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 deturpa...........1
lo cui amor molt' anime deturpa; 147 PRADISO 15
 
 deum..............1
e 'Te Deum laudamus' mi parea 140 PGTORIO 09
 
 deus..............3
'Summae Deus clementïae' nel seno 121 PGTORIO 25
'Deus, venerunt gentes', alternando 001 PGTORIO 33
«Osanna, sanctus Deus sabaòth, 001 PRADISO 07
 
 devota............3
Ahi gente che dovresti esser devota, 091 PGTORIO 06
d'anime turba tacita e devota. 021 PGTORIO 23
per l'orazion de la Terra devota, 119 PGTORIO 29
 
 devotamente.......1
'Te lucis ante' sì devotamente 013 PGTORIO 08
 
 devote............1
e l'altre poi dolcemente e devote 016 PGTORIO 08
 
 devoti............2
Con suoi prieghi devoti e con sospiri 088 PGTORIO 23
quanto i devoti prieghi le son grati; 042 PRADISO 33
 
 devoto............2
Io rispuosi: «Madonna, sì devoto 046 PRADISO 02
cui questo regno è suddito e devoto». 117 PRADISO 31
 
 di................1886
Nel mezzo del cammin di nostra vita 001 INFERNO 01
tant' era pien di sonno a quel punto 011 INFERNO 01
che m'avea di paura il cor compunto, 015 INFERNO 01
che di pel macolato era coverta; 033 INFERNO 01
mosse di prima quelle cose belle; 040 INFERNO 01
di quella fiera a la gaetta pelle 042 INFERNO 01
Ed una lupa, che di tutte brame 049 INFERNO 01
questa mi porse tanto di gravezza 052 INFERNO 01
con la paura ch'uscia di sua vista, 053 INFERNO 01
«Miserere di me», gridai a lui, 065 INFERNO 01
Poeta fui, e cantai di quel giusto 073 INFERNO 01
figliuol d'Anchise che venne di Troia, 074 INFERNO 01
ch'è principio e cagion di tutta gioia?». 078 INFERNO 01
che spandi di parlar sì largo fiume?», 080 INFERNO 01
Di quella umile Italia fia salute 106 INFERNO 01
Eurialo e Turno e Niso di ferute. 108 INFERNO 01
e trarrotti di qui per loco etterno; 114 INFERNO 01
nel foco, perché speran di venire 119 INFERNO 01
anima fia a ciò più di me degna: 122 INFERNO 01
sì ch'io veggia la porta di san Pietro 134 INFERNO 01
Tu dici che di Silvïo il parente, 013 INFERNO 02
ch'uscir dovea di lui, e 'l chi e 'l quale 018 INFERNO 02
ch'e' fu de l'alma Roma e di suo impero 020 INFERNO 02
di sua vittoria e del papale ammanto. 027 INFERNO 02
ch'è principio a la via di salvazione. 030 INFERNO 02
nel primo punto che di te mi dolve. 051 INFERNO 02
tal che di comandare io la richiesi. 054 INFERNO 02
di cui la fama ancor nel mondo dura, 059 INFERNO 02
per quel ch'i' ho di lui nel cielo udito. 066 INFERNO 02
di te mi loderò sovente a lui". 074 INFERNO 02
"O donna di virtù sola per cui 076 INFERNO 02
di quel ciel c'ha minor li cerchi sui, 078 INFERNO 02
"perch' i' non temo di venir qua entro. 087 INFERNO 02
Temer si dee di sole quelle cose 088 INFERNO 02
c'hanno potenza di fare altrui male; 089 INFERNO 02
di questo 'mpedimento ov' io ti mando, 095 INFERNO 02
di te, e io a te lo raccomando--. 099 INFERNO 02
Lucia, nimica di ciascun crudele, 100 INFERNO 02
Disse:--Beatrice, loda di Dio vera, 103 INFERNO 02
curan di te ne la corte del cielo, 125 INFERNO 02
tal mi fec' io di mia virtude stanca, 130 INFERNO 02
Queste parole di colore oscuro 010 INFERNO 03
parole di dolore, accenti d'ira, 026 INFERNO 03
voci alte e fioche, e suon di man con elle 027 INFERNO 03
tegnon l'anime triste di coloro 035 INFERNO 03
Questi non hanno speranza di morte, 046 INFERNO 03
Fama di loro il mondo esser non lassa; 049 INFERNO 03
non ragioniam di lor, ma guarda e passa». 051 INFERNO 03
di gente, ch'i' non averei creduto 056 INFERNO 03
vidi e conobbi l'ombra di colui 059 INFERNO 03
Elle rigavan lor di sangue il volto, 067 INFERNO 03
che, mischiato di lagrime, a' lor piedi 068 INFERNO 03
le fa di trapassar parer sì pronte, 074 INFERNO 03
che 'ntorno a li occhi avea di fiamme rote. 099 INFERNO 03
di lor semenza e di lor nascimenti. 105 INFERNO 03
di lor semenza e di lor nascimenti. 105 INFERNO 03
Caron dimonio, con occhi di bragia 109 INFERNO 03
gittansi di quel lito ad una ad una, 116 INFERNO 03
e avanti che sien di là discese, 119 INFERNO 03
anche di qua nuova schiera s'auna. 120 INFERNO 03
«quelli che muoion ne l'ira di Dio 122 INFERNO 03
e però, se Caron di te si lagna, 128 INFERNO 03
la mente di sudore ancor mi bagna. 132 INFERNO 03
non avea pianto mai che di sospiri 026 INFERNO 04
ciò avvenia di duol sanza martìri, 028 INFERNO 04
d'infanti e di femmine e di viri. 030 INFERNO 04
d'infanti e di femmine e di viri. 030 INFERNO 04
e di questi cotai son io medesmo. 039 INFERNO 04
semo perduti, e sol di tanto offesi 041 INFERNO 04
però che gente di molto valore 044 INFERNO 04
di quella fede che vince ogne errore: 048 INFERNO 04
con segno di vittoria coronato. 054 INFERNO 04
d'Abèl suo figlio e quella di Noè, 056 INFERNO 04
di Moïsè legista e ubidente; 057 INFERNO 04
la selva, dico, di spiriti spessi. 066 INFERNO 04
di qua dal sonno, quand' io vidi un foco 068 INFERNO 04
ch'emisperio di tenebre vincia. 069 INFERNO 04
Di lungi n'eravamo ancora un poco, 070 INFERNO 04
che di lor suona sù ne la tua vita, 077 INFERNO 04
fannomi onore, e di ciò fanno bene». 093 INFERNO 04
di quel segnor de l'altissimo canto 095 INFERNO 04
e 'l mio maestro sorrise di tanto; 099 INFERNO 04
giugnemmo in prato di fresca verdura. 111 INFERNO 04
di grande autorità ne' lor sembianti: 113 INFERNO 04
vidi 'l maestro di color che sanno 131 INFERNO 04
Io non posso ritrar di tutti a pieno, 145 INFERNO 04
lasciando l'atto di cotanto offizio, 018 INFERNO 05
«guarda com' entri e di cui tu ti fide; 019 INFERNO 05
di qua, di là, di giù, di sù li mena; 043 INFERNO 05
di qua, di là, di giù, di sù li mena; 043 INFERNO 05
di qua, di là, di giù, di sù li mena; 043 INFERNO 05
di qua, di là, di giù, di sù li mena; 043 INFERNO 05
non che di posa, ma di minor pena. 045 INFERNO 05
non che di posa, ma di minor pena. 045 INFERNO 05
faccendo in aere di sé lunga riga, 047 INFERNO 05
«La prima di color di cui novelle 052 INFERNO 05
«La prima di color di cui novelle 052 INFERNO 05
«fu imperadrice di molte favelle. 054 INFERNO 05
A vizio di lussuria fu sì rotta, 055 INFERNO 05
Ell' è Semiramìs, di cui si legge 058 INFERNO 05
e ruppe fede al cener di Sicheo; 062 INFERNO 05
Vedi Parìs, Tristano»; e più di mille 067 INFERNO 05
ch'amor di nostra vita dipartille. 069 INFERNO 05
noi che tignemmo il mondo di sanguigno, 090 INFERNO 05
Di quel che udire e che parlar vi piace, 094 INFERNO 05
di Lancialotto come amor lo strinse; 128 INFERNO 05
l'altro piangëa; sì che di pietade 140 INFERNO 05
che di trestizia tutto mi confuse, 003 INFERNO 06
con la forza di tal che testé piaggia. 069 INFERNO 06
come che di ciò pianga o che n'aonti. 072 INFERNO 06
e che di più parlar mi facci dono. 078 INFERNO 06
ché gran disio mi stringe di savere 083 INFERNO 06
di qua dal suon de l'angelica tromba, 095 INFERNO 06
di là più che di qua essere aspetta». 111 INFERNO 06
di là più che di qua essere aspetta». 111 INFERNO 06
Ahi giustizia di Dio! tante chi stipa 019 INFERNO 07
voltando pesi per forza di poppa. 027 INFERNO 07
che furo immondi di cotesti mali». 051 INFERNO 07
e che già fu, di quest' anime stanche 065 INFERNO 07
questa fortuna di che tu mi tocche, 068 INFERNO 07
di gente in gente e d'uno in altro sangue, 080 INFERNO 07
seguendo lo giudicio di costei, 083 INFERNO 07
E io, che di mirare stava inteso, 109 INFERNO 07
l'anime di color cui vinse l'ira; 116 INFERNO 07
E io mi volsi al mar di tutto 'l senno; 007 INFERNO 08
dinanzi mi si fece un pien di fango, 032 INFERNO 08
di sé lasciando orribili dispregi!». 051 INFERNO 08
di vederlo attuffare in questa broda 053 INFERNO 08
di tal disïo convien che tu goda». 057 INFERNO 08
far di costui a le fangose genti, 059 INFERNO 08
vermiglie come se di foco uscite 072 INFERNO 08
Io vidi più di mille in su le porte 082 INFERNO 08
di voler lor parlar segretamente. 087 INFERNO 08
«O caro duca mio, che più di sette 097 INFERNO 08
conforta e ciba di speranza buona, 107 INFERNO 08
e già di qua da lei discende l'erta, 128 INFERNO 08
Quel color che viltà di fuor mi pinse 001 INFERNO 09
Questa question fec' io; e quei «Di rado 019 INFERNO 09
incontra», mi rispuose, «che di noi 020 INFERNO 09
Di poco era di me la carne nuda, 025 INFERNO 09
Di poco era di me la carne nuda, 025 INFERNO 09
per trarne un spirto del cerchio di Giuda. 027 INFERNO 09
tre furïe infernal di sangue tinte, 038 INFERNO 09
«Vegna Medusa: sì 'l farem di smalto», 052 INFERNO 09
nulla sarebbe di tornar mai suso». 057 INFERNO 09
un fracasso d'un suon, pien di spavento, 065 INFERNO 09
vid' io più di mille anime distrutte 079 INFERNO 09
e sol di quell' angoscia parea lasso. 084 INFERNO 09
Ahi quanto mi parea pien di disdegno! 088 INFERNO 09
Che giova ne le fata dar di cozzo? 097 INFERNO 09
che quella di colui che li è davante; 103 INFERNO 09
e io, ch'avea di riguardar disio 107 INFERNO 09
piena di duolo e di tormento rio. 111 INFERNO 09
piena di duolo e di tormento rio. 111 INFERNO 09
che ben parean di miseri e d'offesi. 123 INFERNO 09
quando di Iosafàt qui torneranno 011 INFERNO 10
piacciati di restare in questo loco. 024 INFERNO 10
di quella nobil patrïa natio, 026 INFERNO 10
avesse di veder s'altri era meco; 056 INFERNO 10
m'avean di costui già letto il nome; 065 INFERNO 10
Di sùbito drizzato gridò: «Come? 067 INFERNO 10
fu per ciascun di tòrre via Fiorenza, 092 INFERNO 10
nulla sapem di vostro stato umano. 105 INFERNO 10
Allor, come di mia colpa compunto, 109 INFERNO 10
Dissemi: «Qui con più di mille giaccio: 118 INFERNO 10
di quella il cui bell' occhio tutto vede, 131 INFERNO 10
da lei saprai di tua vita il vïaggio». 132 INFERNO 10
di grado in grado, come que' che lassi. 018 INFERNO 11
Tutti son pien di spirti maladetti; 019 INFERNO 11
più spiace a Dio; e però stan di sotto 026 INFERNO 11
Di vïolenti il primo cerchio è tutto; 028 INFERNO 11
Questo modo di retro par ch'incida 055 INFERNO 11
di che la fede spezïal si cria; 063 INFERNO 11
Non ti rimembra di quelle parole 079 INFERNO 11
che sù di fuor sostegnon penitenza, 087 INFERNO 11
diss' io, «là dove di' ch'usura offende 095 INFERNO 11
di qua da Trento l'Adice percosse, 005 INFERNO 12
cotal di quel burrato era la scesa; 010 INFERNO 12
l'infamïa di Creti era distesa 012 INFERNO 12
di quelle pietre, che spesso moviensi 029 INFERNO 12
corrien centauri, armati di saette, 056 INFERNO 12
farem noi a Chirón costà di presso: 065 INFERNO 12
e fé di sé la vendetta elli stesso. 069 INFERNO 12
E quel di mezzo, ch'al petto si mira, 070 INFERNO 12
che quel di retro move ciò ch'el tocca? 081 INFERNO 12
che dier nel sangue e ne l'aver di piglio. 105 INFERNO 12
parea che di quel bulicame uscisse. 117 INFERNO 12
Poi vidi gente che di fuor del rio 121 INFERNO 12
e di costoro assai riconobb' io. 123 INFERNO 12
La divina giustizia di qua punge 133 INFERNO 12
Non era ancor di là Nesso arrivato, 001 INFERNO 13
Non fronda verde, ma di color fosco; 004 INFERNO 13
con tristo annunzio di futuro danno. 012 INFERNO 13
Da che fatto fu poi di sangue bruno, 034 INFERNO 13
non hai tu spirto di pietade alcuno? 036 INFERNO 13
se state fossimo anime di serpi». 039 INFERNO 13
del cor di Federigo, e che le volsi, 059 INFERNO 13
di Cesare non torse li occhi putti, 065 INFERNO 13
E se di voi alcun nel mondo riede, 076 INFERNO 13
di quel che credi ch'a me satisfaccia; 083 INFERNO 13
di dirne come l'anima si lega 088 INFERNO 13
s'alcuna mai di tai membra si spiega». 090 INFERNO 13
quivi germoglia come gran di spelta. 099 INFERNO 13
di sé e d'un cespuglio fece un groppo. 123 INFERNO 13
Di rietro a loro era la selva piena 124 INFERNO 13
di nere cagne, bramose e correnti 125 INFERNO 13
come veltri ch'uscisser di catena. 126 INFERNO 13
che t'è giovato di me fare schermo? 134 INFERNO 13
rimane ancor di lui alcuna vista, 147 INFERNO 13
si vede di giustizia orribil arte. 006 INFERNO 14
che fu da' piè di Caton già soppressa. 015 INFERNO 14
O vendetta di Dio, quanto tu dei 016 INFERNO 14
piovean di foco dilatate falde, 029 INFERNO 14
come di neve in alpe sanza vento. 030 INFERNO 14
ch'io domandava il mio duca di lui, 050 INFERNO 14
sì com' el fece a la pugna di Flegra, 058 INFERNO 14
Allora il duca mio parlò di forza 061 INFERNO 14
di cui largito m'avëa il disio. 093 INFERNO 14
d'acqua e di fronde, che si chiamò Ida; 098 INFERNO 14
La sua testa è di fin oro formata, 106 INFERNO 14
poi è di rame infino a la forcata; 108 INFERNO 14
e l'altro di' che si fa d'esta piova». 132 INFERNO 14
Letè vedrai, ma fuor di questa fossa, 136 INFERNO 14
dal bosco; fa che di retro a me vegne: 140 INFERNO 14
e 'l fummo del ruscel di sopra aduggia, 002 INFERNO 15
«O figliuol», disse, «qual di questa greggia 037 INFERNO 15
per andar par di lui; ma 'l capo chino 044 INFERNO 15
«Là sù di sopra, in la vita serena», 049 INFERNO 15
che discese di Fiesole ab antico, 062 INFERNO 15
di te; ma lungi fia dal becco l'erba. 072 INFERNO 15
di lor medesme, e non tocchin la pianta, 074 INFERNO 15
di que' Roman che vi rimaser quando 077 INFERNO 15
fu fatto il nido di malizia tanta». 078 INFERNO 15
di voi quando nel mondo ad ora ad ora 084 INFERNO 15
Ciò che narrate di mio corso scrivo, 088 INFERNO 15
Né per tanto di men parlando vommi 100 INFERNO 15
e litterati grandi e di gran fama, 107 INFERNO 15
s'avessi avuto di tal tigna brama, 111 INFERNO 15
Di più direi; ma 'l venire e 'l sermone 115 INFERNO 15
Poi si rivolse, e parve di coloro 121 INFERNO 15
per la campagna; e parve di costoro 123 INFERNO 15
esser alcun di nostra terra prava». 009 INFERNO 16
fenno una rota di sé tutti e trei. 021 INFERNO 16
Questi, l'orme di cui pestar mi vedi, 034 INFERNO 16
fu di grado maggior che tu non credi: 036 INFERNO 16
gittato mi sarei tra lor di sotto, 047 INFERNO 16
che di loro abbracciar mi facea ghiotto. 051 INFERNO 16
Di vostra terra sono, e sempre mai 058 INFERNO 16
l'ovra di voi e li onorati nomi 059 INFERNO 16
fa che di noi a la gente favelle». 085 INFERNO 16
per ch'al maestro parve di partirsi. 090 INFERNO 16
e a Forlì di quel nome è vacante, 099 INFERNO 16
e alquanto di lunge da la sponda 113 INFERNO 16
El disse a me: «Tosto verrà di sovra 121 INFERNO 16
Sempre a quel ver c'ha faccia di menzogna 124 INFERNO 16
di questa comedìa, lettor, ti giuro, 128 INFERNO 16
s'elle non sien di lunga grazia vòte, 129 INFERNO 16
E quella sozza imagine di froda 007 INFERNO 17
tanto benigna avea di fuor la pelle, 011 INFERNO 17
dipinti avea di nodi e di rotelle. 015 INFERNO 17
dipinti avea di nodi e di rotelle. 015 INFERNO 17
su l'orlo ch'è di pietra e 'l sabbion serra. 024 INFERNO 17
ch'a guisa di scorpion la punta armava. 027 INFERNO 17
di quel settimo cerchio tutto solo 044 INFERNO 17
di qua, di là soccorrien con le mani 047 INFERNO 17
di qua, di là soccorrien con le mani 047 INFERNO 17
non altrimenti fan di state i cani 049 INFERNO 17
Poi, procedendo di mio sguardo il curro, 061 INFERNO 17
Qui distorse la bocca e di fuor trasse 074 INFERNO 17
lui che di poco star m'avea 'mmonito, 077 INFERNO 17
Come la navicella esce di loco 100 INFERNO 17
se non che al viso e di sotto mi venta. 117 INFERNO 17
tutto di pietra di color ferrigno, 002 INFERNO 18
tutto di pietra di color ferrigno, 002 INFERNO 18
di cui suo loco dicerò l'ordigno. 006 INFERNO 18
a la ripa di fuor son ponticelli, 015 INFERNO 18
di Gerïon, trovammoci; e 'l poeta 020 INFERNO 18
di che la prima bolgia era repleta. 024 INFERNO 18
di là con noi, ma con passi maggiori, 027 INFERNO 18
Di qua, di là, su per lo sasso tetro 034 INFERNO 18
Di qua, di là, su per lo sasso tetro 034 INFERNO 18
che li battien crudelmente di retro. 036 INFERNO 18
«Già di veder costui non son digiuno». 042 INFERNO 18
e se di ciò vuoi fede o testimonio, 062 INFERNO 18
di sotto per dar passo a li sferzati, 074 INFERNO 18
lo viso in te di quest' altri mal nati, 076 INFERNO 18
Ello passò per l'isola di Lenno 088 INFERNO 18
e anche di Medea si fa vendetta. 096 INFERNO 18
sapere e di color che 'n sé assanna». 099 INFERNO 18
e fa di quello ad un altr' arco spalle. 102 INFERNO 18
per l'alito di giù che vi s'appasta, 107 INFERNO 18
vidi un col capo sì di merda lordo, 116 INFERNO 18
di riguardar più me che li altri brutti?». 119 INFERNO 18
di quella sozza e scapigliata fante 130 INFERNO 18
che le cose di Dio, che di bontate 002 INFERNO 19
che le cose di Dio, che di bontate 002 INFERNO 19
piena la pietra livida di fóri, 014 INFERNO 19
da lui saprai di sé e de' suoi torti». 036 INFERNO 19
di quel che si piangeva con la zanca. 045 INFERNO 19
«O qual che se' che 'l di sù tien di sotto, 046 INFERNO 19
«O qual che se' che 'l di sù tien di sotto, 046 INFERNO 19
Di parecchi anni mi mentì lo scritto. 054 INFERNO 19
Se' tu sì tosto di quell' aver sazio 055 INFERNO 19
la bella donna, e poi di farne strazio?». 057 INFERNO 19
poi, sospirando e con voce di pianto, 065 INFERNO 19
Se di saper ch'i' sia ti cal cotanto, 067 INFERNO 19
Di sotto al capo mio son li altri tratti 073 INFERNO 19
ché dopo lui verrà di più laida opra, 082 INFERNO 19
di ver' ponente, un pastor sanza legge, 083 INFERNO 19
Nuovo Iasón sarà, di cui si legge 085 INFERNO 19
Di voi pastor s'accorse il Vangelista, 106 INFERNO 19
Ahi, Costantin, di quanto mal fu matre, 115 INFERNO 19
Di nova pena mi conven far versi 001 INFERNO 20
Forse per forza già di parlasia 016 INFERNO 20
di tua lezione, or pensa per te stesso 020 INFERNO 20
quando la nostra imagine di presso 022 INFERNO 20
E non restò di ruinare a valle 035 INFERNO 20
di retro guarda e fa retroso calle. 039 INFERNO 20
quando di maschio femmina divenne, 041 INFERNO 20
che ne' monti di Luni, dove ronca 047 INFERNO 20
lo Carrarese che di sotto alberga, 048 INFERNO 20
e ha di là ogne pilosa pelle, 054 INFERNO 20
Poscia che 'l padre suo di vita uscìo 058 INFERNO 20
e venne serva la città di Baco, 059 INFERNO 20
pastore e quel di Brescia e 'l veronese 068 INFERNO 20
e suol di state talor essere grama. 081 INFERNO 20
se tu ne vedi alcun degno di nota; 104 INFERNO 20
fu--quando Grecia fu di maschi vòta, 108 INFERNO 20
Così di ponte in ponte, altro parlando 001 INFERNO 21
di Malebolge e li altri pianti vani; 005 INFERNO 21
di veder quel che li convien fuggire 026 INFERNO 21
ecco un de li anzïan di Santa Zita! 038 INFERNO 21
Però, se tu non vuo' di nostri graffi, 050 INFERNO 21
Poi l'addentar con più di cento raffi, 052 INFERNO 21
Poscia passò di là dal co del ponte; 064 INFERNO 21
che di sùbito chiede ove s'arresta, 069 INFERNO 21
usciron quei di sotto al ponticello, 070 INFERNO 21
ma el gridò: «Nessun di voi sia fello! 072 INFERNO 21
traggasi avante l'un di voi che m'oda, 074 INFERNO 21
ch'uscivan patteggiati di Caprona, 095 INFERNO 21
Io mando verso là di questi miei 115 INFERNO 21
con tamburi e con cenni di castella, 008 INFERNO 22
né nave a segno di terra o di stella. 012 INFERNO 22
né nave a segno di terra o di stella. 012 INFERNO 22
che s'argomentin di campar lor legno, 021 INFERNO 22
e Graffiacan, che li era più di contra, 034 INFERNO 22
I' sapea già di tutti quanti 'l nome, 037 INFERNO 22
«I' fui del regno di Navarra nato. 048 INFERNO 22
distruggitor di sé e di sue cose. 051 INFERNO 22
distruggitor di sé e di sue cose. 051 INFERNO 22
di ch'io rendo ragione in questo caldo». 054 INFERNO 22
E Cirïatto, a cui di bocca uscia 055 INFERNO 22
poco è, da un che fu di là vicino. 067 INFERNO 22
Draghignazzo anco i volle dar di piglio 073 INFERNO 22
di' che facesti per venire a proda?». 080 INFERNO 22
quel di Gallura, vasel d'ogne froda, 082 INFERNO 22
ch'ebbe i nemici di suo donno in mano, 083 INFERNO 22
Danar si tolse e lasciolli di piano, 085 INFERNO 22
di Logodoro; e a dir di Sardigna 089 INFERNO 22
di Logodoro; e a dir di Sardigna 089 INFERNO 22
di fare allor che fori alcun si mette». 105 INFERNO 22
Alichin non si tenne e, di rintoppo 112 INFERNO 22
io non ti verrò dietro di gualoppo, 114 INFERNO 22
a veder se tu sol più di noi vali». 117 INFERNO 22
Di che ciascun di colpa fu compunto, 124 INFERNO 22
Di che ciascun di colpa fu compunto, 124 INFERNO 22
non altrimenti l'anitra di botto, 130 INFERNO 22
ma però di levarsi era neente, 143 INFERNO 22
di qua, di là discesero a la posta; 148 INFERNO 22
di qua, di là discesero a la posta; 148 INFERNO 22
così nacque di quello un altro poi, 011 INFERNO 23
E quei: «S'i' fossi di piombato vetro, 025 INFERNO 23
l'imagine di fuor tua non trarrei 026 INFERNO 23
Già non compié di tal consiglio rendere, 034 INFERNO 23
Lo duca mio di sùbito mi prese, 037 INFERNO 23
avendo più di lui che di sé cura, 041 INFERNO 23
avendo più di lui che di sé cura, 041 INFERNO 23
a volger ruota di molin terragno, 047 INFERNO 23
poder di partirs' indi a tutti tolle. 057 INFERNO 23
Di fuor dorate son, sì ch'elli abbaglia; 064 INFERNO 23
che Federigo le mettea di paglia. 066 INFERNO 23
di compagnia ad ogne mover d'anca. 072 INFERNO 23
di retro a noi gridò: «Tenete i piedi, 077 INFERNO 23
son di piombo sì grosse, che li pesi 101 INFERNO 23
colui che i peccator di qua uncina». 141 INFERNO 23
ch'elli è bugiardo, e padre di menzogna». 144 INFERNO 23
l'imagine di sua sorella bianca, 005 INFERNO 24
ben la ruina, e diedemi di piglio. 024 INFERNO 24
Non era via da vestito di cappa, 031 INFERNO 24
potavam sù montar di chiappa in chiappa. 033 INFERNO 24
non so di lui, ma io sarei ben vinto. 036 INFERNO 24
lo sito di ciascuna valle porta 039 INFERNO 24
cotal vestigio in terra di sé lascia, 050 INFERNO 24
meglio di lena ch'i' non mi sentia, 059 INFERNO 24
ed erto più assai che quel di pria. 063 INFERNO 24
di serpenti, e di sì diversa mena 083 INFERNO 24
di serpenti, e di sì diversa mena 083 INFERNO 24
né con ciò che di sopra al Mar Rosso èe. 090 INFERNO 24
e 'n quel medesmo ritornò di butto. 105 INFERNO 24
per forza di demon ch'a terra il tira, 113 INFERNO 24
Oh potenza di Dio, quant' è severa, 119 INFERNO 24
per ch'ei rispuose: «Io piovvi di Toscana, 122 INFERNO 24
ch'io 'l vidi uomo di sangue e di crucci». 129 INFERNO 24
ch'io 'l vidi uomo di sangue e di crucci». 129 INFERNO 24
e di trista vergogna si dipinse; 132 INFERNO 24
Ma perché di tal vista tu non godi, 140 INFERNO 24
se mai sarai di fuor da' luoghi bui, 141 INFERNO 24
Tragge Marte vapor di Val di Magra 145 INFERNO 24
Tragge Marte vapor di Val di Magra 145 INFERNO 24
ch'è di torbidi nuvoli involuto; 146 INFERNO 24
e io vidi un centauro pien di rabbia 017 INFERNO 25
che, sotto 'l sasso di monte Aventino, 026 INFERNO 25
di sangue fece spesse volte laco. 027 INFERNO 25
Co' piè di mezzo li avvinse la pancia 052 INFERNO 25
Poi s'appiccar, come di calda cera 061 INFERNO 25
Fersi le braccia due di quattro liste; 073 INFERNO 25
livido e nero come gran di pepe; 084 INFERNO 25
nostro alimento, a l'un di lor trafisse; 086 INFERNO 25
del misero Sabello e di Nasidio, 095 INFERNO 25
Taccia di Cadmo e d'Aretusa Ovidio, 097 INFERNO 25
si facea molle, e quella di là dura. 111 INFERNO 25
Poscia li piè di rietro, insieme attorti, 115 INFERNO 25
di color novo, e genera 'l pel suso 119 INFERNO 25
e di troppa matera ch'in là venne 125 INFERNO 25
di quel soverchio, fé naso a la faccia 128 INFERNO 25
ed era quel che sol, di tre compagni 149 INFERNO 25
tu sentirai, di qua da picciol tempo, 008 INFERNO 26
di quel che Prato, non ch'altri, t'agogna. 009 INFERNO 26
di tante fiamme tutta risplendea 031 INFERNO 26
catun si fascia di quel ch'elli è inceso». 048 INFERNO 26
di sopra, che par surger de la pira 053 INFERNO 26
di molta loda, e io però l'accetto; 071 INFERNO 26
s'io meritai di voi mentre ch'io vissi, 080 INFERNO 26
s'io meritai di voi assai o poco 081 INFERNO 26
non vi movete; ma l'un di voi dica 083 INFERNO 26
gittò voce di fuori e disse: «Quando 090 INFERNO 26
né dolcezza di figlio, né la pieta 094 INFERNO 26
di retro al sol, del mondo sanza gente. 117 INFERNO 26
lo lume era di sotto da la luna, 131 INFERNO 26
col pianto di colui, e ciò fu dritto, 008 INFERNO 27
sì che, con tutto che fosse di rame, 011 INFERNO 27
caduto se' di quella dolce terra 026 INFERNO 27
e 'l giogo di che Tever si diserra». 030 INFERNO 27
quando il mio duca mi tentò di costa, 032 INFERNO 27
e di Franceschi sanguinoso mucchio, 044 INFERNO 27
che fecer di Montagna il mal governo, 047 INFERNO 27
Le città di Lamone e di Santerno 049 INFERNO 27
Le città di Lamone e di Santerno 049 INFERNO 27
di qua, di là, e poi diè cotal fiato: 060 INFERNO 27
di qua, di là, e poi diè cotal fiato: 060 INFERNO 27
ma però che già mai di questo fondo 064 INFERNO 27
Mentre ch'io forma fui d'ossa e di polpe 073 INFERNO 27
non furon leonine, ma di volpe. 075 INFERNO 27
di mia etade ove ciascun dovrebbe 080 INFERNO 27
né mercatante in terra di Soldano, 090 INFERNO 27
di quel peccato ov' io mo cader deggio, 109 INFERNO 27
di Puglia, fu del suo sangue dolente 009 INFERNO 28
con quella che sentio di colpi doglie 013 INFERNO 28
che merda fa di quel che si trangugia. 027 INFERNO 28
seminator di scandalo e di scisma 035 INFERNO 28
seminator di scandalo e di scisma 035 INFERNO 28
rimettendo ciascun di questa risma, 039 INFERNO 28
per lo 'nferno qua giù di giro in giro; 050 INFERNO 28
Più fuor di cento che, quando l'udiro, 052 INFERNO 28
di vivanda, che stretta di neve 058 INFERNO 28
sì di vivanda, che stretta di neve 058 INFERNO 28
ch'era di fuor d'ogne parte vermiglia, 069 INFERNO 28
rimembriti di Pier da Medicina, 073 INFERNO 28
gittati saran fuor di lor vasello 079 INFERNO 28
Tra l'isola di Cipri e di Maiolica 082 INFERNO 28
Tra l'isola di Cipri e di Maiolica 082 INFERNO 28
vorrebbe di vedere esser digiuno, 087 INFERNO 28
poi farà sì, ch'al vento di Focara 089 INFERNO 28
se vuo' ch'i' porti sù di te novella, 092 INFERNO 28
E io li aggiunsi: «E morte di tua schiatta»; 109 INFERNO 28
sanza più prova, di contarla solo; 114 INFERNO 28
pesol con mano a guisa di lanterna: 122 INFERNO 28
Di sé facea a sé stesso lucerna, 124 INFERNO 28
E perché tu di me novella porti, 133 INFERNO 28
e di Davìd coi malvagi punzelli. 138 INFERNO 28
di Malebolge, sì che i suoi conversi 041 INFERNO 29
che di pietà ferrati avean li strali; 044 INFERNO 29
di Valdichiana tra 'l luglio e 'l settembre 047 INFERNO 29
e di Maremma e di Sardigna i mali 048 INFERNO 29
e di Maremma e di Sardigna i mali 048 INFERNO 29
quando fu l'aere sì pien di malizia, 060 INFERNO 29
si ristorar di seme di formiche; 064 INFERNO 29
si ristorar di seme di formiche; 064 INFERNO 29
dal capo al piè di schianze macolati; 075 INFERNO 29
come coltel di scardova le scaglie 083 INFERNO 29
cominciò 'l duca mio a l'un di loro, 086 INFERNO 29
«ma tu chi se' che di noi dimandasti?». 093 INFERNO 29
con questo vivo giù di balzo in balzo, 095 INFERNO 29
e di mostrar lo 'nferno a lui intendo». 096 INFERNO 29
con altri che l'udiron di rimbalzo. 099 INFERNO 29
ditemi chi voi siete e di che genti; 106 INFERNO 29
di palesarvi a me non vi spaventi». 108 INFERNO 29
sì vedrai ch'io son l'ombra di Capocchio, 136 INFERNO 29
com' io fui di natura buona scimia». 139 INFERNO 29
Ma né di Tebe furie né troiane 022 INFERNO 30
che mordendo correvan di quel modo 026 INFERNO 30
a dir chi è, pria che di qui si spicchi». 036 INFERNO 30
di Mirra scellerata, che divenne 038 INFERNO 30
Io vidi un, fatto a guisa di lëuto, 049 INFERNO 30
io ebbi, vivo, assai di quel ch'i' volli, 062 INFERNO 30
di Guido o d'Alessandro o di lor frate, 077 INFERNO 30
di Guido o d'Alessandro o di lor frate, 077 INFERNO 30
S'io fossi pur di tanto ancor leggero 082 INFERNO 30
e men d'un mezzo di traverso non ci ha. 087 INFERNO 30
ch'avevan tre carati di mondiglia». 090 INFERNO 30
l'altr' è 'l falso Sinon greco di Troia: 098 INFERNO 30
E l'un di lor, che si recò a noia 100 INFERNO 30
E l'idropico: «Tu di' ver di questo: 112 INFERNO 30
E l'idropico: «Tu di' ver di questo: 112 INFERNO 30
e per leccar lo specchio di Narcisso, 128 INFERNO 30
prima di trista e poi di buona mancia. 006 INFERNO 31
prima di trista e poi di buona mancia. 006 INFERNO 31
quanto 'l senso s'inganna di lontano; 026 INFERNO 31
Montereggion di torri si corona, 041 INFERNO 31
torreggiavan di mezza la persona 043 INFERNO 31
di sì fatti animali, assai fé bene 050 INFERNO 31
E s'ella d'elefanti e di balene 052 INFERNO 31
come la pina di San Pietro a Roma, 059 INFERNO 31
di sovra, che di giugnere a la chioma 063 INFERNO 31
di sovra, che di giugnere a la chioma 063 INFERNO 31
di sua potenza contra 'l sommo Giove», 092 INFERNO 31
presso di qui che parla ed è disciolto, 101 INFERNO 31
che fece Scipïon di gloria reda, 116 INFERNO 31
questi può dar di quel che qui si brama; 125 INFERNO 31
di vederlo chinare, e fu tal ora 140 INFERNO 31
io premerei di mio concetto il suco 004 INFERNO 32
avea di vetro e non d'acqua sembiante. 024 INFERNO 32
di verno la Danoia in Osterlicchi, 026 INFERNO 32
di spigolar sovente la villana, 033 INFERNO 32
mettendo i denti in nota di cicogna. 036 INFERNO 32
del padre loro Alberto e di lor fue. 057 INFERNO 32
di Montaperti, perché mi moleste?». 081 INFERNO 32
io porterò di te vere novelle». 111 INFERNO 32
ma non tacer, se tu di qua entro eschi, 113 INFERNO 32
di quel ch'ebbe or così la lingua pronta. 114 INFERNO 32
tu hai dallato quel di Beccheria 119 INFERNO 32
di cui segò Fiorenza la gorgiera. 120 INFERNO 32
che se tu a ragion di lui ti piangi, 136 INFERNO 32
del capo ch'elli avea di retro guasto. 003 INFERNO 33
fidandomi di lui, io fossi preso 017 INFERNO 33
e se non piangi, di che pianger suoli? 042 INFERNO 33
e io senti' chiavar l'uscio di sotto 046 INFERNO 33
Come un poco di raggio si fu messo 055 INFERNO 33
di manicar, di sùbito levorsi 060 INFERNO 33
di manicar, di sùbito levorsi 060 INFERNO 33
se tu mangi di noi: tu ne vestisti 062 INFERNO 33
e sì come visiere di cristallo, 098 INFERNO 33
di ciò ti farà l'occhio la risposta, 107 INFERNO 33
de l'ombra che di qua dietro mi verna. 135 INFERNO 33
Ché col peggiore spirto di Romagna 154 INFERNO 33
trovai di voi un tal, che per sua opra 155 INFERNO 33
e in corpo par vivo ancor di sopra. 157 INFERNO 33
verso di noi; però dinanzi mira», 002 INFERNO 34
par di lungi un molin che 'l vento gira, 006 INFERNO 34
ch'al mio maestro piacque di mostrarmi 017 INFERNO 34
ove convien che di fortezza t'armi». 021 INFERNO 34
sovresso 'l mezzo di ciascuna spalla, 041 INFERNO 34
vegnon di là onde 'l Nilo s'avvalla. 045 INFERNO 34
vele di mar non vid' io mai cotali. 048 INFERNO 34
Non avean penne, ma di vispistrello 049 INFERNO 34
un peccatore, a guisa di maciulla, 056 INFERNO 34
De li altri due c'hanno il capo di sotto, 064 INFERNO 34
ed el prese di tempo e loco poste, 071 INFERNO 34
di vello in vello giù discese poscia 074 INFERNO 34
Non era camminata di palagio 097 INFERNO 34
ch'avea mal suolo e di lume disagio. 099 INFERNO 34
d'esser di là dal centro, ov' io mi presi 107 INFERNO 34
Di là fosti cotanto quant' io scesi; 109 INFERNO 34
Qui è da man, quando di là è sera; 118 INFERNO 34
e la terra, che pria di qua si sporse, 122 INFERNO 34
per paura di lui fé del mar velo, 123 INFERNO 34
quella ch'appar di qua, e sù ricorse». 126 INFERNO 34
e canterò di quel secondo regno 004 PGTORIO 01
e di salire al ciel diventa degno. 006 PGTORIO 01
di cui le Piche misere sentiro 011 PGTORIO 01
Goder pareva 'l ciel di lor fiammelle: 025 PGTORIO 01
poi che privato se' di mirar quelle! 027 PGTORIO 01
vidi presso di me un veglio solo, 031 PGTORIO 01
degno di tanta reverenza in vista, 032 PGTORIO 01
Lunga la barba e di pel bianco mista 034 PGTORIO 01
fregiavan sì la sua faccia di lume, 038 PGTORIO 01
Lo duca mio allor mi diè di piglio, 049 PGTORIO 01
di nostra condizion com' ell' è vera, 056 PGTORIO 01
di Marzia tua, che 'n vista ancor ti priega, 079 PGTORIO 01
grazie riporterò di te a lei, 083 PGTORIO 01
mentre ch'i' fu' di là», diss' elli allora, 086 PGTORIO 01
Or che di là dal mal fiume dimora, 088 PGTORIO 01
come tu di', non c'è mestier lusinghe: 092 PGTORIO 01
ministro, ch'è di quei di paradiso. 099 PGTORIO 01
ministro, ch'è di quei di paradiso. 099 PGTORIO 01
porta di giunchi sovra 'l molle limo: 102 PGTORIO 01
Poscia non sia di qua vostra reddita; 106 PGTORIO 01
volgianci in dietro, ché di qua dichina 113 PGTORIO 01
che fuggia innanzi, sì che di lontano 116 PGTORIO 01
ond' io, che fui accorto di sua arte, 126 PGTORIO 01
omo, che di tornar sia poscia esperto. 132 PGTORIO 01
uscia di Gange fuor con le Bilance, 005 PGTORIO 02
che le caggion di man quando soverchia; 006 PGTORIO 02
un non sapeva che bianco, e di sotto 023 PGTORIO 02
Ecco l'angel di Dio: piega le mani; 029 PGTORIO 02
omai vedrai di sì fatti officiali. 030 PGTORIO 02
e più di cento spirti entro sediero. 045 PGTORIO 02
con quanto di quel salmo è poscia scripto. 048 PGTORIO 02
Poi fece il segno lor di santa croce; 049 PGTORIO 02
di mezzo 'l ciel cacciato Capricorno, 057 PGTORIO 02
mostratene la via di gire al monte». 060 PGTORIO 02
L'anime, che si fuor di me accorte, 067 PGTORIO 02
e di calcar nessun si mostra schivo, 072 PGTORIO 02
Io vidi una di lor trarresi avante 076 PGTORIO 02
Di maraviglia, credo, mi dipinsi; 082 PGTORIO 02
ché di giusto voler lo suo si face: 097 PGTORIO 02
dove l'acqua di Tevero s'insala, 101 PGTORIO 02
di ciò ti piaccia consolare alquanto 109 PGTORIO 02
io dico d'Aristotile e di Plato 043 PGTORIO 03
e di molt' altri»; e qui chinò la fronte, 044 PGTORIO 03
verso di quella, agevole e aperta. 051 PGTORIO 03
ecco di qua chi ne darà consiglio, 062 PGTORIO 03
Ancora era quel popol di lontano, 067 PGTORIO 03
di quella mandra fortunata allotta, 086 PGTORIO 03
cerchi di soverchiar questa parete». 099 PGTORIO 03
E un di loro incominciò: «Chiunque 103 PGTORIO 03
pon mente se di là mi vedesti unque». 105 PGTORIO 03
biondo era e bello e di gentile aspetto, 107 PGTORIO 03
nepote di Costanza imperadrice; 113 PGTORIO 03
de l'onor di Cicilia e d'Aragona, 116 PGTORIO 03
di due punte mortali, io mi rendei, 119 PGTORIO 03
Se 'l pastor di Cosenza, che a la caccia 124 PGTORIO 03
di me fu messo per Clemente allora, 125 PGTORIO 03
di fuor dal regno, quasi lungo 'l Verde, 131 PGTORIO 03
di Santa Chiesa, ancor ch'al fin si penta, 137 PGTORIO 03
ché qui per quei di là molto s'avanza». 145 PGTORIO 03
Di ciò ebb' io esperïenza vera, 013 PGTORIO 04
con una forcatella di sue spine 020 PGTORIO 04
del gran disio, di retro a quel condotto 029 PGTORIO 04
e piedi e man volea il suol di sotto. 033 PGTORIO 04
fossero in compagnia di quello specchio 062 PGTORIO 04
per la ragion che di', quinci si parte 082 PGTORIO 04
che sempre al cominciar di sotto è grave; 089 PGTORIO 04
quivi di riposar l'affanno aspetta. 095 PGTORIO 04
una voce di presso sonò: «Forse 098 PGTORIO 04
che di sedere in pria avrai distretta!». 099 PGTORIO 04
Al suon di lei ciascun di noi si torse, 100 PGTORIO 04
Al suon di lei ciascun di noi si torse, 100 PGTORIO 04
E un di lor, che mi sembiava lasso, 106 PGTORIO 04
di te omai; ma dimmi: perché assiso 124 PGTORIO 04
l'angel di Dio che siede in su la porta. 129 PGTORIO 04
di fuor da essa, quanto fece in vita, 131 PGTORIO 04
che surga sù di cuor che in grazia viva; 134 PGTORIO 04
quando di retro a me, drizzando 'l dito, 003 PGTORIO 05
lo raggio da sinistra a quel di sotto, 005 PGTORIO 05
Li occhi rivolsi al suon di questo motto, 007 PGTORIO 05
già mai la cima per soffiar di venti; 015 PGTORIO 05
che fa l'uom di perdon talvolta degno. 021 PGTORIO 05
E 'ntanto per la costa di traverso 022 PGTORIO 05
e due di loro, in forma di messaggi, 028 PGTORIO 05
e due di loro, in forma di messaggi, 028 PGTORIO 05
«Di vostra condizion fatene saggi». 030 PGTORIO 05
che 'l corpo di costui è vera carne. 033 PGTORIO 05
di prima notte mai fender sereno, 038 PGTORIO 05
Guarda s'alcun di noi unqua vedesti, 049 PGTORIO 05
sì che di lui di là novella porti: 050 PGTORIO 05
sì che di lui di là novella porti: 050 PGTORIO 05
di vita uscimmo a Dio pacificati, 056 PGTORIO 05
che del disio di sé veder n'accora». 057 PGTORIO 05
che, dietro a' piedi di sì fatta guida, 062 PGTORIO 05
di mondo in mondo cercar mi si face». 063 PGTORIO 05
che siede tra Romagna e quel di Carlo, 069 PGTORIO 05
che tu mi sie di tuoi prieghi cortese 070 PGTORIO 05
ancor sarei di là dove si spira. 081 PGTORIO 05
Io fui di Montefeltro, io son Bonconte; 088 PGTORIO 05
Giovanna o altri non ha di me cura; 089 PGTORIO 05
ti travïò sì fuor di Campaldino, 092 PGTORIO 05
nel nome di Maria fini', e quivi 101 PGTORIO 05
l'angel di Dio mi prese, e quel d'inferno 104 PGTORIO 05
Tu te ne porti di costui l'etterno 106 PGTORIO 05
di nebbia; e 'l ciel di sopra fece intento, 117 PGTORIO 05
di nebbia; e 'l ciel di sopra fece intento, 117 PGTORIO 05
di lei ciò che la terra non sofferse; 120 PGTORIO 05
ch'i' fe' di me quando 'l dolor mi vinse; 127 PGTORIO 05
poi di sua preda mi coperse e cinse». 129 PGTORIO 05
«ricorditi di me, che son la Pia; 133 PGTORIO 05
qual va dinanzi, e qual di dietro il prende, 005 PGTORIO 06
fiere di Ghin di Tacco ebbe la morte, 014 PGTORIO 06
fiere di Ghin di Tacco ebbe la morte, 014 PGTORIO 06
mentr' è di qua, la donna di Brabante, 023 PGTORIO 06
mentr' è di qua, la donna di Brabante, 023 PGTORIO 06
sì che però non sia di peggior greggia. 024 PGTORIO 06
e questa gente prega pur di questo: 031 PGTORIO 06
e la speranza di costor non falla, 035 PGTORIO 06
ché cima di giudicio non s'avvalla 037 PGTORIO 06
Non so se 'ntendi: io dico di Beatrice; 046 PGTORIO 06
tu la vedrai di sopra, in su la vetta 047 PGTORIO 06
di questo monte, ridere e felice». 048 PGTORIO 06
a guisa di leon quando si posa. 066 PGTORIO 06
ma di nostro paese e de la vita 070 PGTORIO 06
Ahi serva Italia, di dolore ostello, 076 PGTORIO 06
non donna di province, ma bordello! 078 PGTORIO 06
di fare al cittadin suo quivi festa; 081 PGTORIO 06
di quei ch'un muro e una fossa serra. 084 PGTORIO 06
s'alcuna parte in te di pace gode. 087 PGTORIO 06
per cupidigia di costà distretti, 104 PGTORIO 06
e se nulla di noi pietà ti move, 116 PGTORIO 06
son di tiranni, e un Marcel diventa 125 PGTORIO 06
di questa digression che non ti tocca, 128 PGTORIO 06
verso di te, che fai tanto sottili 142 PGTORIO 06
l'anime degne di salire a Dio, 005 PGTORIO 07
«O gloria di Latin», disse, «per cui 016 PGTORIO 07
dimmi se vien d'inferno, e di qual chiostra». 021 PGTORIO 07
rispuose lui, «son io di qua venuto; 023 PGTORIO 07
Luogo è là giù non tristo di martìri, 028 PGTORIO 07
ma di tenebre solo, ove i lamenti 029 PGTORIO 07
e andar sù di notte non si puote; 044 PGTORIO 07
però è buon pensar di bel soggiorno. 045 PGTORIO 07
salir di notte, fora elli impedito 050 PGTORIO 07
Poco allungati c'eravam di lici, 064 PGTORIO 07
dove la costa face di sé grembo; 068 PGTORIO 07
posti, ciascun saria di color vinto, 077 PGTORIO 07
ma di soavità di mille odori 080 PGTORIO 07
ma di soavità di mille odori 080 PGTORIO 07
che per la valle non parean di fuori. 084 PGTORIO 07
Di questo balzo meglio li atti e ' volti 088 PGTORIO 07
conoscerete voi di tutti quanti, 089 PGTORIO 07
Padre e suocero son del mal di Francia: 109 PGTORIO 07
ben andava il valor di vaso in vaso, 117 PGTORIO 07
Costanza di marito ancor si vanta. 129 PGTORIO 07
punge, se ode squilla di lontano 005 PGTORIO 08
le uscìo di bocca e con sì dolci note, 014 PGTORIO 08
che fece me a me uscir di mente; 015 PGTORIO 08
«Ambo vegnon del grembo di Maria», 037 PGTORIO 08
e fui di sotto, e vidi un che mirava 047 PGTORIO 08
come gente di sùbito smarrita. 063 PGTORIO 08
quando sarai di là da le larghe onde, 070 PGTORIO 08
Per lei assai di lieve si comprende 076 PGTORIO 08
com' avria fatto il gallo di Gallura». 081 PGTORIO 08
nel suo aspetto, di quel dritto zelo 083 PGTORIO 08
di che 'l polo di qua tutto quanto arde». 090 PGTORIO 08
di che 'l polo di qua tutto quanto arde». 090 PGTORIO 08
che vedevi staman, son di là basse, 092 PGTORIO 08
di Val di Magra o di parte vicina 116 PGTORIO 08
di Val di Magra o di parte vicina 116 PGTORIO 08
di Val di Magra o di parte vicina 116 PGTORIO 08
non son l'antico, ma di lui discesi; 119 PGTORIO 08
e io vi giuro, s'io di sopra vada, 127 PGTORIO 08
se corso di giudicio non s'arresta». 139 PGTORIO 08
La concubina di Titone antico 001 PGTORIO 09
di gemme la sua fronte era lucente, 004 PGTORIO 09
quand' io, che meco avea di quel d'Adamo, 010 PGTORIO 09
disdegna di portarne suso in piede'. 027 PGTORIO 09
si mosse, e io di rietro inver' l'altura. 069 PGTORIO 09
vidi una porta, e tre gradi di sotto 076 PGTORIO 09
per gire ad essa, di color diversi, 077 PGTORIO 09
«Donna del ciel, di queste cose accorta», 088 PGTORIO 09
Lo terzo, che di sopra s'ammassiccia, 100 PGTORIO 09
come sangue che fuor di vena spiccia. 102 PGTORIO 09
l'angel di Dio sedendo in su la soglia 104 PGTORIO 09
che mi sembiava pietra di diamante. 105 PGTORIO 09
Per li tre gradi sù di buona voglia 106 PGTORIO 09
e di sotto da quel trasse due chiavi. 117 PGTORIO 09
che di fuor torna chi 'n dietro si guata». 132 PGTORIO 09
li spigoli di quella regge sacra, 134 PGTORIO 09
che di metallo son sonanti e forti, 135 PGTORIO 09
che noi fossimo fuor di quella cruna; 016 PGTORIO 10
di nostra via, restammo in su un piano 020 PGTORIO 10
che dritto di salita aveva manco, 030 PGTORIO 10
esser di marmo candido e addorno 031 PGTORIO 10
di retro da Maria, da quella costa 050 PGTORIO 10
Di contra, effigïata ad una vista 067 PGTORIO 10
che di dietro a Micòl mi biancheggiava. 072 PGTORIO 10
i' dico di Traiano imperadore; 076 PGTORIO 10
di lagrime atteggiata e di dolore. 078 PGTORIO 10
di lagrime atteggiata e di dolore. 078 PGTORIO 10
di cavalieri, e l'aguglie ne l'oro 080 PGTORIO 10
di mio figliuol ch'è morto, ond' io m'accoro»; 084 PGTORIO 10
Mentr' io mi dilettava di guardare 097 PGTORIO 10
l'imagini di tante umilitadi, 098 PGTORIO 10
«Ecco di qua, ma fanno i passi radi», 100 PGTORIO 10
di buon proponimento per udire 107 PGTORIO 10
di lor tormento a terra li rannicchia, 116 PGTORIO 10
Di che l'animo vostro in alto galla, 127 PGTORIO 10
ch'ai primi effetti di là sù tu hai, 003 PGTORIO 11
di render grazie al tuo dolce vapore. 006 PGTORIO 11
a retro va chi più di gir s'affanna. 015 PGTORIO 11
Nostra virtù che di legger s'adona, 019 PGTORIO 11
Se di là sempre ben per noi si dice, 031 PGTORIO 11
di qua che dire e far per lor si puote 032 PGTORIO 11
e un di lor, non questi che parlava, 074 PGTORIO 11
l'onor d'Agobbio e l'onor di quell' arte 080 PGTORIO 11
Di tal superbia qui si paga il fio; 088 PGTORIO 11
sì che la fama di colui è scura. 096 PGTORIO 11
di vento, ch'or vien quinci e or vien quindi, 101 PGTORIO 11
spazio a l'etterno, ch'un muover di ciglia 107 PGTORIO 11
ma chi è quei di cui tu parlavi ora?». 120 PGTORIO 11
a sodisfar chi è di là troppo oso». 126 PGTORIO 11
«liberamente nel Campo di Siena, 134 PGTORIO 11
e lì, per trar l'amico suo di pena, 136 PGTORIO 11
ch'e' sostenea ne la prigion di Carlo, 137 PGTORIO 11
Di pari, come buoi che vanno a giogo, 001 PGTORIO 12
Come, perché di lor memoria sia, 016 PGTORIO 12
sì vid' io lì, ma di miglior sembianza 022 PGTORIO 12
quanto per via di fuor del monte avanza. 024 PGTORIO 12
quivi 'l tuo segno; ma pien di spavento 047 PGTORIO 12
«Sangue sitisti, e io di sangue t'empio». 057 PGTORIO 12
Qual di pennel fu maestro o di stile 064 PGTORIO 12
Qual di pennel fu maestro o di stile 064 PGTORIO 12
non vide mei di me chi vide il vero, 068 PGTORIO 12
non è più tempo di gir sì sospeso. 078 PGTORIO 12
Di reverenza il viso e li atti addorna, 082 PGTORIO 12
pur di non perder tempo, sì che 'n quella 086 PGTORIO 12
e la sinistra parte di sé torse. 015 PGTORIO 13
Quanto di qua per un migliaio si conta, 022 PGTORIO 13
tanto di là eravam noi già iti, 023 PGTORIO 13
per compassion di quel ch'i' vidi poi; 054 PGTORIO 13
ché, quando fui sì presso di lor giunto, 055 PGTORIO 13
per li occhi fui di grave dolor munto. 057 PGTORIO 13
Di vil ciliccio mi parean coperti, 058 PGTORIO 13
luce del ciel di sé largir non vole; 069 PGTORIO 13
ché a tutti un fil di ferro i cigli fóra 070 PGTORIO 13
incominciai, «di veder l'alto lume 086 PGTORIO 13
di vostra coscïenza sì che chiaro 089 PGTORIO 13
più lieta assai che di ventura mia. 111 PGTORIO 13
e io pregava Iddio di quel ch'e' volle. 117 PGTORIO 13
passi di fuga; e veggendo la caccia, 119 PGTORIO 13
a cui di me per caritate increbbe. 129 PGTORIO 13
l'anima mia del tormento di sotto, 137 PGTORIO 13
che già lo 'ncarco di là giù mi pesa». 138 PGTORIO 13
di là per te ancor li mortai piedi». 144 PGTORIO 13
se mai calchi la terra di Toscana, 149 PGTORIO 13
più di speranza ch'a trovar la Diana; 153 PGTORIO 13
ragionavan di me ivi a man dritta; 008 PGTORIO 14
e cento miglia di corso nol sazia. 018 PGTORIO 14
Di sovr' esso rech' io questa persona: 019 PGTORIO 14
questi il vocabol di quella riviera, 026 PGTORIO 14
E l'ombra che di ciò domandata era, 028 PGTORIO 14
ben è che 'l nome di tal valle pèra; 030 PGTORIO 14
di quel che 'l ciel de la marina asciuga, 035 PGTORIO 14
Tra brutti porci, più degni di galle 043 PGTORIO 14
tanto più trova di can farsi lupi 050 PGTORIO 14
trova le volpi sì piene di froda, 053 PGTORIO 14
Né lascerò di dir perch' altri m'oda; 055 PGTORIO 14
di ciò che vero spirto mi disnoda. 057 PGTORIO 14
cacciator di quei lupi in su la riva 059 PGTORIO 14
molti di vita e sé di pregio priva. 063 PGTORIO 14
molti di vita e sé di pregio priva. 063 PGTORIO 14
lasciala tal, che di qui a mille anni 065 PGTORIO 14
Com' a l'annunzio di dogliosi danni 067 PGTORIO 14
si turba il viso di colui ch'ascolta, 068 PGTORIO 14
mi fer voglioso di saper lor nomi, 074 PGTORIO 14
per che lo spirto che di pria parlòmi 076 PGTORIO 14
visto m'avresti di livore sparso. 084 PGTORIO 14
Di mia semente cotal paglia mieto; 085 PGTORIO 14
là 'v' è mestier di consorte divieto? 087 PGTORIO 14
di venenosi sterpi, sì che tardi 095 PGTORIO 14
Pier Traversaro e Guido di Carpigna? 098 PGTORIO 14
quando in Faenza un Bernardin di Fosco, 101 PGTORIO 14
verga gentil di picciola gramigna? 102 PGTORIO 14
che di figliar tai conti più s'impiglia. 117 PGTORIO 14
troppo di pianger più che di parlare, 125 PGTORIO 14
troppo di pianger più che di parlare, 125 PGTORIO 14
voce che giunse di contra dicendo: 132 PGTORIO 14
che sempre a guisa di fanciullo scherza, 003 PGTORIO 15
a lo splendore assai più che di prima, 011 PGTORIO 15
Noi montavam, già partiti di linci, 037 PGTORIO 15
«Che volse dir lo spirto di Romagna, 044 PGTORIO 15
Per ch'elli a me: «Di sua maggior magagna 046 PGTORIO 15
tanto possiede più di ben ciascuno, 056 PGTORIO 15
e più di caritate arde in quel chiostro». 057 PGTORIO 15
e più di dubbio ne la mente aduno. 060 PGTORIO 15
di sé che se da pochi è posseduto?». 063 PGTORIO 15
di vera luce tenebre dispicchi. 066 PGTORIO 15
estatica di sùbito esser tratto, 086 PGTORIO 15
dolce di madre dicer: «Figliuol mio, 089 PGTORIO 15
quando di gran dispetto in altrui nacque, 096 PGTORIO 15
vendica te di quelle braccia ardite 100 PGTORIO 15
Quando l'anima mia tornò di fori 115 PGTORIO 15
a le cose che son fuor di lei vere, 116 PGTORIO 15
a guisa di cui vino o sonno piega?». 123 PGTORIO 15
verso di noi come la notte oscuro; 143 PGTORIO 15
Buio d'inferno e di notte privata 001 PGTORIO 16
quant' esser può di nuvol tenebrata, 003 PGTORIO 16
né a sentir di così aspro pelo, 006 PGTORIO 16
per non smarrirsi e per non dar di cozzo 011 PGTORIO 16
l'Agnel di Dio che le peccata leva. 018 PGTORIO 16
e di noi parli pur come se tue 026 PGTORIO 16
di far ciò che mi chiedi; ma io scoppio 053 PGTORIO 16
e di malizia gravido e coverto; 060 PGTORIO 16
movesse seco di necessitate. 069 PGTORIO 16
Esce di mano a lui che la vagheggia 085 PGTORIO 16
prima che sia, a guisa di fanciulla 086 PGTORIO 16
Di picciol bene in pria sente sapore; 091 PGTORIO 16
di quel si pasce, e più oltre non chiede. 102 PGTORIO 16
facean vedere, e del mondo e di Deo. 108 PGTORIO 16
di ragionar coi buoni o d'appressarsi. 120 PGTORIO 16
Dì oggimai che la Chiesa di Roma, 127 PGTORIO 16
li figli di Levì furono essenti. 132 PGTORIO 16
di' ch'è rimaso de la gente spenta, 134 PGTORIO 16
del mio maestro, usci' fuor di tal nube 011 PGTORIO 17
talvolta sì di fuor, ch'om non s'accorge 014 PGTORIO 17
De l'empiezza di lei che mutò forma 019 PGTORIO 17
dentro da sé, che di fuor non venìa 023 PGTORIO 17
Come si frange il sonno ove di butto 040 PGTORIO 17
di riguardar chi era che parlava, 050 PGTORIO 17
procacciam di salir pria che s'abbui, 062 PGTORIO 17
alcun buon frutto di nostra dimora». 090 PGTORIO 17
o per troppo o per poco di vigore. 096 PGTORIO 17
esser non può cagion di mal diletto; 099 PGTORIO 17
ch'el sia di sua grandezza in basso messo; 117 PGTORIO 17
teme di perder perch' altri sormonti, 119 PGTORIO 17
Questo triforme amor qua giù di sotto 124 PGTORIO 17
per che di giugner lui ciascun contende. 129 PGTORIO 17
di sovr' a noi si piange per tre cerchi; 137 PGTORIO 17
di fuor tacea, e dentro dicea: 'Forse 005 PGTORIO 18
parlando, di parlare ardir mi porse. 009 PGTORIO 18
e se, rivolto, inver' di lei si piega, 025 PGTORIO 18
che per piacer di novo in voi si lega. 027 PGTORIO 18
ma ciò m'ha fatto di dubbiar più pregno; 042 PGTORIO 18
ché, s'amore è di fuori a noi offerto 043 PGTORIO 18
pur a Beatrice, ch'è opra di fede. 048 PGTORIO 18
di far lo mele; e questa prima voglia 059 PGTORIO 18
merto di lode o di biasmo non cape. 060 PGTORIO 18
merto di lode o di biasmo non cape. 060 PGTORIO 18
ragion di meritare in voi, secondo 065 PGTORIO 18
Onde, poniam che di necessitate 070 PGTORIO 18
di ritenerlo è in voi la podestate. 072 PGTORIO 18
lungo di sè di notte furia e calca, 092 PGTORIO 18
lungo di sè di notte furia e calca, 092 PGTORIO 18
pur che i Teban di Bacco avesser uopo, 093 PGTORIO 18
per quel ch'io vidi di color, venendo, 095 PGTORIO 18
«che studio di ben far grazia rinverda». 105 PGTORIO 18
e un di quelli spirti disse: «Vieni 113 PGTORIO 18
di retro a noi, e troverai la buca. 114 PGTORIO 18
Noi siam di voglia a muoverci sì pieni, 115 PGTORIO 18
di cui dolente ancor Milan ragiona. 120 PGTORIO 18
ha posto in loco di suo pastor vero». 126 PGTORIO 18
tant' era già di là da noi trascorso; 128 PGTORIO 18
venir dando a l'accidïa di morso». 132 PGTORIO 18
Di retro a tutti dicean: «Prima fue 133 PGTORIO 18
con le man monche, e di colore scialba. 009 PGTORIO 19
tanto son di piacere a sentir piena! 021 PGTORIO 19
come colui che l'ha di pensier carca, 041 PGTORIO 19
che fa di sé un mezzo arco di ponte; 042 PGTORIO 19
che fa di sé un mezzo arco di ponte; 042 PGTORIO 19
Con l'ali aperte, che parean di cigno, 046 PGTORIO 19
ch'avran di consolar l'anime donne. 051 PGTORIO 19
«O eletti di Dio, li cui soffriri 076 PGTORIO 19
le vostre destre sien sempre di fori». 081 PGTORIO 19
Poi ch'io potei di me fare a mio senno, 088 PGTORIO 19
cosa di là ond' io vivendo mossi». 096 PGTORIO 19
per che di questa in me s'accese amore. 111 PGTORIO 19
Nepote ho io di là c'ha nome Alagia, 142 PGTORIO 19
e questa sola di là m'è rimasa». 145 PGTORIO 19
le condizion di qua giù trasmutarsi, 014 PGTORIO 20
di quello spirto onde parean venute. 030 PGTORIO 20
di quella vita ch'al termine vola». 039 PGTORIO 20
ch'io attenda di là, ma perché tanta 041 PGTORIO 20
Chiamato fui di là Ugo Ciappetta; 049 PGTORIO 20
di me son nati i Filippi e i Luigi 050 PGTORIO 20
Figliuol fu' io d'un beccaio di Parigi: 052 PGTORIO 20
di nuovo acquisto, e sì d'amici pieno, 057 PGTORIO 20
la testa di mio figlio fu, dal quale 059 PGTORIO 20
cominciar di costor le sacrate ossa. 060 PGTORIO 20
vittima fé di Curradino; e poi 068 PGTORIO 20
che tragge un altro Carlo fuor di Francia, 071 PGTORIO 20
L'altro, che già uscì preso di nave, 079 PGTORIO 20
Ciò ch'io dicea di quell' unica sposa 097 PGTORIO 20
di Iosüè qui par ch'ancor lo morda. 111 PGTORIO 20
dilci, che 'l sai: di che sapore è l'oro?". 117 PGTORIO 20
e brigavam di soverchiar la strada 125 PGTORIO 20
mi fé desideroso di sapere, 146 PGTORIO 20
né ci addemmo di lei, sì parlò pria, 012 PGTORIO 21
di quel che 'l ciel da sé in sé riceve 044 PGTORIO 21
che la scaletta di tre gradi breve; 048 PGTORIO 21
né coruscar, né figlia di Taumante, 050 PGTORIO 21
che di là cangia sovente contrade; 051 PGTORIO 21
dov' ha 'l vicario di Pietro le piante. 054 PGTORIO 21
l'alma sorprende, e di voler le giova. 063 PGTORIO 21
libera volontà di miglior soglia: 069 PGTORIO 21
perché ci trema e di che congaudete. 078 PGTORIO 21
era io di là», rispuose quello spirto, 086 PGTORIO 21
dove mertai le tempie ornar di mirto. 090 PGTORIO 21
Stazio la gente ancor di là mi noma: 091 PGTORIO 21
cantai di Tebe, e poi del grande Achille; 092 PGTORIO 21
onde sono allumati più di mille; 096 PGTORIO 21
sanz' essa non fermai peso di dramma. 099 PGTORIO 21
E per esser vivuto di là quando 100 PGTORIO 21
più che non deggio al mio uscir di bando». 102 PGTORIO 21
a la passion di che ciascun si spicca, 107 PGTORIO 21
un lampeggiar di riso dimostrommi?». 114 PGTORIO 21
mi dice, «di parlar; ma parla e digli 119 PGTORIO 21
quelle parole che di lui dicesti». 129 PGTORIO 21
acceso di virtù, sempre altro accese, 011 PGTORIO 22
più strinse mai di non vista persona, 017 PGTORIO 22
di quanto per tua cura fosti pieno?». 024 PGTORIO 22
migliaia di lunari hanno punita. 036 PGTORIO 22
così di quel come de li altri mali. 045 PGTORIO 22
per ignoranza, che di questa pecca 047 PGTORIO 22
de la doppia trestizia di Giocasta», 056 PGTORIO 22
poscia di retro al pescator le vele?». 063 PGTORIO 22
Facesti come quei che va di notte, 067 PGTORIO 22
e mentre che di là per me si stette, 085 PGTORIO 22
di Tebe poetando, ebb' io battesmo; 089 PGTORIO 22
Greci che già di lauro ornar la fronte. 108 PGTORIO 22
èvvi la figlia di Tiresia, e Teti, 113 PGTORIO 22
di novo attenti a riguardar dintorno, 116 PGTORIO 22
per l'assentir di quell' anima degna. 126 PGTORIO 22
di retro, e ascoltava i lor sermoni, 128 PGTORIO 22
di ramo in ramo, così quello in giuso, 134 PGTORIO 22
gridò: «Di questo cibo avrete caro». 141 PGTORIO 22
che l'andar mi facean di nullo costo. 009 PGTORIO 23
forse di lor dover solvendo il nodo». 015 PGTORIO 23
così di retro a noi, più tosto mota, 019 PGTORIO 23
quando Maria nel figlio diè di becco!' 030 PGTORIO 23
di lor magrezza e di lor trista squama, 039 PGTORIO 23
di lor magrezza e di lor trista squama, 039 PGTORIO 23
e ravvisai la faccia di Forese. 048 PGTORIO 23
né a difetto di carne ch'io abbia; 051 PGTORIO 23
ma dimmi il ver di te, dì chi son quelle 052 PGTORIO 23
mi dà di pianger mo non minor doglia», 056 PGTORIO 23
Di bere e di mangiar n'accende cura 067 PGTORIO 23
Di bere e di mangiar n'accende cura 067 PGTORIO 23
di peccar più, che sovvenisse l'ora 080 PGTORIO 23
Io ti credea trovar là giù di sotto, 083 PGTORIO 23
ché la Barbagia di Sardigna assai 094 PGTORIO 23
di quel che 'l ciel veloce loro ammanna, 107 PGTORIO 23
Di quella vita mi volse costui 118 PGTORIO 23
vi si mostrò la suora di colui», 120 PGTORIO 23
Tanto dice di farmi sua compagna 127 PGTORIO 23
traean di me, di mio vivere accorte. 006 PGTORIO 24
traean di me, di mio vivere accorte. 006 PGTORIO 24
ne l'alto Olimpo già di sua corona». 015 PGTORIO 24
di nominar ciascun, da ch'è sì munta 017 PGTORIO 24
di là da lui più che l'altre trapunta 021 PGTORIO 24
l'anguille di Bolsena e la vernaccia». 024 PGTORIO 24
già di bere a Forlì con men secchezza, 032 PGTORIO 24
che più parea di me aver contezza. 036 PGTORIO 24
di parlar meco, fa sì ch'io t'intenda, 041 PGTORIO 24
di qua dal dolce stil novo ch'i' odo! 057 PGTORIO 24
di retro al dittator sen vanno strette, 059 PGTORIO 24
E come l'uom che di trottare è lasso, 070 PGTORIO 24
di giorno in giorno più di ben si spolpa, 080 PGTORIO 24
di giorno in giorno più di ben si spolpa, 080 PGTORIO 24
Qual esce alcuna volta di gualoppo 094 PGTORIO 24
lo cavalier di schiera che cavalchi, 095 PGTORIO 24
l'aura di maggio movesi e olezza, 146 PGTORIO 24
tanto di grazia, che l'amor del gusto 152 PGTORIO 24
ché 'l sole avëa il cerchio di merigge 002 PGTORIO 25
se di bisogno stimolo il trafigge, 006 PGTORIO 25
per voglia di volare, e non s'attenta 011 PGTORIO 25
di dimandar, venendo infino a l'atto 014 PGTORIO 25
là dove l'uopo di nodrir non tocca?». 021 PGTORIO 25
quasi alimento che di mensa leve, 039 PGTORIO 25
che più savio di te fé già errante, 063 PGTORIO 25
sovra tant' arte di natura, e spira 071 PGTORIO 25
spirito novo, di vertù repleto, 072 PGTORIO 25
di diversi color diventa addorno; 093 PGTORIO 25
e quest' è la cagion di che tu miri». 108 PGTORIO 25
che di volger mi fé caler non meno; 123 PGTORIO 25
che di Venere avea sentito il tòsco». 132 PGTORIO 25
mutava in bianco aspetto di cilestro; 006 PGTORIO 26
loro a parlar di me; e cominciarsi 011 PGTORIO 26
di non uscir dove non fosser arsi. 015 PGTORIO 26
Dinne com' è che fai di te parete 022 PGTORIO 26
di morte intrato dentro da la rete». 024 PGTORIO 26
d'aver, quando che sia, di pace stato, 054 PGTORIO 26
le membra mie di là, ma son qui meco 056 PGTORIO 26
donna è di sopra che m'acquista grazia, 059 PGTORIO 26
che se ne va di retro a' vostri terghi». 066 PGTORIO 26
ma poi che furon di stupore scarche, 071 PGTORIO 26
di ciò per che già Cesar, trïunfando, 077 PGTORIO 26
in obbrobrio di noi, per noi si legge, 085 PGTORIO 26
quando partinci, il nome di colei 086 PGTORIO 26
Or sai nostri atti e di che fummo rei: 088 PGTORIO 26
tempo non è di dire, e non saprei. 090 PGTORIO 26
Farotti ben di me volere scemo: 091 PGTORIO 26
Quali ne la tristizia di Ligurgo 094 PGTORIO 26
Poi che di riguardar pasciuto fui, 103 PGTORIO 26
Versi d'amore e prose di romanzi 118 PGTORIO 26
che quel di Lemosì credon ch'avanzi. 120 PGTORIO 26
Così fer molti antichi di Guittone, 124 PGTORIO 26
di grido in grido pur lui dando pregio, 125 PGTORIO 26
quanto bisogna a noi di questo mondo, 131 PGTORIO 26
come l'angel di Dio lieto ci apparse. 006 PGTORIO 27
e al cantar di là non siate sorde», 012 PGTORIO 27
di questa fiamma stessi ben mille anni, 026 PGTORIO 27
Come al nome di Tisbe aperse il ciglio 037 PGTORIO 27
volenci star di qua?»; indi sorrise 044 PGTORIO 27
pur di Beatrice ragionando andava, 053 PGTORIO 27
di là; e noi, attenti pur a lei, 056 PGTORIO 27
E di pochi scaglion levammo i saggi, 067 PGTORIO 27
ciascun di noi d'un grado fece letto; 073 PGTORIO 27
poggiato s'è e lor di posa serve; 081 PGTORIO 27
Poco parer potea lì del di fori; 088 PGTORIO 27
di lor solere e più chiare e maggiori. 090 PGTORIO 27
che di foco d'amor par sempre ardente, 096 PGTORIO 27
che fosser di piacere a queste iguali. 120 PGTORIO 27
Vago già di cercar dentro e dintorno 001 PGTORIO 28
non di più colpo che soave vento; 009 PGTORIO 28
tal qual di ramo in ramo si raccoglie 019 PGTORIO 28
per la pineta in su 'l lito di Chiassi, 020 PGTORIO 28
Tutte l'acque che son di qua più monde, 028 PGTORIO 28
verso di quella, che nulla nasconde, 030 PGTORIO 28
di là dal fiumicello, per mirare 035 PGTORIO 28
vegnati in voglia di trarreti avanti», 046 PGTORIO 28
di levar li occhi suoi mi fece dono. 063 PGTORIO 28
dal figlio fuor di tutto suo costume. 066 PGTORIO 28
di cosa ch'io udi' contraria a questa». 087 PGTORIO 28
di diverse virtù diverse legna. 114 PGTORIO 28
Non parrebbe di là poi maraviglia, 115 PGTORIO 28
e frutto ha in sé che di là non si schianta. 120 PGTORIO 28
L'acqua che vedi non surge di vena 121 PGTORIO 28
ma esce di fontana salda e certa, 124 PGTORIO 28
che tanto dal voler di Dio riprende, 125 PGTORIO 28
a tutti altri sapori esto è di sopra. 133 PGTORIO 28
nettare è questo di che ciascun dice». 144 PGTORIO 28
continüò col fin di sue parole: 002 PGTORIO 29
qual di veder, qual di fuggir lo sole, 006 PGTORIO 29
qual di veder, qual di fuggir lo sole, 006 PGTORIO 29
su per la riva; e io pari di lei, 008 PGTORIO 29
tal che di balenar mi mise in forse. 018 PGTORIO 29
non sofferse di star sotto alcun velo; 027 PGTORIO 29
ma quand' i' fui sì presso di lor fatto, 046 PGTORIO 29
Di sopra fiammeggiava il bello arnese 052 PGTORIO 29
di mezza notte nel suo mezzo mese. 054 PGTORIO 29
con vista carca di stupor non meno. 057 PGTORIO 29
e ciò che vien di retro a lor non guardi?». 063 PGTORIO 29
venire appresso, vestite di bianco; 065 PGTORIO 29
e tal candor di qua già mai non fuci. 066 PGTORIO 29
e di tratti pennelli avean sembiante; 075 PGTORIO 29
di sette liste, tutte in quei colori 077 PGTORIO 29
diece passi distavan quei di fori. 081 PGTORIO 29
coronati venien di fiordaliso. 084 PGTORIO 29
a rimpetto di me da l'altra sponda 089 PGTORIO 29
coronati ciascun di verde fronda. 093 PGTORIO 29
Ognuno era pennuto di sei ali; 094 PGTORIO 29
e bianche l'altre, di vermiglio miste. 114 PGTORIO 29
Non che Roma di carro così bello 115 PGTORIO 29
fossero state di smeraldo fatte; 125 PGTORIO 29
or da la rossa; e dal canto di questa 128 PGTORIO 29
d'una di lor ch'avea tre occhi in testa. 132 PGTORIO 29
di quel sommo Ipocràte che natura 137 PGTORIO 29
tal che di qua dal rio mi fé paura. 141 PGTORIO 29
e di retro da tutti un vecchio solo 143 PGTORIO 29
erano abitüati, ma di gigli 146 PGTORIO 29
anzi di rose e d'altri fior vermigli; 148 PGTORIO 29
che tutti ardesser di sopra da' cigli. 150 PGTORIO 29
né d'altra nebbia che di colpa velo, 003 PGTORIO 30
di suo dover, come 'l più basso face 005 PGTORIO 30
e un di loro, quasi da ciel messo, 010 PGTORIO 30
surgeran presti ognun di sua caverna, 014 PGTORIO 30
ministri e messaggier di vita etterna. 018 PGTORIO 30
e fior gittando e di sopra e dintorno, 020 PGTORIO 30
e l'altro ciel di bel sereno addorno; 024 PGTORIO 30
sì che per temperanza di vapori 026 PGTORIO 30
così dentro una nuvola di fiori 028 PGTORIO 30
e ricadeva in giù dentro e di fori, 030 PGTORIO 30
vestita di color di fiamma viva. 033 PGTORIO 30
vestita di color di fiamma viva. 033 PGTORIO 30
non era di stupor, tremando, affranto, 036 PGTORIO 30
prima ch'io fuor di püerizia fosse, 042 PGTORIO 30
di sangue m'è rimaso che non tremi: 047 PGTORIO 30
di sé, Virgilio dolcissimo patre, 050 PGTORIO 30
valse a le guance nette di rugiada, 053 PGTORIO 30
che di necessità qui si registra, 063 PGTORIO 30
drizzar li occhi ver' me di qua dal rio. 066 PGTORIO 30
Tutto che 'l vel che le scendea di testa, 067 PGTORIO 30
cerchiato de le fronde di Minerva, 068 PGTORIO 30
di sùbito 'In te, Domine, speravi'; 083 PGTORIO 30
anzi 'l cantar di quei che notan sempre 092 PGTORIO 30
che m'intenda colui che di là piagne, 107 PGTORIO 30
ma per larghezza di grazie divine, 112 PGTORIO 30
quant' elli ha più di buon vigor terrestro. 120 PGTORIO 30
di mia seconda etade e mutai vita, 125 PGTORIO 30
Quando di carne a spirto era salita, 127 PGTORIO 30
imagini di ben seguendo false, 131 PGTORIO 30
Alto fato di Dio sarebbe rotto, 142 PGTORIO 30
di pentimento che lagrime spanda». 145 PGTORIO 30
«O tu che se' di là dal fiume sacro», 001 PGTORIO 31
di là dal qual non è a che s'aspiri, 024 PGTORIO 31
di retro a me che non era più tale. 057 PGTORIO 31
Con men di resistenza si dibarba 070 PGTORIO 31
o vero a quel de la terra di Iarba, 072 PGTORIO 31
Di penter sì mi punse ivi l'ortica, 085 PGTORIO 31
che di tutte altre cose qual mi torse 086 PGTORIO 31
Poi, quando il cor virtù di fuor rendemmi, 091 PGTORIO 31
le tre di là, che miran più profondo». 111 PGTORIO 31
Mentre che piena di stupore e lieta 127 PGTORIO 31
l'anima mia gustava di quel cibo 128 PGTORIO 31
che, saziando di sé, di sé asseta, 129 PGTORIO 31
che, saziando di sé, di sé asseta, 129 PGTORIO 31
sé dimostrando di più alto tribo 130 PGTORIO 31
O isplendor di viva luce etterna, 139 PGTORIO 31
di Parnaso, o bevve in sua cisterna, 141 PGTORIO 31
di non caler--così lo santo riso 005 PGTORIO 32
colpa di quella ch'al serpente crese, 032 PGTORIO 32
di foglie e d'altra fronda in ciascun ramo. 039 PGTORIO 32
e quel di lei a lei lasciò legato. 051 PGTORIO 32
di suo color ciascuna, pria che 'l sole 056 PGTORIO 32
men che di rose e più che di vïole 058 PGTORIO 32
men che di rose e più che di vïole 058 PGTORIO 32
li occhi spietati udendo di Siringa, 065 PGTORIO 32
così di Moïsè come d'Elia, 080 PGTORIO 32
In cerchio le facevan di sé claustro 097 PGTORIO 32
di quella Roma onde Cristo è romano. 102 PGTORIO 32
ritornato di là, fa che tu scrive». 105 PGTORIO 32
foco di spessa nube, quando piove 110 PGTORIO 32
com' io vidi calar l'uccel di Giove 112 PGTORIO 32
e ferì 'l carro di tutta sua forza; 115 PGTORIO 32
ma, riprendendo lei di laide colpe, 121 PGTORIO 32
del carro e lasciar lei di sé pennuta; 126 PGTORIO 32
e qual esce di cuor che si rammarca, 127 PGTORIO 32
vidi di costa a lei dritto un gigante; 152 PGTORIO 32
poi, di sospetto pieno e d'ira crudo, 157 PGTORIO 32
tanto che sol di lei mi fece scudo 159 PGTORIO 32
a lei di dir, levata dritta in pè, 008 PGTORIO 33
che vendetta di Dio non teme suppe. 036 PGTORIO 33
messo di Dio, anciderà la fuia 044 PGTORIO 33
sanza danno di pecore o di biade. 051 PGTORIO 33
sanza danno di pecore o di biade. 051 PGTORIO 33
di non celar qual hai vista la pianta 056 PGTORIO 33
con bestemmia di fatto offende a Dio, 059 PGTORIO 33
la giustizia di Dio, ne l'interdetto, 071 PGTORIO 33
fatto di pietra e, impetrato, tinto, 074 PGTORIO 33
che si reca il bordon di palma cinto». 078 PGTORIO 33
come bevesti di Letè ancoi; 096 PGTORIO 33
teneva il sole il cerchio di merigge, 104 PGTORIO 33
che l'acqua di Letè non gliel nascose». 123 PGTORIO 33
rinovellate di novella fronda, 144 PGTORIO 33
La gloria di colui che tutto move 001 PRADISO 01
né sa né può chi di là sù discende; 006 PRADISO 01
Infino a qui l'un giogo di Parnaso 016 PRADISO 01
peneia, quando alcun di sé asseta. 033 PRADISO 01
forse di retro a me con miglior voci 035 PRADISO 01
Fatto avea di là mane e di qua sera 043 PRADISO 01
Fatto avea di là mane e di qua sera 043 PRADISO 01
e di sùbito parve giorno a giorno 061 PRADISO 01
le luci fissi, di là sù rimote. 066 PRADISO 01
S'i' era sol di me quel che creasti 073 PRADISO 01
di lor cagion m'accesero un disio 083 PRADISO 01
mai non sentito di cotanto acume. 084 PRADISO 01
di grande ammirazion; ma ora ammiro 098 PRADISO 01
cen porta la virtù di quella corda 125 PRADISO 01
di piegar, così pinta, in altra parte; 132 PRADISO 01
foco di nube, sì l'impeto primo 134 PRADISO 01
raggio di luce permanendo unita. 036 PRADISO 02
di veder quella essenza in che si vede 041 PRADISO 02
di questo corpo, che là giuso in terra 050 PRADISO 02
fan di Cain favoleggiare altrui?». 051 PRADISO 02
dove chiave di senso non diserra, 054 PRADISO 02
notar si posson di diversi volti. 066 PRADISO 02
di princìpi formali, e quei, for ch'uno, 071 PRADISO 02
Ancor, se raro fosse di quel bruno 073 PRADISO 02
fora di sua materia sì digiuno 075 PRADISO 02
lo qual di retro a sé piombo nasconde. 090 PRADISO 02
ch'esser suol fonte ai rivi di vostr' arti. 096 PRADISO 02
voglio informar di luce sì vivace, 110 PRADISO 02
l'esser di tutto suo contento giace. 114 PRADISO 02
come tu vedi omai, di grado in grado, 122 PRADISO 02
che di sù prendono e di sotto fanno. 123 PRADISO 02
che di sù prendono e di sotto fanno. 123 PRADISO 02
di bella verità m'avea scoverto, 002 PRADISO 03
che di mia confession non mi sovvenne. 009 PRADISO 03
Sùbito sì com' io di lor m'accorsi, 019 PRADISO 03
per veder di cui fosser, li occhi torsi; 021 PRADISO 03
qui rilegate per manco di voto. 030 PRADISO 03
di ragionar, drizza'mi, e cominciai, 035 PRADISO 03
di vita etterna la dolcezza senti 038 PRADISO 03
virtù di carità, che fa volerne 071 PRADISO 03
dal voler di colui che qui ne cerne; 075 PRADISO 03
sì che, come noi sem di soglia in soglia 082 PRADISO 03
che quel si chere e di quel si ringrazia, 093 PRADISO 03
di tutto il lume de la spera nostra, 111 PRADISO 03
ciò ch'io dico di me, di sé intende; 112 PRADISO 03
ciò ch'io dico di me, di sé intende; 112 PRADISO 03
di capo l'ombra de le sacre bende. 114 PRADISO 03
che del secondo vento di Soave 119 PRADISO 03
volsesi al segno di maggior disio, 126 PRADISO 03
d'un modo, prima si morria di fame, 002 PRADISO 04
di fieri lupi, igualmente temendo; 005 PRADISO 04
di meritar mi scema la misura?". 021 PRADISO 04
Ancor di dubitar ti dà cagione 022 PRADISO 04
secondo la sentenza di Platone. 024 PRADISO 04
tratterò quella che più ha di felle. 027 PRADISO 04
di fede e non d'eretica nequizia. 069 PRADISO 04
si fé di quel che far non si convenne; 102 PRADISO 04
come Almeone, che, di ciò pregato 103 PRADISO 04
di fuor dal qual nessun vero si spazia. 126 PRADISO 04
Nasce per quello, a guisa di rampollo, 130 PRADISO 04
ch'al sommo pinge noi di collo in collo. 132 PRADISO 04
di faville d'amor così divini, 140 PRADISO 04
di là dal modo che 'n terra si vede, 002 PRADISO 05
non è se non di quella alcun vestigio, 011 PRADISO 05
che l'anima sicuri di letigio». 015 PRADISO 05
di che le creature intelligenti, 023 PRADISO 05
vittima fassi di questo tesoro, 029 PRADISO 05
di maltolletto vuo' far buon lavoro. 033 PRADISO 05
di questo sacrificio: l'una è quella 044 PRADISO 05
di che si fa; l'altr' è la convenenza. 045 PRADISO 05
se non servata; e intorno di lei 047 PRADISO 05
sì preciso di sopra si favella: 048 PRADISO 05
e fé pianger di sé i folli e i savi 071 PRADISO 05
ch'udir parlar di così fatto cólto. 072 PRADISO 05
sì che 'l Giudeo di voi tra voi non rida! 081 PRADISO 05
come nel lume di quel ciel si mise, 095 PRADISO 05
traggonsi i pesci a ciò che vien di fori 101 PRADISO 05
sì vid' io ben più di mille splendori 103 PRADISO 05
vedeasi l'ombra piena di letizia 107 PRADISO 05
nel folgór chiaro che di lei uscia. 108 PRADISO 05
di più savere angosciosa carizia; 111 PRADISO 05
di noi chiarirti, a tuo piacer ti sazia». 120 PRADISO 05
Così da un di quelli spirti pii 121 PRADISO 05
lucente più assai di quel ch'ell' era. 132 PRADISO 05
cento e cent' anni e più l'uccel di Dio 004 PRADISO 06
governò 'l mondo lì di mano in mano, 008 PRADISO 06
credea, e di tal fede era contento; 015 PRADISO 06
a Dio per grazia piacque di spirarmi 023 PRADISO 06
di reverenza; e cominciò da l'ora 035 PRADISO 06
al dolor di Lucrezia in sette regi, 041 PRADISO 06
che di retro ad Anibale passaro 050 PRADISO 06
l'alpestre rocce, Po, di che tu labi. 051 PRADISO 06
Cesare per voler di Roma il tolle. 057 PRADISO 06
Quel che fé poi ch'elli uscì di Ravenna 061 PRADISO 06
e saltò Rubicon, fu di tal volo, 062 PRADISO 06
Di quel che fé col baiulo seguente, 073 PRADISO 06
gloria di far vendetta a la sua ira. 090 PRADISO 06
Omai puoi giudicar di quei cotali 097 PRADISO 06
ch'io accusai di sopra e di lor falli, 098 PRADISO 06
ch'io accusai di sopra e di lor falli, 098 PRADISO 06
che son cagion di tutti vostri mali. 099 PRADISO 06
col merto è parte di nostra letizia, 119 PRADISO 06
luce la luce di Romeo, di cui 128 PRADISO 06
luce la luce di Romeo, di cui 128 PRADISO 06
mi si velar di sùbita distanza. 009 PRADISO 07
di tutto me, pur per Be e per ice, 014 PRADISO 07
di gran sentenza ti faran presente. 024 PRADISO 07
fin ch'al Verbo di Dio discender piacque 030 PRADISO 07
di paradiso, però che si torse 038 PRADISO 07
da via di verità e da sua vita. 039 PRADISO 07
e così nulla fu di tanta ingiura, 043 PRADISO 07
di pensiero in pensier dentro ad un nodo, 053 PRADISO 07
a li occhi di ciascuno il cui ingegno 059 PRADISO 07
Di tutte queste dote s'avvantaggia 076 PRADISO 07
di sua nobilità convien che caggia. 078 PRADISO 07
come di paradiso, fu remota; 087 PRADISO 07
sanza passar per un di questi guadi: 090 PRADISO 07
di proceder per tutte le sue vie, 110 PRADISO 07
a la giustizia, se 'l Figliuol di Dio 119 PRADISO 07
e quelle cose che di lor si fanno 134 PRADISO 07
di complession potenzïata tira 140 PRADISO 07
di sé sì che poi sempre la disira. 144 PRADISO 07
di sacrificio e di votivo grido 005 PRADISO 08
di sacrificio e di votivo grido 005 PRADISO 08
al modo, credo, di lor viste interne. 021 PRADISO 08
Di fredda nube non disceser venti, 022 PRADISO 08
di rïudir non fui sanza disiro. 030 PRADISO 08
al tuo piacer, perché di noi ti gioi. 033 PRADISO 08
non fia men dolce un poco di quïete». 039 PRADISO 08
fatti li avea di sé contenti e certi, 042 PRADISO 08
la voce mia di grande affetto impressa. 045 PRADISO 08
molto sarà di mal, che non sarebbe. 051 PRADISO 08
quasi animal di sua seta fasciato. 054 PRADISO 08
di mio amor più oltre che le fronde. 057 PRADISO 08
di Rodano poi ch'è misto con Sorga, 059 PRADISO 08
di Bari e di Gaeta e di Catona, 062 PRADISO 08
di Bari e di Gaeta e di Catona, 062 PRADISO 08
di Bari e di Gaeta e di Catona, 062 PRADISO 08
di quella terra che 'l Danubio riga 065 PRADISO 08
nati per me di Carlo e di Ridolfo, 072 PRADISO 08
nati per me di Carlo e di Ridolfo, 072 PRADISO 08
l'avara povertà di Catalogna 077 PRADISO 08
La sua natura, che di larga parca 082 PRADISO 08
discese, avria mestier di tal milizia 083 PRADISO 08
che non curasse di mettere in arca». 084 PRADISO 08
com' esser può, di dolce seme, amaro». 093 PRADISO 08
convien di vostri effetti le radici: 123 PRADISO 08
ma perché sappi che di te mi giova, 137 PRADISO 08
fuor di sua regïon, fa mala prova. 141 PRADISO 08
e fate re di tal ch'è da sermone; 147 PRADISO 08
onde la traccia vostra è fuor di strada». 148 PRADISO 08
giusto verrà di retro ai vostri danni. 006 PRADISO 09
E già la vita di quel lume santo 007 PRADISO 09
Ed ecco un altro di quelli splendori 013 PRADISO 09
significava nel chiarir di fori. 015 PRADISO 09
Li occhi di Bëatrice, ch'eran fermi 016 PRADISO 09
sovra me, come pria, di caro assenso 017 PRADISO 09
seguette come a cui di ben far giova: 024 PRADISO 09
e le fontane di Brenta e di Piava, 027 PRADISO 09
e le fontane di Brenta e di Piava, 027 PRADISO 09
la cagion di mia sorte, e non mi noia; 035 PRADISO 09
Di questa luculenta e cara gioia 037 PRADISO 09
per mostrarsi di parte; e cotai doni 059 PRADISO 09
l'ombra di fuor, come la mente è trista. 072 PRADISO 09
voglia di sé a te puot' esser fuia. 075 PRADISO 09
sempre col canto di quei fuochi pii 077 PRADISO 09
che di sei ali facen la coculla, 078 PRADISO 09
«fuor di quel mar che la terra inghirlanda, 084 PRADISO 09
Di quella valle fu' io litorano 088 PRADISO 09
di me s'imprenta, com' io fe' di lui; 096 PRADISO 09
di me s'imprenta, com' io fe' di lui; 096 PRADISO 09
ché più non arse la figlia di Belo, 097 PRADISO 09
di me, infin che si convenne al pelo; 099 PRADISO 09
per che 'l mondo di sù quel di giù torna. 108 PRADISO 09
per che 'l mondo di sù quel di giù torna. 108 PRADISO 09
come raggio di sole in acqua mera. 114 PRADISO 09
di lei nel sommo grado si sigilla. 117 PRADISO 09
del trïunfo di Cristo fu assunta. 120 PRADISO 09
di Iosüè in su la Terra Santa, 125 PRADISO 09
La tua città, che di colui è pianta 127 PRADISO 09
e di cui è la 'nvidia tanto pianta, 129 PRADISO 09
di Roma che son state cimitero 140 PRADISO 09
sanza gustar di lui chi ciò rimira. 006 PRADISO 10
di quel maestro che dentro a sé l'ama, 011 PRADISO 10
di bene in meglio, sì subitamente 038 PRADISO 10
ma creder puossi e di veder si brami. 045 PRADISO 10
Cor di mortal non fu mai sì digesto 055 PRADISO 10
far di noi centro e di sé far corona, 065 PRADISO 10
far di noi centro e di sé far corona, 065 PRADISO 10
così cinger la figlia di Latona 067 PRADISO 10
e 'l canto di quei lumi era di quelle; 073 PRADISO 10
e 'l canto di quei lumi era di quelle; 073 PRADISO 10
Tu vuo' saper di quai piante s'infiora 091 PRADISO 10
è di Cologna, e io Thomas d'Aquino. 099 PRADISO 10
Se sì di tutti li altri esser vuo' certo, 100 PRADISO 10
di retro al mio parlar ten vien col viso 101 PRADISO 10
di Grazïan, che l'uno e l'altro foro 104 PRADISO 10
spira di tale amor, che tutto 'l mondo 110 PRADISO 10
là giù ne gola di saper novella: 111 PRADISO 10
Appresso vedi il lume di quel cero 115 PRADISO 10
di luce in luce dietro a le mie lode, 122 PRADISO 10
fa manifesto a chi di lei ben ode. 126 PRADISO 10
d'Isidoro, di Beda e di Riccardo, 131 PRADISO 10
d'Isidoro, di Beda e di Riccardo, 131 PRADISO 10
essa è la luce etterna di Sigieri, 136 PRADISO 10
ne l'ora che la sposa di Dio surge 140 PRADISO 10
la sposa di colui ch'ad alte grida 032 PRADISO 11
di cherubica luce uno splendore. 039 PRADISO 11
da Porta Sole; e di rietro le piange 047 PRADISO 11
Di questa costa, là dov' ella frange 049 PRADISO 11
come fa questo talvolta di Gange. 051 PRADISO 11
poscia di dì in dì l'amò più forte. 063 PRADISO 11
facieno esser cagion di pensier santi; 078 PRADISO 11
Né li gravò viltà di cuor le ciglia 088 PRADISO 11
per esser fi' di Pietro Bernardone, 089 PRADISO 11
di seconda corona redimita 097 PRADISO 11
piacque di trarlo suso a la mercede 110 PRADISO 11
di Pietro in alto mar per dritto segno; 120 PRADISO 11
Ma 'l suo pecuglio di nova vivanda 124 PRADISO 11
più tornano a l'ovil di latte vòte. 129 PRADISO 11
Ben son di quelle che temono 'l danno 130 PRADISO 11
prima ch'un'altra di cerchio la chiuse, 005 PRADISO 12
nascendo di quel d'entro quel di fori, 013 PRADISO 12
nascendo di quel d'entro quel di fori, 013 PRADISO 12
a guisa del parlar di quella vaga 014 PRADISO 12
così di quelle sempiterne rose 019 PRADISO 12
L'essercito di Cristo, che sì caro 037 PRADISO 12
di che si vede Europa rivestire, 048 PRADISO 12
sì la sua mente di viva vertute 059 PRADISO 12
u' si dotar di mutüa salute, 063 PRADISO 12
ch'uscir dovea di lui e de le rede; 066 PRADISO 12
del possessivo di cui era tutto. 069 PRADISO 12
Ben parve messo e famigliar di Cristo: 073 PRADISO 12
di retro ad Ostïense e a Taddeo, 083 PRADISO 12
non la fortuna di prima vacante, 092 PRADISO 12
licenza di combatter per lo seme 095 PRADISO 12
Di lui si fecer poi diversi rivi 103 PRADISO 12
l'eccellenza de l'altra, di cui Tomma 110 PRADISO 12
di sua circunferenza, è derelitta, 113 PRADISO 12
che quel dinanzi a quel di retro gitta; 117 PRADISO 12
Io son la vita di Bonaventura 127 PRADISO 12
di spirito profetico dotato. 141 PRADISO 12
di fra Tommaso e 'l discreto latino; 144 PRADISO 12
lo ciel avvivan di tanto sereno 005 PRADISO 13
imagini la bocca di quel corno 010 PRADISO 13
aver fatto di sé due segni in cielo, 013 PRADISO 13
qual fece la figliuola di Minoi 014 PRADISO 13
allora che sentì di morte il gelo; 015 PRADISO 13
poi ch'è tanto di là da nostra usanza, 022 PRADISO 13
quanto di là dal mover de la Chiana 023 PRADISO 13
felicitando sé di cura in cura. 030 PRADISO 13
del poverel di Dio narrata fumi, 033 PRADISO 13
aver di lume, tutto fosse infuso 044 PRADISO 13
non è se non splendor di quella idea 053 PRADISO 13
La cera di costoro e chi la duce 067 PRADISO 13
di tutta l'animal perfezïone; 083 PRADISO 13
li motor di qua sù, o se necesse 098 PRADISO 13
in che lo stral di mia intenzion percuote; 105 PRADISO 13
E di ciò sono al mondo aperte prove 124 PRADISO 13
la glorïosa vita di Tommaso, 006 PRADISO 14
del suo parlare e di quel di Beatrice, 008 PRADISO 14
del suo parlare e di quel di Beatrice, 008 PRADISO 14
di quelli spirti con tal melodia, 032 PRADISO 14
di paradiso, tanto il nostro amore 038 PRADISO 14
quant' ha di grazia sovra suo valore. 042 PRADISO 14
di gratüito lume il sommo bene, 047 PRADISO 14
crescer l'ardor che di quella s'accende, 050 PRADISO 14
Ed ecco intorno, di chiarezza pari, 067 PRADISO 14
E sì come al salir di prima sera 070 PRADISO 14
di fuor da l'altre due circunferenze. 075 PRADISO 14
che fan giunture di quadranti in tondo. 102 PRADISO 14
ancor mi scuserà di quel ch'io lasso, 107 PRADISO 14
Di corno in corno e tra la cima e 'l basso 109 PRADISO 14
di molte corde, fa dolce tintinno 119 PRADISO 14
escusar puommi di quel ch'io m'accuso 136 PRADISO 14
chi, per amor di cosa che non duri 011 PRADISO 15
a piè di quella croce corse un astro 020 PRADISO 15
in ch'io ti parlo, mercè di colei 053 PRADISO 15
di questa vita miran ne lo speglio 062 PRADISO 15
di dolce disïar, s'adempia meglio, 066 PRADISO 15
d'un peso per ciascun di voi si fenno, 075 PRADISO 15
Non avea case di famiglia vòte; 106 PRADISO 15
di cuoio e d'osso, e venir da lo specchio 113 PRADISO 15
d'i Troiani, di Fiesole e di Roma. 126 PRADISO 15
d'i Troiani, di Fiesole e di Roma. 126 PRADISO 15
viver di cittadini, a così fida 131 PRADISO 15
mia donna venne a me di val di Pado, 137 PRADISO 15
mia donna venne a me di val di Pado, 137 PRADISO 15
di quella legge il cui popolo usurpa, 143 PRADISO 15
O poca nostra nobiltà di sangue, 001 PRADISO 16
se glorïar di te la gente fai 002 PRADISO 16
sì che, se non s'appon di dì in die, 008 PRADISO 16
al primo fallo scritto di Ginevra. 015 PRADISO 16
la mente mia, che di sé fa letizia 020 PRADISO 16
ditemi de l'ovil di San Giovanni 025 PRADISO 16
tra esso degne di più alti scanni». 027 PRADISO 16
s'allevïò di me ond' era grave, 036 PRADISO 16
eran il quinto di quei ch'or son vivi. 048 PRADISO 16
di Campi, di Certaldo e di Fegghine, 050 PRADISO 16
di Campi, di Certaldo e di Fegghine, 050 PRADISO 16
di Campi, di Certaldo e di Fegghine, 050 PRADISO 16
del villan d'Aguglion, di quel da Signa, 056 PRADISO 16
di retro ad esse Chiusi e Sinigaglia, 075 PRADISO 16
così fa di Fiorenza la Fortuna: 084 PRADISO 16
di nova fellonia di tanto peso 095 PRADISO 16
di nova fellonia di tanto peso 095 PRADISO 16
Lo ceppo di che nacquero i Calfucci 106 PRADISO 16
Così facieno i padri di coloro 112 PRADISO 16
già venìa sù, ma di picciola gente; 118 PRADISO 16
la festa di Tommaso riconforta, 129 PRADISO 16
se di novi vicin fosser digiuni. 135 PRADISO 16
La casa di che nacque il vostro fleto, 136 PRADISO 16
di ciò ch'avëa incontro a sé udito, 002 PRADISO 17
dette mi fuor di mia vita futura 022 PRADISO 17
ben tetragono ai colpi di ventura; 024 PRADISO 17
l'Agnel di Dio che le peccata tolle, 033 PRADISO 17
tal di Fiorenza partir ti convene. 048 PRADISO 17
Tu proverai sì come sa di sale 058 PRADISO 17
Di sua bestialitate il suo processo 067 PRADISO 17
son queste rote intorno di lui torte; 081 PRADISO 17
di lui, e nol dirai»; e disse cose 092 PRADISO 17
di quel che ti fu detto; ecco le 'nsidie 095 PRADISO 17
vie più là che 'l punir di lor perfidie». 099 PRADISO 17
l'anima santa di metter la trama 101 PRADISO 17
per che di provedenza è buon ch'io m'armi, 109 PRADISO 17
e poscia per lo ciel, di lume in lume, 115 PRADISO 17
a molti fia sapor di forte agrume; 117 PRADISO 17
temo di perder viver tra coloro 119 PRADISO 17
quale a raggio di sole specchio d'oro; 123 PRADISO 17
pur l'anime che son di fama note, 138 PRADISO 17
che l'animo di quel ch'ode, non posa 139 PRADISO 17
Tanto poss' io di quel punto ridire, 013 PRADISO 18
in lui di ragionarmi ancora alquanto. 027 PRADISO 18
che venissero al ciel, fuor di gran voce, 032 PRADISO 18
bene operando, l'uom di giorno in giorno 059 PRADISO 18
di tempo in bianca donna, quando 'l volto 065 PRADISO 18
suo si discarchi di vergogna il carco, 066 PRADISO 18
E come augelli surti di rivera, 073 PRADISO 18
fanno di sé or tonda or altra schiera, 075 PRADISO 18
poi, diventando l'un di questi segni, 080 PRADISO 18
illustrami di te, sì ch'io rilevi 085 PRADISO 18
fur verbo e nome di tutto 'l dipinto; 092 PRADISO 18
resurger parver quindi più di mille 103 PRADISO 18
che si murò di segni e di martìri. 123 PRADISO 18
che si murò di segni e di martìri. 123 PRADISO 18
raggio di sole ardesse sì acceso, 005 PRADISO 19
Così un sol calor di molte brage 019 PRADISO 19
si fa sentir, come di molti amori 020 PRADISO 19
usciva solo un suon di quella image. 021 PRADISO 19
vid' io farsi quel segno, che di laude 037 PRADISO 19
di che tutte le cose son ripiene, 054 PRADISO 19
molto di là da quel che l'è parvente. 057 PRADISO 19
di che facei question cotanto crebra; 069 PRADISO 19
di Cristo né chi legga né chi scriva; 072 PRADISO 19
per giudicar di lungi mille miglia 080 PRADISO 19
per che 'l regno di Praga fia diserto. 117 PRADISO 19
quel che morrà di colpo di cotenna. 120 PRADISO 19
quel che morrà di colpo di cotenna. 120 PRADISO 19
di quel di Spagna e di quel di Boemme, 125 PRADISO 19
di quel di Spagna e di quel di Boemme, 125 PRADISO 19
di quel di Spagna e di quel di Boemme, 125 PRADISO 19
di quel di Spagna e di quel di Boemme, 125 PRADISO 19
Vedrassi al Ciotto di Ierusalemme 127 PRADISO 19
di quei che guarda l'isola del foco, 131 PRADISO 19
E quel di Portogallo e di Norvegia 139 PRADISO 19
E quel di Portogallo e di Norvegia 139 PRADISO 19
lì si conosceranno, e quel di Rascia 140 PRADISO 19
che male ha visto il conio di Vinegia. 141 PRADISO 19
di questo, Niccosïa e Famagosta 146 PRADISO 19
lo ciel, che sol di lui prima s'accende, 004 PRADISO 20
O dolce amor che di riso t'ammanti, 013 PRADISO 20
ch'avieno spirto sol di pensier santi! 015 PRADISO 20
udir mi parve un mormorar di fiume 019 PRADISO 20
che scende chiaro giù di pietra in pietra, 020 PRADISO 20
per lo suo becco in forma di parole, 029 PRADISO 20
e' di tutti lor gradi son li sommi. 036 PRADISO 20
che l'arca traslatò di villa in villa: 039 PRADISO 20
di questa dolce vita e de l'opposta. 048 PRADISO 20
di che ragiono, per l'arco superno, 050 PRADISO 20
Ora conosce assai di quel che 'l mondo 070 PRADISO 20
per ch'io di coruscar vidi gran feste. 084 PRADISO 20
e ciò di viva spene fu mercede: 108 PRADISO 20
di viva spene, che mise la possa 109 PRADISO 20
di vero amor, ch'a la morte seconda 116 PRADISO 20
fu degna di venire a questo gioco. 117 PRADISO 20
per che, di grazia in grazia, Dio li aperse 122 PRADISO 20
in che più di piacer lo canto acquista, 144 PRADISO 20
fu Semelè quando di cener fessi: 006 PRADISO 21
Ficca di retro a li occhi tuoi la mente, 016 PRADISO 21
e fa di quelli specchi a la figura 017 PRADISO 21
di color d'oro in che raggio traluce 028 PRADISO 21
nel veder di colui che tutto vede, 050 PRADISO 21
la dolce sinfonia di paradiso, 059 PRADISO 21
di sotto al quale è consecrato un ermo, 110 PRADISO 21
al servigio di Dio mi fe' sì fermo, 114 PRADISO 21
che pur con cibi di liquor d'ulivi 115 PRADISO 21
di Nostra Donna in sul lito adriano. 123 PRADISO 21
che pur di male in peggio si travasa. 126 PRADISO 21
tanto son gravi, e chi di rietro li alzi. 132 PRADISO 21
di grado in grado scendere e girarsi, 137 PRADISO 21
e fero un grido di sì alto suono, 140 PRADISO 21
Oppresso di stupore, a la mia guida 001 PRADISO 22
La spada di qua sù non taglia in fretta 016 PRADISO 22
né tardo, ma' ch'al parer di colui 017 PRADISO 22
di domandar, sì del troppo si teme; 027 PRADISO 22
di quelle margherite innanzi fessi, 029 PRADISO 22
per far di sé la mia voglia contenta. 030 PRADISO 22
lo nome di colui che 'n terra addusse 041 PRADISO 22
uomini fuoro, accesi di quel caldo 047 PRADISO 22
tanto divien quant' ell' ha di possanza. 057 PRADISO 22
sacca son piene di farina ria. 078 PRADISO 22
contra 'l piacer di Dio, quanto quel frutto 080 PRADISO 22
non di parenti né d'altro più brutto. 084 PRADISO 22
e se guardi 'l principio di ciascuno, 091 PRADISO 22
di gran virtù, dal quale io riconosco 113 PRADISO 22
quand' io senti' di prima l'aere tosco; 117 PRADISO 22
Vidi la figlia di Latona incensa 139 PRADISO 22
Quindi m'apparve il temperar di Giove 145 PRADISO 22
il varïar che fanno di lor dove; 147 PRADISO 22
del trïunfo di Cristo e tutto 'l frutto 020 PRADISO 23
ricolto del girar di queste spere!». 021 PRADISO 23
e li occhi avea di letizia sì pieni, 023 PRADISO 23
vid' i' sopra migliaia di lucerne 028 PRADISO 23
Come foco di nube si diserra 040 PRADISO 23
e fuor di sua natura in giù s'atterra, 042 PRADISO 23
fatta più grande, di sé stessa uscìo, 044 PRADISO 23
di visïone oblita e che s'ingegna 050 PRADISO 23
indarno di ridurlasi a la mente, 051 PRADISO 23
di tanto grato, che mai non si stingue 053 PRADISO 23
che sotto i raggi di Cristo s'infiora? 072 PRADISO 23
Come a raggio di sol, che puro mei 079 PRADISO 23
per fratta nube, già prato di fiori 080 PRADISO 23
vid' io così più turbe di splendori, 082 PRADISO 23
folgorate di sù da raggi ardenti, 083 PRADISO 23
sanza veder principio di folgóri. 084 PRADISO 23
formata in cerchio a guisa di corona, 095 PRADISO 23
comparata al sonar di quella lira 100 PRADISO 23
facean sonare il nome di Maria. 111 PRADISO 23
Lo real manto di tutti i volumi 112 PRADISO 23
ne l'alito di Dio e nei costumi, 114 PRADISO 23
avea sopra di noi l'interna riva 115 PRADISO 23
di seguitar la coronata fiamma 119 PRADISO 23
per l'animo che 'nfin di fuor s'infiamma; 123 PRADISO 23
ciascun di quei candori in sù si stese 124 PRADISO 23
di Babillòn, ove si lasciò l'oro. 135 PRADISO 23
di Dio e di Maria, di sua vittoria, 137 PRADISO 23
di Dio e di Maria, di sua vittoria, 137 PRADISO 23
di Dio e di Maria, di sua vittoria, 137 PRADISO 23
colui che tien le chiavi di tal gloria. 139 PRADISO 23
se per grazia di Dio questi preliba 004 PRADISO 24
di quel che cade de la vostra mensa, 005 PRADISO 24
fiammando, a volte, a guisa di comete. 012 PRADISO 24
Di quella ch'io notai di più carezza 019 PRADISO 24
Di quella ch'io notai di più carezza 019 PRADISO 24
che nullo vi lasciò di più chiarezza; 021 PRADISO 24
e tre fïate intorno di Beatrice 022 PRADISO 24
ch'ei portò giù, di questo gaudio miro, 036 PRADISO 24
tenta costui di punti lievi e gravi, 037 PRADISO 24
di lei parlare è ben ch'a lui arrivi». 045 PRADISO 24
l'acqua di fuor del mio interno fonte. 057 PRADISO 24
fede è sustanza di cose sperate 064 PRADISO 24
a li occhi di là giù son sì ascose, 072 PRADISO 24
e però di sustanza prende intenza. 075 PRADISO 24
non lì avria loco ingegno di sofista». 081 PRADISO 24
Così spirò di quello amore acceso; 082 PRADISO 24
E quel baron che sì di ramo in ramo, 115 PRADISO 24
e anche la cagion di lui chiedesti. 129 PRADISO 24
di quella spera ond' uscì la primizia 014 PRADISO 25
e la mia donna, piena di letizia, 016 PRADISO 25
sì che, veduto il ver di questa corte, 043 PRADISO 25
in te e in altrui di ciò conforte, 045 PRADISO 25
di' quel ch'ell' è, di' come se ne 'nfiora 046 PRADISO 25
di' quel ch'ell' è, di' come se ne 'nfiora 046 PRADISO 25
di iattanza; ed elli a ciò risponda, 062 PRADISO 25
e la grazia di Dio ciò li comporti». 063 PRADISO 25
di quello incendio tremolava un lampo 080 PRADISO 25
sùbito e spesso a guisa di baleno. 081 PRADISO 25
di lei; ed emmi a grato che tu diche 086 PRADISO 25
ne la sua terra fia di doppia vesta: 092 PRADISO 25
'Sperent in te' di sopr' a noi s'udì; 098 PRADISO 25
di su la croce al grande officio eletto». 114 PRADISO 25
mosser la vista sua di stare attenta 116 PRADISO 25
di vedere eclissar lo sole un poco, 119 PRADISO 25
presso di lei, e nel mondo felice! 139 PRADISO 25
Alfa e O è di quanta scrittura 017 PRADISO 26
di ragionare ancor mi mise in cura; 021 PRADISO 26
quanto più di bontate in sé comprende. 030 PRADISO 26
che ciascun ben che fuor di lei si trova 032 PRADISO 26
altro non è ch'un lume di suo raggio, 033 PRADISO 26
la mente, amando, di ciascun che cerne 035 PRADISO 26
di tutte le sustanze sempiterne. 039 PRADISO 26
che dice a Moïsè, di sé parlando: 041 PRADISO 26
di qui là giù sovra ogne altro bando». 045 PRADISO 26
de l'aguglia di Cristo, anzi m'accorsi 053 PRADISO 26
quanto da lui a lor di bene è porto». 066 PRADISO 26
a lo splendor che va di gonna in gonna, 072 PRADISO 26
che rifulgea da più di mille milia: 078 PRADISO 26
un disio di parlare ond' ïo ardeva. 090 PRADISO 26
che fa di sé pareglio a l'altre cose, 107 PRADISO 26
e nulla face lui di sé pareglio. 108 PRADISO 26
fu per sé la cagion di tanto essilio, 116 PRADISO 26
di sol desiderai questo concilio; 120 PRADISO 26
fosse la gente di Nembròt attenta: 126 PRADISO 26
oh vita intègra d'amore e di pace! 008 PRADISO 27
ne la presenza del Figliuol di Dio, 024 PRADISO 27
che cadde di qua sù, là giù si placa». 027 PRADISO 27
Di quel color che per lo sole avverso 028 PRADISO 27
di sé sicura, e per l'altrui fallanza, 032 PRADISO 27
«Non fu la sposa di Cristo allevata 040 PRADISO 27
del sangue mio, di Lin, di quel di Cleto, 041 PRADISO 27
del sangue mio, di Lin, di quel di Cleto, 041 PRADISO 27
del sangue mio, di Lin, di quel di Cleto, 041 PRADISO 27
né ch'io fossi figura di sigillo 052 PRADISO 27
In vesta di pastor lupi rapaci 055 PRADISO 27
si veggion di qua sù per tutti i paschi: 056 PRADISO 27
o difesa di Dio, perché pur giaci? 057 PRADISO 27
s'apparecchian di bere: o buon principio, 059 PRADISO 27
Sì come di vapor gelati fiocca 067 PRADISO 27
farsi e fioccar di vapor trïunfanti 071 PRADISO 27
sì ch'io vedea di là da Gade il varco 082 PRADISO 27
folle d'Ulisse, e di qua presso il lito 083 PRADISO 27
di questa aiuola; ma 'l sol procedea 086 PRADISO 27
con la mia donna sempre, di ridure 089 PRADISO 27
del bel nido di Leda mi divelse, 098 PRADISO 27
di trarre li occhi fuor de le tue onde! 123 PRADISO 27
disïa poi di vederla sepolta. 135 PRADISO 27
di quel ch'apporta mane e lascia sera. 138 PRADISO 27
come in lo specchio fiamma di doppiero 004 PRADISO 28
già di larghezza, che 'l messo di Iuno 032 PRADISO 28
già di larghezza, che 'l messo di Iuno 032 PRADISO 28
credo, però che più di lei s'invera. 039 PRADISO 28
di maggio a più e di minore a meno, 077 PRADISO 28
di maggio a più e di minore a meno, 077 PRADISO 28
Io sentiva osannar di coro in coro 094 PRADISO 28
così di grado in grado si procede. 114 PRADISO 28
ordini di letizia onde s'interna. 120 PRADISO 28
l'ordine terzo di Podestadi èe. 123 PRADISO 28
Questi ordini di sù tutti s'ammirano, 127 PRADISO 28
e di giù vincon sì, che verso Dio 128 PRADISO 28
in questo ciel, di sé medesmo rise. 135 PRADISO 28
con altro assai del ver di questi giri». 139 PRADISO 28
Quando ambedue li figli di Latona, 001 PRADISO 29
tanto, col volto di riso dipinto, 007 PRADISO 29
Non per aver a sé di bene acquisto, 013 PRADISO 29
in sua etternità di tempo fore, 016 PRADISO 29
lo discorrer di Dio sovra quest' acque. 021 PRADISO 29
di secoli de li angeli creati 038 PRADISO 29
superbir di colui che tu vedesti 056 PRADISO 29
de la faccia di Dio, non volser viso 077 PRADISO 29
ne la passion di Cristo e s'interpuose, 098 PRADISO 29
tornan del pasco pasciute di vento, 107 PRADISO 29
la perdonanza di ch'el si confida: 120 PRADISO 29
Di questo ingrassa il porco sant' Antonio, 124 PRADISO 29
pagando di moneta sanza conio. 126 PRADISO 29
Forse semilia miglia di lontano 001 PRADISO 30
di vista in vista infino a la più bella. 009 PRADISO 30
Se quanto infino a qui di lei si dice 016 PRADISO 30
non pur di là da noi, ma certo io credo 020 PRADISO 30
più che già mai da punto di suo tema 023 PRADISO 30
con atto e voce di spedito duce 037 PRADISO 30
amor di vero ben, pien di letizia; 041 PRADISO 30
amor di vero ben, pien di letizia; 041 PRADISO 30
di paradiso, e l'una in quelli aspetti 044 PRADISO 30
da l'atto l'occhio di più forti obietti, 048 PRADISO 30
e lasciommi fasciato di tal velo 050 PRADISO 30
me sormontar di sopr' a mia virtute; 057 PRADISO 30
e di novella vista mi raccesi 058 PRADISO 30
e vidi lume in forma di rivera 061 PRADISO 30
fulvido di fulgore, intra due rive 062 PRADISO 30
dipinte di mirabil primavera. 063 PRADISO 30
Di tal fiumana uscian faville vive, 064 PRADISO 30
d'aver notizia di ciò che tu vei, 071 PRADISO 30
ma di quest' acqua convien che tu bei 073 PRADISO 30
son di lor vero umbriferi prefazi. 078 PRADISO 30
e sì come di lei bevve la gronda 088 PRADISO 30
di sua lunghezza divenuta tonda. 090 PRADISO 30
O isplendor di Dio, per cu' io vidi 097 PRADISO 30
Fassi di raggio tutta sua parvenza 106 PRADISO 30
E come clivo in acqua di suo imo 109 PRADISO 30
vidi specchiarsi in più di mille soglie 113 PRADISO 30
quanto di noi là sù fatto ha ritorno. 114 PRADISO 30
di questa rosa ne l'estreme foglie! 117 PRADISO 30
il quanto e 'l quale di quella allegrezza. 120 PRADISO 30
odor di lode al sol che sempre verna, 126 PRADISO 30
In forma dunque di candida rosa 001 PRADISO 31
la gloria di colui che la 'nnamora 005 PRADISO 31
di tante foglie, e quindi risaliva 011 PRADISO 31
Le facce tutte avean di fiamma viva 013 PRADISO 31
Quando scendean nel fior, di banco in banco 016 PRADISO 31
di tanta moltitudine volante 020 PRADISO 31
a le cose mortali andò di sopra; 036 PRADISO 31
e di Fiorenza in popol giusto e sano, 039 PRADISO 31
di che stupor dovea esser compiuto! 040 PRADISO 31
d'altrui lume fregiati e di suo riso, 050 PRADISO 31
e atti ornati di tutte onestadi. 051 PRADISO 31
La forma general di paradiso 052 PRADISO 31
per domandar la mia donna di cose 056 PRADISO 31
di che la mente mia era sospesa. 057 PRADISO 31
di benigna letizia, in atto pio 062 PRADISO 31
di tante cose quant' i' ho vedute, 082 PRADISO 31
Tu m'hai di servo tratto a libertate 085 PRADISO 31
che di ciò fare avei la potestate. 087 PRADISO 31
Qual è colui che forse di Croazia 103 PRADISO 31
carità di colui che 'n questo mondo, 110 PRADISO 31
contemplando, gustò di quella pace. 111 PRADISO 31
«Figliuol di grazia, quest' esser giocondo», 112 PRADISO 31
così, quasi di valle andando a monte 121 PRADISO 31
vincer di lume tutta l'altra fronte. 123 PRADISO 31
vid' io più di mille angeli festanti, 131 PRADISO 31
ciascun distinto di fulgore e d'arte. 132 PRADISO 31
lo minimo tentar di sua delizia. 138 PRADISO 31
che ' miei di rimirar fé più ardenti. 142 PRADISO 31
libero officio di dottore assunse, 002 PRADISO 32
siede Rachel di sotto da costei 008 PRADISO 32
puoi tu veder così di soglia in soglia 013 PRADISO 32
vo per la rosa giù di foglia in foglia. 015 PRADISO 32
di tutte le sue foglie, sono assisi 023 PRADISO 32
di vòti i semicirculi, si stanno 026 PRADISO 32
di sotto lui cotanta cerna fanno, 030 PRADISO 32
così di contra quel del gran Giovanni, 031 PRADISO 32
e altri fin qua giù di giro in giro. 036 PRADISO 32
Dentro a l'ampiezza di questo reame 052 PRADISO 32
che nulla volontà è di più ausa, 063 PRADISO 32
creando, a suo piacer di grazia dota 065 PRADISO 32
di cotal grazia l'altissimo lume 071 PRADISO 32
Dunque, sanza mercé di lor costume, 073 PRADISO 32
sanza battesmo perfetto di Cristo 083 PRADISO 32
di tanta ammirazion non mi sospese, 092 PRADISO 32
né mi mostrò di Dio tanto sembiante; 093 PRADISO 32
innamorato sì che par di foco?». 105 PRADISO 32
di colui ch'abbelliva di Maria, 107 PRADISO 32
di colui ch'abbelliva di Maria, 107 PRADISO 32
giuso a Maria, quando 'l Figliuol di Dio 113 PRADISO 32
di questo imperio giustissimo e pio. 117 PRADISO 32
di Santa Chiesa a cui Cristo le chiavi 125 PRADISO 32
raccomandò di questo fior venusto. 126 PRADISO 32
quel duca sotto cui visse di manna 131 PRADISO 32
Di contr' a Pietro vedi sedere Anna, 133 PRADISO 32
tanto contenta di mirar sua figlia, 134 PRADISO 32
e contro al maggior padre di famiglia 136 PRADISO 32
non disdegnò di farsi sua fattura. 006 PRADISO 33
di caritate, e giuso, intra ' mortali, 011 PRADISO 33
se' di speranza fontana vivace. 012 PRADISO 33
quantunque in creatura è di bontate. 021 PRADISO 33
supplica a te, per grazia, di virtute 025 PRADISO 33
di sua mortalità co' prieghi tuoi, 032 PRADISO 33
E io ch'al fine di tutt' i disii 046 PRADISO 33
si perdea la sentenza di Sibilla. 066 PRADISO 33
ripresta un poco di quel che parevi, 069 PRADISO 33
più si conceperà di tua vittoria. 075 PRADISO 33
La forma universal di questo nodo 091 PRADISO 33
credo ch'i' vidi, perché più di largo, 092 PRADISO 33
e sempre di mirar faceasi accesa. 099 PRADISO 33
tutto s'accoglie in lei, e fuor di quella 104 PRADISO 33
di tre colori e d'una contenenza; 117 PRADISO 33

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