a.:2,049 occurrences of the word "a", the earliest being in the fourth line of the Inferno's first canto
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura 004 INFERNO 01
tant' era pien di sonno a quel punto 011 INFERNO 01
uscito fuor del pelago a la riva, 023 INFERNO 01
si volge a l'acqua perigliosa e guata, 024 INFERNO 01
si volse a retro a rimirar lo passo 026 INFERNO 01
si volse a retro a rimirar lo passo 026 INFERNO 01
sì ch'a bene sperar m'era cagione 041 INFERNO 01
di quella fiera a la gaetta pelle 042 INFERNO 01
che, venendomi 'ncontro, a poco a poco 059 INFERNO 01
che, venendomi 'ncontro, a poco a poco 059 INFERNO 01
dinanzi a li occhi mi si fu offerto 062 INFERNO 01
«Miserere di me», gridai a lui, 065 INFERNO 01
e vissi a Roma sotto 'l buono Augusto 071 INFERNO 01
Ma tu perché ritorni a tanta noia? 076 INFERNO 01
«A te convien tenere altro vïaggio», 091 INFERNO 01
Molti son li animali a cui s'ammoglia, 100 INFERNO 01
ch'a la seconda morte ciascun grida; 117 INFERNO 01
quando che sia a le beate genti. 120 INFERNO 01
A le quai poi se tu vorrai salire, 121 INFERNO 01
anima fia a ciò più di me degna: 122 INFERNO 01
perch' i' fu' ribellante a la sua legge, 125 INFERNO 01
E io a lui: «Poeta, io ti richeggio 130 INFERNO 01
m'apparecchiava a sostener la guerra 004 INFERNO 02
prima ch'a l'alto passo tu mi fidi. 012 INFERNO 02
la quale e 'l quale, a voler dir lo vero, 022 INFERNO 02
per recarne conforto a quella fede 029 INFERNO 02
ch'è principio a la via di salvazione. 030 INFERNO 02
me degno a ciò né io né altri 'l crede. 033 INFERNO 02
e cominciommi a dir soave e piana, 056 INFERNO 02
di te mi loderò sovente a lui". 074 INFERNO 02
"Da che tu vuo' saver cotanto a dentro, 085 INFERNO 02
di te, e io a te lo raccomando--. 099 INFERNO 02
a far lor pro o a fuggir lor danno, 110 INFERNO 02
a far lor pro o a fuggir lor danno, 110 INFERNO 02
E venni a te così com' ella volse: 118 INFERNO 02
d'inanzi a quella fiera ti levai 119 INFERNO 02
a le vere parole che ti porse! 135 INFERNO 02
DINANZI A ME NON FUOR COSE CREATE 007 INFERNO 03
Ed elli a me, come persona accorta: 013 INFERNO 03
E poi che la sua mano a la mia puose 019 INFERNO 03
mi mise dentro a le segrete cose. 021 INFERNO 03
Ed elli a me: «Questo misero modo 034 INFERNO 03
Mischiate sono a quel cattivo coro 037 INFERNO 03
né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro. 039 INFERNO 03
a lor che lamentar li fa sì forte?». 044 INFERNO 03
a Dio spiacenti e a' nemici sui. 063 INFERNO 03
a Dio spiacenti e a' nemici sui. 063 INFERNO 03
che, mischiato di lagrime, a' lor piedi 068 INFERNO 03
E poi ch'a riguardar oltre mi diedi, 070 INFERNO 03
vidi genti a la riva d'un gran fiume; 071 INFERNO 03
Ed elli a me: «Le cose ti fier conte 076 INFERNO 03
gridando: «Guai a voi, anime prave! 084 INFERNO 03
i' vegno per menarvi a l'altra riva 086 INFERNO 03
verrai a piaggia, non qui, per passare: 092 INFERNO 03
che 'ntorno a li occhi avea di fiamme rote. 099 INFERNO 03
forte piangendo, a la riva malvagia 107 INFERNO 03
vede a la terra tutte le sue spoglie, 114 INFERNO 03
e pronti sono a trapassar lo rio, 124 INFERNO 03
tanto che, per ficcar lo viso a fondo, 011 INFERNO 04
Ed elli a me: «L'angoscia de le genti 019 INFERNO 04
Lo buon maestro a me: «Tu non dimandi 031 INFERNO 04
non adorar debitamente a Dio: 038 INFERNO 04
E quelli a me: «L'onrata nominanza 076 INFERNO 04
vidi quattro grand' ombre a noi venire: 083 INFERNO 04
Lo buon maestro cominciò a dire: 085 INFERNO 04
volsersi a me con salutevol cenno, 098 INFERNO 04
Così andammo infino a la lumera, 103 INFERNO 04
che 'nnanzi a li altri più presso li stanno; 135 INFERNO 04
Democrito che 'l mondo a caso pone, 136 INFERNO 04
Io non posso ritrar di tutti a pieno, 145 INFERNO 04
e tanto più dolor, che punge a guaio. 003 INFERNO 05
Sempre dinanzi a lui ne stanno molte: 013 INFERNO 05
vanno a vicenda ciascuna al giudizio, 014 INFERNO 05
disse Minòs a me quando mi vide, 017 INFERNO 05
E 'l duca mio a lui: «Perché pur gride? 021 INFERNO 05
a farmisi sentire; or son venuto 026 INFERNO 05
Quando giungon davanti a la ruina, 034 INFERNO 05
Intesi ch'a così fatto tormento 037 INFERNO 05
nel freddo tempo, a schiera larga e piena, 041 INFERNO 05
A vizio di lussuria fu sì rotta, 055 INFERNO 05
che succedette a Nino e fu sua sposa: 059 INFERNO 05
ombre mostrommi e nominommi a dito, 068 INFERNO 05
parlerei a quei due che 'nsieme vanno, 074 INFERNO 05
Ed elli a me: «Vedrai quando saranno 076 INFERNO 05
più presso a noi; e tu allor li priega 077 INFERNO 05
Sì tosto come il vento a noi li piega, 079 INFERNO 05
venite a noi parlar, s'altri nol niega!». 081 INFERNO 05
a noi venendo per l'aere maligno, 086 INFERNO 05
noi udiremo e parleremo a voi, 095 INFERNO 05
Amor, ch'a nullo amato amar perdona, 103 INFERNO 05
Caina attende chi a vita ci spense». 107 INFERNO 05
Poi mi rivolsi a loro e parla' io, 115 INFERNO 05
a lagrimar mi fanno tristo e pio. 117 INFERNO 05
a che e come concedette amore 119 INFERNO 05
E quella a me: «Nessun maggior dolore 121 INFERNO 05
Ma s'a conoscer la prima radice 124 INFERNO 05
dinanzi a la pietà d'i due cognati, 002 INFERNO 06
de l'un de' lati fanno a l'altro schermo; 020 INFERNO 06
la gittò dentro a le bramose canne. 027 INFERNO 06
ché solo a divorarlo intende e pugna, 030 INFERNO 06
fuor d'una ch'a seder si levò, ratto 038 INFERNO 06
E io a lui: «L'angoscia che tu hai 043 INFERNO 06
Ed elli a me: «La tua città, ch'è piena 049 INFERNO 06
come tu vedi, a la pioggia mi fiacco. 054 INFERNO 06
ché tutte queste a simil pena stanno 056 INFERNO 06
mi pesa sì, ch'a lagrimar mi 'nvita; 059 INFERNO 06
ma dimmi, se tu sai, a che verranno 060 INFERNO 06
E quelli a me: «Dopo lunga tencione 064 INFERNO 06
E io a lui: «Ancor vo' che mi 'nsegni 077 INFERNO 06
e li altri ch'a ben far puoser li 'ngegni, 081 INFERNO 06
priegoti ch'a la mente altrui mi rechi: 089 INFERNO 06
cadde con essa a par de li altri ciechi. 093 INFERNO 06
E 'l duca disse a me: «Più non si desta 094 INFERNO 06
de l'ombre e de la pioggia, a passi lenti, 101 INFERNO 06
Ed elli a me: «Ritorna a tua scïenza, 106 INFERNO 06
Ed elli a me: «Ritorna a tua scïenza, 106 INFERNO 06
Noi aggirammo a tondo quella strada, 112 INFERNO 06
Poi si rivolse a quella 'nfiata labbia, 007 INFERNO 07
tal cadde a terra la fiera crudele. 015 INFERNO 07
si rivolgea ciascun, voltando a retro, 029 INFERNO 07
da ogne mano a l'opposito punto, 032 INFERNO 07
per lo suo mezzo cerchio a l'altra giostra. 035 INFERNO 07
questi chercuti a la sinistra nostra». 039 INFERNO 07
Ed elli a me: «Tutti quanti fuor guerci 040 INFERNO 07
quando vegnono a' due punti del cerchio 044 INFERNO 07
Ed elli a me: «Vano pensiero aduni: 052 INFERNO 07
In etterno verranno a li due cozzi: 055 INFERNO 07
ha tolto loro, e posti a questa zuffa: 059 INFERNO 07
d'i ben che son commessi a la fortuna, 062 INFERNO 07
E quelli a me: «Oh creature sciocche, 070 INFERNO 07
Similemente a li splendor mondani 077 INFERNO 07
che permutasse a tempo li ben vani 079 INFERNO 07
Vostro saver non ha contasto a lei: 085 INFERNO 07
dandole biasmo a torto e mala voce; 093 INFERNO 07
Or discendiamo omai a maggior pieta; 097 INFERNO 07
Noi ricidemmo il cerchio a l'altra riva 100 INFERNO 07
troncandosi co' denti a brano a brano. 114 INFERNO 07
troncandosi co' denti a brano a brano. 114 INFERNO 07
con li occhi vòlti a chi del fango ingozza. 129 INFERNO 07
li occhi nostri n'andar suso a la cima 003 INFERNO 08
tanto ch'a pena il potea l'occhio tòrre. 006 INFERNO 08
Ed elli a me: «Su per le sucide onde 010 INFERNO 08
«Flegïàs, Flegïàs, tu gridi a vòto», 019 INFERNO 08
disse lo mio segnore, «a questa volta: 020 INFERNO 08
E io a lui: «S'i' vegno, non rimango; 034 INFERNO 08
E io a lui: «Con piangere e con lutto, 037 INFERNO 08
Ed elli a me: «Avante che la proda 055 INFERNO 08
far di costui a le fangose genti, 059 INFERNO 08
Tutti gridavano: «A Filippo Argenti!»; 061 INFERNO 08
Noi pur giugnemmo dentro a l'alte fosse 076 INFERNO 08
Udir non potti quello ch'a lor porse; 112 INFERNO 08
che ciascun dentro a pruova si ricorse. 114 INFERNO 08
e rivolsesi a me con passi rari. 117 INFERNO 08
Li occhi a la terra e le ciglia avea rase 118 INFERNO 08
E a me disse: «Tu, perch' io m'adiri, 121 INFERNO 08
qual ch'a la difension dentro s'aggiri. 123 INFERNO 08
ché già l'usaro a men segreta porta, 125 INFERNO 08
ché l'occhio nol potea menare a lunga 005 INFERNO 09
«Pur a noi converrà vincer la punga», 007 INFERNO 09
Oh quanto tarda a me ch'altri qui giunga!». 009 INFERNO 09
che fur parole a le prime diverse; 012 INFERNO 09
forse a peggior sentenzia che non tenne. 015 INFERNO 09
che richiamava l'ombre a' corpi sui. 024 INFERNO 09
ch'ella mi fece intrar dentr' a quel muro, 026 INFERNO 09
E altro disse, ma non l'ho a mente; 034 INFERNO 09
ver' l'alta torre a la cima rovente, 036 INFERNO 09
Tesifón è nel mezzo»; e tacque a tanto. 048 INFERNO 09
battiensi a palme e gridavan sì alto, 050 INFERNO 09
mi volse, e non si tenne a le mie mani, 059 INFERNO 09
Come le rane innanzi a la nimica 076 INFERNO 09
fin ch'a la terra ciascuna s'abbica, 078 INFERNO 09
Venne a la porta e con una verghetta 089 INFERNO 09
Perché recalcitrate a quella voglia 094 INFERNO 09
a cui non puote il fin mai esser mozzo, 095 INFERNO 09
e non fé motto a noi, ma fé sembiante 101 INFERNO 09
sì com' a Pola, presso del Carnaro 113 INFERNO 09
E quelli a me: «Qui son li eresïarche 127 INFERNO 09
E poi ch'a la man destra si fu vòlto, 132 INFERNO 09
mi volvi», cominciai, «com' a te piace, 005 INFERNO 10
parlami, e sodisfammi a' miei disiri. 006 INFERNO 10
E quelli a me: «Tutti saran serrati 010 INFERNO 10
Però a la dimanda che mi faci 016 INFERNO 10
a te mio cuor se non per dicer poco, 020 INFERNO 10
e tu m'hai non pur mo a ciò disposto». 021 INFERNO 10
a la qual forse fui troppo molesto». 027 INFERNO 10
com' avesse l'inferno a gran dispitto. 036 INFERNO 10
mi pinser tra le sepulture a lui, 038 INFERNO 10
a me e a miei primi e a mia parte, 047 INFERNO 10
a me e a miei primi e a mia parte, 047 INFERNO 10
a me e a miei primi e a mia parte, 047 INFERNO 10
Allor surse a la vista scoperchiata 052 INFERNO 10
E io a lui: «Da me stesso non vegno: 061 INFERNO 10
forse cui Guido vostro ebbe a disdegno». 063 INFERNO 10
ch'io facëa dinanzi a la risposta, 071 INFERNO 10
Ma quell' altro magnanimo, a cui posta 073 INFERNO 10
incontr' a' miei in ciascuna sua legge?». 084 INFERNO 10
Ond' io a lui: «Lo strazio e 'l grande scempio 085 INFERNO 10
«A ciò non fu' io sol», disse, «né certo 089 INFERNO 10
colui che la difesi a viso aperto». 093 INFERNO 10
dissi: «Or direte dunque a quel caduto 110 INFERNO 10
e s'i' fui, dianzi, a la risposta muto, 112 INFERNO 10
a quel parlar che mi parea nemico. 123 INFERNO 10
Appresso mosse a man sinistra il piede: 133 INFERNO 10
per un sentier ch'a una valle fiede, 135 INFERNO 10
perduto». Ed elli: «Vedi ch'a ciò penso». 015 INFERNO 11
cominciò poi a dir, «son tre cerchietti 017 INFERNO 11
più spiace a Dio; e però stan di sotto 026 INFERNO 11
ma perché si fa forza a tre persone, 029 INFERNO 11
A Dio, a sé, al prossimo si pòne 031 INFERNO 11
A Dio, a sé, al prossimo si pòne 031 INFERNO 11
e se non li ha, perché sono a tal foggia?». 075 INFERNO 11
Ed elli a me «Perché tanto delira», 076 INFERNO 11
e rechiti a la mente chi son quelli 086 INFERNO 11
«Filosofia», mi disse, «a chi la 'ntende, 097 INFERNO 11
sì che vostr' arte a Dio quasi è nepote. 105 INFERNO 11
Da queste due, se tu ti rechi a mente 106 INFERNO 11
Era lo loco ov' a scender la riva 001 INFERNO 12
ch'alcuna via darebbe a chi sù fosse: 009 INFERNO 12
forse a questa ruina, ch'è guardata 032 INFERNO 12
levò a Dite del cerchio superno, 039 INFERNO 12
Ma ficca li occhi a valle, ché s'approccia 046 INFERNO 12
come solien nel mondo andare a caccia. 057 INFERNO 12
e l'un gridò da lungi: «A qual martiro 061 INFERNO 12
farem noi a Chirón costà di presso: 065 INFERNO 12
Dintorno al fosso vanno a mille a mille, 073 INFERNO 12
Dintorno al fosso vanno a mille a mille, 073 INFERNO 12
Noi ci appressammo a quelle fiere isnelle: 076 INFERNO 12
fece la barba in dietro a le mascelle. 078 INFERNO 12
disse a' compagni: «Siete voi accorti 080 INFERNO 12
danne un de' tuoi, a cui noi siamo a provo, 093 INFERNO 12
danne un de' tuoi, a cui noi siamo a provo, 093 INFERNO 12
e disse a Nesso: «Torna, e sì li guida, 098 INFERNO 12
sovr' una gente che 'nfino a la gola 116 INFERNO 12
dicendo: «Colui fesse in grembo a Dio 119 INFERNO 12
Così a più a più si facea basso 124 INFERNO 12
Così a più a più si facea basso 124 INFERNO 12
che da quest' altra a più a più giù prema 130 INFERNO 12
che da quest' altra a più a più giù prema 130 INFERNO 12
a Rinier da Corneto, a Rinier Pazzo, 137 INFERNO 12
a Rinier da Corneto, a Rinier Pazzo, 137 INFERNO 12
che fecero a le strade tanta guerra». 138 INFERNO 12
mi cominciò a dire, «e sarai mentre 018 INFERNO 13
ricominciò a dir: «Perché mi scerpi? 035 INFERNO 13
indurlo ad ovra ch'a me stesso pesa. 051 INFERNO 13
perch' ïo un poco a ragionar m'inveschi. 057 INFERNO 13
disse 'l poeta a me, «non perder l'ora; 080 INFERNO 13
ma parla, e chiedi a lui, se più ti piace». 081 INFERNO 13
Ond' ïo a lui: «Domandal tu ancora 082 INFERNO 13
di quel che credi ch'a me satisfaccia; 083 INFERNO 13
«Brievemente sarà risposto a voi. 093 INFERNO 13
Minòs la manda a la settima foce. 096 INFERNO 13
similemente a colui che venire 112 INFERNO 13
sente 'l porco e la caccia a la sua posta, 113 INFERNO 13
le gambe tue a le giostre dal Toppo!». 121 INFERNO 13
Di rietro a loro era la selva piena 124 INFERNO 13
e quel dilaceraro a brano a brano; 128 INFERNO 13
e quel dilaceraro a brano a brano; 128 INFERNO 13
Ed elli a noi: «O anime che giunte 139 INFERNO 13
siete a veder lo strazio disonesto 140 INFERNO 13
Io fei gibetto a me de le mie case». 151 INFERNO 13
e rende'le a colui, ch'era già fioco. 003 INFERNO 14
A ben manifestar le cose nove, 007 INFERNO 14
quivi fermammo i passi a randa a randa. 012 INFERNO 14
quivi fermammo i passi a randa a randa. 012 INFERNO 14
ciò che fu manifesto a li occhi mei! 018 INFERNO 14
fiamme cadere infino a terra salde, 033 INFERNO 14
per ch'ei provide a scalpitar lo suolo 034 INFERNO 14
sotto focile, a doppiar lo dolore. 039 INFERNO 14
ch'a l'intrar de la porta incontra uscinci, 045 INFERNO 14
o s'elli stanchi li altri a muta a muta 055 INFERNO 14
o s'elli stanchi li altri a muta a muta 055 INFERNO 14
in Mongibello a la focina negra, 056 INFERNO 14
sì com' el fece a la pugna di Flegra, 058 INFERNO 14
Poi si rivolse a me con miglior labbia, 067 INFERNO 14
lo cui sogliare a nessuno è negato, 087 INFERNO 14
poi è di rame infino a la forcata; 108 INFERNO 14
E io a lui: «Se 'l presente rigagno 121 INFERNO 14
perché ci appar pur a questo vivagno?». 123 INFERNO 14
Ed elli a me: «Tu sai che 'l loco è tondo; 124 INFERNO 14
pur a sinistra, giù calando al fondo, 126 INFERNO 14
là dove vanno l'anime a lavarsi 137 INFERNO 14
dal bosco; fa che di retro a me vegne: 140 INFERNO 14
a tale imagine eran fatti quelli, 010 INFERNO 15
E io, quando 'l suo braccio a me distese, 025 INFERNO 15
e chinando la mano a la sua faccia, 029 INFERNO 15
faròl, se piace a costui che vo seco». 036 INFERNO 15
Però va oltre: i' ti verrò a' panni; 040 INFERNO 15
e reducemi a ca per questo calle». 054 INFERNO 15
Ed elli a me: «Se tu segui tua stella, 055 INFERNO 15
non puoi fallire a glorïoso porto, 056 INFERNO 15
veggendo il cielo a te così benigno, 059 INFERNO 15
dato t'avrei a l'opera conforto. 060 INFERNO 15
e serbolo a chiosar con altro testo 089 INFERNO 15
a donna che saprà, s'a lei arrivo. 090 INFERNO 15
a donna che saprà, s'a lei arrivo. 090 INFERNO 15
ch'a la Fortuna, come vuol, son presto. 093 INFERNO 15
Non è nuova a li orecchi miei tal arra: 094 INFERNO 15
Ed elli a me: «Saper d'alcuno è buono; 103 INFERNO 15
ché 'l tempo saria corto a tanto suono. 105 INFERNO 15
che corrono a Verona il drappo verde 122 INFERNO 15
simile a quel che l'arnie fanno rombo, 003 INFERNO 16
«Sòstati tu ch'a l'abito ne sembri 008 INFERNO 16
A le lor grida il mio dottor s'attese; 013 INFERNO 16
disse, «a costor si vuole esser cortese. 015 INFERNO 16
che meglio stesse a te che a lor la fretta». 018 INFERNO 16
che meglio stesse a te che a lor la fretta». 018 INFERNO 16
l'antico verso; e quando a noi fuor giunti, 020 INFERNO 16
drizzava a me, sì che 'n contraro il collo 026 INFERNO 16
a dirne chi tu se', che i vivi piedi 032 INFERNO 16
promessi a me per lo verace duca; 062 INFERNO 16
felice te se sì parli a tua posta! 081 INFERNO 16
e torni a riveder le belle stelle, 083 INFERNO 16
fa che di noi a la gente favelle». 085 INFERNO 16
Indi rupper la rota, e a fuggirsi 086 INFERNO 16
che per parlar saremmo a pena uditi. 093 INFERNO 16
e a Forlì di quel nome è vacante, 099 INFERNO 16
prender la lonza a la pelle dipinta. 108 INFERNO 16
porsila a lui aggroppata e ravvolta. 111 INFERNO 16
presso a color che non veggion pur l'ovra, 119 INFERNO 16
El disse a me: «Tosto verrà di sovra 121 INFERNO 16
Sempre a quel ver c'ha faccia di menzogna 124 INFERNO 16
talora a solver l'àncora ch'aggrappa 134 INFERNO 16
Sì cominciò lo mio duca a parlarmi; 004 INFERNO 17
e accennolle che venisse a proda, 005 INFERNO 17
Come talvolta stanno a riva i burchi, 019 INFERNO 17
lo bivero s'assetta a far sua guerra, 022 INFERNO 17
ch'a guisa di scorpion la punta armava. 027 INFERNO 17
la nostra via un poco insino a quella 029 INFERNO 17
Però scendemmo a la destra mammella, 031 INFERNO 17
E quando noi a lei venuti semo, 034 INFERNO 17
quando a' vapori, e quando al caldo suolo: 048 INFERNO 17
Poi che nel viso a certi li occhi porsi, 052 INFERNO 17
che dal collo a ciascun pendea una tasca 055 INFERNO 17
e disse a me: «Or sie forte e ardito. 081 INFERNO 17
tal divenn' io a le parole porte; 088 INFERNO 17
che innanzi a buon segnor fa servo forte. 090 INFERNO 17
e poi ch'al tutto si sentì a gioco, 102 INFERNO 17
e con le branche l'aere a sé raccolse. 105 INFERNO 17
gridando il padre a lui «Mala via tieni!», 111 INFERNO 17
Allor fu' io più timido a lo stoscio, 121 INFERNO 17
e come a tai fortezze da' lor sogli 014 INFERNO 18
a la ripa di fuor son ponticelli, 015 INFERNO 18
tenne a sinistra, e io dietro mi mossi. 021 INFERNO 18
A la man destra vidi nova pieta, 022 INFERNO 18
hanno a passar la gente modo colto, 030 INFERNO 18
verso 'l castello e vanno a Santo Pietro, 032 INFERNO 18
a le prime percosse! già nessuno 038 INFERNO 18
Per ch'ïo a figurarlo i piedi affissi; 043 INFERNO 18
ch'io dissi: «O tu che l'occhio a terra gette, 048 INFERNO 18
Ma che ti mena a sì pungenti salse?». 051 INFERNO 18
Ed elli a me: «Mal volontier lo dico; 052 INFERNO 18
condussi a far la voglia del marchese, 056 INFERNO 18
a dicer 'sipa' tra Sàvena e Reno; 061 INFERNO 18
rècati a mente il nostro avaro seno». 063 INFERNO 18
e vòlti a destra su per la sua scheggia, 071 INFERNO 18
di sotto per dar passo a li sferzati, 074 INFERNO 18
tutti li maschi loro a morte dienno. 090 INFERNO 18
tal colpa a tal martiro lui condanna; 095 INFERNO 18
loco a veder sanza montare al dosso 110 INFERNO 18
E io a lui: «Perché, se ben ricordo, 120 INFERNO 18
Già eravamo, a la seguente tomba, 007 INFERNO 19
ch'a punto sovra mezzo 'l fosso piomba. 009 INFERNO 19
Fuor de la bocca a ciascun soperchiava 022 INFERNO 19
Le piante erano a tutti accese intrambe; 025 INFERNO 19
tal era lì dai calcagni a le punte. 030 INFERNO 19
Ed elli a me: «Se tu vuo' ch'i' ti porti 034 INFERNO 19
E io: «Tanto m'è bel, quanto a te piace: 037 INFERNO 19
volgemmo e discendemmo a mano stanca 041 INFERNO 19
comincia' io a dir, «se puoi, fa motto». 048 INFERNO 19
per lo qual non temesti tòrre a 'nganno 056 INFERNO 19
e io rispuosi come a me fu imposto. 063 INFERNO 19
mi disse: «Dunque che a me richiedi? 066 INFERNO 19
ne' Maccabei; e come a quel fu molle 086 INFERNO 19
ch'i' pur rispuosi lui a questo metro: 089 INFERNO 19
Né Pier né li altri tolsero a Matia 094 INFERNO 19
puttaneggiar coi regi a lui fu vista; 108 INFERNO 19
e che altro è da voi a l'idolatre, 113 INFERNO 19
Né si stancò d'avermi a sé distretto, 127 INFERNO 19
che sarebbe a le capre duro varco. 132 INFERNO 19
a riguardar ne lo scoperto fondo, 005 INFERNO 20
Certo io piangea, poggiato a un de' rocchi 025 INFERNO 20
Drizza la testa, drizza, e vedi a cui 031 INFERNO 20
s'aperse a li occhi d'i Teban la terra; 032 INFERNO 20
E non restò di ruinare a valle 035 INFERNO 20
fino a Minòs che ciascheduno afferra. 036 INFERNO 20
per sua dimora; onde a guardar le stelle 050 INFERNO 20
a piè de l'Alpe che serra Lamagna 062 INFERNO 20
ciò che 'n grembo a Benaco star non può, 074 INFERNO 20
Tosto che l'acqua a correr mette co, 076 INFERNO 20
fino a Governol, dove cade in Po. 078 INFERNO 20
ristette con suoi servi a far sue arti, 086 INFERNO 20
s'accolsero a quel loco, ch'era forte 089 INFERNO 20
ché solo a ciò la mia mente rifiede». 105 INFERNO 20
sì ch'a pena rimaser per le cune-- 109 INFERNO 20
in Aulide a tagliar la prima fune. 111 INFERNO 20
ch'avere inteso al cuoio e a lo spago 119 INFERNO 20
a rimpalmare i legni lor non sani, 009 INFERNO 21
le coste a quel che più vïaggi fece; 012 INFERNO 21
mi trasse a sé del loco dov' io stava. 024 INFERNO 21
e vidi dietro a noi un diavol nero 029 INFERNO 21
a quella terra, che n'è ben fornita: 040 INFERNO 21
con tanta fretta a seguitar lo furo. 045 INFERNO 21
Non altrimenti i cuoci a' lor vassalli 055 INFERNO 21
perch' altra volta fui a tal baratta». 063 INFERNO 21
ch'escono i cani a dosso al poverello 068 INFERNO 21
e venne a lui dicendo: «Che li approda?». 078 INFERNO 21
ch'e' si lasciò cascar l'uncino a' piedi, 086 INFERNO 21
e disse a li altri: «Omai non sia feruto». 087 INFERNO 21
E 'l duca mio a me: «O tu che siedi 088 INFERNO 21
sicuramente omai a me ti riedi». 090 INFERNO 21
Per ch'io mi mossi e a lui venni ratto; 091 INFERNO 21
Poi disse a noi: «Più oltre andar per questo 106 INFERNO 21
a riguardar s'alcun se ne sciorina; 116 INFERNO 21
cominciò elli a dire, «e tu, Cagnazzo; 119 INFERNO 21
costor sian salvi infino a l'altro scheggio 125 INFERNO 21
Ed elli a me: «Non vo' che tu paventi; 133 INFERNO 21
lasciali digrignar pur a lor senno, 134 INFERNO 21
né nave a segno di terra o di stella. 012 INFERNO 22
Pur a la pegola era la mia 'ntesa, 016 INFERNO 22
a' marinar con l'arco de la schiena 020 INFERNO 22
E come a l'orlo de l'acqua d'un fosso 025 INFERNO 22
li unghioni a dosso, sì che tu lo scuoi!», 041 INFERNO 22
venuto a man de li avversari suoi». 045 INFERNO 22
Mia madre a servo d'un segnor mi puose, 049 INFERNO 22
quivi mi misi a far baratteria, 053 INFERNO 22
E Cirïatto, a cui di bocca uscia 055 INFERNO 22
d'ogne parte una sanna come a porco, 056 INFERNO 22
giuso a le gambe; onde 'l decurio loro 074 INFERNO 22
a lui, ch'ancor mirava sua ferita, 077 INFERNO 22
di' che facesti per venire a proda?». 080 INFERNO 22
di Logodoro; e a dir di Sardigna 089 INFERNO 22
non s'apparecchi a grattarmi la tigna». 093 INFERNO 22
E 'l gran proposto, vòlto a Farfarello 094 INFERNO 22
Cagnazzo a cotal motto levò 'l muso, 106 INFERNO 22
Ond' ei, ch'avea lacciuoli a gran divizia, 109 INFERNO 22
quand' io procuro a' mia maggior trestizia». 111 INFERNO 22
a li altri, disse a lui: «Se tu ti cali, 113 INFERNO 22
a li altri, disse a lui: «Se tu ti cali, 113 INFERNO 22
a veder se tu sol più di noi vali». 117 INFERNO 22
quel prima, ch'a ciò fare era più crudo. 120 INFERNO 22
fermò le piante a terra, e in un punto 122 INFERNO 22
di qua, di là discesero a la posta; 148 INFERNO 22
che 'l cane a quella lievre ch'elli acceffa'. 018 INFERNO 23
più tosto a me, che quella dentro 'mpetro. 027 INFERNO 23
e vede presso a sé le fiamme accese, 039 INFERNO 23
supin si diede a la pendente roccia, 044 INFERNO 23
che l'un de' lati a l'altra bolgia tura. 045 INFERNO 23
a volger ruota di molin terragno, 047 INFERNO 23
A pena fuoro i piè suoi giunti al letto 052 INFERNO 23
poder di partirs' indi a tutti tolle. 057 INFERNO 23
dinanzi a li occhi, fatte de la taglia 062 INFERNO 23
Noi ci volgemmo ancor pur a man manca 068 INFERNO 23
di retro a noi gridò: «Tenete i piedi, 077 INFERNO 23
«Costui par vivo a l'atto de la gola; 088 INFERNO 23
E io a loro: «I' fui nato e cresciuto 094 INFERNO 23
sovra 'l bel fiume d'Arno a la gran villa, 095 INFERNO 23
Ma voi chi siete, a cui tanto distilla 097 INFERNO 23
E l'un rispuose a me: «Le cappe rance 100 INFERNO 23
ma più non dissi, ch'a l'occhio mi corse 110 INFERNO 23
e 'l frate Catalan, ch'a ciò s'accorse, 114 INFERNO 23
porre un uom per lo popolo a' martìri. 117 INFERNO 23
E a tal modo il socero si stenta 121 INFERNO 23
s'a la man destra giace alcuna foce 129 INFERNO 23
che vegnan d'esto fondo a dipartirci». 132 INFERNO 23
Lo duca stette un poco a testa china; 139 INFERNO 23
E 'l frate: «Io udi' già dire a Bologna 142 INFERNO 23
Appresso il duca a gran passi sen gì, 145 INFERNO 23
dietro a le poste de le care piante. 148 INFERNO 23
ma poco dura a la sua penna tempra, 006 INFERNO 24
lo villanello a cui la roba manca, 007 INFERNO 24
e fuor le pecorelle a pascer caccia. 015 INFERNO 24
lo duca a me si volse con quel piglio 020 INFERNO 24
dolce ch'io vidi prima a piè del monte. 021 INFERNO 24
ché noi a pena, ei lieve e io sospinto, 032 INFERNO 24
a parole formar disconvenevole. 066 INFERNO 24
Ed ecco a un ch'era da nostra proda, 097 INFERNO 24
là dove 'l collo a le spalle s'annoda. 099 INFERNO 24
e poi che fu a terra sì distrutto, 103 INFERNO 24
per forza di demon ch'a terra il tira, 113 INFERNO 24
sì come a mul ch'i' fui; son Vanni Fucci 125 INFERNO 24
ladro a la sagrestia d'i belli arredi, 138 INFERNO 24
gridando: «Togli, Dio, ch'a te le squadro!». 003 INFERNO 25
e un'altra a le braccia, e rilegollo, 007 INFERNO 25
non quel che cadde a Tebe giù da' muri. 015 INFERNO 25
del grande armento ch'elli ebbe a vicino; 030 INFERNO 25
Se tu se' or, lettore, a creder lento 046 INFERNO 25
ché io che 'l vidi, a pena il mi consento. 048 INFERNO 25
dinanzi a l'uno, e tutto a lui s'appiglia. 051 INFERNO 25
dinanzi a l'uno, e tutto a lui s'appiglia. 051 INFERNO 25
li diretani a le cosce distese, 055 INFERNO 25
nostro alimento, a l'un di lor trafisse; 086 INFERNO 25
e attenda a udir quel ch'or si scocca. 096 INFERNO 25
ché due nature mai a fronte a fronte 100 INFERNO 25
ché due nature mai a fronte a fronte 100 INFERNO 25
a cambiar lor matera fosser pronte. 102 INFERNO 25
Insieme si rispuosero a tai norme, 103 INFERNO 25
di quel soverchio, fé naso a la faccia 128 INFERNO 25
prima a parlar, si fende, e la forcuta 134 INFERNO 25
e l'altro dietro a lui parlando sputa. 138 INFERNO 25
e disse a l'altro: «I' vo' che Buoso corra, 140 INFERNO 25
che n'avea fatto iborni a scender pria, 014 INFERNO 26
quando drizzo la mente a ciò ch'io vidi, 020 INFERNO 26
la faccia sua a noi tien meno ascosa, 027 INFERNO 26
come la mosca cede a la zanzara, 028 INFERNO 26
Io stava sovra 'l ponte a veder surto, 043 INFERNO 26
Rispuose a me: «Là dentro si martira 055 INFERNO 26
a la vendetta vanno come a l'ira; 057 INFERNO 26
a la vendetta vanno come a l'ira; 057 INFERNO 26
Ed elli a me: «La tua preghiera è degna 070 INFERNO 26
Lascia parlare a me, ch'i' ho concetto 073 INFERNO 26
dove, per lui, perduto a morir gissi». 084 INFERNO 26
cominciò a crollarsi mormorando, 086 INFERNO 26
me più d'un anno là presso a Gaeta, 092 INFERNO 26
vincer potero dentro a me l'ardore 097 INFERNO 26
ch'i' ebbi a divenir del mondo esperto 098 INFERNO 26
quando venimmo a quella foce stretta 107 INFERNO 26
perigli siete giunti a l'occidente, 113 INFERNO 26
a questa tanto picciola vigilia 114 INFERNO 26
fatti non foste a viver come bruti, 119 INFERNO 26
che a pena poscia li avrei ritenuti; 123 INFERNO 26
a la quarta levar la poppa in suso 140 INFERNO 26
quand' un'altra, che dietro a lei venìa, 004 INFERNO 27
ne fece volger li occhi a la sua cima 005 INFERNO 27
udimmo dire: «O tu a cu' io drizzo 019 INFERNO 27
non t'incresca restare a parlar meco; 023 INFERNO 27
vedi che non incresce a me, e ardo! 024 INFERNO 27
sanza indugio a parlare incominciai: 035 INFERNO 27
a persona che mai tornasse al mondo, 062 INFERNO 27
se non fosse il gran prete, a cui mal prenda!, 070 INFERNO 27
avendo guerra presso a Laterano, 086 INFERNO 27
e nessun era stato a vincer Acri 089 INFERNO 27
d'entro Siratti a guerir de la lebbre, 095 INFERNO 27
a guerir de la sua superba febbre; 097 INFERNO 27
dal quale in qua stato li sono a' crini; 117 INFERNO 27
A Minòs mi portò; e quelli attorse 124 INFERNO 27
a quei che scommettendo acquistan carco. 136 INFERNO 27
dicer del sangue e de le piaghe a pieno 002 INFERNO 28
c'hanno a tanto comprender poco seno. 006 INFERNO 28
per contastare a Ruberto Guiscardo; 014 INFERNO 28
a Ceperan, là dove fu bugiardo 016 INFERNO 28
Dinanzi a me sen va piangendo Alì, 032 INFERNO 28
forse per indugiar d'ire a la pena 044 INFERNO 28
rispuose 'l mio maestro, «a tormentarlo; 047 INFERNO 28
a me, che morto son, convien menarlo 049 INFERNO 28
s'arrestaron nel fosso a riguardarmi 053 INFERNO 28
«Or dì a fra Dolcin dunque che s'armi, 055 INFERNO 28
indi a partirsi in terra lo distese. 063 INFERNO 28
ristato a riguardar per maraviglia 067 INFERNO 28
con li altri, innanzi a li altri aprì la canna, 068 INFERNO 28
se mai torni a veder lo dolce piano 074 INFERNO 28
che da Vercelli a Marcabò dichina. 075 INFERNO 28
E fa saper a' due miglior da Fano, 076 INFERNO 28
a messer Guido e anco ad Angiolello, 077 INFERNO 28
e mazzerati presso a la Cattolica 080 INFERNO 28
farà venirli a parlamento seco; 088 INFERNO 28
E io a lui: «Dimostrami e dichiara, 091 INFERNO 28
Allor puose la mano a la mascella 094 INFERNO 28
Curïo, ch'a dir fu così ardito! 102 INFERNO 28
Ma io rimasi a riguardar lo stuolo, 112 INFERNO 28
pesol con mano a guisa di lanterna: 122 INFERNO 28
Di sé facea a sé stesso lucerna, 124 INFERNO 28
che de lo stare a piangere eran vaghe. 003 INFERNO 29
Tu non hai fatto sì a l'altre bolge; 007 INFERNO 29
«atteso a la cagion per ch'io guardava, 014 INFERNO 29
e soggiugnendo: «Dentro a quella cava 018 INFERNO 29
dov' io tenea or li occhi sì a posta, 019 INFERNO 29
ch'io vidi lui a piè del ponticello 025 INFERNO 29
e in ciò m'ha el fatto a sé più pio». 036 INFERNO 29
potean parere a la veduta nostra, 042 INFERNO 29
Non credo ch'a veder maggior tristizia 058 INFERNO 29
ch'era a veder per quella oscura valle 065 INFERNO 29
Io vidi due sedere a sé poggiati, 073 INFERNO 29
com' a scaldar si poggia tegghia a tegghia, 074 INFERNO 29
com' a scaldar si poggia tegghia a tegghia, 074 INFERNO 29
a ragazzo aspettato dal segnorso, 077 INFERNO 29
a colui che mal volontier vegghia, 078 INFERNO 29
cominciò 'l duca mio a l'un di loro, 086 INFERNO 29
etternalmente a cotesto lavoro». 090 INFERNO 29
e di mostrar lo 'nferno a lui intendo». 096 INFERNO 29
e tremando ciascuno a me si volse 098 INFERNO 29
Lo buon maestro a me tutto s'accolse, 100 INFERNO 29
dicendo: «Dì a lor ciò che tu vuoli»; 101 INFERNO 29
di palesarvi a me non vi spaventi». 108 INFERNO 29
Vero è ch'i' dissi lui, parlando a gioco: 112 INFERNO 29
"I' mi saprei levar per l'aere a volo"; 113 INFERNO 29
ardere a tal che l'avea per figliuolo. 117 INFERNO 29
dannò Minòs, a cui fallar non lece». 120 INFERNO 29
L'una giunse a Capocchio, e in sul nodo 028 INFERNO 30
li denti a dosso, non ti sia fatica 035 INFERNO 30
a dir chi è, pria che di qui si spicchi». 036 INFERNO 30
Ed elli a me: «Quell' è l'anima antica 037 INFERNO 30
Questa a peccar con esso così venne, 040 INFERNO 30
rivolsilo a guardar li altri mal nati. 048 INFERNO 30
Io vidi un, fatto a guisa di lëuto, 049 INFERNO 30
che 'l viso non risponde a la ventraia, 054 INFERNO 30
diss' elli a noi, «guardate e attendete 060 INFERNO 30
a la miseria del maestro Adamo; 061 INFERNO 30
a metter più li miei sospiri in fuga. 072 INFERNO 30
e' m'indussero a batter li fiorini 089 INFERNO 30
E io a lui: «Chi son li due tapini 091 INFERNO 30
giacendo stretti a' tuoi destri confini?». 093 INFERNO 30
E l'un di lor, che si recò a noia 100 INFERNO 30
dicendo a lui: «Ancor che mi sia tolto 106 INFERNO 30
ho io il braccio a tal mestiere sciolto». 108 INFERNO 30
là 've del ver fosti a Troia richesto». 114 INFERNO 30
che 'l ventre innanzi a li occhi sì t'assiepa!». 123 INFERNO 30
non vorresti a 'nvitar molte parole». 129 INFERNO 30
Quand' io 'l senti' a me parlar con ira, 133 INFERNO 30
Ed elli a me: «Però che tu trascorri 022 INFERNO 31
lo sguardo a poco a poco raffigura 035 INFERNO 31
lo sguardo a poco a poco raffigura 035 INFERNO 31
per tòrre tali essecutori a Marte. 051 INFERNO 31
s'aggiugne al mal volere e a la possa, 056 INFERNO 31
come la pina di San Pietro a Roma, 059 INFERNO 31
e a sua proporzione eran l'altre ossa; 060 INFERNO 31
di sovra, che di giugnere a la chioma 063 INFERNO 31
cominciò a gridar la fiera bocca, 068 INFERNO 31
Poi disse a me: «Elli stessi s'accusa; 076 INFERNO 31
Lasciànlo stare e non parliamo a vòto; 079 INFERNO 31
ché così è a lui ciascun linguaggio 080 INFERNO 31
come 'l suo ad altrui, ch'a nullo è noto». 081 INFERNO 31
vòlti a sinistra; e al trar d'un balestro 083 INFERNO 31
A cigner lui qual che fosse 'l maestro, 085 INFERNO 31
quando i giganti fer paura a' dèi; 095 INFERNO 31
E io a lui: «S'esser puote, io vorrei 097 INFERNO 31
come Fïalte a scuotersi fu presto. 108 INFERNO 31
e che, se fossi stato a l'alta guerra 119 INFERNO 31
Non ci fare ire a Tizio né a Tifo: 124 INFERNO 31
Non ci fare ire a Tizio né a Tifo: 124 INFERNO 31
se 'nnanzi tempo grazia a sé nol chiama». 129 INFERNO 31
disse a me: «Fatti qua, sì ch'io ti prenda»; 134 INFERNO 31
Qual pare a riguardar la Carisenda 136 INFERNO 31
tal parve Antëo a me che stava a bada 139 INFERNO 31
tal parve Antëo a me che stava a bada 139 INFERNO 31
non sanza tema a dicer mi conduco; 006 INFERNO 32
ché non è impresa da pigliare a gabbo 007 INFERNO 32
discriver fondo a tutto l'universo, 008 INFERNO 32
ch'aiutaro Anfïone a chiuder Tebe, 011 INFERNO 32
e io mirava ancora a l'alto muro, 018 INFERNO 32
E come a gracidar si sta la rana 031 INFERNO 32
volsimi a' piedi, e vidi due sì stretti, 041 INFERNO 32
e poi ch'ebber li visi a me eretti, 045 INFERNO 32
non quelli a cui fu rotto il petto e l'ombra 061 INFERNO 32
se tu non vieni a crescer la vendetta 080 INFERNO 32
Lo duca stette, e io dissi a colui 085 INFERNO 32
Ed elli a me: «Del contrario ho io brama. 094 INFERNO 32
Ond' elli a me: «Perché tu mi dischiomi, 100 INFERNO 32
malvagio traditor; ch'a la tua onta 110 INFERNO 32
sì che l'un capo a l'altro era cappello; 126 INFERNO 32
così 'l sovran li denti a l'altro pose 128 INFERNO 32
le tempie a Menalippo per disdegno, 131 INFERNO 32
che se tu a ragion di lui ti piangi, 136 INFERNO 32
quel peccator, forbendola a' capelli 002 INFERNO 33
Questi pareva a me maestro e donno, 028 INFERNO 33
a l'orribile torre; ond' io guardai 047 INFERNO 33
nel viso a' mie' figliuoi sanza far motto. 048 INFERNO 33
Gaddo mi si gittò disteso a' piedi, 068 INFERNO 33
già cieco, a brancolar sovra ciascuno, 073 INFERNO 33
che furo a l'osso, come d'un can, forti. 078 INFERNO 33
poi che i vicini a te punir son lenti, 081 INFERNO 33
non dovei tu i figliuoi porre a tal croce. 087 INFERNO 33
si volge in entro a far crescer l'ambascia; 096 INFERNO 33
Ond' elli a me: «Avaccio sarai dove 106 INFERNO 33
gridò a noi: «O anime crudeli 110 INFERNO 33
Per ch'io a lui: «Se vuo' ch'i' ti sovvegna, 115 INFERNO 33
Ed elli a me: «Come 'l mio corpo stea 122 INFERNO 33
Altre sono a giacere; altre stanno erte, 013 INFERNO 34
altra, com' arco, il volto a' piè rinverte. 015 INFERNO 34
ch'a così fatta parte si confaccia. 033 INFERNO 34
Oh quanto parve a me gran maraviglia 037 INFERNO 34
quand' io vidi tre facce a la sua testa! 038 INFERNO 34
l'altr' eran due, che s'aggiugnieno a questa 040 INFERNO 34
la sinistra a vedere era tal, quali 044 INFERNO 34
quanto si convenia a tanto uccello: 047 INFERNO 34
un peccatore, a guisa di maciulla, 056 INFERNO 34
A quel dinanzi il mordere era nulla 058 INFERNO 34
Com' a lui piacque, il collo li avvinghiai; 070 INFERNO 34
appigliò sé a le vellute coste; 073 INFERNO 34
si volge, a punto in sul grosso de l'anche, 077 INFERNO 34
e puose me in su l'orlo a sedere; 086 INFERNO 34
appresso porse a me l'accorto passo. 087 INFERNO 34
e già il sole a mezza terza riede». 096 INFERNO 34
«a trarmi d'erro un poco mi favella: 102 INFERNO 34
da sera a mane ha fatto il sol tragitto?». 105 INFERNO 34
Ed elli a me: «Tu imagini ancora 106 INFERNO 34
ch'è contraposto a quel che la gran secca 113 INFERNO 34
e venne a l'emisperio nostro; e forse 124 INFERNO 34
intrammo a ritornar nel chiaro mondo; 134 INFERNO 34
E quindi uscimmo a riveder le stelle. 139 INFERNO 34
che lascia dietro a sé mar sì crudele; 003 PGTORIO 01
a li occhi miei ricominciò diletto, 016 PGTORIO 01
I' mi volsi a man destra, e puosi mente 022 PGTORIO 01
a l'altro polo, e vidi quattro stelle 023 PGTORIO 01
non viste mai fuor ch'a la prima gente. 024 PGTORIO 01
un poco me volgendo a l 'altro polo, 029 PGTORIO 01
che più non dee a padre alcun figliuolo. 033 PGTORIO 01
portava, a' suoi capelli simigliante, 035 PGTORIO 01
che, dannati, venite a le mie grotte?». 048 PGTORIO 01
esser non puote il mio che a te si nieghi. 057 PGTORIO 01
che molto poco tempo a volger era. 060 PGTORIO 01
Com' io l'ho tratto, saria lungo a dirti; 067 PGTORIO 01
conducerlo a vederti e a udirti. 069 PGTORIO 01
conducerlo a vederti e a udirti. 069 PGTORIO 01
per lo suo amore adunque a noi ti piega. 081 PGTORIO 01
grazie riporterò di te a lei, 083 PGTORIO 01
«Marzïa piacque tanto a li occhi miei 085 PGTORIO 01
però ch'a le percosse non seconda. 105 PGTORIO 01
prendere il monte a più lieve salita». 108 PGTORIO 01
al duca mio, e li occhi a lui drizzai. 111 PGTORIO 01
questa pianura a' suoi termini bassi». 114 PGTORIO 01
com' om che torna a la perduta strada, 119 PGTORIO 01
Già era 'l sole a l'orizzonte giunto 001 PGTORIO 02
e la notte, che opposita a lui cerchia, 004 PGTORIO 02
come gente che pensa a suo cammino, 011 PGTORIO 02
a poco a poco un altro a lui uscìo. 024 PGTORIO 02
a poco a poco un altro a lui uscìo. 024 PGTORIO 02
a poco a poco un altro a lui uscìo. 024 PGTORIO 02
ma chinail giuso; e quei sen venne a riva 040 PGTORIO 02
ver' noi, dicendo a noi: «Se voi sapete, 059 PGTORIO 02
Dianzi venimmo, innanzi a voi un poco, 064 PGTORIO 02
E come a messagger che porta ulivo 070 PGTORIO 02
quasi oblïando d'ire a farsi belle. 075 PGTORIO 02
che mosse me a far lo somigliante. 078 PGTORIO 02
tre volte dietro a lei le mani avvinsi, 080 PGTORIO 02
diss' io; «ma a te com' è tanta ora tolta?». 093 PGTORIO 02
Ed elli a me: «Nessun m'è fatto oltraggio, 094 PGTORIO 02
Ond' io, ch'era ora a la marina vòlto 100 PGTORIO 02
A quella foce ha elli or dritta l'ala, 103 PGTORIO 02
memoria o uso a l'amoroso canto 107 PGTORIO 02
come a nessun toccasse altro la mente. 117 PGTORIO 02
a le sue note; ed ecco il veglio onesto 119 PGTORIO 02
Correte al monte a spogliarvi lo scoglio 122 PGTORIO 02
ch'esser non lascia a voi Dio manifesto». 123 PGTORIO 02
li colombi adunati a la pastura, 125 PGTORIO 02
i' mi ristrinsi a la fida compagna: 004 PGTORIO 03
rotto m'era dinanzi a la figura, 017 PGTORIO 03
solo dinanzi a me la terra oscura; 021 PGTORIO 03
a dir mi cominciò tutto rivolto; 023 PGTORIO 03
Ora, se innanzi a me nulla s'aombra, 028 PGTORIO 03
che l'uno a l'altro raggio non ingombra. 030 PGTORIO 03
A sofferir tormenti, caldi e geli 031 PGTORIO 03
che, come fa, non vuol ch'a noi si sveli. 033 PGTORIO 03
Noi divenimmo intanto a piè del monte; 046 PGTORIO 03
com' a guardar, chi va dubbiando, stassi. 072 PGTORIO 03
ché perder tempo a chi più sa più spiace». 078 PGTORIO 03
a una, a due, a tre, e l'altre stanno 080 PGTORIO 03
a una, a due, a tre, e l'altre stanno 080 PGTORIO 03
a una, a due, a tre, e l'altre stanno 080 PGTORIO 03
addossandosi a lei, s'ella s'arresta, 083 PGTORIO 03
sì vid' io muovere a venir la testa 085 PGTORIO 03
sì che l'ombra era da me a la grotta, 090 PGTORIO 03
e mostrommi una piaga a sommo 'l petto. 111 PGTORIO 03
vadi a mia bella figlia, genitrice 115 PGTORIO 03
e dichi 'l vero a lei, s'altro si dice. 117 PGTORIO 03
piangendo, a quei che volontier perdona. 120 PGTORIO 03
che prende ciò che si rivolge a lei. 123 PGTORIO 03
Se 'l pastor di Cosenza, che a la caccia 124 PGTORIO 03
in co del ponte presso a Benevento, 128 PGTORIO 03
dov' e' le trasmutò a lume spento. 132 PGTORIO 03
revelando a la mia buona Costanza 143 PGTORIO 03
par ch'a nulla potenza più intenda; 004 PGTORIO 04
che tegna forte a sé l'anima volta, 008 PGTORIO 04
gridaro a noi: «Qui è vostro dimando». 018 PGTORIO 04
del gran disio, di retro a quel condotto 029 PGTORIO 04
de l'alta ripa, a la scoperta piaggia, 035 PGTORIO 04
Ed elli a me: «Nessun tuo passo caggia; 037 PGTORIO 04
pur su al monte dietro a me acquista, 038 PGTORIO 04
che da mezzo quadrante a centro lista. 042 PGTORIO 04
A seder ci ponemmo ivi ambedui 052 PGTORIO 04
vòlti a levante ond' eravam saliti, 053 PGTORIO 04
che suole a riguardar giovare altrui. 054 PGTORIO 04
Ond' elli a me: «Se Castore e Poluce 061 PGTORIO 04
ancora a l'Orse più stretto rotare, 065 PGTORIO 04
vedrai come a costui convien che vada 073 PGTORIO 04
da l'un, quando a colui da l'altro fianco, 074 PGTORIO 04
Ma se a te piace, volontier saprei 085 PGTORIO 04
Ed elli a me: «Questa montagna è tale, 088 PGTORIO 04
com' a seconda giù andar per nave, 093 PGTORIO 04
e vedemmo a mancina un gran petrone, 101 PGTORIO 04
che si stavano a l'ombra dietro al sasso 104 PGTORIO 04
come l'uom per negghienza a star si pone. 105 PGTORIO 04
Allor si volse a noi e puose mente, 112 PGTORIO 04
non m'impedì l'andare a lui; e poscia 117 PGTORIO 04
ch'a lui fu' giunto, alzò la testa a pena, 118 PGTORIO 04
ch'a lui fu' giunto, alzò la testa a pena, 118 PGTORIO 04
mosser le labbra mie un poco a riso; 122 PGTORIO 04
poi cominciai: «Belacqua, a me non dole 123 PGTORIO 04
ché non mi lascerebbe ire a' martìri 128 PGTORIO 04
meridïan dal sole e a la riva 138 PGTORIO 04
quando di retro a me, drizzando 'l dito, 003 PGTORIO 05
lo raggio da sinistra a quel di sotto, 005 PGTORIO 05
Vien dietro a me, e lascia dir le genti: 013 PGTORIO 05
venivan genti innanzi a noi un poco, 023 PGTORIO 05
cantando 'Miserere' a verso a verso. 024 PGTORIO 05
cantando 'Miserere' a verso a verso. 024 PGTORIO 05
corsero incontr' a noi e dimandarne: 029 PGTORIO 05
e ritrarre a color che vi mandaro 032 PGTORIO 05
e, giunti là, con li altri a noi dier volta, 041 PGTORIO 05
«Questa gente che preme a noi è molta, 043 PGTORIO 05
e vegnonti a pregar», disse 'l poeta: 044 PGTORIO 05
e peccatori infino a l'ultima ora; 053 PGTORIO 05
di vita uscimmo a Dio pacificati, 056 PGTORIO 05
non riconosco alcun; ma s'a voi piace 059 PGTORIO 05
che, dietro a' piedi di sì fatta guida, 062 PGTORIO 05
Ond' io, che solo innanzi a li altri parlo, 067 PGTORIO 05
fatti mi fuoro in grembo a li Antenori, 075 PGTORIO 05
si compia che ti tragge a l'alto monte, 086 PGTORIO 05
E io a lui: «Qual forza o qual ventura 091 PGTORIO 05
«Oh!», rispuos' elli, «a piè del Casentino 094 PGTORIO 05
fuggendo a piede e sanguinando il piano. 099 PGTORIO 05
la pioggia cadde, e a' fossati venne 119 PGTORIO 05
e qual dallato li si reca a mente; 006 PGTORIO 06
a cui porge la man, più non fa pressa; 008 PGTORIO 06
volgendo a loro, e qua e là, la faccia, 011 PGTORIO 06
Ed elli a me: «La mia scrittura è piana; 034 PGTORIO 06
Veramente a così alto sospetto 043 PGTORIO 06
E io: «Segnore, andiamo a maggior fretta, 049 PGTORIO 06
Venimmo a lei: o anima lombarda, 061 PGTORIO 06
a guisa di leon quando si posa. 066 PGTORIO 06
Pur Virgilio si trasse a lei, pregando 067 PGTORIO 06
poi che ponesti mano a la predella. 096 PGTORIO 06
Vieni a veder Montecchi e Cappelletti, 106 PGTORIO 06
Vieni a veder la tua Roma che piagne 112 PGTORIO 06
Vieni a veder la gente quanto s'ama! 115 PGTORIO 06
a vergognar ti vien de la tua fama. 117 PGTORIO 06
per non venir sanza consiglio a l'arco; 131 PGTORIO 06
provedimenti, ch'a mezzo novembre 143 PGTORIO 06
vedrai te somigliante a quella inferma 149 PGTORIO 06
«Anzi che a questo monte fosser volte 004 PGTORIO 07
l'anime degne di salire a Dio, 005 PGTORIO 07
a veder l'alto Sol che tu disiri 026 PGTORIO 07
per quanto ir posso, a guida mi t'accosto. 042 PGTORIO 07
Anime sono a destra qua remote; 046 PGTORIO 07
a guisa che i vallon li sceman quici. 066 PGTORIO 07
là dove più ch'a mezzo muore il lembo. 072 PGTORIO 07
da l'erba e da li fior, dentr' a quel seno 076 PGTORIO 07
e che non move bocca a li altrui canti, 093 PGTORIO 07
E quel nasetto che stretto a consiglio 103 PGTORIO 07
L'altro vedete c'ha fatto a la guancia 107 PGTORIO 07
lo giovanetto che retro a lui siede, 116 PGTORIO 07
non men ch'a l'altro, Pier, che con lui canta, 125 PGTORIO 07
quand' io incominciai a render vano 007 PGTORIO 08
l'udire e a mirare una de l'alme 008 PGTORIO 08
come dicesse a Dio: 'D'altro non calme'. 012 PGTORIO 08
che fece me a me uscir di mente; 015 PGTORIO 08
avendo li occhi a le superne rote. 018 PGTORIO 08
L'un poco sovra noi a star si venne, 031 PGTORIO 08
come virtù ch'a troppo si confonda. 036 PGTORIO 08
disse Sordello, «a guardia de la valle, 038 PGTORIO 08
tutto gelato, a le fidate spalle. 042 PGTORIO 08
a piè del monte per le lontane acque?». 057 PGTORIO 08
L'uno a Virgilio e l'altro a un si volse 064 PGTORIO 08
L'uno a Virgilio e l'altro a un si volse 064 PGTORIO 08
vieni a veder che Dio per grazia volse». 066 PGTORIO 08
Poi, vòlto a me: «Per quel singular grado 067 PGTORIO 08
che tu dei a colui che sì nasconde 068 PGTORIO 08
a Giovanna mia che per me chiami 071 PGTORIO 08
là dove a li 'nnocenti si risponde. 072 PGTORIO 08
sì come rota più presso a lo stelo. 087 PGTORIO 08
E io a lui: «A quelle tre facelle 089 PGTORIO 08
E io a lui: «A quelle tre facelle 089 PGTORIO 08
Ond' elli a me: «Le quattro chiare stelle 091 PGTORIO 08
Com' ei parlava, e Sordello a sé il trasse 094 PGTORIO 08
Sentendo fender l'aere a le verdi ali, 106 PGTORIO 08
suso a le poste rivolando iguali. 108 PGTORIO 08
sai, dillo a me, che già grande là era. 117 PGTORIO 08
a' miei portai l'amor che qui raffina». 120 PGTORIO 08
la rondinella presso a la mattina, 014 PGTORIO 09
forse a memoria de' suo' primi guai, 015 PGTORIO 09
a le sue visïon quasi è divina, 018 PGTORIO 09
con l'ali aperte e a calare intesa; 021 PGTORIO 09
quando la madre da Chirón a Schiro 037 PGTORIO 09
e 'l viso m'era a la marina torto. 045 PGTORIO 09
«fatti sicur, ché noi semo a buon punto; 047 PGTORIO 09
A guisa d'uom che 'n dubbio si raccerta 064 PGTORIO 09
cominciò elli a dire, «ov' è la scorta? 086 PGTORIO 09
rispuose 'l mio maestro a lui, «pur dianzi 089 PGTORIO 09
«Venite dunque a' nostri gradi innanzi». 093 PGTORIO 09
Divoto mi gittai a' santi piedi; 109 PGTORIO 09
fece a la porta sì, ch'i' fu' contento. 120 PGTORIO 09
diss' elli a noi, «non s'apre questa calla. 123 PGTORIO 09
anzi ad aprir ch'a tenerla serrata, 128 PGTORIO 09
pur che la gente a' piedi mi s'atterri». 129 PGTORIO 09
Poi pinse l'uscio a la porta sacrata, 130 PGTORIO 09
Tale imagine a punto mi rendea 142 PGTORIO 09
quando a cantar con organi si stea; 144 PGTORIO 09
dinanzi a noi pareva sì verace 037 PGTORIO 10
acciò che fosse a li occhi miei disposta. 054 PGTORIO 10
partita in sette cori, a' due mie' sensi 059 PGTORIO 10
che di dietro a Micòl mi biancheggiava. 072 PGTORIO 10
mosse Gregorio a la sua gran vittoria; 075 PGTORIO 10
Intorno a lui parea calcato e pieno 079 PGTORIO 10
ed elli a lei rispondere: «Or aspetta 085 PGTORIO 10
a te che fia, se 'l tuo metti in oblio?»; 090 PGTORIO 10
novello a noi perché qui non si trova. 096 PGTORIO 10
e per lo fabbro loro a veder care, 099 PGTORIO 10
questi ne 'nvïeranno a li alti gradi». 102 PGTORIO 10
Li occhi miei, ch'a mirare eran contenti 103 PGTORIO 10
muovere a noi, non mi sembian persone, 113 PGTORIO 10
Ed elli a me: «La grave condizione 115 PGTORIO 10
di lor tormento a terra li rannicchia, 116 PGTORIO 10
col viso quel che vien sotto a quei sassi: 119 PGTORIO 10
nati a formar l'angelica farfalla, 125 PGTORIO 10
che vola a la giustizia sanza schermi? 126 PGTORIO 10
secondo ch'avien più e meno a dosso; 137 PGTORIO 10
fan sacrificio a te, cantando osanna, 011 PGTORIO 11
Dà oggi a noi la cotidiana manna, 013 PGTORIO 11
a retro va chi più di gir s'affanna. 015 PGTORIO 11
perdoniamo a ciascuno, e tu perdona 017 PGTORIO 11
ma per color che dietro a noi restaro». 024 PGTORIO 11
Così a sé e noi buona ramogna 025 PGTORIO 11
simile a quel che talvolta si sogna, 027 PGTORIO 11
disparmente angosciate tutte a tondo 028 PGTORIO 11
possano uscire a le stellate ruote. 036 PGTORIO 11
Le lor parole, che rendero a queste 046 PGTORIO 11
ma fu detto: «A man destra per la riva 049 PGTORIO 11
possibile a salir persona viva. 051 PGTORIO 11
e per farlo pietoso a questa soma. 057 PGTORIO 11
che, non pensando a la comune madre, 063 PGTORIO 11
Io sono Omberto; e non pur a me danno 067 PGTORIO 11
per lei, tanto che a Dio si sodisfaccia, 071 PGTORIO 11
a me che tutto chin con loro andava. 078 PGTORIO 11
che, possendo peccar, mi volsi a Dio. 090 PGTORIO 11
Così ha tolto l'uno a l'altro Guido 097 PGTORIO 11
spazio a l'etterno, ch'un muover di ciglia 107 PGTORIO 11
dinanzi a me, Toscana sonò tutta; 110 PGTORIO 11
e ora a pena in Siena sen pispiglia, 111 PGTORIO 11
fu a quel tempo sì com' ora è putta. 114 PGTORIO 11
E io a lui: «Tuo vero dir m'incora 118 PGTORIO 11
a recar Siena tutta a le sue mani. 123 PGTORIO 11
a recar Siena tutta a le sue mani. 123 PGTORIO 11
a sodisfar chi è di là troppo oso». 126 PGTORIO 11
si condusse a tremar per ogne vena. 138 PGTORIO 11
Di pari, come buoi che vanno a giogo, 001 PGTORIO 12
che solo a' pïi dà de le calcagne; 021 PGTORIO 12
grave a la terra per lo mortal gelo. 030 PGTORIO 12
Vedea Nembròt a piè del gran lavoro 034 PGTORIO 12
come Almeon a sua madre fé caro 050 PGTORIO 12
che fé Tamiri, quando disse a Ciro: 056 PGTORIO 12
A noi venìa la creatura bella, 088 PGTORIO 12
A questo invito vegnon molto radi: 094 PGTORIO 12
perché a poco vento così cadi?». 096 PGTORIO 12
Come a man destra, per salire al monte 100 PGTORIO 12
quel da le chiavi a me sovra le tempie: 135 PGTORIO 12
a che guardando, il mio duca sorrise. 136 PGTORIO 12
fece del destro lato a muover centro, 014 PGTORIO 13
«O dolce lume a cui fidanza i' entro 016 PGTORIO 13
a la mensa d'amor cortesi inviti. 027 PGTORIO 13
e dietro a noi l'andò reïterando. 030 PGTORIO 13
e vedrai gente innanzi a noi sedersi, 044 PGTORIO 13
che li atti loro a me venivan certi, 056 PGTORIO 13
Così li ciechi a cui la roba falla, 061 PGTORIO 13
stanno a' perdoni a chieder lor bisogna, 062 PGTORIO 13
stanno a' perdoni a chieder lor bisogna, 062 PGTORIO 13
E come a li orbi non approda il sole, 067 PGTORIO 13
così a l'ombre quivi, ond' io parlo ora, 068 PGTORIO 13
ché a tutti un fil di ferro i cigli fóra 070 PGTORIO 13
e cusce sì, come a sparvier selvaggio 071 PGTORIO 13
A me pareva, andando, fare oltraggio, 073 PGTORIO 13
Volsimi a loro e: «O gente sicura», 085 PGTORIO 13
lo mento a guisa d'orbo in sù levava. 102 PGTORIO 13
lagrimando a colui che sé ne presti. 108 PGTORIO 13
Eran li cittadin miei presso a Colle 115 PGTORIO 13
letizia presi a tutte altre dispari, 120 PGTORIO 13
gridando a Dio: "Omai più non ti temo!", 122 PGTORIO 13
se ciò non fosse, ch'a memoria m'ebbe 127 PGTORIO 13
a cui di me per caritate increbbe. 129 PGTORIO 13
Ed ella a me: «Chi t'ha dunque condotto 139 PGTORIO 13
«Oh, questa è a udir sì cosa nuova», 145 PGTORIO 13
che a' miei propinqui tu ben mi rinfami. 150 PGTORIO 13
più di speranza ch'a trovar la Diana; 153 PGTORIO 13
e apre li occhi a sua voglia e coverchia?». 003 PGTORIO 14
Così due spirti, l'uno a l'altro chini, 007 PGTORIO 14
ragionavan di me ivi a man dritta; 008 PGTORIO 14
lasciala tal, che di qui a mille anni 065 PGTORIO 14
Com' a l'annunzio di dogliosi danni 067 PGTORIO 14
stava a udir, turbarsi e farsi trista, 071 PGTORIO 14
poi ch'ebbe la parola a sé raccolta. 072 PGTORIO 14
nel fare a te ciò che tu far non vuo'mi. 078 PGTORIO 14
ché dentro a questi termini è ripieno 094 PGTORIO 14
che dovria l'uom tener dentro a sua meta. 144 PGTORIO 14
de l'antico avversaro a sé vi tira; 146 PGTORIO 14
e l'occhio vostro pur a terra mira; 150 PGTORIO 14
che sempre a guisa di fanciullo scherza, 003 PGTORIO 15
quand' io senti' a me gravar la fronte 010 PGTORIO 15
a lo splendore assai più che di prima, 011 PGTORIO 15
salta lo raggio a l'opposita parte, 017 PGTORIO 15
a quel che scende, e tanto si diparte 019 PGTORIO 15
quivi dinanzi a me esser percosso; 023 PGTORIO 15
per che a fuggir la mia vista fu ratta. 024 PGTORIO 15
«Che è quel, dolce padre, a che non posso 025 PGTORIO 15
la famiglia del cielo», a me rispuose: 029 PGTORIO 15
Tosto sarà ch'a veder queste cose 031 PGTORIO 15
quanto natura a sentir ti dispuose». 033 PGTORIO 15
Poi giunti fummo a l'angel benedetto, 034 PGTORIO 15
e dirizza'mi a lui sì dimandando: 043 PGTORIO 15
Per ch'elli a me: «Di sua maggior magagna 046 PGTORIO 15
invidia move il mantaco a' sospiri. 051 PGTORIO 15
Ed elli a me: «Però che tu rificchi 064 PGTORIO 15
la mente pur a le cose terrene, 065 PGTORIO 15
com' a lucido corpo raggio vene. 069 PGTORIO 15
e come specchio l'uno a l'altro rende. 075 PGTORIO 15
«Che farem noi a chi mal ne disira, 104 PGTORIO 15
gridando a sé pur: «Martira, martira!». 108 PGTORIO 15
orando a l'alto Sire, in tanta guerra, 112 PGTORIO 15
che perdonasse a' suoi persecutori, 113 PGTORIO 15
a le cose che son fuor di lei vere, 116 PGTORIO 15
a guisa di cui vino o sonno piega?». 123 PGTORIO 15
d'aprir lo core a l'acque de la pace 131 PGTORIO 15
Ed ecco a poco a poco un fummo farsi 142 PGTORIO 15
Ed ecco a poco a poco un fummo farsi 142 PGTORIO 15
a sentir di così aspro pelo, 006 PGTORIO 16
Sì come cieco va dietro a sua guida 010 PGTORIO 16
diss' io. Ed elli a me: «Tu vero apprendi, 023 PGTORIO 16
per tornar bella a colui che ti fece, 032 PGTORIO 16
E io a lui: «Per fede mi ti lego 052 PGTORIO 16
lume v'è dato a bene e a malizia, 075 PGTORIO 16
lume v'è dato a bene e a malizia, 075 PGTORIO 16
A maggior forza e a miglior natura 079 PGTORIO 16
A maggior forza e a miglior natura 079 PGTORIO 16
Esce di mano a lui che la vagheggia 085 PGTORIO 16
prima che sia, a guisa di fanciulla 086 PGTORIO 16
volontier torna a ciò che la trastulla. 090 PGTORIO 16
pur a quel ben fedire ond' ella è ghiotta, 101 PGTORIO 16
se non mi credi, pon mente a la spiga, 113 PGTORIO 16
che Dio a miglior vita li ripogna: 123 PGTORIO 16
rispuose a me; «ché, parlandomi tosco, 137 PGTORIO 16
a diradar cominciansi, la spera 005 PGTORIO 17
in giugnere a veder com' io rividi 008 PGTORIO 17
ne l'uccel ch'a cantar più si diletta, 020 PGTORIO 17
Poi piovve dentro a l'alta fantasia 025 PGTORIO 17
sé per sé stessa, a guisa d'una bulla 032 PGTORIO 17
madre, a la tua pria ch'a l'altrui ruina». 039 PGTORIO 17
madre, a la tua pria ch'a l'altrui ruina». 039 PGTORIO 17
Or accordiamo a tanto invito il piede; 061 PGTORIO 17
pur come nave ch'a la piaggia arriva. 078 PGTORIO 17
Ed elli a me: «L'amor del bene, scemo 085 PGTORIO 17
volgi la mente a me, e prenderai 089 PGTORIO 17
Se lento amore a lui veder vi tira 130 PGTORIO 17
o a lui acquistar, questa cornice, 131 PGTORIO 17
di sovr' a noi si piange per tre cerchi; 137 PGTORIO 17
che mi dimostri amore, a cui reduci 014 PGTORIO 18
tragge intenzione, e dentro a voi la spiega, 023 PGTORIO 18
per la sua forma ch'è nata a salire 029 PGTORIO 18
la veritate a la gente ch'avvera 035 PGTORIO 18
ché, s'amore è di fuori a noi offerto 043 PGTORIO 18
Ed elli a me: «Quanto ragion qui vede, 046 PGTORIO 18
pur a Beatrice, ch'è opra di fede. 048 PGTORIO 18
Or perché a questa ogn' altra si raccoglia, 061 PGTORIO 18
surga ogne amor che dentro a voi s'accende, 071 PGTORIO 18
che l'abbi a mente, s'a parlar ten prende». 075 PGTORIO 18
che l'abbi a mente, s'a parlar ten prende». 075 PGTORIO 18
La luna, quasi a mezza notte tarda, 076 PGTORIO 18
facea le stelle a noi parer più rade, 077 PGTORIO 18
le nostre spalle a noi era già volta. 090 PGTORIO 18
Tosto fur sovr' a noi, perché correndo 097 PGTORIO 18
«Maria corse con fretta a la montagna; 100 PGTORIO 18
di retro a noi, e troverai la buca. 114 PGTORIO 18
Noi siam di voglia a muoverci sì pieni, 115 PGTORIO 18
Io fui abate in San Zeno a Verona 118 PGTORIO 18
venir dando a l'accidïa di morso». 132 PGTORIO 18
Di retro a tutti dicean: «Prima fue 133 PGTORIO 18
morta la gente a cui il mar s'aperse, 134 PGTORIO 18
fino a la fine col figlio d'Anchise, 137 PGTORIO 18
sé stessa a vita sanza gloria offerse». 138 PGTORIO 18
novo pensiero dentro a me si mise, 141 PGTORIO 18
veggiono in orïente, innanzi a l'alba, 005 PGTORIO 19
cominciava a cantar sì, che con pena 017 PGTORIO 19
tanto son di piacere a sentir piena! 021 PGTORIO 19
e andavam col sol novo a le reni. 039 PGTORIO 19
la guida mia incominciò a dirmi, 053 PGTORIO 19
novella visïon ch'a sé mi piega, 056 PGTORIO 19
che sola sovr' a noi omai si piagne; 059 PGTORIO 19
Bastiti, e batti a terra le calcagne; 061 PGTORIO 19
Quale 'l falcon, che prima a' pié si mira, 064 PGTORIO 19
la roccia per dar via a chi va suso, 068 PGTORIO 19
giacendo a terra tutta volta in giuso. 072 PGTORIO 19
che la parola a pena s'intendea. 075 PGTORIO 19
poco dinanzi a noi ne fu; per ch'io 083 PGTORIO 19
e volsi li occhi a li occhi al segnor mio: 085 PGTORIO 19
Poi ch'io potei di me fare a mio senno, 088 PGTORIO 19
quel sanza 'l quale a Dio tornar non pòssi, 092 PGTORIO 19
Ed elli a me: «Perché i nostri diretri 097 PGTORIO 19
rivolga il cielo a sé, saprai; ma prima 098 PGTORIO 19
pesa il gran manto a chi dal fango il guarda, 104 PGTORIO 19
Fino a quel punto misera e partita 112 PGTORIO 19
in alto, fisso a le cose terrene, 119 PGTORIO 19
così giustizia qui a terra il merse. 120 PGTORIO 19
Come avarizia spense a ciascun bene 121 PGTORIO 19
E io a lui: «Per vostra dignitate 131 PGTORIO 19
come si va per muro stretto a' merli; 006 PGTORIO 20
ché la gente che fonde a goccia a goccia 007 PGTORIO 20
ché la gente che fonde a goccia a goccia 007 PGTORIO 20
e io attento a l'ombre, ch'i' sentia 017 PGTORIO 20
dinanzi a noi chiamar così nel pianto 020 PGTORIO 20
che fece Niccolò a le pulcelle, 032 PGTORIO 20
s'io ritorno a compiér lo cammin corto 038 PGTORIO 20
e io la cheggio a lui che tutto giuggia. 048 PGTORIO 20
ch'a la corona vedova promossa 058 PGTORIO 20
sì, ch'a Fiorenza fa scoppiar la pancia. 075 PGTORIO 20
poscia c'ha' il mio sangue a te sì tratto, 083 PGTORIO 20
a veder la vendetta che, nascosa, 095 PGTORIO 20
tanto è risposto a tutte nostre prece 100 PGTORIO 20
che seguì a la sua dimanda gorda, 107 PGTORIO 20
ora a maggiore e ora a minor passo: 120 PGTORIO 20
ora a maggiore e ora a minor passo: 120 PGTORIO 20
qual prender suol colui ch'a morte vada. 129 PGTORIO 20
a parturir li due occhi del cielo. 132 PGTORIO 20
e condoleami a la giusta vendetta. 006 PGTORIO 21
che Cristo apparve a' due ch'erano in via, 008 PGTORIO 21
ci apparve un'ombra, e dietro a noi venìa, 010 PGTORIO 21
rendéli 'l cenno ch'a ciò si conface. 015 PGTORIO 21
E 'l dottor mio: «Se tu riguardi a' segni 022 PGTORIO 21
che Cloto impone a ciascuno e compila, 027 PGTORIO 21
parve gridare infino a' suoi piè molli». 036 PGTORIO 21
che, tutto libero a mutar convento, 062 PGTORIO 21
E io, che son giaciuto a questa doglia 067 PGTORIO 21
a quel Segnor, che tosto sù li 'nvii». 072 PGTORIO 21
che, tolosano, a sé mi trasse Roma, 089 PGTORIO 21
Volser Virgilio a me queste parole 103 PGTORIO 21
a la passion di che ciascun si spicca, 107 PGTORIO 21
forte a cantar de li uomini e d'i dèi. 126 PGTORIO 21
comprender de l'amor ch'a te mi scalda, 134 PGTORIO 21
Già era l'angel dietro a noi rimaso, 001 PGTORIO 22
e quei c'hanno a giustizia lor disiro 004 PGTORIO 22
un poco a riso pria; poscia rispuose: 026 PGTORIO 22
che danno a dubitar falsa matera 029 PGTORIO 22
crucciato quasi a l'umana natura: 039 PGTORIO 22
potean le mani a spendere, e pente'mi 044 PGTORIO 22
Ed elli a lui: «Tu prima m'invïasti 064 PGTORIO 22
verso Parnaso a ber ne le sue grotte, 065 PGTORIO 22
a colorare stenderò la mano. 075 PGTORIO 22
si consonava a' nuovi predicanti; 080 PGTORIO 22
ond' io a visitarli presi usata. 081 PGTORIO 22
fer dispregiare a me tutte altre sette. 087 PGTORIO 22
E pria ch'io conducessi i Greci a' fiumi 088 PGTORIO 22
di novo attenti a riguardar dintorno, 116 PGTORIO 22
rimase a dietro, e la quinta era al temo, 119 PGTORIO 22
quando il mio duca: «Io credo ch'a lo stremo 121 PGTORIO 22
ch'a poetar mi davano intelletto. 129 PGTORIO 22
con pomi a odorar soavi e buoni; 132 PGTORIO 22
Li due poeti a l'alber s'appressaro; 139 PGTORIO 22
ch'a la sua bocca, ch'or per voi risponde. 144 PGTORIO 22
chi dietro a li uccellin sua vita perde, 003 PGTORIO 23
così di retro a noi, più tosto mota, 019 PGTORIO 23
Non credo che così a buccia strema 025 PGTORIO 23
volse a me li occhi un'ombra e guardò fiso; 041 PGTORIO 23
mia conoscenza a la cangiata labbia, 047 PGTORIO 23
«Deh, non contendere a l'asciutta scabbia 049 PGTORIO 23
a difetto di carne ch'io abbia; 051 PGTORIO 23
Ed elli a me: «De l'etterno consiglio 061 PGTORIO 23
ché quella voglia a li alberi ci mena 073 PGTORIO 23
che menò Cristo lieto a dire 'Elì', 074 PGTORIO 23
E io a lui: «Forese, da quel dì 076 PGTORIO 23
nel qual mutasti mondo a miglior vita, 077 PGTORIO 23
cinqu' anni non son vòlti infino a qui. 078 PGTORIO 23
del buon dolor ch'a Dio ne rimarita, 081 PGTORIO 23
Ond' elli a me: «Sì tosto m'ha condotto 085 PGTORIO 23
a ber lo dolce assenzo d'i martìri 086 PGTORIO 23
Tanto è a Dio più cara e più diletta 091 PGTORIO 23
a le sfacciate donne fiorentine 101 PGTORIO 23
Per ch'io a lui: «Se tu riduci a mente 115 PGTORIO 23
Per ch'io a lui: «Se tu riduci a mente 115 PGTORIO 23
Vidi per fame a vòto usar li denti 028 PGTORIO 24
già di bere a Forlì con men secchezza, 032 PGTORIO 24
più d'un che d'altro, fei a quel da Lucca, 035 PGTORIO 24
E io a lui: «I' mi son un che, quando 052 PGTORIO 24
Amor mi spira, noto, e a quel modo 053 PGTORIO 24
e qual più a gradire oltre si mette, 061 PGTORIO 24
non vede più da l'uno a l'altro stilo»; 062 PGTORIO 24
poi volan più a fretta e vanno in filo, 066 PGTORIO 24
ch'io non sia col voler prima a la riva; 078 PGTORIO 24
però che 'l loco u' fui a viver posto, 079 PGTORIO 24
e a trista ruina par disposto». 081 PGTORIO 24
vegg' ïo a coda d'una bestia tratto 083 PGTORIO 24
Non hanno molto a volger quelle ruote», 088 PGTORIO 24
venendo teco sì a paro a paro». 093 PGTORIO 24
venendo teco sì a paro a paro». 093 PGTORIO 24
E quando innanzi a noi intrato fue, 100 PGTORIO 24
che li occhi miei si fero a lui seguaci, 101 PGTORIO 24
come la mente a le parole sue, 102 PGTORIO 24
Sì accostati a l'un d'i due vivagni 127 PGTORIO 24
com' io vidi un che dicea: «S'a voi piace 139 PGTORIO 24
per ch'io mi volsi dietro a' miei dottori, 143 PGTORIO 24
lasciato al Tauro e la notte a lo Scorpio: 003 PGTORIO 25
ma vassi a la via sua, che che li appaia, 005 PGTORIO 25
di dimandar, venendo infino a l'atto 014 PGTORIO 25
che fa colui ch'a dicer s'argomenta. 015 PGTORIO 25
non fora», disse, «a te questo sì agro; 024 PGTORIO 25
guizza dentro a lo specchio vostra image, 026 PGTORIO 25
Ma perché dentro a tuo voler t'adage, 028 PGTORIO 25
prende nel core a tutte membra umane 040 PGTORIO 25
ch'a farsi quelle per le vene vane. 042 PGTORIO 25
l'un disposto a patire, e l'altro a fare 047 PGTORIO 25
l'un disposto a patire, e l'altro a fare 047 PGTORIO 25
che questa è in via e quella è già a riva, 054 PGTORIO 25
dove natura a tutte membra intende. 060 PGTORIO 25
Apri a la verità che viene il petto; 067 PGTORIO 25
lo motor primo a lui si volge lieto 070 PGTORIO 25
giunto a l'omor che de la vite cola. 078 PGTORIO 25
mirabilmente a l'una de le rive; 086 PGTORIO 25
e simigliante poi a la fiammella 097 PGTORIO 25
ciascun sentire infino a la veduta. 102 PGTORIO 25
E già venuto a l'ultima tortura 109 PGTORIO 25
s'era per noi, e vòlto a la man destra, 110 PGTORIO 25
si vuol tenere a li occhi stretto il freno, 119 PGTORIO 25
per ch'io guardava a loro e a' miei passi 125 PGTORIO 25
per ch'io guardava a loro e a' miei passi 125 PGTORIO 25
compartendo la vista a quando a quando. 126 PGTORIO 25
compartendo la vista a quando a quando. 126 PGTORIO 25
Appresso il fine ch'a quell' inno fassi, 127 PGTORIO 25
parer la fiamma; e pur a tanto indizio 008 PGTORIO 26
loro a parlar di me; e cominciarsi 011 PGTORIO 26
a dir: «Colui non par corpo fittizio»; 012 PGTORIO 26
ma forse reverente, a li altri dopo, 017 PGTORIO 26
rispondi a me che 'n sete e 'n foco ardo. 018 PGTORIO 26
Né solo a me la tua risposta è uopo; 019 PGTORIO 26
venne gente col viso incontro a questa, 029 PGTORIO 26
la qual mi fece a rimirar sospeso. 030 PGTORIO 26
sanza restar, contente a brieve festa; 033 PGTORIO 26
forse a spïar lor via e lor fortuna. 036 PGTORIO 26
perché 'l torello a sua lussuria corra». 042 PGTORIO 26
Poi, come grue ch'a le montagne Rife 043 PGTORIO 26
e tornan, lagrimando, a' primi canti 047 PGTORIO 26
e raccostansi a me, come davanti, 049 PGTORIO 26
che se ne va di retro a' vostri terghi». 066 PGTORIO 26
rimproverando a sé com' hai udito, 080 PGTORIO 26
se forse a nome vuo' saper chi semo, 089 PGTORIO 26
per ben dolermi prima ch'a lo stremo». 093 PGTORIO 26
si fer due figli a riveder la madre, 095 PGTORIO 26
tal mi fec' io, ma non a tanto insurgo, 096 PGTORIO 26
Ed elli a me: «Tu lasci tal vestigio, 106 PGTORIO 26
E io a lui: «Li dolci detti vostri, 112 PGTORIO 26
A voce più ch'al ver drizzan li volti, 121 PGTORIO 26
quanto bisogna a noi di questo mondo, 131 PGTORIO 26
El cominciò liberamente a dire: 139 PGTORIO 26
qu'ieu no me puesc ni voill a vos cobrire. 141 PGTORIO 26
sovenha vos a temps de ma dolor!». 147 PGTORIO 26
che farò ora presso più a Dio? 024 PGTORIO 27
Credi per certo che se dentro a l'alvo 025 PGTORIO 27
di là; e noi, attenti pur a lei, 056 PGTORIO 27
sonò dentro a un lume che lì era, 059 PGTORIO 27
dinanzi a me del sol ch'era già basso. 066 PGTORIO 27
tacite a l'ombra, mentre che 'l sol ferve, 079 PGTORIO 27
le belle mani a farmi una ghirlanda. 102 PGTORIO 27
Per piacermi a lo specchio, qui m'addorno; 103 PGTORIO 27
che tanto a' pellegrin surgon più grati, 110 PGTORIO 27
che fosser di piacere a queste iguali. 120 PGTORIO 27
che, lagrimando, a te venir mi fenno, 137 PGTORIO 27
e fallo fora non fare a suo senno: 141 PGTORIO 27
ch'a li occhi temperava il novo giorno, 003 PGTORIO 28
tutte quante piegavano a la parte 011 PGTORIO 28
che tenevan bordone a le sue rime, 018 PGTORIO 28
dentro a la selva antica tanto, ch'io 023 PGTORIO 28
«Deh, bella donna, che a' raggi d'amore 043 PGTORIO 28
ti scaldi, s'i' vo' credere a' sembianti 044 PGTORIO 28
diss' io a lei, «verso questa rivera, 047 PGTORIO 28
a terra e intra sé, donna che balli, 053 PGTORIO 28
e piede innanzi piede a pena mette, 054 PGTORIO 28
veniva a me co' suoi intendimenti. 060 PGTORIO 28
sotto le ciglia a Venere, trafitta 065 PGTORIO 28
ancora freno a tutti orgogli umani, 072 PGTORIO 28
a l'umana natura per suo nido, 078 PGTORIO 28
impugnan dentro a me novella fede 086 PGTORIO 28
di cosa ch'io udi' contraria a questa». 087 PGTORIO 28
Lo sommo Ben, che solo esso a sé piace, 091 PGTORIO 28
fé l'uom buono e a bene, e questo loco 092 PGTORIO 28
diede per arr' a lui d'etterna pace. 093 PGTORIO 28
a l'uomo non facesse alcuna guerra, 100 PGTORIO 28
a tutti altri sapori esto è di sopra. 133 PGTORIO 28
a' miei poeti, e vidi che con riso 146 PGTORIO 28
poi a la bella donna torna' il viso. 148 PGTORIO 28
per modo ch'a levante mi rendei. 012 PGTORIO 29
quando la donna tutta a me si torse, 014 PGTORIO 29
e disïoso ancora a più letizie, 033 PGTORIO 29
dinanzi a noi, tal quale un foco acceso, 034 PGTORIO 29
forti cose a pensar mettere in versi. 042 PGTORIO 29
la virtù ch'a ragion discorso ammanna, 049 PGTORIO 29
Indi rendei l'aspetto a l'alte cose 058 PGTORIO 29
che si movieno incontr' a noi sì tardi, 059 PGTORIO 29
e ciò che vien di retro a lor non guardi?». 063 PGTORIO 29
Genti vid' io allor, come a lor duci, 064 PGTORIO 29
lasciando dietro a sé l'aere dipinto, 074 PGTORIO 29
che la mia vista; e, quanto a mio avviso, 080 PGTORIO 29
ventiquattro seniori, a due a due, 083 PGTORIO 29
ventiquattro seniori, a due a due, 083 PGTORIO 29
a rimpetto di me da l'altra sponda 089 PGTORIO 29
A descriver lor forme più non spargo 097 PGTORIO 29
tanto ch'a questa non posso esser largo; 099 PGTORIO 29
tali eran quivi, salvo ch'a le penne 104 PGTORIO 29
Lo spazio dentro a lor quattro contenne 106 PGTORIO 29
sì ch'a nulla, fendendo, facea male. 111 PGTORIO 29
ch'a pena fora dentro al foco nota; 123 PGTORIO 29
a li animali fé ch'ell' ha più cari; 138 PGTORIO 29
E quando il carro a me fu a rimpetto, 151 PGTORIO 29
E quando il carro a me fu a rimpetto, 151 PGTORIO 29
qual temon gira per venire a porto, 006 PGTORIO 30
al carro volse sé come a sua pace; 009 PGTORIO 30
tempo era stato ch'a la sua presenza 035 PGTORIO 30
volsimi a la sinistra col respitto 043 PGTORIO 30
col quale il fantolin corre a la mamma 044 PGTORIO 30
per dicere a Virgilio: 'Men che dramma 046 PGTORIO 30
Virgilio a cui per mia salute die'mi; 051 PGTORIO 30
valse a le guance nette di rugiada, 053 PGTORIO 30
viene a veder la gente che ministra 059 PGTORIO 30
per li altri legni, e a ben far l'incora; 060 PGTORIO 30
ma veggendomi in esso, i trassi a l'erba, 077 PGTORIO 30
com' ella parve a me; perché d'amaro 080 PGTORIO 30
dietro a le note de li etterni giri; 093 PGTORIO 30
lor compatire a me, par che se detto 095 PGTORIO 30
del carro stando, a le sustanze pie 101 PGTORIO 30
sì che notte né sonno a voi non fura 104 PGTORIO 30
che sì alti vapori hanno a lor piova, 113 PGTORIO 30
mostrando li occhi giovanetti a lui, 122 PGTORIO 30
questi si tolse a me, e diessi altrui. 126 PGTORIO 30
Quando di carne a spirto era salita, 127 PGTORIO 30
fu' io a lui men cara e men gradita; 129 PGTORIO 30
lo rivocai: sì poco a lui ne calse! 135 PGTORIO 30
a la salute sua eran già corti, 137 PGTORIO 30
e a colui che l'ha qua sù condotto, 140 PGTORIO 30
volgendo suo parlare a me per punta, 002 PGTORIO 31
«dì, dì se questo è vero: a tanta accusa 005 PGTORIO 31
Rispondi a me; ché le memorie triste 011 PGTORIO 31
Ond' ella a me: «Per entro i mie' disiri, 022 PGTORIO 31
di là dal qual non è a che s'aspiri, 024 PGTORIO 31
a pena ebbi la voce che rispuose, 032 PGTORIO 31
e le labbra a fatica la formaro. 033 PGTORIO 31
di retro a me che non era più tale. 057 PGTORIO 31
con li occhi a terra stannosi, ascoltando 065 PGTORIO 31
o vero a quel de la terra di Iarba, 072 PGTORIO 31
Quando fui presso a la beata riva, 097 PGTORIO 31
dentro a la danza de le quattro belle; 104 PGTORIO 31
fummo ordinate a lei per sue ancelle. 108 PGTORIO 31
Merrenti a li occhi suoi; ma nel giocondo 109 PGTORIO 31
ove Beatrice stava volta a noi. 114 PGTORIO 31
posto t'avem dinanzi a li smeraldi 116 PGTORIO 31
strinsermi li occhi a li occhi rilucenti, 119 PGTORIO 31
a lui la bocca tua, sì che discerna 137 PGTORIO 31
tentando a render te qual tu paresti 143 PGTORIO 31
a disbramarsi la decenne sete, 002 PGTORIO 32
a sé traéli con l'antica rete!--; 006 PGTORIO 32
e la disposizion ch'a veder èe 010 PGTORIO 32
sensibile onde a forza mi rimossi), 015 PGTORIO 32
Indi a le rote si tornar le donne, 025 PGTORIO 32
Io senti' mormorare a tutti «Adamo»; 037 PGTORIO 32
Così dintorno a l'albero robusto 046 PGTORIO 32
e quel di lei a lei lasciò legato. 051 PGTORIO 32
che raggia dietro a la celeste lasca, 054 PGTORIO 32
li occhi a cui pur vegghiar costò sì caro; 066 PGTORIO 32
Però trascorro a quando mi svegliai, 070 PGTORIO 32
Quali a veder de' fioretti del melo 073 PGTORIO 32
e vinti, ritornaro a la parola 077 PGTORIO 32
che legar vidi a la biforme fera. 096 PGTORIO 32
Poi parve a me che la terra s'aprisse 130 PGTORIO 32
a sé traendo la coda maligna, 134 PGTORIO 32
vidi di costa a lei dritto un gigante; 152 PGTORIO 32
a me rivolse, quel feroce drudo 155 PGTORIO 32
a la puttana e a la nova belva. 160 PGTORIO 32
a la puttana e a la nova belva. 160 PGTORIO 32
più a la croce si cambiò Maria. 006 PGTORIO 33
a lei di dir, levata dritta in pè, 008 PGTORIO 33
a domandarmi omai venendo meco?». 024 PGTORIO 33
Come a color che troppo reverenti 025 PGTORIO 33
dinanzi a suo maggior parlando sono, 026 PGTORIO 33
avvenne a me, che sanza intero suono 028 PGTORIO 33
Ed ella a me: «Da tema e da vergogna 031 PGTORIO 33
a darne tempo già stelle propinque, 041 PGTORIO 33
perch' a lor modo lo 'ntelletto attuia; 048 PGTORIO 33
così queste parole segna a' vivi 053 PGTORIO 33
del viver ch'è un correre a la morte. 054 PGTORIO 33
E aggi a mente, quando tu le scrivi, 055 PGTORIO 33
con bestemmia di fatto offende a Dio, 059 PGTORIO 33
che solo a l'uso suo la creò santa. 060 PGTORIO 33
li pensier vani intorno a la tua mente, 068 PGTORIO 33
e 'l piacer loro un Piramo a la gelsa, 069 PGTORIO 33
conosceresti a l'arbor moralmente. 072 PGTORIO 33
che 'l te ne porti dentro a te per quello 077 PGTORIO 33
quelle scovrire a la tua vista rude». 102 PGTORIO 33
chi va dinanzi a gente per iscorta 107 PGTORIO 33
la bella donna mossesi, e a Stazio 134 PGTORIO 33
ordite a questa cantica seconda, 140 PGTORIO 33
puro e disposto a salire a le stelle. 145 PGTORIO 33
puro e disposto a salire a le stelle. 145 PGTORIO 33
O buono Appollo, a l'ultimo lavoro 013 PRADISO 01
come dimandi a dar l'amato alloro. 015 PRADISO 01
Infino a qui l'un giogo di Parnaso 016 PRADISO 01
forse di retro a me con miglior voci 035 PRADISO 01
più a suo modo tempera e suggella. 042 PRADISO 01
a le nostre virtù, mercé del loco 056 PRADISO 01
e di sùbito parve giorno a giorno 061 PRADISO 01
a cui esperïenza grazia serba. 072 PRADISO 01
desiderato, a sé mi fece atteso 077 PRADISO 01
a quïetarmi l'animo commosso, 086 PRADISO 01
pria ch'io a dimandar, la bocca aprio 087 PRADISO 01
che l'universo a Dio fa simigliante. 105 PRADISO 01
onde si muovono a diversi porti 112 PRADISO 01
con istinto a lei dato che la porti. 114 PRADISO 01
e ora lì, come a sito decreto, 124 PRADISO 01
molte fïate a l'intenzion de l'arte, 128 PRADISO 01
perch' a risponder la materia è sorda, 129 PRADISO 01
com' a terra quïete in foco vivo». 141 PRADISO 01
tornate a riveder li vostri liti: 004 PRADISO 02
dinanzi a l'acqua che ritorna equale. 015 PRADISO 02
mi torse il viso a sé; e però quella 026 PRADISO 02
Parev' a me che nube ne coprisse 031 PRADISO 02
a guisa del ver primo che l'uom crede. 045 PRADISO 02
seguiterieno a tua ragion distrutti. 072 PRADISO 02
lo qual di retro a sé piombo nasconde. 090 PRADISO 02
per esser lì refratto più a retro. 093 PRADISO 02
e torni a te da tutti ripercosso. 102 PRADISO 02
dispongono a lor fini e lor semenze. 120 PRADISO 02
E come l'alma dentro a vostra polve 133 PRADISO 02
a diverse potenze si risolve, 135 PRADISO 02
Da essa vien ciò che da luce a luce 145 PRADISO 02
conforme a sua bontà, lo turbo e 'l chiaro». 148 PRADISO 02
leva' il capo a proferer più erto; 006 PRADISO 03
a sé me tanto stretto, per vedersi, 008 PRADISO 03
non vien men forte a le nostre pupille; 015 PRADISO 03
tali vid' io più facce a parlar pronte; 016 PRADISO 03
per ch'io dentro a l'error contrario corsi 017 PRADISO 03
a quel ch'accese amor tra l'omo e 'l fonte. 018 PRADISO 03
ma te rivolve, come suole, a vòto: 028 PRADISO 03
E io a l'ombra che parea più vaga 034 PRADISO 03
«O ben creato spirito, che a' rai 037 PRADISO 03
a giusta voglia, se non come quella 044 PRADISO 03
che vuol simile a sé tutta sua corte. 045 PRADISO 03
Ond' io a lei: «Ne' mirabili aspetti 058 PRADISO 03
però non fui a rimembrar festino; 061 PRADISO 03
tenersi dentro a la divina voglia, 080 PRADISO 03
per questo regno, a tutto il regno piace 083 PRADISO 03
com' a lo re che 'n suo voler ne 'nvoglia. 084 PRADISO 03
onde non trasse infino a co la spuola. 096 PRADISO 03
donna più sù», mi disse, «a la cui norma 098 PRADISO 03
che caritate a suo piacer conforma. 102 PRADISO 03
Uomini poi, a mal più ch'a bene usi, 106 PRADISO 03
Uomini poi, a mal più ch'a bene usi, 106 PRADISO 03
e a Beatrice tutta si converse; 127 PRADISO 03
e ciò mi fece a dimandar più tardo. 130 PRADISO 03
parer tornarsi l'anime a le stelle, 023 PRADISO 04
né hanno a l'esser lor più o meno anni; 033 PRADISO 04
a vostra facultate, e piedi e mano 044 PRADISO 04
attribuisce a Dio e altro intende; 045 PRADISO 04
non è simile a ciò che qui si vede, 050 PRADISO 04
Dice che l'alma a la sua stella riede, 052 PRADISO 04
S'elli intende tornare a queste ruote 058 PRADISO 04
Mercurio e Marte a nominar trascorse. 063 PRADISO 04
ben penetrare a questa veritate, 071 PRADISO 04
nïente conferisce a quel che sforza, 074 PRADISO 04
e fece Muzio a la sua man severo, 084 PRADISO 04
dinanzi a li occhi, tal che per te stesso 092 PRADISO 04
A questo punto voglio che tu pense 106 PRADISO 04
che basti a render voi grazia per grazia; 122 PRADISO 04
ma quei che vede e puote a ciò risponda. 123 PRADISO 04
Nasce per quello, a guisa di rampollo, 130 PRADISO 04
a piè del vero il dubbio; ed è natura 131 PRADISO 04
con reverenza, donna, a dimandarvi 134 PRADISO 04
ch'a la vostra statera non sien parvi». 138 PRADISO 04
fesse creando, e a la sua bontate 020 PRADISO 05
convienti ancor sedere un poco a mensa, 037 PRADISO 05
richiede ancora aiuto a tua dispensa. 039 PRADISO 05
Apri la mente a quel ch'io ti paleso 040 PRADISO 05
Due cose si convegnono a l'essenza 043 PRADISO 05
però necessitato fu a li Ebrei 049 PRADISO 05
Ma non trasmuti carco a la sua spalla 055 PRADISO 05
Non prendan li mortali il voto a ciancia; 064 PRADISO 05
siate fedeli, e a ciò far non bieci, 065 PRADISO 05
come Ieptè a la sua prima mancia; 066 PRADISO 05
Siate, Cristiani, a muovervi più gravi: 073 PRADISO 05
questo vi basti a vostro salvamento. 078 PRADISO 05
seco medesmo a suo piacer combatte!». 084 PRADISO 05
Così Beatrice a me com' ïo scrivo; 085 PRADISO 05
a quella parte ove 'l mondo è più vivo. 087 PRADISO 05
traggonsi i pesci a ciò che vien di fori 101 PRADISO 05
E sì come ciascuno a noi venìa, 106 PRADISO 05
sì come a li occhi mi fur manifesti. 114 PRADISO 05
«O bene nato a cui veder li troni 115 PRADISO 05
di noi chiarirti, a tuo piacer ti sazia». 120 PRADISO 05
sicuramente, e credi come a dii». 123 PRADISO 05
che si vela a' mortai con altrui raggi». 129 PRADISO 05
Questo diss' io diritto a la lumera 130 PRADISO 05
dietro a l'antico che Lavina tolse, 003 PRADISO 06
vicino a' monti de' quai prima uscìo; 006 PRADISO 06
E prima ch'io a l'ovra fossi attento, 013 PRADISO 06
sommo pastore, a la fede sincera 017 PRADISO 06
a Dio per grazia piacque di spirarmi 023 PRADISO 06
Or qui a la question prima s'appunta 028 PRADISO 06
mi stringe a seguitare alcuna giunta, 030 PRADISO 06
e chi 'l s'appropria e chi a lui s'oppone. 033 PRADISO 06
che i tre a' tre pugnar per lui ancora. 039 PRADISO 06
Romani incontro a Brenno, incontro a Pirro, 044 PRADISO 06
Romani incontro a Brenno, incontro a Pirro, 044 PRADISO 06
incontro a li altri principi e collegi; 045 PRADISO 06
Scipïone e Pompeo; e a quel colle 053 PRADISO 06
redur lo mondo a suo modo sereno, 056 PRADISO 06
E quel che fé da Varo infino a Reno, 058 PRADISO 06
Da indi scese folgorando a Iuba; 070 PRADISO 06
che fu serrato a Giano il suo delubro. 081 PRADISO 06
per lo regno mortal ch'a lui soggiace, 084 PRADISO 06
li concedette, in mano a quel ch'i' dico, 089 PRADISO 06
gloria di far vendetta a la sua ira. 090 PRADISO 06
poscia con Tito a far vendetta corse 092 PRADISO 06
oppone, e l'altro appropria quello a parte, 101 PRADISO 06
sì ch'è forte a veder chi più si falli. 102 PRADISO 06
ch'a più alto leon trasser lo vello. 108 PRADISO 06
E dentro a la presente margarita 127 PRADISO 06
a dimandar ragione a questo giusto, 137 PRADISO 06
a dimandar ragione a questo giusto, 137 PRADISO 06
mendicando sua vita a frusto a frusto, 141 PRADISO 06
mendicando sua vita a frusto a frusto, 141 PRADISO 06
Così, volgendosi a la nota sua, 004 PRADISO 07
fu viso a me cantare essa sustanza, 005 PRADISO 07
ed essa e l'altre mossero a sua danza, 007 PRADISO 07
fra me, 'dille' dicea, 'a la mia donna 011 PRADISO 07
Per non soffrire a la virtù che vole 025 PRADISO 07
freno a suo prode, quell' uom che non nacque, 026 PRADISO 07
s'era allungata, unì a sé in persona 032 PRADISO 07
Or drizza il viso a quel ch'or si ragiona: 034 PRADISO 07
s'a la natura assunta si misura, 041 PRADISO 07
guardando a la persona che sofferse, 044 PRADISO 07
ch'a Dio e a' Giudei piacque una morte; 047 PRADISO 07
ch'a Dio e a' Giudei piacque una morte; 047 PRADISO 07
a nostra redenzion pur questo modo". 057 PRADISO 07
a li occhi di ciascuno il cui ingegno 059 PRADISO 07
Veramente, però ch'a questo segno 061 PRADISO 07
a la virtute de le cose nove. 072 PRADISO 07
avesse sodisfatto a sua follia. 093 PRADISO 07
Dunque a Dio convenia con le vie sue 103 PRADISO 07
riparar l'omo a sua intera vita, 104 PRADISO 07
a rilevarvi suso, fu contenta. 111 PRADISO 07
ché più largo fu Dio a dar sé stesso 115 PRADISO 07
per far l'uom sufficiente a rilevarsi, 116 PRADISO 07
a la giustizia, se 'l Figliuol di Dio 119 PRADISO 07
ritorno a dichiararti in alcun loco, 122 PRADISO 07
venire a corruzione, e durar poco; 126 PRADISO 07
in queste stelle che 'ntorno a lor vanno. 138 PRADISO 07
per che non pur a lei faceano onore 004 PRADISO 08
e dicean ch'el sedette in grembo a Dido; 009 PRADISO 08
a chi avesse quei lumi divini 025 PRADISO 08
veduti a noi venir, lasciando il giro 026 PRADISO 08
e dentro a quei che più innanzi appariro 028 PRADISO 08
Indi si fece l'un più presso a noi 031 PRADISO 08
a la mia donna reverenti, ed essa 041 PRADISO 08
rivolsersi a la luce che promessa 043 PRADISO 08
quando parlai, a l'allegrezze sue! 048 PRADISO 08
per suo segnore a tempo m'aspettava, 060 PRADISO 08
mosso Palermo a gridar: ''Mora, mora!". 075 PRADISO 08
per lui, o per altrui, sì ch'a sua barca 080 PRADISO 08
poi che, parlando, a dubitar m'hai mosso 092 PRADISO 08
Questo io a lui; ed elli a me: «S'io posso 094 PRADISO 08
Questo io a lui; ed elli a me: «S'io posso 094 PRADISO 08
mostrarti un vero, a quel che tu dimandi 095 PRADISO 08
disposto cade a proveduto fine, 104 PRADISO 08
Sì venne deducendo infino a quici; 121 PRADISO 08
a la cera mortal, fa ben sua arte, 128 PRADISO 08
da sì vil padre, che si rende a Marte. 132 PRADISO 08
simil farebbe sempre a' generanti, 134 PRADISO 08
discorde a sé, com' ogne altra semente 140 PRADISO 08
Ma voi torcete a la religïone 145 PRADISO 08
tal che fia nato a cignersi la spada, 146 PRADISO 08
come quel ben ch'a ogne cosa è tanto. 009 PRADISO 09
seguette come a cui di ben far giova: 024 PRADISO 09
che fece a la contrada un grande assalto. 030 PRADISO 09
ma lietamente a me medesma indulgo 034 PRADISO 09
e stanco chi 'l pesasse a oncia a oncia, 057 PRADISO 09
e stanco chi 'l pesasse a oncia a oncia, 057 PRADISO 09
onde refulge a noi Dio giudicante; 062 PRADISO 09
voglia di sé a te puot' esser fuia. 075 PRADISO 09
perché non satisface a' miei disii? 079 PRADISO 09
Folco mi disse quella gente a cui 094 PRADISO 09
noiando e a Sicheo e a Creusa, 098 PRADISO 09
noiando e a Sicheo e a Creusa, 098 PRADISO 09
non de la colpa, ch'a mente non torna, 104 PRADISO 09
Raab; e a nostr' ordine congiunta, 116 PRADISO 09
si studia, sì che pare a' lor vivagni. 135 PRADISO 09
A questo intende il papa e ' cardinali; 136 PRADISO 09
non vanno i lor pensieri a Nazarette, 137 PRADISO 09
a la milizia che Pietro seguette, 141 PRADISO 09
Leva dunque, lettore, a l'alte rote 007 PRADISO 10
meco la vista, dritto a quella parte 008 PRADISO 10
e lì comincia a vagheggiar ne l'arte 010 PRADISO 10
di quel maestro che dentro a sé l'ama, 011 PRADISO 10
dietro pensando a ciò che si preliba, 023 PRADISO 10
ché a sé torce tutta la mia cura 026 PRADISO 10
a tanta altezza, non è maraviglia; 047 PRADISO 10
ringrazia il Sol de li angeli, ch'a questo 053 PRADISO 10
a divozione e a rendersi a Dio 056 PRADISO 10
a divozione e a rendersi a Dio 056 PRADISO 10
a divozione e a rendersi a Dio 056 PRADISO 10
come a quelle parole mi fec' io; 058 PRADISO 10
si fuor girati intorno a noi tre volte, 077 PRADISO 10
come stelle vicine a' fermi poli, 078 PRADISO 10
E dentro a l'un senti' cominciar: «Quando 082 PRADISO 10
Questi che m'è a destra più vicino, 097 PRADISO 10
offerse a Santa Chiesa suo tesoro. 108 PRADISO 10
a veder tanto non surse il secondo. 114 PRADISO 10
che giù in carne più a dentro vide 116 PRADISO 10
di luce in luce dietro a le mie lode, 122 PRADISO 10
fa manifesto a chi di lei ben ode. 126 PRADISO 10
e da essilio venne a questa pace. 129 PRADISO 10
che a considerar fu più che viro. 132 PRADISO 10
Questi onde a me ritorna il tuo riguardo, 133 PRADISO 10
gravi a morir li parve venir tardo: 135 PRADISO 10
a mattinar lo sposo perché l'ami, 141 PRADISO 10
muoversi e render voce a voce in tempra 146 PRADISO 10
Chi dietro a iura e chi ad amforismi 004 PRADISO 11
s'affaticava e chi si dava a l'ozio, 009 PRADISO 11
fermossi, come a candellier candelo. 015 PRADISO 11
E io senti' dentro a quella lumera 016 PRADISO 11
in sé sicura e anche a lui più fida, 034 PRADISO 11
ch'el cominciò a far sentir la terra 056 PRADISO 11
del padre corse, a cui, come a la morte, 059 PRADISO 11
del padre corse, a cui, come a la morte, 059 PRADISO 11
e dinanzi a la sua spirital corte 061 PRADISO 11
fino a costui si stette sanza invito; 066 PRADISO 11
colui ch'a tutto 'l mondo fé paura; 069 PRADISO 11
si scalzò prima, e dietro a tanta pace 080 PRADISO 11
dietro a lo sposo, sì la sposa piace. 084 PRADISO 11
né per parer dispetto a maraviglia; 090 PRADISO 11
primo sigillo a sua religïone. 093 PRADISO 11
dietro a costui, la cui mirabil vita 095 PRADISO 11
e per trovare a conversione acerba 103 PRADISO 11
Quando a colui ch'a tanto ben sortillo 109 PRADISO 11
Quando a colui ch'a tanto ben sortillo 109 PRADISO 11
piacque di trarlo suso a la mercede 110 PRADISO 11
a' frati suoi, sì com' a giuste rede, 112 PRADISO 11
a' frati suoi, sì com' a giuste rede, 112 PRADISO 11
e comandò che l'amassero a fede; 114 PRADISO 11
collega fu a mantener la barca 119 PRADISO 11
più tornano a l'ovil di latte vòte. 129 PRADISO 11
se ciò ch'è detto a la mente revoche, 135 PRADISO 11
a rotar cominciò la santa mola; 003 PRADISO 12
e moto a moto e canto a canto colse; 006 PRADISO 12
e moto a moto e canto a canto colse; 006 PRADISO 12
quando Iunone a sua ancella iube, 012 PRADISO 12
a guisa del parlar di quella vaga 014 PRADISO 12
e sì l'estrema a l'intima rispuose. 021 PRADISO 12
insieme a punto e a voler quetarsi, 025 PRADISO 12
insieme a punto e a voler quetarsi, 025 PRADISO 12
si mosse voce, che l'ago a la stella 029 PRADISO 12
mi tragge a ragionar de l'altro duca 032 PRADISO 12
costò a rïarmar, dietro a la 'nsegna 038 PRADISO 12
costò a rïarmar, dietro a la 'nsegna 038 PRADISO 12
provide a la milizia, ch'era in forse, 041 PRADISO 12
e, come è detto, a sua sposa soccorse 043 PRADISO 12
dietro a le quali, per la lunga foga, 050 PRADISO 12
benigno a' suoi e a' nemici crudo; 057 PRADISO 12
benigno a' suoi e a' nemici crudo; 057 PRADISO 12
quinci si mosse spirito a nomarlo 068 PRADISO 12
elesse a l'orto suo per aiutarlo. 072 PRADISO 12
come dicesse: 'Io son venuto a questo'. 078 PRADISO 12
di retro ad Ostïense e a Taddeo, 083 PRADISO 12
tal che si mise a circüir la vigna 086 PRADISO 12
E a la sedia che fu già benigna 088 PRADISO 12
più a' poveri giusti, non per lei, 089 PRADISO 12
coi piedi a le sue orme, è tanto volta, 116 PRADISO 12
che quel dinanzi a quel di retro gitta; 117 PRADISO 12
Ben dico, chi cercasse a foglio a foglio 121 PRADISO 12
Ben dico, chi cercasse a foglio a foglio 121 PRADISO 12
là onde vegnon tali a la scrittura, 125 PRADISO 12
che nel capestro a Dio si fero amici. 132 PRADISO 12
ch'a la prim' arte degnò porre mano. 138 PRADISO 12
imagini quel carro a cu' il seno 007 PRADISO 13
a cui la prima rota va dintorno, 012 PRADISO 13
e attesersi a noi quei santi lumi, 029 PRADISO 13
a batter l'altra dolce amor m'invita. 036 PRADISO 13
il cui palato a tutto 'l mondo costa, 039 PRADISO 13
quantunque a la natura umana lece 043 PRADISO 13
e però miri a ciò ch'io dissi suso, 046 PRADISO 13
Or apri li occhi a quel ch'io ti rispondo, 049 PRADISO 13
da lui né da l'amor ch'a lor s'intrea, 057 PRADISO 13
Quindi discende a l'ultime potenze 061 PRADISO 13
Se fosse a punto la cera dedutta 073 PRADISO 13
similemente operando a l'artista 077 PRADISO 13
ch'a l'abito de l'arte ha man che trema. 078 PRADISO 13
quando fu detto ''Chiedi", a dimandare. 093 PRADISO 13
E questo ti sia sempre piombo a' piedi, 112 PRADISO 13
ché quelli è tra li stolti bene a basso, 115 PRADISO 13
che furon come spade a le Scritture 128 PRADISO 13
a giudicar, sì come quei che stima 131 PRADISO 13
perire al fine a l'intrar de la foce. 138 PRADISO 13
a cui sì cominciar, dopo lui, piacque: 009 PRADISO 14
«A costui fa mestieri, e nol vi dice 010 PRADISO 14
d'un altro vero andare a la radice. 012 PRADISO 14
a la fïata quei che vanno a rota 020 PRADISO 14
a la fïata quei che vanno a rota 020 PRADISO 14
così, a l'orazion pronta e divota, 022 PRADISO 14
forse qual fu da l'angelo a Maria, 036 PRADISO 14
lume ch'a lui veder ne condiziona; 048 PRADISO 14
a tutto ciò che potrà dilettarne». 060 PRADISO 14
e l'uno e l'altro coro a dicer «Amme!», 062 PRADISO 14
cominciare a vedere, e fare un giro 074 PRADISO 14
a li occhi miei che, vinti, nol soffriro! 078 PRADISO 14
a rilevarsi; e vidimi translato 083 PRADISO 14
ch'è una in tutti, a Dio feci olocausto, 089 PRADISO 14
qual conveniesi a la grazia novella. 090 PRADISO 14
m'apparvero splendor dentro a due raggi, 095 PRADISO 14
a tal da cui la nota non è intesa, 120 PRADISO 14
però ch'a me venìa «Resurgi» e «Vinci» 125 PRADISO 14
come a colui che non intende e ode. 126 PRADISO 14
che 'nfino a lì non fu alcuna cosa 128 PRADISO 14
e ch'io non m'era lì rivolto a quelli, 135 PRADISO 14
silenzio puose a quella dolce lira, 004 PRADISO 15
Come saranno a' giusti preghi sorde 007 PRADISO 15
ch'io le pregassi, a tacer fur concorde? 009 PRADISO 15
a piè di quella croce corse un astro 020 PRADISO 15
Così quel lume: ond' io m'attesi a lui; 031 PRADISO 15
poscia rivolsi a la mia donna il viso, 032 PRADISO 15
ché dentro a li occhi suoi ardeva un riso 034 PRADISO 15
Indi, a udire e a veder giocondo, 037 PRADISO 15
Indi, a udire e a veder giocondo, 037 PRADISO 15
solvuto hai, figlio, dentro a questo lume 052 PRADISO 15
ch'a l'alto volo ti vestì le piume. 054 PRADISO 15
Tu credi che a me tuo pensier mei 055 PRADISO 15
più gaudïoso a te, non mi domandi, 059 PRADISO 15
a che la mia risposta è già decreta!». 069 PRADISO 15
Io mi volsi a Beatrice, e quella udio 070 PRADISO 15
per la cagion ch'a voi è manifesta, 080 PRADISO 15
se non col core a la paterna festa. 084 PRADISO 15
Ben supplico io a te, vivo topazio 085 PRADISO 15
che fosse a veder più che la persona. 102 PRADISO 15
a mostrar ciò che 'n camera si puote. 108 PRADISO 15
esser contenti a la pelle scoperta, 116 PRADISO 15
L'una vegghiava a studio de la culla, 121 PRADISO 15
l'altra, traendo a la rocca la chioma, 124 PRADISO 15
A così riposato, a così bello 130 PRADISO 15
A così riposato, a così bello 130 PRADISO 15
viver di cittadini, a così fida 131 PRADISO 15
cittadinanza, a così dolce ostello, 132 PRADISO 15
mia donna venne a me di val di Pado, 137 PRADISO 15
Dietro li andai incontro a la nequizia 142 PRADISO 15
e venni dal martiro a questa pace». 148 PRADISO 15
Dal 'voi' che prima a Roma s'offerie, 010 PRADISO 16
voi mi date a parlar tutta baldezza; 017 PRADISO 16
Come s'avviva a lo spirar d'i venti 028 PRADISO 16
luce risplendere a' miei blandimenti; 030 PRADISO 16
e come a li occhi miei si fé più bella, 031 PRADISO 16
a rinfiammarsi sotto la sua pianta. 039 PRADISO 16
Tutti color ch'a quel tempo eran ivi 046 PRADISO 16
e a Trespiano aver vostro confine, 054 PRADISO 16
non fosse stata a Cesare noverca, 059 PRADISO 16
ma come madre a suo figlio benigna, 060 PRADISO 16
che si sarebbe vòlto a Simifonti, 062 PRADISO 16
là dove andava l'avolo a la cerca; 063 PRADISO 16
a le curule Sizii e Arrigucci. 108 PRADISO 16
si fanno grassi stando a consistoro. 114 PRADISO 16
dietro a chi fugge, e a chi mostra 'l dente 116 PRADISO 16
dietro a chi fugge, e a chi mostra 'l dente 116 PRADISO 16
la prima volta ch'a città venisti. 144 PRADISO 16
Ma conveniesi a quella pietra scema 145 PRADISO 16
non era ad asta mai posto a ritroso, 153 PRADISO 16
Qual venne a Climenè, per accertarsi 001 PRADISO 17
di ciò ch'avëa incontro a sé udito, 002 PRADISO 17
a dir la sete, sì che l'uom ti mesca». 012 PRADISO 17
a cui tutti li tempi son presenti; 018 PRADISO 17
mentre ch'io era a Virgilio congiunto 019 PRADISO 17
Così diss' io a quella luce stessa 028 PRADISO 17
a vista il tempo che ti s'apparecchia. 045 PRADISO 17
e tosto verrà fatto a chi ciò pensa 050 PRADISO 17
si farà contr' a te; ma, poco appresso, 065 PRADISO 17
farà la prova; sì ch'a te fia bello 068 PRADISO 17
A lui t'aspetta e a' suoi benefici; 088 PRADISO 17
A lui t'aspetta e a' suoi benefici; 088 PRADISO 17
incredibili a quei che fier presente. 093 PRADISO 17
che dietro a pochi giri son nascose. 096 PRADISO 17
Non vo' però ch'a' tuoi vicini invidie, 097 PRADISO 17
tal, ch'è più grave a chi più s'abbandona; 108 PRADISO 17
a molti fia sapor di forte agrume; 117 PRADISO 17
quale a raggio di sole specchio d'oro; 123 PRADISO 17
e quella donna ch'a Dio mi menava 004 PRADISO 18
presso a colui ch'ogne torto disgrava». 006 PRADISO 18
Io mi rivolsi a l'amoroso suono 007 PRADISO 18
a ch'io mi volsi, conobbi la voglia 026 PRADISO 18
sesta, che dentro a sé m'avea ricolto. 069 PRADISO 18
segnare a li occhi miei nostra favella. 072 PRADISO 18
quasi congratulando a lor pasture, 074 PRADISO 18
Prima, cantando, a sua nota moviensi; 079 PRADISO 18
cantando, credo, il ben ch'a sé le move. 099 PRADISO 18
rappresentare a quel distinto foco. 108 PRADISO 18
pareva prima d'ingigliarsi a l'emme, 113 PRADISO 18
lo pan che 'l pïo Padre a nessun serra. 129 PRADISO 18
a colui che volle viver solo 134 PRADISO 18
Parea dinanzi a me con l'ali aperte 001 PRADISO 19
son io qui essaltato a quella gloria 014 PRADISO 19
che non si lascia vincere a disio; 015 PRADISO 19
a lo stremo del mondo, e dentro ad esso 041 PRADISO 19
è corto recettacolo a quel bene 050 PRADISO 19
ché tu dicevi: ''Un uom nasce a la riva 070 PRADISO 19
Or tu chi se', che vuo' sedere a scranna, 079 PRADISO 19
Certo a colui che meco s'assottiglia, 082 PRADISO 19
da dubitar sarebbe a maraviglia. 084 PRADISO 19
Cotanto è giusto quanto a lei consuona: 088 PRADISO 19
nullo creato bene a sé la tira, 089 PRADISO 19
son le mie note a te, che non le 'ntendi, 098 PRADISO 19
tal è il giudicio etterno a voi mortali». 099 PRADISO 19
esso ricominciò: «A questo regno 103 PRADISO 19
a lui, che tal che non conosce Cristo; 108 PRADISO 19
Che poran dir li Perse a' vostri regi, 112 PRADISO 19
sì che non può soffrir dentro a sua meta. 123 PRADISO 19
e a dare ad intender quanto è poco, 133 PRADISO 19
E parranno a ciascun l'opere sozze 136 PRADISO 19
e questo atto del ciel mi venne a mente, 007 PRADISO 20
puoser silenzio a li angelici squilli, 018 PRADISO 20
lì quasi vetro a lo color ch'el veste, 080 PRADISO 20
non a guisa che l'omo a l'om sobranza, 097 PRADISO 20
non a guisa che l'omo a l'om sobranza, 097 PRADISO 20
già mai a buon voler, tornò a l'ossa; 107 PRADISO 20
già mai a buon voler, tornò a l'ossa; 107 PRADISO 20
ne' prieghi fatti a Dio per suscitarla, 110 PRADISO 20
di vero amor, ch'a la morte seconda 116 PRADISO 20
fu degna di venire a questo gioco. 117 PRADISO 20
non pinse l'occhio infino a la prima onda, 120 PRADISO 20
tutto suo amor là giù pose a drittura: 121 PRADISO 20
l'occhio a la nostra redenzion futura; 123 PRADISO 20
a giudicar: ché noi, che Dio vedemo, 134 PRADISO 20
E come a buon cantor buon citarista 142 PRADISO 20
Ficca di retro a li occhi tuoi la mente, 016 PRADISO 21
e fa di quelli specchi a la figura 017 PRADISO 21
conoscerebbe quanto m'era a grato 022 PRADISO 21
ubidire a la mia celeste scorta, 023 PRADISO 21
si movono a scaldar le fredde piume; 036 PRADISO 21
dentro a la tua letizia, fammi nota 056 PRADISO 21
rispuose a me; «onde qui non si canta 062 PRADISO 21
basta a seguir la provedenza etterna; 075 PRADISO 21
ma questo è quel ch'a cerner mi par forte, 076 PRADISO 21
a questo officio tra le tue consorte». 078 PRADISO 21
Né venni prima a l'ultima parola, 079 PRADISO 21
per ch'a la vista mia, quant' ella è chiara, 089 PRADISO 21
a la dimanda tua non satisfara, 093 PRADISO 21
a tanto segno più mover li piedi. 099 PRADISO 21
a dimandarla umilmente chi fue. 105 PRADISO 21
e non molto distanti a la tua patria, 107 PRADISO 21
che suole esser disposto a sola latria». 111 PRADISO 21
Render solea quel chiostro a questi cieli 118 PRADISO 21
quando fui chiesto e tratto a quel cappello, 125 PRADISO 21
A questa voce vid' io più fiammelle 136 PRADISO 21
Dintorno a questa vennero e fermarsi, 139 PRADISO 21
Oppresso di stupore, a la mia guida 001 PRADISO 22
Come a lei piacque, li occhi ritornai, 022 PRADISO 22
Poi dentro a lei udi': «Se tu vedessi 031 PRADISO 22
a l'alto fine, io ti farò risposta 035 PRADISO 22
Quel monte a cui Cassino è ne la costa 037 PRADISO 22
E io a lui: «L'affetto che dimostri 052 PRADISO 22
mirabile a veder che qui 'l soccorso». 096 PRADISO 22
La dolce donna dietro a lor mi pinse 100 PRADISO 22
ch'agguagliar si potesse a la mia ala. 105 PRADISO 22
S'io torni mai, lettore, a quel divoto 106 PRADISO 22
A voi divotamente ora sospira 121 PRADISO 22
al passo forte che a sé la tira. 123 PRADISO 22
«Tu se' sì presso a l'ultima salute», 124 PRADISO 22
s'appresenti a la turba trïunfante 131 PRADISO 22
circa e vicino a lui Maia e Dïone. 144 PRADISO 22
tutta m'apparve da' colli a le foci; 153 PRADISO 22
poscia rivolsi li occhi a li occhi belli. 154 PRADISO 22
se' fatto a sostener lo riso mio». 048 PRADISO 23
indarno di ridurlasi a la mente, 051 PRADISO 23
né da nocchier ch'a sé medesmo parca. 069 PRADISO 23
Così Beatrice; e io, che a' suoi consigli 076 PRADISO 23
a la battaglia de' debili cigli. 078 PRADISO 23
Come a raggio di sol, che puro mei 079 PRADISO 23
a li occhi lì che non t'eran possenti. 087 PRADISO 23
formata in cerchio a guisa di corona, 095 PRADISO 23
qua giù e più a sé l'anima tira, 098 PRADISO 23
ch'elli avieno a Maria mi fu palese. 126 PRADISO 23
a seminar qua giù buone bobolce! 132 PRADISO 23
«O sodalizio eletto a la gran cena 001 PRADISO 24
ponete mente a l'affezione immensa 007 PRADISO 24
fiammando, a volte, a guisa di comete. 012 PRADISO 24
fiammando, a volte, a guisa di comete. 012 PRADISO 24
si giran sì, che 'l primo a chi pon mente 014 PRADISO 24
ché l'imagine nostra a cotai pieghe, 026 PRADISO 24
a la mia donna dirizzò lo spiro, 032 PRADISO 24
a cui Nostro Segnor lasciò le chiavi, 035 PRADISO 24
per la verace fede, a glorïarla, 044 PRADISO 24
di lei parlare è ben ch'a lui arrivi». 045 PRADISO 24
a tal querente e a tal professione. 051 PRADISO 24
a tal querente e a tal professione. 051 PRADISO 24
poi mi volsi a Beatrice, ed essa pronte 055 PRADISO 24
e questa pare a me sua quiditate». 066 PRADISO 24
a li occhi di là giù son sì ascose, 072 PRADISO 24
son l'opere seguite, a che natura 101 PRADISO 24
in campo, a seminar la buona pianta 110 PRADISO 24
che a l'ultime fronde appressavamo, 117 PRADISO 24
infino a qui come aprir si dovea, 120 PRADISO 24
e onde a la credenza tua s'offerse». 123 PRADISO 24
e a tal creder non ho io pur prove 133 PRADISO 24
l'anime a Dio, quivi intra' io, e poi 011 PRADISO 25
presso al compagno, l'uno a l'altro pande, 020 PRADISO 25
mi venne; ond' io leväi li occhi a' monti 038 PRADISO 25
la mente tua, e dì onde a te venne». 047 PRADISO 25
de le mie ali a così alto volo, 050 PRADISO 25
a la risposta così mi prevenne: 051 PRADISO 25
a lui lasc' io, ché non li saran forti 061 PRADISO 25
né di iattanza; ed elli a ciò risponda, 062 PRADISO 25
Come discente ch'a dottor seconda 064 PRADISO 25
sùbito e spesso a guisa di baleno. 081 PRADISO 25
infin la palma e a l'uscir del campo, 084 PRADISO 25
vuol ch'io respiri a te che ti dilette 085 PRADISO 25
di lei; ed emmi a grato che tu diche 086 PRADISO 25
'Sperent in te' di sopr' a noi s'udì; 098 PRADISO 25
a che rispuoser tutte le carole. 099 PRADISO 25
a la novizia, non per alcun fallo, 105 PRADISO 25
venire a' due che si volgieno a nota 107 PRADISO 25
venire a' due che si volgieno a nota 107 PRADISO 25
tal mi fec' ïo a quell' ultimo foco 121 PRADISO 25
A questa voce l'infiammato giro 130 PRADISO 25
vegna remedio a li occhi, che fuor porte 014 PRADISO 26
e disse: «Certo a più angusto vaglio 022 PRADISO 26
chi drizzò l'arco tuo a tal berzaglio». 024 PRADISO 26
Dunque a l'essenza ov' è tanto avvantaggio, 031 PRADISO 26
Tal vero a l'intelletto mïo sterne 037 PRADISO 26
che dice a Moïsè, di sé parlando: 041 PRADISO 26
e per autoritadi a lui concorde 047 PRADISO 26
d'i tuoi amori a Dio guarda il sovrano. 048 PRADISO 26
che posson far lo cor volgere a Dio, 056 PRADISO 26
a la mia caritate son concorsi: 057 PRADISO 26
e del diritto m'han posto a la riva. 063 PRADISO 26
quanto da lui a lor di bene è porto». 066 PRADISO 26
E come a lume acuto si disonna 070 PRADISO 26
a lo splendor che va di gonna in gonna, 072 PRADISO 26
a cui ciascuna sposa è figlia e nuro, 093 PRADISO 26
divoto quanto posso a te supplìco 094 PRADISO 26
per lo seguir che face a lui la 'nvoglia; 099 PRADISO 26
quant' ella a compiacermi venìa gaia. 102 PRADISO 26
che fa di sé pareglio a l'altre cose, 107 PRADISO 26
a così lunga scala ti dispuose, 111 PRADISO 26
e quanto fu diletto a li occhi miei, 112 PRADISO 26
e vidi lui tornare a tutt' i lumi 121 PRADISO 26
innanzi che a l'ovra inconsummabile 125 PRADISO 26
poi fare a voi secondo che v'abbella. 132 PRADISO 26
Pria ch'i' scendessi a l'infernale ambascia, 133 PRADISO 26
da la prim' ora a quella che seconda, 141 PRADISO 26
'Al Padre, al Figlio, a lo Spirito Santo', 001 PRADISO 27
Dinanzi a li occhi miei le quattro face 010 PRADISO 27
incominciò a farsi più vivace, 012 PRADISO 27
Non fu nostra intenzion ch'a destra mano 046 PRADISO 27
a privilegi venduti e mendaci, 053 PRADISO 27
a che vil fine convien che tu caschi! 060 PRADISO 27
difese a Roma la gloria del mondo, 062 PRADISO 27
omai a te può esser manifesto. 120 PRADISO 27
Poscia che 'ncontro a la vita presente 001 PRADISO 28
onde a pigliarmi fece Amor la corda. 012 PRADISO 28
intero a contenerlo sarebbe arto. 033 PRADISO 28
E io a lei: «Se 'l mondo fosse posto 046 PRADISO 28
ché io per me indarno a ciò contemplo». 057 PRADISO 28
«Se li tuoi diti non sono a tal nodo 058 PRADISO 28
per che, se tu a la virtù circonde 073 PRADISO 28
la tua misura, non a la parvenza 074 PRADISO 28
di maggio a più e di minore a meno, 077 PRADISO 28
di maggio a più e di minore a meno, 077 PRADISO 28
in ciascun cielo, a süa intelligenza». 078 PRADISO 28
al punto fisso che li tiene a li ubi, 095 PRADISO 28
e posson quanto a veder son soblimi. 102 PRADISO 28
a contemplar questi ordini si mise, 131 PRADISO 28
Non per aver a sé di bene acquisto, 013 PRADISO 29
a l'esser tutto non è intervallo, 027 PRADISO 29
a le sustanze; e quelle furon cima 032 PRADISO 29
a riconoscer sé da la bontate 059 PRADISO 29
che li avea fatti a tanto intender presti: 060 PRADISO 29
Omai dintorno a questo consistorio 067 PRADISO 29
da sé: però a li Spani e a l'Indi 101 PRADISO 29
da sé: però a li Spani e a l'Indi 101 PRADISO 29
come a' Giudei tale eclissi rispuose. 102 PRADISO 29
sì ch'a pugnar per accender la fede 113 PRADISO 29
a predicare, e pur che ben si rida, 116 PRADISO 29
quanti son li splendori a chi s'appaia. 138 PRADISO 29
Onde, però che a l'atto che concepe 139 PRADISO 29
quando 'l mezzo del cielo, a noi profondo, 004 PRADISO 30
comincia a farsi tal, ch'alcuna stella 005 PRADISO 30
perde il parere infino a questo fondo; 006 PRADISO 30
di vista in vista infino a la più bella. 009 PRADISO 30
a poco a poco al mio veder si stinse: 013 PRADISO 30
a poco a poco al mio veder si stinse: 013 PRADISO 30
per che tornar con li occhi a Bëatrice 014 PRADISO 30
Se quanto infino a qui di lei si dice 016 PRADISO 30
poca sarebbe a fornir questa vice. 018 PRADISO 30
in questa vita, infino a questa vista, 029 PRADISO 30
più dietro a sua bellezza, poetando, 032 PRADISO 30
come a l'ultimo suo ciascuno artista. 033 PRADISO 30
Cotal qual io lascio a maggior bando 034 PRADISO 30
che tu vedrai a l'ultima giustizia». 045 PRADISO 30
per far disposto a sua fiamma il candelo». 054 PRADISO 30
Non fur più tosto dentro a me venute 055 PRADISO 30
me sormontar di sopr' a mia virtute; 057 PRADISO 30
ancor de li occhi, chinandomi a l'onda 086 PRADISO 30
dammi virtù a dir com' ïo il vidi! 099 PRADISO 30
lo creatore a quella creatura 101 PRADISO 30
E 'n quel gran seggio a che tu li occhi tieni 133 PRADISO 30
prima che tu a queste nozze ceni, 135 PRADISO 30
de l'alto Arrigo, ch'a drizzare Italia 137 PRADISO 30
che nulla neve a quel termine arriva. 015 PRADISO 31
scintillando a lor vista, sì li appaga! 029 PRADISO 31
guarda qua giuso a la nostra procella! 030 PRADISO 31
a le cose mortali andò di sopra; 036 PRADISO 31
a l'etterno dal tempo era venuto, 038 PRADISO 31
Vedëa visi a carità süadi, 049 PRADISO 31
quale a tenero padre si convene. 063 PRADISO 31
Ond' elli: «A terminar lo tuo disiro 065 PRADISO 31
non discendëa a me per mezzo mista. 078 PRADISO 31
Tu m'hai di servo tratto a libertate 085 PRADISO 31
piacente a te dal corpo si disnodi». 090 PRADISO 31
poi si tornò a l'etterna fontana. 093 PRADISO 31
a che priego e amor santo mandommi, 096 PRADISO 31
viene a veder la Veronica nostra, 104 PRADISO 31
così, quasi di valle andando a monte 121 PRADISO 31
e a quel mezzo, con le penne sparte, 130 PRADISO 31
Vidi a lor giochi quivi e a lor canti 133 PRADISO 31
Vidi a lor giochi quivi e a lor canti 133 PRADISO 31
era ne li occhi a tutti li altri santi; 135 PRADISO 31
li suoi con tanto affetto volse a lei, 141 PRADISO 31
giù digradar, com' io ch'a proprio nome 014 PRADISO 32
a che si parton le sacre scalee. 021 PRADISO 32
quei ch'a Cristo venuto ebber li visi. 027 PRADISO 32
a mezzo il tratto le due discrezioni, 041 PRADISO 32
Dentro a l'ampiezza di questo reame 052 PRADISO 32
a vera vita non è sine causa 059 PRADISO 32
creando, a suo piacer di grazia dota 065 PRADISO 32
convenne ai maschi a l'innocenti penne 080 PRADISO 32
Riguarda omai ne la faccia che a Cristo 085 PRADISO 32
sola ti può disporre a veder Cristo». 087 PRADISO 32
create a trasvolar per quella altezza, 090 PRADISO 32
dinanzi a lei le sue ali distese. 096 PRADISO 32
Rispuose a la divina cantilena 097 PRADISO 32
Così ricorsi ancora a la dottrina 106 PRADISO 32
Ed elli a me: «Baldezza e leggiadria 109 PRADISO 32
giuso a Maria, quando 'l Figliuol di Dio 113 PRADISO 32
di Santa Chiesa a cui Cristo le chiavi 125 PRADISO 32
Di contr' a Pietro vedi sedere Anna, 133 PRADISO 32
quando chinavi, a rovinar, le ciglia. 138 PRADISO 32
Qui se' a noi meridïana face 010 PRADISO 33
che qual vuol grazia e a te non ricorre, 014 PRADISO 33
a chi domanda, ma molte fïate 017 PRADISO 33
supplica a te, per grazia, di virtute 025 PRADISO 33
indi a l'etterno lume s'addrizzaro, 043 PRADISO 33
che 'l parlar mostra, ch'a tal vista cede, 056 PRADISO 33
e cede la memoria a tanto oltraggio. 057 PRADISO 33
rimane, e l'altro a la mente non riede, 060 PRADISO 33
da' concetti mortali, a la mia mente 068 PRADISO 33
possa lasciare a la futura gente; 072 PRADISO 33
ché, per tornare alquanto a mia memoria 073 PRADISO 33
per questo a sostener, tanto ch'i' giunsi 080 PRADISO 33
che venticinque secoli a la 'mpresa 095 PRADISO 33
A quella luce cotal si diventa, 100 PRADISO 33
pur a quel ch'io ricordo, che d'un fante 107 PRADISO 33
che bagni ancor la lingua a la mammella. 108 PRADISO 33
mutandom' io, a me si travagliava. 114 PRADISO 33
al mio concetto! e questo, a quel ch'i' vidi, 122 PRADISO 33
è tanto, che non basta a dicer 'poco'. 123 PRADISO 33
tal era io a quella vista nova: 136 PRADISO 33
A l'alta fantasia qui mancò possa; 142 PRADISO 33

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