 PRADISO 29
Di questo ingrassa il porco sant' Antonio, 124 PRADISO 29
perde il parere infino a questo fondo; 006 PRADISO 30
Non altrimenti il trïunfo che lude 010 PRADISO 30
che solo il suo fattor tutta la goda. 021 PRADISO 30
Dal primo giorno ch'i' vidi il suo viso 028 PRADISO 30
non m'è il seguire al mio cantar preciso; 030 PRADISO 30
per far disposto a sua fiamma il candelo». 054 PRADISO 30
così mi disse il sol de li occhi miei. 075 PRADISO 30
Anche soggiunse: «Il fiume e li topazi 076 PRADISO 30
col volto verso il latte, se si svegli 083 PRADISO 30
dammi virtù a dir com' ïo il vidi! 099 PRADISO 30
il quanto e 'l quale di quella allegrezza. 120 PRADISO 30
ch'elli acquistavan ventilando il fianco. 018 PRADISO 31
perfettamente», disse, «il tuo cammino, 095 PRADISO 31
però ch'i' sono il suo fedel Bernardo». 102 PRADISO 31
E come quivi ove s'aspetta il temo 124 PRADISO 31
e quinci e quindi il lume si fa scemo, 126 PRADISO 31
la fede in Cristo, queste sono il muro 020 PRADISO 32
E come quinci il glorïoso scanno 028 PRADISO 32
a mezzo il tratto le due discrezioni, 041 PRADISO 32
Però, secondo il color d'i capelli, 070 PRADISO 32
l'esser qua giù, lasciando il dolce loco 101 PRADISO 32
è il padre per lo cui ardito gusto 122 PRADISO 32
Da quinci innanzi il mio veder fu maggio 055 PRADISO 33
nel core il dolce che nacque da essa. 063 PRADISO 33
Oh quanto è corto il dire e come fioco 121 PRADISO 33
ma già volgeva il mio disio e 'l velle, 143 PRADISO 33
l'amor che move il sole e l'altre stelle. 145 PRADISO 33

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