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che nel pensier rinova la paura! 006 INFERNO 01
Tant' è amara che poco è più morte; 007 INFERNO 01
che la verace via abbandonai. 012 INFERNO 01
che m'avea di paura il cor compunto, 015 INFERNO 01
che mena dritto altrui per ogne calle. 018 INFERNO 01
che nel lago del cor m'era durata 020 INFERNO 01
E come quei che con lena affannata, 022 INFERNO 01
che non lasciò già mai persona viva. 027 INFERNO 01
che 'l piè fermo sempre era 'l più basso. 030 INFERNO 01
che di pel macolato era coverta; 033 INFERNO 01
ma non sì che paura non mi desse 044 INFERNO 01
la vista che m'apparve d'un leone. 045 INFERNO 01
Questi parea che contra me venisse 046 INFERNO 01
che parea che l'aere ne tremesse. 048 INFERNO 01
sì che parea che l'aere ne tremesse. 048 INFERNO 01
Ed una lupa, che di tutte brame 049 INFERNO 01
E qual è quei che volontieri acquista, 055 INFERNO 01
e giugne 'l tempo che perder lo face, 056 INFERNO 01
che 'n tutti suoi pensier piange e s'attrista; 057 INFERNO 01
che, venendomi 'ncontro, a poco a poco 059 INFERNO 01
«qual che tu sii, od ombra od omo certo!». 066 INFERNO 01
Nacqui sub Iulio, ancor che fosse tardi, 070 INFERNO 01
figliuol d'Anchise che venne di Troia, 074 INFERNO 01
poi che 'l superbo Ilïón fu combusto. 075 INFERNO 01
che spandi di parlar sì largo fiume?», 080 INFERNO 01
che m'ha fatto cercar lo tuo volume. 084 INFERNO 01
lo bello stilo che m'ha fatto onore. 087 INFERNO 01
rispuose, poi che lagrimar mi vide, 092 INFERNO 01
ma tanto lo 'mpedisce che l'uccide; 096 INFERNO 01
che mai non empie la bramosa voglia, 098 INFERNO 01
e dopo 'l pasto ha più fame che pria. 099 INFERNO 01
e più saranno ancora, infin che 'l veltro 101 INFERNO 01
verrà, che la farà morir con doglia. 102 INFERNO 01
fin che l'avrà rimessa ne lo 'nferno, 110 INFERNO 01
che tu mi segui, e io sarò tua guida, 113 INFERNO 01
e vederai color che son contenti 118 INFERNO 01
quando che sia a le beate genti. 120 INFERNO 01
ché quello imperador che là sù regna, 124 INFERNO 01
non vuol che 'n sua città per me si vegna. 126 INFERNO 01
per quello Dio che tu non conoscesti, 131 INFERNO 01
che tu mi meni là dov' or dicesti, 133 INFERNO 01
toglieva li animai che sono in terra 002 INFERNO 02
che ritrarrà la mente che non erra. 006 INFERNO 02
che ritrarrà la mente che non erra. 006 INFERNO 02
o mente che scrivesti ciò ch'io vidi, 008 INFERNO 02
Io cominciai: «Poeta che mi guidi, 010 INFERNO 02
Tu dici che di Silvïo il parente, 013 INFERNO 02
intese cose che furon cagione 026 INFERNO 02
Per che, se del venire io m'abbandono, 034 INFERNO 02
temo che la venuta non sia folle. 035 INFERNO 02
E qual è quei che disvuol ciò che volle 037 INFERNO 02
E qual è quei che disvuol ciò che volle 037 INFERNO 02
che dal cominciar tutto si tolle, 039 INFERNO 02
che fu nel cominciar cotanto tosta. 042 INFERNO 02
che d'onrata impresa lo rivolve, 047 INFERNO 02
Da questa tema acciò che tu ti solve, 049 INFERNO 02
nel primo punto che di te mi dolve. 051 INFERNO 02
Io era tra color che son sospesi, 052 INFERNO 02
tal che di comandare io la richiesi. 054 INFERNO 02
Lucevan li occhi suoi più che la stella; 055 INFERNO 02
sì nel cammin, che vòlt' è per paura; 063 INFERNO 02
e temo che non sia già sì smarrito, 064 INFERNO 02
I' son Beatrice che ti faccio andare; 070 INFERNO 02
amor mi mosse, che mi fa parlare. 072 INFERNO 02
che l'ubidir, se già fosse, m'è tardi; 080 INFERNO 02
Ma dimmi la cagion che non ti guardi 082 INFERNO 02
"Da che tu vuo' saver cotanto a dentro, 085 INFERNO 02
che la vostra miseria non mi tange, 092 INFERNO 02
Donna è gentil nel ciel che si compiange 094 INFERNO 02
che duro giudicio là sù frange. 096 INFERNO 02
che mi sedea con l'antica Rachele. 102 INFERNO 02
ché non soccorri quei che t'amò tanto, 104 INFERNO 02
non vedi tu la morte che 'l combatte 107 INFERNO 02
Poscia che m'ebbe ragionato questo, 115 INFERNO 02
per che mi fece del venir più presto. 117 INFERNO 02
che del bel monte il corto andar ti tolse. 120 INFERNO 02
Dunque: che è? perché, perché restai, 121 INFERNO 02
poscia che tai tre donne benedette 124 INFERNO 02
chinati e chiusi, poi che 'l sol li 'mbianca, 128 INFERNO 02
«Oh pietosa colei che mi soccorse! 133 INFERNO 02
a le vere parole che ti porse! 135 INFERNO 02
Così li dissi; e poi che mosso fue, 141 INFERNO 02
ogne viltà convien che qui sia morta. 015 INFERNO 03
che tu vedrai le genti dolorose 017 INFERNO 03
E poi che la sua mano a la mia puose 019 INFERNO 03
dissi: «Maestro, che è quel ch'i' odo? 032 INFERNO 03
e che gent' è che par nel duol sì vinta?». 033 INFERNO 03
e che gent' è che par nel duol sì vinta?». 033 INFERNO 03
che visser sanza 'nfamia e sanza lodo. 036 INFERNO 03
de li angeli che non furon ribelli 038 INFERNO 03
E io: «Maestro, che è tanto greve 043 INFERNO 03
a lor che lamentar li fa sì forte?». 044 INFERNO 03
che 'nvidïosi son d'ogne altra sorte. 048 INFERNO 03
E io, che riguardai, vidi una 'nsegna 052 INFERNO 03
che girando correva tanto ratta, 053 INFERNO 03
che d'ogne posa mi parea indegna; 054 INFERNO 03
che morte tanta n'avesse disfatta. 057 INFERNO 03
che fece per viltade il gran rifiuto. 060 INFERNO 03
che questa era la setta d'i cattivi, 062 INFERNO 03
Questi sciaurati, che mai non fur vivi, 064 INFERNO 03
che, mischiato di lagrime, a' lor piedi 068 INFERNO 03
E tu che se' costì, anima viva, 088 INFERNO 03
pàrtiti da cotesti che son morti». 089 INFERNO 03
Ma poi che vide ch'io non mi partiva, 090 INFERNO 03
più lieve legno convien che ti porti». 093 INFERNO 03
ciò che si vuole, e più non dimandare». 096 INFERNO 03
che 'ntorno a li occhi avea di fiamme rote. 099 INFERNO 03
ratto che 'nteser le parole crude. 102 INFERNO 03
ch'attende ciascun uom che Dio non teme. 108 INFERNO 03
l'una appresso de l'altra, fin che 'l ramo 113 INFERNO 03
e avanti che sien di là discese, 119 INFERNO 03
«quelli che muoion ne l'ira di Dio 122 INFERNO 03
che la tema si volve in disio. 126 INFERNO 03
ben puoi sapere omai che 'l suo dir suona». 129 INFERNO 03
tremò sì forte, che de lo spavento 131 INFERNO 03
che balenò una luce vermiglia 134 INFERNO 03
Vero è che 'n su la proda mi trovai 007 INFERNO 04
che 'ntrono accoglie d'infiniti guai. 009 INFERNO 04
tanto che, per ficcar lo viso a fondo, 011 INFERNO 04
E io, che del color mi fui accorto, 016 INFERNO 04
che suoli al mio dubbiare esser conforto?». 018 INFERNO 04
che son qua giù, nel viso mi dipigne 020 INFERNO 04
quella pietà che tu per tema senti. 021 INFERNO 04
nel primo cerchio che l'abisso cigne. 024 INFERNO 04
Quivi, secondo che per ascoltare, 025 INFERNO 04
non avea pianto mai che di sospiri 026 INFERNO 04
che l'aura etterna facevan tremare; 027 INFERNO 04
che spiriti son questi che tu vedi? 032 INFERNO 04
che spiriti son questi che tu vedi? 032 INFERNO 04
Or vo' che sappi, innanzi che più andi, 033 INFERNO 04
Or vo' che sappi, innanzi che più andi, 033 INFERNO 04
ch'è porta de la fede che tu credi; 036 INFERNO 04
che sanza speme vivemo in disio». 042 INFERNO 04
però che gente di molto valore 044 INFERNO 04
conobbi che 'n quel limbo eran sospesi. 045 INFERNO 04
di quella fede che vince ogne errore: 048 INFERNO 04
o per altrui, che poi fosse beato?». 050 INFERNO 04
E quei che 'ntese il mio parlar coverto, 051 INFERNO 04
E vo' che sappi che, dinanzi ad essi, 062 INFERNO 04
E vo' che sappi che, dinanzi ad essi, 062 INFERNO 04
che dal modo de li altri li diparte?». 075 INFERNO 04
che di lor suona sù ne la tua vita, 077 INFERNO 04
grazïa acquista in ciel che sì li avanza». 078 INFERNO 04
Poi che la voce fu restata e queta, 082 INFERNO 04
che vien dinanzi ai tre sì come sire: 087 INFERNO 04
l'altro è Orazio satiro che vene; 089 INFERNO 04
Però che ciascun meco si convene 091 INFERNO 04
nel nome che sonò la voce sola, 092 INFERNO 04
che sovra li altri com' aquila vola. 096 INFERNO 04
parlando cose che 'l tacere è bello, 104 INFERNO 04
che veder si potien tutti quanti. 117 INFERNO 04
che del vedere in me stesso m'essalto. 120 INFERNO 04
che con Lavina sua figlia sedea. 126 INFERNO 04
Vidi quel Bruto che cacciò Tarquino, 127 INFERNO 04
vidi 'l maestro di color che sanno 131 INFERNO 04
che 'nnanzi a li altri più presso li stanno; 135 INFERNO 04
Democrito che 'l mondo a caso pone, 136 INFERNO 04
Averoìs, che 'l gran comento feo. 144 INFERNO 04
però che sì mi caccia il lungo tema, 146 INFERNO 04
che molte volte al fatto il dir vien meno. 147 INFERNO 04
fuor de la queta, ne l'aura che trema. 150 INFERNO 04
E vegno in parte ove non è che luca. 151 INFERNO 04
giù nel secondo, che men loco cinghia 002 INFERNO 05
e tanto più dolor, che punge a guaio. 003 INFERNO 05
Dico che quando l'anima mal nata 007 INFERNO 05
quantunque gradi vuol che giù sia messa. 012 INFERNO 05
«O tu che vieni al doloroso ospizio», 016 INFERNO 05
ciò che si vuole, e più non dimandare». 024 INFERNO 05
che mugghia come fa mar per tempesta, 029 INFERNO 05
La bufera infernal, che mai non resta, 031 INFERNO 05
che la ragion sommettono al talento. 039 INFERNO 05
non che di posa, ma di minor pena. 045 INFERNO 05
genti che l'aura nera sì gastiga?». 051 INFERNO 05
che libito fé licito in sua legge, 056 INFERNO 05
per tòrre il biasmo in che era condotta. 057 INFERNO 05
che succedette a Nino e fu sua sposa: 059 INFERNO 05
tenne la terra che 'l Soldan corregge. 060 INFERNO 05
L'altra è colei che s'ancise amorosa, 061 INFERNO 05
che con amore al fine combatteo. 066 INFERNO 05
parlerei a quei due che 'nsieme vanno, 074 INFERNO 05
per quello amor che i mena, ed ei verranno». 078 INFERNO 05
che visitando vai per l'aere perso 089 INFERNO 05
noi che tignemmo il mondo di sanguigno, 090 INFERNO 05
Di quel che udire e che parlar vi piace, 094 INFERNO 05
Di quel che udire e che parlar vi piace, 094 INFERNO 05
mentre che 'l vento, come fa, ci tace. 096 INFERNO 05
che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende. 102 INFERNO 05
che, come vedi, ancor non m'abbandona. 105 INFERNO 05
fin che 'l poeta mi disse: «Che pense?». 111 INFERNO 05
fin che 'l poeta mi disse: «Che pense?». 111 INFERNO 05
a che e come concedette amore 119 INFERNO 05
che conosceste i dubbiosi disiri?». 120 INFERNO 05
che ricordarsi del tempo felice 122 INFERNO 05
dirò come colui che piange e dice. 126 INFERNO 05
ma solo un punto fu quel che ci vinse. 132 INFERNO 05
questi, che mai da me non fia diviso, 135 INFERNO 05
Mentre che l'uno spirto questo disse, 139 INFERNO 05
l'altro piangëa; sì che di pietade 140 INFERNO 05
Al tornar de la mente, che si chiuse 001 INFERNO 06
che di trestizia tutto mi confuse, 003 INFERNO 06
e ch'io mi volga, e come che io guati. 006 INFERNO 06
pute la terra che questo riceve. 012 INFERNO 06
sovra la gente che quivi è sommersa. 015 INFERNO 06
non avea membro che tenesse fermo. 024 INFERNO 06
e si racqueta poi che 'l pasto morde, 029 INFERNO 06
de lo demonio Cerbero, che 'ntrona 032 INFERNO 06
Noi passavam su per l'ombre che adona 034 INFERNO 06
sovra lor vanità che par persona. 036 INFERNO 06
«O tu che se' per questo 'nferno tratto», 040 INFERNO 06
E io a lui: «L'angoscia che tu hai 043 INFERNO 06
che non par ch'i' ti vedessi mai. 045 INFERNO 06
Ma dimmi chi tu se' che 'n sì dolente 046 INFERNO 06
che, s'altra è maggio, nulla è sì spiacente». 048 INFERNO 06
d'invidia sì che già trabocca il sacco, 050 INFERNO 06
ma dimmi, se tu sai, a che verranno 060 INFERNO 06
per che l'ha tanta discordia assalita». 063 INFERNO 06
Poi appresso convien che questa caggia 067 INFERNO 06
infra tre soli, e che l'altra sormonti 068 INFERNO 06
con la forza di tal che testé piaggia. 069 INFERNO 06
come che di ciò pianga o che n'aonti. 072 INFERNO 06
come che di ciò pianga o che n'aonti. 072 INFERNO 06
E io a lui: «Ancor vo' che mi 'nsegni 077 INFERNO 06
e che di più parlar mi facci dono. 078 INFERNO 06
Farinata e 'l Tegghiaio, che fuor sì degni, 079 INFERNO 06
che vuol, quanto la cosa è più perfetta, 107 INFERNO 06
Tutto che questa gente maladetta 109 INFERNO 06
di là più che di qua essere aspetta». 111 INFERNO 06
e quel savio gentil, che tutto seppe, 003 INFERNO 07
caggiono avvolte, poi che l'alber fiacca, 014 INFERNO 07
che 'l mal de l'universo tutto insacca. 018 INFERNO 07
che si frange con quella in cui s'intoppa, 023 INFERNO 07
così convien che qui la gente riddi. 024 INFERNO 07
che gente è questa, e se tutti fuor cherci 038 INFERNO 07
che con misura nullo spendio ferci. 042 INFERNO 07
Questi fuor cherci, che non han coperchio 046 INFERNO 07
che furo immondi di cotesti mali». 051 INFERNO 07
la sconoscente vita che i fé sozzi, 053 INFERNO 07
d'i ben che son commessi a la fortuna, 062 INFERNO 07
per che l'umana gente si rabbuffa; 063 INFERNO 07
e che già fu, di quest' anime stanche 065 INFERNO 07
questa fortuna di che tu mi tocche, 068 INFERNO 07
che è, che i ben del mondo ha sì tra branche?». 069 INFERNO 07
che è, che i ben del mondo ha sì tra branche?». 069 INFERNO 07
quanta ignoranza è quella che v'offende! 071 INFERNO 07
Or vo' che tu mia sentenza ne 'mbocche. 072 INFERNO 07
che permutasse a tempo li ben vani 079 INFERNO 07
che è occulto come in erba l'angue. 084 INFERNO 07
pur da color che le dovrien dar lode, 092 INFERNO 07
già ogne stella cade che saliva 098 INFERNO 07
sovr' una fonte che bolle e riversa 101 INFERNO 07
per un fossato che da lei deriva. 102 INFERNO 07
L'acqua era buia assai più che persa; 103 INFERNO 07
E io, che di mirare stava inteso, 109 INFERNO 07
e anche vo' che tu per certo credi 117 INFERNO 07
che sotto l'acqua è gente che sospira, 118 INFERNO 07
che sotto l'acqua è gente che sospira, 118 INFERNO 07
come l'occhio ti dice, u' che s'aggira. 120 INFERNO 07
ne l'aere dolce che dal sol s'allegra, 122 INFERNO 07
che noi fossimo al piè de l'alta torre, 002 INFERNO 08
per due fiammette che i vedemmo porre, 004 INFERNO 08
dissi: «Questo che dice? e che risponde 008 INFERNO 08
dissi: «Questo che dice? e che risponde 008 INFERNO 08
quell' altro foco? e chi son quei che 'l fenno?». 009 INFERNO 08
già scorgere puoi quello che s'aspetta, 011 INFERNO 08
che sì corresse via per l'aere snella, 014 INFERNO 08
che gridava: «Or se' giunta, anima fella!». 018 INFERNO 08
più non ci avrai che sol passando il loto». 021 INFERNO 08
Qual è colui che grande inganno ascolta 022 INFERNO 08
che li sia fatto, e poi se ne rammarca, 023 INFERNO 08
Tosto che 'l duca e io nel legno fui, 028 INFERNO 08
de l'acqua più che non suol con altrui. 030 INFERNO 08
e disse: «Chi se' tu che vieni anzi ora?». 033 INFERNO 08
ma tu chi se', che sì se' fatto brutto?». 035 INFERNO 08
Rispuose: «Vedi che son un che piango». 036 INFERNO 08
Rispuose: «Vedi che son un che piango». 036 INFERNO 08
per che 'l maestro accorto lo sospinse, 041 INFERNO 08
benedetta colei che 'n te s'incinse! 045 INFERNO 08
bontà non è che sua memoria fregi: 047 INFERNO 08
che qui staranno come porci in brago, 050 INFERNO 08
prima che noi uscissimo del lago». 054 INFERNO 08
Ed elli a me: «Avante che la proda 055 INFERNO 08
di tal disïo convien che tu goda». 057 INFERNO 08
che Dio ancor ne lodo e ne ringrazio. 060 INFERNO 08
Quivi il lasciammo, che più non ne narro; 064 INFERNO 08
che vallan quella terra sconsolata: 077 INFERNO 08
le mura mi parean che ferro fosse. 078 INFERNO 08
da ciel piovuti, che stizzosamente 083 INFERNO 08
dicean: «Chi è costui che sanza morte 084 INFERNO 08
che sì ardito intrò per questo regno. 090 INFERNO 08
che li ha' iscorta sì buia contrada». 093 INFERNO 08
«O caro duca mio, che più di sette 097 INFERNO 08
d'alto periglio che 'ncontra mi stette, 099 INFERNO 08
E quel segnor che lì m'avea menato, 103 INFERNO 08
che sì e no nel capo mi tenciona. 111 INFERNO 08
che ciascun dentro a pruova si ricorse. 114 INFERNO 08
nel petto al mio segnor, che fuor rimase 116 INFERNO 08
tal che per lui ne fia la terra aperta». 130 INFERNO 08
Quel color che viltà di fuor mi pinse 001 INFERNO 09
lo cominciar con l'altro che poi venne, 011 INFERNO 09
che fur parole a le prime diverse; 012 INFERNO 09
forse a peggior sentenzia che non tenne. 015 INFERNO 09
che sol per pena ha la speranza cionca?». 018 INFERNO 09
incontra», mi rispuose, «che di noi 020 INFERNO 09
che richiamava l'ombre a' corpi sui. 024 INFERNO 09
e 'l più lontan dal ciel che tutto gira: 029 INFERNO 09
Questa palude che 'l gran puzzo spira 031 INFERNO 09
però che l'occhio m'avea tutto tratto 035 INFERNO 09
che membra feminine avieno e atto, 039 INFERNO 09
E quei, che ben conobbe le meschine 043 INFERNO 09
quella che piange dal destro è Aletto; 047 INFERNO 09
che con le sue ancor non mi chiudessi. 060 INFERNO 09
mirate la dottrina che s'asconde 062 INFERNO 09
non altrimenti fatto che d'un vento 067 INFERNO 09
che fier la selva e sanz' alcun rattento 069 INFERNO 09
l'aperse, che non v'ebbe alcun ritegno. 090 INFERNO 09
e che più volte v'ha cresciuta doglia? 096 INFERNO 09
Che giova ne le fata dar di cozzo? 097 INFERNO 09
che quella di colui che li è davante; 103 INFERNO 09
che quella di colui che li è davante; 103 INFERNO 09
la condizion che tal fortezza serra, 108 INFERNO 09
salvo che 'l modo v'era più amaro; 117 INFERNO 09
che ferro più non chiede verun' arte. 120 INFERNO 09
che ben parean di miseri e d'offesi. 123 INFERNO 09
che, seppellite dentro da quell' arche, 125 INFERNO 09
più che non credi son le tombe carche. 129 INFERNO 09
«O virtù somma, che per li empi giri 004 INFERNO 10
La gente che per li sepolcri giace 007 INFERNO 10
coi corpi che là sù hanno lasciati. 012 INFERNO 10
che l'anima col corpo morta fanno. 015 INFERNO 10
Però a la dimanda che mi faci 016 INFERNO 10
e al disio ancor che tu mi taci». 018 INFERNO 10
«O Tosco che per la città del foco 022 INFERNO 10
Ed el mi disse: «Volgiti! Che fai? 031 INFERNO 10
Vedi là Farinata che s'è dritto: 032 INFERNO 10
che per due fïate li dispersi». 048 INFERNO 10
credo che s'era in ginocchie levata. 054 INFERNO 10
e poi che 'l sospecciar fu tutto spento, 057 INFERNO 10
ciò mi tormenta più che questo letto. 078 INFERNO 10
la faccia de la donna che qui regge, 080 INFERNO 10
che tu saprai quanto quell' arte pesa. 081 INFERNO 10
che fece l'Arbia colorata in rosso, 086 INFERNO 10
colui che la difesi a viso aperto». 093 INFERNO 10
che qui ha 'nviluppata mia sentenza. 096 INFERNO 10
El par che voi veggiate, se ben odo, 097 INFERNO 10
dinanzi quel che 'l tempo seco adduce, 098 INFERNO 10
le cose», disse, «che ne son lontano; 101 INFERNO 10
Però comprender puoi che tutta morta 106 INFERNO 10
che del futuro fia chiusa la porta». 108 INFERNO 10
che 'l suo nato è co' vivi ancor congiunto; 111 INFERNO 10
fate i saper che 'l fei perché pensava 113 INFERNO 10
già ne l'error che m'avete soluto». 114 INFERNO 10
che mi dicesse chi con lu' istava. 117 INFERNO 10
a quel parlar che mi parea nemico. 123 INFERNO 10
che 'nfin là sù facea spiacer suo lezzo. 136 INFERNO 10
che facevan gran pietre rotte in cerchio, 002 INFERNO 11
del puzzo che 'l profondo abisso gitta, 005 INFERNO 11
che dicea: 'Anastasio papa guardo, 008 INFERNO 11
che s'ausi un poco in prima il senso 011 INFERNO 11
dissi lui, «trova che 'l tempo non passi 014 INFERNO 11
di grado in grado, come que' che lassi. 018 INFERNO 11
onde omicide e ciascun che mal fiere, 037 INFERNO 11
giron convien che sanza pro si penta 042 INFERNO 11
può l'omo usare in colui che 'n lui fida 053 INFERNO 11
e in quel che fidanza non imborsa. 054 INFERNO 11
pur lo vinco d'amor che fa natura; 056 INFERNO 11
che fa natura, e quel ch'è poi aggiunto, 062 INFERNO 11
di che la fede spezïal si cria; 063 INFERNO 11
de l'universo in su che Dite siede, 065 INFERNO 11
che mena il vento, e che batte la pioggia, 071 INFERNO 11
che mena il vento, e che batte la pioggia, 071 INFERNO 11
e che s'incontran con sì aspre lingue, 072 INFERNO 11
disse, «lo 'ngegno tuo da quel che sòle? 077 INFERNO 11
le tre disposizion che 'l ciel non vole, 081 INFERNO 11
che sù di fuor sostegnon penitenza, 087 INFERNO 11
«O sol che sani ogne vista turbata, 091 INFERNO 11
che, non men che saver, dubbiar m'aggrata. 093 INFERNO 11
che, non men che saver, dubbiar m'aggrata. 093 INFERNO 11
che l'arte vostra quella, quanto pote, 103 INFERNO 11
che vostr' arte a Dio quasi è nepote. 105 INFERNO 11
Ma seguimi oramai che 'l gir mi piace; 112 INFERNO 11
venimmo, alpestro e, per quel che v'er' anco, 002 INFERNO 12
Qual è quella ruina che nel fianco 004 INFERNO 12
che da cima del monte, onde si mosse, 007 INFERNO 12
che fu concetta ne la falsa vacca; 013 INFERNO 12
tu credi che qui sia 'l duca d'Atene, 017 INFERNO 12
che sù nel mondo la morte ti porse? 018 INFERNO 12
Qual è quel toro che si slaccia in quella 022 INFERNO 12
che gir non sa, ma qua e là saltella, 024 INFERNO 12
mentre ch'e' 'nfuria, è buon che tu ti cale». 027 INFERNO 12
di quelle pietre, che spesso moviensi 029 INFERNO 12
Or vo' che sappi che l'altra fïata 034 INFERNO 12
Or vo' che sappi che l'altra fïata 034 INFERNO 12
che venisse colui che la gran preda 038 INFERNO 12
che venisse colui che la gran preda 038 INFERNO 12
tremò sì, ch'i' pensai che l'universo 041 INFERNO 12
qual che per vïolenza in altrui noccia». 048 INFERNO 12
che sì ci sproni ne la vita corta, 050 INFERNO 12
come quella che tutto 'l piano abbraccia, 053 INFERNO 12
venite voi che scendete la costa? 062 INFERNO 12
che morì per la bella Deianira, 068 INFERNO 12
quell' altro è Folo, che fu sì pien d'ira. 072 INFERNO 12
del sangue più che sua colpa sortille». 075 INFERNO 12
che quel di retro move ciò ch'el tocca? 081 INFERNO 12
E 'l mio buon duca, che già li er' al petto, 083 INFERNO 12
che mi commise quest' officio novo: 089 INFERNO 12
e che ne mostri là dove si guada, 094 INFERNO 12
e che porti costui in su la groppa, 095 INFERNO 12
ché non è spirto che per l'aere vada». 096 INFERNO 12
che dier nel sangue e ne l'aver di piglio. 105 INFERNO 12
che fé Cicilia aver dolorosi anni. 108 INFERNO 12
sovr' una gente che 'nfino a la gola 116 INFERNO 12
parea che di quel bulicame uscisse. 117 INFERNO 12
lo cor che 'n su Tamisi ancor si cola». 120 INFERNO 12
Poi vidi gente che di fuor del rio 121 INFERNO 12
quel sangue, sì che cocea pur li piedi; 125 INFERNO 12
lo bulicame che sempre si scema», 128 INFERNO 12
disse 'l centauro, «voglio che tu credi 129 INFERNO 12
che da quest' altra a più a più giù prema 130 INFERNO 12
ove la tirannia convien che gema. 132 INFERNO 12
quell' Attila che fu flagello in terra, 134 INFERNO 12
le lagrime, che col bollor diserra, 136 INFERNO 12
che fecero a le strade tanta guerra». 138 INFERNO 12
che da neun sentiero era segnato. 003 INFERNO 13
quelle fiere selvagge che 'n odio hanno 008 INFERNO 13
che cacciar de le Strofade i Troiani 011 INFERNO 13
E 'l buon maestro «Prima che più entre, 016 INFERNO 13
sappi che se' nel secondo girone», 017 INFERNO 13
che tu verrai ne l'orribil sabbione. 019 INFERNO 13
cose che torrien fede al mio sermone». 021 INFERNO 13
e non vedea persona che 'l facesse; 023 INFERNO 13
che tante voci uscisser, tra quei bronchi, 026 INFERNO 13
da gente che per noi si nascondesse. 027 INFERNO 13
Da che fatto fu poi di sangue bruno, 034 INFERNO 13
da l'un de' capi, che da l'altro geme 041 INFERNO 13
e cigola per vento che va via, 042 INFERNO 13
cadere, e stetti come l'uom che teme. 045 INFERNO 13
Ma dilli chi tu fosti, sì che 'n vece 052 INFERNO 13
Io son colui che tenni ambo le chiavi 058 INFERNO 13
del cor di Federigo, e che le volsi, 059 INFERNO 13
che dal secreto suo quasi ogn' uom tolsi; 061 INFERNO 13
La meretrice che mai da l'ospizio 064 INFERNO 13
che ' lieti onor tornaro in tristi lutti. 069 INFERNO 13
vi giuro che già mai non ruppi fede 074 INFERNO 13
al mio segnor, che fu d'onor sì degno. 075 INFERNO 13
conforti la memoria mia, che giace 077 INFERNO 13
ancor del colpo che 'nvidia le diede». 078 INFERNO 13
di quel che credi ch'a me satisfaccia; 083 INFERNO 13
liberamente ciò che 'l tuo dir priega, 086 INFERNO 13
similemente a colui che venire 112 INFERNO 13
che de la selva rompieno ogne rosta. 117 INFERNO 13
E poi che forse li fallia la lena, 122 INFERNO 13
In quel che s'appiattò miser li denti, 127 INFERNO 13
e menommi al cespuglio che piangea 131 INFERNO 13
che t'è giovato di me fare schermo? 134 INFERNO 13
che colpa ho io de la tua vita rea?». 135 INFERNO 13
disse: «Chi fosti, che per tante punte 137 INFERNO 13
Ed elli a noi: «O anime che giunte 139 INFERNO 13
I' fui de la città che nel Batista 143 INFERNO 13
e se non fosse che 'n sul passo d'Arno 146 INFERNO 13
que' cittadin che poi la rifondarno 148 INFERNO 13
sovra 'l cener che d'Attila rimase, 149 INFERNO 13
Poi che la carità del natio loco 001 INFERNO 14
dico che arrivammo ad una landa 008 INFERNO 14
che dal suo letto ogne pianta rimove. 009 INFERNO 14
non d'altra foggia fatta che colei 014 INFERNO 14
che fu da' piè di Caton già soppressa. 015 INFERNO 14
esser temuta da ciascun che legge 017 INFERNO 14
ciò che fu manifesto a li occhi mei! 018 INFERNO 14
che piangean tutte assai miseramente, 020 INFERNO 14
Quella che giva 'ntorno era più molta, 025 INFERNO 14
e quella men che giacëa al tormento, 026 INFERNO 14
con le sue schiere, acciò che lo vapore 035 INFERNO 14
I' cominciai: «Maestro, tu che vinci 043 INFERNO 14
tutte le cose, fuor che ' demon duri 044 INFERNO 14
chi è quel grande che non par che curi 046 INFERNO 14
chi è quel grande che non par che curi 046 INFERNO 14
che la pioggia non par che 'l marturi?». 048 INFERNO 14
sì che la pioggia non par che 'l marturi?». 048 INFERNO 14
E quel medesmo, che si fu accorto 049 INFERNO 14
«O Capaneo, in ciò che non s'ammorza 063 INFERNO 14
nullo martiro, fuor che la tua rabbia, 065 INFERNO 14
Dio in disdegno, e poco par che 'l pregi; 070 INFERNO 14
Or mi vien dietro, e guarda che non metti, 073 INFERNO 14
che parton poi tra lor le peccatrici, 080 INFERNO 14
per ch'io m'accorsi che 'l passo era lici. 084 INFERNO 14
poscia che noi intrammo per la porta 086 INFERNO 14
che sovra sé tutte fiammelle ammorta». 090 INFERNO 14
per ch'io 'l pregai che mi largisse 'l pasto 092 INFERNO 14
diss' elli allora, «che s'appella Creta, 095 INFERNO 14
Una montagna v'è che già fu lieta 097 INFERNO 14
d'acqua e di fronde, che si chiamò Ida; 098 INFERNO 14
che tien volte le spalle inver' Dammiata 104 INFERNO 14
salvo che 'l destro piede è terra cotta; 110 INFERNO 14
e sta 'n su quel, più che 'n su l'altro, eretto. 111 INFERNO 14
Ciascuna parte, fuor che l'oro, è rotta 112 INFERNO 14
d'una fessura che lagrime goccia, 113 INFERNO 14
Ed elli a me: «Tu sai che 'l loco è tondo; 124 INFERNO 14
e tutto che tu sie venuto molto, 125 INFERNO 14
per che, se cosa n'apparisce nova, 128 INFERNO 14
e l'altro di' che si fa d'esta piova». 132 INFERNO 14
dovea ben solver l'una che tu faci. 135 INFERNO 14
dal bosco; fa che di retro a me vegne: 140 INFERNO 14
li margini fan via, che non son arsi, 141 INFERNO 14
che dal foco salva l'acqua e li argini. 003 INFERNO 15
temendo 'l fiotto che 'nver' lor s'avventa, 005 INFERNO 15
anzi che Carentana il caldo senta: 009 INFERNO 15
tutto che né sì alti né sì grossi, 011 INFERNO 15
qual che si fosse, lo maestro félli. 012 INFERNO 15
che venian lungo l'argine, e ciascuna 017 INFERNO 15
fui conosciuto da un, che mi prese 023 INFERNO 15
che 'l viso abbrusciato non difese 027 INFERNO 15
e se volete che con voi m'asseggia, 035 INFERNO 15
faròl, se piace a costui che vo seco». 036 INFERNO 15
che va piangendo i suoi etterni danni». 042 INFERNO 15
tenea com' uom che reverente vada. 045 INFERNO 15
e chi è questi che mostra 'l cammino?». 048 INFERNO 15
avanti che l'età mia fosse piena. 051 INFERNO 15
che discese di Fiesole ab antico, 062 INFERNO 15
dai lor costumi fa che tu ti forbi. 069 INFERNO 15
che l'una parte e l'altra avranno fame 071 INFERNO 15
di que' Roman che vi rimaser quando 077 INFERNO 15
convien che ne la mia lingua si scerna. 087 INFERNO 15
Ciò che narrate di mio corso scrivo, 088 INFERNO 15
a donna che saprà, s'a lei arrivo. 090 INFERNO 15
Tanto vogl' io che vi sia manifesto, 091 INFERNO 15
pur che mia coscïenza non mi garra, 092 INFERNO 15
In somma sappi che tutti fur cherci 106 INFERNO 15
colui potei che dal servo de' servi 112 INFERNO 15
che corrono a Verona il drappo verde 122 INFERNO 15
quelli che vince, non colui che perde. 124 INFERNO 15
quelli che vince, non colui che perde. 124 INFERNO 15
de l'acqua che cadea ne l'altro giro, 002 INFERNO 16
simile a quel che l'arnie fanno rombo, 003 INFERNO 16
correndo, d'una torma che passava 005 INFERNO 16
Ahimè, che piaghe vidi ne' lor membri, 010 INFERNO 16
E se non fosse il foco che saetta 016 INFERNO 16
che meglio stesse a te che a lor la fretta». 018 INFERNO 16
che meglio stesse a te che a lor la fretta». 018 INFERNO 16
prima che sien tra lor battuti e punti, 024 INFERNO 16
drizzava a me, sì che 'n contraro il collo 026 INFERNO 16
a dirne chi tu se', che i vivi piedi 032 INFERNO 16
tutto che nudo e dipelato vada, 035 INFERNO 16
fu di grado maggior che tu non credi: 036 INFERNO 16
E io, che posto son con loro in croce, 043 INFERNO 16
e credo che 'l dottor l'avria sofferto; 048 INFERNO 16
che di loro abbracciar mi facea ghiotto. 051 INFERNO 16
tanta che tardi tutta si dispoglia, 054 INFERNO 16
tosto che questo mio segnor mi disse 055 INFERNO 16
che qual voi siete, tal gente venisse. 057 INFERNO 16
Fiorenza, in te, sì che tu già ten piagni». 075 INFERNO 16
e i tre, che ciò inteser per risposta, 077 INFERNO 16
fa che di noi a la gente favelle». 085 INFERNO 16
che 'l suon de l'acqua n'era sì vicino, 092 INFERNO 16
che per parlar saremmo a pena uditi. 093 INFERNO 16
che si chiama Acquacheta suso, avante 097 INFERNO 16
che si divalli giù nel basso letto, 098 INFERNO 16
che 'n poc' ora avria l'orecchia offesa. 105 INFERNO 16
'E' pur convien che novità risponda', 115 INFERNO 16
che 'l maestro con l'occhio sì seconda'. 117 INFERNO 16
presso a color che non veggion pur l'ovra, 119 INFERNO 16
ciò ch'io attendo e che il tuo pensier sogna; 122 INFERNO 16
però che sanza colpa fa vergogna; 126 INFERNO 16
sì come torna colui che va giuso 133 INFERNO 16
o scoglio o altro che nel mare è chiuso, 135 INFERNO 16
che 'n sù si stende e da piè si rattrappa. 136 INFERNO 16
che passa i monti e rompe i muri e l'armi! 002 INFERNO 17
Ecco colei che tutto 'l mondo appuzza!». 003 INFERNO 17
e accennolle che venisse a proda, 005 INFERNO 17
che parte sono in acqua e parte in terra, 020 INFERNO 17
Lo duca disse: «Or convien che si torca 028 INFERNO 17
bestia malvagia che colà si corca». 030 INFERNO 17
Quivi 'l maestro «Acciò che tutta piena 037 INFERNO 17
mentre che torni, parlerò con questa, 041 INFERNO 17
che ne conceda i suoi omeri forti». 042 INFERNO 17
Poi che nel viso a certi li occhi porsi, 052 INFERNO 17
che dal collo a ciascun pendea una tasca 055 INFERNO 17
e quindi par che 'l loro occhio si pasca. 057 INFERNO 17
che d'un leone avea faccia e contegno. 060 INFERNO 17
mostrando un'oca bianca più che burro. 063 INFERNO 17
E un che d'una scrofa azzurra e grossa 064 INFERNO 17
mi disse: «Che fai tu in questa fossa? 066 INFERNO 17
sappi che 'l mio vicin Vitalïano 068 INFERNO 17
che recherà la tasca con tre becchi!"». 073 INFERNO 17
la lingua, come bue che 'l naso lecchi. 075 INFERNO 17
lui che di poco star m'avea 'mmonito, 077 INFERNO 17
che la coda non possa far male». 084 INFERNO 17
Qual è colui che sì presso ha 'l riprezzo 085 INFERNO 17
che innanzi a buon segnor fa servo forte. 090 INFERNO 17
com' io credetti: 'Fa che tu m'abbracce'. 093 INFERNO 17
pensa la nova soma che tu hai». 099 INFERNO 17
Maggior paura non credo che fosse 106 INFERNO 17
per che 'l ciel, come pare ancor, si cosse; 108 INFERNO 17
che fu la mia, quando vidi ch'i' era 112 INFERNO 17
ogne veduta fuor che de la fera. 114 INFERNO 17
se non che al viso e di sotto mi venta. 117 INFERNO 17
per che con li occhi 'n giù la testa sporgo. 120 INFERNO 17
che s'appressavan da diversi canti. 126 INFERNO 17
che sanza veder logoro o uccello 128 INFERNO 17
come la cerchia che dintorno il volge. 003 INFERNO 18
Quel cinghio che rimane adunque è tondo 007 INFERNO 18
movien che ricidien li argini e ' fossi 017 INFERNO 18
infino al pozzo che i tronca e raccogli. 018 INFERNO 18
di che la prima bolgia era repleta. 024 INFERNO 18
che da l'un lato tutti hanno la fronte 031 INFERNO 18
che li battien crudelmente di retro. 036 INFERNO 18
ch'io dissi: «O tu che l'occhio a terra gette, 048 INFERNO 18
se le fazion che porti non son false, 049 INFERNO 18
Ma che ti mena a sì pungenti salse?». 051 INFERNO 18
che mi fa sovvenir del mondo antico. 054 INFERNO 18
I' fui colui che la Ghisolabella 055 INFERNO 18
come che suoni la sconcia novella. 057 INFERNO 18
che tante lingue non son ora apprese 060 INFERNO 18
lo duca disse: «Attienti, e fa che feggia 075 INFERNO 18
però che son con noi insieme andati». 078 INFERNO 18
che venìa verso noi da l'altra banda, 080 INFERNO 18
e che la ferza similmente scaccia. 081 INFERNO 18
mi disse: «Guarda quel grande che vene, 083 INFERNO 18
Quelli è Iasón, che per cuore e per senno 086 INFERNO 18
poi che l'ardite femmine spietate 089 INFERNO 18
che prima avea tutte l'altre ingannate. 093 INFERNO 18
sapere e di color che 'n sé assanna». 099 INFERNO 18
Quindi sentimmo gente che si nicchia 103 INFERNO 18
ne l'altra bolgia e che col muso scuffa, 104 INFERNO 18
per l'alito di giù che vi s'appasta, 107 INFERNO 18
che con li occhi e col naso facea zuffa. 108 INFERNO 18
Lo fondo è cupo sì, che non ci basta 109 INFERNO 18
che da li uman privadi parea mosso. 114 INFERNO 18
che non parëa s'era laico o cherco. 117 INFERNO 18
di riguardar più me che li altri brutti?». 119 INFERNO 18
però t'adocchio più che li altri tutti». 123 INFERNO 18
Appresso ciò lo duca «Fa che pinghe», 127 INFERNO 18
che la faccia ben con l'occhio attinghe 129 INFERNO 18
che là si graffia con l'unghie merdose, 131 INFERNO 18
Taïde è, la puttana che rispuose 133 INFERNO 18
che le cose di Dio, che di bontate 002 INFERNO 19
che le cose di Dio, che di bontate 002 INFERNO 19
or convien che per voi suoni la tromba, 005 INFERNO 19
però che ne la terza bolgia state. 006 INFERNO 19
che mostri in cielo, in terra e nel mal mondo, 011 INFERNO 19
che que' che son nel mio bel San Giovanni, 017 INFERNO 19
che que' che son nel mio bel San Giovanni, 017 INFERNO 19
rupp' io per un che dentro v'annegava: 020 INFERNO 19
per che sì forte guizzavan le giunte, 026 INFERNO 19
che spezzate averien ritorte e strambe. 027 INFERNO 19
«Chi è colui, maestro, che si cruccia 031 INFERNO 19
guizzando più che li altri suoi consorti», 032 INFERNO 19
là giù per quella ripa che più giace, 035 INFERNO 19
dal tuo volere, e sai quel che si tace». 039 INFERNO 19
di quel che si piangeva con la zanca. 045 INFERNO 19
«O qual che se' che 'l di sù tien di sotto, 046 INFERNO 19
«O qual che se' che 'l di sù tien di sotto, 046 INFERNO 19
Io stava come 'l frate che confessa 049 INFERNO 19
lo perfido assessin, che, poi ch'è fitto, 050 INFERNO 19
richiama lui per che la morte cessa. 051 INFERNO 19
Tal mi fec' io, quai son color che stanno, 058 INFERNO 19
"Non son colui, non son colui che credi"»; 062 INFERNO 19
Per che lo spirto tutti storse i piedi; 064 INFERNO 19
mi disse: «Dunque che a me richiedi? 066 INFERNO 19
che tu abbi però la ripa corsa, 068 INFERNO 19
che sù l'avere e qui me misi in borsa. 072 INFERNO 19
che precedetter me simoneggiando, 074 INFERNO 19
verrà colui ch'i' credea che tu fossi, 077 INFERNO 19
Ma più è 'l tempo già che i piè mi cossi 079 INFERNO 19
tal che convien che lui e me ricuopra. 084 INFERNO 19
tal che convien che lui e me ricuopra. 084 INFERNO 19
al loco che perdé l'anima ria. 096 INFERNO 19
che tu tenesti ne la vita lieta, 102 INFERNO 19
quando colei che siede sopra l'acque 107 INFERNO 19
quella che con le sette teste nacque, 109 INFERNO 19
fin che virtute al suo marito piacque. 111 INFERNO 19
e che altro è da voi a l'idolatre, 113 INFERNO 19
che da te prese il primo ricco patre!». 117 INFERNO 19
o ira o coscïenza che 'l mordesse, 119 INFERNO 19
e poi che tutto su mi s'ebbe al petto, 125 INFERNO 19
che dal quarto al quinto argine è tragetto. 129 INFERNO 19
che sarebbe a le capre duro varco. 132 INFERNO 19
che si bagnava d'angoscioso pianto; 006 INFERNO 20
che fanno le letane in questo mondo. 009 INFERNO 20
ma io nol vidi, né credo che sia. 018 INFERNO 20
vidi sì torta, che 'l pianto de li occhi 023 INFERNO 20
del duro scoglio, sì che la mia scorta 026 INFERNO 20
chi è più scellerato che colui 029 INFERNO 20
che al giudicio divin passion comporta? 030 INFERNO 20
fino a Minòs che ciascheduno afferra. 036 INFERNO 20
Vedi Tiresia, che mutò sembiante 040 INFERNO 20
che rïavesse le maschili penne. 045 INFERNO 20
che ne' monti di Luni, dove ronca 047 INFERNO 20
lo Carrarese che di sotto alberga, 048 INFERNO 20
E quella che ricuopre le mammelle, 052 INFERNO 20
che tu non vedi, con le trecce sciolte, 053 INFERNO 20
Manto fu, che cercò per terre molte; 055 INFERNO 20
onde un poco mi piace che m'ascolte. 057 INFERNO 20
Poscia che 'l padre suo di vita uscìo 058 INFERNO 20
a piè de l'Alpe che serra Lamagna 062 INFERNO 20
de l'acqua che nel detto laco stagna. 066 INFERNO 20
Ivi convien che tutto quanto caschi 073 INFERNO 20
ciò che 'n grembo a Benaco star non può, 074 INFERNO 20
Tosto che l'acqua a correr mette co, 076 INFERNO 20
Li uomini poi che 'ntorno erano sparti 088 INFERNO 20
e per colei che 'l loco prima elesse, 092 INFERNO 20
prima che la mattia da Casalodi 095 INFERNO 20
Però t'assenno che, se tu mai odi 097 INFERNO 20
che li altri mi sarien carboni spenti. 102 INFERNO 20
Ma dimmi, de la gente che procede, 103 INFERNO 20
Allor mi disse: «Quel che da la gota 106 INFERNO 20
ben lo sai tu che la sai tutta quanta. 114 INFERNO 20
Quell' altro che ne' fianchi è così poco, 115 INFERNO 20
Michele Scotto fu, che veramente 116 INFERNO 20
Vedi le triste che lasciaron l'ago, 121 INFERNO 20
che la mia comedìa cantar non cura, 002 INFERNO 21
le coste a quel che più vïaggi fece; 012 INFERNO 21
che 'nviscava la ripa d'ogne parte. 018 INFERNO 21
mai che le bolle che 'l bollor levava, 020 INFERNO 21
mai che le bolle che 'l bollor levava, 020 INFERNO 21
di veder quel che li convien fuggire 026 INFERNO 21
che, per veder, non indugia 'l partire: 028 INFERNO 21
a quella terra, che n'è ben fornita: 040 INFERNO 21
ogn' uom v'è barattier, fuor che Bonturo; 041 INFERNO 21
ma i demon che del ponte avean coperchio, 047 INFERNO 21
qui si nuota altrimenti che nel Serchio! 049 INFERNO 21
disser: «Coverto convien che qui balli, 053 INFERNO 21
che, se puoi, nascosamente accaffi». 054 INFERNO 21
Lo buon maestro «Acciò che non si paia 058 INFERNO 21
che tu ci sia», mi disse, «giù t'acquatta 059 INFERNO 21
e per nulla offension che mi sia fatta, 061 INFERNO 21
che di sùbito chiede ove s'arresta, 069 INFERNO 21
Innanzi che l'uncin vostro mi pigli, 073 INFERNO 21
traggasi avante l'un di voi che m'oda, 074 INFERNO 21
e venne a lui dicendo: «Che li approda?». 078 INFERNO 21
E 'l duca mio a me: «O tu che siedi 088 INFERNO 21
Ei chinavan li raffi e «Vuo' che 'l tocchi», 100 INFERNO 21
E rispondien: «Sì, fa che gliel' accocchi». 102 INFERNO 21
Ma quel demonio che tenea sermone 103 INFERNO 21
iscoglio non si può, però che giace 107 INFERNO 21
presso è un altro scoglio che via face. 111 INFERNO 21
Ier, più oltre cinqu' ore che quest' otta, 112 INFERNO 21
anni compié che qui la via fu rotta. 114 INFERNO 21
gite con lor, che non saranno rei». 117 INFERNO 21
che tutto intero va sovra le tane». 126 INFERNO 21
«Omè, maestro, che è quel ch'i' veggio?», 127 INFERNO 21
Ed elli a me: «Non vo' che tu paventi; 133 INFERNO 21
che s'argomentin di campar lor legno, 021 INFERNO 22
e nascondea in men che non balena. 024 INFERNO 22
che celano i piedi e l'altro grosso, 027 INFERNO 22
e Graffiacan, che li era più di contra, 034 INFERNO 22
e trassel sù, che mi parve una lontra. 036 INFERNO 22
«O Rubicante, fa che tu li metti 040 INFERNO 22
li unghioni a dosso, sì che tu lo scuoi!», 041 INFERNO 22
che tu sappi chi è lo sciagurato 044 INFERNO 22
che m'avea generato d'un ribaldo, 050 INFERNO 22
conosci tu alcun che sia latino 065 INFERNO 22
poco è, da un che fu di là vicino. 067 INFERNO 22
che, stracciando, ne portò un lacerto. 072 INFERNO 22
di' che facesti per venire a proda?». 080 INFERNO 22
e fé sì lor, che ciascun se ne loda. 084 INFERNO 22
Omè, vedete l'altro che digrigna; 091 INFERNO 22
che stralunava li occhi per fedire, 095 INFERNO 22
di fare allor che fori alcun si mette». 105 INFERNO 22
O tu che leggi, udirai nuovo ludo: 118 INFERNO 22
Di che ciascun di colpa fu compunto, 124 INFERNO 22
ma quei più che cagion fu del difetto; 125 INFERNO 22
che quei campasse per aver la zuffa; 135 INFERNO 22
che l'un con l'altro fa, se ben s'accoppia 008 INFERNO 23
che la prima paura mi fé doppia. 012 INFERNO 23
sì fatta, ch'assai credo che lor nòi. 015 INFERNO 23
che 'l cane a quella lievre ch'elli acceffa'. 018 INFERNO 23
io li 'magino sì, che già li sento». 024 INFERNO 23
più tosto a me, che quella dentro 'mpetro. 027 INFERNO 23
che d'intrambi un sol consiglio fei. 030 INFERNO 23
S'elli è che sì la destra costa giaccia, 031 INFERNO 23
che noi possiam ne l'altra bolgia scendere, 032 INFERNO 23
che prende il figlio e fugge e non s'arresta, 040 INFERNO 23
avendo più di lui che di sé cura, 041 INFERNO 23
tanto che solo una camiscia vesta; 042 INFERNO 23
che l'un de' lati a l'altra bolgia tura. 045 INFERNO 23
ché l'alta provedenza che lor volle 055 INFERNO 23
che giva intorno assai con lenti passi, 059 INFERNO 23
che in Clugnì per li monaci fassi. 063 INFERNO 23
che Federigo le mettea di paglia. 066 INFERNO 23
venìa sì pian, che noi eravam nuovi 071 INFERNO 23
Per ch'io al duca mio: «Fa che tu trovi 073 INFERNO 23
E un che 'ntese la parola tosca, 076 INFERNO 23
voi che correte sì per l'aura fosca! 078 INFERNO 23
Forse ch'avrai da me quel che tu chiedi». 079 INFERNO 23
e che pena è in voi che sì sfavilla?». 099 INFERNO 23
e che pena è in voi che sì sfavilla?». 099 INFERNO 23
son di piombo sì grosse, che li pesi 101 INFERNO 23
mi disse: «Quel confitto che tu miri, 115 INFERNO 23
consigliò i Farisei che convenia 116 INFERNO 23
che fu per li Giudei mala sementa». 123 INFERNO 23
che vegnan d'esto fondo a dipartirci». 132 INFERNO 23
Rispuose adunque: «Più che tu non speri 133 INFERNO 23
s'appressa un sasso che da la gran cerchia 134 INFERNO 23
salvo che 'n questo è rotto e nol coperchia; 136 INFERNO 23
che giace in costa e nel fondo soperchia». 138 INFERNO 23
colui che i peccator di qua uncina». 141 INFERNO 23
che 'l sole i crin sotto l'Aquario tempra 002 INFERNO 24
come 'l tapin che non sa che si faccia; 011 INFERNO 24
come 'l tapin che non sa che si faccia; 011 INFERNO 24
che sempre par che 'nnanzi si proveggia, 026 INFERNO 24
che sempre par che 'nnanzi si proveggia, 026 INFERNO 24
E se non fosse che da quel precinto 034 INFERNO 24
più che da l'altro era la costa corta, 035 INFERNO 24
che l'una costa surge e l'altra scende; 040 INFERNO 24
«Omai convien che tu così ti spoltre», 046 INFERNO 24
con l'animo che vince ogne battaglia, 053 INFERNO 24
Più lunga scala convien che si saglia; 055 INFERNO 24
Se tu mi 'ntendi, or fa sì che ti vaglia». 057 INFERNO 24
ed erto più assai che quel di pria. 063 INFERNO 24
Non so che disse, ancor che sovra 'l dosso 067 INFERNO 24
Non so che disse, ancor che sovra 'l dosso 067 INFERNO 24
fossi de l'arco già che varca quivi; 068 INFERNO 24
per ch'io: «Maestro, fa che tu arrivi 072 INFERNO 24
che la memoria il sangue ancor mi scipa. 084 INFERNO 24
né con ciò che di sopra al Mar Rosso èe. 090 INFERNO 24
s'avventò un serpente che 'l trafisse 098 INFERNO 24
convenne che cascando divenisse; 102 INFERNO 24
e poi che fu a terra sì distrutto, 103 INFERNO 24
che la fenice more e poi rinasce, 107 INFERNO 24
E qual è quel che cade, e non sa como, 112 INFERNO 24
o d'altra oppilazion che lega l'omo, 114 INFERNO 24
quando si leva, che 'ntorno si mira 115 INFERNO 24
che cotai colpi per vendetta croscia! 120 INFERNO 24
E ïo al duca: «Dilli che non mucci, 127 INFERNO 24
e domanda che colpa qua giù 'l pinse; 128 INFERNO 24
E 'l peccator, che 'ntese, non s'infinse, 130 INFERNO 24
poi disse: «Più mi duol che tu m'hai colto 133 INFERNO 24
che quando fui de l'altra vita tolto. 135 INFERNO 24
Io non posso negar quel che tu chiedi; 136 INFERNO 24
come dicesse 'Non vo' che più diche'; 006 INFERNO 25
che non potea con esse dare un crollo. 009 INFERNO 25
d'incenerarti sì che più non duri, 011 INFERNO 25
poi che 'n mal fare il seme tuo avanzi? 012 INFERNO 25
non quel che cadde a Tebe giù da' muri. 015 INFERNO 25
El si fuggì che non parlò più verbo; 016 INFERNO 25
Maremma non cred' io che tante n'abbia, 019 INFERNO 25
che, sotto 'l sasso di monte Aventino, 026 INFERNO 25
per lo furto che frodolente fece 029 INFERNO 25
sotto la mazza d'Ercule, che forse 032 INFERNO 25
Mentre che sì parlava, ed el trascorse, 034 INFERNO 25
per che nostra novella si ristette, 038 INFERNO 25
che l'un nomar un altro convenette, 042 INFERNO 25
per ch'io, acciò che 'l duca stesse attento, 044 INFERNO 25
ché io che 'l vidi, a pena il mi consento. 048 INFERNO 25
che non è nero ancora e 'l bianco more. 066 INFERNO 25
Vedi che già non se' né due né uno». 069 INFERNO 25
divenner membra che non fuor mai viste. 075 INFERNO 25
che 'l serpente la coda in forca fesse, 104 INFERNO 25
s'appiccar sì, che 'n poco la giuntura 107 INFERNO 25
non facea segno alcun che si paresse. 108 INFERNO 25
che si perdeva là, e la sua pelle 110 INFERNO 25
diventaron lo membro che l'uom cela, 116 INFERNO 25
Mentre che 'l fummo l'uno e l'altro vela 118 INFERNO 25
ciò che non corse in dietro e si ritenne 127 INFERNO 25
Quel che giacëa, il muso innanzi caccia, 130 INFERNO 25
e disse a l'altro: «I' vo' che Buoso corra, 140 INFERNO 25
E avvegna che li occhi miei confusi 145 INFERNO 25
ed era quel che sol, di tre compagni 149 INFERNO 25
che venner prima, non era mutato; 150 INFERNO 25
l'altr' era quel che tu, Gaville, piagni. 151 INFERNO 25
Godi, Fiorenza, poi che se' sì grande 001 INFERNO 26
che per mare e per terra batti l'ali, 002 INFERNO 26
di quel che Prato, non ch'altri, t'agogna. 009 INFERNO 26
Così foss' ei, da che pur esser dee! 011 INFERNO 26
che n'avea fatto iborni a scender pria, 014 INFERNO 26
perché non corra che virtù nol guidi; 022 INFERNO 26
che, se stella bona o miglior cosa 023 INFERNO 26
nel tempo che colui che 'l mondo schiara 026 INFERNO 26
nel tempo che colui che 'l mondo schiara 026 INFERNO 26
tosto che fui là 've 'l fondo parea. 033 INFERNO 26
E qual colui che si vengiò con li orsi 034 INFERNO 26
che nol potea sì con li occhi seguire, 037 INFERNO 26
ch'el vedesse altro che la fiamma sola, 038 INFERNO 26
che s'io non avessi un ronchion preso, 044 INFERNO 26
E 'l duca che mi vide tanto atteso, 046 INFERNO 26
che così fosse, e già voleva dirti: 051 INFERNO 26
chi è 'n quel foco che vien sì diviso 052 INFERNO 26
di sopra, che par surger de la pira 053 INFERNO 26
l'agguato del caval che fé la porta 059 INFERNO 26
Piangevisi entro l'arte per che, morta, 061 INFERNO 26
e ripriego, che 'l priego vaglia mille, 066 INFERNO 26
che non mi facci de l'attender niego 067 INFERNO 26
fin che la fiamma cornuta qua vegna; 068 INFERNO 26
vedi che del disio ver' lei mi piego!». 069 INFERNO 26
ma fa che la tua lingua si sostegna. 072 INFERNO 26
ciò che tu vuoi; ch'ei sarebbero schivi, 074 INFERNO 26
Poi che la fiamma fu venuta quivi 076 INFERNO 26
«O voi che siete due dentro ad un foco, 079 INFERNO 26
come fosse la lingua che parlasse, 089 INFERNO 26
mi diparti' da Circe, che sottrasse 091 INFERNO 26
prima che sì Enëa la nomasse, 093 INFERNO 26
e l'altre che quel mare intorno bagna. 105 INFERNO 26
acciò che l'uom più oltre non si metta; 109 INFERNO 26
"O frati", dissi "che per cento milia 112 INFERNO 26
che a pena poscia li avrei ritenuti; 123 INFERNO 26
che non surgëa fuor del marin suolo. 129 INFERNO 26
poi che 'ntrati eravam ne l'alto passo, 132 INFERNO 26
infin che 'l mar fu sovra noi richiuso». 142 INFERNO 26
quand' un'altra, che dietro a lei venìa, 004 INFERNO 27
per un confuso suon che fuor n'uscia. 006 INFERNO 27
Come 'l bue cicilian che mugghiò prima 007 INFERNO 27
che l'avea temperato con sua lima, 009 INFERNO 27
che, con tutto che fosse di rame, 011 INFERNO 27
sì che, con tutto che fosse di rame, 011 INFERNO 27
che dato avea la lingua in lor passaggio, 018 INFERNO 27
la voce e che parlavi mo lombardo, 020 INFERNO 27
vedi che non incresce a me, e ardo! 024 INFERNO 27
e 'l giogo di che Tever si diserra». 030 INFERNO 27
«O anima che se' là giù nascosta, 036 INFERNO 27
che Cervia ricuopre co' suoi vanni. 042 INFERNO 27
La terra che fé già la lunga prova 043 INFERNO 27
che fecer di Montagna il mal governo, 047 INFERNO 27
che muta parte da la state al verno. 051 INFERNO 27
Ora chi se', ti priego che ne conte; 055 INFERNO 27
Poscia che 'l foco alquanto ebbe rugghiato 058 INFERNO 27
«S'i' credesse che mia risposta fosse 061 INFERNO 27
a persona che mai tornasse al mondo, 062 INFERNO 27
ma però che già mai di questo fondo 064 INFERNO 27
che mi rimise ne le prime colpe; 071 INFERNO 27
e come e quare, voglio che m'intenda. 072 INFERNO 27
che la madre mi diè, l'opere mie 074 INFERNO 27
ciò che pria mi piacëa, allor m'increbbe, 082 INFERNO 27
che solea fare i suoi cinti più macri. 093 INFERNO 27
che 'l mio antecessor non ebbe care". 105 INFERNO 27
e dissi: "Padre, da che tu mi lavi 108 INFERNO 27
per la contradizion che nol consente". 120 INFERNO 27
e poi che per gran rabbia la si morse, 126 INFERNO 27
che cuopre 'l fosso in che si paga il fio 135 INFERNO 27
che cuopre 'l fosso in che si paga il fio 135 INFERNO 27
a quei che scommettendo acquistan carco. 136 INFERNO 27
che già, in su la fortunata terra 008 INFERNO 28
che de l'anella fé sì alte spoglie, 011 INFERNO 28
come Livïo scrive, che non erra, 012 INFERNO 28
con quella che sentio di colpi doglie 013 INFERNO 28
che merda fa di quel che si trangugia. 027 INFERNO 28
che merda fa di quel che si trangugia. 027 INFERNO 28
Mentre che tutto in lui veder m'attacco, 028 INFERNO 28
E tutti li altri che tu vedi qui, 034 INFERNO 28
Un diavolo è qua dietro che n'accisma 037 INFERNO 28
però che le ferite son richiuse 041 INFERNO 28
Ma tu chi se' che 'n su lo scoglio muse, 043 INFERNO 28
a me, che morto son, convien menarlo 049 INFERNO 28
Più fuor di cento che, quando l'udiro, 052 INFERNO 28
«Or dì a fra Dolcin dunque che s'armi, 055 INFERNO 28
tu che forse vedra' il sole in breve, 056 INFERNO 28
sì di vivanda, che stretta di neve 058 INFERNO 28
Poi che l'un piè per girsene sospese, 061 INFERNO 28
Un altro, che forata avea la gola 064 INFERNO 28
che da Vercelli a Marcabò dichina. 075 INFERNO 28
che, se l'antiveder qui non è vano, 078 INFERNO 28
Quel traditor che vede pur con l'uno, 085 INFERNO 28
e tien la terra che tale qui meco 086 INFERNO 28
in Cesare, affermando che 'l fornito 098 INFERNO 28
che 'l sangue facea la faccia sozza, 105 INFERNO 28
che disse, lasso!, "Capo ha cosa fatta", 107 INFERNO 28
che fu mal seme per la gente tosca». 108 INFERNO 28
se non che coscïenza m'assicura, 115 INFERNO 28
la buona compagnia che l'uom francheggia 116 INFERNO 28
com' esser può, quei sa che sì governa. 126 INFERNO 28
che fuoro: «Or vedi la pena molesta, 130 INFERNO 28
tu che, spirando, vai veggendo i morti: 131 INFERNO 28
che diedi al re giovane i ma' conforti. 135 INFERNO 28
che de lo stare a piangere eran vaghe. 003 INFERNO 29
Ma Virgilio mi disse: «Che pur guate? 004 INFERNO 29
che miglia ventidue la valle volge. 009 INFERNO 29
lo tempo è poco omai che n'è concesso, 011 INFERNO 29
e altro è da veder che tu non vedi». 012 INFERNO 29
la colpa che là giù cotanto costa». 021 INFERNO 29
sovra colui che già tenne Altaforte, 029 INFERNO 29
che non guardasti in là, sì fu partito». 030 INFERNO 29
che non li è vendicata ancor», diss' io, 032 INFERNO 29
«per alcun che de l'onta sia consorte, 033 INFERNO 29
che de lo scoglio l'altra valle mostra, 038 INFERNO 29
di Malebolge, sì che i suoi conversi 041 INFERNO 29
che di pietà ferrati avean li strali; 044 INFERNO 29
punisce i falsador che qui registra. 057 INFERNO 29
che li animali, infino al picciol vermo, 061 INFERNO 29
secondo che i poeti hanno per fermo, 063 INFERNO 29
che non potean levar le lor persone. 072 INFERNO 29
né a colui che mal volontier vegghia, 078 INFERNO 29
del pizzicor, che non ha più soccorso; 081 INFERNO 29
o d'altro pesce che più larghe l'abbia. 084 INFERNO 29
«O tu che con le dita ti dismaglie», 085 INFERNO 29
«e che fai d'esse talvolta tanaglie, 087 INFERNO 29
che son quinc' entro, se l'unghia ti basti 089 INFERNO 29
«Latin siam noi, che tu vedi sì guasti 091 INFERNO 29
«ma tu chi se' che di noi dimandasti?». 093 INFERNO 29
E 'l duca disse: «I' son un che discendo 094 INFERNO 29
con altri che l'udiron di rimbalzo. 099 INFERNO 29
dicendo: «Dì a lor ciò che tu vuoli»; 101 INFERNO 29
ditemi chi voi siete e di che genti; 106 INFERNO 29
ardere a tal che l'avea per figliuolo. 117 INFERNO 29
me per l'alchìmia che nel mondo usai 119 INFERNO 29
Onde l'altro lebbroso, che m'intese, 124 INFERNO 29
che seppe far le temperate spese, 126 INFERNO 29
e Niccolò che la costuma ricca 127 INFERNO 29
e tra'ne la brigata in che disperse 130 INFERNO 29
che la faccia mia ben ti risponda: 135 INFERNO 29
che falsai li metalli con l'alchìmia; 137 INFERNO 29
Nel tempo che Iunone era crucciata 001 INFERNO 30
che veggendo la moglie con due figli 005 INFERNO 30
l'altezza de' Troian che tutto ardiva, 014 INFERNO 30
che 'nsieme col regno il re fu casso, 015 INFERNO 30
poscia che vide Polissena morta, 017 INFERNO 30
che mordendo correvan di quel modo 026 INFERNO 30
che 'l porco quando del porcil si schiude. 027 INFERNO 30
del collo l'assannò, sì che, tirando, 029 INFERNO 30
E l'Aretin che rimase, tremando 031 INFERNO 30
a dir chi è, pria che di qui si spicchi». 036 INFERNO 30
di Mirra scellerata, che divenne 038 INFERNO 30
come l'altro che là sen va, sostenne, 042 INFERNO 30
E poi che i due rabbiosi fuor passati 046 INFERNO 30
tronca da l'altro che l'uomo ha forcuto. 051 INFERNO 30
La grave idropesì, che sì dispaia 052 INFERNO 30
le membra con l'omor che mal converte, 053 INFERNO 30
che 'l viso non risponde a la ventraia, 054 INFERNO 30
come l'etico fa, che per la sete 056 INFERNO 30
«O voi che sanz' alcuna pena siete, 058 INFERNO 30
Li ruscelletti che d'i verdi colli 064 INFERNO 30
che 'l male ond' io nel volto mi discarno. 069 INFERNO 30
La rigida giustizia che mi fruga 070 INFERNO 30
ombre che vanno intorno dicon vero; 080 INFERNO 30
ma che mi val, c'ho le membra legate? 081 INFERNO 30
che fumman come man bagnate 'l verno, 092 INFERNO 30
e non credo che dieno in sempiterno. 096 INFERNO 30
E l'un di lor, che si recò a noia 100 INFERNO 30
col braccio suo, che non parve men duro, 105 INFERNO 30
dicendo a lui: «Ancor che mi sia tolto 106 INFERNO 30
lo muover per le membra che son gravi, 107 INFERNO 30
«e sieti reo che tutto il mondo sallo!». 120 INFERNO 30
che 'l ventre innanzi a li occhi sì t'assiepa!». 123 INFERNO 30
tu hai l'arsura e 'l capo che ti duole, 127 INFERNO 30
che per poco che teco non mi risso!». 132 INFERNO 30
che per poco che teco non mi risso!». 132 INFERNO 30
Qual è colui che suo dannaggio sogna, 136 INFERNO 30
che sognando desidera sognare, 137 INFERNO 30
che quel ch'è, come non fosse, agogna, 138 INFERNO 30
che disïava scusarmi, e scusava 140 INFERNO 30
disse 'l maestro, «che 'l tuo non è stato; 143 INFERNO 30
se più avvien che fortuna t'accoglia 146 INFERNO 30
che mi tinse l'una e l'altra guancia, 002 INFERNO 31
così od' io che solea far la lancia 004 INFERNO 31
su per la ripa che 'l cinge dintorno, 008 INFERNO 31
Quiv' era men che notte e men che giorno, 010 INFERNO 31
Quiv' era men che notte e men che giorno, 010 INFERNO 31
che 'l viso m'andava innanzi poco; 011 INFERNO 31
che, contra sé la sua via seguitando, 014 INFERNO 31
che me parve veder molte alte torri; 020 INFERNO 31
ond' io: «Maestro, dì, che terra è questa?». 021 INFERNO 31
Ed elli a me: «Però che tu trascorri 022 INFERNO 31
avvien che poi nel maginare abborri. 024 INFERNO 31
e disse: «Pria che noi siam più avanti, 029 INFERNO 31
acciò che 'l fatto men ti paia strano, 030 INFERNO 31
sappi che non son torri, ma giganti, 031 INFERNO 31
ciò che cela 'l vapor che l'aere stipa, 036 INFERNO 31
ciò che cela 'l vapor che l'aere stipa, 036 INFERNO 31
però che, come su la cerchia tonda 040 INFERNO 31
così la proda che 'l pozzo circonda 042 INFERNO 31
che la ripa, ch'era perizoma 061 INFERNO 31
di sovra, che di giugnere a la chioma 063 INFERNO 31
che 'l tien legato, o anima confusa, 074 INFERNO 31
e vedi lui che 'l gran petto ti doga». 075 INFERNO 31
A cigner lui qual che fosse 'l maestro, 085 INFERNO 31
d'una catena che 'l tenea avvinto 088 INFERNO 31
dal collo in giù, sì che 'n su lo scoperto 089 INFERNO 31
che de lo smisurato Brïareo 098 INFERNO 31
presso di qui che parla ed è disciolto, 101 INFERNO 31
che ne porrà nel fondo d'ogne reo. 102 INFERNO 31
Quel che tu vuo' veder, più là è molto 103 INFERNO 31
salvo che più feroce par nel volto». 105 INFERNO 31
che scotesse una torre così forte, 107 INFERNO 31
Allor temett' io più che mai la morte, 109 INFERNO 31
e non v'era mestier più che la dotta, 110 INFERNO 31
e venimmo ad Anteo, che ben cinque alle, 113 INFERNO 31
«O tu che ne la fortunata valle 115 INFERNO 31
che fece Scipïon di gloria reda, 116 INFERNO 31
e che, se fossi stato a l'alta guerra 119 INFERNO 31
de' tuoi fratelli, ancor par che si creda 120 INFERNO 31
questi può dar di quel che qui si brama; 125 INFERNO 31
tal parve Antëo a me che stava a bada 139 INFERNO 31
Ma lievemente al fondo che divora 142 INFERNO 31
né da lingua che chiami mamma o babbo. 009 INFERNO 32
che dal fatto il dir non sia diverso. 012 INFERNO 32
che stai nel loco onde parlare è duro, 014 INFERNO 32
va sì, che tu non calchi con le piante 020 INFERNO 32
e sotto i piedi un lago che per gelo 023 INFERNO 32
com' era quivi; che se Tambernicchi 028 INFERNO 32
che 'l pel del capo avieno insieme misto. 042 INFERNO 32
«Ditemi, voi che sì strignete i petti», 043 INFERNO 32
non Focaccia; non questi che m'ingombra 063 INFERNO 32
e aspetto Carlin che mi scagioni». 069 INFERNO 32
che bestemmiava duramente ancora: 086 INFERNO 32
«Qual se' tu che così rampogni altrui?». 087 INFERNO 32
«Or tu chi se' che vai per l'Antenora, 088 INFERNO 32
che, se fossi vivo, troppo fora?». 090 INFERNO 32
e dissi: «El converrà che tu ti nomi, 098 INFERNO 32
o che capel qui sù non ti rimagna». 099 INFERNO 32
quando un altro gridò: «Che hai tu, Bocca? 106 INFERNO 32
«Omai», diss' io, «non vo' che più favelle, 109 INFERNO 32
«Va via», rispuose, «e ciò che tu vuoi conta; 112 INFERNO 32
Gianni de' Soldanier credo che sia 121 INFERNO 32
che l'un capo a l'altro era cappello; 126 INFERNO 32
che quei faceva il teschio e l'altre cose. 132 INFERNO 32
«O tu che mostri per sì bestial segno 133 INFERNO 32
odio sovra colui che tu ti mangi, 134 INFERNO 32
che se tu a ragion di lui ti piangi, 136 INFERNO 32
disperato dolor che 'l cor mi preme 005 INFERNO 33
che frutti infamia al traditor ch'i' rodo, 008 INFERNO 33
Io non so chi tu se' né per che modo 010 INFERNO 33
Che per l'effetto de' suo' mai pensieri, 016 INFERNO 33
però quel che non puoi avere inteso, 019 INFERNO 33
e che conviene ancor ch'altrui si chiuda, 024 INFERNO 33
che del futuro mi squarciò 'l velame. 027 INFERNO 33
per che i Pisan veder Lucca non ponno. 030 INFERNO 33
pensando ciò che 'l mio cor s'annunziava; 041 INFERNO 33
e se non piangi, di che pianger suoli? 042 INFERNO 33
che 'l cibo ne solëa essere addotto, 044 INFERNO 33
disse: "Tu guardi sì, padre! che hai?". 051 INFERNO 33
infin che l'altro sol nel mondo uscìo. 054 INFERNO 33
Poscia che fummo al quarto dì venuti, 067 INFERNO 33
e due dì li chiamai, poi che fur morti. 074 INFERNO 33
Poscia, più che 'l dolor, poté 'l digiuno». 075 INFERNO 33
che furo a l'osso, come d'un can, forti. 078 INFERNO 33
poi che i vicini a te punir son lenti, 081 INFERNO 33
Che se 'l conte Ugolino aveva voce 085 INFERNO 33
e li altri due che 'l canto suso appella. 090 INFERNO 33
e 'l duol che truova in su li occhi rintoppo, 095 INFERNO 33
E avvegna che, sì come d'un callo, 100 INFERNO 33
veggendo la cagion che 'l fiato piove». 108 INFERNO 33
tanto che data v'è l'ultima posta, 111 INFERNO 33
sì ch'ïo sfoghi 'l duol che 'l cor m'impregna, 113 INFERNO 33
un poco, pria che 'l pianto si raggeli». 114 INFERNO 33
che qui riprendo dattero per figo». 120 INFERNO 33
che spesse volte l'anima ci cade 125 INFERNO 33
sappie che, tosto che l'anima trade 129 INFERNO 33
sappie che, tosto che l'anima trade 129 INFERNO 33
da un demonio, che poscia il governa 131 INFERNO 33
mentre che 'l tempo suo tutto sia vòlto. 132 INFERNO 33
de l'ombra che di qua dietro mi verna. 135 INFERNO 33
«Io credo», diss' io lui, «che tu m'inganni; 139 INFERNO 33
che questi lasciò il diavolo in sua vece 145 INFERNO 33
che 'l tradimento insieme con lui fece. 147 INFERNO 33
trovai di voi un tal, che per sua opra 155 INFERNO 33
par di lungi un molin che 'l vento gira, 006 INFERNO 34
ove convien che di fortezza t'armi». 021 INFERNO 34
che i giganti non fan con le sue braccia: 031 INFERNO 34
l'altr' eran due, che s'aggiugnieno a questa 040 INFERNO 34
che tre venti si movean da ello: 051 INFERNO 34
che tre ne facea così dolenti. 057 INFERNO 34
verso 'l graffiar, che talvolta la schiena 059 INFERNO 34
che 'l capo ha dentro e fuor le gambe mena. 063 INFERNO 34
quel che pende dal nero ceffo è Bruto: 065 INFERNO 34
e l'altro è Cassio, che par sì membruto. 067 INFERNO 34
e aggrappossi al pel com' om che sale, 080 INFERNO 34
che 'n inferno i' credea tornar anche. 081 INFERNO 34
la gente grossa il pensi, che non vede 092 INFERNO 34
al pel del vermo reo che 'l mondo fóra. 108 INFERNO 34
ch'è contraposto a quel che la gran secca 113 INFERNO 34
fu l'uom che nacque e visse sanza pecca; 115 INFERNO 34
che l'altra faccia fa de la Giudecca. 117 INFERNO 34
e questi, che ne fé scala col pelo, 119 INFERNO 34
e la terra, che pria di qua si sporse, 122 INFERNO 34
che non per vista, ma per suono è noto 129 INFERNO 34
d'un ruscelletto che quivi discende 130 INFERNO 34
che porta 'l ciel, per un pertugio tondo. 138 INFERNO 34
che lascia dietro a sé mar sì crudele; 003 PGTORIO 01
o sante Muse, poi che vostro sono; 008 PGTORIO 01
lo colpo tal, che disperar perdono. 012 PGTORIO 01
che s'accoglieva nel sereno aspetto 014 PGTORIO 01
che m'avea contristati li occhi e 'l petto. 018 PGTORIO 01
Lo bel pianeto che d'amar conforta 019 PGTORIO 01
poi che privato se' di mirar quelle! 027 PGTORIO 01
che più non dee a padre alcun figliuolo. 033 PGTORIO 01
«Chi siete voi che contro al cieco fiume 040 PGTORIO 01
«Chi v'ha guidati, o che vi fu lucerna, 043 PGTORIO 01
che sempre nera fa la valle inferna? 045 PGTORIO 01
che, dannati, venite a le mie grotte?». 048 PGTORIO 01
Ma da ch'è tuo voler che più si spieghi 055 PGTORIO 01
esser non puote il mio che a te si nieghi. 057 PGTORIO 01
che molto poco tempo a volger era. 060 PGTORIO 01
che questa per la quale i' mi son messo. 063 PGTORIO 01
che purgan sé sotto la tua balìa. 066 PGTORIO 01
de l'alto scende virtù che m'aiuta 068 PGTORIO 01
di Marzia tua, che 'n vista ancor ti priega, 079 PGTORIO 01
o santo petto, che per tua la tegni: 080 PGTORIO 01
«che quante grazie volse da me, fei. 087 PGTORIO 01
Or che di là dal mal fiume dimora, 088 PGTORIO 01
che fatta fu quando me n'usci' fora. 090 PGTORIO 01
bastisi ben che per lei mi richegge. 093 PGTORIO 01
Va dunque, e fa che tu costui ricinghe 094 PGTORIO 01
d'un giunco schietto e che li lavi 'l viso, 095 PGTORIO 01
null' altra pianta che facesse fronda 103 PGTORIO 01
lo sol vi mosterrà, che surge omai, 107 PGTORIO 01
che fuggia innanzi, sì che di lontano 116 PGTORIO 01
che fuggia innanzi, sì che di lontano 116 PGTORIO 01
com' om che torna a la perduta strada, 119 PGTORIO 01
che 'nfino ad essa li pare ire in vano. 120 PGTORIO 01
ond' io, che fui accorto di sua arte, 126 PGTORIO 01
quel color che l'inferno mi nascose. 129 PGTORIO 01
che mai non vide navicar sue acque 131 PGTORIO 01
omo, che di tornar sia poscia esperto. 132 PGTORIO 01
e la notte, che opposita a lui cerchia, 004 PGTORIO 02
che le caggion di man quando soverchia; 006 PGTORIO 02
che le bianche e le vermiglie guance, 007 PGTORIO 02
come gente che pensa a suo cammino, 011 PGTORIO 02
che va col cuore e col corpo dimora. 012 PGTORIO 02
che 'l muover suo nessun volar pareggia. 018 PGTORIO 02
un non sapeva che bianco, e di sotto 023 PGTORIO 02
mentre che i primi bianchi apparver ali; 026 PGTORIO 02
allor che ben conobbe il galeotto, 027 PGTORIO 02
gridò: «Fa, fa che le ginocchia cali. 028 PGTORIO 02
Vedi che sdegna li argomenti umani, 031 PGTORIO 02
che remo non vuol, né altro velo 032 PGTORIO 02
che l'ali sue, tra liti sì lontani. 033 PGTORIO 02
che non si mutan come mortal pelo». 036 PGTORIO 02
per che l'occhio da presso nol sostenne, 039 PGTORIO 02
tanto che l'acqua nulla ne 'nghiottiva. 042 PGTORIO 02
tal che faria beato pur descripto; 044 PGTORIO 02
La turba che rimase lì, selvaggia 052 PGTORIO 02
come colui che nove cose assaggia. 054 PGTORIO 02
forse che siamo esperti d'esto loco; 062 PGTORIO 02
per altra via, che fu sì aspra e forte, 065 PGTORIO 02
che lo salire omai ne parrà gioco». 066 PGTORIO 02
L'anime, che si fuor di me accorte, 067 PGTORIO 02
E come a messagger che porta ulivo 070 PGTORIO 02
che mosse me a far lo somigliante. 078 PGTORIO 02
Ohi ombre vane, fuor che ne l'aspetto! 079 PGTORIO 02
per che l'ombra sorrise e si ritrasse, 083 PGTORIO 02
che, per parlarmi, un poco s'arrestasse. 087 PGTORIO 02
se quei che leva quando e cui li piace, 095 PGTORIO 02
però che sempre quivi si ricoglie 104 PGTORIO 02
che mi solea quetar tutte mie doglie, 108 PGTORIO 02
l'anima mia, che, con la sua persona 110 PGTORIO 02
'Amor che ne la mente mi ragiona' 112 PGTORIO 02
che la dolcezza ancor dentro mi suona. 114 PGTORIO 02
gridando: «Che è ciò, spiriti lenti? 120 PGTORIO 02
com' om che va, né sa dove rïesca; 132 PGTORIO 02
Avvegna che la subitana fuga 001 PGTORIO 03
che l'onestade ad ogn' atto dismaga, 011 PGTORIO 03
la mente mia, che prima era ristretta, 012 PGTORIO 03
che 'nverso 'l ciel più alto si dislaga. 015 PGTORIO 03
Lo sol, che dietro fiammeggiava roggio, 016 PGTORIO 03
non ti maravigliar più che d'i cieli 029 PGTORIO 03
che l'uno a l'altro raggio non ingombra. 030 PGTORIO 03
che, come fa, non vuol ch'a noi si sveli. 033 PGTORIO 03
Matto è chi spera che nostra ragione 034 PGTORIO 03
che tiene una sustanza in tre persone. 036 PGTORIO 03
tai che sarebbe lor disio quetato, 041 PGTORIO 03
che 'ndarno vi sarien le gambe pronte. 048 PGTORIO 03
«sì che possa salir chi va sanz' ala?». 054 PGTORIO 03
d'anime, che movieno i piè ver' noi, 059 PGTORIO 03
ch'i' credo che per voi tutti s'aspetti, 075 PGTORIO 03
che possibil sia l'andare in suso; 077 PGTORIO 03
e ciò che fa la prima, e l'altre fanno, 082 PGTORIO 03
che l'ombra era da me a la grotta, 090 PGTORIO 03
e tutti li altri che venieno appresso, 092 PGTORIO 03
che questo è corpo uman che voi vedete; 095 PGTORIO 03
che questo è corpo uman che voi vedete; 095 PGTORIO 03
per che 'l lume del sole in terra è fesso. 096 PGTORIO 03
che non sanza virtù che da ciel vegna 098 PGTORIO 03
che non sanza virtù che da ciel vegna 098 PGTORIO 03
ond' io ti priego che, quando tu riedi, 114 PGTORIO 03
piangendo, a quei che volontier perdona. 120 PGTORIO 03
che prende ciò che si rivolge a lei. 123 PGTORIO 03
che prende ciò che si rivolge a lei. 123 PGTORIO 03
Se 'l pastor di Cosenza, che a la caccia 124 PGTORIO 03
che non possa tornar, l'etterno amore, 134 PGTORIO 03
mentre che la speranza ha fior del verde. 135 PGTORIO 03
Vero è che quale in contumacia more 136 PGTORIO 03
che alcuna virtù nostra comprenda, 002 PGTORIO 04
e questo è contra quello error che crede 005 PGTORIO 04
che tegna forte a sé l'anima volta, 008 PGTORIO 04
ch'altra potenza è quella che l'ascolta, 010 PGTORIO 04
che non era la calla onde salìne 022 PGTORIO 04
che speranza mi dava e facea lume. 030 PGTORIO 04
Poi che noi fummo in su l'orlo suppremo 034 PGTORIO 04
«Maestro mio», diss' io, «che via faremo?». 036 PGTORIO 04
fin che n'appaia alcuna scorta saggia». 039 PGTORIO 04
Lo sommo er' alto che vincea la vista, 040 PGTORIO 04
che da mezzo quadrante a centro lista. 042 PGTORIO 04
che da quel lato il poggio tutto gira. 048 PGTORIO 04
tanto che 'l cinghio sotto i piè mi fue. 051 PGTORIO 04
che suole a riguardar giovare altrui. 054 PGTORIO 04
che da sinistra n'eravam feriti. 057 PGTORIO 04
che sù e giù del suo lume conduce, 063 PGTORIO 04
che mal non seppe carreggiar Fetòn, 072 PGTORIO 04
vedrai come a costui convien che vada 073 PGTORIO 04
che 'l mezzo cerchio del moto superno, 079 PGTORIO 04
che si chiama Equatore in alcun' arte, 080 PGTORIO 04
e che sempre riman tra 'l sole e 'l verno, 081 PGTORIO 04
per la ragion che di', quinci si parte 082 PGTORIO 04
più che salir non posson li occhi miei». 087 PGTORIO 04
che sempre al cominciar di sotto è grave; 089 PGTORIO 04
tanto, che sù andar ti fia leggero 092 PGTORIO 04
che di sedere in pria avrai distretta!». 099 PGTORIO 04
che si stavano a l'ombra dietro al sasso 104 PGTORIO 04
E un di lor, che mi sembiava lasso, 106 PGTORIO 04
colui che mostra sé più negligente 110 PGTORIO 04
che se pigrizia fosse sua serocchia». 111 PGTORIO 04
e disse: «Or va tu sù, che se' valente!». 114 PGTORIO 04
che m'avacciava un poco ancor la lena, 116 PGTORIO 04
Ed elli: «O frate, andar in sù che porta? 127 PGTORIO 04
l'angel di Dio che siede in su la porta. 129 PGTORIO 04
Prima convien che tanto il ciel m'aggiri 130 PGTORIO 04
che surga sù di cuor che in grazia viva; 134 PGTORIO 04
che surga sù di cuor che in grazia viva; 134 PGTORIO 04
l'altra che val, che 'n ciel non è udita?». 135 PGTORIO 04
l'altra che val, che 'n ciel non è udita?». 135 PGTORIO 04
una gridò: «Ve' che non par che luca 004 PGTORIO 05
una gridò: «Ve' che non par che luca 004 PGTORIO 05
e come vivo par che si conduca!». 006 PGTORIO 05
disse 'l maestro, «che l'andare allenti? 011 PGTORIO 05
che ti fa ciò che quivi si pispiglia? 012 PGTORIO 05
che ti fa ciò che quivi si pispiglia? 012 PGTORIO 05
sta come torre ferma, che non crolla 014 PGTORIO 05
Che potea io ridir, se non «Io vegno»? 019 PGTORIO 05
che fa l'uom di perdon talvolta degno. 021 PGTORIO 05
e ritrarre a color che vi mandaro 032 PGTORIO 05
che 'l corpo di costui è vera carne. 033 PGTORIO 05
che color non tornasser suso in meno; 040 PGTORIO 05
come schiera che scorre sanza freno. 042 PGTORIO 05
«Questa gente che preme a noi è molta, 043 PGTORIO 05
«O anima che vai per esser lieta 046 PGTORIO 05
che di lui di là novella porti: 050 PGTORIO 05
che, pentendo e perdonando, fora 055 PGTORIO 05
che del disio di sé veder n'accora». 057 PGTORIO 05
che, dietro a' piedi di sì fatta guida, 062 PGTORIO 05
pur che 'l voler nonpossa non ricida. 066 PGTORIO 05
Ond' io, che solo innanzi a li altri parlo, 067 PGTORIO 05
che siede tra Romagna e quel di Carlo, 069 PGTORIO 05
che tu mi sie di tuoi prieghi cortese 070 PGTORIO 05
in Fano, sì che ben per me s'adori 071 PGTORIO 05
quel da Esti il fé far, che m'avea in ira 077 PGTORIO 05
assai più là che dritto non volea. 078 PGTORIO 05
si compia che ti tragge a l'alto monte, 086 PGTORIO 05
che non si seppe mai tua sepultura?». 093 PGTORIO 05
che sovra l'Ermo nasce in Apennino. 096 PGTORIO 05
per una lagrimetta che 'l mi toglie; 107 PGTORIO 05
quell' umido vapor che in acqua riede, 110 PGTORIO 05
tosto che sale dove 'l freddo il coglie. 111 PGTORIO 05
Giunse quel mal voler che pur mal chiede 112 PGTORIO 05
per la virtù che sua natura diede. 114 PGTORIO 05
che 'l pregno aere in acqua si converse; 118 PGTORIO 05
di lei ciò che la terra non sofferse; 120 PGTORIO 05
si ruinò, che nulla la ritenne. 123 PGTORIO 05
«ricorditi di me, che son la Pia; 133 PGTORIO 05
salsi colui che 'nnanellata pria 135 PGTORIO 05
colui che perde si riman dolente, 002 PGTORIO 06
Quiv' era l'Aretin che da le braccia 013 PGTORIO 06
che fé parer lo buon Marzucco forte. 018 PGTORIO 06
che però non sia di peggior greggia. 024 PGTORIO 06
quell' ombre che pregar pur ch'altri prieghi, 026 PGTORIO 06
che s'avacci lor divenir sante, 027 PGTORIO 06
io cominciai: «El par che tu mi nieghi, 028 PGTORIO 06
che decreto del cielo orazion pieghi; 030 PGTORIO 06
ciò che de' sodisfar chi qui s'astalla; 039 PGTORIO 06
che lume fia tra 'l vero e lo 'ntelletto. 045 PGTORIO 06
e vedi omai che 'l poggio l'ombra getta». 051 PGTORIO 06
ma 'l fatto è d'altra forma che non stanzi. 054 PGTORIO 06
Prima che sie là sù, tornar vedrai 055 PGTORIO 06
colui che già si cuopre de la costa, 056 PGTORIO 06
che ' suoi raggi tu romper non fai. 057 PGTORIO 06
Ma vedi là un'anima che, posta 058 PGTORIO 06
che ne mostrasse la miglior salita; 068 PGTORIO 06
Che val perché ti racconciasse il freno 088 PGTORIO 06
Ahi gente che dovresti esser devota, 091 PGTORIO 06
se bene intendi ciò che Dio ti nota, 093 PGTORIO 06
poi che ponesti mano a la predella. 096 PGTORIO 06
tal che 'l tuo successor temenza n'aggia! 102 PGTORIO 06
che 'l giardin de lo 'mperio sia diserto. 105 PGTORIO 06
Vieni a veder la tua Roma che piagne 112 PGTORIO 06
che fosti in terra per noi crucifisso, 119 PGTORIO 06
O è preparazion che ne l'abisso 121 PGTORIO 06
ogne villan che parteggiando viene. 126 PGTORIO 06
di questa digression che non ti tocca, 128 PGTORIO 06
mercé del popol tuo che si argomenta. 129 PGTORIO 06
Atene e Lacedemona, che fenno 139 PGTORIO 06
verso di te, che fai tanto sottili 142 PGTORIO 06
non giugne quel che tu d'ottobre fili. 144 PGTORIO 06
Quante volte, del tempo che rimembre, 145 PGTORIO 06
che non può trovar posa in su le piume, 150 PGTORIO 06
Poscia che l'accoglienze oneste e liete 001 PGTORIO 07
«Anzi che a questo monte fosser volte 004 PGTORIO 07
lo ciel perdei che per non aver fé». 008 PGTORIO 07
Qual è colui che cosa innanzi sé 010 PGTORIO 07
che crede e non, dicendo «Ella è . . . non è . . . », 012 PGTORIO 07
mostrò ciò che potea la lingua nostra, 017 PGTORIO 07
a veder l'alto Sol che tu disiri 026 PGTORIO 07
e che fu tardi per me conosciuto. 027 PGTORIO 07
che fosser da l'umana colpa essenti; 033 PGTORIO 07
quivi sto io con quei che le tre sante 034 PGTORIO 07
dà noi per che venir possiam più tosto 038 PGTORIO 07
che la notturna tenebra, ad ir suso; 056 PGTORIO 07
mentre che l'orizzonte il dì tien chiuso». 060 PGTORIO 07
quand' io m'accorsi che 'l monte era scemo, 065 PGTORIO 07
a guisa che i vallon li sceman quici. 066 PGTORIO 07
che ne condusse in fianco de la lacca, 071 PGTORIO 07
fresco smeraldo in l'ora che si fiacca, 075 PGTORIO 07
che per la valle non parean di fuori. 084 PGTORIO 07
«Prima che 'l poco sole omai s'annidi», 085 PGTORIO 07
cominciò 'l Mantoan che ci avea vòlti, 086 PGTORIO 07
che ne la lama giù tra essi accolti. 090 PGTORIO 07
Colui che più siede alto e fa sembianti 091 PGTORIO 07
d'aver negletto ciò che far dovea, 092 PGTORIO 07
e che non move bocca a li altrui canti, 093 PGTORIO 07
Rodolfo imperador fu, che potea 094 PGTORIO 07
che tardi per altri si ricrea. 096 PGTORIO 07
L'altro che ne la vista lui conforta, 097 PGTORIO 07
che Molta in Albia, e Albia in mar ne porta: 099 PGTORIO 07
fu meglio assai che Vincislao suo figlio 101 PGTORIO 07
E quel nasetto che stretto a consiglio 103 PGTORIO 07
e quindi viene il duol che sì li lancia. 111 PGTORIO 07
Quel che par sì membruto e che s'accorda, 112 PGTORIO 07
Quel che par sì membruto e che s'accorda, 112 PGTORIO 07
lo giovanetto che retro a lui siede, 116 PGTORIO 07
che non si puote dir de l'altre rede; 118 PGTORIO 07
quei che la dà, perché da lui si chiami. 123 PGTORIO 07
non men ch'a l'altro, Pier, che con lui canta, 125 PGTORIO 07
quanto, più che Beatrice e Margherita, 128 PGTORIO 07
Quel che più basso tra costor s'atterra, 133 PGTORIO 07
Era già l'ora che volge il disio 001 PGTORIO 08
e che lo novo peregrin d'amore 004 PGTORIO 08
che paia il giorno pianger che si more; 006 PGTORIO 08
che paia il giorno pianger che si more; 006 PGTORIO 08
surta, che l'ascoltar chiedea con mano. 009 PGTORIO 08
che fece me a me uscir di mente; 015 PGTORIO 08
certo che 'l trapassar dentro è leggero. 021 PGTORIO 08
erano in veste, che da verdi penne 029 PGTORIO 08
che la gente in mezzo si contenne. 033 PGTORIO 08
per lo serpente che verrà vie via». 039 PGTORIO 08
Ond' io, che non sapeva per qual calle, 040 PGTORIO 08
e fui di sotto, e vidi un che mirava 047 PGTORIO 08
Temp' era già che l'aere s'annerava, 049 PGTORIO 08
ma non sì che tra li occhi suoi e ' miei 050 PGTORIO 08
non dichiarisse ciò che pria serrava. 051 PGTORIO 08
poi dimandò: «Quant' è che tu venisti 056 PGTORIO 08
ancor che l'altra, sì andando, acquisti». 060 PGTORIO 08
che sedea lì, gridando: «Sù, Currado! 065 PGTORIO 08
vieni a veder che Dio per grazia volse». 066 PGTORIO 08
che tu dei a colui che sì nasconde 068 PGTORIO 08
che tu dei a colui che sì nasconde 068 PGTORIO 08
lo suo primo perché, che non lì è guado, 069 PGTORIO 08
dì a Giovanna mia che per me chiami 071 PGTORIO 08
Non credo che la sua madre più m'ami, 073 PGTORIO 08
poscia che trasmutò le bianche bende, 074 PGTORIO 08
le quai convien che, misera!, ancor brami. 075 PGTORIO 08
la vipera che Melanesi accampa, 080 PGTORIO 08
che misuratamente in core avvampa. 084 PGTORIO 08
E 'l duca mio: «Figliuol, che là sù guarde?». 088 PGTORIO 08
di che 'l polo di qua tutto quanto arde». 090 PGTORIO 08
che vedevi staman, son di là basse, 092 PGTORIO 08
leccando come bestia che si liscia. 102 PGTORIO 08
L'ombra che s'era al giudice raccolta 109 PGTORIO 08
«Se la lucerna che ti mena in alto 112 PGTORIO 08
sai, dillo a me, che già grande là era. 117 PGTORIO 08
a' miei portai l'amor che qui raffina». 120 PGTORIO 08
La fama che la vostra casa onora, 124 PGTORIO 08
che ne sa chi non vi fu ancora; 126 PGTORIO 08
che vostra gente onrata non si sfregia 128 PGTORIO 08
che, perché il capo reo il mondo torca, 131 PGTORIO 08
Ed elli: «Or va; che 'l sol non si ricorca 133 PGTORIO 08
sette volte nel letto che 'l Montone 134 PGTORIO 08
che cotesta cortese oppinïone 136 PGTORIO 08
con maggior chiovi che d'altrui sermone, 138 PGTORIO 08
che con la coda percuote la gente; 006 PGTORIO 09
e la notte, de' passi con che sale, 007 PGTORIO 09
quand' io, che meco avea di quel d'Adamo, 010 PGTORIO 09
Ne l'ora che comincia i tristi lai 013 PGTORIO 09
e che la mente nostra, peregrina 016 PGTORIO 09
Poi mi parea che, poi rotata un poco, 028 PGTORIO 09
Ivi parea che ella e io ardesse; 031 PGTORIO 09
che convenne che 'l sonno si rompesse. 033 PGTORIO 09
che convenne che 'l sonno si rompesse. 033 PGTORIO 09
che mi scoss' io, sì come da la faccia 040 PGTORIO 09
come fa l'uom che, spaventato, agghiaccia. 042 PGTORIO 09
e 'l sole er' alto già più che due ore, 044 PGTORIO 09
vedi là il balzo che 'l chiude dintorno; 050 PGTORIO 09
Dianzi, ne l'alba che procede al giorno, 052 PGTORIO 09
lasciatemi pigliar costui che dorme; 056 PGTORIO 09
A guisa d'uom che 'n dubbio si raccerta 064 PGTORIO 09
e che muta in conforto sua paura, 065 PGTORIO 09
poi che la verità li è discoperta, 066 PGTORIO 09
che là dove pareami prima rotto, 074 PGTORIO 09
pur come un fesso che muro diparte, 075 PGTORIO 09
che reflettëa i raggi sì ver' noi, 083 PGTORIO 09
«Dite costinci: che volete voi?», 085 PGTORIO 09
Guardate che 'l venir sù non vi nòi». 087 PGTORIO 09
Era il secondo tinto più che perso, 097 PGTORIO 09
Lo terzo, che di sopra s'ammassiccia, 100 PGTORIO 09
come sangue che fuor di vena spiccia. 102 PGTORIO 09
che mi sembiava pietra di diamante. 105 PGTORIO 09
umilemente che 'l serrame scioglia». 108 PGTORIO 09
col punton de la spada, e «Fa che lavi, 113 PGTORIO 09
Cenere, o terra che secca si cavi, 115 PGTORIO 09
che non si volga dritta per la toppa», 122 PGTORIO 09
d'arte e d'ingegno avanti che diserri, 125 PGTORIO 09
perch' ella è quella che 'l nodo digroppa. 126 PGTORIO 09
pur che la gente a' piedi mi s'atterri». 129 PGTORIO 09
che di fuor torna chi 'n dietro si guata». 132 PGTORIO 09
che di metallo son sonanti e forti, 135 PGTORIO 09
Metello, per che poi rimase macra. 138 PGTORIO 09
che 'l mal amor de l'anime disusa, 002 PGTORIO 10
che si moveva e d'una e d'altra parte, 008 PGTORIO 10
sì come l'onda che fugge e s'appressa. 009 PGTORIO 10
or quinci, or quindi al lato che si parte». 012 PGTORIO 10
tanto che pria lo scemo de la luna 014 PGTORIO 10
che noi fossimo fuor di quella cruna; 016 PGTORIO 10
solingo più che strade per diserti. 021 PGTORIO 10
al piè de l'alta ripa che pur sale, 023 PGTORIO 10
che dritto di salita aveva manco, 030 PGTORIO 10
d'intagli sì, che non pur Policleto, 032 PGTORIO 10
L'angel che venne in terra col decreto 034 PGTORIO 10
che non sembiava imagine che tace. 039 PGTORIO 10
che non sembiava imagine che tace. 039 PGTORIO 10
disse 'l dolce maestro, che m'avea 047 PGTORIO 10
onde m'era colui che mi movea, 051 PGTORIO 10
acciò che fosse a li occhi miei disposta. 054 PGTORIO 10
per che si teme officio non commesso. 057 PGTORIO 10
che v'era imaginato, li occhi e 'l naso 062 PGTORIO 10
e più e men che re era in quel caso. 066 PGTORIO 10
che di dietro a Micòl mi biancheggiava. 072 PGTORIO 10
a te che fia, se 'l tuo metti in oblio?»; 090 PGTORIO 10
Colui che mai non vide cosa nova 094 PGTORIO 10
Non vo' però, lettor, che tu ti smaghi 106 PGTORIO 10
come Dio vuol che 'l debito si paghi. 108 PGTORIO 10
e non so che, sì nel veder vaneggio». 114 PGTORIO 10
che ' miei occhi pria n'ebber tencione. 117 PGTORIO 10
col viso quel che vien sotto a quei sassi: 119 PGTORIO 10
che, de la vista de la mente infermi, 122 PGTORIO 10
non v'accorgete voi che noi siam vermi 124 PGTORIO 10
che vola a la giustizia sanza schermi? 126 PGTORIO 10
Di che l'animo vostro in alto galla, 127 PGTORIO 10
Vero è che più e meno eran contratti 136 PGTORIO 10
«O Padre nostro, che ne' cieli stai, 001 PGTORIO 11
Nostra virtù che di legger s'adona, 019 PGTORIO 11
ma libera da lui che sì la sprona. 021 PGTORIO 11
ma per color che dietro a noi restaro». 024 PGTORIO 11
simile a quel che talvolta si sogna, 027 PGTORIO 11
di qua che dire e far per lor si puote 032 PGTORIO 11
che portar quinci, sì che, mondi e lievi, 035 PGTORIO 11
che portar quinci, sì che, mondi e lievi, 035 PGTORIO 11
tosto, sì che possiate muover l'ala, 038 PGTORIO 11
che secondo il disio vostro vi lievi, 039 PGTORIO 11
quel ne 'nsegnate che men erto cala; 042 PGTORIO 11
ché questi che vien meco, per lo 'ncarco 043 PGTORIO 11
Le lor parole, che rendero a queste 046 PGTORIO 11
che dette avea colui cu' io seguiva, 047 PGTORIO 11
che la cervice mia superba doma, 053 PGTORIO 11
che, non pensando a la comune madre, 063 PGTORIO 11
per lei, tanto che a Dio si sodisfaccia, 071 PGTORIO 11
e un di lor, non questi che parlava, 074 PGTORIO 11
si torse sotto il peso che li 'mpaccia, 075 PGTORIO 11
a me che tutto chin con loro andava. 078 PGTORIO 11
che pennelleggia Franco Bolognese; 083 PGTORIO 11
che, possendo peccar, mi volsi a Dio. 090 PGTORIO 11
che la fama di colui è scura. 096 PGTORIO 11
Che voce avrai tu più, se vecchia scindi 103 PGTORIO 11
da te la carne, che se fossi morto 104 PGTORIO 11
anzi che tu lasciassi il 'pappo' e 'l 'dindi', 105 PGTORIO 11
pria che passin mill' anni? ch'è più corto 106 PGTORIO 11
al cerchio che più tardi in cielo è torto. 108 PGTORIO 11
Colui che del cammin sì poco piglia 109 PGTORIO 11
la rabbia fiorentina, che superba 113 PGTORIO 11
che viene e va, e quei la discolora 116 PGTORIO 11
poi che morì; cotal moneta rende 125 PGTORIO 11
pria che si penta, l'orlo de la vita, 128 PGTORIO 11
prima che passi tempo quanto visse, 131 PGTORIO 11
Più non dirò, e scuro so che parlo; 139 PGTORIO 11
ma poco tempo andrà, che ' tuoi vicini 140 PGTORIO 11
faranno sì che tu potrai chiosarlo. 141 PGTORIO 11
Di pari, come buoi che vanno a giogo, 001 PGTORIO 12
fin che 'l sofferse il dolce pedagogo. 003 PGTORIO 12
con la persona, avvegna che i pensieri 008 PGTORIO 12
che solo a' pïi dà de le calcagne; 021 PGTORIO 12
Vedea colui che fu nobil creato 025 PGTORIO 12
che 'n Sennaàr con lui superbi fuoro. 036 PGTORIO 12
O Nïobè, con che occhi dolenti 037 PGTORIO 12
che poi non sentì pioggia né rugiada! 042 PGTORIO 12
de l'opera che mal per te si fé. 045 PGTORIO 12
O Roboàm, già non par che minacci 046 PGTORIO 12
che fé Tamiri, quando disse a Ciro: 056 PGTORIO 12
li Assiri, poi che fu morto Oloferne, 059 PGTORIO 12
mostrava il segno che lì si discerne! 063 PGTORIO 12
che ritraesse l'ombre e ' tratti ch'ivi 065 PGTORIO 12
quant' io calcai, fin che chinato givi. 069 PGTORIO 12
che veggiate il vostro mal sentero! 072 PGTORIO 12
che non stimava l'animo non sciolto, 075 PGTORIO 12
quando colui che sempre innanzi atteso 076 PGTORIO 12
Vedi colà un angel che s'appresta 079 PGTORIO 12
per venir verso noi; vedi che torna 080 PGTORIO 12
che i diletti lo 'nvïarci in suso; 083 PGTORIO 12
pensa che questo dì mai non raggiorna!». 084 PGTORIO 12
pur di non perder tempo, sì che 'n quella 086 PGTORIO 12
dove siede la chiesa che soggioga 101 PGTORIO 12
per le scalee che si fero ad etade 104 PGTORIO 12
così s'allenta la ripa che cade 106 PGTORIO 12
cantaron sì, che nol diria sermone. 111 PGTORIO 12
che per lo pian non mi parea davanti. 117 PGTORIO 12
levata s'è da me, che nulla quasi 119 PGTORIO 12
Rispuose: «Quando i P che son rimasi 121 PGTORIO 12
ancor nel volto tuo presso che stinti, 122 PGTORIO 12
che non pur non fatica sentiranno, 125 PGTORIO 12
Allor fec' io come color che vanno 127 PGTORIO 12
se non che ' cenni altrui sospecciar fanno; 129 PGTORIO 12
per che la mano ad accertar s'aiuta, 130 PGTORIO 12
che non si può fornir per la veduta; 132 PGTORIO 12
trovai pur sei le lettere che 'ncise 134 PGTORIO 12
a che guardando, il mio duca sorrise. 136 PGTORIO 12
lo monte che salendo altrui dismala. 003 PGTORIO 13
se non che l'arco suo più tosto piega. 006 PGTORIO 13
Ombra non lì è né segno che si paia: 007 PGTORIO 13
che troppo avrà d'indugio nostra eletta». 012 PGTORIO 13
La prima voce che passò volando 028 PGTORIO 13
E prima che del tutto non si udisse 031 PGTORIO 13
«Oh!», diss' io, «padre, che voci son queste?». 034 PGTORIO 13
credo che l'udirai, per mio avviso, 041 PGTORIO 13
prima che giunghi al passo del perdono. 042 PGTORIO 13
Allora più che prima li occhi apersi; 046 PGTORIO 13
E poi che fummo un poco più avanti, 049 PGTORIO 13
Non credo che per terra vada ancoi 052 PGTORIO 13
omo sì duro, che non fosse punto 053 PGTORIO 13
che li atti loro a me venivan certi, 056 PGTORIO 13
ma per la vista che non meno agogna. 066 PGTORIO 13
si fa però che queto non dimora. 072 PGTORIO 13
Ben sapev' ei che volea dir lo muto; 076 PGTORIO 13
ombre, che per l'orribile costura 083 PGTORIO 13
premevan sì, che bagnavan le gote. 084 PGTORIO 13
che 'l disio vostro solo ha in sua cura, 087 PGTORIO 13
di vostra coscïenza sì che chiaro 089 PGTORIO 13
s'anima è qui tra voi che sia latina; 092 PGTORIO 13
che vivesse in Italia peregrina». 096 PGTORIO 13
più innanzi alquanto che là dov' io stava, 098 PGTORIO 13
«Spirto», diss' io, «che per salir ti dome, 103 PGTORIO 13
se tu se' quelli che mi rispondesti, 104 PGTORIO 13
lagrimando a colui che sé ne presti. 108 PGTORIO 13
Savia non fui, avvegna che Sapìa 109 PGTORIO 13
più lieta assai che di ventura mia. 111 PGTORIO 13
Ma tu chi se', che nostre condizioni 130 PGTORIO 13
che già lo 'ncarco di là giù mi pesa». 138 PGTORIO 13
rispuose, «che gran segno è che Dio t'ami; 146 PGTORIO 13
rispuose, «che gran segno è che Dio t'ami; 146 PGTORIO 13
E cheggioti, per quel che tu più brami, 148 PGTORIO 13
che a' miei propinqui tu ben mi rinfami. 150 PGTORIO 13
che spera in Talamone, e perderagli 152 PGTORIO 13
«Chi è costui che 'l nostro monte cerchia 001 PGTORIO 14
prima che morte li abbia dato il volo, 002 PGTORIO 14
domandal tu che più li t'avvicini, 005 PGTORIO 14
e dolcemente, sì che parli, acco'lo». 006 PGTORIO 14
e disse l'uno: «O anima che fitta 010 PGTORIO 14
quanto vuol cosa che non fu più mai». 015 PGTORIO 14
un fiumicel che nasce in Falterona, 017 PGTORIO 14
quei che diceva pria, «tu parli d'Arno». 024 PGTORIO 14
E l'ombra che di ciò domandata era, 028 PGTORIO 14
ben è che 'l nome di tal valle pèra; 030 PGTORIO 14
che 'n pochi luoghi passa oltra quel segno, 033 PGTORIO 14
di quel che 'l ciel de la marina asciuga, 035 PGTORIO 14
ond' hanno i fiumi ciò che va con loro, 036 PGTORIO 14
del luogo, o per mal uso che li fruga: 039 PGTORIO 14
che par che Circe li avesse in pastura. 042 PGTORIO 14
che par che Circe li avesse in pastura. 042 PGTORIO 14
che d'altro cibo fatto in uman uso, 044 PGTORIO 14
ringhiosi più che non chiede lor possa, 047 PGTORIO 14
che non temono ingegno che le occùpi. 054 PGTORIO 14
che non temono ingegno che le occùpi. 054 PGTORIO 14
di ciò che vero spirto mi disnoda. 057 PGTORIO 14
Io veggio tuo nepote che diventa 058 PGTORIO 14
lasciala tal, che di qui a mille anni 065 PGTORIO 14
da qual che parte il periglio l'assanni, 069 PGTORIO 14
così vid' io l'altr' anima, che volta 070 PGTORIO 14
per che lo spirto che di pria parlòmi 076 PGTORIO 14
per che lo spirto che di pria parlòmi 076 PGTORIO 14
nel fare a te ciò che tu far non vuo'mi. 078 PGTORIO 14
Ma da che Dio in te vuol che traluca 079 PGTORIO 14
Ma da che Dio in te vuol che traluca 079 PGTORIO 14
che se veduto avesse uom farsi lieto, 083 PGTORIO 14
di venenosi sterpi, sì che tardi 095 PGTORIO 14
Ugolin d'Azzo che vivette nosco, 105 PGTORIO 14
che ne 'nvogliava amore e cortesia 110 PGTORIO 14
poi che gita se n'è la tua famiglia 113 PGTORIO 14
Ben fa Bagnacaval, che non rifiglia; 115 PGTORIO 14
che di figliar tai conti più s'impiglia. 117 PGTORIO 14
Ben faranno i Pagan, da che 'l demonio 118 PGTORIO 14
lor sen girà; ma non però che puro 119 PGTORIO 14
è 'l nome tuo, da che più non s'aspetta 122 PGTORIO 14
troppo di pianger più che di parlare, 125 PGTORIO 14
Noi sapavam che quell' anime care 127 PGTORIO 14
voce che giunse di contra dicendo: 132 PGTORIO 14
e fuggì come tuon che si dilegua, 134 PGTORIO 14
che somigliò tonar che tosto segua: 138 PGTORIO 14
che somigliò tonar che tosto segua: 138 PGTORIO 14
«Io sono Aglauro che divenni sasso»; 139 PGTORIO 14
che dovria l'uom tener dentro a sua meta. 144 PGTORIO 14
Ma voi prendete l'esca, sì che l'amo 145 PGTORIO 14
che sempre a guisa di fanciullo scherza, 003 PGTORIO 15
che già dritti andavamo inver' l'occaso, 009 PGTORIO 15
a lo splendore assai più che di prima, 011 PGTORIO 15
che del soverchio visibile lima. 015 PGTORIO 15
a quel che scende, e tanto si diparte 019 PGTORIO 15
per che a fuggir la mia vista fu ratta. 024 PGTORIO 15
«Che è quel, dolce padre, a che non posso 025 PGTORIO 15
«Che è quel, dolce padre, a che non posso 025 PGTORIO 15
schermar lo viso tanto che mi vaglia», 026 PGTORIO 15
«messo è che viene ad invitar ch'om saglia. 030 PGTORIO 15
ad un scaleo vie men che li altri eretto». 036 PGTORIO 15
cantato retro, e 'Godi tu che vinci!'. 039 PGTORIO 15
«Che volse dir lo spirto di Romagna, 044 PGTORIO 15
diss' io, «che se mi fosse pria taciuto, 059 PGTORIO 15
di sé che se da pochi è posseduto?». 063 PGTORIO 15
Ed elli a me: «Però che tu rificchi 064 PGTORIO 15
che là sù è, così corre ad amore 068 PGTORIO 15
che, quantunque carità si stende, 071 PGTORIO 15
Procaccia pur che tosto sieno spente, 079 PGTORIO 15
che si richiudon per esser dolente». 081 PGTORIO 15
che tacer mi fer le luci vaghe. 084 PGTORIO 15
ciò che pareva prima, dispario. 093 PGTORIO 15
giù per le gote che 'l dolor distilla 095 PGTORIO 15
«Che farem noi a chi mal ne disira, 104 PGTORIO 15
se quei che ci ama è per noi condannato?», 105 PGTORIO 15
che l'aggravava già, inver' la terra, 110 PGTORIO 15
che perdonasse a' suoi persecutori, 113 PGTORIO 15
con quello aspetto che pietà diserra. 114 PGTORIO 15
a le cose che son fuor di lei vere, 116 PGTORIO 15
Lo duca mio, che mi potea vedere 118 PGTORIO 15
far sì com' om che dal sonno si slega, 119 PGTORIO 15
disse: «Che hai che non ti puoi tenere, 120 PGTORIO 15
disse: «Che hai che non ti puoi tenere, 120 PGTORIO 15
ma se' venuto più che mezza lega 121 PGTORIO 15
io ti dirò», diss' io, «ciò che m'apparve 125 PGTORIO 15
Ciò che vedesti fu perché non scuse 130 PGTORIO 15
che da l'etterno fonte son diffuse. 132 PGTORIO 15
Non dimandai "Che hai?" per quel che face 133 PGTORIO 15
Non dimandai "Che hai?" per quel che face 133 PGTORIO 15
chi guarda pur con l'occhio che non vede, 134 PGTORIO 15
che l'occhio stare aperto non sofferse; 007 PGTORIO 16
in cosa che 'l molesti, o forse ancida, 012 PGTORIO 16
ascoltando il mio duca che diceva 014 PGTORIO 16
pur: «Guarda che da me tu non sia mozzo». 015 PGTORIO 16
l'Agnel di Dio che le peccata leva. 018 PGTORIO 16
che parea tra esse ogne concordia. 021 PGTORIO 16
«Or tu chi se' che 'l nostro fummo fendi, 025 PGTORIO 16
E io: «O creatura che ti mondi 031 PGTORIO 16
per tornar bella a colui che ti fece, 032 PGTORIO 16
che la morte dissolve men vo suso, 038 PGTORIO 16
tanto che vuol ch'i' veggia la sua corte 041 PGTORIO 16
che per me prieghi quando sù sarai». 051 PGTORIO 16
di far ciò che mi chiedi; ma io scoppio 053 PGTORIO 16
ne la sentenza tua, che mi fa certo 056 PGTORIO 16
ma priego che m'addite la cagione, 061 PGTORIO 16
Alto sospir, che duolo strinse in «uhi!», 064 PGTORIO 16
Voi che vivete ogne cagion recate 067 PGTORIO 16
e libero voler; che, se fatica 076 PGTORIO 16
la mente in voi, che 'l ciel non ha in sua cura. 081 PGTORIO 16
Esce di mano a lui che la vagheggia 085 PGTORIO 16
prima che sia, a guisa di fanciulla 086 PGTORIO 16
che piangendo e ridendo pargoleggia, 087 PGTORIO 16
l'anima semplicetta che sa nulla, 088 PGTORIO 16
salvo che, mossa da lieto fattore, 089 PGTORIO 16
volontier torna a ciò che la trastulla. 090 PGTORIO 16
convenne rege aver, che discernesse 095 PGTORIO 16
Nullo, però che 'l pastor che procede, 098 PGTORIO 16
Nullo, però che 'l pastor che procede, 098 PGTORIO 16
per che la gente, che sua guida vede 100 PGTORIO 16
per che la gente, che sua guida vede 100 PGTORIO 16
Ben puoi veder che la mala condotta 103 PGTORIO 16
è la cagion che 'l mondo ha fatto reo, 104 PGTORIO 16
e non natura che 'n voi sia corrotta. 105 PGTORIO 16
Soleva Roma, che 'l buon mondo feo, 106 PGTORIO 16
due soli aver, che l'una e l'altra strada 107 PGTORIO 16
per viva forza mal convien che vada; 111 PGTORIO 16
però che, giunti, l'un l'altro non teme: 112 PGTORIO 16
prima che Federigo avesse briga; 117 PGTORIO 16
che Dio a miglior vita li ripogna: 123 PGTORIO 16
e Guido da Castel, che mei si noma, 125 PGTORIO 16
Dì oggimai che la Chiesa di Roma, 127 PGTORIO 16
Ma qual Gherardo è quel che tu per saggio 133 PGTORIO 16
par che del buon Gherardo nulla senta. 138 PGTORIO 16
Vedi l'albor che per lo fummo raia 142 PGTORIO 16
non altrimenti che per pelle talpe, 003 PGTORIO 17
lo sole in pria, che già nel corcar era. 009 PGTORIO 17
O imaginativa che ne rube 013 PGTORIO 17
Moveti lume che nel ciel s'informa, 017 PGTORIO 17
per sé o per voler che giù lo scorge. 018 PGTORIO 17
De l'empiezza di lei che mutò forma 019 PGTORIO 17
dentro da sé, che di fuor non venìa 023 PGTORIO 17
cosa che fosse allor da lei ricetta. 024 PGTORIO 17
che fu al dire e al far così intero. 030 PGTORIO 17
or m'hai perduta! Io son essa che lutto, 038 PGTORIO 17
che fratto guizza pria che muoia tutto; 042 PGTORIO 17
che fratto guizza pria che muoia tutto; 042 PGTORIO 17
tosto che lume il volto mi percosse, 044 PGTORIO 17
maggior assai che quel ch'è in nostro uso. 045 PGTORIO 17
che da ogne altro intento mi rimosse; 048 PGTORIO 17
di riguardar chi era che parlava, 050 PGTORIO 17
che mai non posa, se non si raffronta. 051 PGTORIO 17
Ma come al sol che nostra vista grava 052 PGTORIO 17
«Questo è divino spirito, che ne la 055 PGTORIO 17
procacciam di salir pria che s'abbui, 062 PGTORIO 17
pacifici, che son sanz' ira mala!'. 069 PGTORIO 17
li ultimi raggi che la notte segue, 071 PGTORIO 17
che le stelle apparivan da più lati. 072 PGTORIO 17
o con men che non dee corre nel bene, 101 PGTORIO 17
e d'ogne operazion che merta pene. 105 PGTORIO 17
che 'l mal che s'ama è del prossimo; ed esso 113 PGTORIO 17
che 'l mal che s'ama è del prossimo; ed esso 113 PGTORIO 17
onde s'attrista sì che 'l contrario ama; 120 PGTORIO 17
che si fa de la vendetta ghiotto, 122 PGTORIO 17
e tal convien che 'l male altrui impronti. 123 PGTORIO 17
si piange: or vo' che tu de l'altro intende, 125 PGTORIO 17
che corre al ben con ordine corrotto. 126 PGTORIO 17
per che di giugner lui ciascun contende. 129 PGTORIO 17
Altro ben è che non fa l'uom felice; 133 PGTORIO 17
tacciolo, acciò che tu per te ne cerchi». 139 PGTORIO 17
Ma quel padre verace, che s'accorse 007 PGTORIO 18
del timido voler che non s'apriva, 008 PGTORIO 18
che mi dimostri amore, a cui reduci 014 PGTORIO 18
l'error de' ciechi che si fanno duci. 018 PGTORIO 18
ad ogne cosa è mobile che piace, 020 PGTORIO 18
tosto che dal piacere in atto è desto. 021 PGTORIO 18
che l'animo ad essa volger face; 024 PGTORIO 18
che per piacer di novo in voi si lega. 027 PGTORIO 18
fin che la cosa amata il fa gioire. 033 PGTORIO 18
però che forse appar la sua matera 037 PGTORIO 18
è buono, ancor che buona sia la cera». 039 PGTORIO 18
Ogne forma sustanzïal, che setta 049 PGTORIO 18
né si dimostra mai che per effetto, 053 PGTORIO 18
che sono in voi sì come studio in ape 058 PGTORIO 18
innata v'è la virtù che consiglia, 062 PGTORIO 18
che buoni e rei amori accoglie e viglia. 066 PGTORIO 18
Color che ragionando andaro al fondo, 067 PGTORIO 18
Onde, poniam che di necessitate 070 PGTORIO 18
surga ogne amor che dentro a voi s'accende, 071 PGTORIO 18
che l'abbi a mente, s'a parlar ten prende». 075 PGTORIO 18
fatta com' un secchion che tuttor arda; 078 PGTORIO 18
che 'l sole infiamma allor che quel da Roma 080 PGTORIO 18
che 'l sole infiamma allor che quel da Roma 080 PGTORIO 18
Pietola più che villa mantoana, 083 PGTORIO 18
per ch'io, che la ragione aperta e piana 085 PGTORIO 18
stava com' om che sonnolento vana. 087 PGTORIO 18
subitamente da gente che dopo 089 PGTORIO 18
pur che i Teban di Bacco avesser uopo, 093 PGTORIO 18
«Ratto, ratto, che 'l tempo non si perda 103 PGTORIO 18
«che studio di ben far grazia rinverda». 105 PGTORIO 18
questi che vive, e certo i' non vi bugio, 109 PGTORIO 18
vuole andar sù, pur che 'l sol ne riluca; 110 PGTORIO 18
che restar non potem; però perdona, 116 PGTORIO 18
che tosto piangerà quel monastero, 122 PGTORIO 18
e de la mente peggio, e che mal nacque, 125 PGTORIO 18
E quei che m'era ad ogne uopo soccorso 130 PGTORIO 18
che vedesse Iordan le rede sue. 135 PGTORIO 18
E quella che l'affanno non sofferse 136 PGTORIO 18
quell' ombre, che veder più non potiersi, 140 PGTORIO 18
che li occhi per vaghezza ricopersi, 144 PGTORIO 18
Ne l'ora che non può 'l calor dïurno 001 PGTORIO 19
surger per via che poco le sta bruna--, 006 PGTORIO 19
le fredde membra che la notte aggrava, 011 PGTORIO 19
cominciava a cantar sì, che con pena 017 PGTORIO 19
che ' marinari in mezzo mar dismago; 020 PGTORIO 19
quel mi svegliò col puzzo che n'uscia. 033 PGTORIO 19
come colui che l'ha di pensier carca, 041 PGTORIO 19
che fa di sé un mezzo arco di ponte; 042 PGTORIO 19
Con l'ali aperte, che parean di cigno, 046 PGTORIO 19
volseci in sù colui che sì parlonne 047 PGTORIO 19
«Che hai che pur inver' la terra guati?», 052 PGTORIO 19
«Che hai che pur inver' la terra guati?», 052 PGTORIO 19
che sola sovr' a noi omai si piagne; 059 PGTORIO 19
li occhi rivolgi al logoro che gira 062 PGTORIO 19
Quale 'l falcon, che prima a' pié si mira, 064 PGTORIO 19
per lo disio del pasto che là il tira, 066 PGTORIO 19
vidi gente per esso che piangea, 071 PGTORIO 19
che la parola a pena s'intendea. 075 PGTORIO 19
ciò che chiedea la vista del disio. 087 PGTORIO 19
che piuma sembran tutte l'altre some. 105 PGTORIO 19
Vidi che lì non s'acquetava il core, 109 PGTORIO 19
per che di questa in me s'accese amore. 111 PGTORIO 19
che dice 'Neque nubent' intendesti, 137 PGTORIO 19
Vattene omai: non vo' che più t'arresti; 139 PGTORIO 19
col qual maturo ciò che tu dicesti. 141 PGTORIO 19
buona da sé, pur che la nostra casa 143 PGTORIO 19
ché la gente che fonde a goccia a goccia 007 PGTORIO 20
per li occhi il mal che tutto 'l mondo occupa, 008 PGTORIO 20
che più che tutte l'altre bestie hai preda 011 PGTORIO 20
che più che tutte l'altre bestie hai preda 011 PGTORIO 20
O ciel, nel cui girar par che si creda 013 PGTORIO 20
come fa donna che in parturir sia; 021 PGTORIO 20
che gran ricchezza posseder con vizio». 027 PGTORIO 20
che fece Niccolò a le pulcelle, 032 PGTORIO 20
«O anima che tanto ben favelle, 034 PGTORIO 20
grazia in te luce prima che sie morto. 042 PGTORIO 20
che la terra cristiana tutta aduggia, 044 PGTORIO 20
che buon frutto rado se ne schianta. 045 PGTORIO 20
e io la cheggio a lui che tutto giuggia. 048 PGTORIO 20
Mentre che la gran dota provenzale 061 PGTORIO 20
che tragge un altro Carlo fuor di Francia, 071 PGTORIO 20
L'altro, che già uscì preso di nave, 079 PGTORIO 20
O avarizia, che puoi tu più farne, 082 PGTORIO 20
che non si cura de la propria carne? 084 PGTORIO 20
che ciò nol sazia, ma sanza decreto 092 PGTORIO 20
a veder la vendetta che, nascosa, 095 PGTORIO 20
de lo Spirito Santo e che ti fece 098 PGTORIO 20
che seguì a la sua dimanda gorda, 107 PGTORIO 20
per la qual sempre convien che si rida. 108 PGTORIO 20
come furò le spoglie, sì che l'ira 110 PGTORIO 20
dilci, che 'l sai: di che sapore è l'oro?". 117 PGTORIO 20
dilci, che 'l sai: di che sapore è l'oro?". 117 PGTORIO 20
però al ben che 'l dì ci si ragiona, 121 PGTORIO 20
quand' io senti', come cosa che cada, 127 PGTORIO 20
pria che Latona in lei facesse 'l nido 131 PGTORIO 20
tal, che 'l maestro inverso me si feo, 134 PGTORIO 20
come i pastor che prima udir quel canto, 140 PGTORIO 20
fin che 'l tremar cessò ed el compiési. 141 PGTORIO 20
guardando l'ombre che giacean per terra, 143 PGTORIO 20
La sete natural che mai non sazia 001 PGTORIO 21
che Cristo apparve a' due ch'erano in via, 008 PGTORIO 21
dal piè guardando la turba che giace; 011 PGTORIO 21
che me rilega ne l'etterno essilio». 018 PGTORIO 21
«se voi siete ombre che Dio sù non degni, 020 PGTORIO 21
che questi porta e che l'angel profila, 023 PGTORIO 21
che questi porta e che l'angel profila, 023 PGTORIO 21
ben vedrai che coi buon convien ch'e' regni. 024 PGTORIO 21
Ma perché lei che dì e notte fila 025 PGTORIO 21
che Cloto impone a ciascuno e compila, 027 PGTORIO 21
del mio disio, che pur con la speranza 038 PGTORIO 21
Quei cominciò: «Cosa non è che sanza 040 PGTORIO 21
de la montagna, o che sia fuor d'usanza. 042 PGTORIO 21
di quel che 'l ciel da sé in sé riceve 044 PGTORIO 21
Per che non pioggia, non grando, non neve, 046 PGTORIO 21
che la scaletta di tre gradi breve; 048 PGTORIO 21
che di là cangia sovente contrade; 051 PGTORIO 21
ma per vento che 'n terra si nasconda, 056 PGTORIO 21
sentesi, sì che surga o che si mova 059 PGTORIO 21
sentesi, sì che surga o che si mova 059 PGTORIO 21
che, tutto libero a mutar convento, 062 PGTORIO 21
che divina giustizia, contra voglia, 065 PGTORIO 21
E io, che son giaciuto a questa doglia 067 PGTORIO 21
a quel Segnor, che tosto sù li 'nvii». 072 PGTORIO 21
che qui vi 'mpiglia e come si scalappia, 077 PGTORIO 21
perché ci trema e di che congaudete. 078 PGTORIO 21
«Nel tempo che 'l buon Tito, con l'aiuto 082 PGTORIO 21
col nome che più dura e più onora 085 PGTORIO 21
che, tolosano, a sé mi trasse Roma, 089 PGTORIO 21
che mi scaldar, de la divina fiamma 095 PGTORIO 21
più che non deggio al mio uscir di bando». 102 PGTORIO 21
con viso che, tacendo, disse 'Taci'; 104 PGTORIO 21
ma non può tutto la virtù che vuole; 105 PGTORIO 21
a la passion di che ciascun si spicca, 107 PGTORIO 21
che men seguon voler ne' più veraci. 108 PGTORIO 21
per che l'ombra si tacque, e riguardommi 110 PGTORIO 21
Ond' io: «Forse che tu ti maravigli, 121 PGTORIO 21
ma più d'ammirazion vo' che ti pigli. 123 PGTORIO 21
Questi che guida in alto li occhi miei, 124 PGTORIO 21
quelle parole che di lui dicesti». 129 PGTORIO 21
l'angel che n'avea vòlti al sesto giro, 002 PGTORIO 22
E io più lieve che per l'altre foci 007 PGTORIO 22
m'andava, sì che sanz' alcun labore 008 PGTORIO 22
pur che la fiamma sua paresse fore; 012 PGTORIO 22
onde da l'ora che tra noi discese 013 PGTORIO 22
che la tua affezion mi fé palese, 015 PGTORIO 22
che danno a dubitar falsa matera 029 PGTORIO 22
per le vere ragion che son nascose. 030 PGTORIO 22
'Per che non reggi tu, o sacra fame 040 PGTORIO 22
Allor m'accorsi che troppo aprir l'ali 043 PGTORIO 22
per ignoranza, che di questa pecca 047 PGTORIO 22
E sappie che la colpa che rimbecca 049 PGTORIO 22
E sappie che la colpa che rimbecca 049 PGTORIO 22
che piange l'avarizia, per purgarmi, 053 PGTORIO 22
«per quello che Clïò teco lì tasta, 058 PGTORIO 22
non par che ti facesse ancor fedele 059 PGTORIO 22
ti stenebraron sì, che tu drizzasti 062 PGTORIO 22
Facesti come quei che va di notte, 067 PGTORIO 22
che porta il lume dietro e sé non giova, 068 PGTORIO 22
che, quando Domizian li perseguette, 083 PGTORIO 22
e mentre che di là per me si stette, 085 PGTORIO 22
cerchiar mi fé più che 'l quarto centesmo. 093 PGTORIO 22
Tu dunque, che levato hai il coperchio 094 PGTORIO 22
che m'ascondeva quanto bene io dico, 095 PGTORIO 22
mentre che del salire avem soverchio, 096 PGTORIO 22
che le Muse lattar più ch'altri mai, 102 PGTORIO 22
che sempre ha le nutrice nostre seco. 105 PGTORIO 22
Greci che già di lauro ornar la fronte. 108 PGTORIO 22
Védeisi quella che mostrò Langia; 112 PGTORIO 22
un alber che trovammo in mezza strada, 131 PGTORIO 22
che nodriro il Batista nel diserto; 152 PGTORIO 22
Mentre che li occhi per la fronda verde 001 PGTORIO 23
lo più che padre mi dicea: «Figliuole, 004 PGTORIO 23
vienne oramai, ché 'l tempo che n'è imposto 005 PGTORIO 23
appresso i savi, che parlavan sìe, 008 PGTORIO 23
che l'andar mi facean di nullo costo. 009 PGTORIO 23
tal, che diletto e doglia parturìe. 012 PGTORIO 23
«O dolce padre, che è quel ch'i' odo?», 013 PGTORIO 23
comincia' io; ed elli: «Ombre che vanno 014 PGTORIO 23
che si volgono ad essa e non restanno, 018 PGTORIO 23
che da l'ossa la pelle s'informava. 024 PGTORIO 23
Non credo che così a buccia strema 025 PGTORIO 23
la gente che perdé Ierusalemme, 029 PGTORIO 23
Chi crederebbe che l'odor d'un pomo 034 PGTORIO 23
Già era in ammirar che sì li affama, 037 PGTORIO 23
ciò che l'aspetto in sé avea conquiso. 045 PGTORIO 23
che mi scolora», pregava, «la pelle, 050 PGTORIO 23
due anime che là ti fanno scorta; 053 PGTORIO 23
non rimaner che tu non mi favelle!». 054 PGTORIO 23
Però mi dì, per Dio, che sì vi sfoglia; 058 PGTORIO 23
Tutta esta gente che piangendo canta 064 PGTORIO 23
che si distende su per sua verdura. 069 PGTORIO 23
che menò Cristo lieto a dire 'Elì', 074 PGTORIO 23
di peccar più, che sovvenisse l'ora 080 PGTORIO 23
la vedovella mia, che molto amai, 092 PGTORIO 23
che la Barbagia dov' io la lasciai. 096 PGTORIO 23
O dolce frate, che vuo' tu ch'io dica? 097 PGTORIO 23
di quel che 'l ciel veloce loro ammanna, 107 PGTORIO 23
prima fien triste che le guance impeli 110 PGTORIO 23
colui che mo si consola con nanna. 111 PGTORIO 23
Deh, frate, or fa che più non mi ti celi! 112 PGTORIO 23
vedi che non pur io, ma questa gente 113 PGTORIO 23
che mi va innanzi, l'altr' ier, quando tonda 119 PGTORIO 23
con questa vera carne che 'l seconda. 123 PGTORIO 23
che drizza voi che 'l mondo fece torti. 126 PGTORIO 23
che drizza voi che 'l mondo fece torti. 126 PGTORIO 23
che io sarò là dove fia Beatrice; 128 PGTORIO 23
quivi convien che sanza lui rimagna. 129 PGTORIO 23
Virgilio è questi che così mi dice», 130 PGTORIO 23
lo vostro regno, che da sé lo sgombra». 133 PGTORIO 23
e l'ombre, che parean cose rimorte, 004 PGTORIO 24
che non farebbe, per altrui cagione. 009 PGTORIO 24
tra questa gente che sì mi riguarda». 012 PGTORIO 24
«La mia sorella, che tra bella e buona 013 PGTORIO 24
di là da lui più che l'altre trapunta 021 PGTORIO 24
che pasturò col rocco molte genti. 030 PGTORIO 24
e sì fu tal, che non si sentì sazio. 033 PGTORIO 24
più d'un che d'altro, fei a quel da Lucca, 035 PGTORIO 24
che più parea di me aver contezza. 036 PGTORIO 24
El mormorava; e non so che «Gentucca» 037 PGTORIO 24
de la giustizia che sì li pilucca. 039 PGTORIO 24
«O anima», diss' io, «che par sì vaga 040 PGTORIO 24
cominciò el, «che ti farà piacere 044 PGTORIO 24
Ma dì s'i' veggio qui colui che fore 049 PGTORIO 24
E io a lui: «I' mi son un che, quando 052 PGTORIO 24
che 'l Notaro e Guittone e me ritenne 056 PGTORIO 24
che de le nostre certo non avvenne; 060 PGTORIO 24
Come li augei che vernan lungo 'l Nilo, 064 PGTORIO 24
così tutta la gente che lì era, 067 PGTORIO 24
E come l'uom che di trottare è lasso, 070 PGTORIO 24
fin che si sfoghi l'affollar del casso, 072 PGTORIO 24
però che 'l loco u' fui a viver posto, 079 PGTORIO 24
«Or va», diss' el; «che quei che più n'ha colpa, 082 PGTORIO 24
«Or va», diss' el; «che quei che più n'ha colpa, 082 PGTORIO 24
e drizzò li occhi al ciel, «che ti fia chiaro 089 PGTORIO 24
ciò che 'l mio dir più dichiarar non puote. 090 PGTORIO 24
lo cavalier di schiera che cavalchi, 095 PGTORIO 24
che fuor del mondo sì gran marescalchi. 099 PGTORIO 24
che li occhi miei si fero a lui seguaci, 101 PGTORIO 24
e gridar non so che verso le fronde, 107 PGTORIO 24
che pregano, e 'l pregato non risponde, 109 PGTORIO 24
che tanti prieghi e lagrime rifiuta. 114 PGTORIO 24
legno è più sù che fu morso da Eva, 116 PGTORIO 24
per che Virgilio e Stazio e io, ristretti, 119 PGTORIO 24
oltre andavam dal lato che si leva. 120 PGTORIO 24
nei nuvoli formati, che, satolli, 122 PGTORIO 24
per che no i volle Gedeon compagni, 125 PGTORIO 24
«Che andate pensando sì voi sol tre?». 133 PGTORIO 24
com' io vidi un che dicea: «S'a voi piace 139 PGTORIO 24
com' om che va secondo ch'elli ascolta. 144 PGTORIO 24
che fé sentir d'ambrosïa l'orezza. 150 PGTORIO 24
tanto di grazia, che l'amor del gusto 152 PGTORIO 24
per che, come fa l'uom che non s'affigge 004 PGTORIO 25
per che, come fa l'uom che non s'affigge 004 PGTORIO 25
ma vassi a la via sua, che che li appaia, 005 PGTORIO 25
ma vassi a la via sua, che che li appaia, 005 PGTORIO 25
che per artezza i salitor dispaia. 009 PGTORIO 25
E quale il cicognin che leva l'ala 010 PGTORIO 25
che fa colui ch'a dicer s'argomenta. 015 PGTORIO 25
Non lasciò, per l'andar che fosse ratto, 016 PGTORIO 25
l'arco del dir, che 'nfino al ferro hai tratto». 018 PGTORIO 25
ciò che par duro ti parrebbe vizzo. 027 PGTORIO 25
che sia or sanator de le tue piage». 030 PGTORIO 25
lume ti fiero al come che tu die. 036 PGTORIO 25
Sangue perfetto, che poi non si beve 037 PGTORIO 25
quasi alimento che di mensa leve, 039 PGTORIO 25
tacer che dire; e quindi poscia geme 044 PGTORIO 25
ciò che per sua matera fé constare. 051 PGTORIO 25
che questa è in via e quella è già a riva, 054 PGTORIO 25
tanto ovra poi, che già si move e sente, 055 PGTORIO 25
che più savio di te fé già errante, 063 PGTORIO 25
che per sua dottrina fé disgiunto 064 PGTORIO 25
Apri a la verità che viene il petto; 067 PGTORIO 25
e sappi che, sì tosto come al feto 068 PGTORIO 25
che ciò che trova attivo quivi, tira 073 PGTORIO 25
che ciò che trova attivo quivi, tira 073 PGTORIO 25
che vive e sente e sé in sé rigira. 075 PGTORIO 25
guarda il calor del sole che si fa vino, 077 PGTORIO 25
giunto a l'omor che de la vite cola. 078 PGTORIO 25
in atto molto più che prima agute. 084 PGTORIO 25
Tosto che loco lì la circunscrive, 088 PGTORIO 25
per l'altrui raggio che 'n sé si reflette, 092 PGTORIO 25
virtüalmente l'alma che ristette; 096 PGTORIO 25
che segue il foco là 'vunque si muta, 098 PGTORIO 25
Però che quindi ha poscia sua paruta, 100 PGTORIO 25
che per lo monte aver sentiti puoi. 105 PGTORIO 25
Secondo che ci affliggono i disiri 106 PGTORIO 25
e quest' è la cagion di che tu miri». 108 PGTORIO 25
che la reflette e via da lei sequestra; 114 PGTORIO 25
che di volger mi fé caler non meno; 123 PGTORIO 25
che di Venere avea sentito il tòsco». 132 PGTORIO 25
gridavano e mariti che fuor casti 134 PGTORIO 25
E questo modo credo che lor basti 136 PGTORIO 25
per tutto il tempo che 'l foco li abbruscia: 137 PGTORIO 25
che la piaga da sezzo si ricuscia. 139 PGTORIO 25
Mentre che sì per l'orlo, uno innanzi altro, 001 PGTORIO 26
che già, raggiando, tutto l'occidente 005 PGTORIO 26
Questa fu la cagion che diede inizio 010 PGTORIO 26
«O tu che vai, non per esser più tardo, 016 PGTORIO 26
rispondi a me che 'n sete e 'n foco ardo. 018 PGTORIO 26
che d'acqua fredda Indo o Etïopo. 021 PGTORIO 26
Dinne com' è che fai di te parete 022 PGTORIO 26
Tosto che parton l'accoglienza amica, 037 PGTORIO 26
prima che 'l primo passo lì trascorra, 038 PGTORIO 26
e al gridar che più lor si convene; 048 PGTORIO 26
essi medesmi che m'avean pregato, 050 PGTORIO 26
Io, che due volte avea visto lor grato, 052 PGTORIO 26
d'aver, quando che sia, di pace stato, 054 PGTORIO 26
donna è di sopra che m'acquista grazia, 059 PGTORIO 26
per che 'l mortal per vostro mondo reco. 060 PGTORIO 26
tosto divegna, sì che 'l ciel v'alberghi 062 PGTORIO 26
che se ne va di retro a' vostri terghi». 066 PGTORIO 26
che ciascun' ombra fece in sua paruta; 070 PGTORIO 26
ma poi che furon di stupore scarche, 071 PGTORIO 26
«Beato te, che de le nostre marche», 073 PGTORIO 26
ricominciò colei che pria m'inchiese, 074 PGTORIO 26
La gente che non vien con noi, offese 076 PGTORIO 26
di ciò per che già Cesar, trïunfando, 077 PGTORIO 26
che s'imbestiò ne le 'mbestiate schegge. 087 PGTORIO 26
Or sai nostri atti e di che fummo rei: 088 PGTORIO 26
mio e de li altri miei miglior che mai 098 PGTORIO 26
Poi che di riguardar pasciuto fui, 103 PGTORIO 26
con l'affermar che fa credere altrui. 105 PGTORIO 26
che Letè nol può tòrre né far bigio. 108 PGTORIO 26
dimmi che è cagion per che dimostri 110 PGTORIO 26
dimmi che è cagion per che dimostri 110 PGTORIO 26
che, quanto durerà l'uso moderno, 113 PGTORIO 26
che quel di Lemosì credon ch'avanzi. 120 PGTORIO 26
fin che l'ha vinto il ver con più persone. 126 PGTORIO 26
che licito ti sia l'andare al chiostro 128 PGTORIO 26
che presso avea, disparve per lo foco, 134 PGTORIO 26
Poi s'ascose nel foco che li affina. 148 PGTORIO 26
in voce assai più che la nostra viva. 009 PGTORIO 27
qual è colui che ne la fossa è messo. 015 PGTORIO 27
che farò ora presso più a Dio? 024 PGTORIO 27
Credi per certo che se dentro a l'alvo 025 PGTORIO 27
allor che 'l gelso diventò vermiglio; 039 PGTORIO 27
che ne la mente sempre mi rampolla. 042 PGTORIO 27
pregando Stazio che venisse retro, 047 PGTORIO 27
che pria per lunga strada ci divise. 048 PGTORIO 27
Guidavaci una voce che cantava 055 PGTORIO 27
sonò dentro a un lume che lì era, 059 PGTORIO 27
tal che mi vinse e guardar nol potei. 060 PGTORIO 27
mentre che l'occidente non si annera». 063 PGTORIO 27
che 'l sol corcar, per l'ombra che si spense, 068 PGTORIO 27
che 'l sol corcar, per l'ombra che si spense, 068 PGTORIO 27
E pria che 'n tutte le sue parti immense 070 PGTORIO 27
sovra le cime avante che sien pranse, 078 PGTORIO 27
tacite a l'ombra, mentre che 'l sol ferve, 079 PGTORIO 27
guardate dal pastor, che 'n su la verga 080 PGTORIO 27
e quale il mandrïan che fori alberga, 082 PGTORIO 27
mi prese il sonno; il sonno che sovente, 092 PGTORIO 27
anzi che 'l fatto sia, sa le novelle. 093 PGTORIO 27
Ne l'ora, credo, che de l'orïente 094 PGTORIO 27
che di foco d'amor par sempre ardente, 096 PGTORIO 27
che tanto a' pellegrin surgon più grati, 110 PGTORIO 27
«Quel dolce pome che per tanti rami 115 PGTORIO 27
che fosser di piacere a queste iguali. 120 PGTORIO 27
Vedi lo sol che 'n fronte ti riluce; 133 PGTORIO 27
che qui la terra sol da sé produce. 135 PGTORIO 27
Mentre che vegnan lieti li occhi belli 136 PGTORIO 27
che, lagrimando, a te venir mi fenno, 137 PGTORIO 27
su per lo suol che d'ogne parte auliva. 006 PGTORIO 28
non di più colpo che soave vento; 009 PGTORIO 28
tanto, che li augelletti per le cime 014 PGTORIO 28
che tenevan bordone a le sue rime, 018 PGTORIO 28
che 'nver' sinistra con sue picciole onde 026 PGTORIO 28
piegava l'erba che 'n sua ripa uscìo. 027 PGTORIO 28
Tutte l'acque che son di qua più monde, 028 PGTORIO 28
verso di quella, che nulla nasconde, 030 PGTORIO 28
avvegna che si mova bruna bruna 031 PGTORIO 28
sotto l'ombra perpetüa, che mai 032 PGTORIO 28
subitamente cosa che disvia 038 PGTORIO 28
una donna soletta che si gia 040 PGTORIO 28
«Deh, bella donna, che a' raggi d'amore 043 PGTORIO 28
che soglion esser testimon del core, 045 PGTORIO 28
tanto ch'io possa intender che tu canti. 048 PGTORIO 28
Proserpina nel tempo che perdette 050 PGTORIO 28
a terra e intra sé, donna che balli, 053 PGTORIO 28
che vergine che li occhi onesti avvalli; 057 PGTORIO 28
che vergine che li occhi onesti avvalli; 057 PGTORIO 28
sì appressando sé, che 'l dolce suono 059 PGTORIO 28
Tosto che fu là dove l'erbe sono 061 PGTORIO 28
Non credo che splendesse tanto lume 064 PGTORIO 28
che l'alta terra sanza seme gitta. 069 PGTORIO 28
che quel da me perch' allor non s'aperse. 075 PGTORIO 28
che puote disnebbiar vostro intelletto. 081 PGTORIO 28
E tu che se' dinanzi e mi pregasti, 082 PGTORIO 28
ad ogne tua question tanto che basti». 084 PGTORIO 28
e purgherò la nebbia che ti fiede. 090 PGTORIO 28
Lo sommo Ben, che solo esso a sé piace, 091 PGTORIO 28
Perché 'l turbar che sotto da sé fanno 097 PGTORIO 28
che quanto posson dietro al calor vanno, 099 PGTORIO 28
che de la sua virtute l'aura impregna 110 PGTORIO 28
E saper dei che la campagna santa 118 PGTORIO 28
e frutto ha in sé che di là non si schianta. 120 PGTORIO 28
L'acqua che vedi non surge di vena 121 PGTORIO 28
che ristori vapor che gel converta, 122 PGTORIO 28
che ristori vapor che gel converta, 122 PGTORIO 28
che tanto dal voler di Dio riprende, 125 PGTORIO 28
che toglie altrui memoria del peccato; 128 PGTORIO 28
né credo che 'l mio dir ti sia men caro, 137 PGTORIO 28
nettare è questo di che ciascun dice». 144 PGTORIO 28
a' miei poeti, e vidi che con riso 146 PGTORIO 28
E come ninfe che si givan sole 004 PGTORIO 29
tal che di balenar mi mise in forse. 018 PGTORIO 29
nel mio pensier dicea: 'Che cosa è questa?'. 021 PGTORIO 29
che là dove ubidia la terra e 'l cielo, 025 PGTORIO 29
Or convien che Elicona per me versi, 040 PGTORIO 29
che l'obietto comun, che 'l senso inganna, 047 PGTORIO 29
che l'obietto comun, che 'l senso inganna, 047 PGTORIO 29
più chiaro assai che luna per sereno 053 PGTORIO 29
che si movieno incontr' a noi sì tardi, 059 PGTORIO 29
che foran vinte da novelle spose. 060 PGTORIO 29
e ciò che vien di retro a lor non guardi?». 063 PGTORIO 29
che solo il fiume mi facea distante, 071 PGTORIO 29
che lì sopra rimanea distinto 076 PGTORIO 29
che la mia vista; e, quanto a mio avviso, 080 PGTORIO 29
Poscia che i fiori e l'altre fresche erbette 088 PGTORIO 29
ma leggi Ezechïel, che li dipigne 100 PGTORIO 29
Tanto salivan che non eran viste; 112 PGTORIO 29
Non che Roma di carro così bello 115 PGTORIO 29
quel del Sol che, svïando, fu combusto 118 PGTORIO 29
di quel sommo Ipocràte che natura 137 PGTORIO 29
tal che di qua dal rio mi fé paura. 141 PGTORIO 29
che tutti ardesser di sopra da' cigli. 150 PGTORIO 29
che né occaso mai seppe né orto 002 PGTORIO 30
né d'altra nebbia che di colpa velo, 003 PGTORIO 30
e che faceva lì ciascun accorto 004 PGTORIO 30
che per temperanza di vapori 026 PGTORIO 30
che da le mani angeliche saliva 029 PGTORIO 30
E lo spirito mio, che già cotanto 034 PGTORIO 30
per occulta virtù che da lei mosse, 038 PGTORIO 30
Tosto che ne la vista mi percosse 040 PGTORIO 30
l'alta virtù che già m'avea trafitto 041 PGTORIO 30
per dicere a Virgilio: 'Men che dramma 046 PGTORIO 30
di sangue m'è rimaso che non tremi: 047 PGTORIO 30
che, lagrimando, non tornasser atre. 054 PGTORIO 30
Quasi ammiraglio che in poppa e in prora 058 PGTORIO 30
viene a veder la gente che ministra 059 PGTORIO 30
che di necessità qui si registra, 063 PGTORIO 30
vidi la donna che pria m'appario 064 PGTORIO 30
Tutto che 'l vel che le scendea di testa, 067 PGTORIO 30
Tutto che 'l vel che le scendea di testa, 067 PGTORIO 30
continüò come colui che dice 071 PGTORIO 30
non sapei tu che qui è l'uom felice?». 075 PGTORIO 30
pur che la terra che perde ombra spiri, 089 PGTORIO 30
pur che la terra che perde ombra spiri, 089 PGTORIO 30
che par foco fonder la candela; 090 PGTORIO 30
anzi 'l cantar di quei che notan sempre 092 PGTORIO 30
ma poi che 'ntesi ne le dolci tempre 094 PGTORIO 30
lor compatire a me, par che se detto 095 PGTORIO 30
lo gel che m'era intorno al cor ristretto, 097 PGTORIO 30
che notte né sonno a voi non fura 104 PGTORIO 30
passo che faccia il secol per sue vie; 105 PGTORIO 30
che m'intenda colui che di là piagne, 107 PGTORIO 30
che m'intenda colui che di là piagne, 107 PGTORIO 30
che drizzan ciascun seme ad alcun fine 110 PGTORIO 30
secondo che le stelle son compagne, 111 PGTORIO 30
che sì alti vapori hanno a lor piova, 113 PGTORIO 30
che nostre viste là non van vicine, 114 PGTORIO 30
che nulla promession rendono intera. 132 PGTORIO 30
Tanto giù cadde, che tutti argomenti 136 PGTORIO 30
fuor che mostrarli le perdute genti. 138 PGTORIO 30
e a colui che l'ha qua sù condotto, 140 PGTORIO 30
di pentimento che lagrime spanda». 145 PGTORIO 30
«O tu che se' di là dal fiume sacro», 001 PGTORIO 31
che pur per taglio m'era paruto acro, 003 PGTORIO 31
che la voce si mosse, e pria si spense 008 PGTORIO 31
che da li organi suoi fosse dischiusa. 009 PGTORIO 31
Poco sofferse; poi disse: «Che pense? 010 PGTORIO 31
che ti menavano ad amar lo bene 023 PGTORIO 31
di là dal qual non è a che s'aspiri, 024 PGTORIO 31
trovasti, per che del passare innanzi 026 PGTORIO 31
per che dovessi lor passeggiare anzi?». 030 PGTORIO 31
a pena ebbi la voce che rispuose, 032 PGTORIO 31
tosto che 'l vostro viso si nascose». 036 PGTORIO 31
ciò che confessi, non fora men nota 038 PGTORIO 31
rinchiusa fui, e che so' 'n terra sparte; 051 PGTORIO 31
di retro a me che non era più tale. 057 PGTORIO 31
vincer che l'altre qui, quand' ella c'era. 084 PGTORIO 31
che di tutte altre cose qual mi torse 086 PGTORIO 31
salsi colei che la cagion mi porse. 090 PGTORIO 31
che nol so rimembrar, non ch'io lo scriva. 099 PGTORIO 31
pria che Beatrice discendesse al mondo, 107 PGTORIO 31
le tre di là, che miran più profondo». 111 PGTORIO 31
Disser: «Fa che le viste non risparmi; 115 PGTORIO 31
Mille disiri più che fiamma caldi 118 PGTORIO 31
che pur sopra 'l grifone stavan saldi. 120 PGTORIO 31
Mentre che piena di stupore e lieta 127 PGTORIO 31
che, saziando di sé, di sé asseta, 129 PGTORIO 31
che, per vederti, ha mossi passi tanti! 135 PGTORIO 31
Per grazia fa noi grazia che disvele 136 PGTORIO 31
a lui la bocca tua, sì che discerna 137 PGTORIO 31
la seconda bellezza che tu cele». 138 PGTORIO 31
che non paresse aver la mente ingombra, 142 PGTORIO 31
che li altri sensi m'eran tutti spenti. 003 PGTORIO 32
prima che possa tutta in sé mutarsi; 021 PGTORIO 32
che procedeva, tutta trapassonne 023 PGTORIO 32
pria che piegasse il carro il primo legno. 024 PGTORIO 32
sì, che però nulla penna crollonne. 027 PGTORIO 32
La bella donna che mi trasse al varco 028 PGTORIO 32
che fé l'orbita sua con minore arco. 030 PGTORIO 32
La coma sua, che tanto si dilata 040 PGTORIO 32
«Beato se', grifon, che non discindi 043 PGTORIO 32
poscia che mal si torce il ventre quindi». 045 PGTORIO 32
che raggia dietro a la celeste lasca, 054 PGTORIO 32
di suo color ciascuna, pria che 'l sole 056 PGTORIO 32
men che di rose e più che di vïole 058 PGTORIO 32
men che di rose e più che di vïole 058 PGTORIO 32
che prima avea le ramora sì sole. 060 PGTORIO 32
l'inno che quella gente allor cantaro, 062 PGTORIO 32
come pintor che con essempro pinga, 067 PGTORIO 32
ma qual vuol sia che l'assonnar ben finga. 069 PGTORIO 32
del sonno, e un chiamar: «Surgi: che fai?». 072 PGTORIO 32
che del suo pome li angeli fa ghiotti 074 PGTORIO 32
sovra me starsi che conducitrice 083 PGTORIO 32
Vedi la compagnia che la circonda: 088 PGTORIO 32
non so, però che già ne li occhi m'era 092 PGTORIO 32
che legar vidi a la biforme fera. 096 PGTORIO 32
che son sicuri d'Aquilone e d'Austro. 099 PGTORIO 32
Però, in pro del mondo che mal vive, 103 PGTORIO 32
al carro tieni or li occhi, e quel che vedi, 104 PGTORIO 32
ritornato di là, fa che tu scrive». 105 PGTORIO 32
Così Beatrice; e io, che tutto ai piedi 106 PGTORIO 32
da quel confine che più va remoto, 111 PGTORIO 32
non che d'i fiori e de le foglie nove; 114 PGTORIO 32
che d'ogne pasto buon parea digiuna; 120 PGTORIO 32
e qual esce di cuor che si rammarca, 127 PGTORIO 32
Poi parve a me che la terra s'aprisse 130 PGTORIO 32
che per lo carro sù la coda fisse; 132 PGTORIO 32
e come vespa che ritragge l'ago, 133 PGTORIO 32
Quel che rimase, come da gramigna 136 PGTORIO 32
che più tiene un sospir la bocca aperta. 141 PGTORIO 32
tanto che sol di lei mi fece scudo 159 PGTORIO 32
quelle ascoltava sì fatta, che poco 005 PGTORIO 33
Ma poi che l'altre vergini dier loco 007 PGTORIO 33
me e la donna e 'l savio che ristette. 015 PGTORIO 33
Così sen giva; e non credo che fosse 016 PGTORIO 33
mi disse, «tanto che, s'io parlo teco, 020 PGTORIO 33
Come a color che troppo reverenti 025 PGTORIO 33
che non traggon la voce viva ai denti, 027 PGTORIO 33
avvenne a me, che sanza intero suono 028 PGTORIO 33
voglio che tu omai ti disviluppe, 032 PGTORIO 33
che non parli più com' om che sogna. 033 PGTORIO 33
sì che non parli più com' om che sogna. 033 PGTORIO 33
Sappi che 'l vaso che 'l serpente ruppe, 034 PGTORIO 33
Sappi che 'l vaso che 'l serpente ruppe, 034 PGTORIO 33
che vendetta di Dio non teme suppe. 036 PGTORIO 33
l'aguglia che lasciò le penne al carro, 038 PGTORIO 33
per che divenne mostro e poscia preda; 039 PGTORIO 33
con quel gigante che con lei delinque. 045 PGTORIO 33
E forse che la mia narrazion buia, 046 PGTORIO 33
che solveranno questo enigma forte 050 PGTORIO 33
che solo a l'uso suo la creò santa. 060 PGTORIO 33
bramò colui che 'l morso in sé punio. 063 PGTORIO 33
che t'abbaglia il lume del mio detto, 075 PGTORIO 33
che 'l te ne porti dentro a te per quello 077 PGTORIO 33
che si reca il bordon di palma cinto». 078 PGTORIO 33
che la figura impressa non trasmuta, 080 PGTORIO 33
che più la perde quanto più s'aiuta?». 084 PGTORIO 33
da terra il ciel che più alto festina». 090 PGTORIO 33
né honne coscïenza che rimorda». 093 PGTORIO 33
che qua e là, come li aspetti, fassi, 105 PGTORIO 33
che acqua è questa che qui si dispiega 116 PGTORIO 33
che acqua è questa che qui si dispiega 116 PGTORIO 33
Matelda che 'l ti dica». E qui rispuose, 119 PGTORIO 33
che l'acqua di Letè non gliel nascose». 123 PGTORIO 33
che spesse volte la memoria priva, 125 PGTORIO 33
Ma vedi Eünoè che là diriva: 127 PGTORIO 33
Come anima gentil, che non fa scusa, 130 PGTORIO 33
tosto che è per segno fuor dischiusa; 132 PGTORIO 33
così, poi che da essa preso fui, 133 PGTORIO 33
lo dolce ber che mai non m'avria sazio; 138 PGTORIO 33
La gloria di colui che tutto move 001 PRADISO 01
Nel ciel che più de la sua luce prende 004 PRADISO 01
fu' io, e vidi cose che ridire 005 PRADISO 01
che dietro la memoria non può ire. 009 PRADISO 01
tanto che l'ombra del beato regno 023 PRADISO 01
che la materia e tu mi farai degno. 027 PRADISO 01
che parturir letizia in su la lieta 031 PRADISO 01
che quattro cerchi giugne con tre croci, 039 PRADISO 01
pur come pelegrin che tornar vuole, 051 PRADISO 01
Molto è licito là, che qui non lece 055 PRADISO 01
com' ferro che bogliente esce del foco; 060 PRADISO 01
essere aggiunto, come quei che puote 062 PRADISO 01
che 'l fé consorto in mar de li altri dèi. 069 PRADISO 01
S'i' era sol di me quel che creasti 073 PRADISO 01
novellamente, amor che 'l ciel governi, 074 PRADISO 01
tu 'l sai, che col tuo lume mi levasti. 075 PRADISO 01
Quando la rota che tu sempiterni 076 PRADISO 01
con l'armonia che temperi e discerni, 078 PRADISO 01
de la fiamma del sol, che pioggia o fiume 080 PRADISO 01
Ond' ella, che vedea me sì com' io, 085 PRADISO 01
col falso imaginar, sì che non vedi 089 PRADISO 01
ciò che vedresti se l'avessi scosso. 090 PRADISO 01
che madre fa sovra figlio deliro, 102 PRADISO 01
che l'universo a Dio fa simigliante. 105 PRADISO 01
con istinto a lei dato che la porti. 114 PRADISO 01
né pur le creature che son fore 118 PRADISO 01
La provedenza, che cotanto assetta, 121 PRADISO 01
che ciò che scocca drizza in segno lieto. 126 PRADISO 01
che ciò che scocca drizza in segno lieto. 126 PRADISO 01
Vero è che, come forma non s'accorda 127 PRADISO 01
O voi che siete in piccioletta barca, 001 PRADISO 02
dietro al mio legno che cantando varca, 003 PRADISO 02
Voialtri pochi che drizzaste il collo 010 PRADISO 02
dinanzi a l'acqua che ritorna equale. 015 PRADISO 02
Que' glorïosi che passaro al Colco 016 PRADISO 02
«che n'ha congiunti con la prima stella». 030 PRADISO 02
Parev' a me che nube ne coprisse 031 PRADISO 02
quasi adamante che lo sol ferisse. 033 PRADISO 02
di veder quella essenza in che si vede 041 PRADISO 02
Lì si vedrà ciò che tenem per fede, 043 PRADISO 02
a guisa del ver primo che l'uom crede. 045 PRADISO 02
Ma ditemi: che son li segni bui 049 PRADISO 02
di questo corpo, che là giuso in terra 050 PRADISO 02
vedi che la ragione ha corte l'ali. 057 PRADISO 02
Ma dimmi quel che tu da te ne pensi». 058 PRADISO 02
E io: «Ciò che n'appar qua sù diverso 059 PRADISO 02
credo che fanno i corpi rari e densi». 060 PRADISO 02
cagion che tu dimandi, o d'oltre in parte 074 PRADISO 02
S'elli è che questo raro non trapassi, 085 PRADISO 02
ivi lo raggio più che in altre parti, 092 PRADISO 02
Rivolto ad essi, fa che dopo il dosso 100 PRADISO 02
ti stea un lume che i tre specchi accenda 101 PRADISO 02
Ben che nel quanto tanto non si stenda 103 PRADISO 02
che ti tremolerà nel suo aspetto. 111 PRADISO 02
le distinzion che dentro da sé hanno 119 PRADISO 02
che di sù prendono e di sotto fanno. 123 PRADISO 02
per questo loco al vero che disiri, 125 PRADISO 02
che poi sappi sol tener lo guado. 126 PRADISO 02
da' beati motor convien che spiri; 129 PRADISO 02
de la mente profonda che lui volve 131 PRADISO 02
Da essa vien ciò che da luce a luce 145 PRADISO 02
essa è formal principio che produce, 147 PRADISO 02
Quel sol che pria d'amor mi scaldò 'l petto, 001 PRADISO 03
ma visïone apparve che ritenne 007 PRADISO 03
che di mia confession non mi sovvenne. 009 PRADISO 03
non sì profonde che i fondi sien persi, 012 PRADISO 03
debili sì, che perla in bianca fronte 014 PRADISO 03
che, sorridendo, ardea ne li occhi santi. 024 PRADISO 03
vere sustanze son ciò che tu vedi, 029 PRADISO 03
ché la verace luce che le appaga 032 PRADISO 03
E io a l'ombra che parea più vaga 034 PRADISO 03
«O ben creato spirito, che a' rai 037 PRADISO 03
che, non gustata, non s'intende mai, 039 PRADISO 03
che vuol simile a sé tutta sua corte. 045 PRADISO 03
che, posta qui con questi altri beati, 050 PRADISO 03
Li nostri affetti, che solo infiammati 052 PRADISO 03
E questa sorte che par giù cotanto, 055 PRADISO 03
vostri risplende non so che divino 059 PRADISO 03
che vi trasmuta da' primi concetti: 060 PRADISO 03
ma or m'aiuta ciò che tu mi dici, 062 PRADISO 03
che raffigurar m'è più latino. 063 PRADISO 03
Ma dimmi: voi che siete qui felici, 064 PRADISO 03
virtù di carità, che fa volerne 071 PRADISO 03
dal voler di colui che qui ne cerne; 075 PRADISO 03
che vedrai non capere in questi giri, 076 PRADISO 03
che, come noi sem di soglia in soglia 082 PRADISO 03
com' a lo re che 'n suo voler ne 'nvoglia. 084 PRADISO 03
ciò ch'ella crïa o che natura face». 087 PRADISO 03
che quel si chere e di quel si ringrazia, 093 PRADISO 03
che caritate a suo piacer conforma. 102 PRADISO 03
E quest' altro splendor che ti si mostra 109 PRADISO 03
da la mia destra parte e che s'accende 110 PRADISO 03
Ma poi che pur al mondo fu rivolta 115 PRADISO 03
che del secondo vento di Soave 119 PRADISO 03
La vista mia, che tanto lei seguio 124 PRADISO 03
quanto possibil fu, poi che la perse, 125 PRADISO 03
che da prima il viso non sofferse; 129 PRADISO 03
che liber' omo l'un recasse ai denti; 003 PRADISO 04
per che, s'i' mi tacea, me non riprendo, 007 PRADISO 04
più caldo assai che per parlar distinto. 012 PRADISO 04
che l'avea fatto ingiustamente fello; 015 PRADISO 04
uno e altro disio, sì che tua cura 017 PRADISO 04
sé stessa lega sì che fuor non spira. 018 PRADISO 04
Queste son le question che nel tuo velle 025 PRADISO 04
tratterò quella che più ha di felle. 027 PRADISO 04
D'i Serafin colui che più s'india, 028 PRADISO 04
che prender vuoli, io dico, non Maria, 030 PRADISO 04
che questi spirti che mo t'appariro, 032 PRADISO 04
che questi spirti che mo t'appariro, 032 PRADISO 04
però che solo da sensato apprende 041 PRADISO 04
ciò che fa poscia d'intelletto degno. 042 PRADISO 04
e l'altro che Tobia rifece sano. 048 PRADISO 04
Quel che Timeo de l'anime argomenta 049 PRADISO 04
non è simile a ciò che qui si vede, 050 PRADISO 04
però che, come dice, par che senta. 051 PRADISO 04
però che, come dice, par che senta. 051 PRADISO 04
Dice che l'alma a la sua stella riede, 052 PRADISO 04
che la voce non suona, ed esser puote 056 PRADISO 04
già tutto il mondo quasi, sì che Giove, 062 PRADISO 04
L'altra dubitazion che ti commove 064 PRADISO 04
ha men velen, però che sua malizia 065 PRADISO 04
Se vïolenza è quando quel che pate 073 PRADISO 04
nïente conferisce a quel che sforza, 074 PRADISO 04
Per che, s'ella si piega assai o poco, 079 PRADISO 04
che t'avria fatto noia ancor più volte. 090 PRADISO 04
dinanzi a li occhi, tal che per te stesso 092 PRADISO 04
che l'affezion del vel Costanza tenne; 098 PRADISO 04
che, per fuggir periglio, contra grato 101 PRADISO 04
si fé di quel che far non si convenne; 102 PRADISO 04
come Almeone, che, di ciò pregato 103 PRADISO 04
A questo punto voglio che tu pense 106 PRADISO 04
che la forza al voler si mischia, e fanno 107 PRADISO 04
che scusar non si posson l'offense. 108 PRADISO 04
de l'altra; sì che ver diciamo insieme». 114 PRADISO 04
e scalda sì, che più e più m'avviva, 120 PRADISO 04
che basti a render voi grazia per grazia; 122 PRADISO 04
ma quei che vede e puote a ciò risponda. 123 PRADISO 04
Io veggio ben che già mai non si sazia 124 PRADISO 04
tosto che giunto l'ha; e giugner puollo: 128 PRADISO 04
d'un'altra verità che m'è oscura. 135 PRADISO 04
che, vinta, mia virtute diè le reni, 141 PRADISO 04
di là dal modo che 'n terra si vede, 002 PRADISO 05
che del viso tuo vinco il valore, 003 PRADISO 05
da perfetto veder, che, come apprende, 005 PRADISO 05
che, vista, sola e sempre amore accende; 009 PRADISO 05
mal conosciuto, che quivi traluce. 012 PRADISO 05
che l'anima sicuri di letigio». 015 PRADISO 05
e sì com' uom che suo parlar non spezza, 017 PRADISO 05
«Lo maggior don che Dio per sua larghezza 019 PRADISO 05
di che le creature intelligenti, 023 PRADISO 05
che Dio consenta quando tu consenti; 027 PRADISO 05
Dunque che render puossi per ristoro? 031 PRADISO 05
che par contra lo ver ch'i' t'ho scoverto, 036 PRADISO 05
però che 'l cibo rigido c'hai preso, 038 PRADISO 05
di che si fa; l'altr' è la convenenza. 045 PRADISO 05
L'altra, che per materia t'è aperta, 052 PRADISO 05
puote ben esser tal, che non si falla 053 PRADISO 05
per suo valor che tragga ogne bilancia, 062 PRADISO 05
che, servando, far peggio; e così stolto 068 PRADISO 05
e 'l pastor de la Chiesa che vi guida; 077 PRADISO 05
che 'l Giudeo di voi tra voi non rida! 081 PRADISO 05
Non fate com' agnel che lascia il latte 082 PRADISO 05
che già nuove questioni avea davante; 090 PRADISO 05
e sì come saetta che nel segno 091 PRADISO 05
percuote pria che sia la corda queta, 092 PRADISO 05
che più lucente se ne fé 'l pianeta. 096 PRADISO 05
qual mi fec' io che pur da mia natura 098 PRADISO 05
traggonsi i pesci a ciò che vien di fori 101 PRADISO 05
per modo che lo stimin lor pastura, 102 PRADISO 05
nel folgór chiaro che di lei uscia. 108 PRADISO 05
Pensa, lettor, se quel che qui s'inizia 109 PRADISO 05
prima che la milizia s'abbandoni, 117 PRADISO 05
del lume che per tutto il ciel si spazia 118 PRADISO 05
nel proprio lume, e che de li occhi il traggi, 125 PRADISO 05
che si vela a' mortai con altrui raggi». 129 PRADISO 05
che pria m'avea parlato; ond' ella fessi 131 PRADISO 05
Sì come il sol che si cela elli stessi 133 PRADISO 05
nel modo che 'l seguente canto canta. 139 PRADISO 05
«Poscia che Costantin l'aquila volse 001 PRADISO 06
dietro a l'antico che Lavina tolse, 003 PRADISO 06
che, per voler del primo amor ch'i' sento, 011 PRADISO 06
ma 'l benedetto Agapito, che fue 016 PRADISO 06
Io li credetti; e ciò che 'n sua fede era, 019 PRADISO 06
Tosto che con la Chiesa mossi i piedi, 022 PRADISO 06
che segno fu ch'i' dovessi posarmi. 027 PRADISO 06
che Pallante morì per darli regno. 036 PRADISO 06
che i tre a' tre pugnar per lui ancora. 039 PRADISO 06
onde Torquato e Quinzio, che dal cirro 046 PRADISO 06
ebber la fama che volontier mirro. 048 PRADISO 06
che di retro ad Anibale passaro 050 PRADISO 06
l'alpestre rocce, Po, di che tu labi. 051 PRADISO 06
Poi, presso al tempo che tutto 'l ciel volle 055 PRADISO 06
E quel che fé da Varo infino a Reno, 058 PRADISO 06
Quel che fé poi ch'elli uscì di Ravenna 061 PRADISO 06
che nol seguiteria lingua né penna. 063 PRADISO 06
Di quel che fé col baiulo seguente, 073 PRADISO 06
che, fuggendoli innanzi, dal colubro 077 PRADISO 06
che fu serrato a Giano il suo delubro. 081 PRADISO 06
Ma ciò che 'l segno che parlar mi face 082 PRADISO 06
Ma ciò che 'l segno che parlar mi face 082 PRADISO 06
ché la viva giustizia che mi spira, 088 PRADISO 06
che son cagion di tutti vostri mali. 099 PRADISO 06
che Dio trasmuti l'armi per suoi gigli! 111 PRADISO 06
d'i buoni spirti che son stati attivi 113 PRADISO 06
sì disvïando, pur convien che i raggi 116 PRADISO 06
in noi l'affetto sì, che non si puote 122 PRADISO 06
Ma i Provenzai che fecer contra lui 130 PRADISO 06
che li assegnò sette e cinque per diece, 138 PRADISO 06
che mi diseta con le dolci stille'. 012 PRADISO 07
Ma quella reverenza che s'indonna 013 PRADISO 07
tal, che nel foco faria l'uom felice: 018 PRADISO 07
Per non soffrire a la virtù che vole 025 PRADISO 07
freno a suo prode, quell' uom che non nacque, 026 PRADISO 07
u' la natura, che dal suo fattore 031 PRADISO 07
di paradiso, però che si torse 038 PRADISO 07
La pena dunque che la croce porse 040 PRADISO 07
guardando a la persona che sofferse, 044 PRADISO 07
in che era contratta tal natura. 045 PRADISO 07
quando si dice che giusta vendetta 050 PRADISO 07
La divina bontà, che da sé sperne 064 PRADISO 07
che dispiega le bellezze etterne. 066 PRADISO 07
Ciò che da lei sanza mezzo distilla 067 PRADISO 07
Ciò che da essa sanza mezzo piove 070 PRADISO 07
di sua nobilità convien che caggia. 078 PRADISO 07
Solo il peccato è quel che la disfranca 079 PRADISO 07
per che del lume suo poco s'imbianca; 081 PRADISO 07
o che Dio solo per sua cortesia 091 PRADISO 07
dimesso avesse, o che l'uom per sé isso 092 PRADISO 07
e questa è la cagion per che l'uom fue 101 PRADISO 07
la divina bontà che 'l mondo imprenta, 109 PRADISO 07
che s'elli avesse sol da sé dimesso; 117 PRADISO 07
per che, se ciò ch'è detto è stato vero, 128 PRADISO 07
ma li alimenti che tu hai nomati 133 PRADISO 07
e quelle cose che di lor si fanno 134 PRADISO 07
in queste stelle che 'ntorno a lor vanno. 138 PRADISO 07
di sé sì che poi sempre la disira. 144 PRADISO 07
che li primi parenti intrambo fensi». 148 PRADISO 07
che la bella Ciprigna il folle amore 002 PRADISO 08
per che non pur a lei faceano onore 004 PRADISO 08
che 'l sol vagheggia or da coppa or da ciglio. 012 PRADISO 08
che non paressero impediti e lenti 024 PRADISO 08
e dentro a quei che più innanzi appariro 028 PRADISO 08
sonava 'Osanna' sì, che unque poi 029 PRADISO 08
'Voi che 'ntendendo il terzo ciel movete'; 037 PRADISO 08
e sem sì pien d'amor, che, per piacerti, 038 PRADISO 08
Poscia che li occhi miei si fuoro offerti 040 PRADISO 08
rivolsersi a la luce che promessa 043 PRADISO 08
per allegrezza nova che s'accrebbe, 047 PRADISO 08
molto sarà di mal, che non sarebbe. 051 PRADISO 08
che mi raggia dintorno e mi nasconde 053 PRADISO 08
che s'io fossi giù stato, io ti mostrava 056 PRADISO 08
di mio amor più oltre che le fronde. 057 PRADISO 08
Quella sinistra riva che si lava 058 PRADISO 08
e quel corno d'Ausonia che s'imborga 061 PRADISO 08
di quella terra che 'l Danubio riga 065 PRADISO 08
poi che le ripe tedesche abbandona. 066 PRADISO 08
E la bella Trinacria, che caliga 067 PRADISO 08
che riceve da Euro maggior briga, 069 PRADISO 08
se mala segnoria, che sempre accora 073 PRADISO 08
La sua natura, che di larga parca 082 PRADISO 08
che non curasse di mettere in arca». 084 PRADISO 08
«Però ch'i' credo che l'alta letizia 085 PRADISO 08
che 'l tuo parlar m'infonde, segnor mio, 086 PRADISO 08
poi che, parlando, a dubitar m'hai mosso 092 PRADISO 08
mostrarti un vero, a quel che tu dimandi 095 PRADISO 08
Lo ben che tutto il regno che tu scandi 097 PRADISO 08
Lo ben che tutto il regno che tu scandi 097 PRADISO 08
per che quantunque quest' arco saetta 103 PRADISO 08
Se ciò non fosse, il ciel che tu cammine 106 PRADISO 08
che non sarebbero arti, ma ruine; 108 PRADISO 08
che muovon queste stelle non son manchi, 110 PRADISO 08
e manco il primo, che non li ha perfetti. 111 PRADISO 08
Vuo' tu che questo ver più ti s'imbianchi?». 112 PRADISO 08
che la natura, in quel ch'è uopo, stanchi». 114 PRADISO 08
che, volando per l'aere, il figlio perse. 126 PRADISO 08
da sì vil padre, che si rende a Marte. 132 PRADISO 08
Or quel che t'era dietro t'è davanti: 136 PRADISO 08
ma perché sappi che di te mi giova, 137 PRADISO 08
un corollario voglio che t'ammanti. 138 PRADISO 08
al fondamento che natura pone, 143 PRADISO 08
tal che fia nato a cignersi la spada, 146 PRADISO 08
Da poi che Carlo tuo, bella Clemenza, 001 PRADISO 09
che ricever dovea la sua semenza; 003 PRADISO 09
sì ch'io non posso dir se non che pianto 005 PRADISO 09
rivolta s'era al Sol che la rïempie 008 PRADISO 09
che da sì fatto ben torcete i cuori, 011 PRADISO 09
Onde la luce che m'era ancor nova, 022 PRADISO 09
italica che siede tra Rïalto 026 PRADISO 09
che fece a la contrada un grande assalto. 030 PRADISO 09
che parria forse forte al vostro vulgo. 036 PRADISO 09
del nostro cielo che più m'è propinqua, 038 PRADISO 09
grande fama rimase; e pria che moia, 039 PRADISO 09
che Tagliamento e Adice richiude, 044 PRADISO 09
ma tosto fia che Padova al palude 046 PRADISO 09
cangerà l'acqua che Vincenza bagna, 047 PRADISO 09
che già per lui carpir si fa la ragna. 051 PRADISO 09
de l'empio suo pastor, che sarà sconcia 053 PRADISO 09
sì, che per simil non s'entrò in malta. 054 PRADISO 09
che ricevesse il sangue ferrarese, 056 PRADISO 09
che donerà questo prete cortese 058 PRADISO 09
che questi parlar ne paion buoni». 063 PRADISO 09
che fosse ad altro volta, per la rota 065 PRADISO 09
in che si mise com' era davante. 066 PRADISO 09
L'altra letizia, che m'era già nota 067 PRADISO 09
qual fin balasso in che lo sol percuota. 069 PRADISO 09
diss' io, «beato spirto, sì che nulla 074 PRADISO 09
Dunque la voce tua, che 'l ciel trastulla 076 PRADISO 09
che di sei ali facen la coculla, 078 PRADISO 09
«La maggior valle in che l'acqua si spanda», 082 PRADISO 09
«fuor di quel mar che la terra inghirlanda, 084 PRADISO 09
tanto sen va, che fa meridïano 086 PRADISO 09
tra Ebro e Macra, che per cammin corto 089 PRADISO 09
che fé del sangue suo già caldo il porto. 093 PRADISO 09
di me, infin che si convenne al pelo; 099 PRADISO 09
né quella Rodopëa che delusa 100 PRADISO 09
per che 'l mondo di sù quel di giù torna. 108 PRADISO 09
ten porti che son nate in questa spera, 110 PRADISO 09
che qui appresso me così scintilla 113 PRADISO 09
Or sappi che là entro si tranquilla 115 PRADISO 09
che 'l vostro mondo face, pria ch'altr' alma 119 PRADISO 09
che s'acquistò con l'una e l'altra palma, 123 PRADISO 09
che poco tocca al papa la memoria. 126 PRADISO 09
La tua città, che di colui è pianta 127 PRADISO 09
che pria volse le spalle al suo fattore 128 PRADISO 09
però che fatto ha lupo del pastore. 132 PRADISO 09
si studia, sì che pare a' lor vivagni. 135 PRADISO 09
di Roma che son state cimitero 140 PRADISO 09
a la milizia che Pietro seguette, 141 PRADISO 09
che l'uno e l'altro etternalmente spira, 002 PRADISO 10
di quel maestro che dentro a sé l'ama, 011 PRADISO 10
tanto che mai da lei l'occhio non parte. 012 PRADISO 10
l'oblico cerchio che i pianeti porta, 014 PRADISO 10
per sodisfare al mondo che li chiama. 015 PRADISO 10
Che se la strada lor non fosse torta, 016 PRADISO 10
dietro pensando a ciò che si preliba, 023 PRADISO 10
s'esser vuoi lieto assai prima che stanco. 024 PRADISO 10
che del valor del ciel lo mondo imprenta 029 PRADISO 10
con quella parte che sù si rammenta 031 PRADISO 10
in che più tosto ognora s'appresenta; 033 PRADISO 10
È Bëatrice quella che sì scorge 037 PRADISO 10
che l'atto suo per tempo non si sporge. 039 PRADISO 10
sì nol direi che mai s'imaginasse; 044 PRADISO 10
de l'alto Padre, che sempre la sazia, 050 PRADISO 10
che Bëatrice eclissò ne l'oblio. 060 PRADISO 10
che lo splendor de li occhi suoi ridenti 062 PRADISO 10
più dolci in voce che in vista lucenti: 066 PRADISO 10
che ritenga il fil che fa la zona. 069 PRADISO 10
sì che ritenga il fil che fa la zona. 069 PRADISO 10
tanto che non si posson trar del regno; 072 PRADISO 10
chi non s'impenna sì che là sù voli, 074 PRADISO 10
ma che s'arrestin tacite, ascoltando 080 PRADISO 10
fin che le nove note hanno ricolte. 081 PRADISO 10
verace amore e che poi cresce amando, 084 PRADISO 10
che ti conduce su per quella scala 086 PRADISO 10
questa ghirlanda che 'ntorno vagheggia 092 PRADISO 10
che Domenico mena per cammino 095 PRADISO 10
Questi che m'è a destra più vicino, 097 PRADISO 10
di Grazïan, che l'uno e l'altro foro 104 PRADISO 10
aiutò sì che piace in paradiso. 105 PRADISO 10
quel Pietro fu che con la poverella 107 PRADISO 10
spira di tale amor, che tutto 'l mondo 110 PRADISO 10
saver fu messo, che, se 'l vero è vero, 113 PRADISO 10
che giù in carne più a dentro vide 116 PRADISO 10
l'anima santa che 'l mondo fallace 125 PRADISO 10
che a considerar fu più che viro. 132 PRADISO 10
che a considerar fu più che viro. 132 PRADISO 10
è 'l lume d'uno spirto che 'n pensieri 134 PRADISO 10
che, leggendo nel Vico de li Strami, 137 PRADISO 10
Indi, come orologio che ne chiami 139 PRADISO 10
ne l'ora che la sposa di Dio surge 140 PRADISO 10
che l'una parte e l'altra tira e urge, 142 PRADISO 10
che 'l ben disposto spirto d'amor turge; 144 PRADISO 10
quei che ti fanno in basso batter l'ali! 003 PRADISO 11
Poi che ciascuno fu tornato ne lo 013 PRADISO 11
punto del cerchio in che avanti s'era, 014 PRADISO 11
che pria m'avea parlato, sorridendo 017 PRADISO 11
Tu dubbi, e hai voler che si ricerna 022 PRADISO 11
e qui è uopo che ben si distingua. 027 PRADISO 11
La provedenza, che governa il mondo 028 PRADISO 11
creato è vinto pria che vada al fondo, 030 PRADISO 11
però che andasse ver' lo suo diletto 031 PRADISO 11
che quinci e quindi le fosser per guida. 036 PRADISO 11
De l'un dirò, però che d'amendue 040 PRADISO 11
Intra Tupino e l'acqua che discende 043 PRADISO 11
né valse udir che la trovò sicura 067 PRADISO 11
che, dove Maria rimase giuso, 071 PRADISO 11
tanto che 'l venerabile Bernardo 079 PRADISO 11
che già legava l'umile capestro. 087 PRADISO 11
Poi che la gente poverella crebbe 094 PRADISO 11
E poi che, per la sete del martiro, 100 PRADISO 11
predicò Cristo e li altri che 'l seguiro, 102 PRADISO 11
che le sue membra due anni portarno. 108 PRADISO 11
e comandò che l'amassero a fede; 114 PRADISO 11
Pensa oramai qual fu colui che degno 118 PRADISO 11
per che qual segue lui, com' el comanda, 122 PRADISO 11
discerner puoi che buone merce carca. 123 PRADISO 11
che per diversi salti non si spanda; 126 PRADISO 11
Ben son di quelle che temono 'l danno 130 PRADISO 11
che le cappe fornisce poco panno. 132 PRADISO 11
e vedra' il corrègger che argomenta 138 PRADISO 11
canto che tanto vince nostre muse, 007 PRADISO 12
per lo patto che Dio con Noè puose, 017 PRADISO 12
del mondo che già mai più non s'allaga: 018 PRADISO 12
Poi che 'l tripudio e l'altra festa grande, 022 PRADISO 12
pur come li occhi ch'al piacer che i move 026 PRADISO 12
si mosse voce, che l'ago a la stella 029 PRADISO 12
e cominciò: «L'amor che mi fa bella 031 PRADISO 12
Degno è che, dov' è l'un, l'altro s'induca: 034 PRADISO 12
che, com' elli ad una militaro, 035 PRADISO 12
L'essercito di Cristo, che sì caro 037 PRADISO 12
quando lo 'mperador che sempre regna 040 PRADISO 12
di che si vede Europa rivestire, 048 PRADISO 12
in che soggiace il leone e soggioga: 054 PRADISO 12
che, ne la madre, lei fece profeta. 060 PRADISO 12
Poi che le sponsalizie fuor compiute 061 PRADISO 12
la donna che per lui l'assenso diede, 064 PRADISO 12
sì come de l'agricola che Cristo 071 PRADISO 12
che 'l primo amor che 'n lui fu manifesto, 074 PRADISO 12
che 'l primo amor che 'n lui fu manifesto, 074 PRADISO 12
fu al primo consiglio che diè Cristo. 075 PRADISO 12
tal che si mise a circüir la vigna 086 PRADISO 12
che tosto imbianca, se 'l vignaio è reo. 087 PRADISO 12
E a la sedia che fu già benigna 088 PRADISO 12
ma per colui che siede, che traligna, 090 PRADISO 12
ma per colui che siede, che traligna, 090 PRADISO 12
che i suoi arbuscelli stan più vivi. 105 PRADISO 12
in che la Santa Chiesa si difese 107 PRADISO 12
Ma l'orbita che fé la parte somma 112 PRADISO 12
La sua famiglia, che si mosse dritta 115 PRADISO 12
che quel dinanzi a quel di retro gitta; 117 PRADISO 12
si lagnerà che l'arca li sia tolta. 120 PRADISO 12
da Bagnoregio, che ne' grandi offici 128 PRADISO 12
che fuor de' primi scalzi poverelli 131 PRADISO 12
che nel capestro a Dio si fero amici. 132 PRADISO 12
quindici stelle che 'n diverse plage 004 PRADISO 13
che soperchia de l'aere ogne compage; 006 PRADISO 13
che si comincia in punta de lo stelo 011 PRADISO 13
allora che sentì di morte il gelo; 015 PRADISO 13
che l'uno andasse al primo e l'altro al poi; 018 PRADISO 13
che circulava il punto dov' io era: 021 PRADISO 13
si move il ciel che tutti li altri avanza. 024 PRADISO 13
poscia la luce in che mirabil vita 032 PRADISO 13
Tu credi che nel petto onde la costa 037 PRADISO 13
e in quel che, forato da la lancia, 040 PRADISO 13
che d'ogne colpa vince la bilancia, 042 PRADISO 13
da quel valor che l'uno e l'altro fece; 045 PRADISO 13
quando narrai che non ebbe 'l secondo 047 PRADISO 13
lo ben che ne la quinta luce è chiuso. 048 PRADISO 13
Ciò che non more e ciò che può morire 052 PRADISO 13
Ciò che non more e ciò che può morire 052 PRADISO 13
che partorisce, amando, il nostro Sire; 054 PRADISO 13
ché quella viva luce che sì mea 055 PRADISO 13
dal suo lucente, che non si disuna 056 PRADISO 13
che più non fa che brevi contingenze; 063 PRADISO 13
che più non fa che brevi contingenze; 063 PRADISO 13
le cose generate, che produce 065 PRADISO 13
ch'a l'abito de l'arte ha man che trema. 078 PRADISO 13
che l'umana natura mai non fue 086 PRADISO 13
Ma perché paia ben ciò che non pare, 091 PRADISO 13
pensa chi era, e la cagion che 'l mosse, 092 PRADISO 13
Non ho parlato sì, che tu non posse 094 PRADISO 13
ben veder ch'el fu re, che chiese senno 095 PRADISO 13
acciò che re sufficïente fosse; 096 PRADISO 13
non per sapere il numero in che enno 097 PRADISO 13
in che lo stral di mia intenzion percuote; 105 PRADISO 13
ai regi, che son molti, e ' buon son rari. 108 PRADISO 13
e così puote star con quel che credi 110 PRADISO 13
e al sì e al no che tu non vedi: 114 PRADISO 13
che sanza distinzione afferma e nega 116 PRADISO 13
perch' elli 'ncontra che più volte piega 118 PRADISO 13
Vie più che 'ndarno da riva si parte, 121 PRADISO 13
che furon come spade a le Scritture 128 PRADISO 13
a giudicar, sì come quei che stima 131 PRADISO 13
le biade in campo pria che sien mature; 132 PRADISO 13
per la similitudine che nacque 007 PRADISO 14
che sarete visibili rifatti, 017 PRADISO 14
a la fïata quei che vanno a rota 020 PRADISO 14
Quell' uno e due e tre che sempre vive 028 PRADISO 14
per che s'accrescerà ciò che ne dona 046 PRADISO 14
per che s'accrescerà ciò che ne dona 046 PRADISO 14
crescer l'ardor che di quella s'accende, 050 PRADISO 14
crescer lo raggio che da esso vene. 051 PRADISO 14
Ma sì come carbon che fiamma rende, 052 PRADISO 14
che la sua parvenza si difende; 054 PRADISO 14
così questo folgór che già ne cerchia 055 PRADISO 14
che tutto dì la terra ricoperchia; 057 PRADISO 14
a tutto ciò che potrà dilettarne». 060 PRADISO 14
che ben mostrar disio d'i corpi morti: 063 PRADISO 14
per li padri e per li altri che fuor cari 065 PRADISO 14
anzi che fosser sempiterne fiamme. 066 PRADISO 14
nascere un lustro sopra quel che v'era, 068 PRADISO 14
per guisa d'orizzonte che rischiari. 069 PRADISO 14
che la vista pare e non par vera, 072 PRADISO 14
a li occhi miei che, vinti, nol soffriro! 078 PRADISO 14
mi si mostrò, che tra quelle vedute 080 PRADISO 14
si vuol lasciar che non seguir la mente. 081 PRADISO 14
che mi parea più roggio che l'usato. 087 PRADISO 14
che mi parea più roggio che l'usato. 087 PRADISO 14
ch'io dissi: «O Elïòs che sì li addobbi!». 096 PRADISO 14
Galassia sì, che fa dubbiar ben saggi; 099 PRADISO 14
che fan giunture di quadranti in tondo. 102 PRADISO 14
talvolta l'ombra che, per sua difesa, 116 PRADISO 14
così da' lumi che lì m'apparinno 121 PRADISO 14
che mi rapiva, sanza intender l'inno. 123 PRADISO 14
come a colui che non intende e ode. 126 PRADISO 14
che 'nfino a lì non fu alcuna cosa 128 PRADISO 14
che mi legasse con sì dolci vinci. 129 PRADISO 14
ma chi s'avvede che i vivi suggelli 133 PRADISO 14
Benigna volontade in che si liqua 001 PRADISO 15
sempre l'amor che drittamente spira, 002 PRADISO 15
che la destra del cielo allenta e tira. 006 PRADISO 15
quelle sustanze che, per darmi voglia 008 PRADISO 15
Bene è che sanza termine si doglia 010 PRADISO 15
chi, per amor di cosa che non duri 011 PRADISO 15
movendo li occhi che stavan sicuri, 015 PRADISO 15
e pare stella che tramuti loco, 016 PRADISO 15
se non che da la parte ond' e' s'accende 017 PRADISO 15
tale dal corno che 'n destro si stende 019 PRADISO 15
de la costellazion che lì resplende; 021 PRADISO 15
che parve foco dietro ad alabastro. 024 PRADISO 15
fu sì sfogato, che 'l parlar discese 044 PRADISO 15
la prima cosa che per me s'intese, 046 PRADISO 15
che nel mio seme se' tanto cortese!». 048 PRADISO 15
Tu credi che a me tuo pensier mei 055 PRADISO 15
che alcun altro in questa turba gaia. 060 PRADISO 15
in che, prima che pensi, il pensier pandi; 063 PRADISO 15
in che, prima che pensi, il pensier pandi; 063 PRADISO 15
ma perché 'l sacro amore in che io veglio 064 PRADISO 15
con perpetüa vista e che m'asseta 065 PRADISO 15
a che la mia risposta è già decreta!». 069 PRADISO 15
che fece crescer l'ali al voler mio. 072 PRADISO 15
però che 'l sol che v'allumò e arse, 076 PRADISO 15
però che 'l sol che v'allumò e arse, 076 PRADISO 15
che tutte simiglianze sono scarse. 078 PRADISO 15
ond' io, che son mortal, mi sento in questa 082 PRADISO 15
che questa gioia prezïosa ingemmi, 086 PRADISO 15
«O fronda mia in che io compiacemmi 088 PRADISO 15
tua cognazione e che cent' anni e piùe 092 PRADISO 15
ben si convien che la lunga fatica 095 PRADISO 15
che fosse a veder più che la persona. 102 PRADISO 15
che fosse a veder più che la persona. 102 PRADISO 15
la figlia al padre, che 'l tempo e la dote 104 PRADISO 15
a mostrar ciò che 'n camera si puote. 108 PRADISO 15
dal vostro Uccellatoio, che, com' è vinto 110 PRADISO 15
che prima i padri e le madri trastulla; 123 PRADISO 15
Ben se' tu manto che tosto raccorce: 007 PRADISO 16
che, se non s'appon di dì in die, 008 PRADISO 16
Dal 'voi' che prima a Roma s'offerie, 010 PRADISO 16
in che la sua famiglia men persevra, 011 PRADISO 16
ridendo, parve quella che tossio 014 PRADISO 16
la mente mia, che di sé fa letizia 020 PRADISO 16
perché può sostener che non si spezza. 021 PRADISO 16
che si segnaro in vostra püerizia; 024 PRADISO 16
dissemi: «Da quel dì che fu detto 'Ave' 034 PRADISO 16
al parto in che mia madre, ch'è or santa, 035 PRADISO 16
da quei che corre il vostro annüal gioco. 042 PRADISO 16
più è tacer che ragionare onesto. 045 PRADISO 16
che averle dentro e sostener lo puzzo 055 PRADISO 16
che già per barattare ha l'occhio aguzzo! 057 PRADISO 16
che si sarebbe vòlto a Simifonti, 062 PRADISO 16
come del vostro il cibo che s'appone; 069 PRADISO 16
che cieco agnello; e molte volte taglia 071 PRADISO 16
più e meglio una che le cinque spade. 072 PRADISO 16
poscia che le cittadi termine hanno. 078 PRADISO 16
che dura molto, e le vite son corte. 081 PRADISO 16
per che non dee parer mirabil cosa 085 PRADISO 16
che tosto fia iattura de la barca, 096 PRADISO 16
Lo ceppo di che nacquero i Calfucci 106 PRADISO 16
Oh quali io vidi quei che son disfatti 109 PRADISO 16
che, sempre che la vostra chiesa vaca, 113 PRADISO 16
che, sempre che la vostra chiesa vaca, 113 PRADISO 16
L'oltracotata schiatta che s'indraca 115 PRADISO 16
che non piacque ad Ubertin Donato 119 PRADISO 16
che poï il suocero il fé lor parente. 120 PRADISO 16
che si nomava da quei de la Pera. 126 PRADISO 16
Ciascun che de la bella insegna porta 127 PRADISO 16
avvegna che con popol si rauni 131 PRADISO 16
oggi colui che la fascia col fregio. 132 PRADISO 16
La casa di che nacque il vostro fleto, 136 PRADISO 16
per lo giusto disdegno che v'ha morti 137 PRADISO 16
Molti sarebber lieti, che son tristi, 142 PRADISO 16
che guarda 'l ponte, che Fiorenza fesse 146 PRADISO 16
che guarda 'l ponte, che Fiorenza fesse 146 PRADISO 16
che non avea cagione onde piangesse. 150 PRADISO 16
e giusto il popol suo, tanto che 'l giglio 152 PRADISO 16
che pria per me avea mutato sito. 006 PRADISO 17
Per che mia donna «Manda fuor la vampa 007 PRADISO 17
a dir la sete, sì che l'uom ti mesca». 012 PRADISO 17
«O cara piota mia che sì t'insusi, 013 PRADISO 17
che, come veggion le terrene menti 014 PRADISO 17
anzi che sieno in sé, mirando il punto 017 PRADISO 17
su per lo monte che l'anime cura 020 PRADISO 17
per che la voglia mia saria contenta 025 PRADISO 17
che pria m'avea parlato; e come volle 029 PRADISO 17
Né per ambage, in che la gente folle 031 PRADISO 17
già s'inviscava pria che fosse anciso 032 PRADISO 17
l'Agnel di Dio che le peccata tolle, 033 PRADISO 17
«La contingenza, che fuor del quaderno 037 PRADISO 17
se non come dal viso in che si specchia 041 PRADISO 17
nave che per torrente giù discende. 042 PRADISO 17
a vista il tempo che ti s'apparecchia. 045 PRADISO 17
fia testimonio al ver che la dispensa. 054 PRADISO 17
che l'arco de lo essilio pria saetta. 057 PRADISO 17
E quel che più ti graverà le spalle, 061 PRADISO 17
che tutta ingrata, tutta matta ed empia 064 PRADISO 17
che 'n su la scala porta il santo uccello; 072 PRADISO 17
che del fare e del chieder, tra voi due, 074 PRADISO 17
fia primo quel che tra li altri è più tardo. 075 PRADISO 17
Con lui vedrai colui che 'mpresso fue, 076 PRADISO 17
che notabili fier l'opere sue. 078 PRADISO 17
ma pria che 'l Guasco l'alto Arrigo inganni, 082 PRADISO 17
saranno ancora, sì che ' suoi nemici 086 PRADISO 17
incredibili a quei che fier presente. 093 PRADISO 17
di quel che ti fu detto; ecco le 'nsidie 095 PRADISO 17
che dietro a pochi giri son nascose. 096 PRADISO 17
poscia che s'infutura la tua vita 098 PRADISO 17
vie più là che 'l punir di lor perfidie». 099 PRADISO 17
Poi che, tacendo, si mostrò spedita 100 PRADISO 17
io cominciai, come colui che brama, 103 PRADISO 17
che vede e vuol dirittamente e ama: 105 PRADISO 17
per che di provedenza è buon ch'io m'armi, 109 PRADISO 17
che, se loco m'è tolto più caro, 110 PRADISO 17
ho io appreso quel che s'io ridico, 116 PRADISO 17
che questo tempo chiameranno antico». 120 PRADISO 17
La luce in che rideva il mio tesoro 121 PRADISO 17
che le più alte cime più percuote; 134 PRADISO 17
pur l'anime che son di fama note, 138 PRADISO 17
che l'animo di quel ch'ode, non posa 139 PRADISO 17
né per altro argomento che non paia». 142 PRADISO 17
ma per la mente che non può redire 011 PRADISO 18
che, rimirando lei, lo mio affetto 014 PRADISO 18
fin che 'l piacere etterno, che diretto 016 PRADISO 18
fin che 'l piacere etterno, che diretto 016 PRADISO 18
che da lui sia tutta l'anima tolta, 024 PRADISO 18
de l'albero che vive de la cima 029 PRADISO 18
spiriti son beati, che giù, prima 031 PRADISO 18
che venissero al ciel, fuor di gran voce, 032 PRADISO 18
che fa in nube il suo foco veloce». 036 PRADISO 18
né mi fu noto il dir prima che 'l fatto. 039 PRADISO 18
mostrommi l'alma che m'avea parlato 050 PRADISO 18
tanto gioconde, che la sua sembianza 056 PRADISO 18
s'accorge che la sua virtute avanza, 060 PRADISO 18
sì m'accors' io che 'l mio girare intorno 061 PRADISO 18
sesta, che dentro a sé m'avea ricolto. 069 PRADISO 18
lo sfavillar de l'amor che lì era 071 PRADISO 18
O diva Pegasëa che li 'ngegni 082 PRADISO 18
rimasero ordinate; sì che Giove 095 PRADISO 18
sì come 'l sol che l'accende sortille; 105 PRADISO 18
Quei che dipinge lì, non ha chi 'l guidi; 109 PRADISO 18
L'altra bëatitudo, che contenta 112 PRADISO 18
mi dimostraro che nostra giustizia 116 PRADISO 18
effetto sia del ciel che tu ingemme! 117 PRADISO 18
Per ch'io prego la mente in che s'inizia 118 PRADISO 18
tuo moto e tua virtute, che rimiri 119 PRADISO 18
ond' esce il fummo che 'l tuo raggio vizia; 120 PRADISO 18
che si murò di segni e di martìri. 123 PRADISO 18
adora per color che sono in terra 125 PRADISO 18
lo pan che 'l pïo Padre a nessun serra. 129 PRADISO 18
Ma tu che sol per cancellare scrivi, 130 PRADISO 18
pensa che Pietro e Paulo, che moriro 131 PRADISO 18
pensa che Pietro e Paulo, che moriro 131 PRADISO 18
per la vigna che guasti, ancor son vivi. 132 PRADISO 18
sì a colui che volle viver solo 134 PRADISO 18
e che per salti fu tratto al martiro, 135 PRADISO 18
la bella image che nel dolce frui 002 PRADISO 19
che ne' miei occhi rifrangesse lui. 006 PRADISO 19
E quel che mi convien ritrar testeso, 007 PRADISO 19
che non si lascia vincere a disio; 015 PRADISO 19
sì fatta, che le genti lì malvage 017 PRADISO 19
de l'etterna letizia, che pur uno 023 PRADISO 19
che lungamente m'ha tenuto in fame, 026 PRADISO 19
Ben so io che, se 'n cielo altro reame 028 PRADISO 19
che 'l vostro non l'apprende con velame. 030 PRADISO 19
dubbio che m'è digiun cotanto vecchio». 033 PRADISO 19
vid' io farsi quel segno, che di laude 037 PRADISO 19
Poi cominciò: «Colui che volse il sesto 040 PRADISO 19
in tutto l'universo, che 'l suo verbo 044 PRADISO 19
E ciò fa certo che 'l primo superbo, 046 PRADISO 19
che fu la somma d'ogne creatura, 047 PRADISO 19
che non ha fine e sé con sé misura. 051 PRADISO 19
Dunque vostra veduta, che convene 052 PRADISO 19
di che tutte le cose son ripiene, 054 PRADISO 19
tanto, che suo principio discerna 056 PRADISO 19
molto di là da quel che l'è parvente. 057 PRADISO 19
la vista che riceve il vostro mondo, 059 PRADISO 19
che, ben che da la proda veggia il fondo, 061 PRADISO 19
che, ben che da la proda veggia il fondo, 061 PRADISO 19
che non si turba mai; anzi è tenèbra 065 PRADISO 19
che t'ascondeva la giustizia viva, 068 PRADISO 19
di che facei question cotanto crebra; 069 PRADISO 19
ov' è questa giustizia che 'l condanna? 077 PRADISO 19
Or tu chi se', che vuo' sedere a scranna, 079 PRADISO 19
Certo a colui che meco s'assottiglia, 082 PRADISO 19
la benedetta imagine, che l'ali 095 PRADISO 19
son le mie note a te, che non le 'ntendi, 098 PRADISO 19
che fé i Romani al mondo reverendi, 102 PRADISO 19
che saranno in giudicio assai men prope 107 PRADISO 19
a lui, che tal che non conosce Cristo; 108 PRADISO 19
a lui, che tal che non conosce Cristo; 108 PRADISO 19
Che poran dir li Perse a' vostri regi, 112 PRADISO 19
quella che tosto moverà la penna, 116 PRADISO 19
per che 'l regno di Praga fia diserto. 117 PRADISO 19
Lì si vedrà il duol che sovra Senna 118 PRADISO 19
quel che morrà di colpo di cotenna. 120 PRADISO 19
che fa lo Scotto e l'Inghilese folle, 122 PRADISO 19
che non può soffrir dentro a sua meta. 123 PRADISO 19
che mai valor non conobbe né volle. 126 PRADISO 19
di quei che guarda l'isola del foco, 131 PRADISO 19
che noteranno molto in parvo loco. 135 PRADISO 19
del barba e del fratel, che tanto egregia 137 PRADISO 19
che male ha visto il conio di Vinegia. 141 PRADISO 19
se s'armasse del monte che la fascia! 144 PRADISO 19
E creder de' ciascun che già, per arra 145 PRADISO 19
che dal fianco de l'altre non si scosta». 148 PRADISO 19
Quando colui che tutto 'l mondo alluma 001 PRADISO 20
che 'l giorno d'ogne parte si consuma, 003 PRADISO 20
lo ciel, che sol di lui prima s'accende, 004 PRADISO 20
per molte luci, in che una risplende; 006 PRADISO 20
però che tutte quelle vive luci, 010 PRADISO 20
O dolce amor che di riso t'ammanti, 013 PRADISO 20
Poscia che i cari e lucidi lapilli 016 PRADISO 20
che scende chiaro giù di pietra in pietra, 020 PRADISO 20
de la sampogna vento che penètra, 024 PRADISO 20
«La parte in me che vede e pate il sole 031 PRADISO 20
Colui che luce in mezzo per pupilla, 037 PRADISO 20
che l'arca traslatò di villa in villa: 039 PRADISO 20
Dei cinque che mi fan cerchio per ciglio, 043 PRADISO 20
colui che più al becco mi s'accosta, 044 PRADISO 20
E quel che segue in la circunferenza 049 PRADISO 20
di che ragiono, per l'arco superno, 050 PRADISO 20
ora conosce che 'l giudicio etterno 052 PRADISO 20
L'altro che segue, con le leggi e meco, 055 PRADISO 20
sotto buona intenzion che fé mal frutto, 056 PRADISO 20
avvegna che sia 'l mondo indi distrutto. 060 PRADISO 20
E quel che vedi ne l'arco declivo, 061 PRADISO 20
che piagne Carlo e Federigo vivo: 063 PRADISO 20
che Rifëo Troiano in questo tondo 068 PRADISO 20
Ora conosce assai di quel che 'l mondo 070 PRADISO 20
ben che sua vista non discerna il fondo». 072 PRADISO 20
Quale allodetta che 'n aere si spazia 073 PRADISO 20
de l'ultima dolcezza che la sazia, 075 PRADISO 20
ma de la bocca, «Che cose son queste?», 082 PRADISO 20
«Io veggio che tu credi queste cose 088 PRADISO 20
che, se son credute, sono ascose. 090 PRADISO 20
Fai come quei che la cosa per nome 091 PRADISO 20
che vince la divina volontate: 096 PRADISO 20
non a guisa che l'omo a l'om sobranza, 097 PRADISO 20
di viva spene, che mise la possa 109 PRADISO 20
che potesse sua voglia esser mossa. 111 PRADISO 20
tornata ne la carne, in che fu poco, 113 PRADISO 20
credette in lui che potëa aiutarla; 114 PRADISO 20
L'altra, per grazia che da sì profonda 118 PRADISO 20
fontana stilla, che mai creatura 119 PRADISO 20
per che, di grazia in grazia, Dio li aperse 122 PRADISO 20
che tu vedesti da la destra rota, 128 PRADISO 20
che la prima cagion non veggion tota! 132 PRADISO 20
a giudicar: ché noi, che Dio vedemo, 134 PRADISO 20
che quel che vole Iddio, e noi volemo». 138 PRADISO 20
che quel che vole Iddio, e noi volemo». 138 PRADISO 20
in che più di piacer lo canto acquista, 144 PRADISO 20
ché la bellezza mia, che per le scale 007 PRADISO 21
che 'l tuo mortal podere, al suo fulgore, 011 PRADISO 21
sarebbe fronda che trono scoscende. 012 PRADISO 21
che sotto 'l petto del Leone ardente 014 PRADISO 21
che 'n questo specchio ti sarà parvente». 018 PRADISO 21
Dentro al cristallo che 'l vocabol porta, 025 PRADISO 21
di color d'oro in che raggio traluce 028 PRADISO 21
tanto, che nol seguiva la mia luce. 030 PRADISO 21
che par nel ciel, quindi fosse diffuso. 033 PRADISO 21
tal modo parve me che quivi fosse 040 PRADISO 21
in quello sfavillar che 'nsieme venne, 041 PRADISO 21
E quel che presso più ci si ritenne, 043 PRADISO 21
'Io veggio ben l'amor che tu m'accenne. 045 PRADISO 21
Per ch'ella, che vedëa il tacer mio 049 PRADISO 21
nel veder di colui che tutto vede, 050 PRADISO 21
ma per colei che 'l chieder mi concede, 054 PRADISO 21
vita beata che ti stai nascosta 055 PRADISO 21
la cagion che sì presso mi t'ha posta; 057 PRADISO 21
che giù per l'altre suona sì divota». 060 PRADISO 21
per quel che Bëatrice non ha riso. 063 PRADISO 21
col dire e con la luce che mi ammanta; 066 PRADISO 21
Ma l'alta carità, che ci fa serve 070 PRADISO 21
pronte al consiglio che 'l mondo governa, 071 PRADISO 21
che del suo mezzo fece il lume centro, 080 PRADISO 21
poi rispuose l'amor che v'era dentro: 082 PRADISO 21
Ma quell' alma nel ciel che più si schiara, 091 PRADISO 21
quel serafin che 'n Dio più l'occhio ha fisso, 092 PRADISO 21
però che sì s'innoltra ne lo abisso 094 PRADISO 21
de l'etterno statuto quel che chiedi, 095 PRADISO 21
che da ogne creata vista è scisso. 096 PRADISO 21
questo rapporta, sì che non presumma 098 PRADISO 21
La mente, che qui luce, in terra fumma; 100 PRADISO 21
quel che non pote perché 'l ciel l'assumma». 102 PRADISO 21
tanto che ' troni assai suonan più bassi, 108 PRADISO 21
e fanno un gibbo che si chiama Catria, 109 PRADISO 21
che suole esser disposto a sola latria». 111 PRADISO 21
che pur con cibi di liquor d'ulivi 115 PRADISO 21
che tosto convien che si riveli. 120 PRADISO 21
sì che tosto convien che si riveli. 120 PRADISO 21
che pur di male in peggio si travasa. 126 PRADISO 21
che due bestie van sott' una pelle: 134 PRADISO 21
oh pazïenza che tanto sostieni!». 135 PRADISO 21
che non potrebbe qui assomigliarsi; 141 PRADISO 21
mi volsi, come parvol che ricorre 002 PRADISO 22
e quella, come madre che soccorre 004 PRADISO 22
con la sua voce, che 'l suol ben disporre, 006 PRADISO 22
mi disse: «Non sai tu che tu se' in cielo? 007 PRADISO 22
e non sai tu che 'l cielo è tutto santo, 008 PRADISO 22
e ciò che ci si fa vien da buon zelo? 009 PRADISO 22
poscia che 'l grido t'ha mosso cotanto; 012 PRADISO 22
che tu vedrai innanzi che tu muoi. 015 PRADISO 22
che tu vedrai innanzi che tu muoi. 015 PRADISO 22
che disïando o temendo l'aspetta. 018 PRADISO 22
e vidi cento sperule che 'nsieme 023 PRADISO 22
Io stava come quei che 'n sé repreme 025 PRADISO 22
com' io la carità che tra noi arde, 032 PRADISO 22
pur al pensier, da che sì ti riguarde. 036 PRADISO 22
e quel son io che sù vi portai prima 040 PRADISO 22
lo nome di colui che 'n terra addusse 041 PRADISO 22
la verità che tanto ci soblima; 042 PRADISO 22
da l'empio cólto che 'l mondo sedusse. 045 PRADISO 22
che fa nascere i fiori e ' frutti santi. 048 PRADISO 22
qui son li frati miei che dentro ai chiostri 050 PRADISO 22
E io a lui: «L'affetto che dimostri 052 PRADISO 22
Le mura che solieno esser badia 076 PRADISO 22
che fa il cor de' monaci sì folle; 081 PRADISO 22
è de la gente che per Dio dimanda; 083 PRADISO 22
che giù non basta buon cominciamento 086 PRADISO 22
mirabile a veder che qui 'l soccorso». 096 PRADISO 22
che segue il Tauro e fui dentro da esso. 111 PRADISO 22
tutto, qual che si sia, il mio ingegno, 114 PRADISO 22
d'entrar ne l'alta rota che vi gira, 119 PRADISO 22
al passo forte che a sé la tira. 123 PRADISO 22
cominciò Bëatrice, «che tu dei 125 PRADISO 22
e però, prima che tu più t'inlei, 127 PRADISO 22
che 'l tuo cor, quantunque può, giocondo 130 PRADISO 22
che lieta vien per questo etera tondo». 132 PRADISO 22
che l'ha per meno; e chi ad altro pensa 137 PRADISO 22
sanza quell' ombra che mi fu cagione 140 PRADISO 22
per che già la credetti rara e densa. 141 PRADISO 22
il varïar che fanno di lor dove; 147 PRADISO 22
L'aiuola che ci fa tanto feroci, 151 PRADISO 22
la notte che le cose ci nasconde, 003 PRADISO 23
che, per veder li aspetti disïati 004 PRADISO 23
in che gravi labor li sono aggrati, 006 PRADISO 23
fiso guardando pur che l'alba nasca; 009 PRADISO 23
che, veggendola io sospesa e vaga, 013 PRADISO 23
fecimi qual è quei che disïando 014 PRADISO 23
Pariemi che 'l suo viso ardesse tutto, 022 PRADISO 23
che passarmen convien sanza costrutto. 024 PRADISO 23
che dipingon lo ciel per tutti i seni, 027 PRADISO 23
un sol che tutte quante l'accendea, 029 PRADISO 23
nel viso mio, che non la sostenea. 033 PRADISO 23
Ella mi disse: «Quel che ti sobranza 035 PRADISO 23
per dilatarsi sì che non vi cape, 041 PRADISO 23
e che si fesse rimembrar non sape. 045 PRADISO 23
tu hai vedute cose, che possente 047 PRADISO 23
Io era come quei che si risente 049 PRADISO 23
di visïone oblita e che s'ingegna 050 PRADISO 23
di tanto grato, che mai non si stingue 053 PRADISO 23
del libro che 'l preterito rassegna. 054 PRADISO 23
che Polimnïa con le suore fero 056 PRADISO 23
e l'omero mortal che se ne carca, 065 PRADISO 23
quel che fendendo va l'ardita prora, 068 PRADISO 23
che tu non ti rivolgi al bel giardino 071 PRADISO 23
che sotto i raggi di Cristo s'infiora? 072 PRADISO 23
Quivi è la rosa in che 'l verbo divino 073 PRADISO 23
Così Beatrice; e io, che a' suoi consigli 076 PRADISO 23
Come a raggio di sol, che puro mei 079 PRADISO 23
O benigna vertù che sì li 'mprenti, 085 PRADISO 23
a li occhi lì che non t'eran possenti. 087 PRADISO 23
che là sù vince come qua giù vinse, 093 PRADISO 23
parrebbe nube che squarciata tona, 099 PRADISO 23
«Io sono amore angelico, che giro 103 PRADISO 23
l'alta letizia che spira del ventre 104 PRADISO 23
che fu albergo del nostro disiro; 105 PRADISO 23
che seguirai tuo figlio, e farai dia 107 PRADISO 23
del mondo, che più ferve e più s'avviva 113 PRADISO 23
tanto distante, che la sua parvenza, 116 PRADISO 23
che si levò appresso sua semenza. 120 PRADISO 23
E come fantolin che 'nver' la mamma 121 PRADISO 23
tende le braccia, poi che 'l latte prese, 122 PRADISO 23
per l'animo che 'nfin di fuor s'infiamma; 123 PRADISO 23
con la sua cima, sì che l'alto affetto 125 PRADISO 23
che mai da me non si partì 'l diletto. 129 PRADISO 23
Oh quanta è l'ubertà che si soffolce 130 PRADISO 23
in quelle arche ricchissime che fuoro 131 PRADISO 23
che s'acquistò piangendo ne lo essilio 134 PRADISO 23
colui che tien le chiavi di tal gloria. 139 PRADISO 23
sì, che la vostra voglia è sempre piena, 003 PRADISO 24
di quel che cade de la vostra mensa, 005 PRADISO 24
prima che morte tempo li prescriba, 006 PRADISO 24
si giran sì, che 'l primo a chi pon mente 014 PRADISO 24
quïeto pare, e l'ultimo che voli; 015 PRADISO 24
che nullo vi lasciò di più chiarezza; 021 PRADISO 24
che la mia fantasia nol mi ridice. 024 PRADISO 24
non che 'l parlare, è troppo color vivo. 027 PRADISO 24
«O santa suora mia che sì ne prieghe 028 PRADISO 24
che favellò così com' i' ho detto. 033 PRADISO 24
fin che 'l maestro la question propone, 047 PRADISO 24
fede che è?». Ond' io levai la fronte 053 PRADISO 24
«La Grazia che mi dà ch'io mi confessi», 058 PRADISO 24
che mise teco Roma nel buon filo, 063 PRADISO 24
che mi largiscon qui la lor parvenza, 071 PRADISO 24
che l'esser loro v'è in sola credenza, 073 PRADISO 24
che nel suo conio nulla mi s'inforsa». 087 PRADISO 24
che lì splendeva: «Questa cara gioia 089 PRADISO 24
è silogismo che la m'ha conchiusa 094 PRADISO 24
acutamente sì, che 'nverso d'ella 095 PRADISO 24
proposizion che così ti conchiude, 098 PRADISO 24
E io: «La prova che 'l ver mi dischiude, 100 PRADISO 24
son l'opere seguite, a che natura 101 PRADISO 24
che quell' opere fosser? Quel medesmo 104 PRADISO 24
che vuol provarsi, non altri, il ti giura». 105 PRADISO 24
è tal, che li altri non sono il centesmo: 108 PRADISO 24
che fu già vite e ora è fatta pruno». 111 PRADISO 24
ne la melode che là sù si canta. 114 PRADISO 24
E quel baron che sì di ramo in ramo, 115 PRADISO 24
che a l'ultime fronde appressavamo, 117 PRADISO 24
ricominciò: «La Grazia, che donnea 118 PRADISO 24
sì ch'io approvo ciò che fuori emerse; 121 PRADISO 24
ma or convien espremer quel che credi, 122 PRADISO 24
«O santo padre, e spirito che vedi 124 PRADISO 24
ciò che credesti sì, che tu vincesti 125 PRADISO 24
ciò che credesti sì, che tu vincesti 125 PRADISO 24
solo ed etterno, che tutto 'l ciel move, 131 PRADISO 24
anche la verità che quinci piove 135 PRADISO 24
per l'Evangelio e per voi che scriveste 137 PRADISO 24
poi che l'ardente Spirto vi fé almi; 138 PRADISO 24
che soffera congiunto 'sono' ed 'este'. 141 PRADISO 24
che si dilata in fiamma poi vivace, 146 PRADISO 24
Come 'l segnor ch'ascolta quel che i piace, 148 PRADISO 24
Se mai continga che 'l poema sacro 001 PRADISO 25
che m'ha fatto per molti anni macro, 003 PRADISO 25
vinca la crudeltà che fuor mi serra 004 PRADISO 25
nimico ai lupi che li danno guerra; 006 PRADISO 25
però che ne la fede, che fa conte 010 PRADISO 25
però che ne la fede, che fa conte 010 PRADISO 25
che lasciò Cristo d'i vicari suoi; 015 PRADISO 25
laudando il cibo che là sù li prande. 024 PRADISO 25
Ma poi che 'l gratular si fu assolto, 025 PRADISO 25
ignito sì che vincëa 'l mio volto. 027 PRADISO 25
tu sai, che tante fiate la figuri, 032 PRADISO 25
«Leva la testa e fa che t'assicuri: 034 PRADISO 25
che ciò che vien qua sù del mortal mondo, 035 PRADISO 25
che ciò che vien qua sù del mortal mondo, 035 PRADISO 25
che li 'ncurvaron pria col troppo pondo. 039 PRADISO 25
«Poi che per grazia vuol che tu t'affronti 040 PRADISO 25
«Poi che per grazia vuol che tu t'affronti 040 PRADISO 25
che, veduto il ver di questa corte, 043 PRADISO 25
la spene, che là giù bene innamora, 044 PRADISO 25
E quella pïa che guidò le penne 049 PRADISO 25
nel Sol che raggia tutto nostro stuolo: 054 PRADISO 25
però li è conceduto che d'Egitto 055 PRADISO 25
anzi che 'l militar li sia prescritto. 057 PRADISO 25
Li altri due punti, che non per sapere 058 PRADISO 25
che fu sommo cantor del sommo duce. 072 PRADISO 25
dice, 'color che sanno il nome tuo': 074 PRADISO 25
ancor ver' la virtù che mi seguette 083 PRADISO 25
vuol ch'io respiri a te che ti dilette 085 PRADISO 25
di lei; ed emmi a grato che tu diche 086 PRADISO 25
quello che la speranza ti 'mpromette». 087 PRADISO 25
de l'anime che Dio s'ha fatte amiche. 090 PRADISO 25
Dice Isaia che ciascuna vestita 091 PRADISO 25
a che rispuoser tutte le carole. 099 PRADISO 25
che, se 'l Cancro avesse un tal cristallo, 101 PRADISO 25
venire a' due che si volgieno a nota 107 PRADISO 25
«Questi è colui che giacque sopra 'l petto 112 PRADISO 25
poscia che prima le parole sue. 117 PRADISO 25
che, per veder, non vedente diventa; 120 PRADISO 25
mentre che detto fu: «Perché t'abbagli 122 PRADISO 25
per veder cosa che qui non ha loco? 123 PRADISO 25
tanto con li altri, che 'l numero nostro 125 PRADISO 25
son le due luci sole che saliro; 128 PRADISO 25
che si facea nel suon del trino spiro, 132 PRADISO 25
de la fulgida fiamma che lo spense 002 PRADISO 26
uscì un spiro che mi fece attento, 003 PRADISO 26
dicendo: «Intanto che tu ti risense 004 PRADISO 26
de la vista che haï in me consunta, 005 PRADISO 26
ben è che ragionando la compense. 006 PRADISO 26
l'anima tua, e fa ragion che sia 008 PRADISO 26
perché la donna che per questa dia 010 PRADISO 26
vegna remedio a li occhi, che fuor porte 014 PRADISO 26
Lo ben che fa contenta questa corte, 016 PRADISO 26
Quella medesma voce che paura 019 PRADISO 26
e per autorità che quinci scende 026 PRADISO 26
cotale amor convien che in me si 'mprenti: 027 PRADISO 26
che ciascun ben che fuor di lei si trova 032 PRADISO 26
che ciascun ben che fuor di lei si trova 032 PRADISO 26
più che in altra convien che si mova 034 PRADISO 26
più che in altra convien che si mova 034 PRADISO 26
la mente, amando, di ciascun che cerne 035 PRADISO 26
il vero in che si fonda questa prova. 036 PRADISO 26
colui che mi dimostra il primo amore 038 PRADISO 26
che dice a Moïsè, di sé parlando: 041 PRADISO 26
l'alto preconio che grida l'arcano 044 PRADISO 26
tirarti verso lui, sì che tu suone 050 PRADISO 26
che posson far lo cor volgere a Dio, 056 PRADISO 26
e quel che spera ogne fedel com' io, 060 PRADISO 26
per lo spirto visivo che ricorre 071 PRADISO 26
a lo splendor che va di gonna in gonna, 072 PRADISO 26
e lo svegliato ciò che vede aborre, 073 PRADISO 26
fin che la stimativa non soccorre; 075 PRADISO 26
che rifulgea da più di mille milia: 078 PRADISO 26
onde mei che dinanzi vidi poi; 079 PRADISO 26
che la prima virtù creasse mai». 084 PRADISO 26
Come la fronda che flette la cima 085 PRADISO 26
per la propria virtù che la soblima, 087 PRADISO 26
E cominciai: «O pomo che maturo 091 PRADISO 26
che l'affetto convien che si paia 098 PRADISO 26
sì che l'affetto convien che si paia 098 PRADISO 26
per lo seguir che face a lui la 'nvoglia; 099 PRADISO 26
che tu qualunque cosa t'è più certa; 105 PRADISO 26
che fa di sé pareglio a l'altre cose, 107 PRADISO 26
Tu vuogli udir quant' è che Dio mi puose 109 PRADISO 26
e l'idïoma ch'usai e che fei. 114 PRADISO 26
innanzi che a l'ovra inconsummabile 125 PRADISO 26
per lo piacere uman che rinovella 128 PRADISO 26
poi fare a voi secondo che v'abbella. 132 PRADISO 26
onde vien la letizia che mi fascia; 135 PRADISO 26
in ramo, che sen va e altra vene. 138 PRADISO 26
Nel monte che si leva più da l'onda, 139 PRADISO 26
da la prim' ora a quella che seconda, 141 PRADISO 26
che m'inebrïava il dolce canto. 003 PRADISO 27
de l'universo; per che mia ebbrezza 005 PRADISO 27
stavano accese, e quella che pria venne 011 PRADISO 27
La provedenza, che quivi comparte 016 PRADISO 27
il luogo mio, il luogo mio, che vaca 023 PRADISO 27
che cadde di qua sù, là giù si placa». 027 PRADISO 27
Di quel color che per lo sole avverso 028 PRADISO 27
E come donna onesta che permane 031 PRADISO 27
e tale eclissi credo che 'n ciel fue 035 PRADISO 27
che la sembianza non si mutò piùe: 039 PRADISO 27
che le chiavi che mi fuor concesse, 049 PRADISO 27
né che le chiavi che mi fuor concesse, 049 PRADISO 27
che contra battezzati combattesse; 051 PRADISO 27
a che vil fine convien che tu caschi! 060 PRADISO 27
a che vil fine convien che tu caschi! 060 PRADISO 27
Ma l'alta provedenza, che con Scipio 061 PRADISO 27
e tu, figliuol, che per lo mortal pondo 064 PRADISO 27
che fatto avien con noi quivi soggiorno. 072 PRADISO 27
e seguì fin che 'l mezzo, per lo molto, 074 PRADISO 27
Onde la donna, che mi vide assolto 076 PRADISO 27
che fa dal mezzo al fine il primo clima; 081 PRADISO 27
La mente innamorata, che donnea 088 PRADISO 27
ad essa li occhi più che mai ardea; 090 PRADISO 27
ver' lo piacer divin che mi refulse, 095 PRADISO 27
E la virtù che lo sguardo m'indulse, 097 PRADISO 27
Ma ella, che vedëa 'l mio disire, 103 PRADISO 27
che Dio parea nel suo volto gioire: 105 PRADISO 27
«La natura del mondo, che quïeta 106 PRADISO 27
che la mente divina, in che s'accende 110 PRADISO 27
che la mente divina, in che s'accende 110 PRADISO 27
l'amor che 'l volge e la virtù ch'ei piove. 111 PRADISO 27
colui che 'l cinge solamente intende. 114 PRADISO 27
Oh cupidigia che i mortali affonde 121 PRADISO 27
sì sotto te, che nessuno ha podere 122 PRADISO 27
pria fugge che le guance sian coperte. 129 PRADISO 27
che poi divora, con la lingua sciolta, 131 PRADISO 27
la madre sua, che, con loquela intera, 134 PRADISO 27
pensa che 'n terra non è chi governi; 140 PRADISO 27
Ma prima che gennaio tutto si sverni 142 PRADISO 27
che la fortuna che tanto s'aspetta, 145 PRADISO 27
che la fortuna che tanto s'aspetta, 145 PRADISO 27
che la classe correrà diretta; 147 PRADISO 27
Poscia che 'ncontro a la vita presente 001 PRADISO 28
quella che 'mparadisa la mia mente, 003 PRADISO 28
vede colui che se n'alluma retro, 005 PRADISO 28
prima che l'abbia in vista o in pensiero, 006 PRADISO 28
li miei da ciò che pare in quel volume, 014 PRADISO 28
un punto vidi che raggiava lume 016 PRADISO 28
acuto sì, che 'l viso ch'elli affoca 017 PRADISO 28
alo cigner la luce che 'l dipigne 023 PRADISO 28
quando 'l vapor che 'l porta più è spesso, 024 PRADISO 28
quel moto che più tosto il mondo cigne; 027 PRADISO 28
già di larghezza, che 'l messo di Iuno 032 PRADISO 28
credo, però che più di lei s'invera. 039 PRADISO 28
La donna mia, che mi vedëa in cura 040 PRADISO 28
Mira quel cerchio che più li è congiunto; 043 PRADISO 28
e sappi che 'l suo muovere è sì tosto 044 PRADISO 28
sazio m'avrebbe ciò che m'è proposto; 048 PRADISO 28
che solo amore e luce ha per confine, 054 PRADISO 28
che si distende per tutte lor parti. 066 PRADISO 28
Dunque costui che tutto quanto rape 070 PRADISO 28
al cerchio che più ama e che più sape: 072 PRADISO 28
al cerchio che più ama e che più sape: 072 PRADISO 28
per che, se tu a la virtù circonde 073 PRADISO 28
de le sustanze che t'appaion tonde, 075 PRADISO 28
per che si purga e risolve la roffia 082 PRADISO 28
che pria turbava, sì che 'l ciel ne ride 083 PRADISO 28
che pria turbava, sì che 'l ciel ne ride 083 PRADISO 28
così fec'ïo, poi che mi provide 085 PRADISO 28
E poi che le parole sue restaro, 088 PRADISO 28
che bolle, come i cerchi sfavillaro. 090 PRADISO 28
ed eran tante, che 'l numero loro 092 PRADISO 28
più che 'l doppiar de li scacchi s'inmilla. 093 PRADISO 28
al punto fisso che li tiene a li ubi, 095 PRADISO 28
E quella che vedëa i pensier dubi 097 PRADISO 28
Quelli altri amori che 'ntorno li vonno, 103 PRADISO 28
per che 'l primo ternaro terminonno; 105 PRADISO 28
e dei saper che tutti hanno diletto 106 PRADISO 28
nel vero in che si queta ogne intelletto. 108 PRADISO 28
l'esser beato ne l'atto che vede, 110 PRADISO 28
non in quel ch'ama, che poscia seconda; 111 PRADISO 28
che grazia partorisce e buona voglia: 113 PRADISO 28
L'altro ternaro, che così germoglia 115 PRADISO 28
che notturno Arïete non dispoglia, 117 PRADISO 28
con tre melode, che suonano in tree 119 PRADISO 28
e di giù vincon sì, che verso Dio 128 PRADISO 28
che li nomò e distinse com' io. 132 PRADISO 28
quant' è dal punto che 'l cenìt inlibra 004 PRADISO 29
infin che l'uno e l'altro da quel cinto, 005 PRADISO 29
fiso nel punto che m'avëa vinto. 009 PRADISO 29
quel che tu vuoli udir, perch' io l'ho visto 011 PRADISO 29
usciro ad esser che non avia fallo, 023 PRADISO 29
raggio resplende sì, che dal venire 026 PRADISO 29
nel mondo in che puro atto fu produtto; 033 PRADISO 29
tal vime, che già mai non si divima. 036 PRADISO 29
anzi che l'altro mondo fosse fatto; 039 PRADISO 29
che non concederebbe che ' motori 044 PRADISO 29
che non concederebbe che ' motori 044 PRADISO 29
furon creati e come: sì che spenti 047 PRADISO 29
che tu discerni, con tanto diletto, 053 PRADISO 29
che mai da circüir non si diparte. 054 PRADISO 29
superbir di colui che tu vedesti 056 PRADISO 29
Quelli che vedi qui furon modesti 058 PRADISO 29
che li avea fatti a tanto intender presti: 060 PRADISO 29
per che le viste lor furo essaltate 061 PRADISO 29
e non voglio che dubbi, ma sia certo, 064 PRADISO 29
che ricever la grazia è meritorio 065 PRADISO 29
secondo che l'affetto l'è aperto. 066 PRADISO 29
si legge che l'angelica natura 071 PRADISO 29
è tal, che 'ntende e si ricorda e vole, 072 PRADISO 29
la verità che là giù si confonde, 074 PRADISO 29
Queste sustanze, poi che fur gioconde 076 PRADISO 29
che là giù, non dormendo, si sogna, 082 PRADISO 29
con men disdegno che quando è posposta 089 PRADISO 29
Un dice che la luna si ritorse 097 PRADISO 29
per che 'l lume del sol giù non si porse; 099 PRADISO 29
che le pecorelle, che non sanno, 106 PRADISO 29
sì che le pecorelle, che non sanno, 106 PRADISO 29
a predicare, e pur che ben si rida, 116 PRADISO 29
che se 'l vulgo il vedesse, vederebbe 119 PRADISO 29
che, sanza prova d'alcun testimonio, 122 PRADISO 29
e altri assai che sono ancor più porci, 125 PRADISO 29
che la via col tempo si raccorci. 129 PRADISO 29
in numero, che mai non fu loquela 131 PRADISO 29
né concetto mortal che tanto vada; 132 PRADISO 29
e se tu guardi quel che si revela 133 PRADISO 29
per Danïel, vedrai che 'n sue migliaia 134 PRADISO 29
La prima luce, che tutta la raia, 136 PRADISO 29
Onde, però che a l'atto che concepe 139 PRADISO 29
Onde, però che a l'atto che concepe 139 PRADISO 29
de l'etterno valor, poscia che tanti 143 PRADISO 29
speculi fatti s'ha in che si spezza, 144 PRADISO 29
Non altrimenti il trïunfo che lude 010 PRADISO 30
sempre dintorno al punto che mi vinse, 011 PRADISO 30
per che tornar con li occhi a Bëatrice 014 PRADISO 30
che solo il suo fattor tutta la goda. 021 PRADISO 30
più che già mai da punto di suo tema 023 PRADISO 30
ché, come sole in viso che più trema, 025 PRADISO 30
ma or convien che mio seguir desista 031 PRADISO 30
che quel de la mia tuba, che deduce 035 PRADISO 30
che quel de la mia tuba, che deduce 035 PRADISO 30
letizia che trascende ogne dolzore. 042 PRADISO 30
che tu vedrai a l'ultima giustizia». 045 PRADISO 30
Come sùbito lampo che discetti 046 PRADISO 30
li spiriti visivi, sì che priva 047 PRADISO 30
del suo fulgor, che nulla m'appariva. 051 PRADISO 30
«Sempre l'amor che queta questo cielo 052 PRADISO 30
tale, che nulla luce è tanto mera, 059 PRADISO 30
che li occhi miei non si fosser difesi; 060 PRADISO 30
quasi rubin che oro circunscrive; 066 PRADISO 30
«L'alto disio che mo t'infiamma e urge, 070 PRADISO 30
d'aver notizia di ciò che tu vei, 071 PRADISO 30
ma di quest' acqua convien che tu bei 073 PRADISO 30
prima che tanta sete in te si sazi»: 074 PRADISO 30
Non che da sé sian queste cose acerbe; 079 PRADISO 30
che non hai viste ancor tanto superbe». 081 PRADISO 30
Non è fantin che sì sùbito rua 082 PRADISO 30
che si deriva perché vi s'immegli; 087 PRADISO 30
che pare altro che prima, se si sveste 092 PRADISO 30
che pare altro che prima, se si sveste 092 PRADISO 30
la sembianza non süa in che disparve, 093 PRADISO 30
Lume è là sù che visibile face 100 PRADISO 30
che solo in lui vedere ha la sua pace. 102 PRADISO 30
in tanto che la sua circunferenza 104 PRADISO 30
che prende quindi vivere e potenza. 108 PRADISO 30
che si digrada e dilata e redole 125 PRADISO 30
odor di lode al sol che sempre verna, 126 PRADISO 30
qual è colui che tace e dicer vole, 127 PRADISO 30
che poca gente più ci si disira. 132 PRADISO 30
E 'n quel gran seggio a che tu li occhi tieni 133 PRADISO 30
per la corona che già v'è sù posta, 134 PRADISO 30
prima che tu a queste nozze ceni, 135 PRADISO 30
sederà l'alma, che fia giù agosta, 136 PRADISO 30
La cieca cupidigia che v'ammalia 139 PRADISO 30
che muor per fame e caccia via la balia. 141 PRADISO 30
allora tal, che palese e coverto 143 PRADISO 30
che nel suo sangue Cristo fece sposa; 003 PRADISO 31
ma l'altra, che volando vede e canta 004 PRADISO 31
la gloria di colui che la 'nnamora 005 PRADISO 31
e la bontà che la fece cotanta, 006 PRADISO 31
sì come schiera d'ape che s'infiora 007 PRADISO 31
nel gran fior discendeva che s'addorna 010 PRADISO 31
che nulla neve a quel termine arriva. 015 PRADISO 31
che nulla le puote essere ostante. 024 PRADISO 31
O trina luce che 'n unica stella 028 PRADISO 31
che ciascun giorno d'Elice si cuopra, 032 PRADISO 31
ïo, che al divino da l'umano, 037 PRADISO 31
di che stupor dovea esser compiuto! 040 PRADISO 31
E quasi peregrin che si ricrea 043 PRADISO 31
di che la mente mia era sospesa. 057 PRADISO 31
nel trono che suoi merti le sortiro». 069 PRADISO 31
e vidi lei che si facea corona 071 PRADISO 31
Da quella regïon che più sù tona 073 PRADISO 31
e che soffristi per la mia salute 080 PRADISO 31
che di ciò fare avei la potestate. 087 PRADISO 31
che l'anima mia, che fatt' hai sana, 089 PRADISO 31
sì che l'anima mia, che fatt' hai sana, 089 PRADISO 31
E 'l santo sene: «Acciò che tu assommi 094 PRADISO 31
a che priego e amor santo mandommi, 096 PRADISO 31
Qual è colui che forse di Croazia 103 PRADISO 31
che per l'antica fame non sen sazia, 105 PRADISO 31
ma dice nel pensier, fin che si mostra: 106 PRADISO 31
carità di colui che 'n questo mondo, 110 PRADISO 31
tanto che veggi seder la regina 116 PRADISO 31
che mal guidò Fetonte, più s'infiamma, 125 PRADISO 31
ridere una bellezza, che letizia 134 PRADISO 31
che ' miei di rimirar fé più ardenti. 142 PRADISO 31
«La piaga che Maria richiuse e unse, 004 PRADISO 32
è colei che l'aperse e che la punse. 006 PRADISO 32
è colei che l'aperse e che la punse. 006 PRADISO 32
Ne l'ordine che fanno i terzi sedi, 007 PRADISO 32
che fu bisava al cantor che per doglia 011 PRADISO 32
che fu bisava al cantor che per doglia 011 PRADISO 32
perché, secondo lo sguardo che fée 019 PRADISO 32
a che si parton le sacre scalee. 021 PRADISO 32
quei che credettero in Cristo venturo; 024 PRADISO 32
che sempre santo 'l diserto e 'l martiro 032 PRADISO 32
E sappi che dal grado in giù che fiede 040 PRADISO 32
E sappi che dal grado in giù che fiede 040 PRADISO 32
in che ti stringon li pensier sottili. 051 PRADISO 32
quantunque vedi, sì che giustamente 056 PRADISO 32
che nulla volontà è di più ausa, 063 PRADISO 32
che ne la madre ebber l'ira commota. 069 PRADISO 32
degnamente convien che s'incappelli. 072 PRADISO 32
poi che le prime etadi fuor compiute, 079 PRADISO 32
ma poi che 'l tempo de la grazia venne, 082 PRADISO 32
Riguarda omai ne la faccia che a Cristo 085 PRADISO 32
che quantunque io avea visto davante, 091 PRADISO 32
e quello amor che primo lì discese, 094 PRADISO 32
«O santo padre, che per me comporte 100 PRADISO 32
qual è quell' angel che con tanto gioco 103 PRADISO 32
innamorato sì che par di foco?». 105 PRADISO 32
tutta è in lui; e sì volem che sia, 111 PRADISO 32
perch' elli è quelli che portò la palma 112 PRADISO 32
Quei due che seggon là sù più felici 118 PRADISO 32
colui che da sinistra le s'aggiusta 121 PRADISO 32
E quei che vide tutti i tempi gravi, 127 PRADISO 32
pria che morisse, de la bella sposa 128 PRADISO 32
che s'acquistò con la lancia e coi clavi, 129 PRADISO 32
che non move occhio per cantare osanna; 135 PRADISO 32
siede Lucia, che mosse la tua donna 137 PRADISO 32
Ma perché 'l tempo fugge che t'assonna, 139 PRADISO 32
che com' elli ha del panno fa la gonna; 141 PRADISO 32
che, guardando verso lui, penètri 143 PRADISO 32
orando grazia conven che s'impetri 147 PRADISO 32
grazia da quella che puote aiutarti; 148 PRADISO 32
che dal dicer mio lo cor non parti». 150 PRADISO 32
umile e alta più che creatura, 002 PRADISO 33
tu se' colei che l'umana natura 004 PRADISO 33
nobilitasti sì, che 'l suo fattore 005 PRADISO 33
che qual vuol grazia e a te non ricorre, 014 PRADISO 33
Or questi, che da l'infima lacuna 022 PRADISO 33
tanto, che possa con li occhi levarsi 026 PRADISO 33
E io, che mai per mio veder non arsi 028 PRADISO 33
ti porgo, e priego che non sieno scarsi, 030 PRADISO 33
che 'l sommo piacer li si dispieghi. 033 PRADISO 33
Ancor ti priego, regina, che puoi 034 PRADISO 33
ciò che tu vuoli, che conservi sani, 035 PRADISO 33
ciò che tu vuoli, che conservi sani, 035 PRADISO 33
nel qual non si dee creder che s'invii 044 PRADISO 33
de l'alta luce che da sé è vera. 054 PRADISO 33
che 'l parlar mostra, ch'a tal vista cede, 056 PRADISO 33
Qual è colüi che sognando vede, 058 PRADISO 33
che dopo 'l sogno la passione impressa 059 PRADISO 33
nel core il dolce che nacque da essa. 063 PRADISO 33
O somma luce che tanto ti levi 067 PRADISO 33
ripresta un poco di quel che parevi, 069 PRADISO 33
tanto che la veduta vi consunsi! 084 PRADISO 33
Nel suo profondo vidi che s'interna, 085 PRADISO 33
ciò che per l'universo si squaderna: 087 PRADISO 33
che ciò ch'i' dico è un semplice lume. 090 PRADISO 33
che venticinque secoli a la 'mpresa 095 PRADISO 33
che fé Nettuno ammirar l'ombra d'Argo. 096 PRADISO 33
che volgersi da lei per altro aspetto 101 PRADISO 33
è impossibil che mai si consenta; 102 PRADISO 33
però che 'l ben, ch'è del volere obietto, 103 PRADISO 33
pur a quel ch'io ricordo, che d'un fante 107 PRADISO 33
che bagni ancor la lingua a la mammella. 108 PRADISO 33
che tal è sempre qual s'era davante; 111 PRADISO 33
ma per la vista che s'avvalorava 112 PRADISO 33
che quinci e quindi igualmente si spiri. 120 PRADISO 33
è tanto, che non basta a dicer 'poco'. 123 PRADISO 33
O luce etterna che sola in te sidi, 124 PRADISO 33
Quella circulazion che sì concetta 127 PRADISO 33
per che 'l mio viso in lei tutto era messo. 132 PRADISO 33
Qual è 'l geomètra che tutto s'affige 133 PRADISO 33
se non che la mia mente fu percossa 140 PRADISO 33
da un fulgore in che sua voglia venne. 141 PRADISO 33
l'amor che move il sole e l'altre stelle. 145 PRADISO 33

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