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 è.................778
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura 004 INFERNO 01
Tant' è amara che poco è più morte; 007 INFERNO 01
Tant' è amara che poco è più morte; 007 INFERNO 01
E qual è quei che volontieri acquista, 055 INFERNO 01
ch'è principio e cagion di tutta gioia?». 078 INFERNO 01
quivi è la sua città e l'alto seggio: 128 INFERNO 01
guarda la mia virtù s'ell' è possente, 011 INFERNO 02
ch'è principio a la via di salvazione. 030 INFERNO 02
E qual è quei che disvuol ciò che volle 037 INFERNO 02
«l'anima tua è da viltade offesa; 045 INFERNO 02
ne la diserta piaggia è impedito 062 INFERNO 02
sì nel cammin, che vòlt' è per paura; 063 INFERNO 02
che l'ubidir, se già fosse, m'è tardi; 080 INFERNO 02
più non t'è uo' ch'aprirmi il tuo talento. 081 INFERNO 02
Donna è gentil nel ciel che si compiange 094 INFERNO 02
Dunque: che è? perché, perché restai, 121 INFERNO 02
Or va, ch'un sol volere è d'ambedue: 139 INFERNO 02
per ch'io: «Maestro, il senso lor m'è duro». 012 INFERNO 03
dissi: «Maestro, che è quel ch'i' odo? 032 INFERNO 03
e che gent' è che par nel duol sì vinta?». 033 INFERNO 03
E io: «Maestro, che è tanto greve 043 INFERNO 03
e la lor cieca vita è tanto bassa, 047 INFERNO 03
come persona ch'è per forza desta; 003 INFERNO 04
Vero è che 'n su la proda mi trovai 007 INFERNO 04
ch'è porta de la fede che tu credi; 036 INFERNO 04
quelli è Omero poeta sovrano; 088 INFERNO 04
l'altro è Orazio satiro che vene; 089 INFERNO 04
Ovidio è 'l terzo, e l'ultimo Lucano. 090 INFERNO 04
parlando cose che 'l tacere è bello, 104 INFERNO 04
E vegno in parte ove non è che luca. 151 INFERNO 04
vede qual loco d'inferno è da essa; 010 INFERNO 05
se da contrari venti è combattuto. 030 INFERNO 05
Ell' è Semiramìs, di cui si legge 058 INFERNO 05
L'altra è colei che s'ancise amorosa, 061 INFERNO 05
poi è Cleopatràs lussurïosa. 063 INFERNO 05
cotali uscir de la schiera ov' è Dido, 085 INFERNO 05
regola e qualità mai non l'è nova. 009 INFERNO 06
sovra la gente che quivi è sommersa. 015 INFERNO 06
Qual è quel cane ch'abbaiando agogna, 028 INFERNO 06
che, s'altra è maggio, nulla è sì spiacente». 048 INFERNO 06
che, s'altra è maggio, nulla è sì spiacente». 048 INFERNO 06
Ed elli a me: «La tua città, ch'è piena 049 INFERNO 06
s'alcun v'è giusto; e dimmi la cagione 062 INFERNO 06
che vuol, quanto la cosa è più perfetta, 107 INFERNO 06
Non è sanza cagion l'andare al cupo: 010 INFERNO 07
che gente è questa, e se tutti fuor cherci 038 INFERNO 07
ché tutto l'oro ch'è sotto la luna 064 INFERNO 07
che è, che i ben del mondo ha sì tra branche?». 069 INFERNO 07
quanta ignoranza è quella che v'offende! 071 INFERNO 07
che è occulto come in erba l'angue. 084 INFERNO 07
Quest' è colei ch'è tanto posta in croce 091 INFERNO 07
Quest' è colei ch'è tanto posta in croce 091 INFERNO 07
ma ella s'è beata e ciò non ode: 094 INFERNO 07
questo tristo ruscel, quand' è disceso 107 INFERNO 07
che sotto l'acqua è gente che sospira, 118 INFERNO 07
Qual è colui che grande inganno ascolta 022 INFERNO 08
bontà non è che sua memoria fregi: 047 INFERNO 08
così s'è l'ombra sua qui furïosa. 048 INFERNO 08
«Usciteci», gridò: «qui è l'intrata». 081 INFERNO 08
dicean: «Chi è costui che sanza morte 084 INFERNO 08
e se 'l passar più oltre ci è negato, 101 INFERNO 08
non ci può tòrre alcun: da tal n'è dato. 105 INFERNO 08
Questa lor tracotanza non è nova; 124 INFERNO 08
Ver è ch'altra fïata qua giù fui, 022 INFERNO 09
Quell' è 'l più basso loco e 'l più oscuro, 028 INFERNO 09
Quest' è Megera dal sinistro canto; 046 INFERNO 09
quella che piange dal destro è Aletto; 047 INFERNO 09
Tesifón è nel mezzo»; e tacque a tanto. 048 INFERNO 09
per indi ove quel fummo è più acerbo». 075 INFERNO 09
che quella di colui che li è davante; 103 INFERNO 09
Simile qui con simile è sepolto, 130 INFERNO 09
Vedi là Farinata che s'è dritto: 032 INFERNO 10
mio figlio ov' è? e perché non è teco?». 060 INFERNO 10
mio figlio ov' è? e perché non è teco?». 060 INFERNO 10
dimmi: perché quel popolo è sì empio 083 INFERNO 10
Quando s'appressano o son, tutto è vano 103 INFERNO 10
che 'l suo nato è co' vivi ancor congiunto; 111 INFERNO 10
qua dentro è 'l secondo Federico 119 INFERNO 10
ingiuria è 'l fine, ed ogne fin cotale 023 INFERNO 11
Ma perché frode è de l'uom proprio male, 025 INFERNO 11
Di vïolenti il primo cerchio è tutto; 028 INFERNO 11
in tre gironi è distinto e costrutto. 030 INFERNO 11
La frode, ond' ogne coscïenza è morsa, 052 INFERNO 11
che fa natura, e quel ch'è poi aggiunto, 062 INFERNO 11
onde nel cerchio minore, ov' è 'l punto 064 INFERNO 11
qualunque trade in etterno è consunto». 066 INFERNO 11
sì che vostr' arte a Dio quasi è nepote. 105 INFERNO 11
Qual è quella ruina che nel fianco 004 INFERNO 12
al piano è sì la roccia discoscesa, 008 INFERNO 12
Qual è quel toro che si slaccia in quella 022 INFERNO 12
mentre ch'e' 'nfuria, è buon che tu ti cale». 027 INFERNO 12
forse a questa ruina, ch'è guardata 032 INFERNO 12
sentisse amor, per lo qual è chi creda 042 INFERNO 12
Poi mi tentò, e disse: «Quelli è Nesso, 067 INFERNO 12
è il gran Chirón, il qual nodrì Achille; 071 INFERNO 12
quell' altro è Folo, che fu sì pien d'ira. 072 INFERNO 12
rispuose: «Ben è vivo, e sì soletto 085 INFERNO 12
non è ladron, né io anima fuia. 090 INFERNO 12
ché non è spirto che per l'aere vada». 096 INFERNO 12
quivi è Alessandro, e Dïonisio fero 107 INFERNO 12
è Azzolino; e quell' altro ch'è biondo, 110 INFERNO 12
è Azzolino; e quell' altro ch'è biondo, 110 INFERNO 12
è Opizzo da Esti, il qual per vero 111 INFERNO 12
dal corpo ond' ella stessa s'è disvelta, 095 INFERNO 13
Cade in la selva, e non l'è parte scelta; 097 INFERNO 13
ché non è giusto aver ciò ch'om si toglie. 105 INFERNO 13
che t'è giovato di me fare schermo? 134 INFERNO 13
La dolorosa selva l'è ghirlanda 010 INFERNO 14
chi è quel grande che non par che curi 046 INFERNO 14
lo cui sogliare a nessuno è negato, 087 INFERNO 14
notabile com' è 'l presente rio, 089 INFERNO 14
Una montagna v'è che già fu lieta 097 INFERNO 14
or è diserta come cosa vieta. 099 INFERNO 14
La sua testa è di fin oro formata, 106 INFERNO 14
poi è di rame infino a la forcata; 108 INFERNO 14
da indi in giuso è tutto ferro eletto, 109 INFERNO 14
salvo che 'l destro piede è terra cotta; 110 INFERNO 14
Ciascuna parte, fuor che l'oro, è rotta 112 INFERNO 14
Ed elli a me: «Tu sai che 'l loco è tondo; 124 INFERNO 14
quando la colpa pentuta è rimossa». 138 INFERNO 14
Poi disse: «Omai è tempo da scostarsi 139 INFERNO 14
e chi è questi che mostra 'l cammino?». 048 INFERNO 15
ed è ragion, ché tra li lazzi sorbi 065 INFERNO 15
gent' è avara, invidiosa e superba: 068 INFERNO 15
ché 'n la mente m'è fitta, e or m'accora, 082 INFERNO 15
Non è nuova a li orecchi miei tal arra: 094 INFERNO 15
Ed elli a me: «Saper d'alcuno è buono; 103 INFERNO 15
è Tegghiaio Aldobrandi, la cui voce 041 INFERNO 16
o se del tutto se n'è gita fora; 069 INFERNO 16
e a Forlì di quel nome è vacante, 099 INFERNO 16
o scoglio o altro che nel mare è chiuso, 135 INFERNO 16
su l'orlo ch'è di pietra e 'l sabbion serra. 024 INFERNO 17
Qual è colui che sì presso ha 'l riprezzo 085 INFERNO 17
Come 'l falcon ch'è stato assai su l'ali, 127 INFERNO 17
Luogo è in inferno detto Malebolge, 001 INFERNO 18
Quel cinghio che rimane adunque è tondo 007 INFERNO 18
anzi n'è questo loco tanto pieno, 059 INFERNO 18
Quelli è Iasón, che per cuore e per senno 086 INFERNO 18
Lo fondo è cupo sì, che non ci basta 109 INFERNO 18
e or s'accoscia e ora è in piedi stante. 132 INFERNO 18
Taïde è, la puttana che rispuose 133 INFERNO 18
O somma sapïenza, quanta è l'arte 010 INFERNO 19
l'un de li quali, ancor non è molt' anni, 019 INFERNO 19
«Chi è colui, maestro, che si cruccia 031 INFERNO 19
E io: «Tanto m'è bel, quanto a te piace: 037 INFERNO 19
lo perfido assessin, che, poi ch'è fitto, 050 INFERNO 19
per non intender ciò ch'è lor risposto, 059 INFERNO 19
Ma più è 'l tempo già che i piè mi cossi 079 INFERNO 19
e che altro è da voi a l'idolatre, 113 INFERNO 19
che dal quarto al quinto argine è tragetto. 129 INFERNO 19
de la prima canzon, ch'è d'i sommersi. 003 INFERNO 20
Qui vive la pietà quand' è ben morta; 028 INFERNO 20
chi è più scellerato che colui 029 INFERNO 20
Aronta è quel ch'al ventre li s'atterga, 046 INFERNO 20
Loco è nel mezzo là dove 'l trentino 067 INFERNO 20
Quell' altro che ne' fianchi è così poco, 115 INFERNO 20
a quella terra, che n'è ben fornita: 040 INFERNO 21
ogn' uom v'è barattier, fuor che Bonturo; 041 INFERNO 21
Lascian' andar, ché nel cielo è voluto 083 INFERNO 21
presso è un altro scoglio che via face. 111 INFERNO 21
«Omè, maestro, che è quel ch'i' veggio?», 127 INFERNO 21
che tu sappi chi è lo sciagurato 044 INFERNO 22
poco è, da un che fu di là vicino. 067 INFERNO 22
quand' io suffolerò, com' è nostro uso 104 INFERNO 22
S'elli è che sì la destra costa giaccia, 031 INFERNO 23
come la madre ch'al romore è desta 038 INFERNO 23
e che pena è in voi che sì sfavilla?». 099 INFERNO 23
Attraversato è, nudo, ne la via, 118 INFERNO 23
come tu vedi, ed è mestier ch'el senta 119 INFERNO 23
salvo che 'n questo è rotto e nol coperchia; 136 INFERNO 23
ch'elli è bugiardo, e padre di menzogna». 144 INFERNO 23
ma tenta pria s'è tal ch'ella ti reggia». 030 INFERNO 24
E qual è quel che cade, e non sa como, 112 INFERNO 24
Oh potenza di Dio, quant' è severa, 119 INFERNO 24
poco tempo è, in questa gola fiera. 123 INFERNO 24
ch'è di torbidi nuvoli involuto; 146 INFERNO 24
venir chiamando: «Ov' è, ov' è l'acerbo?». 018 INFERNO 25
venir chiamando: «Ov' è, ov' è l'acerbo?». 018 INFERNO 25
Lo mio maestro disse: «Questi è Caco, 025 INFERNO 25
che non è nero ancora e 'l bianco more. 066 INFERNO 25
e quella parte onde prima è preso 085 INFERNO 25
catun si fascia di quel ch'elli è inceso». 048 INFERNO 26
chi è 'n quel foco che vien sì diviso 052 INFERNO 26
Ed elli a me: «La tua preghiera è degna 070 INFERNO 26
d'i nostri sensi ch'è del rimanente 115 INFERNO 26
dicendo: «Parla tu; questi è latino». 033 INFERNO 27
Romagna tua non è, e non fu mai, 037 INFERNO 27
Ravenna sta come stata è molt' anni: 040 INFERNO 27
disse: "Questi è d'i rei del foco furo"; 127 INFERNO 27
vedi come storpiato è Mäometto! 031 INFERNO 28
Un diavolo è qua dietro che n'accisma 037 INFERNO 28
ch'è giudicata in su le tue accuse?». 045 INFERNO 28
e quest' è ver così com' io ti parlo». 051 INFERNO 28
che, se l'antiveder qui non è vano, 078 INFERNO 28
chi è colui da la veduta amara». 093 INFERNO 28
gridando: «Questi è desso, e non favella. 096 INFERNO 28
vedi s'alcuna è grande come questa. 132 INFERNO 28
dal suo principio ch'è in questo troncone. 141 INFERNO 28
E già la luna è sotto i nostri piedi; 010 INFERNO 29
lo tempo è poco omai che n'è concesso, 011 INFERNO 29
lo tempo è poco omai che n'è concesso, 011 INFERNO 29
e altro è da veder che tu non vedi». 012 INFERNO 29
che non li è vendicata ancor», diss' io, 032 INFERNO 29
dinne s'alcun Latino è tra costoro 088 INFERNO 29
Vero è ch'i' dissi lui, parlando a gioco: 112 INFERNO 29
mi disse: «Quel folletto è Gianni Schicchi, 032 INFERNO 30
a dir chi è, pria che di qui si spicchi». 036 INFERNO 30
Ed elli a me: «Quell' è l'anima antica 037 INFERNO 30
Ivi è Romena, là dov' io falsai 073 INFERNO 30
Dentro c'è l'una già, se l'arrabbiate 079 INFERNO 30
L'una è la falsa ch'accusò Gioseppo; 097 INFERNO 30
l'altr' è 'l falso Sinon greco di Troia: 098 INFERNO 30
Qual è colui che suo dannaggio sogna, 136 INFERNO 30
sì che quel ch'è, come non fosse, agogna, 138 INFERNO 30
disse 'l maestro, «che 'l tuo non è stato; 143 INFERNO 30
ché voler ciò udire è bassa voglia». 148 INFERNO 30
ond' io: «Maestro, dì, che terra è questa?». 021 INFERNO 31
questi è Nembrotto per lo cui mal coto 077 INFERNO 31
ché così è a lui ciascun linguaggio 080 INFERNO 31
come 'l suo ad altrui, ch'a nullo è noto». 081 INFERNO 31
presso di qui che parla ed è disciolto, 101 INFERNO 31
Quel che tu vuo' veder, più là è molto 103 INFERNO 31
ed è legato e fatto come questo, 104 INFERNO 31
ché non è impresa da pigliare a gabbo 007 INFERNO 32
che stai nel loco onde parlare è duro, 014 INFERNO 32
e questi è l'arcivescovo Ruggieri: 014 INFERNO 33
e poscia morto, dir non è mestieri; 018 INFERNO 33
non è qua giù ogne vapore spento?». 105 INFERNO 33
tanto che data v'è l'ultima posta, 111 INFERNO 33
come fec' ïo, il corpo suo l'è tolto 130 INFERNO 33
elli è ser Branca Doria, e son più anni 137 INFERNO 33
S'el fu sì bel com' elli è ora brutto, 034 INFERNO 34
disse 'l maestro, «è Giuda Scarïotto, 062 INFERNO 34
quel che pende dal nero ceffo è Bruto: 065 INFERNO 34
e l'altro è Cassio, che par sì membruto. 067 INFERNO 34
è da partir, ché tutto avem veduto». 069 INFERNO 34
qual è quel punto ch'io avea passato. 093 INFERNO 34
la via è lunga e 'l cammino è malvagio, 095 INFERNO 34
la via è lunga e 'l cammino è malvagio, 095 INFERNO 34
ov' è la ghiaccia? e questi com' è fitto 103 INFERNO 34
ov' è la ghiaccia? e questi com' è fitto 103 INFERNO 34
ch'è contraposto a quel che la gran secca 113 INFERNO 34
Qui è da man, quando di là è sera; 118 INFERNO 34
Qui è da man, quando di là è sera; 118 INFERNO 34
fitto è ancora sì come prim' era. 120 INFERNO 34
Luogo è là giù da Belzebù remoto 127 INFERNO 34
che non per vista, ma per suono è noto 129 INFERNO 34
o è mutato in ciel novo consiglio, 047 PGTORIO 01
Ma da ch'è tuo voler che più si spieghi 055 PGTORIO 01
di nostra condizion com' ell' è vera, 056 PGTORIO 01
libertà va cercando, ch'è sì cara, 071 PGTORIO 01
come tu di', non c'è mestier lusinghe: 092 PGTORIO 01
ministro, ch'è di quei di paradiso. 099 PGTORIO 01
con quanto di quel salmo è poscia scripto. 048 PGTORIO 02
diss' io; «ma a te com' è tanta ora tolta?». 093 PGTORIO 02
Ed elli a me: «Nessun m'è fatto oltraggio, 094 PGTORIO 02
venendo qui, è affannata tanto!». 111 PGTORIO 02
gridando: «Che è ciò, spiriti lenti? 120 PGTORIO 02
qual negligenza, quale stare è questo? 121 PGTORIO 02
come t'è picciol fallo amaro morso! 009 PGTORIO 03
Vespero è già colà dov' è sepolto 025 PGTORIO 03
Vespero è già colà dov' è sepolto 025 PGTORIO 03
Napoli l'ha, e da Brandizio è tolto. 027 PGTORIO 03
Matto è chi spera che nostra ragione 034 PGTORIO 03
ch'etternalmente è dato lor per lutto: 042 PGTORIO 03
la più rotta ruina è una scala, 050 PGTORIO 03
che questo è corpo uman che voi vedete; 095 PGTORIO 03
per che 'l lume del sole in terra è fesso. 096 PGTORIO 03
Vero è che quale in contumacia more 136 PGTORIO 03
per ognun tempo ch'elli è stato, trenta, 139 PGTORIO 03
e questo è contra quello error che crede 005 PGTORIO 04
ch'altra potenza è quella che l'ascolta, 010 PGTORIO 04
e altra è quella c'ha l'anima intera: 011 PGTORIO 04
questa è quasi legata e quella è sciolta. 012 PGTORIO 04
questa è quasi legata e quella è sciolta. 012 PGTORIO 04
gridaro a noi: «Qui è vostro dimando». 018 PGTORIO 04
Ed elli a me: «Questa montagna è tale, 088 PGTORIO 04
che sempre al cominciar di sotto è grave; 089 PGTORIO 04
l'altra che val, che 'n ciel non è udita?». 135 PGTORIO 04
e dicea: «Vienne omai; vedi ch'è tocco 137 PGTORIO 04
che 'l corpo di costui è vera carne. 033 PGTORIO 05
com' io avviso, assai è lor risposto: 035 PGTORIO 05
«Questa gente che preme a noi è molta, 043 PGTORIO 05
mentr' è di qua, la donna di Brabante, 023 PGTORIO 06
o non m'è 'l detto tuo ben manifesto?». 033 PGTORIO 06
Ed elli a me: «La mia scrittura è piana; 034 PGTORIO 06
ma 'l fatto è d'altra forma che non stanzi. 054 PGTORIO 06
Iustinïano, se la sella è vòta? 089 PGTORIO 06
guarda come esta fiera è fatta fella 094 PGTORIO 06
costei ch'è fatta indomita e selvaggia, 098 PGTORIO 06
e vedrai Santafior com' è oscura! 111 PGTORIO 06
E se licito m'è, o sommo Giove 118 PGTORIO 06
O è preparazion che ne l'abisso 121 PGTORIO 06
Qual è colui che cosa innanzi sé 010 PGTORIO 07
che crede e non, dicendo «Ella è . . . non è . . . », 012 PGTORIO 07
che crede e non, dicendo «Ella è . . . non è . . . », 012 PGTORIO 07
Luogo è là giù non tristo di martìri, 028 PGTORIO 07
Rispuose: «Loco certo non c'è posto; 040 PGTORIO 07
licito m'è andar suso e intorno; 041 PGTORIO 07
però è buon pensar di bel soggiorno. 045 PGTORIO 07
«Com' è ciò?», fu risposto. «Chi volesse 049 PGTORIO 07
come dal suo maggiore è vinto il meno. 078 PGTORIO 07
Tant' è del seme suo minor la pianta, 127 PGTORIO 07
guardando in suso, è Guiglielmo marchese, 134 PGTORIO 07
ché 'l velo è ora ben tanto sottile, 020 PGTORIO 08
certo che 'l trapassar dentro è leggero. 021 PGTORIO 08
poi dimandò: «Quant' è che tu venisti 056 PGTORIO 08
lo suo primo perché, che non lì è guado, 069 PGTORIO 08
quant' è mestiere infino al sommo smalto», 114 PGTORIO 08
a le sue visïon quasi è divina, 018 PGTORIO 09
sovra li fiori ond' è là giù addorno 054 PGTORIO 09
poi che la verità li è discoperta, 066 PGTORIO 09
cominciò elli a dire, «ov' è la scorta? 086 PGTORIO 09
ne disse: "Andate là: quivi è la porta"». 090 PGTORIO 09
Più cara è l'una; ma l'altra vuol troppa 124 PGTORIO 09
perch' ella è quella che 'l nodo digroppa. 126 PGTORIO 09
di mio figliuol ch'è morto, ond' io m'accoro»; 084 PGTORIO 10
Vero è che più e meno eran contratti 136 PGTORIO 10
da ogne creatura, com' è degno 005 PGTORIO 11
si va più corto; e se c'è più d'un varco, 041 PGTORIO 11
al montar sù, contra sua voglia, è parco». 045 PGTORIO 11
ch'alluminar chiamata è in Parisi?». 081 PGTORIO 11
l'onore è tutto or suo, e mio in parte. 084 PGTORIO 11
se non è giunta da l'etati grosse! 093 PGTORIO 11
sì che la fama di colui è scura. 096 PGTORIO 11
la gloria de la lingua; e forse è nato 098 PGTORIO 11
Non è il mondan romore altro ch'un fiato 100 PGTORIO 11
pria che passin mill' anni? ch'è più corto 106 PGTORIO 11
al cerchio che più tardi in cielo è torto. 108 PGTORIO 11
fu a quel tempo sì com' ora è putta. 114 PGTORIO 11
La vostra nominanza è color d'erba, 115 PGTORIO 11
ma chi è quei di cui tu parlavi ora?». 120 PGTORIO 11
«Quelli è», rispuose, «Provenzan Salvani; 121 PGTORIO 11
ed è qui perché fu presuntüoso 122 PGTORIO 11
Ito è così e va, sanza riposo, 124 PGTORIO 11
a sodisfar chi è di là troppo oso». 126 PGTORIO 11
ché qui è buono con l'ali e coi remi, 005 PGTORIO 12
non è più tempo di gir sì sospeso. 078 PGTORIO 12
levata s'è da me, che nulla quasi 119 PGTORIO 12
saranno, com' è l'un, del tutto rasi, 123 PGTORIO 12
Ombra non lì è né segno che si paia: 007 PGTORIO 13
e ciascun è lungo la grotta assiso». 045 PGTORIO 13
s'anima è qui tra voi che sia latina; 092 PGTORIO 13
«O frate mio, ciascuna è cittadina 094 PGTORIO 13
ma picciol tempo, ché poca è l'offesa 134 PGTORIO 13
Troppa è più la paura ond' è sospesa 136 PGTORIO 13
Troppa è più la paura ond' è sospesa 136 PGTORIO 13
E io: «Costui ch'è meco e non fa motto. 141 PGTORIO 13
«Oh, questa è a udir sì cosa nuova», 145 PGTORIO 13
rispuose, «che gran segno è che Dio t'ami; 146 PGTORIO 13
«Chi è costui che 'l nostro monte cerchia 001 PGTORIO 14
«Non so chi sia, ma so ch'e' non è solo; 004 PGTORIO 14
ben è che 'l nome di tal valle pèra; 030 PGTORIO 14
ché dal principio suo, ov' è sì pregno 031 PGTORIO 14
l'alpestro monte ond' è tronco Peloro, 032 PGTORIO 14
là 'v' è mestier di consorte divieto? 087 PGTORIO 14
Questi è Rinier; questi è 'l pregio e l'onore 088 PGTORIO 14
Questi è Rinier; questi è 'l pregio e l'onore 088 PGTORIO 14
fatto s'è reda poi del suo valore. 090 PGTORIO 14
E non pur lo suo sangue è fatto brullo, 091 PGTORIO 14
ché dentro a questi termini è ripieno 094 PGTORIO 14
Ov' è 'l buon Lizio e Arrigo Mainardi? 097 PGTORIO 14
(e l'una gente e l'altra è diretata), 108 PGTORIO 14
poi che gita se n'è la tua famiglia 113 PGTORIO 14
è 'l nome tuo, da che più non s'aspetta 122 PGTORIO 14
«Che è quel, dolce padre, a che non posso 025 PGTORIO 15
«messo è che viene ad invitar ch'om saglia. 030 PGTORIO 15
di sé che se da pochi è posseduto?». 063 PGTORIO 15
che là sù è, così corre ad amore 068 PGTORIO 15
più v'è da bene amare, e più vi s'ama, 074 PGTORIO 15
se quei che ci ama è per noi condannato?», 105 PGTORIO 15
Prima era scempio, e ora è fatto doppio 055 PGTORIO 16
Lo mondo è ben così tutto diserto 058 PGTORIO 16
lo mondo è cieco, e tu vien ben da lui. 066 PGTORIO 16
lume v'è dato a bene e a malizia, 075 PGTORIO 16
in voi è la cagione, in voi si cheggia; 083 PGTORIO 16
pur a quel ben fedire ond' ella è ghiotta, 101 PGTORIO 16
è la cagion che 'l mondo ha fatto reo, 104 PGTORIO 16
L'un l'altro ha spento; ed è giunta la spada 109 PGTORIO 16
Ma qual Gherardo è quel che tu per saggio 133 PGTORIO 16
di' ch'è rimaso de la gente spenta, 134 PGTORIO 16
(l'angelo è ivi) prima ch'io li paia». 144 PGTORIO 16
maggior assai che quel ch'è in nostro uso. 045 PGTORIO 17
«Questo è divino spirito, che ne la 055 PGTORIO 17
Lo naturale è sempre sanza errore, 094 PGTORIO 17
Mentre ch'elli è nel primo ben diretto, 097 PGTORIO 17
da quello odiare ogne effetto è deciso. 111 PGTORIO 17
che 'l mal che s'ama è del prossimo; ed esso 113 PGTORIO 17
È chi, per esser suo vicin soppresso, 115 PGTORIO 17
è chi podere, grazia, onore e fama 118 PGTORIO 17
ed è chi per ingiuria par ch'aonti, 121 PGTORIO 17
Altro ben è che non fa l'uom felice; 133 PGTORIO 17
non è felicità, non è la buona 134 PGTORIO 17
non è felicità, non è la buona 134 PGTORIO 17
L'animo, ch'è creato ad amar presto, 019 PGTORIO 18
ad ogne cosa è mobile che piace, 020 PGTORIO 18
tosto che dal piacere in atto è desto. 021 PGTORIO 18
quel piegare è amor, quell' è natura 026 PGTORIO 18
quel piegare è amor, quell' è natura 026 PGTORIO 18
per la sua forma ch'è nata a salire 029 PGTORIO 18
ch'è moto spiritale, e mai non posa 032 PGTORIO 18
Or ti puote apparer quant' è nascosa 034 PGTORIO 18
è buono, ancor che buona sia la cera». 039 PGTORIO 18
ché, s'amore è di fuori a noi offerto 043 PGTORIO 18
se dritta o torta va, non è suo merto». 045 PGTORIO 18
pur a Beatrice, ch'è opra di fede. 048 PGTORIO 18
è da matera ed è con lei unita, 050 PGTORIO 18
è da matera ed è con lei unita, 050 PGTORIO 18
la qual sanza operar non è sentita, 052 PGTORIO 18
innata v'è la virtù che consiglia, 062 PGTORIO 18
Quest' è 'l principio là onde si piglia 064 PGTORIO 18
di ritenerlo è in voi la podestate. 072 PGTORIO 18
però ne dite ond' è presso il pertugio». 111 PGTORIO 18
«O Virgilio, Virgilio, chi è questa?», 028 PGTORIO 19
e questa sola di là m'è rimasa». 145 PGTORIO 19
per cui novellamente è Francia retta. 051 PGTORIO 20
tanto è risposto a tutte nostre prece 100 PGTORIO 20
dilci, che 'l sai: di che sapore è l'oro?". 117 PGTORIO 20
l'anima sua, ch'è tua e mia serocchia, 028 PGTORIO 21
Quei cominciò: «Cosa non è che sanza 040 PGTORIO 21
Libero è qui da ogne alterazione: 043 PGTORIO 21
tanto del ber quant' è grande la sete, 074 PGTORIO 21
è quel Virgilio dal qual tu togliesti 125 PGTORIO 21
«Ogne tuo dir d'amor m'è caro cenno. 027 PGTORIO 22
per lo contrario suo m'è incontrato». 054 PGTORIO 22
Se così è, qual sole o quai candele 061 PGTORIO 22
dimmi dov' è Terrenzio nostro antico, 097 PGTORIO 22
Euripide v'è nosco e Antifonte, 106 PGTORIO 22
per ch'elli è glorïoso e tanto grande 153 PGTORIO 22
quanto per lo Vangelio v'è aperto». 154 PGTORIO 22
vienne oramai, ché 'l tempo che n'è imposto 005 PGTORIO 23
«O dolce padre, che è quel ch'i' odo?», 013 PGTORIO 23
poi gridò forte: «Qual grazia m'è questa?». 042 PGTORIO 23
ché mal può dir chi è pien d'altra voglia». 060 PGTORIO 23
Tanto è a Dio più cara e più diletta 091 PGTORIO 23
quanto in bene operare è più soletta; 093 PGTORIO 23
ne le femmine sue più è pudica 095 PGTORIO 23
Tempo futuro m'è già nel cospetto, 098 PGTORIO 23
Virgilio è questi che così mi dice», 130 PGTORIO 23
e addita'lo; «e quest' altro è quell' ombra 131 PGTORIO 23
Ma dimmi, se tu sai, dov' è Piccarda; 010 PGTORIO 24
di nominar ciascun, da ch'è sì munta 017 PGTORIO 24
Questi», e mostrò col dito, «è Bonagiunta, 019 PGTORIO 24
«Femmina è nata, e non porta ancor benda», 043 PGTORIO 24
E come l'uom che di trottare è lasso, 070 PGTORIO 24
Tu ti rimani omai; ché 'l tempo è caro 091 PGTORIO 24
legno è più sù che fu morso da Eva, 116 PGTORIO 24
esurïendo sempre quanto è giusto!». 154 PGTORIO 24
Ancor digesto, scende ov' è più bello 043 PGTORIO 25
che questa è in via e quella è già a riva, 054 PGTORIO 25
che questa è in via e quella è già a riva, 054 PGTORIO 25
ad organar le posse ond' è semente. 057 PGTORIO 25
la virtù ch'è dal cor del generante, 059 PGTORIO 25
non vedi tu ancor: quest' è tal punto, 062 PGTORIO 25
l'articular del cerebro è perfetto, 069 PGTORIO 25
E come l'aere, quand' è ben pïorno, 091 PGTORIO 25
e in quella forma ch'è in lui suggella 095 PGTORIO 25
è chiamata ombra; e quindi organa poi 101 PGTORIO 25
e quest' è la cagion di che tu miri». 108 PGTORIO 25
Né solo a me la tua risposta è uopo; 019 PGTORIO 26
Dinne com' è che fai di te parete 022 PGTORIO 26
donna è di sopra che m'acquista grazia, 059 PGTORIO 26
ch'è pien d'amore e più ampio si spazia, 063 PGTORIO 26
chi siete voi, e chi è quella turba 065 PGTORIO 26
tempo non è di dire, e non saprei. 090 PGTORIO 26
dimmi che è cagion per che dimostri 110 PGTORIO 26
nel quale è Cristo abate del collegio, 129 PGTORIO 26
dove poter peccar non è più nostro». 132 PGTORIO 26
qual è colui che ne la fossa è messo. 015 PGTORIO 27
qual è colui che ne la fossa è messo. 015 PGTORIO 27
tra Bëatrice e te è questo muro». 036 PGTORIO 27
come al fanciul si fa ch'è vinto al pome. 045 PGTORIO 27
poggiato s'è e lor di posa serve; 081 PGTORIO 27
Ell' è d'i suoi belli occhi veder vaga 106 PGTORIO 27
libero, dritto e sano è tuo arbitrio, 140 PGTORIO 27
e libero n'è d'indi ove si serra. 102 PGTORIO 28
se non li è rotto il cerchio d'alcun canto, 105 PGTORIO 28
in questa altezza ch'è tutta disciolta 106 PGTORIO 28
e fa sonar la selva perch' è folta; 108 PGTORIO 28
e l'altra terra, secondo ch'è degna 112 PGTORIO 28
dove tu se', d'ogne semenza è piena, 119 PGTORIO 28
se quinci e quindi pria non è gustato: 132 PGTORIO 28
a tutti altri sapori esto è di sopra. 133 PGTORIO 28
nettare è questo di che ciascun dice». 144 PGTORIO 28
nel mio pensier dicea: 'Che cosa è questa?'. 021 PGTORIO 29
Giovanni è meco e da lui si diparte. 105 PGTORIO 29
quando ha paura o quando elli è afflitto, 045 PGTORIO 30
di sangue m'è rimaso che non tremi: 047 PGTORIO 30
non sapei tu che qui è l'uom felice?». 075 PGTORIO 30
onde la mia risposta è con più cura 106 PGTORIO 30
«dì, dì se questo è vero: a tanta accusa 005 PGTORIO 31
di là dal qual non è a che s'aspiri, 024 PGTORIO 31
ch'è sola una persona in due nature. 081 PGTORIO 31
lume ch'è dentro aguzzeranno i tuoi 110 PGTORIO 31
più quanto più è sù, fora da l'Indi 041 PGTORIO 32
E tutto in dubbio dissi: «Ov' è Beatrice?». 085 PGTORIO 32
di quella Roma onde Cristo è romano. 102 PGTORIO 32
voi conoscete, e ciò ch'ad essa è buono». 030 PGTORIO 33
fu e non è; ma chi n'ha colpa, creda 035 PGTORIO 33
del viver ch'è un correre a la morte. 054 PGTORIO 33
ch'è or due volte dirubata quivi. 057 PGTORIO 33
segnato è or da voi lo mio cervello. 081 PGTORIO 33
che acqua è questa che qui si dispiega 116 PGTORIO 33
tosto che è per segno fuor dischiusa; 132 PGTORIO 33
m'è uopo intrar ne l'aringo rimaso. 018 PRADISO 01
Molto è licito là, che qui non lece 055 PRADISO 01
hanno ordine tra loro, e questo è forma 104 PRADISO 01
de l'etterno valore, il qual è fine 107 PRADISO 01
al quale è fatta la toccata norma. 108 PRADISO 01
questi ne' cor mortali è permotore; 116 PRADISO 01
Vero è che, come forma non s'accorda 127 PRADISO 01
perch' a risponder la materia è sorda, 129 PRADISO 01
Questo non è: però è da vedere 082 PRADISO 02
Questo non è: però è da vedere 082 PRADISO 02
S'elli è che questo raro non trapassi, 085 PRADISO 02
essa è formal principio che produce, 147 PRADISO 02
però n'è data, perché fuor negletti 056 PRADISO 03
sì che raffigurar m'è più latino. 063 PRADISO 03
s'essere in carità è qui necesse, 077 PRADISO 03
Anzi è formale ad esto beato esse 079 PRADISO 03
E 'n la sua volontade è nostra pace: 085 PRADISO 03
ell' è quel mare al qual tutto si move 086 PRADISO 03
in cielo è paradiso, etsi la grazia 089 PRADISO 03
Quest' è la luce de la gran Costanza 118 PRADISO 03
non è simile a ciò che qui si vede, 050 PRADISO 04
e forse sua sentenza è d'altra guisa 055 PRADISO 04
ne li occhi d'i mortali, è argomento 068 PRADISO 04
Se vïolenza è quando quel che pate 073 PRADISO 04
ma così salda voglia è troppo rada. 087 PRADISO 04
l'hai come dei, è l'argomento casso 089 PRADISO 04
però ch'è sempre al primo vero appresso; 096 PRADISO 04
non è l'affezion mia tanto profonda, 121 PRADISO 04
a piè del vero il dubbio; ed è natura 131 PRADISO 04
d'un'altra verità che m'è oscura. 135 PRADISO 04
non è se non di quella alcun vestigio, 011 PRADISO 05
l'alto valor del voto, s'è sì fatto 026 PRADISO 05
di questo sacrificio: l'una è quella 044 PRADISO 05
di che si fa; l'altr' è la convenenza. 045 PRADISO 05
L'altra, che per materia t'è aperta, 052 PRADISO 05
come 'l quattro nel sei non è raccolta. 060 PRADISO 05
a quella parte ove 'l mondo è più vivo. 087 PRADISO 05
Come 'n peschiera ch'è tranquilla e pura 100 PRADISO 05
e ogne valle onde Rodano è pieno. 060 PRADISO 06
sì ch'è forte a veder chi più si falli. 102 PRADISO 06
col merto è parte di nostra letizia, 119 PRADISO 06
ma perché Dio volesse, m'è occulto, 056 PRADISO 07
ne la fiamma d'amor non è adulto. 060 PRADISO 07
libero è tutto, perché non soggiace 071 PRADISO 07
Più l'è conforme, e però più le piace; 073 PRADISO 07
ne la più somigliante è più vivace. 075 PRADISO 07
Solo il peccato è quel che la disfranca 079 PRADISO 07
e questa è la cagion per che l'uom fue 101 PRADISO 07
Ma perché l'ovra tanto è più gradita 106 PRADISO 07
de la bontà del core ond' ell' è uscita, 108 PRADISO 07
per che, se ciò ch'è detto è stato vero, 128 PRADISO 07
per che, se ciò ch'è detto è stato vero, 128 PRADISO 07
quand' una è ferma e altra va e riede, 018 PRADISO 08
di Rodano poi ch'è misto con Sorga, 059 PRADISO 08
grata m'è più; e anco quest' ho caro 089 PRADISO 08
sono in la mente ch'è da sé perfetta, 101 PRADISO 08
che la natura, in quel ch'è uopo, stanchi». 114 PRADISO 08
La circular natura, ch'è suggello 127 PRADISO 08
Or quel che t'era dietro t'è davanti: 136 PRADISO 08
e fate re di tal ch'è da sermone; 147 PRADISO 08
onde la traccia vostra è fuor di strada». 148 PRADISO 08
come quel ben ch'a ogne cosa è tanto. 009 PRADISO 09
del nostro cielo che più m'è propinqua, 038 PRADISO 09
l'ombra di fuor, come la mente è trista. 072 PRADISO 09
Tu vuo' saper chi è in questa lumera 112 PRADISO 09
La tua città, che di colui è pianta 127 PRADISO 09
e di cui è la 'nvidia tanto pianta, 129 PRADISO 09
È Bëatrice quella che sì scorge 037 PRADISO 10
a tanta altezza, non è maraviglia; 047 PRADISO 10
vedem talvolta, quando l'aere è pregno, 068 PRADISO 10
Questi che m'è a destra più vicino, 097 PRADISO 10
è di Cologna, e io Thomas d'Aquino. 099 PRADISO 10
La quinta luce, ch'è tra noi più bella, 109 PRADISO 10
entro v'è l'alta mente u' sì profondo 112 PRADISO 10
saver fu messo, che, se 'l vero è vero, 113 PRADISO 10
è 'l lume d'uno spirto che 'n pensieri 134 PRADISO 10
essa è la luce etterna di Sigieri, 136 PRADISO 10
e qui è uopo che ben si distingua. 027 PRADISO 11
creato è vinto pria che vada al fondo, 030 PRADISO 11
è fatto ghiotto, sì ch'esser non puote 125 PRADISO 11
se la tua audïenza è stata attenta, 134 PRADISO 11
se ciò ch'è detto a la mente revoche, 135 PRADISO 11
Degno è che, dov' è l'un, l'altro s'induca: 034 PRADISO 12
Degno è che, dov' è l'un, l'altro s'induca: 034 PRADISO 12
e, come è detto, a sua sposa soccorse 043 PRADISO 12
che tosto imbianca, se 'l vignaio è reo. 087 PRADISO 12
di sua circunferenza, è derelitta, 113 PRADISO 12
sì ch'è la muffa dov' era la gromma. 114 PRADISO 12
coi piedi a le sue orme, è tanto volta, 116 PRADISO 12
Ugo da San Vittore è qui con elli, 133 PRADISO 12
Rabano è qui, e lucemi dallato 139 PRADISO 12
poi ch'è tanto di là da nostra usanza, 022 PRADISO 13
e disse: «Quando l'una paglia è trita, 034 PRADISO 13
quando la sua semenza è già riposta, 035 PRADISO 13
lo ben che ne la quinta luce è chiuso. 048 PRADISO 13
non è se non splendor di quella idea 053 PRADISO 13
regal prudenza è quel vedere impari 104 PRADISO 13
ché quelli è tra li stolti bene a basso, 115 PRADISO 13
secondo ch'è percosso fuori o dentro: 003 PRADISO 14
etternalmente sì com' ell' è ora; 015 PRADISO 14
l'ardor la visïone, e quella è tanta, 041 PRADISO 14
ch'è una in tutti, a Dio feci olocausto, 089 PRADISO 14
a tal da cui la nota non è intesa, 120 PRADISO 14
ché 'l piacer santo non è qui dischiuso, 138 PRADISO 14
Bene è che sanza termine si doglia 010 PRADISO 15
da quel ch'è primo, così come raia 056 PRADISO 15
a che la mia risposta è già decreta!». 069 PRADISO 15
col caldo e con la luce è sì iguali, 077 PRADISO 15
per la cagion ch'a voi è manifesta, 080 PRADISO 15
dal vostro Uccellatoio, che, com' è vinto 110 PRADISO 15
al parto in che mia madre, ch'è or santa, 035 PRADISO 16
più è tacer che ragionare onesto. 045 PRADISO 16
Ma la cittadinanza, ch'è or mista 049 PRADISO 16
tal fatto è fiorentino e cambia e merca, 061 PRADISO 16
onde è la fama nel tempo nascosa. 087 PRADISO 16
Sovra la porta ch'al presente è carca 094 PRADISO 16
erano i Ravignani, ond' è disceso 097 PRADISO 16
tutta è dipinta nel cospetto etterno; 039 PRADISO 17
più caramente; e questo è quello strale 056 PRADISO 17
lo pane altrui, e come è duro calle 059 PRADISO 17
fia primo quel che tra li altri è più tardo. 075 PRADISO 17
tal, ch'è più grave a chi più s'abbandona; 108 PRADISO 17
per che di provedenza è buon ch'io m'armi, 109 PRADISO 17
sì che, se loco m'è tolto più caro, 110 PRADISO 17
e lascia pur grattar dov' è la rogna. 129 PRADISO 17
ché non pur ne' miei occhi è paradiso». 021 PRADISO 18
l'affetto ne la vista, s'elli è tanto, 023 PRADISO 18
E qual è 'l trasmutare in picciol varco 064 PRADISO 18
quella virtù ch'è forma per li nidi. 111 PRADISO 18
ad ascoltar; sapete qual è quello 032 PRADISO 19
dubbio che m'è digiun cotanto vecchio». 033 PRADISO 19
è corto recettacolo a quel bene 050 PRADISO 19
molto di là da quel che l'è parvente. 057 PRADISO 19
Lume non è, se non vien dal sereno 064 PRADISO 19
che non si turba mai; anzi è tenèbra 065 PRADISO 19
Assai t'è mo aperta la latebra 067 PRADISO 19
de l'Indo, e quivi non è chi ragioni 071 PRADISO 19
ov' è questa giustizia che 'l condanna? 077 PRADISO 19
ov' è la colpa sua, se ei non crede?". 078 PRADISO 19
La prima volontà, ch'è da sé buona, 086 PRADISO 19
da sé, ch'è sommo ben, mai non si mosse. 087 PRADISO 19
Cotanto è giusto quanto a lei consuona: 088 PRADISO 19
e come quel ch'è pasto la rimira; 093 PRADISO 19
tal è il giudicio etterno a voi mortali». 099 PRADISO 19
e a dare ad intender quanto è poco, 133 PRADISO 19
per lo remunerar ch'è altrettanto. 042 PRADISO 20
dal suo bene operar non li è nocivo, 059 PRADISO 20
ciascuna cosa qual ell' è diventa. 078 PRADISO 20
è la radice tua da quelli aspetti 131 PRADISO 20
ma questo è quel ch'a cerner mi par forte, 076 PRADISO 21
la somma essenza de la quale è munta. 087 PRADISO 21
per ch'a la vista mia, quant' ella è chiara, 089 PRADISO 21
che da ogne creata vista è scisso. 096 PRADISO 21
di sotto al quale è consecrato un ermo, 110 PRADISO 21
fertilemente; e ora è fatto vano, 119 PRADISO 21
e non sai tu che 'l cielo è tutto santo, 008 PRADISO 22
Quel monte a cui Cassino è ne la costa 037 PRADISO 22
Qui è Maccario, qui è Romoaldo, 049 PRADISO 22
Qui è Maccario, qui è Romoaldo, 049 PRADISO 22
Ivi è perfetta, matura e intera 064 PRADISO 22
è ogne parte là ove sempr' era, 066 PRADISO 22
perché non è in loco e non s'impola; 067 PRADISO 22
rimasa è per danno de le carte. 075 PRADISO 22
è de la gente che per Dio dimanda; 083 PRADISO 22
La carne d'i mortali è tanto blanda, 085 PRADISO 22
poscia riguardi là dov' è trascorso, 092 PRADISO 22
quelli ch'è padre d'ogne mortal vita, 116 PRADISO 22
fecimi qual è quei che disïando 014 PRADISO 23
è virtù da cui nulla si ripara. 036 PRADISO 23
Quivi è la sapïenza e la possanza 037 PRADISO 23
non è pareggio da picciola barca 067 PRADISO 23
Quivi è la rosa in che 'l verbo divino 073 PRADISO 23
Oh quanta è l'ubertà che si soffolce 130 PRADISO 23
sì, che la vostra voglia è sempre piena, 003 PRADISO 24
non che 'l parlare, è troppo color vivo. 027 PRADISO 24
non t'è occulto, perché 'l viso hai quivi 041 PRADISO 24
di lei parlare è ben ch'a lui arrivi». 045 PRADISO 24
fede che è?». Ond' io levai la fronte 053 PRADISO 24
fede è sustanza di cose sperate 064 PRADISO 24
che l'esser loro v'è in sola credenza, 073 PRADISO 24
indi soggiunse: «Assai bene è trascorsa 083 PRADISO 24
de lo Spirito Santo, ch'è diffusa 092 PRADISO 24
è silogismo che la m'ha conchiusa 094 PRADISO 24
è tal, che li altri non sono il centesmo: 108 PRADISO 24
che fu già vite e ora è fatta pruno». 111 PRADISO 24
Quest' è 'l principio, quest' è la favilla 145 PRADISO 24
Quest' è 'l principio, quest' è la favilla 145 PRADISO 24
di' quel ch'ell' è, di' come se ne 'nfiora 046 PRADISO 25
non ha con più speranza, com' è scritto 053 PRADISO 25
però li è conceduto che d'Egitto 055 PRADISO 25
quanto questa virtù t'è in piacere, 060 PRADISO 25
pronto e libente in quel ch'elli è esperto, 065 PRADISO 25
«Spene», diss' io, «è uno attender certo 067 PRADISO 25
e la sua terra è questa dolce vita; 093 PRADISO 25
«Questi è colui che giacque sopra 'l petto 112 PRADISO 25
Qual è colui ch'adocchia e s'argomenta 118 PRADISO 25
In terra è terra il mio corpo, e saragli 124 PRADISO 25
ben è che ragionando la compense. 006 PRADISO 26
Alfa e O è di quanta scrittura 017 PRADISO 26
Dunque a l'essenza ov' è tanto avvantaggio, 031 PRADISO 26
altro non è ch'un lume di suo raggio, 033 PRADISO 26
quanto da lui a lor di bene è porto». 066 PRADISO 26
sì nescïa è la sùbita vigilia 074 PRADISO 26
a cui ciascuna sposa è figlia e nuro, 093 PRADISO 26
che tu qualunque cosa t'è più certa; 105 PRADISO 26
Tu vuogli udir quant' è che Dio mi puose 109 PRADISO 26
Opera naturale è ch'uom favella; 130 PRADISO 26
ché l'uso d'i mortali è come fronda 137 PRADISO 26
Non è suo moto per altro distinto, 115 PRADISO 27
pensa che 'n terra non è chi governi; 140 PRADISO 27
per la centesma ch'è là giù negletta, 143 PRADISO 27
quando 'l vapor che 'l porta più è spesso, 024 PRADISO 28
Mira quel cerchio che più li è congiunto; 043 PRADISO 28
e sappi che 'l suo muovere è sì tosto 044 PRADISO 28
per l'affocato amore ond' elli è punto». 045 PRADISO 28
sazio m'avrebbe ciò che m'è proposto; 048 PRADISO 28
sufficïenti, non è maraviglia: 059 PRADISO 28
tanto, per non tentare, è fatto sodo!». 060 PRADISO 28
Borea da quella guancia ond' è più leno, 081 PRADISO 28
e del vedere è misura mercede, 112 PRADISO 28
l'ultimo è tutto d'Angelici ludi. 126 PRADISO 28
quant' è dal punto che 'l cenìt inlibra 004 PRADISO 29
a l'esser tutto non è intervallo, 027 PRADISO 29
ma questo vero è scritto in molti lati 040 PRADISO 29
che ricever la grazia è meritorio 065 PRADISO 29
secondo che l'affetto l'è aperto. 066 PRADISO 29
è tal, che 'ntende e si ricorda e vole, 072 PRADISO 29
ma ne l'uno è più colpa e più vergogna. 084 PRADISO 29
con men disdegno che quando è posposta 089 PRADISO 29
la divina Scrittura o quando è torta. 090 PRADISO 29
non m'è il seguire al mio cantar preciso; 030 PRADISO 30
del maggior corpo al ciel ch'è pura luce: 039 PRADISO 30
tale, che nulla luce è tanto mera, 059 PRADISO 30
ma è difetto da la parte tua, 080 PRADISO 30
Non è fantin che sì sùbito rua 082 PRADISO 30
Lume è là sù che visibile face 100 PRADISO 30
quando è nel verde e ne' fioretti opimo, 111 PRADISO 30
sì grande lume, quanta è la larghezza 116 PRADISO 30
qual è colui che tace e dicer vole, 127 PRADISO 30
quanto è 'l convento de le bianche stole! 129 PRADISO 30
per la corona che già v'è sù posta, 134 PRADISO 30
là dove Simon mago è per suo merto, 147 PRADISO 30
ché la luce divina è penetrante 022 PRADISO 31
per l'universo secondo ch'è degno, 023 PRADISO 31
rotante col suo figlio ond' ella è vaga, 033 PRADISO 31
E «Ov' è ella?», sùbito diss' io. 064 PRADISO 31
Qual è colui che forse di Croazia 103 PRADISO 31
cui questo regno è suddito e devoto». 117 PRADISO 31
quella ch'è tanto bella da' suoi piedi 005 PRADISO 32
è colei che l'aperse e che la punse. 006 PRADISO 32
Da questa parte onde 'l fiore è maturo 022 PRADISO 32
ché per etterna legge è stabilito 055 PRADISO 32
a vera vita non è sine causa 059 PRADISO 32
che nulla volontà è di più ausa, 063 PRADISO 32
qual è quell' angel che con tanto gioco 103 PRADISO 32
tutta è in lui; e sì volem che sia, 111 PRADISO 32
perch' elli è quelli che portò la palma 112 PRADISO 32
è il padre per lo cui ardito gusto 122 PRADISO 32
quant' è possibil per lo suo fulgore. 144 PRADISO 32
così è germinato questo fiore. 009 PRADISO 33
quantunque in creatura è di bontate. 021 PRADISO 33
de l'alta luce che da sé è vera. 054 PRADISO 33
Qual è colüi che sognando vede, 058 PRADISO 33
che ciò ch'i' dico è un semplice lume. 090 PRADISO 33
Un punto solo m'è maggior letargo 094 PRADISO 33
è impossibil che mai si consenta; 102 PRADISO 33
però che 'l ben, ch'è del volere obietto, 103 PRADISO 33
è defettivo ciò ch'è lì perfetto. 105 PRADISO 33
è defettivo ciò ch'è lì perfetto. 105 PRADISO 33
che tal è sempre qual s'era davante; 111 PRADISO 33
Oh quanto è corto il dire e come fioco 121 PRADISO 33
è tanto, che non basta a dicer 'poco'. 123 PRADISO 33
Qual è 'l geomètra che tutto s'affige 133 PRADISO 33
sì come rota ch'igualmente è mossa, 144 PRADISO 33

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