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esta selva selvaggia e aspra e forte 005 INFERNO 01
esta selva selvaggia e aspra e forte 005 INFERNO 01
guardai in alto e vidi le sue spalle 016 INFERNO 01
E come quei che con lena affannata, 022 INFERNO 01
si volge a l'acqua perigliosa e guata, 024 INFERNO 01
una lonza leggera e presta molto, 032 INFERNO 01
e non mi si partia dinanzi al volto, 034 INFERNO 01
e 'l sol montava 'n sù con quelle stelle 038 INFERNO 01
l'ora del tempo e la dolce stagione; 043 INFERNO 01
con la test' alta e con rabbiosa fame, 047 INFERNO 01
e molte genti fé già viver grame, 051 INFERNO 01
E qual è quei che volontieri acquista, 055 INFERNO 01
e giugne 'l tempo che perder lo face, 056 INFERNO 01
che 'n tutti suoi pensier piange e s'attrista; 057 INFERNO 01
e li parenti miei furon lombardi, 068 INFERNO 01
e vissi a Roma sotto 'l buono Augusto 071 INFERNO 01
nel tempo de li dèi falsi e bugiardi. 072 INFERNO 01
Poeta fui, e cantai di quel giusto 073 INFERNO 01
ch'è principio e cagion di tutta gioia?». 078 INFERNO 01
«Or se' tu quel Virgilio e quella fonte 079 INFERNO 01
«O de li altri poeti onore e lume, 082 INFERNO 01
vagliami 'l lungo studio e 'l grande amore 083 INFERNO 01
Tu se' lo mio maestro e 'l mio autore, 085 INFERNO 01
ch'ella mi fa tremar le vene e i polsi». 090 INFERNO 01
e ha natura sì malvagia e ria, 097 INFERNO 01
e ha natura sì malvagia e ria, 097 INFERNO 01
e dopo 'l pasto ha più fame che pria. 099 INFERNO 01
e più saranno ancora, infin che 'l veltro 101 INFERNO 01
ma sapïenza, amore e virtute, 104 INFERNO 01
e sua nazion sarà tra feltro e feltro. 105 INFERNO 01
e sua nazion sarà tra feltro e feltro. 105 INFERNO 01
Eurialo e Turno e Niso di ferute. 108 INFERNO 01
Eurialo e Turno e Niso di ferute. 108 INFERNO 01
Ond' io per lo tuo me' penso e discerno 112 INFERNO 01
che tu mi segui, e io sarò tua guida, 113 INFERNO 01
e trarrotti di qui per loco etterno; 114 INFERNO 01
e vederai color che son contenti 118 INFERNO 01
In tutte parti impera e quivi regge; 127 INFERNO 01
quivi è la sua città e l'alto seggio: 128 INFERNO 01
E io a lui: «Poeta, io ti richeggio 130 INFERNO 01
acciò ch'io fugga questo male e peggio, 132 INFERNO 01
e color cui tu fai cotanto mesti». 135 INFERNO 01
Allor si mosse, e io li tenni dietro. 136 INFERNO 01
Lo giorno se n'andava, e l'aere bruno 001 INFERNO 02
da le fatiche loro; e io sol uno 003 INFERNO 02
sì del cammino e sì de la pietate, 005 INFERNO 02
secolo andò, e fu sensibilmente. 015 INFERNO 02
ch'uscir dovea di lui, e 'l chi e 'l quale 018 INFERNO 02
ch'uscir dovea di lui, e 'l chi e 'l quale 018 INFERNO 02
ch'e' fu de l'alma Roma e di suo impero 020 INFERNO 02
ch'e' fu de l'alma Roma e di suo impero 020 INFERNO 02
la quale e 'l quale, a voler dir lo vero, 022 INFERNO 02
di sua vittoria e del papale ammanto. 027 INFERNO 02
E qual è quei che disvuol ciò che volle 037 INFERNO 02
e per novi pensier cangia proposta, 038 INFERNO 02
dirotti perch' io venni e quel ch'io 'ntesi 050 INFERNO 02
e donna mi chiamò beata e bella, 053 INFERNO 02
e donna mi chiamò beata e bella, 053 INFERNO 02
e cominciommi a dir soave e piana, 056 INFERNO 02
e cominciommi a dir soave e piana, 056 INFERNO 02
e durerà quanto 'l mondo lontana, 060 INFERNO 02
l'amico mio, e non de la ventura, 061 INFERNO 02
e temo che non sia già sì smarrito, 064 INFERNO 02
Or movi, e con la tua parola ornata 067 INFERNO 02
e con ciò c'ha mestieri al suo campare, 068 INFERNO 02
Tacette allora, e poi comincia' io: 075 INFERNO 02
e disse:--Or ha bisogno il tuo fedele 098 INFERNO 02
di te, e io a te lo raccomando--. 099 INFERNO 02
si mosse, e venne al loco dov' i' era, 101 INFERNO 02
ch'onora te e quei ch'udito l'hanno". 114 INFERNO 02
E venni a te così com' ella volse: 118 INFERNO 02
perché ardire e franchezza non hai, 123 INFERNO 02
e 'l mio parlar tanto ben ti promette?». 126 INFERNO 02
chinati e chiusi, poi che 'l sol li 'mbianca, 128 INFERNO 02
e tanto buono ardire al cor mi corse, 131 INFERNO 02
e te cortese ch'ubidisti tosto 134 INFERNO 02
tu duca, tu segnore e tu maestro». 140 INFERNO 02
Così li dissi; e poi che mosso fue, 141 INFERNO 02
intrai per lo cammino alto e silvestro. 142 INFERNO 02
LA SOMMA SAPÏENZA E 'L PRIMO AMORE. 006 INFERNO 03
SE NON ETTERNE, E IO ETTERNO DURO. 008 INFERNO 03
E poi che la sua mano a la mia puose 019 INFERNO 03
Quivi sospiri, pianti e alti guai 022 INFERNO 03
voci alte e fioche, e suon di man con elle 027 INFERNO 03
voci alte e fioche, e suon di man con elle 027 INFERNO 03
E io ch'avea d'error la testa cinta, 031 INFERNO 03
e che gent' è che par nel duol sì vinta?». 033 INFERNO 03
che visser sanza 'nfamia e sanza lodo. 036 INFERNO 03
E io: «Maestro, che è tanto greve 043 INFERNO 03
e la lor cieca vita è tanto bassa, 047 INFERNO 03
misericordia e giustizia li sdegna: 050 INFERNO 03
non ragioniam di lor, ma guarda e passa». 051 INFERNO 03
E io, che riguardai, vidi una 'nsegna 052 INFERNO 03
e dietro le venìa sì lunga tratta 055 INFERNO 03
vidi e conobbi l'ombra di colui 059 INFERNO 03
Incontanente intesi e certo fui 061 INFERNO 03
a Dio spiacenti e a' nemici sui. 063 INFERNO 03
erano ignudi e stimolati molto 065 INFERNO 03
da mosconi e da vespe ch'eran ivi. 066 INFERNO 03
E poi ch'a riguardar oltre mi diedi, 070 INFERNO 03
ch'i' sappia quali sono, e qual costume 073 INFERNO 03
Allor con li occhi vergognosi e bassi, 079 INFERNO 03
ne le tenebre etterne, in caldo e 'n gelo. 087 INFERNO 03
E tu che se' costì, anima viva, 088 INFERNO 03
E 'l duca lui: «Caron, non ti crucciare: 094 INFERNO 03
ciò che si vuole, e più non dimandare». 096 INFERNO 03
Ma quell' anime, ch'eran lasse e nude, 100 INFERNO 03
cangiar colore e dibattero i denti, 101 INFERNO 03
Bestemmiavano Dio e lor parenti, 103 INFERNO 03
l'umana spezie e 'l loco e 'l tempo e 'l seme 104 INFERNO 03
l'umana spezie e 'l loco e 'l tempo e 'l seme 104 INFERNO 03
l'umana spezie e 'l loco e 'l tempo e 'l seme 104 INFERNO 03
di lor semenza e di lor nascimenti. 105 INFERNO 03
e avanti che sien di là discese, 119 INFERNO 03
e pronti sono a trapassar lo rio, 124 INFERNO 03
e però, se Caron di te si lagna, 128 INFERNO 03
e caddi come l'uom cui sonno piglia. 136 INFERNO 03
e l'occhio riposato intorno mossi, 004 INFERNO 04
dritto levato, e fiso riguardai 005 INFERNO 04
Oscura e profonda era e nebulosa 010 INFERNO 04
Oscura e profonda era e nebulosa 010 INFERNO 04
«Io sarò primo, e tu sarai secondo». 015 INFERNO 04
E io, che del color mi fui accorto, 016 INFERNO 04
Così si mise e così mi fé intrare 023 INFERNO 04
ch'avean le turbe, ch'eran molte e grandi, 029 INFERNO 04
d'infanti e di femmine e di viri. 030 INFERNO 04
d'infanti e di femmine e di viri. 030 INFERNO 04
ch'ei non peccaro; e s'elli hanno mercedi, 034 INFERNO 04
e s'e' furon dinanzi al cristianesmo, 037 INFERNO 04
e s'e' furon dinanzi al cristianesmo, 037 INFERNO 04
e di questi cotai son io medesmo. 039 INFERNO 04
semo perduti, e sol di tanto offesi 041 INFERNO 04
E quei che 'ntese il mio parlar coverto, 051 INFERNO 04
d'Abèl suo figlio e quella di Noè, 056 INFERNO 04
di Moïsè legista e ubidente; 057 INFERNO 04
Abraàm patrïarca e Davìd re, 058 INFERNO 04
Israèl con lo padre e co' suoi nati 059 INFERNO 04
e con Rachele, per cui tanto fé, 060 INFERNO 04
e altri molti, e feceli beati. 061 INFERNO 04
e altri molti, e feceli beati. 061 INFERNO 04
E vo' che sappi che, dinanzi ad essi, 062 INFERNO 04
«O tu ch'onori scïenzïa e arte, 073 INFERNO 04
E quelli a me: «L'onrata nominanza 076 INFERNO 04
Poi che la voce fu restata e queta, 082 INFERNO 04
Ovidio è 'l terzo, e l'ultimo Lucano. 090 INFERNO 04
fannomi onore, e di ciò fanno bene». 093 INFERNO 04
e 'l mio maestro sorrise di tanto; 099 INFERNO 04
e più d'onore ancora assai mi fenno, 100 INFERNO 04
ch'e' sì mi fecer de la loro schiera, 101 INFERNO 04
Genti v'eran con occhi tardi e gravi, 112 INFERNO 04
in loco aperto, luminoso e alto, 116 INFERNO 04
Vidi Cammilla e la Pantasilea; 124 INFERNO 04
Lucrezia, Iulia, Marzïa e Corniglia; 128 INFERNO 04
e solo, in parte, vidi 'l Saladino. 129 INFERNO 04
quivi vid' ïo Socrate e Platone, 134 INFERNO 04
Dïogenès, Anassagora e Tale, 137 INFERNO 04
Empedoclès, Eraclito e Zenone; 138 INFERNO 04
e vidi il buono accoglitor del quale, 139 INFERNO 04
Dïascoride dico; e vidi Orfeo, 140 INFERNO 04
Tulïo e Lino e Seneca morale; 141 INFERNO 04
Tulïo e Lino e Seneca morale; 141 INFERNO 04
Euclide geomètra e Tolomeo, 142 INFERNO 04
Ipocràte, Avicenna e Galïeno, 143 INFERNO 04
E vegno in parte ove non è che luca. 151 INFERNO 04
e tanto più dolor, che punge a guaio. 003 INFERNO 05
Stavvi Minòs orribilmente, e ringhia: 004 INFERNO 05
giudica e manda secondo ch'avvinghia. 006 INFERNO 05
e quel conoscitor de le peccata 009 INFERNO 05
dicono e odono e poi son giù volte. 015 INFERNO 05
dicono e odono e poi son giù volte. 015 INFERNO 05
«guarda com' entri e di cui tu ti fide; 019 INFERNO 05
E 'l duca mio a lui: «Perché pur gride? 021 INFERNO 05
ciò che si vuole, e più non dimandare». 024 INFERNO 05
voltando e percotendo li molesta. 033 INFERNO 05
E come li stornei ne portan l'ali 040 INFERNO 05
nel freddo tempo, a schiera larga e piena, 041 INFERNO 05
E come i gru van cantando lor lai, 046 INFERNO 05
che succedette a Nino e fu sua sposa: 059 INFERNO 05
e ruppe fede al cener di Sicheo; 062 INFERNO 05
tempo si volse, e vedi 'l grande Achille, 065 INFERNO 05
Vedi Parìs, Tristano»; e più di mille 067 INFERNO 05
ombre mostrommi e nominommi a dito, 068 INFERNO 05
nomar le donne antiche e ' cavalieri, 071 INFERNO 05
pietà mi giunse, e fui quasi smarrito. 072 INFERNO 05
e paion sì al vento esser leggeri». 075 INFERNO 05
più presso a noi; e tu allor li priega 077 INFERNO 05
con l'ali alzate e ferme al dolce nido 083 INFERNO 05
«O animal grazïoso e benigno 088 INFERNO 05
Di quel che udire e che parlar vi piace, 094 INFERNO 05
noi udiremo e parleremo a voi, 095 INFERNO 05
che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende. 102 INFERNO 05
china' il viso, e tanto il tenni basso, 110 INFERNO 05
Poi mi rivolsi a loro e parla' io, 115 INFERNO 05
e cominciai: «Francesca, i tuoi martìri 116 INFERNO 05
a lagrimar mi fanno tristo e pio. 117 INFERNO 05
a che e come concedette amore 119 INFERNO 05
E quella a me: «Nessun maggior dolore 121 INFERNO 05
ne la miseria; e ciò sa 'l tuo dottore. 123 INFERNO 05
dirò come colui che piange e dice. 126 INFERNO 05
soli eravamo e sanza alcun sospetto. 129 INFERNO 05
quella lettura, e scolorocci il viso; 131 INFERNO 05
Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse: 137 INFERNO 05
E caddi come corpo morto cade. 142 INFERNO 05
novi tormenti e novi tormentati 004 INFERNO 06
e ch'io mi volga, e come che io guati. 006 INFERNO 06
e ch'io mi volga, e come che io guati. 006 INFERNO 06
etterna, maladetta, fredda e greve; 008 INFERNO 06
regola e qualità mai non l'è nova. 009 INFERNO 06
Grandine grossa, acqua tinta e neve 010 INFERNO 06
Cerbero, fiera crudele e diversa, 013 INFERNO 06
Li occhi ha vermigli, la barba unta e atra, 016 INFERNO 06
e 'l ventre largo, e unghiate le mani; 017 INFERNO 06
e 'l ventre largo, e unghiate le mani; 017 INFERNO 06
le bocche aperse e mostrocci le sanne; 023 INFERNO 06
E 'l duca mio distese le sue spanne, 025 INFERNO 06
prese la terra, e con piene le pugna 026 INFERNO 06
e si racqueta poi che 'l pasto morde, 029 INFERNO 06
ché solo a divorarlo intende e pugna, 030 INFERNO 06
la greve pioggia, e ponavam le piante 035 INFERNO 06
E io a lui: «L'angoscia che tu hai 043 INFERNO 06
loco se' messo, e hai sì fatta pena, 047 INFERNO 06
E io anima trista non son sola, 055 INFERNO 06
per simil colpa». E più non fé parola. 057 INFERNO 06
s'alcun v'è giusto; e dimmi la cagione 062 INFERNO 06
E quelli a me: «Dopo lunga tencione 064 INFERNO 06
verranno al sangue, e la parte selvaggia 065 INFERNO 06
infra tre soli, e che l'altra sormonti 068 INFERNO 06
Giusti son due, e non vi sono intesi; 073 INFERNO 06
superbia, invidia e avarizia sono 074 INFERNO 06
E io a lui: «Ancor vo' che mi 'nsegni 077 INFERNO 06
e che di più parlar mi facci dono. 078 INFERNO 06
Farinata e 'l Tegghiaio, che fuor sì degni, 079 INFERNO 06
Iacopo Rusticucci, Arrigo e 'l Mosca 080 INFERNO 06
e li altri ch'a ben far puoser li 'ngegni, 081 INFERNO 06
dimmi ove sono e fa ch'io li conosca; 082 INFERNO 06
E quelli: «Ei son tra l'anime più nere; 085 INFERNO 06
più non ti dico e più non ti rispondo». 090 INFERNO 06
guardommi un poco e poi chinò la testa: 092 INFERNO 06
E 'l duca disse a me: «Più non si desta 094 INFERNO 06
ripiglierà sua carne e sua figura, 098 INFERNO 06
de l'ombre e de la pioggia, a passi lenti, 101 INFERNO 06
più senta il bene, e così la doglienza. 108 INFERNO 06
e quel savio gentil, che tutto seppe, 003 INFERNO 07
e disse: «Taci, maladetto lupo! 008 INFERNO 07
nove travaglie e pene quant' io viddi? 020 INFERNO 07
e perché nostra colpa sì ne scipa? 021 INFERNO 07
e d'una parte e d'altra, con grand' urli, 026 INFERNO 07
e d'una parte e d'altra, con grand' urli, 026 INFERNO 07
Percotëansi 'ncontro; e poscia pur lì 028 INFERNO 07
gridando: «Perché tieni?» e «Perché burli?». 030 INFERNO 07
E io, ch'avea lo cor quasi compunto, 036 INFERNO 07
che gente è questa, e se tutti fuor cherci 038 INFERNO 07
piloso al capo, e papi e cardinali, 047 INFERNO 07
piloso al capo, e papi e cardinali, 047 INFERNO 07
E io: «Maestro, tra questi cotali 049 INFERNO 07
col pugno chiuso, e questi coi crin mozzi. 057 INFERNO 07
Mal dare e mal tener lo mondo pulcro 058 INFERNO 07
ha tolto loro, e posti a questa zuffa: 059 INFERNO 07
e che già fu, di quest' anime stanche 065 INFERNO 07
E quelli a me: «Oh creature sciocche, 070 INFERNO 07
fece li cieli e diè lor chi conduce 074 INFERNO 07
ordinò general ministra e duce 078 INFERNO 07
di gente in gente e d'uno in altro sangue, 080 INFERNO 07
per ch'una gente impera e l'altra langue, 082 INFERNO 07
questa provede, giudica, e persegue 086 INFERNO 07
dandole biasmo a torto e mala voce; 093 INFERNO 07
ma ella s'è beata e ciò non ode: 094 INFERNO 07
volve sua spera e beata si gode. 096 INFERNO 07
quand' io mi mossi, e 'l troppo star si vieta». 099 INFERNO 07
sovr' una fonte che bolle e riversa 101 INFERNO 07
e noi, in compagnia de l'onde bige, 104 INFERNO 07
E io, che di mirare stava inteso, 109 INFERNO 07
ma con la testa e col petto e coi piedi, 113 INFERNO 07
ma con la testa e col petto e coi piedi, 113 INFERNO 07
e anche vo' che tu per certo credi 117 INFERNO 07
e fanno pullular quest' acqua al summo, 119 INFERNO 07
grand' arco tra la ripa secca e 'l mézzo, 128 INFERNO 07
e un'altra da lungi render cenno, 005 INFERNO 08
E io mi volsi al mar di tutto 'l senno; 007 INFERNO 08
dissi: «Questo che dice? e che risponde 008 INFERNO 08
quell' altro foco? e chi son quei che 'l fenno?». 009 INFERNO 08
che li sia fatto, e poi se ne rammarca, 023 INFERNO 08
e poi mi fece intrare appresso lui; 026 INFERNO 08
e sol quand' io fui dentro parve carca. 027 INFERNO 08
Tosto che 'l duca e io nel legno fui, 028 INFERNO 08
e disse: «Chi se' tu che vieni anzi ora?». 033 INFERNO 08
E io a lui: «S'i' vegno, non rimango; 034 INFERNO 08
E io a lui: «Con piangere e con lutto, 037 INFERNO 08
E io a lui: «Con piangere e con lutto, 037 INFERNO 08
basciommi 'l volto e disse: «Alma sdegnosa, 044 INFERNO 08
E io: «Maestro, molto sarei vago 052 INFERNO 08
che Dio ancor ne lodo e ne ringrazio. 060 INFERNO 08
e 'l fiorentino spirito bizzarro 062 INFERNO 08
E io: «Maestro, già le sue meschite 070 INFERNO 08
E 'l savio mio maestro fece segno 086 INFERNO 08
e disser: «Vien tu solo, e quei sen vada 089 INFERNO 08
e disser: «Vien tu solo, e quei sen vada 089 INFERNO 08
volte m'hai sicurtà renduta e tratto 098 INFERNO 08
e se 'l passar più oltre ci è negato, 101 INFERNO 08
E quel segnor che lì m'avea menato, 103 INFERNO 08
Ma qui m'attendi, e lo spirito lasso 106 INFERNO 08
conforta e ciba di speranza buona, 107 INFERNO 08
Così sen va, e quivi m'abbandona 109 INFERNO 08
lo dolce padre, e io rimagno in forse, 110 INFERNO 08
che sì e no nel capo mi tenciona. 111 INFERNO 08
e rivolsesi a me con passi rari. 117 INFERNO 08
Li occhi a la terra e le ciglia avea rase 118 INFERNO 08
d'ogne baldanza, e dicea ne' sospiri: 119 INFERNO 08
E a me disse: «Tu, perch' io m'adiri, 121 INFERNO 08
e già di qua da lei discende l'erta, 128 INFERNO 08
per l'aere nero e per la nebbia folta. 006 INFERNO 09
Questa question fec' io; e quei «Di rado 019 INFERNO 09
Quell' è 'l più basso loco e 'l più oscuro, 028 INFERNO 09
e 'l più lontan dal ciel che tutto gira: 029 INFERNO 09
E altro disse, ma non l'ho a mente; 034 INFERNO 09
che membra feminine avieno e atto, 039 INFERNO 09
e con idre verdissime eran cinte; 040 INFERNO 09
serpentelli e ceraste avien per crine, 041 INFERNO 09
E quei, che ben conobbe le meschine 043 INFERNO 09
Tesifón è nel mezzo»; e tacque a tanto. 048 INFERNO 09
battiensi a palme e gridavan sì alto, 050 INFERNO 09
«Volgiti 'n dietro e tien lo viso chiuso; 055 INFERNO 09
ché se 'l Gorgón si mostra e tu 'l vedessi, 056 INFERNO 09
mi volse, e non si tenne a le mie mani, 059 INFERNO 09
E già venìa su per le torbide onde 064 INFERNO 09
che fier la selva e sanz' alcun rattento 069 INFERNO 09
li rami schianta, abbatte e porta fori; 070 INFERNO 09
e fa fuggir le fiere e li pastori. 072 INFERNO 09
e fa fuggir le fiere e li pastori. 072 INFERNO 09
Li occhi mi sciolse e disse: «Or drizza il nerbo 073 INFERNO 09
e sol di quell' angoscia parea lasso. 084 INFERNO 09
e volsimi al maestro; e quei fé segno 086 INFERNO 09
e volsimi al maestro; e quei fé segno 086 INFERNO 09
Venne a la porta e con una verghetta 089 INFERNO 09
e che più volte v'ha cresciuta doglia? 096 INFERNO 09
ne porta ancor pelato il mento e 'l gozzo». 099 INFERNO 09
e non fé motto a noi, ma fé sembiante 101 INFERNO 09
d'omo cui altra cura stringa e morda 102 INFERNO 09
e noi movemmo i piedi inver' la terra, 104 INFERNO 09
e io, ch'avea di riguardar disio 107 INFERNO 09
e veggio ad ogne man grande campagna, 110 INFERNO 09
piena di duolo e di tormento rio. 111 INFERNO 09
ch'Italia chiude e suoi termini bagna, 114 INFERNO 09
e fuor n'uscivan sì duri lamenti, 122 INFERNO 09
che ben parean di miseri e d'offesi. 123 INFERNO 09
E io: «Maestro, quai son quelle genti 124 INFERNO 09
E quelli a me: «Qui son li eresïarche 127 INFERNO 09
con lor seguaci, d'ogne setta, e molto 128 INFERNO 09
e i monimenti son più e men caldi». 131 INFERNO 09
e i monimenti son più e men caldi». 131 INFERNO 09
E poi ch'a la man destra si fu vòlto, 132 INFERNO 09
passammo tra i martìri e li alti spaldi. 133 INFERNO 09
tra 'l muro de la terra e li martìri, 002 INFERNO 10
lo mio maestro, e io dopo le spalle. 003 INFERNO 10
parlami, e sodisfammi a' miei disiri. 006 INFERNO 10
tutt' i coperchi, e nessun guardia face». 009 INFERNO 10
E quelli a me: «Tutti saran serrati 010 INFERNO 10
e al disio ancor che tu mi taci». 018 INFERNO 10
E io: «Buon duca, non tegno riposto 019 INFERNO 10
e tu m'hai non pur mo a ciò disposto». 021 INFERNO 10
ed el s'ergea col petto e con la fronte 035 INFERNO 10
E l'animose man del duca e pronte 037 INFERNO 10
E l'animose man del duca e pronte 037 INFERNO 10
guardommi un poco, e poi, quasi sdegnoso, 041 INFERNO 10
a me e a miei primi e a mia parte, 047 INFERNO 10
a me e a miei primi e a mia parte, 047 INFERNO 10
rispuos' io lui, «l'una e l'altra fïata; 050 INFERNO 10
e poi che 'l sospecciar fu tutto spento, 057 INFERNO 10
mio figlio ov' è? e perché non è teco?». 060 INFERNO 10
E io a lui: «Da me stesso non vegno: 061 INFERNO 10
Le sue parole e 'l modo de la pena 064 INFERNO 10
supin ricadde e più non parve fora. 072 INFERNO 10
e sé continüando al primo detto, 076 INFERNO 10
E se tu mai nel dolce mondo regge, 082 INFERNO 10
Ond' io a lui: «Lo strazio e 'l grande scempio 085 INFERNO 10
e nel presente tenete altro modo». 099 INFERNO 10
nostro intelletto; e s'altri non ci apporta, 104 INFERNO 10
e s'i' fui, dianzi, a la risposta muto, 112 INFERNO 10
E già 'l maestro mio mi richiamava; 115 INFERNO 10
e 'l Cardinale; e de li altri mi taccio». 120 INFERNO 10
e 'l Cardinale; e de li altri mi taccio». 120 INFERNO 10
Indi s'ascose; e io inver' l'antico 121 INFERNO 10
Elli si mosse; e poi, così andando, 124 INFERNO 10
E io li sodisfeci al suo dimando. 126 INFERNO 10
«e ora attendi qui», e drizzò 'l dito: 129 INFERNO 10
«e ora attendi qui», e drizzò 'l dito: 129 INFERNO 10
lasciammo il muro e gimmo inver' lo mezzo 134 INFERNO 10
e quivi, per l'orribile soperchio 004 INFERNO 11
al tristo fiato; e poi no i fia riguardo». 012 INFERNO 11
Così 'l maestro; e io «Alcun compenso», 013 INFERNO 11
intendi come e perché son costretti. 021 INFERNO 11
più spiace a Dio; e però stan di sotto 026 INFERNO 11
li frodolenti, e più dolor li assale. 027 INFERNO 11
in tre gironi è distinto e costrutto. 030 INFERNO 11
far forza, dico in loro e in lor cose, 032 INFERNO 11
Morte per forza e ferute dogliose 034 INFERNO 11
nel prossimo si danno, e nel suo avere 035 INFERNO 11
ruine, incendi e tollette dannose; 036 INFERNO 11
onde omicide e ciascun che mal fiere, 037 INFERNO 11
guastatori e predon, tutti tormenta 038 INFERNO 11
e ne' suoi beni; e però nel secondo 041 INFERNO 11
e ne' suoi beni; e però nel secondo 041 INFERNO 11
biscazza e fonde la sua facultade, 044 INFERNO 11
e piange là dov' esser de' giocondo. 045 INFERNO 11
col cor negando e bestemmiando quella, 047 INFERNO 11
e spregiando natura e sua bontade; 048 INFERNO 11
e spregiando natura e sua bontade; 048 INFERNO 11
e però lo minor giron suggella 049 INFERNO 11
del segno suo e Soddoma e Caorsa 050 INFERNO 11
del segno suo e Soddoma e Caorsa 050 INFERNO 11
e chi, spregiando Dio col cor, favella. 051 INFERNO 11
e in quel che fidanza non imborsa. 054 INFERNO 11
ipocresia, lusinghe e chi affattura, 058 INFERNO 11
falsità, ladroneccio e simonia, 059 INFERNO 11
ruffian, baratti e simile lordura. 060 INFERNO 11
che fa natura, e quel ch'è poi aggiunto, 062 INFERNO 11
E io: «Maestro, assai chiara procede 067 INFERNO 11
la tua ragione, e assai ben distingue 068 INFERNO 11
questo baràtro e 'l popol ch'e' possiede. 069 INFERNO 11
questo baràtro e 'l popol ch'e' possiede. 069 INFERNO 11
che mena il vento, e che batte la pioggia, 071 INFERNO 11
e che s'incontran con sì aspre lingue, 072 INFERNO 11
e se non li ha, perché sono a tal foggia?». 075 INFERNO 11
incontenenza, malizia e la matta 082 INFERNO 11
bestialitade? e come incontenenza 083 INFERNO 11
men Dio offende e men biasimo accatta? 084 INFERNO 11
e rechiti a la mente chi son quelli 086 INFERNO 11
sien dipartiti, e perché men crucciata 089 INFERNO 11
la divina bontade, e 'l groppo solvi». 096 INFERNO 11
dal divino 'ntelletto e da sua arte; 100 INFERNO 11
e se tu ben la tua Fisica note, 101 INFERNO 11
prender sua vita e avanzar la gente; 108 INFERNO 11
e perché l'usuriere altra via tene, 109 INFERNO 11
per sé natura e per la sua seguace 110 INFERNO 11
e 'l Carro tutto sovra 'l Coro giace, 114 INFERNO 11
e 'l balzo via là oltra si dismonta». 115 INFERNO 11
venimmo, alpestro e, per quel che v'er' anco, 002 INFERNO 12
e 'n su la punta de la rotta lacca 011 INFERNO 12
e quando vide noi, sé stesso morse, 014 INFERNO 12
che gir non sa, ma qua e là saltella, 024 INFERNO 12
e quello accorto gridò: «Corri al varco; 026 INFERNO 12
mentre ch'e' 'nfuria, è buon che tu ti cale». 027 INFERNO 12
Io gia pensando; e quei disse: «Tu pensi 031 INFERNO 12
e in quel punto questa vecchia roccia, 044 INFERNO 12
qui e altrove, tal fece riverso. 045 INFERNO 12
Oh cieca cupidigia e ira folle, 049 INFERNO 12
e ne l'etterna poi sì mal c'immolle! 051 INFERNO 12
e tra 'l piè de la ripa ed essa, in traccia 055 INFERNO 12
e de la schiera tre si dipartiro 059 INFERNO 12
con archi e asticciuole prima elette; 060 INFERNO 12
e l'un gridò da lungi: «A qual martiro 061 INFERNO 12
Poi mi tentò, e disse: «Quelli è Nesso, 067 INFERNO 12
e fé di sé la vendetta elli stesso. 069 INFERNO 12
E quel di mezzo, ch'al petto si mira, 070 INFERNO 12
Chirón prese uno strale, e con la cocca 077 INFERNO 12
E 'l mio buon duca, che già li er' al petto, 083 INFERNO 12
rispuose: «Ben è vivo, e sì soletto 085 INFERNO 12
necessità 'l ci 'nduce, e non diletto. 087 INFERNO 12
e che ne mostri là dove si guada, 094 INFERNO 12
e che porti costui in su la groppa, 095 INFERNO 12
e disse a Nesso: «Torna, e sì li guida, 098 INFERNO 12
e disse a Nesso: «Torna, e sì li guida, 098 INFERNO 12
e fa cansar s'altra schiera v'intoppa». 099 INFERNO 12
e 'l gran centauro disse: «E' son tiranni 104 INFERNO 12
e 'l gran centauro disse: «E' son tiranni 104 INFERNO 12
che dier nel sangue e ne l'aver di piglio. 105 INFERNO 12
quivi è Alessandro, e Dïonisio fero 107 INFERNO 12
E quella fronte c'ha 'l pel così nero, 109 INFERNO 12
è Azzolino; e quell' altro ch'è biondo, 110 INFERNO 12
Allor mi volsi al poeta, e quei disse: 113 INFERNO 12
«Questi ti sia or primo, e io secondo». 114 INFERNO 12
tenean la testa e ancor tutto 'l casso; 122 INFERNO 12
e di costoro assai riconobb' io. 123 INFERNO 12
e quindi fu del fosso il nostro passo. 126 INFERNO 12
e Pirro e Sesto; e in etterno munge 135 INFERNO 12
e Pirro e Sesto; e in etterno munge 135 INFERNO 12
e Pirro e Sesto; e in etterno munge 135 INFERNO 12
Poi si rivolse e ripassossi 'l guazzo. 139 INFERNO 12
non rami schietti, ma nodosi e 'nvolti; 005 INFERNO 13
tra Cecina e Corneto i luoghi cólti. 009 INFERNO 13
Ali hanno late, e colli e visi umani, 013 INFERNO 13
Ali hanno late, e colli e visi umani, 013 INFERNO 13
piè con artigli, e pennuto 'l gran ventre; 014 INFERNO 13
E 'l buon maestro «Prima che più entre, 016 INFERNO 13
mi cominciò a dire, «e sarai mentre 018 INFERNO 13
e non vedea persona che 'l facesse; 023 INFERNO 13
e colsi un ramicel da un gran pruno; 032 INFERNO 13
e 'l tronco suo gridò: «Perché mi schiante?». 033 INFERNO 13
Uomini fummo, e or siam fatti sterpi: 037 INFERNO 13
e cigola per vento che va via, 042 INFERNO 13
parole e sangue; ond' io lasciai la cima 044 INFERNO 13
cadere, e stetti come l'uom che teme. 045 INFERNO 13
E 'l tronco: «Sì col dolce dir m'adeschi, 055 INFERNO 13
ch'i' non posso tacere; e voi non gravi 056 INFERNO 13
del cor di Federigo, e che le volsi, 059 INFERNO 13
serrando e diserrando, sì soavi, 060 INFERNO 13
tanto ch'i' ne perde' li sonni e ' polsi. 063 INFERNO 13
morte comune e de le corti vizio, 066 INFERNO 13
e li 'nfiammati infiammar sì Augusto, 068 INFERNO 13
E se di voi alcun nel mondo riede, 076 INFERNO 13
Un poco attese, e poi «Da ch'el si tace», 079 INFERNO 13
ma parla, e chiedi a lui, se più ti piace». 081 INFERNO 13
in questi nocchi; e dinne, se tu puoi, 089 INFERNO 13
Allor soffiò il tronco forte, e poi 091 INFERNO 13
Cade in la selva, e non l'è parte scelta; 097 INFERNO 13
Surge in vermena e in pianta silvestra: 100 INFERNO 13
fanno dolore, e al dolor fenestra. 102 INFERNO 13
Qui le strascineremo, e per la mesta 106 INFERNO 13
sente 'l porco e la caccia a la sua posta, 113 INFERNO 13
ch'ode le bestie, e le frasche stormire. 114 INFERNO 13
nudi e graffiati, fuggendo sì forte, 116 INFERNO 13
E l'altro, cui pareva tardar troppo, 119 INFERNO 13
E poi che forse li fallia la lena, 122 INFERNO 13
di sé e d'un cespuglio fece un groppo. 123 INFERNO 13
di nere cagne, bramose e correnti 125 INFERNO 13
e quel dilaceraro a brano a brano; 128 INFERNO 13
e menommi al cespuglio che piangea 131 INFERNO 13
e se non fosse che 'n sul passo d'Arno 146 INFERNO 13
e rende'le a colui, ch'era già fioco. 003 INFERNO 14
lo secondo giron dal terzo, e dove 005 INFERNO 14
Lo spazzo era una rena arida e spessa, 013 INFERNO 14
e parea posta lor diversa legge. 021 INFERNO 14
e altra andava continüamente. 024 INFERNO 14
e quella men che giacëa al tormento, 026 INFERNO 14
lo 'ncendio e giace dispettoso e torto, 047 INFERNO 14
lo 'ncendio e giace dispettoso e torto, 047 INFERNO 14
E quel medesmo, che si fu accorto 049 INFERNO 14
e me saetti con tutta sua forza: 059 INFERNO 14
ch'assiser Tebe; ed ebbe e par ch'elli abbia 069 INFERNO 14
Dio in disdegno, e poco par che 'l pregi; 070 INFERNO 14
Or mi vien dietro, e guarda che non metti, 073 INFERNO 14
Lo fondo suo e ambo le pendici 082 INFERNO 14
fatt' era 'n pietra, e ' margini dallato; 083 INFERNO 14
d'acqua e di fronde, che si chiamò Ida; 098 INFERNO 14
del suo figliuolo, e per celarlo meglio, 101 INFERNO 14
e Roma guarda come süo speglio. 105 INFERNO 14
e puro argento son le braccia e 'l petto, 107 INFERNO 14
e puro argento son le braccia e 'l petto, 107 INFERNO 14
e sta 'n su quel, più che 'n su l'altro, eretto. 111 INFERNO 14
fanno Acheronte, Stige e Flegetonta; 116 INFERNO 14
fanno Cocito; e qual sia quello stagno 119 INFERNO 14
E io a lui: «Se 'l presente rigagno 121 INFERNO 14
e tutto che tu sie venuto molto, 125 INFERNO 14
E io ancor: «Maestro, ove si trova 130 INFERNO 14
Flegetonta e Letè? ché de l'un taci, 131 INFERNO 14
e l'altro di' che si fa d'esta piova». 132 INFERNO 14
e sopra loro ogne vapor si spegne». 142 INFERNO 14
e 'l fummo del ruscel di sopra aduggia, 002 INFERNO 15
sì che dal foco salva l'acqua e li argini. 003 INFERNO 15
Quali Fiamminghi tra Guizzante e Bruggia, 004 INFERNO 15
e quali Padoan lungo la Brenta, 007 INFERNO 15
per difender lor ville e lor castelli, 008 INFERNO 15
che venian lungo l'argine, e ciascuna 017 INFERNO 15
e sì ver' noi aguzzavan le ciglia 020 INFERNO 15
per lo lembo e gridò: «Qual maraviglia!». 024 INFERNO 15
E io, quando 'l suo braccio a me distese, 025 INFERNO 15
e chinando la mano a la sua faccia, 029 INFERNO 15
E quelli: «O figliuol mio, non ti dispiaccia 031 INFERNO 15
ritorna 'n dietro e lascia andar la traccia». 033 INFERNO 15
e se volete che con voi m'asseggia, 035 INFERNO 15
e poi rigiugnerò la mia masnada, 041 INFERNO 15
e chi è questi che mostra 'l cammino?». 048 INFERNO 15
e reducemi a ca per questo calle». 054 INFERNO 15
e s'io non fossi sì per tempo morto, 058 INFERNO 15
e tiene ancor del monte e del macigno, 063 INFERNO 15
e tiene ancor del monte e del macigno, 063 INFERNO 15
gent' è avara, invidiosa e superba: 068 INFERNO 15
che l'una parte e l'altra avranno fame 071 INFERNO 15
di lor medesme, e non tocchin la pianta, 074 INFERNO 15
ché 'n la mente m'è fitta, e or m'accora, 082 INFERNO 15
la cara e buona imagine paterna 083 INFERNO 15
e quant' io l'abbia in grado, mentr' io vivo 086 INFERNO 15
e serbolo a chiosar con altro testo 089 INFERNO 15
come le piace, e 'l villan la sua marra». 096 INFERNO 15
destra si volse in dietro e riguardommi; 098 INFERNO 15
con ser Brunetto, e dimando chi sono 101 INFERNO 15
li suoi compagni più noti e più sommi. 102 INFERNO 15
e litterati grandi e di gran fama, 107 INFERNO 15
e litterati grandi e di gran fama, 107 INFERNO 15
e Francesco d'Accorso anche; e vedervi, 110 INFERNO 15
e Francesco d'Accorso anche; e vedervi, 110 INFERNO 15
Di più direi; ma 'l venire e 'l sermone 115 INFERNO 15
nel qual io vivo ancora, e più non cheggio». 120 INFERNO 15
Poi si rivolse, e parve di coloro 121 INFERNO 15
per la campagna; e parve di costoro 123 INFERNO 15
Venian ver' noi, e ciascuna gridava: 007 INFERNO 16
ricenti e vecchie, da le fiamme incese! 011 INFERNO 16
volse 'l viso ver' me, e «Or aspetta», 014 INFERNO 16
E se non fosse il foco che saetta 016 INFERNO 16
l'antico verso; e quando a noi fuor giunti, 020 INFERNO 16
fenno una rota di sé tutti e trei. 021 INFERNO 16
Qual sogliono i campion far nudi e unti, 022 INFERNO 16
avvisando lor presa e lor vantaggio, 023 INFERNO 16
prima che sien tra lor battuti e punti, 024 INFERNO 16
E «Se miseria d'esto loco sollo 028 INFERNO 16
rende in dispetto noi e nostri prieghi», 029 INFERNO 16
cominciò l'uno, «e 'l tinto aspetto e brollo, 030 INFERNO 16
cominciò l'uno, «e 'l tinto aspetto e brollo, 030 INFERNO 16
tutto che nudo e dipelato vada, 035 INFERNO 16
Guido Guerra ebbe nome, e in sua vita 038 INFERNO 16
fece col senno assai e con la spada. 039 INFERNO 16
E io, che posto son con loro in croce, 043 INFERNO 16
Iacopo Rusticucci fui, e certo 044 INFERNO 16
e credo che 'l dottor l'avria sofferto; 048 INFERNO 16
ma perch' io mi sarei brusciato e cotto, 049 INFERNO 16
Di vostra terra sono, e sempre mai 058 INFERNO 16
l'ovra di voi e li onorati nomi 059 INFERNO 16
con affezion ritrassi e ascoltai. 060 INFERNO 16
Lascio lo fele e vo per dolci pomi 061 INFERNO 16
«e se la fama tua dopo te luca, 066 INFERNO 16
cortesia e valor dì se dimora 067 INFERNO 16
con noi per poco e va là coi compagni, 071 INFERNO 16
«La gente nuova e i sùbiti guadagni 073 INFERNO 16
orgoglio e dismisura han generata, 074 INFERNO 16
e i tre, che ciò inteser per risposta, 077 INFERNO 16
e torni a riveder le belle stelle, 083 INFERNO 16
Indi rupper la rota, e a fuggirsi 086 INFERNO 16
tosto così com' e' fuoro spariti; 089 INFERNO 16
Io lo seguiva, e poco eravam iti, 091 INFERNO 16
e a Forlì di quel nome è vacante, 099 INFERNO 16
e con essa pensai alcuna volta 107 INFERNO 16
porsila a lui aggroppata e ravvolta. 111 INFERNO 16
e alquanto di lunge da la sponda 113 INFERNO 16
'E' pur convien che novità risponda', 115 INFERNO 16
ciò ch'io attendo e che il tuo pensier sogna; 122 INFERNO 16
ma qui tacer nol posso; e per le note 127 INFERNO 16
ch'i' vidi per quell' aere grosso e scuro 130 INFERNO 16
che 'n sù si stende e da piè si rattrappa. 136 INFERNO 16
che passa i monti e rompe i muri e l'armi! 002 INFERNO 17
che passa i monti e rompe i muri e l'armi! 002 INFERNO 17
e accennolle che venisse a proda, 005 INFERNO 17
E quella sozza imagine di froda 007 INFERNO 17
sen venne, e arrivò la testa e 'l busto, 008 INFERNO 17
sen venne, e arrivò la testa e 'l busto, 008 INFERNO 17
e d'un serpente tutto l'altro fusto; 012 INFERNO 17
lo dosso e 'l petto e ambedue le coste 014 INFERNO 17
lo dosso e 'l petto e ambedue le coste 014 INFERNO 17
dipinti avea di nodi e di rotelle. 015 INFERNO 17
Con più color, sommesse e sovraposte 016 INFERNO 17
che parte sono in acqua e parte in terra, 020 INFERNO 17
e come là tra li Tedeschi lurchi 021 INFERNO 17
su l'orlo ch'è di pietra e 'l sabbion serra. 024 INFERNO 17
e diece passi femmo in su lo stremo, 032 INFERNO 17
per ben cessar la rena e la fiammella. 033 INFERNO 17
E quando noi a lei venuti semo, 034 INFERNO 17
mi disse, «va, e vedi la lor mena. 039 INFERNO 17
quando a' vapori, e quando al caldo suolo: 048 INFERNO 17
ch'avea certo colore e certo segno, 056 INFERNO 17
e quindi par che 'l loro occhio si pasca. 057 INFERNO 17
E com' io riguardando tra lor vegno, 058 INFERNO 17
che d'un leone avea faccia e contegno. 060 INFERNO 17
E un che d'una scrofa azzurra e grossa 064 INFERNO 17
E un che d'una scrofa azzurra e grossa 064 INFERNO 17
Or te ne va; e perché se' vivo anco, 067 INFERNO 17
Qui distorse la bocca e di fuor trasse 074 INFERNO 17
E io, temendo no 'l più star crucciasse 076 INFERNO 17
e disse a me: «Or sie forte e ardito. 081 INFERNO 17
e disse a me: «Or sie forte e ardito. 081 INFERNO 17
e triema tutto pur guardando 'l rezzo, 087 INFERNO 17
con le braccia m'avvinse e mi sostenne; 096 INFERNO 17
e disse: «Gerïon, moviti omai: 097 INFERNO 17
le rote larghe, e lo scender sia poco; 098 INFERNO 17
e poi ch'al tutto si sentì a gioco, 102 INFERNO 17
e quella tesa, come anguilla, mosse, 104 INFERNO 17
e con le branche l'aere a sé raccolse. 105 INFERNO 17
ne l'aere d'ogne parte, e vidi spenta 113 INFERNO 17
rota e discende, ma non me n'accorgo 116 INFERNO 17
se non che al viso e di sotto mi venta. 117 INFERNO 17
però ch'i' vidi fuochi e senti' pianti; 122 INFERNO 17
E vidi poi, ché nol vedea davanti, 124 INFERNO 17
lo scendere e 'l girar per li gran mali 125 INFERNO 17
per cento rote, e da lunge si pone 131 INFERNO 17
dal suo maestro, disdegnoso e fello; 132 INFERNO 17
e, discarcate le nostre persone, 135 INFERNO 17
vaneggia un pozzo assai largo e profondo, 005 INFERNO 18
tra 'l pozzo e 'l piè de l'alta ripa dura, 008 INFERNO 18
e ha distinto in dieci valli il fondo. 009 INFERNO 18
più e più fossi cingon li castelli, 011 INFERNO 18
e come a tai fortezze da' lor sogli 014 INFERNO 18
movien che ricidien li argini e ' fossi 017 INFERNO 18
infino al pozzo che i tronca e raccogli. 018 INFERNO 18
di Gerïon, trovammoci; e 'l poeta 020 INFERNO 18
tenne a sinistra, e io dietro mi mossi. 021 INFERNO 18
novo tormento e novi frustatori, 023 INFERNO 18
verso 'l castello e vanno a Santo Pietro, 032 INFERNO 18
furo scontrati; e io sì tosto dissi: 041 INFERNO 18
e 'l dolce duca meco si ristette, 044 INFERNO 18
e assentio ch'alquanto in dietro gissi. 045 INFERNO 18
E quel frustato celar si credette 046 INFERNO 18
E non pur io qui piango bolognese; 058 INFERNO 18
a dicer 'sipa' tra Sàvena e Reno; 061 INFERNO 18
e se di ciò vuoi fede o testimonio, 062 INFERNO 18
de la sua scurïada, e disse: «Via, 065 INFERNO 18
e vòlti a destra su per la sua scheggia, 071 INFERNO 18
lo duca disse: «Attienti, e fa che feggia 075 INFERNO 18
e che la ferza similmente scaccia. 081 INFERNO 18
E 'l buon maestro, sanza mia dimanda, 082 INFERNO 18
e per dolor non par lagrime spanda: 084 INFERNO 18
Quelli è Iasón, che per cuore e per senno 086 INFERNO 18
Ivi con segni e con parole ornate 091 INFERNO 18
e anche di Medea si fa vendetta. 096 INFERNO 18
e questo basti de la prima valle 098 INFERNO 18
sapere e di color che 'n sé assanna». 099 INFERNO 18
e fa di quello ad un altr' arco spalle. 102 INFERNO 18
ne l'altra bolgia e che col muso scuffa, 104 INFERNO 18
e sé medesma con le palme picchia. 105 INFERNO 18
che con li occhi e col naso facea zuffa. 108 INFERNO 18
Quivi venimmo; e quindi giù nel fosso 112 INFERNO 18
E mentre ch'io là giù con l'occhio cerco, 115 INFERNO 18
E io a lui: «Perché, se ben ricordo, 120 INFERNO 18
e se' Alessio Interminei da Lucca: 122 INFERNO 18
di quella sozza e scapigliata fante 130 INFERNO 18
e or s'accoscia e ora è in piedi stante. 132 INFERNO 18
e or s'accoscia e ora è in piedi stante. 132 INFERNO 18
E quinci sian le nostre viste sazie». 136 INFERNO 18
deon essere spose, e voi rapaci 003 INFERNO 19
per oro e per argento avolterate, 004 INFERNO 19
che mostri in cielo, in terra e nel mal mondo, 011 INFERNO 19
e quanto giusto tua virtù comparte! 012 INFERNO 19
Io vidi per le coste e per lo fondo 013 INFERNO 19
d'un largo tutti e ciascun era tondo. 015 INFERNO 19
e questo sia suggel ch'ogn' omo sganni. 021 INFERNO 19
d'un peccator li piedi e de le gambe 023 INFERNO 19
infino al grosso, e l'altro dentro stava. 024 INFERNO 19
che spezzate averien ritorte e strambe. 027 INFERNO 19
diss' io, «e cui più roggia fiamma succia?». 033 INFERNO 19
da lui saprai di sé e de' suoi torti». 036 INFERNO 19
E io: «Tanto m'è bel, quanto a te piace: 037 INFERNO 19
tu se' segnore, e sai ch'i' non mi parto 038 INFERNO 19
dal tuo volere, e sai quel che si tace». 039 INFERNO 19
volgemmo e discendemmo a mano stanca 041 INFERNO 19
là giù nel fondo foracchiato e arto. 042 INFERNO 19
la bella donna, e poi di farne strazio?». 057 INFERNO 19
quasi scornati, e risponder non sanno. 060 INFERNO 19
e io rispuosi come a me fu imposto. 063 INFERNO 19
poi, sospirando e con voce di pianto, 065 INFERNO 19
e veramente fui figliuol de l'orsa, 070 INFERNO 19
che sù l'avere e qui me misi in borsa. 072 INFERNO 19
e ch'i' son stato così sottosopra, 080 INFERNO 19
tal che convien che lui e me ricuopra. 084 INFERNO 19
ne' Maccabei; e come a quel fu molle 086 INFERNO 19
e guarda ben la mal tolta moneta 098 INFERNO 19
E se non fosse ch'ancor lo mi vieta 100 INFERNO 19
calcando i buoni e sollevando i pravi. 105 INFERNO 19
e da le diece corna ebbe argomento, 110 INFERNO 19
Fatto v'avete dio d'oro e d'argento; 112 INFERNO 19
e che altro è da voi a l'idolatre, 113 INFERNO 19
se non ch'elli uno, e voi ne orate cento? 114 INFERNO 19
E mentr' io li cantava cotai note, 118 INFERNO 19
e poi che tutto su mi s'ebbe al petto, 125 INFERNO 19
e dar matera al ventesimo canto 002 INFERNO 20
e vidi gente per lo vallon tondo 007 INFERNO 20
venir, tacendo e lagrimando, al passo 008 INFERNO 20
ciascun tra 'l mento e 'l principio del casso, 012 INFERNO 20
e in dietro venir li convenia, 014 INFERNO 20
Drizza la testa, drizza, e vedi a cui 031 INFERNO 20
E non restò di ruinare a valle 035 INFERNO 20
di retro guarda e fa retroso calle. 039 INFERNO 20
e prima, poi, ribatter li convenne 043 INFERNO 20
e 'l mar non li era la veduta tronca. 051 INFERNO 20
E quella che ricuopre le mammelle, 052 INFERNO 20
e ha di là ogne pilosa pelle, 054 INFERNO 20
e venne serva la città di Baco, 059 INFERNO 20
Per mille fonti, credo, e più si bagna 064 INFERNO 20
tra Garda e Val Camonica e Pennino 065 INFERNO 20
tra Garda e Val Camonica e Pennino 065 INFERNO 20
pastore e quel di Brescia e 'l veronese 068 INFERNO 20
pastore e quel di Brescia e 'l veronese 068 INFERNO 20
segnar poria, s'e' fesse quel cammino. 069 INFERNO 20
Siede Peschiera, bello e forte arnese 070 INFERNO 20
da fronteggiar Bresciani e Bergamaschi, 071 INFERNO 20
e fassi fiume giù per verdi paschi. 075 INFERNO 20
ne la qual si distende e la 'mpaluda; 080 INFERNO 20
e suol di state talor essere grama. 081 INFERNO 20
sanza coltura e d'abitanti nuda. 084 INFERNO 20
e visse, e vi lasciò suo corpo vano. 087 INFERNO 20
e visse, e vi lasciò suo corpo vano. 087 INFERNO 20
e per colei che 'l loco prima elesse, 092 INFERNO 20
E io: «Maestro, i tuoi ragionamenti 100 INFERNO 20
mi son sì certi e prendon sì mia fede, 101 INFERNO 20
augure, e diede 'l punto con Calcanta 110 INFERNO 20
Euripilo ebbe nome, e così 'l canta 112 INFERNO 20
ch'avere inteso al cuoio e a lo spago 119 INFERNO 20
la spuola e 'l fuso, e fecersi 'ndivine; 122 INFERNO 20
la spuola e 'l fuso, e fecersi 'ndivine; 122 INFERNO 20
fecer malie con erbe e con imago. 123 INFERNO 20
d'amendue li emisperi e tocca l'onda 125 INFERNO 20
sotto Sobilia Caino e le spine; 126 INFERNO 20
e già iernotte fu la luna tonda: 127 INFERNO 20
Sì mi parlava, e andavamo introcque. 130 INFERNO 20
venimmo; e tenavamo 'l colmo, quando 003 INFERNO 21
di Malebolge e li altri pianti vani; 005 INFERNO 21
e vidila mirabilmente oscura. 006 INFERNO 21
chi fa suo legno novo e chi ristoppa 011 INFERNO 21
chi ribatte da proda e chi da poppa; 013 INFERNO 21
altri fa remi e altri volge sarte; 014 INFERNO 21
chi terzeruolo e artimon rintoppa--: 015 INFERNO 21
e gonfiar tutta, e riseder compressa. 021 INFERNO 21
e gonfiar tutta, e riseder compressa. 021 INFERNO 21
e cui paura sùbita sgagliarda, 027 INFERNO 21
e vidi dietro a noi un diavol nero 029 INFERNO 21
e quanto mi parea ne l'atto acerbo, 032 INFERNO 21
con l'ali aperte e sovra i piè leggero! 033 INFERNO 21
L'omero suo, ch'era aguto e superbo, 034 INFERNO 21
e quei tenea de' piè ghermito 'l nerbo. 036 INFERNO 21
Là giù 'l buttò, e per lo scoglio duro 043 INFERNO 21
si volse; e mai non fu mastino sciolto 044 INFERNO 21
Quel s'attuffò, e tornò sù convolto; 046 INFERNO 21
e per nulla offension che mi sia fatta, 061 INFERNO 21
e com' el giunse in su la ripa sesta, 065 INFERNO 21
Con quel furore e con quella tempesta 067 INFERNO 21
e volser contra lui tutt' i runcigli; 071 INFERNO 21
e poi d'arruncigliarmi si consigli». 075 INFERNO 21
per ch'un si mosse--e li altri stetter fermi-- 077 INFERNO 21
e venne a lui dicendo: «Che li approda?». 078 INFERNO 21
sanza voler divino e fato destro? 082 INFERNO 21
ch'e' si lasciò cascar l'uncino a' piedi, 086 INFERNO 21
e disse a li altri: «Omai non sia feruto». 087 INFERNO 21
E 'l duca mio a me: «O tu che siedi 088 INFERNO 21
Per ch'io mi mossi e a lui venni ratto; 091 INFERNO 21
e i diavoli si fecer tutti avanti, 092 INFERNO 21
lungo 'l mio duca, e non torceva li occhi 098 INFERNO 21
Ei chinavan li raffi e «Vuo' che 'l tocchi», 100 INFERNO 21
E rispondien: «Sì, fa che gliel' accocchi». 102 INFERNO 21
e disse: «Posa, posa, Scarmiglione!». 105 INFERNO 21
E se l'andare avante pur vi piace, 109 INFERNO 21
«Tra'ti avante, Alichino, e Calcabrina», 118 INFERNO 21
cominciò elli a dire, «e tu, Cagnazzo; 119 INFERNO 21
e Barbariccia guidi la decina. 120 INFERNO 21
Libicocco vegn' oltre e Draghignazzo, 121 INFERNO 21
Cirïatto sannuto e Graffiacane 122 INFERNO 21
e Farfarello e Rubicante pazzo. 123 INFERNO 21
e Farfarello e Rubicante pazzo. 123 INFERNO 21
non vedi tu ch'e' digrignan li denti 131 INFERNO 21
e con le ciglia ne minaccian duoli?». 132 INFERNO 21
ch'e' fanno ciò per li lessi dolenti». 135 INFERNO 21
e cominciare stormo e far lor mostra, 002 INFERNO 22
e cominciare stormo e far lor mostra, 002 INFERNO 22
e talvolta partir per loro scampo; 003 INFERNO 22
o Aretini, e vidi gir gualdane, 005 INFERNO 22
fedir torneamenti e correr giostra; 006 INFERNO 22
quando con trombe, e quando con campane, 007 INFERNO 22
con tamburi e con cenni di castella, 008 INFERNO 22
e con cose nostrali e con istrane; 009 INFERNO 22
e con cose nostrali e con istrane; 009 INFERNO 22
coi santi, e in taverna coi ghiottoni. 015 INFERNO 22
e de la gente ch'entro v'era incesa. 018 INFERNO 22
e nascondea in men che non balena. 024 INFERNO 22
E come a l'orlo de l'acqua d'un fosso 025 INFERNO 22
sì che celano i piedi e l'altro grosso, 027 INFERNO 22
I' vidi, e anco il cor me n'accapriccia, 031 INFERNO 22
ch'una rana rimane e l'altra spiccia; 033 INFERNO 22
e Graffiacan, che li era più di contra, 034 INFERNO 22
e trassel sù, che mi parve una lontra. 036 INFERNO 22
e poi ch'e' si chiamaro, attesi come. 039 INFERNO 22
e poi ch'e' si chiamaro, attesi come. 039 INFERNO 22
E io: «Maestro mio, fa, se tu puoi, 043 INFERNO 22
domandollo ond' ei fosse, e quei rispuose: 047 INFERNO 22
distruggitor di sé e di sue cose. 051 INFERNO 22
E Cirïatto, a cui di bocca uscia 055 INFERNO 22
e disse: «State in là, mentr' io lo 'nforco». 060 INFERNO 22
E al maestro mio volse la faccia; 061 INFERNO 22
sotto la pece?». E quelli: «I' mi partii, 066 INFERNO 22
E Libicocco «Troppo avem sofferto», 070 INFERNO 22
disse; e preseli 'l braccio col runciglio, 071 INFERNO 22
e fé sì lor, che ciascun se ne loda. 084 INFERNO 22
Danar si tolse e lasciolli di piano, 085 INFERNO 22
sì com' e' dice; e ne li altri offici anche 086 INFERNO 22
sì com' e' dice; e ne li altri offici anche 086 INFERNO 22
di Logodoro; e a dir di Sardigna 089 INFERNO 22
E 'l gran proposto, vòlto a Farfarello 094 INFERNO 22
e io, seggendo in questo loco stesso, 102 INFERNO 22
crollando 'l capo, e disse: «Odi malizia 107 INFERNO 22
Alichin non si tenne e, di rintoppo 112 INFERNO 22
Lascisi 'l collo, e sia la ripa scudo, 116 INFERNO 22
fermò le piante a terra, e in un punto 122 INFERNO 22
saltò e dal proposto lor si sciolse. 123 INFERNO 22
però si mosse e gridò: «Tu se' giunto!». 126 INFERNO 22
e quei drizzò volando suso il petto: 129 INFERNO 22
ed ei ritorna sù crucciato e rotto. 132 INFERNO 22
e come 'l barattier fu disparito, 136 INFERNO 22
e fu con lui sopra 'l fosso ghermito. 138 INFERNO 22
ad artigliar ben lui, e amendue 140 INFERNO 22
con tutt' i raffi, e assai prestamente 147 INFERNO 22
E noi lasciammo lor così 'mpacciati. 151 INFERNO 22
n'andavam l'un dinanzi e l'altro dopo, 002 INFERNO 23
dov' el parlò de la rana e del topo; 006 INFERNO 23
ché più non si pareggia 'mo' e 'issa' 007 INFERNO 23
principio e fine con la mente fissa. 009 INFERNO 23
E come l'un pensier de l'altro scoppia, 010 INFERNO 23
sono scherniti con danno e con beffa 014 INFERNO 23
de la paura e stava in dietro intento, 020 INFERNO 23
te e me tostamente, i' ho pavento 022 INFERNO 23
E quei: «S'i' fossi di piombato vetro, 025 INFERNO 23
con simile atto e con simile faccia, 029 INFERNO 23
e vede presso a sé le fiamme accese, 039 INFERNO 23
che prende il figlio e fugge e non s'arresta, 040 INFERNO 23
che prende il figlio e fugge e non s'arresta, 040 INFERNO 23
e giù dal collo de la ripa dura 043 INFERNO 23
del fondo giù, ch'e' furon in sul colle 053 INFERNO 23
piangendo e nel sembiante stanca e vinta. 060 INFERNO 23
piangendo e nel sembiante stanca e vinta. 060 INFERNO 23
ma dentro tutte piombo, e gravi tanto, 065 INFERNO 23
e li occhi, sì andando, intorno movi». 075 INFERNO 23
E un che 'ntese la parola tosca, 076 INFERNO 23
Onde 'l duca si volse e disse: «Aspetta, 080 INFERNO 23
e poi secondo il suo passo procedi». 081 INFERNO 23
Ristetti, e vidi due mostrar gran fretta 082 INFERNO 23
ma tardavali 'l carco e la via stretta. 084 INFERNO 23
poi si volsero in sé, e dicean seco: 087 INFERNO 23
e s'e' son morti, per qual privilegio 089 INFERNO 23
e s'e' son morti, per qual privilegio 089 INFERNO 23
E io a loro: «I' fui nato e cresciuto 094 INFERNO 23
E io a loro: «I' fui nato e cresciuto 094 INFERNO 23
e son col corpo ch'i' ho sempre avuto. 096 INFERNO 23
e che pena è in voi che sì sfavilla?». 099 INFERNO 23
E l'un rispuose a me: «Le cappe rance 100 INFERNO 23
Frati godenti fummo, e bolognesi; 103 INFERNO 23
io Catalano e questi Loderingo 104 INFERNO 23
nomati, e da tua terra insieme presi 105 INFERNO 23
per conservar sua pace; e fummo tali, 107 INFERNO 23
e 'l frate Catalan, ch'a ciò s'accorse, 114 INFERNO 23
E a tal modo il socero si stenta 121 INFERNO 23
in questa fossa, e li altri dal concilio 122 INFERNO 23
si move e varca tutt' i vallon feri, 135 INFERNO 23
salvo che 'n questo è rotto e nol coperchia; 136 INFERNO 23
che giace in costa e nel fondo soperchia». 138 INFERNO 23
E 'l frate: «Io udi' già dire a Bologna 142 INFERNO 23
ch'elli è bugiardo, e padre di menzogna». 144 INFERNO 23
e già le notti al mezzo dì sen vanno, 003 INFERNO 24
si leva, e guarda, e vede la campagna 008 INFERNO 24
si leva, e guarda, e vede la campagna 008 INFERNO 24
ritorna in casa, e qua e là si lagna, 010 INFERNO 24
ritorna in casa, e qua e là si lagna, 010 INFERNO 24
poi riede, e la speranza ringavagna, 012 INFERNO 24
in poco d'ora, e prende suo vincastro 014 INFERNO 24
e fuor le pecorelle a pascer caccia. 015 INFERNO 24
e così tosto al mal giunse lo 'mpiastro; 018 INFERNO 24
ben la ruina, e diedemi di piglio. 024 INFERNO 24
E come quei ch'adopera ed estima, 025 INFERNO 24
ché noi a pena, ei lieve e io sospinto, 032 INFERNO 24
E se non fosse che da quel precinto 034 INFERNO 24
che l'una costa surge e l'altra scende; 040 INFERNO 24
qual fummo in aere e in acqua la schiuma. 051 INFERNO 24
E però leva sù; vinci l'ambascia 052 INFERNO 24
e dissi: «Va, ch'i' son forte e ardito». 060 INFERNO 24
e dissi: «Va, ch'i' son forte e ardito». 060 INFERNO 24
ch'era ronchioso, stretto e malagevole, 062 INFERNO 24
da l'altro cinghio e dismontiam lo muro; 073 INFERNO 24
ché, com' i' odo quinci e non intendo, 074 INFERNO 24
così giù veggio e neente affiguro». 075 INFERNO 24
e poi mi fu la bolgia manifesta: 081 INFERNO 24
e vidivi entro terribile stipa 082 INFERNO 24
di serpenti, e di sì diversa mena 083 INFERNO 24
ché se chelidri, iaculi e faree 086 INFERNO 24
produce, e cencri con anfisibena, 087 INFERNO 24
Tra questa cruda e tristissima copia 091 INFERNO 24
corrëan genti nude e spaventate, 092 INFERNO 24
e 'l capo, ed eran dinanzi aggroppate. 096 INFERNO 24
com' el s'accese e arse, e cener tutto 101 INFERNO 24
com' el s'accese e arse, e cener tutto 101 INFERNO 24
e poi che fu a terra sì distrutto, 103 INFERNO 24
e 'n quel medesmo ritornò di butto. 105 INFERNO 24
che la fenice more e poi rinasce, 107 INFERNO 24
ma sol d'incenso lagrime e d'amomo, 110 INFERNO 24
e nardo e mirra son l'ultime fasce. 111 INFERNO 24
e nardo e mirra son l'ultime fasce. 111 INFERNO 24
E qual è quel che cade, e non sa como, 112 INFERNO 24
E qual è quel che cade, e non sa como, 112 INFERNO 24
ch'elli ha sofferta, e guardando sospira: 117 INFERNO 24
Vita bestial mi piacque e non umana, 124 INFERNO 24
bestia, e Pistoia mi fu degna tana». 126 INFERNO 24
E ïo al duca: «Dilli che non mucci, 127 INFERNO 24
e domanda che colpa qua giù 'l pinse; 128 INFERNO 24
ch'io 'l vidi uomo di sangue e di crucci». 129 INFERNO 24
E 'l peccator, che 'ntese, non s'infinse, 130 INFERNO 24
ma drizzò verso me l'animo e 'l volto, 131 INFERNO 24
e di trista vergogna si dipinse; 132 INFERNO 24
e falsamente già fu apposto altrui. 139 INFERNO 24
apri li orecchi al mio annunzio, e odi. 142 INFERNO 24
poi Fiorenza rinova gente e modi. 144 INFERNO 24
e con tempesta impetüosa e agra 147 INFERNO 24
e con tempesta impetüosa e agra 147 INFERNO 24
E detto l'ho perché doler ti debbia!». 151 INFERNO 24
e un'altra a le braccia, e rilegollo, 007 INFERNO 25
e un'altra a le braccia, e rilegollo, 007 INFERNO 25
e io vidi un centauro pien di rabbia 017 INFERNO 25
e quello affuoca qualunque s'intoppa. 024 INFERNO 25
gliene diè cento, e non sentì le diece». 033 INFERNO 25
e tre spiriti venner sotto noi, 035 INFERNO 25
e intendemmo pur ad essi poi. 039 INFERNO 25
e un serpente con sei piè si lancia 050 INFERNO 25
dinanzi a l'uno, e tutto a lui s'appiglia. 051 INFERNO 25
e con li anterïor le braccia prese; 053 INFERNO 25
poi li addentò e l'una e l'altra guancia; 054 INFERNO 25
poi li addentò e l'una e l'altra guancia; 054 INFERNO 25
e miseli la coda tra 'mbedue 056 INFERNO 25
e dietro per le ren sù la ritese. 057 INFERNO 25
fossero stati, e mischiar lor colore, 062 INFERNO 25
che non è nero ancora e 'l bianco more. 066 INFERNO 25
Li altri due 'l riguardavano, e ciascuno 067 INFERNO 25
le cosce con le gambe e 'l ventre e 'l casso 074 INFERNO 25
le cosce con le gambe e 'l ventre e 'l casso 074 INFERNO 25
due e nessun l'imagine perversa 077 INFERNO 25
parea; e tal sen gio con lento passo. 078 INFERNO 25
livido e nero come gran di pepe; 084 INFERNO 25
e quella parte onde prima è preso 085 INFERNO 25
Elli 'l serpente e quei lui riguardava; 091 INFERNO 25
l'un per la piaga e l'altro per la bocca 092 INFERNO 25
fummavan forte, e 'l fummo si scontrava. 093 INFERNO 25
Taccia Lucano ormai là dov' e' tocca 094 INFERNO 25
del misero Sabello e di Nasidio, 095 INFERNO 25
e attenda a udir quel ch'or si scocca. 096 INFERNO 25
Taccia di Cadmo e d'Aretusa Ovidio, 097 INFERNO 25
ché se quello in serpente e quella in fonte 098 INFERNO 25
e 'l feruto ristrinse insieme l'orme. 105 INFERNO 25
che si perdeva là, e la sua pelle 110 INFERNO 25
si facea molle, e quella di là dura. 111 INFERNO 25
e i due piè de la fiera, ch'eran corti, 113 INFERNO 25
e 'l misero del suo n'avea due porti. 117 INFERNO 25
Mentre che 'l fummo l'uno e l'altro vela 118 INFERNO 25
di color novo, e genera 'l pel suso 119 INFERNO 25
per l'una parte e da l'altra il dipela, 120 INFERNO 25
l'un si levò e l'altro cadde giuso, 121 INFERNO 25
e di troppa matera ch'in là venne 125 INFERNO 25
ciò che non corse in dietro e si ritenne 127 INFERNO 25
e le labbra ingrossò quanto convenne. 129 INFERNO 25
e li orecchi ritira per la testa 131 INFERNO 25
e la lingua, ch'avëa unita e presta 133 INFERNO 25
e la lingua, ch'avëa unita e presta 133 INFERNO 25
prima a parlar, si fende, e la forcuta 134 INFERNO 25
ne l'altro si richiude; e 'l fummo resta. 135 INFERNO 25
e l'altro dietro a lui parlando sputa. 138 INFERNO 25
e disse a l'altro: «I' vo' che Buoso corra, 140 INFERNO 25
mutare e trasmutare; e qui mi scusi 143 INFERNO 25
mutare e trasmutare; e qui mi scusi 143 INFERNO 25
E avvegna che li occhi miei confusi 145 INFERNO 25
fossero alquanto e l'animo smagato, 146 INFERNO 25
che per mare e per terra batti l'ali, 002 INFERNO 26
e per lo 'nferno tuo nome si spande! 003 INFERNO 26
e tu in grande orranza non ne sali. 006 INFERNO 26
E se già fosse, non saria per tempo. 010 INFERNO 26
Noi ci partimmo, e su per le scalee 013 INFERNO 26
rimontò 'l duca mio e trasse mee; 015 INFERNO 26
e proseguendo la solinga via, 016 INFERNO 26
tra le schegge e tra ' rocchi de lo scoglio 017 INFERNO 26
Allor mi dolsi, e ora mi ridoglio 019 INFERNO 26
e più lo 'ngegno affreno ch'i' non soglio, 021 INFERNO 26
forse colà dov' e' vendemmia e ara: 030 INFERNO 26
forse colà dov' e' vendemmia e ara: 030 INFERNO 26
E qual colui che si vengiò con li orsi 034 INFERNO 26
e ogne fiamma un peccatore invola. 042 INFERNO 26
E 'l duca che mi vide tanto atteso, 046 INFERNO 26
che così fosse, e già voleva dirti: 051 INFERNO 26
Ulisse e Dïomede, e così insieme 056 INFERNO 26
Ulisse e Dïomede, e così insieme 056 INFERNO 26
e dentro da la lor fiamma si geme 058 INFERNO 26
e del Palladio pena vi si porta». 063 INFERNO 26
e ripriego, che 'l priego vaglia mille, 066 INFERNO 26
di molta loda, e io però l'accetto; 071 INFERNO 26
perch' e' fuor greci, forse del tuo detto». 075 INFERNO 26
dove parve al mio duca tempo e loco, 077 INFERNO 26
indi la cima qua e là menando, 088 INFERNO 26
gittò voce di fuori e disse: «Quando 090 INFERNO 26
e de li vizi umani e del valore; 099 INFERNO 26
e de li vizi umani e del valore; 099 INFERNO 26
sol con un legno e con quella compagna 101 INFERNO 26
L'un lito e l'altro vidi infin la Spagna, 103 INFERNO 26
fin nel Morrocco, e l'isola d'i Sardi, 104 INFERNO 26
e l'altre che quel mare intorno bagna. 105 INFERNO 26
Io e ' compagni eravam vecchi e tardi 106 INFERNO 26
Io e ' compagni eravam vecchi e tardi 106 INFERNO 26
ma per seguir virtute e canoscenza". 120 INFERNO 26
e volta nostra poppa nel mattino, 124 INFERNO 26
vedea la notte, e 'l nostro tanto basso, 128 INFERNO 26
Cinque volte racceso e tante casso 130 INFERNO 26
per la distanza, e parvemi alta tanto 134 INFERNO 26
Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto; 136 INFERNO 26
e percosse del legno il primo canto. 138 INFERNO 26
e la prora ire in giù, com' altrui piacque, 141 INFERNO 26
Già era dritta in sù la fiamma e queta 001 INFERNO 27
per non dir più, e già da noi sen gia 002 INFERNO 27
col pianto di colui, e ciò fu dritto, 008 INFERNO 27
la voce e che parlavi mo lombardo, 020 INFERNO 27
vedi che non incresce a me, e ardo! 024 INFERNO 27
e 'l giogo di che Tever si diserra». 030 INFERNO 27
Io era in giuso ancora attento e chino, 031 INFERNO 27
E io, ch'avea già pronta la risposta, 034 INFERNO 27
Romagna tua non è, e non fu mai, 037 INFERNO 27
e di Franceschi sanguinoso mucchio, 044 INFERNO 27
E 'l mastin vecchio e 'l nuovo da Verrucchio, 046 INFERNO 27
E 'l mastin vecchio e 'l nuovo da Verrucchio, 046 INFERNO 27
Le città di Lamone e di Santerno 049 INFERNO 27
E quella cu' il Savio bagna il fianco, 052 INFERNO 27
così com' ella sie' tra 'l piano e 'l monte, 053 INFERNO 27
tra tirannia si vive e stato franco. 054 INFERNO 27
di qua, di là, e poi diè cotal fiato: 060 INFERNO 27
Io fui uom d'arme, e poi fui cordigliero, 067 INFERNO 27
e certo il creder mio venìa intero, 069 INFERNO 27
e come e quare, voglio che m'intenda. 072 INFERNO 27
e come e quare, voglio che m'intenda. 072 INFERNO 27
Mentre ch'io forma fui d'ossa e di polpe 073 INFERNO 27
Li accorgimenti e le coperte vie 076 INFERNO 27
io seppi tutte, e sì menai lor arte, 077 INFERNO 27
calar le vele e raccoglier le sarte, 081 INFERNO 27
e pentuto e confesso mi rendei; 083 INFERNO 27
e pentuto e confesso mi rendei; 083 INFERNO 27
ahi miser lasso! e giovato sarebbe. 084 INFERNO 27
e non con Saracin né con Giudei, 087 INFERNO 27
e nessun era stato a vincer Acri 089 INFERNO 27
domandommi consiglio, e io tacetti 098 INFERNO 27
E' poi ridisse: "Tuo cuor non sospetti; 100 INFERNO 27
finor t'assolvo, e tu m'insegna fare 101 INFERNO 27
Lo ciel poss' io serrare e diserrare, 103 INFERNO 27
e dissi: "Padre, da che tu mi lavi 108 INFERNO 27
né pentere e volere insieme puossi 119 INFERNO 27
A Minòs mi portò; e quelli attorse 124 INFERNO 27
e poi che per gran rabbia la si morse, 126 INFERNO 27
e sì vestito, andando, mi rancuro». 129 INFERNO 27
torcendo e dibattendo 'l corno aguto. 132 INFERNO 27
Noi passamm' oltre, e io e 'l duca mio, 133 INFERNO 27
Noi passamm' oltre, e io e 'l duca mio, 133 INFERNO 27
dicer del sangue e de le piaghe a pieno 002 INFERNO 28
per lo nostro sermone e per la mente 005 INFERNO 28
per li Troiani e per la lunga guerra 010 INFERNO 28
e l'altra il cui ossame ancor s'accoglie 015 INFERNO 28
ciascun Pugliese, e là da Tagliacozzo, 017 INFERNO 28
e qual forato suo membro e qual mozzo 019 INFERNO 28
e qual forato suo membro e qual mozzo 019 INFERNO 28
la corata pareva e 'l tristo sacco 026 INFERNO 28
guardommi e con le man s'aperse il petto, 029 INFERNO 28
E tutti li altri che tu vedi qui, 034 INFERNO 28
seminator di scandalo e di scisma 035 INFERNO 28
fuor vivi, e però son fessi così. 036 INFERNO 28
e quest' è ver così com' io ti parlo». 051 INFERNO 28
e tronco 'l naso infin sotto le ciglia, 065 INFERNO 28
e non avea mai ch'una orecchia sola, 066 INFERNO 28
e disse: «O tu cui colpa non condanna 070 INFERNO 28
e cu' io vidi su in terra latina, 071 INFERNO 28
E fa saper a' due miglior da Fano, 076 INFERNO 28
a messer Guido e anco ad Angiolello, 077 INFERNO 28
e mazzerati presso a la Cattolica 080 INFERNO 28
Tra l'isola di Cipri e di Maiolica 082 INFERNO 28
e tien la terra che tale qui meco 086 INFERNO 28
E io a lui: «Dimostrami e dichiara, 091 INFERNO 28
E io a lui: «Dimostrami e dichiara, 091 INFERNO 28
d'un suo compagno e la bocca li aperse, 095 INFERNO 28
gridando: «Questi è desso, e non favella. 096 INFERNO 28
E un ch'avea l'una e l'altra man mozza, 103 INFERNO 28
E un ch'avea l'una e l'altra man mozza, 103 INFERNO 28
E io li aggiunsi: «E morte di tua schiatta»; 109 INFERNO 28
E io li aggiunsi: «E morte di tua schiatta»; 109 INFERNO 28
sen gio come persona trista e matta. 111 INFERNO 28
e vidi cosa ch'io avrei paura, 113 INFERNO 28
Io vidi certo, e ancor par ch'io 'l veggia, 118 INFERNO 28
e 'l capo tronco tenea per le chiome, 121 INFERNO 28
e quel mirava noi e dicea: «Oh me!». 123 INFERNO 28
e quel mirava noi e dicea: «Oh me!». 123 INFERNO 28
ed eran due in uno e uno in due; 125 INFERNO 28
E perché tu di me novella porti, 133 INFERNO 28
Io feci il padre e 'l figlio in sé ribelli; 136 INFERNO 28
e di Davìd coi malvagi punzelli. 138 INFERNO 28
La molta gente e le diverse piaghe 001 INFERNO 29
E già la luna è sotto i nostri piedi; 010 INFERNO 29
e altro è da veder che tu non vedi». 012 INFERNO 29
Parte sen giva, e io retro li andava, 016 INFERNO 29
e soggiugnendo: «Dentro a quella cava 018 INFERNO 29
mostrarti e minacciar forte col dito, 026 INFERNO 29
e udi' 'l nominar Geri del Bello. 027 INFERNO 29
e in ciò m'ha el fatto a sé più pio». 036 INFERNO 29
di Valdichiana tra 'l luglio e 'l settembre 047 INFERNO 29
e di Maremma e di Sardigna i mali 048 INFERNO 29
e di Maremma e di Sardigna i mali 048 INFERNO 29
tal era quivi, e tal puzzo n'usciva 050 INFERNO 29
e allor fu la mia vista più viva 054 INFERNO 29
cascaron tutti, e poi le genti antiche, 062 INFERNO 29
Qual sovra 'l ventre e qual sovra le spalle 067 INFERNO 29
l'un de l'altro giacea, e qual carpone 068 INFERNO 29
guardando e ascoltando li ammalati, 071 INFERNO 29
e non vidi già mai menare stregghia 076 INFERNO 29
e sì traevan giù l'unghie la scabbia, 082 INFERNO 29
«e che fai d'esse talvolta tanaglie, 087 INFERNO 29
E 'l duca disse: «I' son un che discendo 094 INFERNO 29
e di mostrar lo 'nferno a lui intendo». 096 INFERNO 29
e tremando ciascuno a me si volse 098 INFERNO 29
e io incominciai, poscia ch'ei volse: 102 INFERNO 29
ditemi chi voi siete e di che genti; 106 INFERNO 29
la vostra sconcia e fastidiosa pena 107 INFERNO 29
«Io fui d'Arezzo, e Albero da Siena», 109 INFERNO 29
e quei, ch'avea vaghezza e senno poco, 114 INFERNO 29
e quei, ch'avea vaghezza e senno poco, 114 INFERNO 29
volle ch'i' li mostrassi l'arte; e solo 115 INFERNO 29
E io dissi al poeta: «Or fu già mai 121 INFERNO 29
e Niccolò che la costuma ricca 127 INFERNO 29
e tra'ne la brigata in che disperse 130 INFERNO 29
Caccia d'Ascian la vigna e la gran fonda, 131 INFERNO 29
e l'Abbagliato suo senno proferse. 132 INFERNO 29
e te dee ricordar, se ben t'adocchio, 138 INFERNO 29
come mostrò una e altra fïata, 003 INFERNO 30
la leonessa e ' leoncini al varco»; 008 INFERNO 30
e poi distese i dispietati artigli, 009 INFERNO 30
e rotollo e percosselo ad un sasso; 011 INFERNO 30
e rotollo e percosselo ad un sasso; 011 INFERNO 30
e quella s'annegò con l'altro carco. 012 INFERNO 30
E quando la fortuna volse in basso 013 INFERNO 30
Ecuba trista, misera e cattiva, 016 INFERNO 30
e del suo Polidoro in su la riva 018 INFERNO 30
quant' io vidi in due ombre smorte e nude, 025 INFERNO 30
L'una giunse a Capocchio, e in sul nodo 028 INFERNO 30
E l'Aretin che rimase, tremando 031 INFERNO 30
e va rabbioso altrui così conciando». 033 INFERNO 30
testando e dando al testamento norma». 045 INFERNO 30
E poi che i due rabbiosi fuor passati 046 INFERNO 30
l'un verso 'l mento e l'altro in sù rinverte. 057 INFERNO 30
e non so io perché, nel mondo gramo», 059 INFERNO 30
diss' elli a noi, «guardate e attendete 060 INFERNO 30
e ora, lasso!, un gocciol d'acqua bramo. 063 INFERNO 30
faccendo i lor canali freddi e molli, 066 INFERNO 30
sempre mi stanno innanzi, e non indarno, 067 INFERNO 30
e men d'un mezzo di traverso non ci ha. 087 INFERNO 30
e' m'indussero a batter li fiorini 089 INFERNO 30
E io a lui: «Chi son li due tapini 091 INFERNO 30
«Qui li trovai--e poi volta non dierno--», 094 INFERNO 30
e non credo che dieno in sempiterno. 096 INFERNO 30
E l'un di lor, che si recò a noia 100 INFERNO 30
e mastro Adamo li percosse il volto 104 INFERNO 30
ma sì e più l'avei quando coniavi». 111 INFERNO 30
E l'idropico: «Tu di' ver di questo: 112 INFERNO 30
«S'io dissi falso, e tu falsasti il conio», 115 INFERNO 30
disse Sinon; «e son qui per un fallo, 116 INFERNO 30
e tu per più ch'alcun altro demonio!». 117 INFERNO 30
«e sieti reo che tutto il mondo sallo!». 120 INFERNO 30
«E te sia rea la sete onde ti crepa», 121 INFERNO 30
disse 'l Greco, «la lingua, e l'acqua marcia 122 INFERNO 30
ché, s'i' ho sete e omor mi rinfarcia, 126 INFERNO 30
tu hai l'arsura e 'l capo che ti duole, 127 INFERNO 30
e per leccar lo specchio di Narcisso, 128 INFERNO 30
che disïava scusarmi, e scusava 140 INFERNO 30
me tuttavia, e nol mi credea fare. 141 INFERNO 30
E fa ragion ch'io ti sia sempre allato, 145 INFERNO 30
sì che mi tinse l'una e l'altra guancia, 002 INFERNO 31
e poi la medicina mi riporse; 003 INFERNO 31
d'Achille e del suo padre esser cagione 005 INFERNO 31
prima di trista e poi di buona mancia. 006 INFERNO 31
Quiv' era men che notte e men che giorno, 010 INFERNO 31
e disse: «Pria che noi siam più avanti, 029 INFERNO 31
e son nel pozzo intorno da la ripa 032 INFERNO 31
così forando l'aura grossa e scura, 037 INFERNO 31
più e più appressando ver' la sponda, 038 INFERNO 31
fuggiemi errore e cresciemi paura; 039 INFERNO 31
E io scorgeva già d'alcun la faccia, 046 INFERNO 31
le spalle e 'l petto e del ventre gran parte, 047 INFERNO 31
le spalle e 'l petto e del ventre gran parte, 047 INFERNO 31
e per le coste giù ambo le braccia. 048 INFERNO 31
E s'ella d'elefanti e di balene 052 INFERNO 31
E s'ella d'elefanti e di balene 052 INFERNO 31
più giusta e più discreta la ne tene; 054 INFERNO 31
s'aggiugne al mal volere e a la possa, 056 INFERNO 31
La faccia sua mi parea lunga e grossa 058 INFERNO 31
e a sua proporzione eran l'altre ossa; 060 INFERNO 31
E 'l duca mio ver' lui: «Anima sciocca, 070 INFERNO 31
tienti col corno, e con quel ti disfoga 071 INFERNO 31
Cércati al collo, e troverai la soga 073 INFERNO 31
e vedi lui che 'l gran petto ti doga». 075 INFERNO 31
Lasciànlo stare e non parliamo a vòto; 079 INFERNO 31
vòlti a sinistra; e al trar d'un balestro 083 INFERNO 31
trovammo l'altro assai più fero e maggio. 084 INFERNO 31
dinanzi l'altro e dietro il braccio destro 087 INFERNO 31
Fïalte ha nome, e fece le gran prove 094 INFERNO 31
E io a lui: «S'esser puote, io vorrei 097 INFERNO 31
ed è legato e fatto come questo, 104 INFERNO 31
e non v'era mestier più che la dotta, 110 INFERNO 31
e venimmo ad Anteo, che ben cinque alle, 113 INFERNO 31
e che, se fossi stato a l'alta guerra 119 INFERNO 31
mettine giù, e non ten vegna schifo, 122 INFERNO 31
però ti china e non torcer lo grifo. 126 INFERNO 31
ch'el vive, e lunga vita ancor aspetta 128 INFERNO 31
Così disse 'l maestro; e quelli in fretta 130 INFERNO 31
le man distese, e prese 'l duca mio, 131 INFERNO 31
poi fece sì ch'un fascio era elli e io. 135 INFERNO 31
di vederlo chinare, e fu tal ora 140 INFERNO 31
e come albero in nave si levò. 145 INFERNO 31
S'ïo avessi le rime aspre e chiocce, 001 INFERNO 32
e io mirava ancora a l'alto muro, 018 INFERNO 32
Per ch'io mi volsi, e vidimi davante 022 INFERNO 32
e sotto i piedi un lago che per gelo 023 INFERNO 32
avea di vetro e non d'acqua sembiante. 024 INFERNO 32
E come a gracidar si sta la rana 031 INFERNO 32
da bocca il freddo, e da li occhi il cor tristo 038 INFERNO 32
volsimi a' piedi, e vidi due sì stretti, 041 INFERNO 32
diss' io, «chi siete?». E quei piegaro i colli; 044 INFERNO 32
e poi ch'ebber li visi a me eretti, 045 INFERNO 32
gocciar su per le labbra, e 'l gelo strinse 047 INFERNO 32
le lagrime tra essi e riserrolli. 048 INFERNO 32
E un ch'avea perduti ambo li orecchi 052 INFERNO 32
del padre loro Alberto e di lor fue. 057 INFERNO 32
D'un corpo usciro; e tutta la Caina 058 INFERNO 32
potrai cercare, e non troverai ombra 059 INFERNO 32
non quelli a cui fu rotto il petto e l'ombra 061 INFERNO 32
e fu nomato Sassol Mascheroni; 065 INFERNO 32
E perché non mi metti in più sermoni, 067 INFERNO 32
e aspetto Carlin che mi scagioni». 069 INFERNO 32
e verrà sempre, de' gelati guazzi. 072 INFERNO 32
E mentre ch'andavamo inver' lo mezzo 073 INFERNO 32
e io tremava ne l'etterno rezzo; 075 INFERNO 32
E io: «Maestro mio, or qui m'aspetta, 082 INFERNO 32
Lo duca stette, e io dissi a colui 085 INFERNO 32
«Vivo son io, e caro esser ti puote», 091 INFERNO 32
Lèvati quinci e non mi dar più lagna, 095 INFERNO 32
e dissi: «El converrà che tu ti nomi, 098 INFERNO 32
e tratti glien' avea più d'una ciocca, 104 INFERNO 32
«Va via», rispuose, «e ciò che tu vuoi conta; 112 INFERNO 32
più là con Ganellone e Tebaldello, 122 INFERNO 32
e come 'l pan per fame si manduca, 127 INFERNO 32
che quei faceva il teschio e l'altre cose. 132 INFERNO 32
sappiendo chi voi siete e la sua pecca, 137 INFERNO 32
parlar e lagrimar vedrai insieme. 009 INFERNO 33
e questi è l'arcivescovo Ruggieri: 014 INFERNO 33
e poscia morto, dir non è mestieri; 018 INFERNO 33
udirai, e saprai s'e' m'ha offeso. 021 INFERNO 33
udirai, e saprai s'e' m'ha offeso. 021 INFERNO 33
e che conviene ancor ch'altrui si chiuda, 024 INFERNO 33
Questi pareva a me maestro e donno, 028 INFERNO 33
cacciando il lupo e ' lupicini al monte 029 INFERNO 33
Con cagne magre, studïose e conte 031 INFERNO 33
Gualandi con Sismondi e con Lanfranchi 032 INFERNO 33
lo padre e ' figli, e con l'agute scane 035 INFERNO 33
lo padre e ' figli, e con l'agute scane 035 INFERNO 33
ch'eran con meco, e dimandar del pane. 039 INFERNO 33
e se non piangi, di che pianger suoli? 042 INFERNO 33
Già eran desti, e l'ora s'appressava 043 INFERNO 33
e per suo sogno ciascun dubitava; 045 INFERNO 33
e io senti' chiavar l'uscio di sotto 046 INFERNO 33
piangevan elli; e Anselmuccio mio 050 INFERNO 33
nel doloroso carcere, e io scorsi 056 INFERNO 33
e disser: "Padre, assai ci fia men doglia 061 INFERNO 33
queste misere carni, e tu le spoglia". 063 INFERNO 33
lo dì e l'altro stemmo tutti muti; 065 INFERNO 33
Quivi morì; e come tu mi vedi, 070 INFERNO 33
tra 'l quinto dì e 'l sesto; ond' io mi diedi, 072 INFERNO 33
e due dì li chiamai, poi che fur morti. 074 INFERNO 33
muovasi la Capraia e la Gorgona, 082 INFERNO 33
e faccian siepe ad Arno in su la foce, 083 INFERNO 33
novella Tebe, Uguiccione e 'l Brigata 089 INFERNO 33
e li altri due che 'l canto suso appella. 090 INFERNO 33
e 'l duol che truova in su li occhi rintoppo, 095 INFERNO 33
e sì come visiere di cristallo, 098 INFERNO 33
E avvegna che, sì come d'un callo, 100 INFERNO 33
E un de' tristi de la fredda crosta 109 INFERNO 33
dimmi chi se', e s'io non ti disbrigo, 116 INFERNO 33
E perché tu più volentier mi rade 127 INFERNO 33
e forse pare ancor lo corpo suso 134 INFERNO 33
elli è ser Branca Doria, e son più anni 137 INFERNO 33
e mangia e bee e dorme e veste panni». 141 INFERNO 33
e mangia e bee e dorme e veste panni». 141 INFERNO 33
e mangia e bee e dorme e veste panni». 141 INFERNO 33
e mangia e bee e dorme e veste panni». 141 INFERNO 33
aprimi li occhi». E io non gliel' apersi; 149 INFERNO 33
e cortesia fu lui esser villano. 150 INFERNO 33
d'ogne costume e pien d'ogne magagna, 152 INFERNO 33
e in corpo par vivo ancor di sopra. 157 INFERNO 33
Già era, e con paura il metto in metro, 010 INFERNO 34
e trasparien come festuca in vetro. 012 INFERNO 34
quella col capo e quella con le piante; 014 INFERNO 34
d'innanzi mi si tolse e fé restarmi, 019 INFERNO 34
Com' io divenni allor gelato e fioco, 022 INFERNO 34
Io non mori' e non rimasi vivo; 025 INFERNO 34
qual io divenni, d'uno e d'altro privo. 027 INFERNO 34
e più con un gigante io mi convegno, 030 INFERNO 34
e contra 'l suo fattore alzò le ciglia, 035 INFERNO 34
L'una dinanzi, e quella era vermiglia; 039 INFERNO 34
e sé giugnieno al loco de la cresta: 042 INFERNO 34
e la destra parea tra bianca e gialla; 043 INFERNO 34
e la destra parea tra bianca e gialla; 043 INFERNO 34
era lor modo; e quelle svolazzava, 050 INFERNO 34
Con sei occhi piangëa, e per tre menti 053 INFERNO 34
gocciava 'l pianto e sanguinosa bava. 054 INFERNO 34
che 'l capo ha dentro e fuor le gambe mena. 063 INFERNO 34
vedi come si storce, e non fa motto!; 066 INFERNO 34
e l'altro è Cassio, che par sì membruto. 067 INFERNO 34
Ma la notte risurge, e oramai 068 INFERNO 34
ed el prese di tempo e loco poste, 071 INFERNO 34
e quando l'ali fuoro aperte assai, 072 INFERNO 34
tra 'l folto pelo e le gelate croste. 075 INFERNO 34
lo duca, con fatica e con angoscia, 078 INFERNO 34
e aggrappossi al pel com' om che sale, 080 INFERNO 34
e puose me in su l'orlo a sedere; 086 INFERNO 34
Io levai li occhi e credetti vedere 088 INFERNO 34
e vidili le gambe in sù tenere; 090 INFERNO 34
e s'io divenni allora travagliato, 091 INFERNO 34
la via è lunga e 'l cammino è malvagio, 095 INFERNO 34
e già il sole a mezza terza riede». 096 INFERNO 34
ch'avea mal suolo e di lume disagio. 099 INFERNO 34
ov' è la ghiaccia? e questi com' è fitto 103 INFERNO 34
sì sottosopra? e come, in sì poc' ora, 104 INFERNO 34
E se' or sotto l'emisperio giunto 112 INFERNO 34
coverchia, e sotto 'l cui colmo consunto 114 INFERNO 34
fu l'uom che nacque e visse sanza pecca; 115 INFERNO 34
e questi, che ne fé scala col pelo, 119 INFERNO 34
e la terra, che pria di qua si sporse, 122 INFERNO 34
e venne a l'emisperio nostro; e forse 124 INFERNO 34
e venne a l'emisperio nostro; e forse 124 INFERNO 34
quella ch'appar di qua, e sù ricorse». 126 INFERNO 34
col corso ch'elli avvolge, e poco pende. 132 INFERNO 34
Lo duca e io per quel cammino ascoso 133 INFERNO 34
e sanza cura aver d'alcun riposo, 135 INFERNO 34
salimmo sù, el primo e io secondo, 136 INFERNO 34
E quindi uscimmo a riveder le stelle. 139 INFERNO 34
e canterò di quel secondo regno 004 PGTORIO 01
e di salire al ciel diventa degno. 006 PGTORIO 01
e qui Calïopè alquanto surga, 009 PGTORIO 01
che m'avea contristati li occhi e 'l petto. 018 PGTORIO 01
I' mi volsi a man destra, e puosi mente 022 PGTORIO 01
a l'altro polo, e vidi quattro stelle 023 PGTORIO 01
Lunga la barba e di pel bianco mista 034 PGTORIO 01
e con parole e con mani e con cenni 050 PGTORIO 01
e con parole e con mani e con cenni 050 PGTORIO 01
e con parole e con mani e con cenni 050 PGTORIO 01
reverenti mi fé le gambe e 'l ciglio. 051 PGTORIO 01
per lui campare; e non lì era altra via 062 PGTORIO 01
e ora intendo mostrar quelli spirti 065 PGTORIO 01
conducerlo a vederti e a udirti. 069 PGTORIO 01
ché questi vive e Minòs me non lega; 077 PGTORIO 01
Ma se donna del ciel ti move e regge, 091 PGTORIO 01
Va dunque, e fa che tu costui ricinghe 094 PGTORIO 01
d'un giunco schietto e che li lavi 'l viso, 095 PGTORIO 01
Così sparì; e io sù mi levai 109 PGTORIO 01
sanza parlare, e tutto mi ritrassi 110 PGTORIO 01
al duca mio, e li occhi a lui drizzai. 111 PGTORIO 01
e la notte, che opposita a lui cerchia, 004 PGTORIO 02
sì che le bianche e le vermiglie guance, 007 PGTORIO 02
che va col cuore e col corpo dimora. 012 PGTORIO 02
rividil più lucente e maggior fatto. 021 PGTORIO 02
un non sapeva che bianco, e di sotto 023 PGTORIO 02
Poi, come più e più verso noi venne 037 PGTORIO 02
ma chinail giuso; e quei sen venne a riva 040 PGTORIO 02
con un vasello snelletto e leggero, 041 PGTORIO 02
e più di cento spirti entro sediero. 045 PGTORIO 02
E Virgilio rispuose: «Voi credete 061 PGTORIO 02
per altra via, che fu sì aspra e forte, 065 PGTORIO 02
E come a messagger che porta ulivo 070 PGTORIO 02
e di calcar nessun si mostra schivo, 072 PGTORIO 02
e tante mi tornai con esse al petto. 081 PGTORIO 02
per che l'ombra sorrise e si ritrasse, 083 PGTORIO 02
e io, seguendo lei, oltre mi pinsi. 084 PGTORIO 02
allor conobbi chi era, e pregai 086 PGTORIO 02
se quei che leva quando e cui li piace, 095 PGTORIO 02
E io: «Se nuova legge non ti toglie 106 PGTORIO 02
Lo mio maestro e io e quella gente 115 PGTORIO 02
Lo mio maestro e io e quella gente 115 PGTORIO 02
Noi eravam tutti fissi e attenti 118 PGTORIO 02
lasciar lo canto, e fuggir ver' la costa, 131 PGTORIO 02
e come sare' io sanza lui corso? 005 PGTORIO 03
o dignitosa coscïenza e netta, 008 PGTORIO 03
e diedi 'l viso mio incontr' al poggio 014 PGTORIO 03
e 'l mio conforto: «Perché pur diffidi?», 022 PGTORIO 03
«non credi tu me teco e ch'io ti guidi? 024 PGTORIO 03
Napoli l'ha, e da Brandizio è tolto. 027 PGTORIO 03
A sofferir tormenti, caldi e geli 031 PGTORIO 03
e disïar vedeste sanza frutto 040 PGTORIO 03
io dico d'Aristotile e di Plato 043 PGTORIO 03
e di molt' altri»; e qui chinò la fronte, 044 PGTORIO 03
e di molt' altri»; e qui chinò la fronte, 044 PGTORIO 03
e più non disse, e rimase turbato. 045 PGTORIO 03
e più non disse, e rimase turbato. 045 PGTORIO 03
Tra Lerice e Turbìa la più diserta, 049 PGTORIO 03
verso di quella, agevole e aperta. 051 PGTORIO 03
E mentre ch'e' tenendo 'l viso basso 055 PGTORIO 03
E mentre ch'e' tenendo 'l viso basso 055 PGTORIO 03
e io mirava suso intorno al sasso, 057 PGTORIO 03
e non pareva, sì venïan lente. 060 PGTORIO 03
Guardò allora, e con libero piglio 064 PGTORIO 03
e tu ferma la spene, dolce figlio». 066 PGTORIO 03
de l'alta ripa, e stetter fermi e stretti 071 PGTORIO 03
de l'alta ripa, e stetter fermi e stretti 071 PGTORIO 03
a una, a due, a tre, e l'altre stanno 080 PGTORIO 03
timidette atterrando l'occhio e 'l muso; 081 PGTORIO 03
e ciò che fa la prima, e l'altre fanno, 082 PGTORIO 03
e ciò che fa la prima, e l'altre fanno, 082 PGTORIO 03
semplici e quete, e lo 'mperché non sanno; 084 PGTORIO 03
semplici e quete, e lo 'mperché non sanno; 084 PGTORIO 03
pudica in faccia e ne l'andare onesta. 087 PGTORIO 03
restaro, e trasser sé in dietro alquanto, 091 PGTORIO 03
e tutti li altri che venieno appresso, 092 PGTORIO 03
Così 'l maestro; e quella gente degna 100 PGTORIO 03
E un di loro incominciò: «Chiunque 103 PGTORIO 03
Io mi volsi ver' lui e guardail fiso: 106 PGTORIO 03
biondo era e bello e di gentile aspetto, 107 PGTORIO 03
biondo era e bello e di gentile aspetto, 107 PGTORIO 03
e mostrommi una piaga a sommo 'l petto. 111 PGTORIO 03
de l'onor di Cicilia e d'Aragona, 116 PGTORIO 03
e dichi 'l vero a lei, s'altro si dice. 117 PGTORIO 03
Or le bagna la pioggia e move il vento 130 PGTORIO 03
dov' e' le trasmutò a lume spento. 132 PGTORIO 03
come m'hai visto, e anco esto divieto; 144 PGTORIO 03
e questo è contra quello error che crede 005 PGTORIO 04
E però, quando s'ode cosa o vede 007 PGTORIO 04
vassene 'l tempo e l'uom non se n'avvede; 009 PGTORIO 04
e altra è quella c'ha l'anima intera: 011 PGTORIO 04
questa è quasi legata e quella è sciolta. 012 PGTORIO 04
udendo quello spirto e ammirando; 014 PGTORIO 04
lo sole, e io non m'era accorto, quando 016 PGTORIO 04
lo duca mio, e io appresso, soli, 023 PGTORIO 04
Vassi in Sanleo e discendesi in Noli, 025 PGTORIO 04
montasi su in Bismantova e 'n Cacume 026 PGTORIO 04
dico con l'ale snelle e con le piume 028 PGTORIO 04
che speranza mi dava e facea lume. 030 PGTORIO 04
e d'ogne lato ne stringea lo stremo, 032 PGTORIO 04
e piedi e man volea il suol di sotto. 033 PGTORIO 04
e piedi e man volea il suol di sotto. 033 PGTORIO 04
e la costa superba più assai 041 PGTORIO 04
«O dolce padre, volgiti, e rimira 044 PGTORIO 04
poscia li alzai al sole, e ammirava 056 PGTORIO 04
ove tra noi e Aquilone intrava. 060 PGTORIO 04
Ond' elli a me: «Se Castore e Poluce 061 PGTORIO 04
che sù e giù del suo lume conduce, 063 PGTORIO 04
e diversi emisperi; onde la strada 071 PGTORIO 04
e che sempre riman tra 'l sole e 'l verno, 081 PGTORIO 04
e che sempre riman tra 'l sole e 'l verno, 081 PGTORIO 04
e quant' om più va sù, e men fa male. 090 PGTORIO 04
e quant' om più va sù, e men fa male. 090 PGTORIO 04
Più non rispondo, e questo so per vero». 096 PGTORIO 04
E com' elli ebbe sua parola detta, 097 PGTORIO 04
e vedemmo a mancina un gran petrone, 101 PGTORIO 04
Là ci traemmo; e ivi eran persone 103 PGTORIO 04
E un di lor, che mi sembiava lasso, 106 PGTORIO 04
sedeva e abbracciava le ginocchia, 107 PGTORIO 04
Allor si volse a noi e puose mente, 112 PGTORIO 04
e disse: «Or va tu sù, che se' valente!». 114 PGTORIO 04
Conobbi allor chi era, e quella angoscia 115 PGTORIO 04
non m'impedì l'andare a lui; e poscia 117 PGTORIO 04
Li atti suoi pigri e le corte parole 121 PGTORIO 04
E già il poeta innanzi mi saliva, 136 PGTORIO 04
e dicea: «Vienne omai; vedi ch'è tocco 137 PGTORIO 04
meridïan dal sole e a la riva 138 PGTORIO 04
e seguitava l'orme del mio duca, 002 PGTORIO 05
e come vivo par che si conduca!». 006 PGTORIO 05
e vidile guardar per maraviglia 008 PGTORIO 05
pur me, pur me, e 'l lume ch'era rotto. 009 PGTORIO 05
Vien dietro a me, e lascia dir le genti: 013 PGTORIO 05
E 'ntanto per la costa di traverso 022 PGTORIO 05
mutar lor canto in un «oh!» lungo e roco; 027 PGTORIO 05
e due di loro, in forma di messaggi, 028 PGTORIO 05
corsero incontr' a noi e dimandarne: 029 PGTORIO 05
E 'l mio maestro: «Voi potete andarne 031 PGTORIO 05
e ritrarre a color che vi mandaro 032 PGTORIO 05
e, giunti là, con li altri a noi dier volta, 041 PGTORIO 05
e vegnonti a pregar», disse 'l poeta: 044 PGTORIO 05
«però pur va, e in andando ascolta». 045 PGTORIO 05
e peccatori infino a l'ultima ora; 053 PGTORIO 05
sì che, pentendo e perdonando, fora 055 PGTORIO 05
E io: «Perché ne' vostri visi guati, 058 PGTORIO 05
voi dite, e io farò per quella pace 061 PGTORIO 05
E uno incominciò: «Ciascun si fida 064 PGTORIO 05
che siede tra Romagna e quel di Carlo, 069 PGTORIO 05
Corsi al palude, e le cannucce e 'l braco 082 PGTORIO 05
Corsi al palude, e le cannucce e 'l braco 082 PGTORIO 05
m'impigliar sì ch'i' caddi; e lì vid' io 083 PGTORIO 05
E io a lui: «Qual forza o qual ventura 091 PGTORIO 05
fuggendo a piede e sanguinando il piano. 099 PGTORIO 05
Quivi perdei la vista e la parola; 100 PGTORIO 05
nel nome di Maria fini', e quivi 101 PGTORIO 05
caddi, e rimase la mia carne sola. 102 PGTORIO 05
Io dirò vero, e tu 'l ridì tra ' vivi: 103 PGTORIO 05
l'angel di Dio mi prese, e quel d'inferno 104 PGTORIO 05
con lo 'ntelletto, e mosse il fummo e 'l vento 113 PGTORIO 05
con lo 'ntelletto, e mosse il fummo e 'l vento 113 PGTORIO 05
di nebbia; e 'l ciel di sopra fece intento, 117 PGTORIO 05
la pioggia cadde, e a' fossati venne 119 PGTORIO 05
e come ai rivi grandi si convenne, 121 PGTORIO 05
trovò l'Archian rubesto; e quel sospinse 125 PGTORIO 05
ne l'Arno, e sciolse al mio petto la croce 126 PGTORIO 05
voltòmmi per le ripe e per lo fondo, 128 PGTORIO 05
poi di sua preda mi coperse e cinse». 129 PGTORIO 05
e riposato de la lunga via», 131 PGTORIO 05
repetendo le volte, e tristo impara; 003 PGTORIO 06
qual va dinanzi, e qual di dietro il prende, 005 PGTORIO 06
e qual dallato li si reca a mente; 006 PGTORIO 06
el non s'arresta, e questo e quello intende; 007 PGTORIO 06
el non s'arresta, e questo e quello intende; 007 PGTORIO 06
e così da la calca si difende. 009 PGTORIO 06
volgendo a loro, e qua e là, la faccia, 011 PGTORIO 06
volgendo a loro, e qua e là, la faccia, 011 PGTORIO 06
e promettendo mi sciogliea da essa. 012 PGTORIO 06
e l'altro ch'annegò correndo in caccia. 015 PGTORIO 06
Federigo Novello, e quel da Pisa 017 PGTORIO 06
Vidi conte Orso e l'anima divisa 019 PGTORIO 06
dal corpo suo per astio e per inveggia, 020 PGTORIO 06
com' e' dicea, non per colpa commisa; 021 PGTORIO 06
Pier da la Broccia dico; e qui proveggia, 022 PGTORIO 06
e questa gente prega pur di questo: 031 PGTORIO 06
e la speranza di costor non falla, 035 PGTORIO 06
e là dov' io fermai cotesto punto, 040 PGTORIO 06
che lume fia tra 'l vero e lo 'ntelletto. 045 PGTORIO 06
di questo monte, ridere e felice». 048 PGTORIO 06
E io: «Segnore, andiamo a maggior fretta, 049 PGTORIO 06
e vedi omai che 'l poggio l'ombra getta». 051 PGTORIO 06
come ti stavi altera e disdegnosa 062 PGTORIO 06
e nel mover de li occhi onesta e tarda! 063 PGTORIO 06
e nel mover de li occhi onesta e tarda! 063 PGTORIO 06
e quella non rispuose al suo dimando, 069 PGTORIO 06
ma di nostro paese e de la vita 070 PGTORIO 06
ci 'nchiese; e 'l dolce duca incominciava 071 PGTORIO 06
«Mantüa . . . », e l'ombra, tutta in sé romita, 072 PGTORIO 06
de la tua terra!»; e l'un l'altro abbracciava. 075 PGTORIO 06
e ora in te non stanno sanza guerra 082 PGTORIO 06
li vivi tuoi, e l'un l'altro si rode 083 PGTORIO 06
di quei ch'un muro e una fossa serra. 084 PGTORIO 06
le tue marine, e poi ti guarda in seno, 086 PGTORIO 06
e lasciar seder Cesare in la sella, 092 PGTORIO 06
costei ch'è fatta indomita e selvaggia, 098 PGTORIO 06
e dovresti inforcar li suoi arcioni, 099 PGTORIO 06
sovra 'l tuo sangue, e sia novo e aperto, 101 PGTORIO 06
sovra 'l tuo sangue, e sia novo e aperto, 101 PGTORIO 06
Ch'avete tu e 'l tuo padre sofferto, 103 PGTORIO 06
Vieni a veder Montecchi e Cappelletti, 106 PGTORIO 06
Monaldi e Filippeschi, uom sanza cura: 107 PGTORIO 06
color già tristi, e questi con sospetti! 108 PGTORIO 06
Vien, crudel, vieni, e vedi la pressura 109 PGTORIO 06
d'i tuoi gentili, e cura lor magagne; 110 PGTORIO 06
e vedrai Santafior com' è oscura! 111 PGTORIO 06
vedova e sola, e dì e notte chiama: 113 PGTORIO 06
vedova e sola, e dì e notte chiama: 113 PGTORIO 06
vedova e sola, e dì e notte chiama: 113 PGTORIO 06
e se nulla di noi pietà ti move, 116 PGTORIO 06
E se licito m'è, o sommo Giove 118 PGTORIO 06
son di tiranni, e un Marcel diventa 125 PGTORIO 06
Molti han giustizia in cuore, e tardi scocca 130 PGTORIO 06
sanza chiamare, e grida: «I' mi sobbarco!». 135 PGTORIO 06
tu ricca, tu con pace e tu con senno! 137 PGTORIO 06
Atene e Lacedemona, che fenno 139 PGTORIO 06
l'antiche leggi e furon sì civili, 140 PGTORIO 06
legge, moneta, officio e costume 146 PGTORIO 06
hai tu mutato, e rinovate membre! 147 PGTORIO 06
E se ben ti ricordi e vedi lume, 148 PGTORIO 06
E se ben ti ricordi e vedi lume, 148 PGTORIO 06
Poscia che l'accoglienze oneste e liete 001 PGTORIO 07
furo iterate tre e quattro volte, 002 PGTORIO 07
Sordel si trasse, e disse: «Voi, chi siete?». 003 PGTORIO 07
Io son Virgilio; e per null' altro rio 007 PGTORIO 07
sùbita vede ond' e' si maraviglia, 011 PGTORIO 07
che crede e non, dicendo «Ella è . . . non è . . . », 012 PGTORIO 07
tal parve quelli; e poi chinò le ciglia, 013 PGTORIO 07
e umilmente ritornò ver' lui, 014 PGTORIO 07
e abbracciòl là 've 'l minor s'appiglia. 015 PGTORIO 07
dimmi se vien d'inferno, e di qual chiostra». 021 PGTORIO 07
virtù del ciel mi mosse, e con lei vegno. 024 PGTORIO 07
e che fu tardi per me conosciuto. 027 PGTORIO 07
virtù non si vestiro, e sanza vizio 035 PGTORIO 07
conobber l'altre e seguir tutte quante. 036 PGTORIO 07
Ma se tu sai e puoi, alcuno indizio 037 PGTORIO 07
licito m'è andar suso e intorno; 041 PGTORIO 07
e andar sù di notte non si puote; 044 PGTORIO 07
e non sanza diletto ti fier note». 048 PGTORIO 07
E 'l buon Sordello in terra fregò 'l dito, 052 PGTORIO 07
e passeggiar la costa intorno errando, 059 PGTORIO 07
e là il novo giorno attenderemo». 069 PGTORIO 07
Tra erto e piano era un sentiero schembo, 070 PGTORIO 07
Oro e argento fine, cocco e biacca, 073 PGTORIO 07
Oro e argento fine, cocco e biacca, 073 PGTORIO 07
indaco, legno lucido e sereno, 074 PGTORIO 07
da l'erba e da li fior, dentr' a quel seno 076 PGTORIO 07
vi facea uno incognito e indistinto. 081 PGTORIO 07
'Salve, Regina' in sul verde e 'n su' fiori 082 PGTORIO 07
Di questo balzo meglio li atti e ' volti 088 PGTORIO 07
Colui che più siede alto e fa sembianti 091 PGTORIO 07
e che non move bocca a li altrui canti, 093 PGTORIO 07
che Molta in Albia, e Albia in mar ne porta: 099 PGTORIO 07
Ottacchero ebbe nome, e ne le fasce 100 PGTORIO 07
barbuto, cui lussuria e ozio pasce. 102 PGTORIO 07
E quel nasetto che stretto a consiglio 103 PGTORIO 07
morì fuggendo e disfiorando il giglio: 105 PGTORIO 07
Padre e suocero son del mal di Francia: 109 PGTORIO 07
sanno la vita sua viziata e lorda, 110 PGTORIO 07
e quindi viene il duol che sì li lancia. 111 PGTORIO 07
Quel che par sì membruto e che s'accorda, 112 PGTORIO 07
e se re dopo lui fosse rimaso 115 PGTORIO 07
Iacomo e Federigo hanno i reami; 119 PGTORIO 07
l'umana probitate; e questo vole 122 PGTORIO 07
onde Puglia e Proenza già si dole. 126 PGTORIO 07
quanto, più che Beatrice e Margherita, 128 PGTORIO 07
per cui e Alessandria e la sua guerra 135 PGTORIO 07
per cui e Alessandria e la sua guerra 135 PGTORIO 07
fa pianger Monferrato e Canavese». 136 PGTORIO 07
ai navicanti e 'ntenerisce il core 002 PGTORIO 08
e che lo novo peregrin d'amore 004 PGTORIO 08
l'udire e a mirare una de l'alme 008 PGTORIO 08
Ella giunse e levò ambo le palme, 010 PGTORIO 08
le uscìo di bocca e con sì dolci note, 014 PGTORIO 08
e l'altre poi dolcemente e devote 016 PGTORIO 08
e l'altre poi dolcemente e devote 016 PGTORIO 08
quasi aspettando, palido e umìle; 024 PGTORIO 08
e vidi uscir de l'alto e scender giùe 025 PGTORIO 08
e vidi uscir de l'alto e scender giùe 025 PGTORIO 08
tronche e private de le punte sue. 027 PGTORIO 08
percosse traean dietro e ventilate. 030 PGTORIO 08
e l'altro scese in l'opposita sponda, 032 PGTORIO 08
mi volsi intorno, e stretto m'accostai, 041 PGTORIO 08
E Sordello anco: «Or avvalliamo omai 043 PGTORIO 08
tra le grandi ombre, e parleremo ad esse; 044 PGTORIO 08
e fui di sotto, e vidi un che mirava 047 PGTORIO 08
e fui di sotto, e vidi un che mirava 047 PGTORIO 08
ma non sì che tra li occhi suoi e ' miei 050 PGTORIO 08
Ver' me si fece, e io ver' lui mi fei: 052 PGTORIO 08
venni stamane, e sono in prima vita, 059 PGTORIO 08
E come fu la mia risposta udita, 061 PGTORIO 08
L'uno a Virgilio e l'altro a un si volse 064 PGTORIO 08
E 'l duca mio: «Figliuol, che là sù guarde?». 088 PGTORIO 08
E io a lui: «A quelle tre facelle 089 PGTORIO 08
e queste son salite ov' eran quelle». 093 PGTORIO 08
Com' ei parlava, e Sordello a sé il trasse 094 PGTORIO 08
e drizzò il dito perché 'n là guardasse. 096 PGTORIO 08
Tra l'erba e ' fior venìa la mala striscia, 100 PGTORIO 08
volgendo ad ora ad or la testa, e 'l dosso 101 PGTORIO 08
Io non vidi, e però dicer non posso, 103 PGTORIO 08
ma vidi bene e l'uno e l'altro mosso. 105 PGTORIO 08
ma vidi bene e l'uno e l'altro mosso. 105 PGTORIO 08
fuggì 'l serpente, e li angeli dier volta, 107 PGTORIO 08
grida i segnori e grida la contrada, 125 PGTORIO 08
e io vi giuro, s'io di sopra vada, 127 PGTORIO 08
del pregio de la borsa e de la spada. 129 PGTORIO 08
Uso e natura sì la privilegia, 130 PGTORIO 08
sola va dritta e 'l mal cammin dispregia». 132 PGTORIO 08
con tutti e quattro i piè cuopre e inforca, 135 PGTORIO 08
con tutti e quattro i piè cuopre e inforca, 135 PGTORIO 08
e la notte, de' passi con che sale, 007 PGTORIO 09
e 'l terzo già chinava in giuso l'ale; 009 PGTORIO 09
là 've già tutti e cinque sedavamo. 012 PGTORIO 09
e che la mente nostra, peregrina 016 PGTORIO 09
più da la carne e men da' pensier presa, 017 PGTORIO 09
con l'ali aperte e a calare intesa; 021 PGTORIO 09
pur qui per uso, e forse d'altro loco 026 PGTORIO 09
e me rapisse suso infino al foco. 030 PGTORIO 09
Ivi parea che ella e io ardesse; 031 PGTORIO 09
e sì lo 'ncendio imaginato cosse, 032 PGTORIO 09
e non sappiendo là dove si fosse, 036 PGTORIO 09
mi fuggì 'l sonno, e diventa' ismorto, 041 PGTORIO 09
e 'l sole er' alto già più che due ore, 044 PGTORIO 09
e 'l viso m'era a la marina torto. 045 PGTORIO 09
venne una donna, e disse: "I' son Lucia; 055 PGTORIO 09
Sordel rimase e l'altre genti forme; 058 PGTORIO 09
ella ti tolse, e come 'l dì fu chiaro, 059 PGTORIO 09
sen venne suso; e io per le sue orme. 060 PGTORIO 09
poi ella e 'l sonno ad una se n'andaro». 063 PGTORIO 09
e che muta in conforto sua paura, 065 PGTORIO 09
mi cambia' io; e come sanza cura 067 PGTORIO 09
si mosse, e io di rietro inver' l'altura. 069 PGTORIO 09
la mia matera, e però con più arte 071 PGTORIO 09
vidi una porta, e tre gradi di sotto 076 PGTORIO 09
e un portier ch'ancor non facea motto. 078 PGTORIO 09
E come l'occhio più e più v'apersi, 079 PGTORIO 09
E come l'occhio più e più v'apersi, 079 PGTORIO 09
e una spada nuda avëa in mano, 082 PGTORIO 09
Là ne venimmo; e lo scaglion primaio 094 PGTORIO 09
bianco marmo era sì pulito e terso, 095 PGTORIO 09
d'una petrina ruvida e arsiccia, 098 PGTORIO 09
crepata per lo lungo e per traverso. 099 PGTORIO 09
misericordia chiesi e ch'el m'aprisse, 110 PGTORIO 09
col punton de la spada, e «Fa che lavi, 113 PGTORIO 09
e di sotto da quel trasse due chiavi. 117 PGTORIO 09
L'una era d'oro e l'altra era d'argento; 118 PGTORIO 09
pria con la bianca e poscia con la gialla 119 PGTORIO 09
d'arte e d'ingegno avanti che diserri, 125 PGTORIO 09
Da Pier le tegno; e dissemi ch'i' erri 127 PGTORIO 09
E quando fuor ne' cardini distorti 133 PGTORIO 09
che di metallo son sonanti e forti, 135 PGTORIO 09
e 'Te Deum laudamus' mi parea 140 PGTORIO 09
e s'io avesse li occhi vòlti ad essa, 005 PGTORIO 10
che si moveva e d'una e d'altra parte, 008 PGTORIO 10
che si moveva e d'una e d'altra parte, 008 PGTORIO 10
sì come l'onda che fugge e s'appressa. 009 PGTORIO 10
E questo fece i nostri passi scarsi, 013 PGTORIO 10
ma quando fummo liberi e aperti 017 PGTORIO 10
ïo stancato e amendue incerti 019 PGTORIO 10
e quanto l'occhio mio potea trar d'ale, 025 PGTORIO 10
or dal sinistro e or dal destro fianco, 026 PGTORIO 10
esser di marmo candido e addorno 031 PGTORIO 10
e avea in atto impressa esta favella 043 PGTORIO 10
Per ch'i' mi mossi col viso, e vedea 049 PGTORIO 10
per ch'io varcai Virgilio, e fe'mi presso, 053 PGTORIO 10
lo carro e ' buoi, traendo l'arca santa, 056 PGTORIO 10
Dinanzi parea gente; e tutta quanta, 058 PGTORIO 10
che v'era imaginato, li occhi e 'l naso 062 PGTORIO 10
e al sì e al no discordi fensi. 063 PGTORIO 10
e al sì e al no discordi fensi. 063 PGTORIO 10
e più e men che re era in quel caso. 066 PGTORIO 10
e più e men che re era in quel caso. 066 PGTORIO 10
sì come donna dispettosa e trista. 069 PGTORIO 10
e una vedovella li era al freno, 077 PGTORIO 10
di lagrime atteggiata e di dolore. 078 PGTORIO 10
Intorno a lui parea calcato e pieno 079 PGTORIO 10
di cavalieri, e l'aguglie ne l'oro 080 PGTORIO 10
tanto ch'i' torni»; e quella: «Segnor mio», 086 PGTORIO 10
giustizia vuole e pietà mi ritene». 093 PGTORIO 10
e per lo fabbro loro a veder care, 099 PGTORIO 10
per veder novitadi ond' e' son vaghi, 104 PGTORIO 10
e non so che, sì nel veder vaneggio». 114 PGTORIO 10
Ma guarda fiso là, e disviticchia 118 PGTORIO 10
Vero è che più e meno eran contratti 136 PGTORIO 10
secondo ch'avien più e meno a dosso; 137 PGTORIO 10
e qual più pazïenza avea ne li atti, 138 PGTORIO 10
laudato sia 'l tuo nome e 'l tuo valore 004 PGTORIO 11
E come noi lo mal ch'avem sofferto 016 PGTORIO 11
perdoniamo a ciascuno, e tu perdona 017 PGTORIO 11
benigno, e non guardar lo nostro merto. 018 PGTORIO 11
Così a sé e noi buona ramogna 025 PGTORIO 11
e lasse su per la prima cornice, 029 PGTORIO 11
di qua che dire e far per lor si puote 032 PGTORIO 11
che portar quinci, sì che, mondi e lievi, 035 PGTORIO 11
«Deh, se giustizia e pietà vi disgrievi 037 PGTORIO 11
si va più corto; e se c'è più d'un varco, 041 PGTORIO 11
con noi venite, e troverete il passo 050 PGTORIO 11
E s'io non fossi impedito dal sasso 052 PGTORIO 11
cotesti, ch'ancor vive e non si noma, 055 PGTORIO 11
e per farlo pietoso a questa soma. 057 PGTORIO 11
Io fui latino e nato d'un gran Tosco: 058 PGTORIO 11
L'antico sangue e l'opere leggiadre 061 PGTORIO 11
e sallo in Campagnatico ogne fante. 066 PGTORIO 11
Io sono Omberto; e non pur a me danno 067 PGTORIO 11
E qui convien ch'io questo peso porti 070 PGTORIO 11
e un di lor, non questi che parlava, 074 PGTORIO 11
e videmi e conobbemi e chiamava, 076 PGTORIO 11
e videmi e conobbemi e chiamava, 076 PGTORIO 11
e videmi e conobbemi e chiamava, 076 PGTORIO 11
l'onor d'Agobbio e l'onor di quell' arte 080 PGTORIO 11
l'onore è tutto or suo, e mio in parte. 084 PGTORIO 11
e ancor non sarei qui, se non fosse 089 PGTORIO 11
tener lo campo, e ora ha Giotto il grido, 095 PGTORIO 11
la gloria de la lingua; e forse è nato 098 PGTORIO 11
chi l'uno e l'altro caccerà del nido. 099 PGTORIO 11
di vento, ch'or vien quinci e or vien quindi, 101 PGTORIO 11
e muta nome perché muta lato. 102 PGTORIO 11
anzi che tu lasciassi il 'pappo' e 'l 'dindi', 105 PGTORIO 11
e ora a pena in Siena sen pispiglia, 111 PGTORIO 11
che viene e va, e quei la discolora 116 PGTORIO 11
che viene e va, e quei la discolora 116 PGTORIO 11
E io a lui: «Tuo vero dir m'incora 118 PGTORIO 11
bona umiltà, e gran tumor m'appiani; 119 PGTORIO 11
Ito è così e va, sanza riposo, 124 PGTORIO 11
E io: «Se quello spirito ch'attende, 127 PGTORIO 11
qua giù dimora e qua sù non ascende, 129 PGTORIO 11
e lì, per trar l'amico suo di pena, 136 PGTORIO 11
ch'e' sostenea ne la prigion di Carlo, 137 PGTORIO 11
Più non dirò, e scuro so che parlo; 139 PGTORIO 11
Ma quando disse: «Lascia lui e varca; 004 PGTORIO 12
ché qui è buono con l'ali e coi remi, 005 PGTORIO 12
mi rimanessero e chinati e scemi. 009 PGTORIO 12
mi rimanessero e chinati e scemi. 009 PGTORIO 12
Io m'era mosso, e seguia volontieri 010 PGTORIO 12
del mio maestro i passi, e amendue 011 PGTORIO 12
Vedea Timbreo, vedea Pallade e Marte, 031 PGTORIO 12
quasi smarrito, e riguardar le genti 035 PGTORIO 12
tra sette e sette tuoi figliuoli spenti! 039 PGTORIO 12
e come, morto lui, quivi il lasciaro. 054 PGTORIO 12
Mostrava la ruina e 'l crudo scempio 055 PGTORIO 12
«Sangue sitisti, e io di sangue t'empio». 057 PGTORIO 12
e anche le reliquie del martiro. 060 PGTORIO 12
Vedeva Troia in cenere e in caverne; 061 PGTORIO 12
o Ilïón, come te basso e vile 062 PGTORIO 12
che ritraesse l'ombre e ' tratti ch'ivi 065 PGTORIO 12
Morti li morti e i vivi parean vivi: 067 PGTORIO 12
Or superbite, e via col viso altero, 070 PGTORIO 12
figliuoli d'Eva, e non chinate il volto 071 PGTORIO 12
e del cammin del sole assai più speso 074 PGTORIO 12
Di reverenza il viso e li atti addorna, 082 PGTORIO 12
biancovestito e ne la faccia quale 089 PGTORIO 12
Le braccia aperse, e indi aperse l'ale; 091 PGTORIO 12
e agevolemente omai si sale. 093 PGTORIO 12
ch'era sicuro il quaderno e la doga; 105 PGTORIO 12
ma quinci e quindi l'alta pietra rade. 108 PGTORIO 12
s'entra, e là giù per lamenti feroci. 114 PGTORIO 12
e cerca e truova e quello officio adempie 131 PGTORIO 12
e cerca e truova e quello officio adempie 131 PGTORIO 12
e cerca e truova e quello officio adempie 131 PGTORIO 12
e con le dita de la destra scempie 133 PGTORIO 12
parsi la ripa e parsi la via schietta 008 PGTORIO 13
e la sinistra parte di sé torse. 015 PGTORIO 13
e verso noi volar furon sentiti, 025 PGTORIO 13
e dietro a noi l'andò reïterando. 030 PGTORIO 13
E prima che del tutto non si udisse 031 PGTORIO 13
passò gridando, e anco non s'affisse. 033 PGTORIO 13
E com' io domandai, ecco la terza 035 PGTORIO 13
E 'l buon maestro: «Questo cinghio sferza 037 PGTORIO 13
la colpa de la invidia, e però sono 038 PGTORIO 13
e vedrai gente innanzi a noi sedersi, 044 PGTORIO 13
e ciascun è lungo la grotta assiso». 045 PGTORIO 13
guarda'mi innanzi, e vidi ombre con manti 047 PGTORIO 13
E poi che fummo un poco più avanti, 049 PGTORIO 13
gridar 'Michele' e 'Pietro' e 'Tutti santi'. 051 PGTORIO 13
gridar 'Michele' e 'Pietro' e 'Tutti santi'. 051 PGTORIO 13
e l'un sofferia l'altro con la spalla, 059 PGTORIO 13
e tutti da la ripa eran sofferti. 060 PGTORIO 13
e l'uno il capo sopra l'altro avvalla, 063 PGTORIO 13
E come a li orbi non approda il sole, 067 PGTORIO 13
e cusce sì, come a sparvier selvaggio 071 PGTORIO 13
e però non attese mia dimanda, 077 PGTORIO 13
ma disse: «Parla, e sie breve e arguto». 078 PGTORIO 13
ma disse: «Parla, e sie breve e arguto». 078 PGTORIO 13
Volsimi a loro e: «O gente sicura», 085 PGTORIO 13
ditemi, ché mi fia grazioso e caro, 091 PGTORIO 13
e forse lei sarà buon s'i' l'apparo». 093 PGTORIO 13
in vista; e se volesse alcun dir 'Come?', 101 PGTORIO 13
«Io fui sanese», rispuose, «e con questi 106 PGTORIO 13
fossi chiamata, e fui de li altrui danni 110 PGTORIO 13
E perché tu non creda ch'io t'inganni, 112 PGTORIO 13
e io pregava Iddio di quel ch'e' volle. 117 PGTORIO 13
e io pregava Iddio di quel ch'e' volle. 117 PGTORIO 13
Rotti fuor quivi e vòlti ne li amari 118 PGTORIO 13
passi di fuga; e veggendo la caccia, 119 PGTORIO 13
de la mia vita; e ancor non sarebbe 125 PGTORIO 13
vai dimandando, e porti li occhi sciolti, 131 PGTORIO 13
sì com' io credo, e spirando ragioni?». 132 PGTORIO 13
E io: «Costui ch'è meco e non fa motto. 141 PGTORIO 13
E io: «Costui ch'è meco e non fa motto. 141 PGTORIO 13
E vivo sono; e però mi richiedi, 142 PGTORIO 13
E vivo sono; e però mi richiedi, 142 PGTORIO 13
E cheggioti, per quel che tu più brami, 148 PGTORIO 13
che spera in Talamone, e perderagli 152 PGTORIO 13
e apre li occhi a sua voglia e coverchia?». 003 PGTORIO 14
e apre li occhi a sua voglia e coverchia?». 003 PGTORIO 14
«Non so chi sia, ma so ch'e' non è solo; 004 PGTORIO 14
e dolcemente, sì che parli, acco'lo». 006 PGTORIO 14
e disse l'uno: «O anima che fitta 010 PGTORIO 14
per carità ne consola e ne ditta 012 PGTORIO 14
onde vieni e chi se'; ché tu ne fai 013 PGTORIO 14
E io: «Per mezza Toscana si spazia 016 PGTORIO 14
e cento miglia di corso nol sazia. 018 PGTORIO 14
E l'altro disse lui: «Perché nascose 025 PGTORIO 14
E l'ombra che di ciò domandata era, 028 PGTORIO 14
e da lor disdegnosa torce il muso. 048 PGTORIO 14
Vassi caggendo; e quant' ella più 'ngrossa, 049 PGTORIO 14
la maladetta e sventurata fossa. 051 PGTORIO 14
e buon sarà costui, s'ancor s'ammenta 056 PGTORIO 14
del fiero fiume, e tutti li sgomenta. 060 PGTORIO 14
molti di vita e sé di pregio priva. 063 PGTORIO 14
stava a udir, turbarsi e farsi trista, 071 PGTORIO 14
Lo dir de l'una e de l'altra la vista 073 PGTORIO 14
e dimanda ne fei con prieghi mista; 075 PGTORIO 14
Questi è Rinier; questi è 'l pregio e l'onore 088 PGTORIO 14
E non pur lo suo sangue è fatto brullo, 091 PGTORIO 14
tra 'l Po e 'l monte e la marina e 'l Reno, 092 PGTORIO 14
tra 'l Po e 'l monte e la marina e 'l Reno, 092 PGTORIO 14
tra 'l Po e 'l monte e la marina e 'l Reno, 092 PGTORIO 14
del ben richesto al vero e al trastullo; 093 PGTORIO 14
Ov' è 'l buon Lizio e Arrigo Mainardi? 097 PGTORIO 14
Pier Traversaro e Guido di Carpigna? 098 PGTORIO 14
Federigo Tignoso e sua brigata, 106 PGTORIO 14
la casa Traversara e li Anastagi 107 PGTORIO 14
(e l'una gente e l'altra è diretata), 108 PGTORIO 14
(e l'una gente e l'altra è diretata), 108 PGTORIO 14
le donne e ' cavalier, li affanni e li agi 109 PGTORIO 14
le donne e ' cavalier, li affanni e li agi 109 PGTORIO 14
che ne 'nvogliava amore e cortesia 110 PGTORIO 14
e molta gente per non esser ria? 114 PGTORIO 14
e mal fa Castrocaro, e peggio Conio, 116 PGTORIO 14
e mal fa Castrocaro, e peggio Conio, 116 PGTORIO 14
e fuggì come tuon che si dilegua, 134 PGTORIO 14
e allor, per ristrignermi al poeta, 140 PGTORIO 14
in destro feci, e non innanzi, il passo. 141 PGTORIO 14
e però poco val freno o richiamo. 147 PGTORIO 14
Chiamavi 'l cielo e 'ntorno vi si gira, 148 PGTORIO 14
e l'occhio vostro pur a terra mira; 150 PGTORIO 14
e 'l principio del dì par de la spera 002 PGTORIO 15
vespero là, e qui mezza notte era. 006 PGTORIO 15
E i raggi ne ferien per mezzo 'l naso, 007 PGTORIO 15
e stupor m'eran le cose non conte; 012 PGTORIO 15
de le mie ciglia, e fecimi 'l solecchio, 014 PGTORIO 15
a quel che scende, e tanto si diparte 019 PGTORIO 15
sì come mostra esperïenza e arte; 021 PGTORIO 15
diss' io, «e pare inver' noi esser mosso?». 027 PGTORIO 15
e 'Beati misericordes!' fue 038 PGTORIO 15
cantato retro, e 'Godi tu che vinci!'. 039 PGTORIO 15
Lo mio maestro e io soli amendue 040 PGTORIO 15
suso andavamo; e io pensai, andando, 041 PGTORIO 15
e dirizza'mi a lui sì dimandando: 043 PGTORIO 15
e 'divieto' e 'consorte' menzionando?». 045 PGTORIO 15
e 'divieto' e 'consorte' menzionando?». 045 PGTORIO 15
conosce il danno; e però non s'ammiri 047 PGTORIO 15
e più di caritate arde in quel chiostro». 057 PGTORIO 15
e più di dubbio ne la mente aduno. 060 PGTORIO 15
Quello infinito e ineffabil bene 067 PGTORIO 15
E quanta gente più là sù s'intende, 073 PGTORIO 15
più v'è da bene amare, e più vi s'ama, 074 PGTORIO 15
e come specchio l'uno a l'altro rende. 075 PGTORIO 15
E se la mia ragion non ti disfama, 076 PGTORIO 15
ti torrà questa e ciascun' altra brama. 078 PGTORIO 15
e vedere in un tempio più persone; 087 PGTORIO 15
e una donna, in su l'entrar, con atto 088 PGTORIO 15
Ecco, dolenti, lo tuo padre e io 091 PGTORIO 15
ti cercavamo». E come qui si tacque, 092 PGTORIO 15
e dir: «Se tu se' sire de la villa 097 PGTORIO 15
e onde ogne scïenza disfavilla, 099 PGTORIO 15
E 'l segnor mi parea, benigno e mite, 102 PGTORIO 15
E 'l segnor mi parea, benigno e mite, 102 PGTORIO 15
E lui vedea chinarsi, per la morte 109 PGTORIO 15
velando li occhi e con le gambe avvolte, 122 PGTORIO 15
contra i raggi serotini e lucenti. 141 PGTORIO 15
Questo ne tolse li occhi e l'aere puro. 145 PGTORIO 15
Buio d'inferno e di notte privata 001 PGTORIO 16
onde la scorta mia saputa e fida 008 PGTORIO 16
mi s'accostò e l'omero m'offerse. 009 PGTORIO 16
per non smarrirsi e per non dar di cozzo 011 PGTORIO 16
m'andava io per l'aere amaro e sozzo, 013 PGTORIO 16
Io sentia voci, e ciascuna pareva 016 PGTORIO 16
pregar per pace e per misericordia 017 PGTORIO 16
una parola in tutte era e un modo, 020 PGTORIO 16
e d'iracundia van solvendo il nodo». 024 PGTORIO 16
e di noi parli pur come se tue 026 PGTORIO 16
e domanda se quinci si va sùe». 030 PGTORIO 16
E io: «O creatura che ti mondi 031 PGTORIO 16
rispuose; «e se veder fummo non lascia, 035 PGTORIO 16
e venni qui per l'infernale ambascia. 039 PGTORIO 16
E se Dio m'ha in sua grazia rinchiuso, 040 PGTORIO 16
ma dilmi, e dimmi s'i' vo bene al varco; 044 PGTORIO 16
e tue parole fier le nostre scorte». 045 PGTORIO 16
«Lombardo fui, e fu' chiamato Marco; 046 PGTORIO 16
del mondo seppi, e quel valore amai 047 PGTORIO 16
Così rispuose, e soggiunse: «I' ti prego 050 PGTORIO 16
E io a lui: «Per fede mi ti lego 052 PGTORIO 16
Prima era scempio, e ora è fatto doppio 055 PGTORIO 16
qui, e altrove, quello ov' io l'accoppio. 057 PGTORIO 16
e di malizia gravido e coverto; 060 PGTORIO 16
e di malizia gravido e coverto; 060 PGTORIO 16
sì ch'i' la veggia e ch'i' la mostri altrui; 062 PGTORIO 16
ché nel cielo uno, e un qua giù la pone». 063 PGTORIO 16
mise fuor prima; e poi cominciò: «Frate, 065 PGTORIO 16
lo mondo è cieco, e tu vien ben da lui. 066 PGTORIO 16
libero arbitrio, e non fora giustizia 071 PGTORIO 16
per ben letizia, e per male aver lutto. 072 PGTORIO 16
lume v'è dato a bene e a malizia, 075 PGTORIO 16
e libero voler; che, se fatica 076 PGTORIO 16
A maggior forza e a miglior natura 079 PGTORIO 16
liberi soggiacete; e quella cria 080 PGTORIO 16
e io te ne sarò or vera spia. 084 PGTORIO 16
che piangendo e ridendo pargoleggia, 087 PGTORIO 16
quivi s'inganna, e dietro ad esso corre, 092 PGTORIO 16
di quel si pasce, e più oltre non chiede. 102 PGTORIO 16
e non natura che 'n voi sia corrotta. 105 PGTORIO 16
due soli aver, che l'una e l'altra strada 107 PGTORIO 16
facean vedere, e del mondo e di Deo. 108 PGTORIO 16
facean vedere, e del mondo e di Deo. 108 PGTORIO 16
col pasturale, e l'un con l'altro insieme 110 PGTORIO 16
In sul paese ch'Adice e Po riga, 115 PGTORIO 16
solea valore e cortesia trovarsi, 116 PGTORIO 16
l'antica età la nova, e par lor tardo 122 PGTORIO 16
Currado da Palazzo e 'l buon Gherardo 124 PGTORIO 16
e Guido da Castel, che mei si noma, 125 PGTORIO 16
cade nel fango, e sé brutta e la soma». 129 PGTORIO 16
cade nel fango, e sé brutta e la soma». 129 PGTORIO 16
e or discerno perché dal retaggio 131 PGTORIO 16
già biancheggiare, e me convien partirmi 143 PGTORIO 16
Così tornò, e più non volle udirmi. 145 PGTORIO 16
come, quando i vapori umidi e spessi 004 PGTORIO 17
e fia la tua imagine leggera 007 PGTORIO 17
e qui fu la mia mente sì ristretta 022 PGTORIO 17
un crucifisso, dispettoso e fero 026 PGTORIO 17
ne la sua vista, e cotal si moria; 027 PGTORIO 17
Estèr sua sposa e 'l giusto Mardoceo, 029 PGTORIO 17
che fu al dire e al far così intero. 030 PGTORIO 17
E come questa imagine rompeo 031 PGTORIO 17
piangendo forte, e dicea: «O regina, 035 PGTORIO 17
e fece la mia voglia tanto pronta 049 PGTORIO 17
e per soverchio sua figura vela, 053 PGTORIO 17
e col suo lume sé medesmo cela. 057 PGTORIO 17
ché quale aspetta prego e l'uopo vede, 059 PGTORIO 17
Così disse il mio duca, e io con lui 064 PGTORIO 17
e tosto ch'io al primo grado fui, 066 PGTORIO 17
e ventarmi nel viso e dir: 'Beati 068 PGTORIO 17
e ventarmi nel viso e dir: 'Beati 068 PGTORIO 17
E io attesi un poco, s'io udissi 079 PGTORIO 17
poi mi volsi al maestro mio, e dissi: 081 PGTORIO 17
volgi la mente a me, e prenderai 089 PGTORIO 17
o naturale o d'animo; e tu 'l sai. 093 PGTORIO 17
e ne' secondi sé stesso misura, 098 PGTORIO 17
e d'ogne operazion che merta pene. 105 PGTORIO 17
e perché intender non si può diviso, 109 PGTORIO 17
e per sé stante, alcuno esser dal primo, 110 PGTORIO 17
spera eccellenza, e sol per questo brama 116 PGTORIO 17
è chi podere, grazia, onore e fama 118 PGTORIO 17
e tal convien che 'l male altrui impronti. 123 PGTORIO 17
nel qual si queti l'animo, e disira; 128 PGTORIO 17
essenza, d'ogne ben frutto e radice. 135 PGTORIO 17
l'alto dottore, e attento guardava 002 PGTORIO 18
e io, cui nova sete ancor frugava, 004 PGTORIO 18
di fuor tacea, e dentro dicea: 'Forse 005 PGTORIO 18
ogne buono operare e 'l suo contraro». 015 PGTORIO 18
de lo 'ntelletto, e fieti manifesto 017 PGTORIO 18
tragge intenzione, e dentro a voi la spiega, 023 PGTORIO 18
e se, rivolto, inver' di lei si piega, 025 PGTORIO 18
ch'è moto spiritale, e mai non posa 032 PGTORIO 18
«Le tue parole e 'l mio seguace ingegno», 040 PGTORIO 18
e l'anima non va con altro piede, 044 PGTORIO 18
e de' primi appetibili l'affetto, 057 PGTORIO 18
di far lo mele; e questa prima voglia 059 PGTORIO 18
e de l'assenso de' tener la soglia. 063 PGTORIO 18
che buoni e rei amori accoglie e viglia. 066 PGTORIO 18
che buoni e rei amori accoglie e viglia. 066 PGTORIO 18
per lo libero arbitrio, e però guarda 074 PGTORIO 18
e correa contro 'l ciel per quelle strade 079 PGTORIO 18
tra ' Sardi e ' Corsi il vede quando cade. 081 PGTORIO 18
E quell' ombra gentil per cui si noma 082 PGTORIO 18
per ch'io, che la ragione aperta e piana 085 PGTORIO 18
E quale Ismeno già vide e Asopo 091 PGTORIO 18
E quale Ismeno già vide e Asopo 091 PGTORIO 18
lungo di sè di notte furia e calca, 092 PGTORIO 18
cui buon volere e giusto amor cavalca. 096 PGTORIO 18
e due dinanzi gridavan piangendo: 099 PGTORIO 18
e Cesare, per soggiogare Ilerda, 101 PGTORIO 18
punse Marsilia e poi corse in Ispagna». 102 PGTORIO 18
ricompie forse negligenza e indugio 107 PGTORIO 18
questi che vive, e certo i' non vi bugio, 109 PGTORIO 18
e un di quelli spirti disse: «Vieni 113 PGTORIO 18
di retro a noi, e troverai la buca. 114 PGTORIO 18
E tale ha già l'un piè dentro la fossa, 121 PGTORIO 18
e tristo fia d'avere avuta possa; 123 PGTORIO 18
e de la mente peggio, e che mal nacque, 125 PGTORIO 18
e de la mente peggio, e che mal nacque, 125 PGTORIO 18
ma questo intesi, e ritener mi piacque. 129 PGTORIO 18
E quei che m'era ad ogne uopo soccorso 130 PGTORIO 18
E quella che l'affanno non sofferse 136 PGTORIO 18
del qual più altri nacquero e diversi; 142 PGTORIO 18
e tanto d'uno in altro vaneggiai, 143 PGTORIO 18
e 'l pensamento in sogno trasmutai. 145 PGTORIO 18
vinto da terra, e talor da Saturno 003 PGTORIO 19
ne li occhi guercia, e sovra i piè distorta, 008 PGTORIO 19
con le man monche, e di colore scialba. 009 PGTORIO 19
Io la mirava; e come 'l sol conforta 010 PGTORIO 19
la lingua, e poscia tutta la drizzava 013 PGTORIO 19
in poco d'ora, e lo smarrito volto, 014 PGTORIO 19
al canto mio; e qual meco s'ausa, 023 PGTORIO 19
quand' una donna apparve santa e presta 026 PGTORIO 19
L'altra prendea, e dinanzi l'apria 031 PGTORIO 19
fendendo i drappi, e mostravami 'l ventre; 032 PGTORIO 19
Io mossi li occhi, e 'l buon maestro: «Almen tre 034 PGTORIO 19
voci t'ho messe!», dicea, «Surgi e vieni; 035 PGTORIO 19
Sù mi levai, e tutti eran già pieni 037 PGTORIO 19
e andavam col sol novo a le reni. 039 PGTORIO 19
parlare in modo soave e benigno, 044 PGTORIO 19
Mosse le penne poi e ventilonne, 049 PGTORIO 19
E io: «Con tanta sospeccion fa irmi 055 PGTORIO 19
Bastiti, e batti a terra le calcagne; 061 PGTORIO 19
indi si volge al grido e si protende 065 PGTORIO 19
tal mi fec' io; e tal, quanto si fende 067 PGTORIO 19
e giustizia e speranza fa men duri, 077 PGTORIO 19
e giustizia e speranza fa men duri, 077 PGTORIO 19
e volete trovar la via più tosto, 080 PGTORIO 19
Così pregò 'l poeta, e sì risposto 082 PGTORIO 19
e volsi li occhi a li occhi al segnor mio: 085 PGTORIO 19
Chi fosti e perché vòlti avete i dossi 094 PGTORIO 19
al sù, mi dì, e se vuo' ch'io t'impetri 095 PGTORIO 19
Intra Sïestri e Chiaveri s'adima 100 PGTORIO 19
una fiumana bella, e del suo nome 101 PGTORIO 19
Un mese e poco più prova' io come 103 PGTORIO 19
Fino a quel punto misera e partita 112 PGTORIO 19
e nulla pena il monte ha più amara. 117 PGTORIO 19
ne' piedi e ne le man legati e presi; 124 PGTORIO 19
ne' piedi e ne le man legati e presi; 124 PGTORIO 19
e quanto fia piacer del giusto Sire, 125 PGTORIO 19
tanto staremo immobili e distesi». 126 PGTORIO 19
Io m'era inginocchiato e volea dire; 127 PGTORIO 19
E io a lui: «Per vostra dignitate 131 PGTORIO 19
teco e con li altri ad una podestate. 135 PGTORIO 19
e questa sola di là m'è rimasa». 145 PGTORIO 19
Mossimi; e 'l duca mio si mosse per li 004 PGTORIO 20
Noi andavam con passi lenti e scarsi, 016 PGTORIO 20
e io attento a l'ombre, ch'i' sentia 017 PGTORIO 20
pietosamente piangere e lagnarsi; 018 PGTORIO 20
e per ventura udi' «Dolce Maria!» 019 PGTORIO 20
e seguitar: «Povera fosti tanto, 022 PGTORIO 20
dimmi chi fosti», dissi, «e perché sola 035 PGTORIO 20
Ma se Doagio, Lilla, Guanto e Bruggia 046 PGTORIO 20
e io la cheggio a lui che tutto giuggia. 048 PGTORIO 20
di me son nati i Filippi e i Luigi 050 PGTORIO 20
del governo del regno, e tanta possa 056 PGTORIO 20
di nuovo acquisto, e sì d'amici pieno, 057 PGTORIO 20
Lì cominciò con forza e con menzogna 064 PGTORIO 20
la sua rapina; e poscia, per ammenda, 065 PGTORIO 20
Pontì e Normandia prese e Guascogna. 066 PGTORIO 20
Pontì e Normandia prese e Guascogna. 066 PGTORIO 20
Carlo venne in Italia e, per ammenda, 067 PGTORIO 20
vittima fé di Curradino; e poi 068 PGTORIO 20
per far conoscer meglio e sé e ' suoi. 072 PGTORIO 20
per far conoscer meglio e sé e ' suoi. 072 PGTORIO 20
Sanz' arme n'esce e solo con la lancia 073 PGTORIO 20
con la qual giostrò Giuda, e quella ponta 074 PGTORIO 20
Quindi non terra, ma peccato e onta 076 PGTORIO 20
veggio vender sua figlia e patteggiarne 080 PGTORIO 20
Perché men paia il mal futuro e 'l fatto, 085 PGTORIO 20
e nel vicario suo Cristo esser catto. 087 PGTORIO 20
veggio rinovellar l'aceto e 'l fiele, 089 PGTORIO 20
e tra vivi ladroni esser anciso. 090 PGTORIO 20
de lo Spirito Santo e che ti fece 098 PGTORIO 20
cui traditore e ladro e paricida 104 PGTORIO 20
cui traditore e ladro e paricida 104 PGTORIO 20
e la miseria de l'avaro Mida, 106 PGTORIO 20
e in infamia tutto 'l monte gira 114 PGTORIO 20
Talor parla l'uno alto e l'altro basso, 118 PGTORIO 20
ora a maggiore e ora a minor passo: 120 PGTORIO 20
e brigavam di soverchiar la strada 125 PGTORIO 20
No' istavamo immobili e sospesi 139 PGTORIO 20
così m'andava timido e pensoso. 151 PGTORIO 20
mi travagliava, e pungeami la fretta 004 PGTORIO 21
e condoleami a la giusta vendetta. 006 PGTORIO 21
ci apparve un'ombra, e dietro a noi venìa, 010 PGTORIO 21
Noi ci volgemmo sùbiti, e Virgilio 014 PGTORIO 21
«Come!», diss' elli, e parte andavam forte: 019 PGTORIO 21
E 'l dottor mio: «Se tu riguardi a' segni 022 PGTORIO 21
che questi porta e che l'angel profila, 023 PGTORIO 21
ben vedrai che coi buon convien ch'e' regni. 024 PGTORIO 21
Ma perché lei che dì e notte fila 025 PGTORIO 21
che Cloto impone a ciascuno e compila, 027 PGTORIO 21
l'anima sua, ch'è tua e mia serocchia, 028 PGTORIO 21
d'inferno per mostrarli, e mosterrolli 032 PGTORIO 21
diè dianzi 'l monte, e perché tutto ad una 035 PGTORIO 21
esser ci puote, e non d'altro, cagione. 045 PGTORIO 21
per salir sù; e tal grido seconda. 060 PGTORIO 21
l'alma sorprende, e di voler le giova. 063 PGTORIO 21
E io, che son giaciuto a questa doglia 067 PGTORIO 21
cinquecent' anni e più, pur mo sentii 068 PGTORIO 21
però sentisti il tremoto e li pii 070 PGTORIO 21
Così ne disse; e però ch'el si gode 073 PGTORIO 21
E 'l savio duca: «Omai veggio la rete 076 PGTORIO 21
che qui vi 'mpiglia e come si scalappia, 077 PGTORIO 21
perché ci trema e di che congaudete. 078 PGTORIO 21
e perché tanti secoli giaciuto 080 PGTORIO 21
col nome che più dura e più onora 085 PGTORIO 21
cantai di Tebe, e poi del grande Achille; 092 PGTORIO 21
fummi, e fummi nutrice, poetando: 098 PGTORIO 21
E per esser vivuto di là quando 100 PGTORIO 21
ché riso e pianto son tanto seguaci 106 PGTORIO 21
per che l'ombra si tacque, e riguardommi 110 PGTORIO 21
e «Se tanto labore in bene assommi», 112 PGTORIO 21
Or son io d'una parte e d'altra preso: 115 PGTORIO 21
ch'io dica; ond' io sospiro, e sono inteso 117 PGTORIO 21
dal mio maestro, e «Non aver paura», 118 PGTORIO 21
mi dice, «di parlar; ma parla e digli 119 PGTORIO 21
quel ch'e' dimanda con cotanta cura». 120 PGTORIO 21
forte a cantar de li uomini e d'i dèi. 126 PGTORIO 21
non far, ché tu se' ombra e ombra vedi». 132 PGTORIO 21
e quei c'hanno a giustizia lor disiro 004 PGTORIO 22
detto n'avea beati, e le sue voci 005 PGTORIO 22
E io più lieve che per l'altre foci 007 PGTORIO 22
Ma dimmi, e come amico mi perdona 019 PGTORIO 22
e come amico omai meco ragiona: 021 PGTORIO 22
troppo da me, e questa dismisura 035 PGTORIO 22
E se non fosse ch'io drizzai mia cura, 037 PGTORIO 22
potean le mani a spendere, e pente'mi 044 PGTORIO 22
toglie 'l penter vivendo e ne li stremi! 048 PGTORIO 22
E sappie che la colpa che rimbecca 049 PGTORIO 22
e prima appresso Dio m'alluminasti. 066 PGTORIO 22
che porta il lume dietro e sé non giova, 068 PGTORIO 22
torna giustizia e primo tempo umano, 071 PGTORIO 22
e progenïe scende da ciel nova'. 072 PGTORIO 22
e la parola tua sopra toccata 079 PGTORIO 22
e mentre che di là per me si stette, 085 PGTORIO 22
io li sovvenni, e i lor dritti costumi 086 PGTORIO 22
E pria ch'io conducessi i Greci a' fiumi 088 PGTORIO 22
e questa tepidezza il quarto cerchio 092 PGTORIO 22
Cecilio e Plauto e Varro, se lo sai: 098 PGTORIO 22
Cecilio e Plauto e Varro, se lo sai: 098 PGTORIO 22
dimmi se son dannati, e in qual vico». 099 PGTORIO 22
«Costoro e Persio e io e altri assai», 100 PGTORIO 22
«Costoro e Persio e io e altri assai», 100 PGTORIO 22
«Costoro e Persio e io e altri assai», 100 PGTORIO 22
Euripide v'è nosco e Antifonte, 106 PGTORIO 22
Simonide, Agatone e altri piùe 107 PGTORIO 22
Antigone, Deïfile e Argia, 110 PGTORIO 22
e Ismene sì trista come fue. 111 PGTORIO 22
èvvi la figlia di Tiresia, e Teti, 113 PGTORIO 22
e con le suore sue Deïdamia». 114 PGTORIO 22
liberi da saliri e da pareti; 117 PGTORIO 22
e già le quattro ancelle eran del giorno 118 PGTORIO 22
rimase a dietro, e la quinta era al temo, 119 PGTORIO 22
e prendemmo la via con men sospetto 125 PGTORIO 22
Elli givan dinanzi, e io soletto 127 PGTORIO 22
di retro, e ascoltava i lor sermoni, 128 PGTORIO 22
con pomi a odorar soavi e buoni; 132 PGTORIO 22
e come abete in alto si digrada 133 PGTORIO 22
e si spandeva per le foglie suso. 138 PGTORIO 22
e una voce per entro le fronde 140 PGTORIO 22
fosser le nozze orrevoli e intere, 143 PGTORIO 22
E le Romane antiche, per lor bere, 145 PGTORIO 22
contente furon d'acqua; e Danïello 146 PGTORIO 22
dispregiò cibo e acquistò savere. 147 PGTORIO 22
e nettare con sete ogne ruscello. 150 PGTORIO 22
Mele e locuste furon le vivande 151 PGTORIO 22
per ch'elli è glorïoso e tanto grande 153 PGTORIO 22
Io volsi 'l viso, e 'l passo non men tosto, 007 PGTORIO 23
Ed ecco piangere e cantar s'udìe 010 PGTORIO 23
tal, che diletto e doglia parturìe. 012 PGTORIO 23
che si volgono ad essa e non restanno, 018 PGTORIO 23
venendo e trapassando ci ammirava 020 PGTORIO 23
d'anime turba tacita e devota. 021 PGTORIO 23
Ne li occhi era ciascuna oscura e cava, 022 PGTORIO 23
palida ne la faccia, e tanto scema 023 PGTORIO 23
e quel d'un'acqua, non sappiendo como? 036 PGTORIO 23
di lor magrezza e di lor trista squama, 039 PGTORIO 23
volse a me li occhi un'ombra e guardò fiso; 041 PGTORIO 23
e ravvisai la faccia di Forese. 048 PGTORIO 23
cade vertù ne l'acqua e ne la pianta 062 PGTORIO 23
in fame e 'n sete qui si rifà santa. 066 PGTORIO 23
Di bere e di mangiar n'accende cura 067 PGTORIO 23
l'odor ch'esce del pomo e de lo sprazzo 068 PGTORIO 23
E non pur una volta, questo spazzo 070 PGTORIO 23
io dico pena, e dovria dir sollazzo, 072 PGTORIO 23
E io a lui: «Forese, da quel dì 076 PGTORIO 23
Con suoi prieghi devoti e con sospiri 088 PGTORIO 23
e liberato m'ha de li altri giri. 090 PGTORIO 23
Tanto è a Dio più cara e più diletta 091 PGTORIO 23
qual fosti meco, e qual io teco fui, 116 PGTORIO 23
e 'l sol mostrai; «costui per la profonda 121 PGTORIO 23
salendo e rigirando la montagna 125 PGTORIO 23
e addita'lo; «e quest' altro è quell' ombra 131 PGTORIO 23
e addita'lo; «e quest' altro è quell' ombra 131 PGTORIO 23
e l'ombre, che parean cose rimorte, 004 PGTORIO 24
E io, continüando al mio sermone, 007 PGTORIO 24
«La mia sorella, che tra bella e buona 013 PGTORIO 24
Sì disse prima; e poi: «Qui non si vieta 016 PGTORIO 24
Questi», e mostrò col dito, «è Bonagiunta, 019 PGTORIO 24
Bonagiunta da Lucca; e quella faccia 020 PGTORIO 24
dal Torso fu, e purga per digiuno 023 PGTORIO 24
l'anguille di Bolsena e la vernaccia». 024 PGTORIO 24
e del nomar parean tutti contenti, 026 PGTORIO 24
Ubaldin da la Pila e Bonifazio 029 PGTORIO 24
e sì fu tal, che non si sentì sazio. 033 PGTORIO 24
Ma come fa chi guarda e poi s'apprezza 034 PGTORIO 24
El mormorava; e non so che «Gentucca» 037 PGTORIO 24
e te e me col tuo parlare appaga». 042 PGTORIO 24
e te e me col tuo parlare appaga». 042 PGTORIO 24
«Femmina è nata, e non porta ancor benda», 043 PGTORIO 24
E io a lui: «I' mi son un che, quando 052 PGTORIO 24
Amor mi spira, noto, e a quel modo 053 PGTORIO 24
ch'e' ditta dentro vo significando». 054 PGTORIO 24
che 'l Notaro e Guittone e me ritenne 056 PGTORIO 24
che 'l Notaro e Guittone e me ritenne 056 PGTORIO 24
e qual più a gradire oltre si mette, 061 PGTORIO 24
e, quasi contentato, si tacette. 063 PGTORIO 24
poi volan più a fretta e vanno in filo, 066 PGTORIO 24
e per magrezza e per voler leggera. 069 PGTORIO 24
e per magrezza e per voler leggera. 069 PGTORIO 24
E come l'uom che di trottare è lasso, 070 PGTORIO 24
lascia andar li compagni, e sì passeggia 071 PGTORIO 24
Forese, e dietro meco sen veniva, 074 PGTORIO 24
e a trista ruina par disposto». 081 PGTORIO 24
e lascia il corpo vilmente disfatto. 087 PGTORIO 24
e drizzò li occhi al ciel, «che ti fia chiaro 089 PGTORIO 24
e va per farsi onor del primo intoppo, 096 PGTORIO 24
e io rimasi in via con esso i due 098 PGTORIO 24
E quando innanzi a noi intrato fue, 100 PGTORIO 24
parvermi i rami gravidi e vivaci 103 PGTORIO 24
d'un altro pomo, e non molto lontani 104 PGTORIO 24
e gridar non so che verso le fronde, 107 PGTORIO 24
quasi bramosi fantolini e vani 108 PGTORIO 24
che pregano, e 'l pregato non risponde, 109 PGTORIO 24
tien alto lor disio e nol nasconde. 111 PGTORIO 24
e noi venimmo al grande arbore adesso, 113 PGTORIO 24
che tanti prieghi e lagrime rifiuta. 114 PGTORIO 24
e questa pianta si levò da esso». 117 PGTORIO 24
per che Virgilio e Stazio e io, ristretti, 119 PGTORIO 24
per che Virgilio e Stazio e io, ristretti, 119 PGTORIO 24
e de li Ebrei ch'al ber si mostrar molli, 124 PGTORIO 24
ben mille passi e più ci portar oltre, 131 PGTORIO 24
come fan bestie spaventate e poltre. 135 PGTORIO 24
e già mai non si videro in fornace 137 PGTORIO 24
vetri o metalli sì lucenti e rossi, 138 PGTORIO 24
E quale, annunziatrice de li albori, 145 PGTORIO 24
l'aura di maggio movesi e olezza, 146 PGTORIO 24
tutta impregnata da l'erba e da' fiori; 147 PGTORIO 24
la fronte, e ben senti' mover la piuma, 149 PGTORIO 24
E senti' dir: «Beati cui alluma 151 PGTORIO 24
lasciato al Tauro e la notte a lo Scorpio: 003 PGTORIO 25
E quale il cicognin che leva l'ala 010 PGTORIO 25
per voglia di volare, e non s'attenta 011 PGTORIO 25
d'abbandonar lo nido, e giù la cala; 012 PGTORIO 25
tal era io con voglia accesa e spenta 013 PGTORIO 25
e cominciai: «Come si può far magro 020 PGTORIO 25
e se pensassi come, al vostro guizzo, 025 PGTORIO 25
ecco qui Stazio; e io lui chiamo e prego 029 PGTORIO 25
ecco qui Stazio; e io lui chiamo e prego 029 PGTORIO 25
figlio, la mente tua guarda e riceve, 035 PGTORIO 25
da l'assetate vene, e si rimane 038 PGTORIO 25
tacer che dire; e quindi poscia geme 044 PGTORIO 25
Ivi s'accoglie l'uno e l'altro insieme, 046 PGTORIO 25
l'un disposto a patire, e l'altro a fare 047 PGTORIO 25
e, giunto lui, comincia ad operare 049 PGTORIO 25
coagulando prima, e poi avviva 050 PGTORIO 25
che questa è in via e quella è già a riva, 054 PGTORIO 25
tanto ovra poi, che già si move e sente, 055 PGTORIO 25
come spungo marino; e indi imprende 056 PGTORIO 25
e sappi che, sì tosto come al feto 068 PGTORIO 25
sovra tant' arte di natura, e spira 071 PGTORIO 25
in sua sustanzia, e fassi un'alma sola, 074 PGTORIO 25
che vive e sente e sé in sé rigira. 075 PGTORIO 25
che vive e sente e sé in sé rigira. 075 PGTORIO 25
E perché meno ammiri la parola, 076 PGTORIO 25
solvesi da la carne, e in virtute 080 PGTORIO 25
ne porta seco e l'umano e 'l divino: 081 PGTORIO 25
ne porta seco e l'umano e 'l divino: 081 PGTORIO 25
memoria, intelligenza e volontade 083 PGTORIO 25
così e quanto ne le membra vive. 090 PGTORIO 25
E come l'aere, quand' è ben pïorno, 091 PGTORIO 25
e in quella forma ch'è in lui suggella 095 PGTORIO 25
e simigliante poi a la fiammella 097 PGTORIO 25
è chiamata ombra; e quindi organa poi 101 PGTORIO 25
Quindi parliamo e quindi ridiam noi; 103 PGTORIO 25
quindi facciam le lagrime e ' sospiri 104 PGTORIO 25
e li altri affetti, l'ombra si figura; 107 PGTORIO 25
e quest' è la cagion di che tu miri». 108 PGTORIO 25
E già venuto a l'ultima tortura 109 PGTORIO 25
s'era per noi, e vòlto a la man destra, 110 PGTORIO 25
e la cornice spira fiato in suso 113 PGTORIO 25
che la reflette e via da lei sequestra; 114 PGTORIO 25
ad uno ad uno; e io temëa 'l foco 116 PGTORIO 25
quinci, e quindi temeva cader giuso. 117 PGTORIO 25
e vidi spirti per la fiamma andando; 124 PGTORIO 25
per ch'io guardava a loro e a' miei passi 125 PGTORIO 25
gridavano e mariti che fuor casti 134 PGTORIO 25
come virtute e matrimonio imponne. 135 PGTORIO 25
E questo modo credo che lor basti 136 PGTORIO 25
con tal cura conviene e con tai pasti 138 PGTORIO 25
ce n'andavamo, e spesso il buon maestro 002 PGTORIO 26
e io facea con l'ombra più rovente 007 PGTORIO 26
parer la fiamma; e pur a tanto indizio 008 PGTORIO 26
loro a parlar di me; e cominciarsi 011 PGTORIO 26
rispondi a me che 'n sete e 'n foco ardo. 018 PGTORIO 26
Sì mi parlava un d'essi; e io mi fora 025 PGTORIO 26
ciascun' ombra e basciarsi una con una 032 PGTORIO 26
forse a spïar lor via e lor fortuna. 036 PGTORIO 26
la nova gente: «Soddoma e Gomorra»; 040 PGTORIO 26
e l'altra: «Ne la vacca entra Pasife, 041 PGTORIO 26
volasser parte, e parte inver' l'arene, 044 PGTORIO 26
e tornan, lagrimando, a' primi canti 047 PGTORIO 26
e al gridar che più lor si convene; 048 PGTORIO 26
e raccostansi a me, come davanti, 049 PGTORIO 26
col sangue suo e con le sue giunture. 057 PGTORIO 26
ch'è pien d'amore e più ampio si spazia, 063 PGTORIO 26
chi siete voi, e chi è quella turba 065 PGTORIO 26
lo montanaro, e rimirando ammuta, 068 PGTORIO 26
quando rozzo e salvatico s'inurba, 069 PGTORIO 26
e aiutan l'arsura vergognando. 081 PGTORIO 26
Or sai nostri atti e di che fummo rei: 088 PGTORIO 26
tempo non è di dire, e non saprei. 090 PGTORIO 26
son Guido Guinizzelli, e già mi purgo 092 PGTORIO 26
mio e de li altri miei miglior che mai 098 PGTORIO 26
rime d'amore usar dolci e leggiadre; 099 PGTORIO 26
e sanza udire e dir pensoso andai 100 PGTORIO 26
e sanza udire e dir pensoso andai 100 PGTORIO 26
per quel ch'i' odo, in me, e tanto chiaro, 107 PGTORIO 26
nel dire e nel guardar d'avermi caro». 111 PGTORIO 26
E io a lui: «Li dolci detti vostri, 112 PGTORIO 26
col dito», e additò un spirto innanzi, 116 PGTORIO 26
Versi d'amore e prose di romanzi 118 PGTORIO 26
soverchiò tutti; e lascia dir li stolti 119 PGTORIO 26
e così ferman sua oppinïone 122 PGTORIO 26
e dissi ch'al suo nome il mio disire 137 PGTORIO 26
Ieu sui Arnaut, que plor e vau cantan; 142 PGTORIO 26
e vei jausen lo joi qu'esper, denan. 144 PGTORIO 26
e l'onde in Gange da nona rïarse, 004 PGTORIO 27
e cantava 'Beati mundo corde!' 008 PGTORIO 27
e al cantar di là non siate sorde», 012 PGTORIO 27
guardando il foco e imaginando forte 017 PGTORIO 27
e Virgilio mi disse: «Figliuol mio, 020 PGTORIO 27
Ricorditi, ricorditi! E se io 022 PGTORIO 27
E se tu forse credi ch'io t'inganni, 028 PGTORIO 27
fatti ver' lei, e fatti far credenza 029 PGTORIO 27
volgiti in qua e vieni: entra sicuro!». 032 PGTORIO 27
E io pur fermo e contra coscïenza. 033 PGTORIO 27
E io pur fermo e contra coscïenza. 033 PGTORIO 27
Quando mi vide star pur fermo e duro, 034 PGTORIO 27
tra Bëatrice e te è questo muro». 036 PGTORIO 27
Piramo in su la morte, e riguardolla, 038 PGTORIO 27
Ond' ei crollò la fronte e disse: «Come! 043 PGTORIO 27
di là; e noi, attenti pur a lei, 056 PGTORIO 27
tal che mi vinse e guardar nol potei. 060 PGTORIO 27
«Lo sol sen va», soggiunse, «e vien la sera; 061 PGTORIO 27
E di pochi scaglion levammo i saggi, 067 PGTORIO 27
sentimmo dietro e io e li miei saggi. 069 PGTORIO 27
sentimmo dietro e io e li miei saggi. 069 PGTORIO 27
E pria che 'n tutte le sue parti immense 070 PGTORIO 27
e notte avesse tutte sue dispense, 072 PGTORIO 27
la possa del salir più e 'l diletto. 075 PGTORIO 27
le capre, state rapide e proterve 077 PGTORIO 27
poggiato s'è e lor di posa serve; 081 PGTORIO 27
e quale il mandrïan che fori alberga, 082 PGTORIO 27
tali eravamo tutti e tre allotta, 085 PGTORIO 27
fasciati quinci e quindi d'alta grotta. 087 PGTORIO 27
di lor solere e più chiare e maggiori. 090 PGTORIO 27
di lor solere e più chiare e maggiori. 090 PGTORIO 27
Sì ruminando e sì mirando in quelle, 091 PGTORIO 27
giovane e bella in sogno mi parea 097 PGTORIO 27
cogliendo fiori; e cantando dicea: 099 PGTORIO 27
ch'i' mi son Lia, e vo movendo intorno 101 PGTORIO 27
dal suo miraglio, e siede tutto giorno. 105 PGTORIO 27
lei lo vedere, e me l'ovrare appaga». 108 PGTORIO 27
E già per li splendori antelucani, 109 PGTORIO 27
e 'l sonno mio con esse; ond' io leva'mi, 113 PGTORIO 27
parole usò; e mai non furo strenne 119 PGTORIO 27
fu corsa e fummo in su 'l grado superno, 125 PGTORIO 27
e disse: «Il temporal foco e l'etterno 127 PGTORIO 27
e disse: «Il temporal foco e l'etterno 127 PGTORIO 27
veduto hai, figlio; e se' venuto in parte 128 PGTORIO 27
Tratto t'ho qui con ingegno e con arte; 130 PGTORIO 27
vedi l'erbette, i fiori e li arbuscelli 134 PGTORIO 27
seder ti puoi e puoi andar tra elli. 138 PGTORIO 27
libero, dritto e sano è tuo arbitrio, 140 PGTORIO 27
e fallo fora non fare a suo senno: 141 PGTORIO 27
per ch'io te sovra te corono e mitrio». 142 PGTORIO 27
Vago già di cercar dentro e dintorno 001 PGTORIO 28
la divina foresta spessa e viva, 002 PGTORIO 28
Coi piè ristetti e con li occhi passai 034 PGTORIO 28
e là m'apparve, sì com' elli appare 037 PGTORIO 28
e cantando e scegliendo fior da fiore 041 PGTORIO 28
e cantando e scegliendo fior da fiore 041 PGTORIO 28
Tu mi fai rimembrar dove e qual era 049 PGTORIO 28
a terra e intra sé, donna che balli, 053 PGTORIO 28
e piede innanzi piede a pena mette, 054 PGTORIO 28
volsesi in su i vermigli e in su i gialli 055 PGTORIO 28
e fece i prieghi miei esser contenti, 058 PGTORIO 28
per mareggiare intra Sesto e Abido, 074 PGTORIO 28
«Voi siete nuovi, e forse perch' io rido», 076 PGTORIO 28
E tu che se' dinanzi e mi pregasti, 082 PGTORIO 28
E tu che se' dinanzi e mi pregasti, 082 PGTORIO 28
«L'acqua», diss' io, «e 'l suon de la foresta 085 PGTORIO 28
e purgherò la nebbia che ti fiede. 090 PGTORIO 28
fé l'uom buono e a bene, e questo loco 092 PGTORIO 28
fé l'uom buono e a bene, e questo loco 092 PGTORIO 28
per sua difalta in pianto e in affanno 095 PGTORIO 28
cambiò onesto riso e dolce gioco. 096 PGTORIO 28
l'essalazion de l'acqua e de la terra, 098 PGTORIO 28
e libero n'è d'indi ove si serra. 102 PGTORIO 28
e fa sonar la selva perch' è folta; 108 PGTORIO 28
e la percossa pianta tanto puote, 109 PGTORIO 28
e quella poi, girando, intorno scuote; 111 PGTORIO 28
e l'altra terra, secondo ch'è degna 112 PGTORIO 28
per sé e per suo ciel, concepe e figlia 113 PGTORIO 28
per sé e per suo ciel, concepe e figlia 113 PGTORIO 28
E saper dei che la campagna santa 118 PGTORIO 28
e frutto ha in sé che di là non si schianta. 120 PGTORIO 28
come fiume ch'acquista e perde lena; 123 PGTORIO 28
ma esce di fontana salda e certa, 124 PGTORIO 28
Eünoè si chiama, e non adopra 131 PGTORIO 28
se quinci e quindi pria non è gustato: 132 PGTORIO 28
E avvegna ch'assai possa esser sazia 134 PGTORIO 28
l'età de l'oro e suo stato felice, 140 PGTORIO 28
qui primavera sempre e ogne frutto; 143 PGTORIO 28
a' miei poeti, e vidi che con riso 146 PGTORIO 28
E come ninfe che si givan sole 004 PGTORIO 29
su per la riva; e io pari di lei, 008 PGTORIO 29
Non eran cento tra ' suoi passi e ' miei, 010 PGTORIO 29
dicendo: «Frate mio, guarda e ascolta». 015 PGTORIO 29
e quel, durando, più e più splendeva, 020 PGTORIO 29
e quel, durando, più e più splendeva, 020 PGTORIO 29
E una melodia dolce correva 022 PGTORIO 29
che là dove ubidia la terra e 'l cielo, 025 PGTORIO 29
femmina, sola e pur testé formata, 026 PGTORIO 29
sentite prima e più lunga fïata. 030 PGTORIO 29
e disïoso ancora a più letizie, 033 PGTORIO 29
e 'l dolce suon per canti era già inteso. 036 PGTORIO 29
e Uranìe m'aiuti col suo coro 041 PGTORIO 29
del mezzo ch'era ancor tra noi e loro; 045 PGTORIO 29
e ne le voci del cantare 'Osanna'. 051 PGTORIO 29
e ciò che vien di retro a lor non guardi?». 063 PGTORIO 29
e tal candor di qua già mai non fuci. 066 PGTORIO 29
e rendea me la mia sinistra costa, 068 PGTORIO 29
e vidi le fiammelle andar davante, 073 PGTORIO 29
e di tratti pennelli avean sembiante; 075 PGTORIO 29
onde fa l'arco il Sole e Delia il cinto. 078 PGTORIO 29
che la mia vista; e, quanto a mio avviso, 080 PGTORIO 29
ne le figlie d'Adamo, e benedette 086 PGTORIO 29
Poscia che i fiori e l'altre fresche erbette 088 PGTORIO 29
le penne piene d'occhi; e li occhi d'Argo, 095 PGTORIO 29
venir con vento e con nube e con igne; 102 PGTORIO 29
venir con vento e con nube e con igne; 102 PGTORIO 29
e quali i troverai ne le sue carte, 103 PGTORIO 29
Giovanni è meco e da lui si diparte. 105 PGTORIO 29
Esso tendeva in sù l'una e l'altra ale 109 PGTORIO 29
tra la mezzana e le tre e tre liste, 110 PGTORIO 29
tra la mezzana e le tre e tre liste, 110 PGTORIO 29
e bianche l'altre, di vermiglio miste. 114 PGTORIO 29
l'altr' era come se le carni e l'ossa 124 PGTORIO 29
e or parëan da la bianca tratte, 127 PGTORIO 29
or da la rossa; e dal canto di questa 128 PGTORIO 29
l'altre toglien l'andare e tarde e ratte. 129 PGTORIO 29
l'altre toglien l'andare e tarde e ratte. 129 PGTORIO 29
ma pari in atto e onesto e sodo. 135 PGTORIO 29
ma pari in atto e onesto e sodo. 135 PGTORIO 29
con una spada lucida e aguta, 140 PGTORIO 29
e di retro da tutti un vecchio solo 143 PGTORIO 29
E questi sette col primaio stuolo 145 PGTORIO 29
anzi di rose e d'altri fior vermigli; 148 PGTORIO 29
E quando il carro a me fu a rimpetto, 151 PGTORIO 29
un tuon s'udì, e quelle genti degne 152 PGTORIO 29
e che faceva lì ciascun accorto 004 PGTORIO 30
e un di loro, quasi da ciel messo, 010 PGTORIO 30
gridò tre volte, e tutti li altri appresso. 012 PGTORIO 30
ministri e messaggier di vita etterna. 018 PGTORIO 30
e fior gittando e di sopra e dintorno, 020 PGTORIO 30
e fior gittando e di sopra e dintorno, 020 PGTORIO 30
e fior gittando e di sopra e dintorno, 020 PGTORIO 30
e l'altro ciel di bel sereno addorno; 024 PGTORIO 30
e la faccia del sol nascere ombrata, 025 PGTORIO 30
e ricadeva in giù dentro e di fori, 030 PGTORIO 30
e ricadeva in giù dentro e di fori, 030 PGTORIO 30
E lo spirito mio, che già cotanto 034 PGTORIO 30
Quasi ammiraglio che in poppa e in prora 058 PGTORIO 30
per li altri legni, e a ben far l'incora; 060 PGTORIO 30
e 'l più caldo parlar dietro reserva: 072 PGTORIO 30
Ella si tacque; e li angeli cantaro 082 PGTORIO 30
soffiata e stretta da li venti schiavi, 087 PGTORIO 30
così fui sanza lagrime e sospiri 091 PGTORIO 30
spirito e acqua fessi, e con angoscia 098 PGTORIO 30
spirito e acqua fessi, e con angoscia 098 PGTORIO 30
de la bocca e de li occhi uscì del petto. 099 PGTORIO 30
perché sia colpa e duol d'una misura. 108 PGTORIO 30
Ma tanto più maligno e più silvestro 118 PGTORIO 30
si fa 'l terren col mal seme e non cólto, 119 PGTORIO 30
di mia seconda etade e mutai vita, 125 PGTORIO 30
questi si tolse a me, e diessi altrui. 126 PGTORIO 30
e bellezza e virtù cresciuta m'era, 128 PGTORIO 30
e bellezza e virtù cresciuta m'era, 128 PGTORIO 30
fu' io a lui men cara e men gradita; 129 PGTORIO 30
e volse i passi suoi per via non vera, 130 PGTORIO 30
con le quali e in sogno e altrimenti 134 PGTORIO 30
con le quali e in sogno e altrimenti 134 PGTORIO 30
e a colui che l'ha qua sù condotto, 140 PGTORIO 30
se Letè si passasse e tal vivanda 143 PGTORIO 30
che la voce si mosse, e pria si spense 008 PGTORIO 31
Confusione e paura insieme miste 013 PGTORIO 31
da troppa tesa, la sua corda e l'arco, 017 PGTORIO 31
e con men foga l'asta il segno tocca, 018 PGTORIO 31
fuori sgorgando lagrime e sospiri, 020 PGTORIO 31
e la voce allentò per lo suo varco. 021 PGTORIO 31
E quali agevolezze o quali avanzi 028 PGTORIO 31
e le labbra a fatica la formaro. 033 PGTORIO 31
del tuo errore, e perché altra volta, 044 PGTORIO 31
pon giù il seme del piangere e ascolta: 046 PGTORIO 31
rinchiusa fui, e che so' 'n terra sparte; 051 PGTORIO 31
e se 'l sommo piacer sì ti fallio 052 PGTORIO 31
e sé riconoscendo e ripentuti, 066 PGTORIO 31
e sé riconoscendo e ripentuti, 066 PGTORIO 31
e prenderai più doglia riguardando». 069 PGTORIO 31
e quando per la barba il viso chiese, 074 PGTORIO 31
E come la mia faccia si distese, 076 PGTORIO 31
e le mie luci, ancor poco sicure, 079 PGTORIO 31
Sotto 'l suo velo e oltre la rivera 082 PGTORIO 31
ch'io caddi vinto; e quale allora femmi, 089 PGTORIO 31
sopra me vidi, e dicea: «Tiemmi, tiemmi!». 093 PGTORIO 31
e tirandosi me dietro sen giva 095 PGTORIO 31
abbracciommi la testa e mi sommerse 101 PGTORIO 31
Indi mi tolse, e bagnato m'offerse 103 PGTORIO 31
e ciascuna del braccio mi coperse. 105 PGTORIO 31
«Noi siam qui ninfe e nel ciel siamo stelle; 106 PGTORIO 31
Così cantando cominciaro; e poi 112 PGTORIO 31
e ne l'idolo suo si trasmutava. 126 PGTORIO 31
Mentre che piena di stupore e lieta 127 PGTORIO 31
Tant' eran li occhi miei fissi e attenti 001 PGTORIO 32
Ed essi quinci e quindi avien parete 004 PGTORIO 32
e la disposizion ch'a veder èe 010 PGTORIO 32
(e dico 'al poco' per rispetto al molto 014 PGTORIO 32
lo glorïoso essercito, e tornarsi 017 PGTORIO 32
col sole e con le sette fiamme al volto. 018 PGTORIO 32
volgesi schiera, e sé gira col segno, 020 PGTORIO 32
e 'l grifon mosse il benedetto carco 026 PGTORIO 32
e Stazio e io seguitavam la rota 029 PGTORIO 32
e Stazio e io seguitavam la rota 029 PGTORIO 32
di foglie e d'altra fronda in ciascun ramo. 039 PGTORIO 32
gridaron li altri; e l'animal binato: 047 PGTORIO 32
E vòlto al temo ch'elli avea tirato, 049 PGTORIO 32
e quel di lei a lei lasciò legato. 051 PGTORIO 32
turgide fansi, e poi si rinovella 055 PGTORIO 32
men che di rose e più che di vïole 058 PGTORIO 32
e dico ch'un splendor mi squarciò 'l velo 071 PGTORIO 32
del sonno, e un chiamar: «Surgi: che fai?». 072 PGTORIO 32
e perpetüe nozze fa nel cielo, 075 PGTORIO 32
Pietro e Giovanni e Iacopo condotti 076 PGTORIO 32
Pietro e Giovanni e Iacopo condotti 076 PGTORIO 32
e vinti, ritornaro a la parola 077 PGTORIO 32
e videro scemata loro scuola 079 PGTORIO 32
e al maestro suo cangiata stola; 081 PGTORIO 32
tal torna' io, e vidi quella pia 082 PGTORIO 32
E tutto in dubbio dissi: «Ov' è Beatrice?». 085 PGTORIO 32
con più dolce canzone e più profonda». 090 PGTORIO 32
E se più fu lo suo parlar diffuso, 091 PGTORIO 32
che son sicuri d'Aquilone e d'Austro. 099 PGTORIO 32
e sarai meco sanza fine cive 101 PGTORIO 32
al carro tieni or li occhi, e quel che vedi, 104 PGTORIO 32
Così Beatrice; e io, che tutto ai piedi 106 PGTORIO 32
la mente e li occhi ov' ella volle diedi. 108 PGTORIO 32
non che d'i fiori e de le foglie nove; 114 PGTORIO 32
e ferì 'l carro di tutta sua forza; 115 PGTORIO 32
del carro e lasciar lei di sé pennuta; 126 PGTORIO 32
e qual esce di cuor che si rammarca, 127 PGTORIO 32
tal voce uscì del cielo e cotal disse: 128 PGTORIO 32
tr'ambo le ruote, e vidi uscirne un drago 131 PGTORIO 32
e come vespa che ritragge l'ago, 133 PGTORIO 32
trasse del fondo, e gissen vago vago. 135 PGTORIO 32
forse con intenzion sana e benigna, 138 PGTORIO 32
si ricoperse, e funne ricoperta 139 PGTORIO 32
e l'una e l'altra rota e 'l temo, in tanto 140 PGTORIO 32
e l'una e l'altra rota e 'l temo, in tanto 140 PGTORIO 32
e l'una e l'altra rota e 'l temo, in tanto 140 PGTORIO 32
tre sovra 'l temo e una in ciascun canto. 144 PGTORIO 32
e come perché non li fosse tolta, 151 PGTORIO 32
e basciavansi insieme alcuna volta. 153 PGTORIO 32
Ma perché l'occhio cupido e vagante 154 PGTORIO 32
poi, di sospetto pieno e d'ira crudo, 157 PGTORIO 32
disciolse il mostro, e trassel per la selva, 158 PGTORIO 32
a la puttana e a la nova belva. 160 PGTORIO 32
le donne incominciaro, e lagrimando; 003 PGTORIO 33
e Bëatrice, sospirosa e pia, 004 PGTORIO 33
e Bëatrice, sospirosa e pia, 004 PGTORIO 33
Poi le si mise innanzi tutte e sette, 013 PGTORIO 33
e dopo sé, solo accennando, mosse 014 PGTORIO 33
me e la donna e 'l savio che ristette. 015 PGTORIO 33
me e la donna e 'l savio che ristette. 015 PGTORIO 33
Così sen giva; e non credo che fosse 016 PGTORIO 33
e con tranquillo aspetto «Vien più tosto», 019 PGTORIO 33
voi conoscete, e ciò ch'ad essa è buono». 030 PGTORIO 33
Ed ella a me: «Da tema e da vergogna 031 PGTORIO 33
fu e non è; ma chi n'ha colpa, creda 035 PGTORIO 33
per che divenne mostro e poscia preda; 039 PGTORIO 33
ch'io veggio certamente, e però il narro, 040 PGTORIO 33
secure d'ogn' intoppo e d'ogne sbarro, 042 PGTORIO 33
nel quale un cinquecento diece e cinque, 043 PGTORIO 33
E forse che la mia narrazion buia, 046 PGTORIO 33
qual Temi e Sfinge, men ti persuade, 047 PGTORIO 33
Tu nota; e sì come da me son porte, 052 PGTORIO 33
E aggi a mente, quando tu le scrivi, 055 PGTORIO 33
Per morder quella, in pena e in disio 061 PGTORIO 33
cinquemilia anni e più l'anima prima 062 PGTORIO 33
lei tanto e sì travolta ne la cima. 066 PGTORIO 33
E se stati non fossero acqua d'Elsa 067 PGTORIO 33
e 'l piacer loro un Piramo a la gelsa, 069 PGTORIO 33
fatto di pietra e, impetrato, tinto, 074 PGTORIO 33
voglio anco, e se non scritto, almen dipinto, 076 PGTORIO 33
E io: «Sì come cera da suggello, 079 PGTORIO 33
c'hai seguitata, e veggi sua dottrina 086 PGTORIO 33
e veggi vostra via da la divina 088 PGTORIO 33
«E se tu ricordar non te ne puoi», 094 PGTORIO 33
e se dal fummo foco s'argomenta, 097 PGTORIO 33
E più corusco e con più lenti passi 103 PGTORIO 33
E più corusco e con più lenti passi 103 PGTORIO 33
che qua e là, come li aspetti, fassi, 105 PGTORIO 33
qual sotto foglie verdi e rami nigri 110 PGTORIO 33
Dinanzi ad esse Ëufratès e Tigri 112 PGTORIO 33
e, quasi amici, dipartirsi pigri. 114 PGTORIO 33
da un principio e sé da sé lontana?». 117 PGTORIO 33
Matelda che 'l ti dica». E qui rispuose, 119 PGTORIO 33
la bella donna: «Questo e altre cose 121 PGTORIO 33
dette li son per me; e son sicura 122 PGTORIO 33
E Bëatrice: «Forse maggior cura, 124 PGTORIO 33
menalo ad esso, e come tu se' usa, 128 PGTORIO 33
la bella donna mossesi, e a Stazio 134 PGTORIO 33
puro e disposto a salire a le stelle. 145 PGTORIO 33
per l'universo penetra, e risplende 002 PRADISO 01
in una parte più e meno altrove. 003 PRADISO 01
fu' io, e vidi cose che ridire 005 PRADISO 01
Entra nel petto mio, e spira tue 019 PRADISO 01
venire, e coronarmi de le foglie 026 PRADISO 01
che la materia e tu mi farai degno. 027 PRADISO 01
colpa e vergogna de l'umane voglie, 030 PRADISO 01
con miglior corso e con migliore stella 040 PRADISO 01
esce congiunta, e la mondana cera 041 PRADISO 01
più a suo modo tempera e suggella. 042 PRADISO 01
Fatto avea di là mane e di qua sera 043 PRADISO 01
tal foce, e quasi tutto era là bianco 044 PRADISO 01
quello emisperio, e l'altra parte nera, 045 PRADISO 01
vidi rivolta e riguardar nel sole: 047 PRADISO 01
E sì come secondo raggio suole 049 PRADISO 01
uscir del primo e risalire in suso, 050 PRADISO 01
e fissi li occhi al sole oltre nostr' uso. 054 PRADISO 01
e di sùbito parve giorno a giorno 061 PRADISO 01
fissa con li occhi stava; e io in lei 065 PRADISO 01
con l'armonia che temperi e discerni, 078 PRADISO 01
La novità del suono e 'l grande lume 082 PRADISO 01
e cominciò: «Tu stesso ti fai grosso 088 PRADISO 01
e dissi: «Già contento requïevi 097 PRADISO 01
e cominciò: «Le cose tutte quante 103 PRADISO 01
hanno ordine tra loro, e questo è forma 104 PRADISO 01
più al principio loro e men vicine; 111 PRADISO 01
per lo gran mar de l'essere, e ciascuna 113 PRADISO 01
questi la terra in sé stringe e aduna; 117 PRADISO 01
ma quelle c'hanno intelletto e amore. 120 PRADISO 01
e ora lì, come a sito decreto, 124 PRADISO 01
e sì come veder si può cadere 133 PRADISO 01
Minerva spira, e conducemi Appollo, 008 PRADISO 02
e nove Muse mi dimostran l'Orse. 009 PRADISO 02
La concreata e perpetüa sete 019 PRADISO 02
Beatrice in suso, e io in lei guardava; 022 PRADISO 02
e forse in tanto in quanto un quadrel posa 023 PRADISO 02
e vola e da la noce si dischiava, 024 PRADISO 02
e vola e da la noce si dischiava, 024 PRADISO 02
mi torse il viso a sé; e però quella 026 PRADISO 02
lucida, spessa, solida e pulita, 032 PRADISO 02
S'io era corpo, e qui non si concepe 037 PRADISO 02
come nostra natura e Dio s'unio. 042 PRADISO 02
Ella sorrise alquanto, e poi «S'elli erra 052 PRADISO 02
E io: «Ciò che n'appar qua sù diverso 059 PRADISO 02
credo che fanno i corpi rari e densi». 060 PRADISO 02
lumi, li quali e nel quale e nel quanto 065 PRADISO 02
lumi, li quali e nel quale e nel quanto 065 PRADISO 02
Se raro e denso ciò facesser tanto, 067 PRADISO 02
più e men distributa e altrettanto. 069 PRADISO 02
più e men distributa e altrettanto. 069 PRADISO 02
di princìpi formali, e quei, for ch'uno, 071 PRADISO 02
lo grasso e 'l magro un corpo, così questo 077 PRADISO 02
de l'altro; e s'elli avvien ch'io l'altro cassi, 083 PRADISO 02
e indi l'altrui raggio si rifonde 088 PRADISO 02
Tre specchi prenderai; e i due rimovi 097 PRADISO 02
da te d'un modo, e l'altro, più rimosso, 098 PRADISO 02
e torni a te da tutti ripercosso. 102 PRADISO 02
e dal colore e dal freddo primai, 108 PRADISO 02
e dal colore e dal freddo primai, 108 PRADISO 02
da lui distratte e da lui contenute. 117 PRADISO 02
dispongono a lor fini e lor semenze. 120 PRADISO 02
che di sù prendono e di sotto fanno. 123 PRADISO 02
Lo moto e la virtù d'i santi giri, 127 PRADISO 02
e 'l ciel cui tanti lumi fanno bello, 130 PRADISO 02
prende l'image e fassene suggello. 132 PRADISO 02
E come l'alma dentro a vostra polve 133 PRADISO 02
per differenti membra e conformate 134 PRADISO 02
par differente, non da denso e raro; 146 PRADISO 02
conforme a sua bontà, lo turbo e 'l chiaro». 148 PRADISO 02
provando e riprovando, il dolce aspetto; 003 PRADISO 03
e io, per confessar corretto e certo 004 PRADISO 03
e io, per confessar corretto e certo 004 PRADISO 03
Quali per vetri trasparenti e tersi, 010 PRADISO 03
o ver per acque nitide e tranquille, 011 PRADISO 03
a quel ch'accese amor tra l'omo e 'l fonte. 018 PRADISO 03
e nulla vidi, e ritorsili avanti 022 PRADISO 03
e nulla vidi, e ritorsili avanti 022 PRADISO 03
Però parla con esse e odi e credi; 031 PRADISO 03
Però parla con esse e odi e credi; 031 PRADISO 03
E io a l'ombra che parea più vaga 034 PRADISO 03
di ragionar, drizza'mi, e cominciai, 035 PRADISO 03
del nome tuo e de la vostra sorte». 041 PRADISO 03
Ond' ella, pronta e con occhi ridenti: 042 PRADISO 03
e se la mente tua ben sé riguarda, 047 PRADISO 03
E questa sorte che par giù cotanto, 055 PRADISO 03
li nostri voti, e vòti in alcun canto». 057 PRADISO 03
per più vedere e per più farvi amici?». 066 PRADISO 03
sol quel ch'avemo, e d'altro non ci asseta. 072 PRADISO 03
e se la sua natura ben rimiri. 078 PRADISO 03
E 'n la sua volontade è nostra pace: 085 PRADISO 03
e d'un altro rimane ancor la gola, 092 PRADISO 03
che quel si chere e di quel si ringrazia, 093 PRADISO 03
così fec' io con atto e con parola, 094 PRADISO 03
«Perfetta vita e alto merto inciela 097 PRADISO 03
nel vostro mondo giù si veste e vela, 099 PRADISO 03
perché fino al morir si vegghi e dorma 100 PRADISO 03
fuggi'mi, e nel suo abito mi chiusi 104 PRADISO 03
e promisi la via de la sua setta. 105 PRADISO 03
E quest' altro splendor che ti si mostra 109 PRADISO 03
da la mia destra parte e che s'accende 110 PRADISO 03
sorella fu, e così le fu tolta 113 PRADISO 03
contra suo grado e contra buona usanza, 116 PRADISO 03
generò 'l terzo e l'ultima possanza». 120 PRADISO 03
Così parlommi, e poi cominciò 'Ave, 121 PRADISO 03
Maria' cantando, e cantando vanio 122 PRADISO 03
e a Beatrice tutta si converse; 127 PRADISO 03
e ciò mi fece a dimandar più tardo. 130 PRADISO 03
Intra due cibi, distanti e moventi 001 PRADISO 04
m'era nel viso, e 'l dimandar con ello, 011 PRADISO 04
e disse: «Io veggio ben come ti tira 016 PRADISO 04
uno e altro disio, sì che tua cura 017 PRADISO 04
pontano igualmente; e però pria 026 PRADISO 04
Moïsè, Samuel, e quel Giovanni 029 PRADISO 04
e differentemente han dolce vita 035 PRADISO 04
per sentir più e men l'etterno spiro. 036 PRADISO 04
a vostra facultate, e piedi e mano 044 PRADISO 04
a vostra facultate, e piedi e mano 044 PRADISO 04
attribuisce a Dio e altro intende; 045 PRADISO 04
e Santa Chiesa con aspetto umano 046 PRADISO 04
Gabrïel e Michel vi rappresenta, 047 PRADISO 04
e l'altro che Tobia rifece sano. 048 PRADISO 04
e forse sua sentenza è d'altra guisa 055 PRADISO 04
l'onor de la influenza e 'l biasmo, forse 059 PRADISO 04
Mercurio e Marte a nominar trascorse. 063 PRADISO 04
di fede e non d'eretica nequizia. 069 PRADISO 04
segue la forza; e così queste fero 080 PRADISO 04
e fece Muzio a la sua man severo, 084 PRADISO 04
E per queste parole, se ricolte 088 PRADISO 04
e poi potesti da Piccarda udire 097 PRADISO 04
che la forza al voler si mischia, e fanno 107 PRADISO 04
de la voglia assoluta intende, e io 113 PRADISO 04
tal puose in pace uno e altro disio. 117 PRADISO 04
e scalda sì, che più e più m'avviva, 120 PRADISO 04
e scalda sì, che più e più m'avviva, 120 PRADISO 04
ma quei che vede e puote a ciò risponda. 123 PRADISO 04
tosto che giunto l'ha; e giugner puollo: 128 PRADISO 04
e quasi mi perdei con li occhi chini. 142 PRADISO 04
che, vista, sola e sempre amore accende; 009 PRADISO 05
e s'altra cosa vostro amor seduce, 010 PRADISO 05
e sì com' uom che suo parlar non spezza, 017 PRADISO 05
fesse creando, e a la sua bontate 020 PRADISO 05
più conformato, e quel ch'e' più apprezza, 021 PRADISO 05
più conformato, e quel ch'e' più apprezza, 021 PRADISO 05
e tutte e sole, fuoro e son dotate. 024 PRADISO 05
e tutte e sole, fuoro e son dotate. 024 PRADISO 05
e tutte e sole, fuoro e son dotate. 024 PRADISO 05
ché, nel fermar tra Dio e l'omo il patto, 028 PRADISO 05
tal quale io dico; e fassi col suo atto. 030 PRADISO 05
e fermalvi entro; ché non fa scïenza, 041 PRADISO 05
se non servata; e intorno di lei 047 PRADISO 05
e de la chiave bianca e de la gialla; 057 PRADISO 05
e de la chiave bianca e de la gialla; 057 PRADISO 05
e ogne permutanza credi stolta, 058 PRADISO 05
siate fedeli, e a ciò far non bieci, 065 PRADISO 05
che, servando, far peggio; e così stolto 068 PRADISO 05
e fé pianger di sé i folli e i savi 071 PRADISO 05
e fé pianger di sé i folli e i savi 071 PRADISO 05
e non crediate ch'ogne acqua vi lavi. 075 PRADISO 05
Avete il novo e 'l vecchio Testamento, 076 PRADISO 05
e 'l pastor de la Chiesa che vi guida; 077 PRADISO 05
uomini siate, e non pecore matte, 080 PRADISO 05
de la sua madre, e semplice e lascivo 083 PRADISO 05
de la sua madre, e semplice e lascivo 083 PRADISO 05
Lo suo tacere e 'l trasmutar sembiante 088 PRADISO 05
e sì come saetta che nel segno 091 PRADISO 05
E se la stella si cambiò e rise, 097 PRADISO 05
E se la stella si cambiò e rise, 097 PRADISO 05
Come 'n peschiera ch'è tranquilla e pura 100 PRADISO 05
trarsi ver' noi, e in ciascun s'udia: 104 PRADISO 05
E sì come ciascuno a noi venìa, 106 PRADISO 05
e per te vederai come da questi 112 PRADISO 05
noi semo accesi; e però, se disii 119 PRADISO 05
detto mi fu; e da Beatrice: «Dì, dì 122 PRADISO 05
sicuramente, e credi come a dii». 123 PRADISO 05
nel proprio lume, e che de li occhi il traggi, 125 PRADISO 05
perch' e' corusca sì come tu ridi; 126 PRADISO 05
e così chiusa chiusa mi rispuose 138 PRADISO 05
cento e cent' anni e più l'uccel di Dio 004 PRADISO 06
cento e cent' anni e più l'uccel di Dio 004 PRADISO 06
e sotto l'ombra de le sacre penne 007 PRADISO 06
e, sì cangiando, in su la mia pervenne. 009 PRADISO 06
Cesare fui e son Iustinïano, 010 PRADISO 06
d'entro le leggi trassi il troppo e 'l vano. 012 PRADISO 06
E prima ch'io a l'ovra fossi attento, 013 PRADISO 06
credea, e di tal fede era contento; 015 PRADISO 06
Io li credetti; e ciò che 'n sua fede era, 019 PRADISO 06
ogni contradizione e falsa e vera. 021 PRADISO 06
ogni contradizione e falsa e vera. 021 PRADISO 06
l'alto lavoro, e tutto 'n lui mi diedi; 024 PRADISO 06
e al mio Belisar commendai l'armi, 025 PRADISO 06
e chi 'l s'appropria e chi a lui s'oppone. 033 PRADISO 06
e chi 'l s'appropria e chi a lui s'oppone. 033 PRADISO 06
di reverenza; e cominciò da l'ora 035 PRADISO 06
per trecento anni e oltre, infino al fine 038 PRADISO 06
E sai ch'el fé dal mal de le Sabine 040 PRADISO 06
incontro a li altri principi e collegi; 045 PRADISO 06
onde Torquato e Quinzio, che dal cirro 046 PRADISO 06
negletto fu nomato, i Deci e ' Fabi 047 PRADISO 06
Scipïone e Pompeo; e a quel colle 053 PRADISO 06
Scipïone e Pompeo; e a quel colle 053 PRADISO 06
E quel che fé da Varo infino a Reno, 058 PRADISO 06
Isara vide ed Era e vide Senna 059 PRADISO 06
e ogne valle onde Rodano è pieno. 060 PRADISO 06
e saltò Rubicon, fu di tal volo, 062 PRADISO 06
poi ver' Durazzo, e Farsalia percosse 065 PRADISO 06
Antandro e Simeonta, onde si mosse, 067 PRADISO 06
rivide e là dov' Ettore si cuba; 068 PRADISO 06
e mal per Tolomeo poscia si scosse. 069 PRADISO 06
e Modena e Perugia fu dolente. 075 PRADISO 06
e Modena e Perugia fu dolente. 075 PRADISO 06
la morte prese subitana e atra. 078 PRADISO 06
fatto avea prima e poi era fatturo 083 PRADISO 06
diventa in apparenza poco e scuro, 085 PRADISO 06
con occhio chiaro e con affetto puro; 087 PRADISO 06
E quando il dente longobardo morse 094 PRADISO 06
ch'io accusai di sopra e di lor falli, 098 PRADISO 06
oppone, e l'altro appropria quello a parte, 101 PRADISO 06
sempre chi la giustizia e lui diparte; 105 PRADISO 06
e non l'abbatta esto Carlo novello 106 PRADISO 06
per la colpa del padre, e non si creda 110 PRADISO 06
perché onore e fama li succeda: 114 PRADISO 06
e quando li disiri poggian quivi, 115 PRADISO 06
E dentro a la presente margarita 127 PRADISO 06
fu l'ovra grande e bella mal gradita. 129 PRADISO 06
non hanno riso; e però mal cammina 131 PRADISO 06
Quattro figlie ebbe, e ciascuna reina, 133 PRADISO 06
Ramondo Beringhiere, e ciò li fece 134 PRADISO 06
Romeo, persona umìle e peregrina. 135 PRADISO 06
E poi il mosser le parole biece 136 PRADISO 06
che li assegnò sette e cinque per diece, 138 PRADISO 06
indi partissi povero e vetusto; 139 PRADISO 06
e se 'l mondo sapesse il cor ch'elli ebbe 140 PRADISO 06
assai lo loda, e più lo loderebbe». 142 PRADISO 06
ed essa e l'altre mossero a sua danza, 007 PRADISO 07
e quasi velocissime faville 008 PRADISO 07
Io dubitava e dicea 'Dille, dille!' 010 PRADISO 07
di tutto me, pur per Be e per ice, 014 PRADISO 07
e cominciò, raggiandomi d'un riso 017 PRADISO 07
e tu ascolta, ché le mie parole 023 PRADISO 07
qual fu creata, fu sincera e buona; 036 PRADISO 07
da via di verità e da sua vita. 039 PRADISO 07
e così nulla fu di tanta ingiura, 043 PRADISO 07
ch'a Dio e a' Giudei piacque una morte; 047 PRADISO 07
per lei tremò la terra e 'l ciel s'aperse. 048 PRADISO 07
molto si mira e poco si discerne, 062 PRADISO 07
Più l'è conforme, e però più le piace; 073 PRADISO 07
l'umana creatura, e s'una manca, 077 PRADISO 07
e falla dissimìle al sommo bene, 080 PRADISO 07
e in sua dignità mai non rivene, 082 PRADISO 07
e questa è la cagion per che l'uom fue 101 PRADISO 07
Né tra l'ultima notte e 'l primo die 112 PRADISO 07
e tutti li altri modi erano scarsi 118 PRADISO 07
l'aere e la terra e tutte lor misture 125 PRADISO 07
l'aere e la terra e tutte lor misture 125 PRADISO 07
venire a corruzione, e durar poco; 126 PRADISO 07
e queste cose pur furon creature; 127 PRADISO 07
Li angeli, frate, e 'l paese sincero 130 PRADISO 07
e quelle cose che di lor si fanno 134 PRADISO 07
L'anima d'ogne bruto e de le piante 139 PRADISO 07
lo raggio e 'l moto de le luci sante; 141 PRADISO 07
la somma beninanza, e la innamora 143 PRADISO 07
E quinci puoi argomentare ancora 145 PRADISO 07
di sacrificio e di votivo grido 005 PRADISO 08
ma Dïone onoravano e Cupido, 007 PRADISO 08
e dicean ch'el sedette in grembo a Dido; 009 PRADISO 08
e da costei ond' io principio piglio 010 PRADISO 08
E come in fiamma favilla si vede, 016 PRADISO 08
e come in voce voce si discerne, 017 PRADISO 08
quand' una è ferma e altra va e riede, 018 PRADISO 08
quand' una è ferma e altra va e riede, 018 PRADISO 08
muoversi in giro più e men correnti, 020 PRADISO 08
che non paressero impediti e lenti 024 PRADISO 08
e dentro a quei che più innanzi appariro 028 PRADISO 08
e solo incominciò: «Tutti sem presti 032 PRADISO 08
d'un giro e d'un girare e d'una sete, 035 PRADISO 08
d'un giro e d'un girare e d'una sete, 035 PRADISO 08
e sem sì pien d'amor, che, per piacerti, 038 PRADISO 08
fatti li avea di sé contenti e certi, 042 PRADISO 08
tanto s'avea, e «Deh, chi siete?» fue 044 PRADISO 08
E quanta e quale vid' io lei far piùe 046 PRADISO 08
E quanta e quale vid' io lei far piùe 046 PRADISO 08
giù poco tempo; e se più fosse stato, 050 PRADISO 08
che mi raggia dintorno e mi nasconde 053 PRADISO 08
Assai m'amasti, e avesti ben onde; 055 PRADISO 08
e quel corno d'Ausonia che s'imborga 061 PRADISO 08
di Bari e di Gaeta e di Catona, 062 PRADISO 08
di Bari e di Gaeta e di Catona, 062 PRADISO 08
da ove Tronto e Verde in mare sgorga. 063 PRADISO 08
E la bella Trinacria, che caliga 067 PRADISO 08
tra Pachino e Peloro, sopra 'l golfo 068 PRADISO 08
nati per me di Carlo e di Ridolfo, 072 PRADISO 08
E se mio frate questo antivedesse, 076 PRADISO 08
là 've ogne ben si termina e s'inizia, 087 PRADISO 08
grata m'è più; e anco quest' ho caro 089 PRADISO 08
Fatto m'hai lieto, e così mi fa chiaro, 091 PRADISO 08
volge e contenta, fa esser virtute 098 PRADISO 08
E non pur le nature provedute 100 PRADISO 08
e ciò esser non può, se li 'ntelletti 109 PRADISO 08
e manco il primo, che non li ha perfetti. 111 PRADISO 08
E io: «Non già; ché impossibil veggio 113 PRADISO 08
«Sì», rispuos' io; «e qui ragion non cheggio». 117 PRADISO 08
«E puot' elli esser, se giù non si vive 118 PRADISO 08
per ch'un nasce Solone e altro Serse, 124 PRADISO 08
altro Melchisedèch e altro quello 125 PRADISO 08
per seme da Iacòb; e vien Quirino 131 PRADISO 08
E se 'l mondo là giù ponesse mente 142 PRADISO 08
e fate re di tal ch'è da sermone; 147 PRADISO 08
ma disse: «Taci e lascia muover li anni»; 004 PRADISO 09
E già la vita di quel lume santo 007 PRADISO 09
Ahi anime ingannate e fatture empie, 010 PRADISO 09
ver' me si fece, e 'l suo voler piacermi 014 PRADISO 09
beato spirto», dissi, «e fammi prova 020 PRADISO 09
e le fontane di Brenta e di Piava, 027 PRADISO 09
e le fontane di Brenta e di Piava, 027 PRADISO 09
si leva un colle, e non surge molt' alto, 028 PRADISO 09
D'una radice nacqui e io ed ella: 031 PRADISO 09
Cunizza fui chiamata, e qui refulgo 032 PRADISO 09
la cagion di mia sorte, e non mi noia; 035 PRADISO 09
Di questa luculenta e cara gioia 037 PRADISO 09
grande fama rimase; e pria che moia, 039 PRADISO 09
E ciò non pensa la turba presente 043 PRADISO 09
che Tagliamento e Adice richiude, 044 PRADISO 09
e dove Sile e Cagnan s'accompagna, 049 PRADISO 09
e dove Sile e Cagnan s'accompagna, 049 PRADISO 09
tal signoreggia e va con la testa alta, 050 PRADISO 09
e stanco chi 'l pesasse a oncia a oncia, 057 PRADISO 09
per mostrarsi di parte; e cotai doni 059 PRADISO 09
Qui si tacette; e fecemi sembiante 064 PRADISO 09
«Dio vede tutto, e tuo veder s'inluia», 073 PRADISO 09
tra Ebro e Macra, che per cammin corto 089 PRADISO 09
Ad un occaso quasi e ad un orto 091 PRADISO 09
Buggea siede e la terra ond' io fui, 092 PRADISO 09
fu noto il nome mio; e questo cielo 095 PRADISO 09
noiando e a Sicheo e a Creusa, 098 PRADISO 09
noiando e a Sicheo e a Creusa, 098 PRADISO 09
ma del valor ch'ordinò e provide. 105 PRADISO 09
cotanto affetto, e discernesi 'l bene 107 PRADISO 09
Raab; e a nostr' ordine congiunta, 116 PRADISO 09
che s'acquistò con l'una e l'altra palma, 123 PRADISO 09
e di cui è la 'nvidia tanto pianta, 129 PRADISO 09
produce e spande il maladetto fiore 130 PRADISO 09
c'ha disvïate le pecore e li agni, 131 PRADISO 09
Per questo l'Evangelio e i dottor magni 133 PRADISO 09
son derelitti, e solo ai Decretali 134 PRADISO 09
A questo intende il papa e ' cardinali; 136 PRADISO 09
Ma Vaticano e l'altre parti elette 139 PRADISO 09
che l'uno e l'altro etternalmente spira, 002 PRADISO 10
lo primo e ineffabile Valore 003 PRADISO 10
quanto per mente e per loco si gira 004 PRADISO 10
dove l'un moto e l'altro si percuote; 009 PRADISO 10
e lì comincia a vagheggiar ne l'arte 010 PRADISO 10
e quasi ogne potenza qua giù morta; 018 PRADISO 10
e se dal dritto più o men lontano 019 PRADISO 10
e giù e sù de l'ordine mondano. 021 PRADISO 10
e giù e sù de l'ordine mondano. 021 PRADISO 10
e col suo lume il tempo ne misura, 030 PRADISO 10
e io era con lui; ma del salire 034 PRADISO 10
Perch' io lo 'ngegno e l'arte e l'uso chiami, 043 PRADISO 10
Perch' io lo 'ngegno e l'arte e l'uso chiami, 043 PRADISO 10
ma creder puossi e di veder si brami. 045 PRADISO 10
E se le fantasie nostre son basse 046 PRADISO 10
mostrando come spira e come figlia. 051 PRADISO 10
E Bëatrice cominciò: «Ringrazia, 052 PRADISO 10
a divozione e a rendersi a Dio 056 PRADISO 10
e sì tutto 'l mio amore in lui si mise, 059 PRADISO 10
Io vidi più folgór vivi e vincenti 064 PRADISO 10
far di noi centro e di sé far corona, 065 PRADISO 10
si trovan molte gioie care e belle 071 PRADISO 10
e 'l canto di quei lumi era di quelle; 073 PRADISO 10
E dentro a l'un senti' cominciar: «Quando 082 PRADISO 10
verace amore e che poi cresce amando, 084 PRADISO 10
frate e maestro fummi, ed esso Alberto 098 PRADISO 10
è di Cologna, e io Thomas d'Aquino. 099 PRADISO 10
di Grazïan, che l'uno e l'altro foro 104 PRADISO 10
l'angelica natura e 'l ministero. 117 PRADISO 10
e da essilio venne a questa pace. 129 PRADISO 10
d'Isidoro, di Beda e di Riccardo, 131 PRADISO 10
che l'una parte e l'altra tira e urge, 142 PRADISO 10
che l'una parte e l'altra tira e urge, 142 PRADISO 10
muoversi e render voce a voce in tempra 146 PRADISO 10
e in dolcezza ch'esser non pò nota 147 PRADISO 10
Chi dietro a iura e chi ad amforismi 004 PRADISO 11
sen giva, e chi seguendo sacerdozio, 005 PRADISO 11
e chi regnar per forza o per sofismi, 006 PRADISO 11
e chi rubare e chi civil negozio, 007 PRADISO 11
e chi rubare e chi civil negozio, 007 PRADISO 11
s'affaticava e chi si dava a l'ozio, 009 PRADISO 11
E io senti' dentro a quella lumera 016 PRADISO 11
Tu dubbi, e hai voler che si ricerna 022 PRADISO 11
in sì aperta e 'n sì distesa lingua 023 PRADISO 11
e là u' dissi: ''Non nacque il secondo"; 026 PRADISO 11
e qui è uopo che ben si distingua. 027 PRADISO 11
in sé sicura e anche a lui più fida, 034 PRADISO 11
che quinci e quindi le fosser per guida. 036 PRADISO 11
Intra Tupino e l'acqua che discende 043 PRADISO 11
onde Perugia sente freddo e caldo 046 PRADISO 11
da Porta Sole; e di rietro le piange 047 PRADISO 11
e dinanzi a la sua spirital corte 061 PRADISO 11
millecent' anni e più dispetta e scura 065 PRADISO 11
millecent' anni e più dispetta e scura 065 PRADISO 11
Francesco e Povertà per questi amanti 074 PRADISO 11
La lor concordia e i lor lieti sembianti, 076 PRADISO 11
amore e maraviglia e dolce sguardo 077 PRADISO 11
amore e maraviglia e dolce sguardo 077 PRADISO 11
si scalzò prima, e dietro a tanta pace 080 PRADISO 11
corse e, correndo, li parve esser tardo. 081 PRADISO 11
Indi sen va quel padre e quel maestro 085 PRADISO 11
con la sua donna e con quella famiglia 086 PRADISO 11
ad Innocenzio aperse, e da lui ebbe 092 PRADISO 11
E poi che, per la sete del martiro, 100 PRADISO 11
predicò Cristo e li altri che 'l seguiro, 102 PRADISO 11
e per trovare a conversione acerba 103 PRADISO 11
troppo la gente e per non stare indarno, 104 PRADISO 11
nel crudo sasso intra Tevero e Arno 106 PRADISO 11
e comandò che l'amassero a fede; 114 PRADISO 11
e del suo grembo l'anima preclara 115 PRADISO 11
e al suo corpo non volle altra bara. 117 PRADISO 11
e questo fu il nostro patrïarca; 121 PRADISO 11
e quanto le sue pecore remote 127 PRADISO 11
e vagabunde più da esso vanno, 128 PRADISO 11
e stringonsi al pastor; ma son sì poche, 131 PRADISO 11
e vedra' il corrègger che argomenta 138 PRADISO 11
e nel suo giro tutta non si volse 004 PRADISO 12
e moto a moto e canto a canto colse; 006 PRADISO 12
e moto a moto e canto a canto colse; 006 PRADISO 12
quanto primo splendor quel ch'e' refuse. 009 PRADISO 12
due archi paralelli e concolori, 011 PRADISO 12
e fanno qui la gente esser presaga, 016 PRADISO 12
e sì l'estrema a l'intima rispuose. 021 PRADISO 12
Poi che 'l tripudio e l'altra festa grande, 022 PRADISO 12
sì del cantare e sì del fiammeggiarsi 023 PRADISO 12
luce con luce gaudïose e blande, 024 PRADISO 12
insieme a punto e a voler quetarsi, 025 PRADISO 12
conviene insieme chiudere e levarsi; 027 PRADISO 12
e cominciò: «L'amor che mi fa bella 031 PRADISO 12
si movea tardo, sospeccioso e raro, 039 PRADISO 12
e, come è detto, a sua sposa soccorse 043 PRADISO 12
in che soggiace il leone e soggioga: 054 PRADISO 12
benigno a' suoi e a' nemici crudo; 057 PRADISO 12
e come fu creata, fu repleta 058 PRADISO 12
al sacro fonte intra lui e la Fede, 062 PRADISO 12
ch'uscir dovea di lui e de le rede; 066 PRADISO 12
e perché fosse qual era in costrutto, 067 PRADISO 12
Domenico fu detto; e io ne parlo 070 PRADISO 12
Ben parve messo e famigliar di Cristo: 073 PRADISO 12
Spesse fïate fu tacito e desto 076 PRADISO 12
di retro ad Ostïense e a Taddeo, 083 PRADISO 12
E a la sedia che fu già benigna 088 PRADISO 12
Poi, con dottrina e con volere insieme, 097 PRADISO 12
e ne li sterpi eretici percosse 100 PRADISO 12
e vinse in campo la sua civil briga, 108 PRADISO 12
e tosto si vedrà de la ricolta 118 PRADISO 12
ch'uno la fugge e altro la coarta. 126 PRADISO 12
Illuminato e Augustin son quici, 130 PRADISO 12
e Pietro Mangiadore e Pietro Spano, 134 PRADISO 12
e Pietro Mangiadore e Pietro Spano, 134 PRADISO 12
Natàn profeta e 'l metropolitano 136 PRADISO 12
Crisostomo e Anselmo e quel Donato 137 PRADISO 12
Crisostomo e Anselmo e quel Donato 137 PRADISO 12
Rabano è qui, e lucemi dallato 139 PRADISO 12
di fra Tommaso e 'l discreto latino; 144 PRADISO 12
e mosse meco questa compagnia». 145 PRADISO 12
quel ch'i' or vidi--e ritegna l'image, 002 PRADISO 13
basta del nostro cielo e notte e giorno, 008 PRADISO 13
basta del nostro cielo e notte e giorno, 008 PRADISO 13
e l'un ne l'altro aver li raggi suoi, 016 PRADISO 13
e amendue girarsi per maniera 017 PRADISO 13
che l'uno andasse al primo e l'altro al poi; 018 PRADISO 13
e avrà quasi l'ombra de la vera 019 PRADISO 13
costellazione e de la doppia danza 020 PRADISO 13
e in una persona essa e l'umana. 027 PRADISO 13
e in una persona essa e l'umana. 027 PRADISO 13
Compié 'l cantare e 'l volger sua misura; 028 PRADISO 13
e attesersi a noi quei santi lumi, 029 PRADISO 13
e disse: «Quando l'una paglia è trita, 034 PRADISO 13
e in quel che, forato da la lancia, 040 PRADISO 13
e prima e poscia tanto sodisfece, 041 PRADISO 13
e prima e poscia tanto sodisfece, 041 PRADISO 13
da quel valor che l'uno e l'altro fece; 045 PRADISO 13
e però miri a ciò ch'io dissi suso, 046 PRADISO 13
e vedräi il tuo credere e 'l mio dire 050 PRADISO 13
e vedräi il tuo credere e 'l mio dire 050 PRADISO 13
Ciò che non more e ciò che può morire 052 PRADISO 13
e queste contingenze essere intendo 064 PRADISO 13
con seme e sanza seme il ciel movendo. 066 PRADISO 13
La cera di costoro e chi la duce 067 PRADISO 13
non sta d'un modo; e però sotto 'l segno 068 PRADISO 13
idëale poi più e men traluce. 069 PRADISO 13
secondo specie, meglio e peggio frutta; 071 PRADISO 13
e voi nascete con diverso ingegno. 072 PRADISO 13
e fosse il cielo in sua virtù supprema, 074 PRADISO 13
de la prima virtù dispone e segna, 080 PRADISO 13
pensa chi era, e la cagion che 'l mosse, 092 PRADISO 13
Onde, se ciò ch'io dissi e questo note, 103 PRADISO 13
e se al ''surse" drizzi li occhi chiari, 106 PRADISO 13
ai regi, che son molti, e ' buon son rari. 108 PRADISO 13
e così puote star con quel che credi 110 PRADISO 13
del primo padre e del nostro Diletto. 111 PRADISO 13
E questo ti sia sempre piombo a' piedi, 112 PRADISO 13
e al sì e al no che tu non vedi: 114 PRADISO 13
e al sì e al no che tu non vedi: 114 PRADISO 13
che sanza distinzione afferma e nega 116 PRADISO 13
e poi l'affetto l'intelletto lega. 120 PRADISO 13
perché non torna tal qual e' si move, 122 PRADISO 13
chi pesca per lo vero e non ha l'arte. 123 PRADISO 13
E di ciò sono al mondo aperte prove 124 PRADISO 13
Parmenide, Melisso e Brisso e molti, 125 PRADISO 13
Parmenide, Melisso e Brisso e molti, 125 PRADISO 13
li quali andaro e non sapëan dove; 126 PRADISO 13
sì fé Sabellio e Arrio e quelli stolti 127 PRADISO 13
sì fé Sabellio e Arrio e quelli stolti 127 PRADISO 13
lo prun mostrarsi rigido e feroce, 134 PRADISO 13
e legno vidi già dritto e veloce 136 PRADISO 13
e legno vidi già dritto e veloce 136 PRADISO 13
Non creda donna Berta e ser Martino, 139 PRADISO 13
ché quel può surgere, e quel può cadere». 142 PRADISO 13
Dal centro al cerchio, e sì dal cerchio al centro 001 PRADISO 14
del suo parlare e di quel di Beatrice, 008 PRADISO 14
«A costui fa mestieri, e nol vi dice 010 PRADISO 14
e se rimane, dite come, poi 016 PRADISO 14
Come, da più letizia pinti e tratti, 019 PRADISO 14
levan la voce e rallegrano li atti, 021 PRADISO 14
così, a l'orazion pronta e divota, 022 PRADISO 14
nel torneare e ne la mira nota. 024 PRADISO 14
Quell' uno e due e tre che sempre vive 028 PRADISO 14
Quell' uno e due e tre che sempre vive 028 PRADISO 14
e regna sempre in tre e 'n due e 'n uno, 029 PRADISO 14
e regna sempre in tre e 'n due e 'n uno, 029 PRADISO 14
e regna sempre in tre e 'n due e 'n uno, 029 PRADISO 14
non circunscritto, e tutto circunscrive, 030 PRADISO 14
E io udi' ne la luce più dia 034 PRADISO 14
l'ardor la visïone, e quella è tanta, 041 PRADISO 14
Come la carne glorïosa e santa 043 PRADISO 14
e per vivo candor quella soverchia, 053 PRADISO 14
Tanto mi parver sùbiti e accorti 061 PRADISO 14
e l'uno e l'altro coro a dicer «Amme!», 062 PRADISO 14
e l'uno e l'altro coro a dicer «Amme!», 062 PRADISO 14
per li padri e per li altri che fuor cari 065 PRADISO 14
E sì come al salir di prima sera 070 PRADISO 14
sì che la vista pare e non par vera, 072 PRADISO 14
cominciare a vedere, e fare un giro 074 PRADISO 14
come si fece sùbito e candente 077 PRADISO 14
Ma Bëatrice sì bella e ridente 079 PRADISO 14
a rilevarsi; e vidimi translato 083 PRADISO 14
Con tutto 'l core e con quella favella 088 PRADISO 14
E non er' anco del mio petto essausto 091 PRADISO 14
esso litare stato accetto e fausto; 093 PRADISO 14
ché con tanto lucore e tanto robbi 094 PRADISO 14
Come distinta da minori e maggi 097 PRADISO 14
ma chi prende sua croce e segue Cristo, 106 PRADISO 14
Di corno in corno e tra la cima e 'l basso 109 PRADISO 14
Di corno in corno e tra la cima e 'l basso 109 PRADISO 14
nel congiugnersi insieme e nel trapasso: 111 PRADISO 14
così si veggion qui diritte e torte, 112 PRADISO 14
veloci e tarde, rinovando vista, 113 PRADISO 14
le minuzie d'i corpi, lunghe e corte, 114 PRADISO 14
la gente con ingegno e arte acquista. 117 PRADISO 14
E come giga e arpa, in tempra tesa 118 PRADISO 14
E come giga e arpa, in tempra tesa 118 PRADISO 14
però ch'a me venìa «Resurgi» e «Vinci» 125 PRADISO 14
come a colui che non intende e ode. 126 PRADISO 14
e ch'io non m'era lì rivolto a quelli, 135 PRADISO 14
per escusarmi, e vedermi dir vero: 137 PRADISO 14
e fece quïetar le sante corde 005 PRADISO 15
che la destra del cielo allenta e tira. 006 PRADISO 15
Quale per li seren tranquilli e puri 013 PRADISO 15
e pare stella che tramuti loco, 016 PRADISO 15
se non che da la parte ond' e' s'accende 017 PRADISO 15
e quinci e quindi stupefatto fui; 033 PRADISO 15
e quinci e quindi stupefatto fui; 033 PRADISO 15
de la mia gloria e del mio paradiso. 036 PRADISO 15
Indi, a udire e a veder giocondo, 037 PRADISO 15
E quando l'arco de l'ardente affetto 043 PRADISO 15
«Benedetto sia tu», fu, «trino e uno, 047 PRADISO 15
E seguì: «Grato e lontano digiuno, 049 PRADISO 15
E seguì: «Grato e lontano digiuno, 049 PRADISO 15
da l'un, se si conosce, il cinque e 'l sei; 057 PRADISO 15
e però ch'io mi sia e perch' io paia 058 PRADISO 15
e però ch'io mi sia e perch' io paia 058 PRADISO 15
Tu credi 'l vero; ché i minori e ' grandi 061 PRADISO 15
con perpetüa vista e che m'asseta 065 PRADISO 15
la voce tua sicura, balda e lieta 067 PRADISO 15
Io mi volsi a Beatrice, e quella udio 070 PRADISO 15
pria ch'io parlassi, e arrisemi un cenno 071 PRADISO 15
Poi cominciai così: «L'affetto e 'l senno, 073 PRADISO 15
però che 'l sol che v'allumò e arse, 076 PRADISO 15
col caldo e con la luce è sì iguali, 077 PRADISO 15
Ma voglia e argomento ne' mortali, 079 PRADISO 15
disagguaglianza, e però non ringrazio 083 PRADISO 15
tua cognazione e che cent' anni e piùe 092 PRADISO 15
tua cognazione e che cent' anni e piùe 092 PRADISO 15
mio figlio fu e tuo bisavol fue: 094 PRADISO 15
ond' ella toglie ancora e terza e nona, 098 PRADISO 15
ond' ella toglie ancora e terza e nona, 098 PRADISO 15
si stava in pace, sobria e pudica. 099 PRADISO 15
la figlia al padre, che 'l tempo e la dote 104 PRADISO 15
non fuggien quinci e quindi la misura. 105 PRADISO 15
di cuoio e d'osso, e venir da lo specchio 113 PRADISO 15
di cuoio e d'osso, e venir da lo specchio 113 PRADISO 15
e vidi quel d'i Nerli e quel del Vecchio 115 PRADISO 15
e vidi quel d'i Nerli e quel del Vecchio 115 PRADISO 15
e le sue donne al fuso e al pennecchio. 117 PRADISO 15
e le sue donne al fuso e al pennecchio. 117 PRADISO 15
de la sua sepultura, e ancor nulla 119 PRADISO 15
e, consolando, usava l'idïoma 122 PRADISO 15
che prima i padri e le madri trastulla; 123 PRADISO 15
d'i Troiani, di Fiesole e di Roma. 126 PRADISO 15
qual or saria Cincinnato e Corniglia. 129 PRADISO 15
e ne l'antico vostro Batisteo 134 PRADISO 15
insieme fui cristiano e Cacciaguida. 135 PRADISO 15
e quindi il sopranome tuo si feo. 138 PRADISO 15
e venni dal martiro a questa pace». 148 PRADISO 15
quai fuor li vostri antichi e quai fuor li anni 023 PRADISO 16
quanto era allora, e chi eran le genti 026 PRADISO 16
e come a li occhi miei si fé più bella, 031 PRADISO 16
così con voce più dolce e soave, 032 PRADISO 16
e trenta fiate venne questo foco 038 PRADISO 16
Li antichi miei e io nacqui nel loco 040 PRADISO 16
chi ei si fosser e onde venner quivi, 044 PRADISO 16
da poter arme tra Marte e 'l Batista, 047 PRADISO 16
di Campi, di Certaldo e di Fegghine, 050 PRADISO 16
quelle genti ch'io dico, e al Galluzzo 053 PRADISO 16
e a Trespiano aver vostro confine, 054 PRADISO 16
che averle dentro e sostener lo puzzo 055 PRADISO 16
tal fatto è fiorentino e cambia e merca, 061 PRADISO 16
tal fatto è fiorentino e cambia e merca, 061 PRADISO 16
e forse in Valdigrieve i Buondelmonti. 066 PRADISO 16
e cieco toro più avaccio cade 070 PRADISO 16
che cieco agnello; e molte volte taglia 071 PRADISO 16
più e meglio una che le cinque spade. 072 PRADISO 16
Se tu riguardi Luni e Orbisaglia 073 PRADISO 16
come sono ite, e come se ne vanno 074 PRADISO 16
di retro ad esse Chiusi e Sinigaglia, 075 PRADISO 16
che dura molto, e le vite son corte. 081 PRADISO 16
E come 'l volger del ciel de la luna 082 PRADISO 16
cuopre e discuopre i liti sanza posa, 083 PRADISO 16
Io vidi li Ughi e vidi i Catellini, 088 PRADISO 16
Filippi, Greci, Ormanni e Alberichi, 089 PRADISO 16
e vidi così grandi come antichi, 091 PRADISO 16
e Soldanieri e Ardinghi e Bostichi. 093 PRADISO 16
e Soldanieri e Ardinghi e Bostichi. 093 PRADISO 16
e Soldanieri e Ardinghi e Bostichi. 093 PRADISO 16
il conte Guido e qualunque del nome 098 PRADISO 16
regger si vuole, e avea Galigaio 101 PRADISO 16
dorata in casa sua già l'elsa e 'l pome. 102 PRADISO 16
Sacchetti, Giuochi, Fifanti e Barucci 104 PRADISO 16
e Galli e quei ch'arrossan per lo staio. 105 PRADISO 16
e Galli e quei ch'arrossan per lo staio. 105 PRADISO 16
era già grande, e già eran tratti 107 PRADISO 16
a le curule Sizii e Arrigucci. 108 PRADISO 16
per lor superbia! e le palle de l'oro 110 PRADISO 16
dietro a chi fugge, e a chi mostra 'l dente 116 PRADISO 16
disceso giù da Fiesole, e già era 122 PRADISO 16
buon cittadino Giuda e Infangato. 123 PRADISO 16
Io dirò cosa incredibile e vera: 124 PRADISO 16
del gran barone il cui nome e 'l cui pregio 128 PRADISO 16
da esso ebbe milizia e privilegio; 130 PRADISO 16
Già eran Gualterotti e Importuni; 133 PRADISO 16
e ancor saria Borgo più quïeto, 134 PRADISO 16
e puose fine al vostro viver lieto, 138 PRADISO 16
era onorata, essa e suoi consorti: 139 PRADISO 16
Con queste genti, e con altre con esse, 148 PRADISO 16
e giusto il popol suo, tanto che 'l giglio 152 PRADISO 16
tal era io, e tal era sentito 004 PRADISO 17
e da Beatrice e da la santa lampa 005 PRADISO 17
e da Beatrice e da la santa lampa 005 PRADISO 17
e discendendo nel mondo defunto, 021 PRADISO 17
che pria m'avea parlato; e come volle 029 PRADISO 17
ma per chiare parole e con preciso 034 PRADISO 17
chiuso e parvente del suo proprio riso: 036 PRADISO 17
per la spietata e perfida noverca, 047 PRADISO 17
Questo si vuole e questo già si cerca, 049 PRADISO 17
e tosto verrà fatto a chi ciò pensa 050 PRADISO 17
più caramente; e questo è quello strale 056 PRADISO 17
lo pane altrui, e come è duro calle 059 PRADISO 17
lo scendere e 'l salir per l'altrui scale. 060 PRADISO 17
E quel che più ti graverà le spalle, 061 PRADISO 17
sarà la compagnia malvagia e scempia 062 PRADISO 17
Lo primo tuo refugio e 'l primo ostello 070 PRADISO 17
che del fare e del chieder, tra voi due, 074 PRADISO 17
A lui t'aspetta e a' suoi benefici; 088 PRADISO 17
cambiando condizion ricchi e mendici; 090 PRADISO 17
e portera'ne scritto ne la mente 091 PRADISO 17
di lui, e nol dirai»; e disse cose 092 PRADISO 17
di lui, e nol dirai»; e disse cose 092 PRADISO 17
che vede e vuol dirittamente e ama: 105 PRADISO 17
che vede e vuol dirittamente e ama: 105 PRADISO 17
e per lo monte del cui bel cacume 113 PRADISO 17
e poscia per lo ciel, di lume in lume, 115 PRADISO 17
e s'io al vero son timido amico, 118 PRADISO 17
e lascia pur grattar dov' è la rogna. 129 PRADISO 17
e ciò non fa d'onor poco argomento. 135 PRADISO 17
nel monte e ne la valle dolorosa 137 PRADISO 17
la sua radice incognita e ascosa, 141 PRADISO 17
quello specchio beato, e io gustava 002 PRADISO 18
e quella donna ch'a Dio mi menava 004 PRADISO 18
del mio conforto; e qual io allor vidi 008 PRADISO 18
ella mi disse: «Volgiti e ascolta; 020 PRADISO 18
e frutta sempre e mai non perde foglia, 030 PRADISO 18
e frutta sempre e mai non perde foglia, 030 PRADISO 18
E al nome de l'alto Macabeo 040 PRADISO 18
e letizia era ferza del paleo. 042 PRADISO 18
Così per Carlo Magno e per Orlando 043 PRADISO 18
Poscia trasse Guiglielmo e Rinoardo 046 PRADISO 18
e 'l duca Gottifredi la mia vista 047 PRADISO 18
per quella croce, e Ruberto Guiscardo. 048 PRADISO 18
Indi, tra l'altre luci mota e mista, 049 PRADISO 18
e vidi le sue luci tanto mere, 055 PRADISO 18
vinceva li altri e l'ultimo solere. 057 PRADISO 18
E come, per sentir più dilettanza 058 PRADISO 18
E qual è 'l trasmutare in picciol varco 064 PRADISO 18
E come augelli surti di rivera, 073 PRADISO 18
volitando cantavano, e faciensi 077 PRADISO 18
un poco s'arrestavano e taciensi. 081 PRADISO 18
fai glorïosi e rendili longevi, 083 PRADISO 18
ed essi teco le cittadi e ' regni, 084 PRADISO 18
vocali e consonanti; e io notai 089 PRADISO 18
vocali e consonanti; e io notai 089 PRADISO 18
fur verbo e nome di tutto 'l dipinto; 092 PRADISO 18
E vidi scendere altre luci dove 097 PRADISO 18
era il colmo de l'emme, e lì quetarsi 098 PRADISO 18
luci e salir, qual assai e qual poco, 104 PRADISO 18
luci e salir, qual assai e qual poco, 104 PRADISO 18
e quïetata ciascuna in suo loco, 106 PRADISO 18
la testa e 'l collo d'un'aguglia vidi 107 PRADISO 18
ma esso guida, e da lui si rammenta 110 PRADISO 18
O dolce stella, quali e quante gemme 115 PRADISO 18
tuo moto e tua virtute, che rimiri 119 PRADISO 18
del comperare e vender dentro al templo 122 PRADISO 18
che si murò di segni e di martìri. 123 PRADISO 18
pensa che Pietro e Paulo, che moriro 131 PRADISO 18
e che per salti fu tratto al martiro, 135 PRADISO 18
E quel che mi convien ritrar testeso, 007 PRADISO 19
ch'io vidi e anche udi' parlar lo rostro, 010 PRADISO 19
e sonar ne la voce e «io» e «mio», 011 PRADISO 19
e sonar ne la voce e «io» e «mio», 011 PRADISO 19
e sonar ne la voce e «io» e «mio», 011 PRADISO 19
quand' era nel concetto e 'noi' e 'nostro'. 012 PRADISO 19
quand' era nel concetto e 'noi' e 'nostro'. 012 PRADISO 19
E cominciò: «Per esser giusto e pio 013 PRADISO 19
E cominciò: «Per esser giusto e pio 013 PRADISO 19
e in terra lasciai la mia memoria 016 PRADISO 19
move la testa e con l'ali si plaude, 035 PRADISO 19
voglia mostrando e faccendosi bello, 036 PRADISO 19
a lo stremo del mondo, e dentro ad esso 041 PRADISO 19
distinse tanto occulto e manifesto, 042 PRADISO 19
E ciò fa certo che 'l primo superbo, 046 PRADISO 19
e quinci appar ch'ogne minor natura 049 PRADISO 19
che non ha fine e sé con sé misura. 051 PRADISO 19
in pelago nol vede; e nondimeno 062 PRADISO 19
de l'Indo, e quivi non è chi ragioni 071 PRADISO 19
e tutti suoi voleri e atti buoni 073 PRADISO 19
e tutti suoi voleri e atti buoni 073 PRADISO 19
Muore non battezzato e sanza fede: 076 PRADISO 19
e come quel ch'è pasto la rimira; 093 PRADISO 19
cotal si fece, e sì leväi i cigli, 094 PRADISO 19
Roteando cantava, e dicea: «Quali 097 PRADISO 19
e tai Cristian dannerà l'Etïòpe, 109 PRADISO 19
l'uno in etterno ricco e l'altro inòpe. 111 PRADISO 19
che fa lo Scotto e l'Inghilese folle, 122 PRADISO 19
Vedrassi la lussuria e 'l viver molle 124 PRADISO 19
di quel di Spagna e di quel di Boemme, 125 PRADISO 19
Vedrassi l'avarizia e la viltate 130 PRADISO 19
e a dare ad intender quanto è poco, 133 PRADISO 19
E parranno a ciascun l'opere sozze 136 PRADISO 19
del barba e del fratel, che tanto egregia 137 PRADISO 19
nazione e due corone han fatte bozze. 138 PRADISO 19
E quel di Portogallo e di Norvegia 139 PRADISO 19
E quel di Portogallo e di Norvegia 139 PRADISO 19
lì si conosceranno, e quel di Rascia 140 PRADISO 19
più malmenare! e beata Navarra, 143 PRADISO 19
E creder de' ciascun che già, per arra 145 PRADISO 19
di questo, Niccosïa e Famagosta 146 PRADISO 19
per la lor bestia si lamenti e garra, 147 PRADISO 19
e questo atto del ciel mi venne a mente, 007 PRADISO 20
come 'l segno del mondo e de' suoi duci 008 PRADISO 20
da mia memoria labili e caduci. 012 PRADISO 20
Poscia che i cari e lucidi lapilli 016 PRADISO 20
E come suono al collo de la cetra 022 PRADISO 20
prende sua forma, e sì com' al pertugio 023 PRADISO 20
Fecesi voce quivi, e quindi uscissi 028 PRADISO 20
«La parte in me che vede e pate il sole 031 PRADISO 20
e' di tutti lor gradi son li sommi. 036 PRADISO 20
di questa dolce vita e de l'opposta. 048 PRADISO 20
E quel che segue in la circunferenza 049 PRADISO 20
L'altro che segue, con le leggi e meco, 055 PRADISO 20
E quel che vedi ne l'arco declivo, 061 PRADISO 20
che piagne Carlo e Federigo vivo: 063 PRADISO 20
lo ciel del giusto rege, e al sembiante 065 PRADISO 20
prima cantando, e poi tace contenta 074 PRADISO 20
E avvegna ch'io fossi al dubbiar mio 079 PRADISO 20
da caldo amore e da viva speranza, 095 PRADISO 20
e, vinta, vince con sua beninanza. 099 PRADISO 20
La prima vita del ciglio e la quinta 100 PRADISO 20
quel d'i passuri e quel d'i passi piedi. 105 PRADISO 20
e ciò di viva spene fu mercede: 108 PRADISO 20
e credendo s'accese in tanto foco 115 PRADISO 20
ond' ei credette in quella, e non sofferse 124 PRADISO 20
e riprendiene le genti perverse. 126 PRADISO 20
E voi, mortali, tenetevi stretti 133 PRADISO 20
che quel che vole Iddio, e noi volemo». 138 PRADISO 20
E come a buon cantor buon citarista 142 PRADISO 20
sì, mentre ch'e' parlò, sì mi ricorda 145 PRADISO 20
de la mia donna, e l'animo con essi, 002 PRADISO 21
e da ogne altro intento s'era tolto. 003 PRADISO 21
E quella non ridea; ma «S'io ridessi», 004 PRADISO 21
e fa di quelli specchi a la figura 017 PRADISO 21
E come, per lo natural costume, 034 PRADISO 21
e altre roteando fan soggiorno; 039 PRADISO 21
E quel che presso più ci si ritenne, 043 PRADISO 21
Ma quella ond' io aspetto il come e 'l quando 046 PRADISO 21
del dire e del tacer, si sta; ond' io, 047 PRADISO 21
E io incominciai: «La mia mercede 052 PRADISO 21
e dì perché si tace in questa rota 058 PRADISO 21
col dire e con la luce che mi ammanta; 066 PRADISO 21
ché più e tanto amor quinci sù ferve, 068 PRADISO 21
E al mondo mortal, quando tu riedi, 097 PRADISO 21
ch'io lasciai la quistione e mi ritrassi 104 PRADISO 21
e non molto distanti a la tua patria, 107 PRADISO 21
e fanno un gibbo che si chiama Catria, 109 PRADISO 21
e poi, continüando, disse: «Quivi 113 PRADISO 21
lievemente passava caldi e geli, 116 PRADISO 21
fertilemente; e ora è fatto vano, 119 PRADISO 21
e Pietro Peccator fu' ne la casa 122 PRADISO 21
quando fui chiesto e tratto a quel cappello, 125 PRADISO 21
Venne Cefàs e venne il gran vasello 127 PRADISO 21
de lo Spirito Santo, magri e scalzi, 128 PRADISO 21
Or voglion quinci e quindi chi rincalzi 130 PRADISO 21
li moderni pastori e chi li meni, 131 PRADISO 21
tanto son gravi, e chi di rietro li alzi. 132 PRADISO 21
di grado in grado scendere e girarsi, 137 PRADISO 21
e ogne giro le facea più belle. 138 PRADISO 21
Dintorno a questa vennero e fermarsi, 139 PRADISO 21
e fero un grido di sì alto suono, 140 PRADISO 21
e quella, come madre che soccorre 004 PRADISO 22
sùbito al figlio palido e anelo 005 PRADISO 22
e non sai tu che 'l cielo è tutto santo, 008 PRADISO 22
e ciò che ci si fa vien da buon zelo? 009 PRADISO 22
e io ridendo, mo pensar lo puoi, 011 PRADISO 22
e vidi cento sperule che 'nsieme 023 PRADISO 22
la punta del disio, e non s'attenta 026 PRADISO 22
e la maggiore e la più luculenta 028 PRADISO 22
e la maggiore e la più luculenta 028 PRADISO 22
da la gente ingannata e mal disposta; 039 PRADISO 22
e quel son io che sù vi portai prima 040 PRADISO 22
e tanta grazia sopra me relusse, 043 PRADISO 22
che fa nascere i fiori e ' frutti santi. 048 PRADISO 22
fermar li piedi e tennero il cor saldo». 051 PRADISO 22
E io a lui: «L'affetto che dimostri 052 PRADISO 22
meco parlando, e la buona sembianza 053 PRADISO 22
ch'io veggio e noto in tutti li ardor vostri, 054 PRADISO 22
Però ti priego, e tu, padre, m'accerta 058 PRADISO 22
ove s'adempion tutti li altri e 'l mio. 063 PRADISO 22
Ivi è perfetta, matura e intera 064 PRADISO 22
perché non è in loco e non s'impola; 067 PRADISO 22
e nostra scala infino ad essa varca, 068 PRADISO 22
da terra i piedi, e la regola mia 074 PRADISO 22
fatte sono spelonche, e le cocolle 077 PRADISO 22
Pier cominciò sanz' oro e sanz' argento, 088 PRADISO 22
e io con orazione e con digiuno, 089 PRADISO 22
e io con orazione e con digiuno, 089 PRADISO 22
e Francesco umilmente il suo convento; 090 PRADISO 22
e se guardi 'l principio di ciascuno, 091 PRADISO 22
più fu, e 'l mar fuggir, quando Dio volse, 095 PRADISO 22
Così mi disse, e indi si raccolse 097 PRADISO 22
al suo collegio, e 'l collegio si strinse; 098 PRADISO 22
né mai qua giù dove si monta e cala 103 PRADISO 22
le mie peccata e 'l petto mi percuoto, 108 PRADISO 22
tu non avresti in tanto tratto e messo 109 PRADISO 22
che segue il Tauro e fui dentro da esso. 111 PRADISO 22
con voi nasceva e s'ascondeva vosco 115 PRADISO 22
e poi, quando mi fu grazia largita 118 PRADISO 22
aver le luci tue chiare e acute; 126 PRADISO 22
e però, prima che tu più t'inlei, 127 PRADISO 22
rimira in giù, e vedi quanto mondo 128 PRADISO 22
le sette spere, e vidi questo globo 134 PRADISO 22
e quel consiglio per migliore approbo 136 PRADISO 22
che l'ha per meno; e chi ad altro pensa 137 PRADISO 22
per che già la credetti rara e densa. 141 PRADISO 22
quivi sostenni, e vidi com' si move 143 PRADISO 22
circa e vicino a lui Maia e Dïone. 144 PRADISO 22
circa e vicino a lui Maia e Dïone. 144 PRADISO 22
tra 'l padre e 'l figlio; e quindi mi fu chiaro 146 PRADISO 22
tra 'l padre e 'l figlio; e quindi mi fu chiaro 146 PRADISO 22
e tutti e sette mi si dimostraro 148 PRADISO 22
e tutti e sette mi si dimostraro 148 PRADISO 22
quanto son grandi e quanto son veloci 149 PRADISO 22
e come sono in distante riparo. 150 PRADISO 22
e per trovar lo cibo onde li pasca, 005 PRADISO 23
e con ardente affetto il sole aspetta, 008 PRADISO 23
e attenta, rivolta inver' la plaga 011 PRADISO 23
sì che, veggendola io sospesa e vaga, 013 PRADISO 23
altro vorria, e sperando s'appaga. 015 PRADISO 23
Ma poco fu tra uno e altro quando, 016 PRADISO 23
del mio attender, dico, e del vedere 017 PRADISO 23
lo ciel venir più e più rischiarando; 018 PRADISO 23
e Bëatrice disse: «Ecco le schiere 019 PRADISO 23
del trïunfo di Cristo e tutto 'l frutto 020 PRADISO 23
e li occhi avea di letizia sì pieni, 023 PRADISO 23
e per la viva luce trasparea 031 PRADISO 23
Oh Bëatrice, dolce guida e cara! 034 PRADISO 23
Quivi è la sapïenza e la possanza 037 PRADISO 23
ch'aprì le strade tra 'l cielo e la terra, 038 PRADISO 23
e fuor di sua natura in giù s'atterra, 042 PRADISO 23
e che si fesse rimembrar non sape. 045 PRADISO 23
«Apri li occhi e riguarda qual son io; 046 PRADISO 23
di visïone oblita e che s'ingegna 050 PRADISO 23
e quanto il santo aspetto facea mero; 060 PRADISO 23
e così, figurando il paradiso, 061 PRADISO 23
e l'omero mortal che se ne carca, 065 PRADISO 23
Così Beatrice; e io, che a' suoi consigli 076 PRADISO 23
e mane e sera, tutto mi ristrinse 089 PRADISO 23
e mane e sera, tutto mi ristrinse 089 PRADISO 23
e come ambo le luci mi dipinse 091 PRADISO 23
il quale e il quanto de la viva stella 092 PRADISO 23
e cinsela e girossi intorno ad ella. 096 PRADISO 23
e cinsela e girossi intorno ad ella. 096 PRADISO 23
qua giù e più a sé l'anima tira, 098 PRADISO 23
e girerommi, donna del ciel, mentre 106 PRADISO 23
che seguirai tuo figlio, e farai dia 107 PRADISO 23
si sigillava, e tutti li altri lumi 110 PRADISO 23
del mondo, che più ferve e più s'avviva 113 PRADISO 23
ne l'alito di Dio e nei costumi, 114 PRADISO 23
E come fantolin che 'nver' la mamma 121 PRADISO 23
Quivi si vive e gode del tesoro 133 PRADISO 23
di Dio e di Maria, di sua vittoria, 137 PRADISO 23
e con l'antico e col novo concilio, 138 PRADISO 23
e con l'antico e col novo concilio, 138 PRADISO 23
e roratelo alquanto: voi bevete 008 PRADISO 24
Così Beatrice; e quelle anime liete 010 PRADISO 24
E come cerchi in tempra d'orïuoli 013 PRADISO 24
quïeto pare, e l'ultimo che voli; 015 PRADISO 24
mi facieno stimar, veloci e lente. 018 PRADISO 24
e tre fïate intorno di Beatrice 022 PRADISO 24
Però salta la penna e non lo scrivo: 025 PRADISO 24
tenta costui di punti lievi e gravi, 037 PRADISO 24
S'elli ama bene e bene spera e crede, 040 PRADISO 24
S'elli ama bene e bene spera e crede, 040 PRADISO 24
Sì come il baccialier s'arma e non parla 046 PRADISO 24
a tal querente e a tal professione. 051 PRADISO 24
E seguitai: «Come 'l verace stilo 061 PRADISO 24
e argomento de le non parventi; 065 PRADISO 24
e questa pare a me sua quiditate». 066 PRADISO 24
tra le sustanze, e poi tra li argomenti». 069 PRADISO 24
E io appresso: «Le profonde cose 070 PRADISO 24
e però di sustanza prende intenza. 075 PRADISO 24
E da questa credenza ci convene 076 PRADISO 24
d'esta moneta già la lega e 'l peso; 084 PRADISO 24
Ond' io: «Sì ho, sì lucida e sì tonda, 086 PRADISO 24
onde ti venne?». E io: «La larga ploia 091 PRADISO 24
in su le vecchie e 'n su le nuove cuoia, 093 PRADISO 24
Io udi' poi: «L'antica e la novella 097 PRADISO 24
E io: «La prova che 'l ver mi dischiude, 100 PRADISO 24
ché tu intrasti povero e digiuno 109 PRADISO 24
che fu già vite e ora è fatta pruno». 111 PRADISO 24
E quel baron che sì di ramo in ramo, 115 PRADISO 24
e onde a la credenza tua s'offerse». 123 PRADISO 24
«O santo padre, e spirito che vedi 124 PRADISO 24
e anche la cagion di lui chiedesti. 129 PRADISO 24
E io rispondo: Io credo in uno Dio 130 PRADISO 24
non moto, con amore e con disio; 132 PRADISO 24
e a tal creder non ho io pur prove 133 PRADISO 24
fisice e metafisice, ma dalmi 134 PRADISO 24
per Moïsè, per profeti e per salmi, 136 PRADISO 24
per l'Evangelio e per voi che scriveste 137 PRADISO 24
e credo in tre persone etterne, e queste 139 PRADISO 24
e credo in tre persone etterne, e queste 139 PRADISO 24
credo una essenza sì una e sì trina, 140 PRADISO 24
e come stella in cielo in me scintilla». 147 PRADISO 24
al quale ha posto mano e cielo e terra, 002 PRADISO 25
al quale ha posto mano e cielo e terra, 002 PRADISO 25
ritornerò poeta, e in sul fonte 008 PRADISO 25
l'anime a Dio, quivi intra' io, e poi 011 PRADISO 25
e la mia donna, piena di letizia, 016 PRADISO 25
girando e mormorando, l'affezione; 021 PRADISO 25
«Leva la testa e fa che t'assicuri: 034 PRADISO 25
in te e in altrui di ciò conforte, 045 PRADISO 25
la mente tua, e dì onde a te venne». 047 PRADISO 25
E quella pïa che guidò le penne 049 PRADISO 25
e la grazia di Dio ciò li comporti». 063 PRADISO 25
pronto e libente in quel ch'elli è esperto, 065 PRADISO 25
grazia divina e precedente merto. 069 PRADISO 25
e chi nol sa, s'elli ha la fede mia? 075 PRADISO 25
e in altrui vostra pioggia repluo». 078 PRADISO 25
sùbito e spesso a guisa di baleno. 081 PRADISO 25
infin la palma e a l'uscir del campo, 084 PRADISO 25
E io: «Le nove e le scritture antiche 088 PRADISO 25
E io: «Le nove e le scritture antiche 088 PRADISO 25
e la sua terra è questa dolce vita; 093 PRADISO 25
e 'l tuo fratello assai vie più digesta, 094 PRADISO 25
E prima, appresso al fin d'este parole, 097 PRADISO 25
E come surge e va ed entra in ballo 103 PRADISO 25
E come surge e va ed entra in ballo 103 PRADISO 25
Misesi lì nel canto e ne la rota; 109 PRADISO 25
e la mia donna in lor tenea l'aspetto, 110 PRADISO 25
pur come sposa tacita e immota. 111 PRADISO 25
del nostro pellicano, e questi fue 113 PRADISO 25
Qual è colui ch'adocchia e s'argomenta 118 PRADISO 25
In terra è terra il mio corpo, e saragli 124 PRADISO 25
e questo apporterai nel mondo vostro». 129 PRADISO 25
presso di lei, e nel mondo felice! 139 PRADISO 25
Comincia dunque; e dì ove s'appunta 007 PRADISO 26
l'anima tua, e fa ragion che sia 008 PRADISO 26
la vista in te smarrita e non defunta: 009 PRADISO 26
Io dissi: «Al suo piacere e tosto e tardo 013 PRADISO 26
Io dissi: «Al suo piacere e tosto e tardo 013 PRADISO 26
Alfa e O è di quanta scrittura 017 PRADISO 26
e disse: «Certo a più angusto vaglio 022 PRADISO 26
E io: «Per filosofici argomenti 025 PRADISO 26
e per autorità che quinci scende 026 PRADISO 26
così accende amore, e tanto maggio 029 PRADISO 26
E io udi': «Per intelletto umano 046 PRADISO 26
e per autoritadi a lui concorde 047 PRADISO 26
ché l'essere del mondo e l'esser mio, 058 PRADISO 26
e quel che spera ogne fedel com' io, 060 PRADISO 26
e del diritto m'han posto a la riva. 063 PRADISO 26
risonò per lo cielo, e la mia donna 068 PRADISO 26
E come a lume acuto si disonna 070 PRADISO 26
e lo svegliato ciò che vede aborre, 073 PRADISO 26
e quasi stupefatto domandai 080 PRADISO 26
E la mia donna: «Dentro da quei rai 082 PRADISO 26
nel transito del vento, e poi si leva 086 PRADISO 26
stupendo, e poi mi rifece sicuro 089 PRADISO 26
E cominciai: «O pomo che maturo 091 PRADISO 26
a cui ciascuna sposa è figlia e nuro, 093 PRADISO 26
e per udirti tosto non la dico». 096 PRADISO 26
e similmente l'anima primaia 100 PRADISO 26
e nulla face lui di sé pareglio. 108 PRADISO 26
e quanto fu diletto a li occhi miei, 112 PRADISO 26
e la propria cagion del gran disdegno, 113 PRADISO 26
e l'idïoma ch'usai e che fei. 114 PRADISO 26
e l'idïoma ch'usai e che fei. 114 PRADISO 26
quattromilia trecento e due volumi 119 PRADISO 26
e vidi lui tornare a tutt' i lumi 121 PRADISO 26
e El si chiamò poi: e ciò convene, 136 PRADISO 26
e El si chiamò poi: e ciò convene, 136 PRADISO 26
in ramo, che sen va e altra vene. 138 PRADISO 26
fu' io, con vita pura e disonesta, 140 PRADISO 26
intrava per l'udire e per lo viso. 006 PRADISO 27
oh vita intègra d'amore e di pace! 008 PRADISO 27
stavano accese, e quella che pria venne 011 PRADISO 27
e tal ne la sembianza sua divenne, 013 PRADISO 27
qual diverrebbe Iove, s'elli e Marte 014 PRADISO 27
fossero augelli e cambiassersi penne. 015 PRADISO 27
vice e officio, nel beato coro 017 PRADISO 27
del sangue e de la puzza; onde 'l perverso 026 PRADISO 27
nube dipigne da sera e da mane, 029 PRADISO 27
E come donna onesta che permane 031 PRADISO 27
di sé sicura, e per l'altrui fallanza, 032 PRADISO 27
e tale eclissi credo che 'n ciel fue 035 PRADISO 27
e Sisto e Pïo e Calisto e Urbano 044 PRADISO 27
e Sisto e Pïo e Calisto e Urbano 044 PRADISO 27
e Sisto e Pïo e Calisto e Urbano 044 PRADISO 27
e Sisto e Pïo e Calisto e Urbano 044 PRADISO 27
a privilegi venduti e mendaci, 053 PRADISO 27
ond' io sovente arrosso e disfavillo. 054 PRADISO 27
Del sangue nostro Caorsini e Guaschi 058 PRADISO 27
e tu, figliuol, che per lo mortal pondo 064 PRADISO 27
e non asconder quel ch'io non ascondo». 066 PRADISO 27
farsi e fioccar di vapor trïunfanti 071 PRADISO 27
e seguì fin che 'l mezzo, per lo molto, 074 PRADISO 27
il viso e guarda come tu se' vòlto». 078 PRADISO 27
folle d'Ulisse, e di qua presso il lito 083 PRADISO 27
E più mi fora discoverto il sito 085 PRADISO 27
sotto i mie' piedi un segno e più partito. 087 PRADISO 27
e se natura o arte fé pasture 091 PRADISO 27
E la virtù che lo sguardo m'indulse, 097 PRADISO 27
e nel ciel velocissimo m'impulse. 099 PRADISO 27
il mezzo e tutto l'altro intorno move, 107 PRADISO 27
e questo cielo non ha altro dove 109 PRADISO 27
l'amor che 'l volge e la virtù ch'ei piove. 111 PRADISO 27
Luce e amor d'un cerchio lui comprende, 112 PRADISO 27
sì come questo li altri; e quel precinto 113 PRADISO 27
sì come diece da mezzo e da quinto; 117 PRADISO 27
e come il tempo tegna in cotal testo 118 PRADISO 27
le sue radici e ne li altri le fronde, 119 PRADISO 27
Fede e innocenza son reperte 127 PRADISO 27
e tal, balbuzïendo, ama e ascolta 133 PRADISO 27
e tal, balbuzïendo, ama e ascolta 133 PRADISO 27
di quel ch'apporta mane e lascia sera. 138 PRADISO 27
e vero frutto verrà dopo 'l fiore». 148 PRADISO 27
e sé rivolge per veder se 'l vetro 007 PRADISO 28
li dice il vero, e vede ch'el s'accorda 008 PRADISO 28
E com' io mi rivolsi e furon tocchi 013 PRADISO 28
E com' io mi rivolsi e furon tocchi 013 PRADISO 28
e quale stella par quinci più poca, 019 PRADISO 28
e questo era d'un altro circumcinto, 028 PRADISO 28
e quel dal terzo, e 'l terzo poi dal quarto, 029 PRADISO 28
e quel dal terzo, e 'l terzo poi dal quarto, 029 PRADISO 28
dal quinto il quarto, e poi dal sesto il quinto. 030 PRADISO 28
Così l'ottavo e 'l nono; e chiascheduno 034 PRADISO 28
Così l'ottavo e 'l nono; e chiascheduno 034 PRADISO 28
e quello avea la fiamma più sincera 037 PRADISO 28
depende il cielo e tutta la natura. 042 PRADISO 28
e sappi che 'l suo muovere è sì tosto 044 PRADISO 28
E io a lei: «Se 'l mondo fosse posto 046 PRADISO 28
in questo miro e angelico templo 053 PRADISO 28
che solo amore e luce ha per confine, 054 PRADISO 28
e l'essemplare non vanno d'un modo, 056 PRADISO 28
e intorno da esso t'assottiglia. 063 PRADISO 28
Li cerchi corporai sono ampi e arti 064 PRADISO 28
secondo il più e 'l men de la virtute 065 PRADISO 28
al cerchio che più ama e che più sape: 072 PRADISO 28
di maggio a più e di minore a meno, 077 PRADISO 28
Come rimane splendido e sereno 079 PRADISO 28
per che si purga e risolve la roffia 082 PRADISO 28
e come stella in cielo il ver si vide. 087 PRADISO 28
E poi che le parole sue restaro, 088 PRADISO 28
e terrà sempre, ne' quai sempre fuoro. 096 PRADISO 28
E quella che vedëa i pensier dubi 097 PRADISO 28
t'hanno mostrato Serafi e Cherubi. 099 PRADISO 28
e posson quanto a veder son soblimi. 102 PRADISO 28
e dei saper che tutti hanno diletto 106 PRADISO 28
e del vedere è misura mercede, 112 PRADISO 28
che grazia partorisce e buona voglia: 113 PRADISO 28
prima Dominazioni, e poi Virtudi; 122 PRADISO 28
Principati e Arcangeli si girano; 125 PRADISO 28
e di giù vincon sì, che verso Dio 128 PRADISO 28
tutti tirati sono e tutti tirano. 129 PRADISO 28
E Dïonisio con tanto disio 130 PRADISO 28
che li nomò e distinse com' io. 132 PRADISO 28
E se tanto secreto ver proferse 136 PRADISO 28
coperti del Montone e de la Libra, 002 PRADISO 29
infin che l'uno e l'altro da quel cinto, 005 PRADISO 29
Poi cominciò: «Io dico, e non dimando, 010 PRADISO 29
là 've s'appunta ogne ubi e ogne quando. 012 PRADISO 29
Forma e materia, congiunte e purette, 022 PRADISO 29
Forma e materia, congiunte e purette, 022 PRADISO 29
E come in vetro, in ambra o in cristallo 025 PRADISO 29
Concreato fu ordine e costrutto 031 PRADISO 29
a le sustanze; e quelle furon cima 032 PRADISO 29
e tu te n'avvedrai se bene agguati; 042 PRADISO 29
e anche la ragione il vede alquanto, 043 PRADISO 29
Or sai tu dove e quando questi amori 046 PRADISO 29
furon creati e come: sì che spenti 047 PRADISO 29
L'altra rimase, e cominciò quest' arte 052 PRADISO 29
con grazia illuminante e con lor merto, 062 PRADISO 29
si c'hanno ferma e piena volontate; 063 PRADISO 29
e non voglio che dubbi, ma sia certo, 064 PRADISO 29
è tal, che 'ntende e si ricorda e vole, 072 PRADISO 29
è tal, che 'ntende e si ricorda e vole, 072 PRADISO 29
da novo obietto, e però non bisogna 080 PRADISO 29
credendo e non credendo dicer vero; 083 PRADISO 29
ma ne l'uno è più colpa e più vergogna. 084 PRADISO 29
l'amor de l'apparenza e 'l suo pensiero! 087 PRADISO 29
E ancor questo qua sù si comporta 088 PRADISO 29
seminarla nel mondo e quanto piace 092 PRADISO 29
Per apparer ciascun s'ingegna e face 094 PRADISO 29
sue invenzioni; e quelle son trascorse 095 PRADISO 29
da' predicanti e 'l Vangelio si tace. 096 PRADISO 29
ne la passion di Cristo e s'interpuose, 098 PRADISO 29
e mente, ché la luce si nascose 100 PRADISO 29
da sé: però a li Spani e a l'Indi 101 PRADISO 29
Non ha Fiorenza tanti Lapi e Bindi 103 PRADISO 29
in pergamo si gridan quinci e quindi: 105 PRADISO 29
e non le scusa non veder lo danno. 108 PRADISO 29
'Andate, e predicate al mondo ciance'; 110 PRADISO 29
e quel tanto sonò ne le sue guance, 112 PRADISO 29
de l'Evangelio fero scudo e lance. 114 PRADISO 29
Ora si va con motti e con iscede 115 PRADISO 29
a predicare, e pur che ben si rida, 116 PRADISO 29
gonfia il cappuccio e più non si richiede. 117 PRADISO 29
e altri assai che sono ancor più porci, 125 PRADISO 29
e se tu guardi quel che si revela 133 PRADISO 29
diversamente in essa ferve e tepe. 141 PRADISO 29
Vedi l'eccelso omai e la larghezza 142 PRADISO 29
ci ferve l'ora sesta, e questo mondo 002 PRADISO 30
e come vien la chiarissima ancella 007 PRADISO 30
nulla vedere e amor mi costrinse. 015 PRADISO 30
con atto e voce di spedito duce 037 PRADISO 30
Qui vederai l'una e l'altra milizia 043 PRADISO 30
di paradiso, e l'una in quelli aspetti 044 PRADISO 30
e lasciommi fasciato di tal velo 050 PRADISO 30
e di novella vista mi raccesi 058 PRADISO 30
e vidi lume in forma di rivera 061 PRADISO 30
e d'ogne parte si mettien ne' fiori, 065 PRADISO 30
e s'una intrava, un'altra n'uscia fori. 069 PRADISO 30
«L'alto disio che mo t'infiamma e urge, 070 PRADISO 30
Anche soggiunse: «Il fiume e li topazi 076 PRADISO 30
ch'entrano ed escono e 'l rider de l'erbe 077 PRADISO 30
e sì come di lei bevve la gronda 088 PRADISO 30
li fiori e le faville, sì ch'io vidi 095 PRADISO 30
E' si distende in circular figura, 103 PRADISO 30
che prende quindi vivere e potenza. 108 PRADISO 30
E come clivo in acqua di suo imo 109 PRADISO 30
quando è nel verde e ne' fioretti opimo, 111 PRADISO 30
E se l'infimo grado in sé raccoglie 115 PRADISO 30
La vista mia ne l'ampio e ne l'altezza 118 PRADISO 30
il quanto e 'l quale di quella allegrezza. 120 PRADISO 30
Presso e lontano, lì, né pon né leva: 121 PRADISO 30
che si digrada e dilata e redole 125 PRADISO 30
che si digrada e dilata e redole 125 PRADISO 30
qual è colui che tace e dicer vole, 127 PRADISO 30
mi trasse Bëatrice, e disse: «Mira 128 PRADISO 30
E 'n quel gran seggio a che tu li occhi tieni 133 PRADISO 30
che muor per fame e caccia via la balia. 141 PRADISO 30
E fia prefetto nel foro divino 142 PRADISO 30
allora tal, che palese e coverto 143 PRADISO 30
e farà quel d'Alagna intrar più giuso». 148 PRADISO 30
ma l'altra, che volando vede e canta 004 PRADISO 31
e la bontà che la fece cotanta, 006 PRADISO 31
una fïata e una si ritorna 008 PRADISO 31
di tante foglie, e quindi risaliva 011 PRADISO 31
e l'ali d'oro, e l'altro tanto bianco, 014 PRADISO 31
e l'ali d'oro, e l'altro tanto bianco, 014 PRADISO 31
porgevan de la pace e de l'ardore 017 PRADISO 31
Né l'interporsi tra 'l disopra e 'l fiore 019 PRADISO 31
impediva la vista e lo splendore: 021 PRADISO 31
Questo sicuro e gaudïoso regno, 025 PRADISO 31
frequente in gente antica e in novella, 026 PRADISO 31
viso e amore avea tutto ad un segno. 027 PRADISO 31
veggendo Roma e l'ardüa sua opra, 034 PRADISO 31
e di Fiorenza in popol giusto e sano, 039 PRADISO 31
e di Fiorenza in popol giusto e sano, 039 PRADISO 31
Certo tra esso e 'l gaudio mi facea 041 PRADISO 31
libito non udire e starmi muto. 042 PRADISO 31
E quasi peregrin che si ricrea 043 PRADISO 31
e spera già ridir com' ello stea, 045 PRADISO 31
mo sù, mo giù e mo recirculando. 048 PRADISO 31
d'altrui lume fregiati e di suo riso, 050 PRADISO 31
e atti ornati di tutte onestadi. 051 PRADISO 31
e volgeami con voglia rïaccesa 055 PRADISO 31
Uno intendëa, e altro mi rispuose: 058 PRADISO 31
credea veder Beatrice e vidi un sene 059 PRADISO 31
Diffuso era per li occhi e per le gene 061 PRADISO 31
E «Ov' è ella?», sùbito diss' io. 064 PRADISO 31
e se riguardi sù nel terzo giro 067 PRADISO 31
e vidi lei che si facea corona 071 PRADISO 31
e che soffristi per la mia salute 080 PRADISO 31
dal tuo podere e da la tua bontate 083 PRADISO 31
riconosco la grazia e la virtute. 084 PRADISO 31
Così orai; e quella, sì lontana 091 PRADISO 31
come parea, sorrise e riguardommi; 092 PRADISO 31
E 'l santo sene: «Acciò che tu assommi 094 PRADISO 31
a che priego e amor santo mandommi, 096 PRADISO 31
E la regina del cielo, ond' ïo ardo 100 PRADISO 31
cui questo regno è suddito e devoto». 117 PRADISO 31
Io levai li occhi; e come da mattina 118 PRADISO 31
E come quivi ove s'aspetta il temo 124 PRADISO 31
e quinci e quindi il lume si fa scemo, 126 PRADISO 31
e quinci e quindi il lume si fa scemo, 126 PRADISO 31
nel mezzo s'avvivava, e d'ogne parte 128 PRADISO 31
e a quel mezzo, con le penne sparte, 130 PRADISO 31
ciascun distinto di fulgore e d'arte. 132 PRADISO 31
Vidi a lor giochi quivi e a lor canti 133 PRADISO 31
e s'io avessi in dir tanta divizia 136 PRADISO 31
nel caldo suo caler fissi e attenti, 140 PRADISO 31
e cominciò queste parole sante: 003 PRADISO 32
«La piaga che Maria richiuse e unse, 004 PRADISO 32
è colei che l'aperse e che la punse. 006 PRADISO 32
Sarra e Rebecca, Iudìt e colei 010 PRADISO 32
Sarra e Rebecca, Iudìt e colei 010 PRADISO 32
E dal settimo grado in giù, sì come 016 PRADISO 32
E come quinci il glorïoso scanno 028 PRADISO 32
de la donna del cielo e li altri scanni 029 PRADISO 32
che sempre santo 'l diserto e 'l martiro 032 PRADISO 32
sofferse, e poi l'inferno da due anni; 033 PRADISO 32
e sotto lui così cerner sortiro 034 PRADISO 32
Francesco, Benedetto e Augustino 035 PRADISO 32
e altri fin qua giù di giro in giro. 036 PRADISO 32
ché l'uno e l'altro aspetto de la fede 038 PRADISO 32
E sappi che dal grado in giù che fiede 040 PRADISO 32
e anche per le voci püerili, 047 PRADISO 32
se tu li guardi bene e se li ascolti. 048 PRADISO 32
Or dubbi tu e dubitando sili; 049 PRADISO 32
e però questa festinata gente 058 PRADISO 32
intra sé qui più e meno eccellente. 060 PRADISO 32
in tanto amore e in tanto diletto, 062 PRADISO 32
diversamente; e qui basti l'effetto. 066 PRADISO 32
E ciò espresso e chiaro vi si nota 067 PRADISO 32
E ciò espresso e chiaro vi si nota 067 PRADISO 32
e quello amor che primo lì discese, 094 PRADISO 32
Ed elli a me: «Baldezza e leggiadria 109 PRADISO 32
quant' esser puote in angelo e in alma, 110 PRADISO 32
tutta è in lui; e sì volem che sia, 111 PRADISO 32
andrò parlando, e nota i gran patrici 116 PRADISO 32
di questo imperio giustissimo e pio. 117 PRADISO 32
E quei che vide tutti i tempi gravi, 127 PRADISO 32
che s'acquistò con la lancia e coi clavi, 129 PRADISO 32
siede lungh' esso, e lungo l'altro posa 130 PRADISO 32
la gente ingrata, mobile e retrosa. 132 PRADISO 32
e contro al maggior padre di famiglia 136 PRADISO 32
e drizzeremo li occhi al primo amore, 142 PRADISO 32
e tu mi seguirai con l'affezione, 149 PRADISO 32
E cominciò questa santa orazione: 151 PRADISO 32
umile e alta più che creatura, 002 PRADISO 33
di caritate, e giuso, intra ' mortali, 011 PRADISO 33
Donna, se' tanto grande e tanto vali, 013 PRADISO 33
che qual vuol grazia e a te non ricorre, 014 PRADISO 33
E io, che mai per mio veder non arsi 028 PRADISO 33
ti porgo, e priego che non sieno scarsi, 030 PRADISO 33
Li occhi da Dio diletti e venerati, 040 PRADISO 33
E io ch'al fine di tutt' i disii 046 PRADISO 33
Bernardo m'accennava, e sorridea, 049 PRADISO 33
e più e più intrava per lo raggio 053 PRADISO 33
e più e più intrava per lo raggio 053 PRADISO 33
e cede la memoria a tanto oltraggio. 057 PRADISO 33
rimane, e l'altro a la mente non riede, 060 PRADISO 33
mia visïone, e ancor mi distilla 062 PRADISO 33
e fa la lingua mia tanto possente, 070 PRADISO 33
e per sonare un poco in questi versi, 074 PRADISO 33
E' mi ricorda ch'io fui più ardito 079 PRADISO 33
sustanze e accidenti e lor costume 088 PRADISO 33
sustanze e accidenti e lor costume 088 PRADISO 33
mirava fissa, immobile e attenta, 098 PRADISO 33
e sempre di mirar faceasi accesa. 099 PRADISO 33
tutto s'accoglie in lei, e fuor di quella 104 PRADISO 33
Ne la profonda e chiara sussistenza 115 PRADISO 33
di tre colori e d'una contenenza; 117 PRADISO 33
e l'un da l'altro come iri da iri 118 PRADISO 33
parea reflesso, e 'l terzo parea foco 119 PRADISO 33
che quinci e quindi igualmente si spiri. 120 PRADISO 33
Oh quanto è corto il dire e come fioco 121 PRADISO 33
al mio concetto! e questo, a quel ch'i' vidi, 122 PRADISO 33
sola t'intendi, e da te intelletta 125 PRADISO 33
e intendente te ami e arridi! 126 PRADISO 33
e intendente te ami e arridi! 126 PRADISO 33
per misurar lo cerchio, e non ritrova, 134 PRADISO 33
l'imago al cerchio e come vi s'indova; 138 PRADISO 33
ma già volgeva il mio disio e 'l velle, 143 PRADISO 33
l'amor che move il sole e l'altre stelle. 145 PRADISO 33

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