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 fronteggiar.......1
da fronteggiar Bresciani e Bergamaschi, 071 INFERNO 20
 
 fronti............1
Alte terrà lungo tempo le fronti, 070 INFERNO 06
 
 fruga.............3
La rigida giustizia che mi fruga 070 INFERNO 30
rivolti al monte ove ragion ne fruga, 003 PGTORIO 03
del luogo, o per mal uso che li fruga: 039 PGTORIO 14
 
 frugar............1
così frugar conviensi i pigri, lenti 137 PGTORIO 15
 
 frugava...........1
e io, cui nova sete ancor frugava, 004 PGTORIO 18
 
 frui..............1
la bella image che nel dolce frui 002 PRADISO 19
 
 frustato..........1
E quel frustato celar si credette 046 INFERNO 18
 
 frustatori........1
novo tormento e novi frustatori, 023 INFERNO 18
 
 frusto............2
mendicando sua vita a frusto a frusto, 141 PRADISO 06
mendicando sua vita a frusto a frusto, 141 PRADISO 06
 
 frustra...........1
se non, ciascun disio sarebbe frustra. 129 PRADISO 04
 
 frutta............3
i' son quel da le frutta del mal orto, 119 INFERNO 33
secondo specie, meglio e peggio frutta; 071 PRADISO 13
e frutta sempre e mai non perde foglia, 030 PRADISO 18
 
 fruttare..........1
si disconvien fruttare al dolce fico. 066 INFERNO 15
 
 frutti............3
che frutti infamia al traditor ch'i' rodo, 008 INFERNO 33
Virtù diverse esser convegnon frutti 070 PRADISO 02
che fa nascere i fiori e ' frutti santi. 048 PRADISO 22
 
 frutto............13
Se Dio ti lasci, lettor, prender frutto 019 INFERNO 20
e disïar vedeste sanza frutto 040 PGTORIO 03
alcun buon frutto di nostra dimora». 090 PGTORIO 17
essenza, d'ogne ben frutto e radice. 135 PGTORIO 17
sì che buon frutto rado se ne schianta. 045 PGTORIO 20
e frutto ha in sé che di là non si schianta. 120 PGTORIO 28
qui primavera sempre e ogne frutto; 143 PGTORIO 28
redissi al frutto de l'italica erba, 105 PRADISO 11
vide nel sonno il mirabile frutto 065 PRADISO 12
sotto buona intenzion che fé mal frutto, 056 PRADISO 20
contra 'l piacer di Dio, quanto quel frutto 080 PRADISO 22
del trïunfo di Cristo e tutto 'l frutto 020 PRADISO 23
e vero frutto verrà dopo 'l fiore». 148 PRADISO 27
 
 fu................313
Allor fu la paura un poco queta, 019 INFERNO 01
dinanzi a li occhi mi si fu offerto 062 INFERNO 01
poi che 'l superbo Ilïón fu combusto. 075 INFERNO 01
perch' i' fu' ribellante a la sua legge, 125 INFERNO 01
secolo andò, e fu sensibilmente. 015 INFERNO 02
cortese i fu, pensando l'alto effetto 017 INFERNO 02
ch'e' fu de l'alma Roma e di suo impero 020 INFERNO 02
fu stabilita per lo loco santo 023 INFERNO 02
che fu nel cominciar cotanto tosta. 042 INFERNO 02
Intanto voce fu per me udita: 079 INFERNO 04
Poi che la voce fu restata e queta, 082 INFERNO 04
«fu imperadrice di molte favelle. 054 INFERNO 05
A vizio di lussuria fu sì rotta, 055 INFERNO 05
che succedette a Nino e fu sua sposa: 059 INFERNO 05
sì forte fu l'affettüoso grido. 087 INFERNO 05
che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende. 102 INFERNO 05
ma solo un punto fu quel che ci vinse. 132 INFERNO 05
Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse: 137 INFERNO 05
e che già fu, di quest' anime stanche 065 INFERNO 07
Quei fu al mondo persona orgogliosa; 046 INFERNO 08
E poi ch'a la man destra si fu vòlto, 132 INFERNO 09
e poi che 'l sospecciar fu tutto spento, 057 INFERNO 10
però fu la risposta così piena. 066 INFERNO 10
«A ciò non fu' io sol», disse, «né certo 089 INFERNO 10
Ma fu' io solo, là dove sofferto 091 INFERNO 10
fu per ciascun di tòrre via Fiorenza, 092 INFERNO 10
che fu concetta ne la falsa vacca; 013 INFERNO 12
mal fu la voglia tua sempre sì tosta». 066 INFERNO 12
quell' altro è Folo, che fu sì pien d'ira. 072 INFERNO 12
fu spento dal figliastro sù nel mondo». 112 INFERNO 12
e quindi fu del fosso il nostro passo. 126 INFERNO 12
quell' Attila che fu flagello in terra, 134 INFERNO 12
Da che fatto fu poi di sangue bruno, 034 INFERNO 13
al mio segnor, che fu d'onor sì degno. 075 INFERNO 13
Quando 'l maestro fu sovr' esso fermo, 136 INFERNO 13
che fu da' piè di Caton già soppressa. 015 INFERNO 14
ciò che fu manifesto a li occhi mei! 018 INFERNO 14
E quel medesmo, che si fu accorto 049 INFERNO 14
dicendo: «Quei fu l'un d'i sette regi 068 INFERNO 14
cosa non fu da li tuoi occhi scorta 088 INFERNO 14
sotto 'l cui rege fu già 'l mondo casto. 096 INFERNO 14
Una montagna v'è che già fu lieta 097 INFERNO 14
fu fatto il nido di malizia tanta». 078 INFERNO 15
fu trasmutato d'Arno in Bacchiglione, 113 INFERNO 15
fu di grado maggior che tu non credi: 036 INFERNO 16
nepote fu de la buona Gualdrada; 037 INFERNO 16
che fu la mia, quando vidi ch'i' era 112 INFERNO 17
Allor fu' io più timido a lo stoscio, 121 INFERNO 17
e io rispuosi come a me fu imposto. 063 INFERNO 19
ne' Maccabei; e come a quel fu molle 086 INFERNO 19
oro od argento, quando fu sortito 095 INFERNO 19
puttaneggiar coi regi a lui fu vista; 108 INFERNO 19
Ahi, Costantin, di quanto mal fu matre, 115 INFERNO 19
Indi un altro vallon mi fu scoperto. 133 INFERNO 19
Manto fu, che cercò per terre molte; 055 INFERNO 20
fu--quando Grecia fu di maschi vòta, 108 INFERNO 20
fu--quando Grecia fu di maschi vòta, 108 INFERNO 20
Michele Scotto fu, che veramente 116 INFERNO 20
e già iernotte fu la luna tonda: 127 INFERNO 20
si volse; e mai non fu mastino sciolto 044 INFERNO 21
mestier li fu d'aver sicura fronte. 066 INFERNO 21
Allor li fu l'orgoglio sì caduto, 085 INFERNO 21
anni compié che qui la via fu rotta. 114 INFERNO 21
poco è, da un che fu di là vicino. 067 INFERNO 22
«Chi fu colui da cui mala partita 079 INFERNO 22
Ed ei rispuose: «Fu frate Gomita, 081 INFERNO 22
barattier fu non picciol, ma sovrano. 087 INFERNO 22
Di che ciascun di colpa fu compunto, 124 INFERNO 22
ma quei più che cagion fu del difetto; 125 INFERNO 22
e come 'l barattier fu disparito, 136 INFERNO 22
e fu con lui sopra 'l fosso ghermito. 138 INFERNO 22
Ma l'altro fu bene sparvier grifagno 139 INFERNO 22
che fu per li Giudei mala sementa». 123 INFERNO 23
e poi mi fu la bolgia manifesta: 081 INFERNO 24
e poi che fu a terra sì distrutto, 103 INFERNO 24
bestia, e Pistoia mi fu degna tana». 126 INFERNO 24
e falsamente già fu apposto altrui. 139 INFERNO 24
dov' Eteòcle col fratel fu miso?». 054 INFERNO 26
Poi che la fiamma fu venuta quivi 076 INFERNO 26
infin che 'l mar fu sovra noi richiuso». 142 INFERNO 26
col pianto di colui, e ciò fu dritto, 008 INFERNO 27
Romagna tua non è, e non fu mai, 037 INFERNO 27
là 've 'l tacer mi fu avviso 'l peggio, 107 INFERNO 27
Francesco venne poi, com' io fu' morto, 112 INFERNO 27
di Puglia, fu del suo sangue dolente 009 INFERNO 28
a Ceperan, là dove fu bugiardo 016 INFERNO 28
Curïo, ch'a dir fu così ardito! 102 INFERNO 28
che fu mal seme per la gente tosca». 108 INFERNO 28
che non guardasti in là, sì fu partito». 030 INFERNO 29
e allor fu la mia vista più viva 054 INFERNO 29
quando fu l'aere sì pien di malizia, 060 INFERNO 29
E io dissi al poeta: «Or fu già mai 121 INFERNO 29
sì che 'nsieme col regno il re fu casso, 015 INFERNO 30
del mar si fu la dolorosa accorta, 019 INFERNO 30
Non fu tremoto già tanto rubesto, 106 INFERNO 31
come Fïalte a scuotersi fu presto. 108 INFERNO 31
di vederlo chinare, e fu tal ora 140 INFERNO 31
non quelli a cui fu rotto il petto e l'ombra 061 INFERNO 32
e fu nomato Sassol Mascheroni; 065 INFERNO 32
se tosco se', ben sai omai chi fu. 066 INFERNO 32
sappi ch'i' fu' il Camiscion de' Pazzi; 068 INFERNO 32
se voler fu o destino o fortuna, 076 INFERNO 32
fu mia risposta, «se dimandi fama, 092 INFERNO 32
cioè come la morte mia fu cruda, 020 INFERNO 33
Come un poco di raggio si fu messo 055 INFERNO 33
poscia passati ch'el fu sì racchiuso». 138 INFERNO 33
e cortesia fu lui esser villano. 150 INFERNO 33
S'el fu sì bel com' elli è ora brutto, 034 INFERNO 34
fu l'uom che nacque e visse sanza pecca; 115 INFERNO 34
«Chi v'ha guidati, o che vi fu lucerna, 043 PGTORIO 01
ma per la sua follia le fu sì presso, 059 PGTORIO 01
Tu 'l sai, ché non ti fu per lei amara 073 PGTORIO 01
mentre ch'i' fu' di là», diss' elli allora, 086 PGTORIO 01
che fatta fu quando me n'usci' fora. 090 PGTORIO 01
per altra via, che fu sì aspra e forte, 065 PGTORIO 02
benignamente fu' da lui ricolto. 102 PGTORIO 02
né la nostra partita fu men tosta. 133 PGTORIO 02
di me fu messo per Clemente allora, 125 PGTORIO 03
ch'a lui fu' giunto, alzò la testa a pena, 118 PGTORIO 04
Quindi fu' io; ma li profondi fóri 073 PGTORIO 05
quando fu' sovragiunto ad Orïaco, 080 PGTORIO 05
Indi la valle, come 'l dì fu spento, 115 PGTORIO 05
Quell' anima gentil fu così presta, 079 PGTORIO 06
e che fu tardi per me conosciuto. 027 PGTORIO 07
«Com' è ciò?», fu risposto. «Chi volesse 049 PGTORIO 07
Rodolfo imperador fu, che potea 094 PGTORIO 07
fu meglio assai che Vincislao suo figlio 101 PGTORIO 07
E come fu la mia risposta udita, 061 PGTORIO 08
punto non fu da me guardare sciolta. 111 PGTORIO 08
sì che ne sa chi non vi fu ancora; 126 PGTORIO 08
quando fu ratto al sommo consistoro. 024 PGTORIO 09
ella ti tolse, e come 'l dì fu chiaro, 059 PGTORIO 09
fece a la porta sì, ch'i' fu' contento. 120 PGTORIO 09
Tarpëa, come tolto le fu il buono 137 PGTORIO 09
ma fu detto: «A man destra per la riva 049 PGTORIO 11
Guiglielmo Aldobrandesco fu mio padre; 059 PGTORIO 11
non so se 'l nome suo già mai fu vosco. 060 PGTORIO 11
ond' era sire quando fu distrutta 112 PGTORIO 11
fu a quel tempo sì com' ora è putta. 114 PGTORIO 11
ed è qui perché fu presuntüoso 122 PGTORIO 11
come fu la venuta lui largita?». 132 PGTORIO 11
Vedea colui che fu nobil creato 025 PGTORIO 12
li Assiri, poi che fu morto Oloferne, 059 PGTORIO 12
Qual di pennel fu maestro o di stile 064 PGTORIO 12
quanto vuol cosa che non fu più mai». 015 PGTORIO 14
Fu il sangue mio d'invidia sì rïarso, 082 PGTORIO 14
ed el mi disse: «Quel fu 'l duro camo 143 PGTORIO 14
per che a fuggir la mia vista fu ratta. 024 PGTORIO 15
del cui nome ne' dèi fu tanta lite, 098 PGTORIO 15
Ciò che vedesti fu perché non scuse 130 PGTORIO 15
«Lombardo fui, e fu' chiamato Marco; 046 PGTORIO 16
e qui fu la mia mente sì ristretta 022 PGTORIO 17
che fu al dire e al far così intero. 030 PGTORIO 17
cominciò el, «figliuol, fu sanza amore, 092 PGTORIO 17
Ma questa sonnolenza mi fu tolta 088 PGTORIO 18
poco dinanzi a noi ne fu; per ch'io 083 PGTORIO 19
La mia conversïone, omè!, fu tarda; 106 PGTORIO 19
Figliuol fu' io d'un beccaio di Parigi: 052 PGTORIO 20
la testa di mio figlio fu, dal quale 059 PGTORIO 20
come fu al peccar, pone al tormento. 066 PGTORIO 21
Tanto fu dolce mio vocale spirto, 088 PGTORIO 21
mia benvoglienza inverso te fu quale 016 PGTORIO 22
Or sappi ch'avarizia fu partita 034 PGTORIO 22
ma per paura chiuso cristian fu'mi, 090 PGTORIO 22
Così l'usanza fu lì nostra insegna, 124 PGTORIO 22
Lo secol primo, quant' oro fu bello, 148 PGTORIO 22
ma ne la voce sua mi fu palese 044 PGTORIO 23
Se prima fu la possa in te finita 079 PGTORIO 23
dal Torso fu, e purga per digiuno 023 PGTORIO 24
e sì fu tal, che non si sentì sazio. 033 PGTORIO 24
legno è più sù che fu morso da Eva, 116 PGTORIO 24
Questa fu la cagion che diede inizio 010 PGTORIO 26
Nostro peccato fu ermafrodito; 082 PGTORIO 26
«fu miglior fabbro del parlar materno. 117 PGTORIO 26
fu corsa e fummo in su 'l grado superno, 125 PGTORIO 27
Tosto che fu là dove l'erbe sono 061 PGTORIO 28
Qui fu innocente l'umana radice; 142 PGTORIO 28
Né ancor fu così nostra via molta, 013 PGTORIO 29
quel del Sol che, svïando, fu combusto 118 PGTORIO 29
quando fu Giove arcanamente giusto. 120 PGTORIO 29
E quando il carro a me fu a rimpetto, 151 PGTORIO 29
questi fu tal ne la sua vita nova 115 PGTORIO 30
fu' io a lui men cara e men gradita; 129 PGTORIO 30
quando per forza mi fu vòlto il viso 007 PGTORIO 32
fu de' miei passi lungo 'l fiume pria. 084 PGTORIO 32
E se più fu lo suo parlar diffuso, 091 PGTORIO 32
fu e non è; ma chi n'ha colpa, creda 035 PGTORIO 33
Per cotal priego detto mi fu: «Priega 118 PGTORIO 33
fu' io, e vidi cose che ridire 005 PRADISO 01
assai mi fu; ma or con amendue 017 PRADISO 01
dentro ad un nuovo più fu' inretito 096 PRADISO 01
Chiaro mi fu allor come ogne dove 088 PRADISO 03
per apprender da lei qual fu la tela 095 PRADISO 03
sorella fu, e così le fu tolta 113 PRADISO 03
sorella fu, e così le fu tolta 113 PRADISO 03
Ma poi che pur al mondo fu rivolta 115 PRADISO 03
non fu dal vel del cor già mai disciolta. 117 PRADISO 03
quanto possibil fu, poi che la perse, 125 PRADISO 03
Cotal fu l'ondeggiar del santo rio 115 PRADISO 04
fu de la volontà la libertate; 022 PRADISO 05
però necessitato fu a li Ebrei 049 PRADISO 05
detto mi fu; e da Beatrice: «Dì, dì 122 PRADISO 05
cui la destra del ciel fu sì congiunta, 026 PRADISO 06
che segno fu ch'i' dovessi posarmi. 027 PRADISO 06
negletto fu nomato, i Deci e ' Fabi 047 PRADISO 06
e saltò Rubicon, fu di tal volo, 062 PRADISO 06
e Modena e Perugia fu dolente. 075 PRADISO 06
che fu serrato a Giano il suo delubro. 081 PRADISO 06
fu l'ovra grande e bella mal gradita. 129 PRADISO 06
fu viso a me cantare essa sustanza, 005 PRADISO 07
qual fu creata, fu sincera e buona; 036 PRADISO 07
qual fu creata, fu sincera e buona; 036 PRADISO 07
ma per sé stessa pur fu ella sbandita 037 PRADISO 07
e così nulla fu di tanta ingiura, 043 PRADISO 07
poscia vengiata fu da giusta corte. 051 PRADISO 07
dirò perché tal modo fu più degno. 063 PRADISO 07
come di paradiso, fu remota; 087 PRADISO 07
a rilevarvi suso, fu contenta. 111 PRADISO 07
o per l'una o per l'altra, fu o fie: 114 PRADISO 07
ché più largo fu Dio a dar sé stesso 115 PRADISO 07
Creata fu la materia ch'elli hanno; 136 PRADISO 07
creata fu la virtù informante 137 PRADISO 07
Di quella valle fu' io litorano 088 PRADISO 09
fu noto il nome mio; e questo cielo 095 PRADISO 09
fu da Demofoonte, né Alcide 101 PRADISO 09
del trïunfo di Cristo fu assunta. 120 PRADISO 09
ché sopra 'l sol non fu occhio ch'andasse. 048 PRADISO 10
Cor di mortal non fu mai sì digesto 055 PRADISO 10
quel Pietro fu che con la poverella 107 PRADISO 10
saver fu messo, che, se 'l vero è vero, 113 PRADISO 10
Lo corpo ond' ella fu cacciata giace 127 PRADISO 10
che a considerar fu più che viro. 132 PRADISO 10
Poi che ciascuno fu tornato ne lo 013 PRADISO 11
L'un fu tutto serafico in ardore; 037 PRADISO 11
fu per Onorio da l'Etterno Spiro 098 PRADISO 11
Pensa oramai qual fu colui che degno 118 PRADISO 11
collega fu a mantener la barca 119 PRADISO 11
e questo fu il nostro patrïarca; 121 PRADISO 11
e come fu creata, fu repleta 058 PRADISO 12
e come fu creata, fu repleta 058 PRADISO 12
Domenico fu detto; e io ne parlo 070 PRADISO 12
che 'l primo amor che 'n lui fu manifesto, 074 PRADISO 12
fu al primo consiglio che diè Cristo. 075 PRADISO 12
Spesse fïate fu tacito e desto 076 PRADISO 12
E a la sedia che fu già benigna 088 PRADISO 12
Se tal fu l'una rota de la biga 106 PRADISO 12
dinanzi al mio venir fu sì cortese. 111 PRADISO 12
Così fu fatta già la terra degna 082 PRADISO 13
così fu fatta la Vergine pregna; 084 PRADISO 13
né fia qual fu in quelle due persone. 087 PRADISO 13
'Dunque, come costui fu sanza pare?' 089 PRADISO 13
quando fu detto ''Chiedi", a dimandare. 093 PRADISO 13
ben veder ch'el fu re, che chiese senno 095 PRADISO 13
forse qual fu da l'angelo a Maria, 036 PRADISO 14
che 'nfino a lì non fu alcuna cosa 128 PRADISO 14
fu sì sfogato, che 'l parlar discese 044 PRADISO 15
«Benedetto sia tu», fu, «trino e uno, 047 PRADISO 15
mio figlio fu e tuo bisavol fue: 094 PRADISO 15
Moronto fu mio frate ed Eliseo; 136 PRADISO 15
Quivi fu' io da quella gente turpa 145 PRADISO 15
dissemi: «Da quel dì che fu detto 'Ave' 034 PRADISO 16
principio fu del mal de la cittade, 068 PRADISO 16
Beatrice, fu la mia voglia confessa. 030 PRADISO 17
di quel che ti fu detto; ecco le 'nsidie 095 PRADISO 17
libero fu da ogne altro disire, 015 PRADISO 18
né mi fu noto il dir prima che 'l fatto. 039 PRADISO 18
tal fu ne li occhi miei, quando fui vòlto, 067 PRADISO 18
e che per salti fu tratto al martiro, 135 PRADISO 18
fu per fantasia già mai compreso; 009 PRADISO 19
che fu la somma d'ogne creatura, 047 PRADISO 19
nel benedetto rostro fu tacente; 009 PRADISO 20
fu il cantor de lo Spirito Santo, 038 PRADISO 20
in quanto effetto fu del suo consiglio, 041 PRADISO 20
Guiglielmo fu, cui quella terra plora 062 PRADISO 20
e ciò di viva spene fu mercede: 108 PRADISO 20
tornata ne la carne, in che fu poco, 113 PRADISO 20
fu degna di venire a questo gioco. 117 PRADISO 20
data mi fu soave medicina. 141 PRADISO 20
fu Semelè quando di cener fessi: 006 PRADISO 21
In quel loco fu' io Pietro Damiano, 121 PRADISO 21
e Pietro Peccator fu' ne la casa 122 PRADISO 21
fu frequentato già in su la cima 038 PRADISO 22
più fu, e 'l mar fuggir, quando Dio volse, 095 PRADISO 22
naturalmente, fu sì ratto moto 104 PRADISO 22
e poi, quando mi fu grazia largita 118 PRADISO 22
la vostra regïon mi fu sortita. 120 PRADISO 22
sanza quell' ombra che mi fu cagione 140 PRADISO 22
tra 'l padre e 'l figlio; e quindi mi fu chiaro 146 PRADISO 22
Ma poco fu tra uno e altro quando, 016 PRADISO 23
onde fu già sì lunga disïanza». 039 PRADISO 23
che fu albergo del nostro disiro; 105 PRADISO 23
ch'elli avieno a Maria mi fu palese. 126 PRADISO 23
che fu già vite e ora è fatta pruno». 111 PRADISO 24
Ma poi che 'l gratular si fu assolto, 025 PRADISO 25
che fu sommo cantor del sommo duce. 072 PRADISO 25
mentre che detto fu: «Perché t'abbagli 122 PRADISO 25
Non fu latente la santa intenzione 052 PRADISO 26
e quanto fu diletto a li occhi miei, 112 PRADISO 26
fu per sé la cagion di tanto essilio, 116 PRADISO 26
fïate, mentre ch'ïo in terra fu'mi. 123 PRADISO 26
La lingua ch'io parlai fu tutta spenta 124 PRADISO 26
seguendo il cielo, sempre fu durabile. 129 PRADISO 26
fu' io, con vita pura e disonesta, 140 PRADISO 26
«Non fu la sposa di Cristo allevata 040 PRADISO 27
Non fu nostra intenzion ch'a destra mano 046 PRADISO 27
Concreato fu ordine e costrutto 031 PRADISO 29
nel mondo in che puro atto fu produtto; 033 PRADISO 29
Principio del cader fu il maladetto 055 PRADISO 29
in numero, che mai non fu loquela 131 PRADISO 29
or fu sì fatta la sembianza vostra?'; 108 PRADISO 31
che fu bisava al cantor che per doglia 011 PRADISO 32
Da quinci innanzi il mio veder fu maggio 055 PRADISO 33
se non che la mia mente fu percossa 140 PRADISO 33

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