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 piover............1
piover, portata ne le menti sante 089 PRADISO 32
 
 piovier...........1
sarieno i Cerchi nel piovier d'Acone, 065 PRADISO 16
 
 piovuti...........1
da ciel piovuti, che stizzosamente 083 INFERNO 08
 
 piovve............1
Poi piovve dentro a l'alta fantasia 025 PGTORIO 17
 
 piovvi............2
per ch'ei rispuose: «Io piovvi di Toscana, 122 INFERNO 24
rispuose, «quando piovvi in questo greppo, 095 INFERNO 30
 
 pira..............1
di sopra, che par surger de la pira 053 INFERNO 26
 
 piramo............2
Piramo in su la morte, e riguardolla, 038 PGTORIO 27
e 'l piacer loro un Piramo a la gelsa, 069 PGTORIO 33
 
 pirate............1
non da pirate, non da gente argolica. 084 INFERNO 28
 
 pirro.............2
e Pirro e Sesto; e in etterno munge 135 INFERNO 12
Romani incontro a Brenno, incontro a Pirro, 044 PRADISO 06
 
 pisa..............2
Ahi Pisa, vituperio de le genti 079 INFERNO 33
Federigo Novello, e quel da Pisa 017 PGTORIO 06
 
 pisan.............1
per che i Pisan veder Lucca non ponno. 030 INFERNO 33
 
 pisistràto........1
ch'abbracciar nostra figlia, o Pisistràto». 101 PGTORIO 15
 
 pispiglia.........2
che ti fa ciò che quivi si pispiglia? 012 PGTORIO 05
e ora a pena in Siena sen pispiglia, 111 PGTORIO 11
 
 pistoia...........4
bestia, e Pistoia mi fu degna tana». 126 INFERNO 24
Pistoia in pria d'i Neri si dimagra; 143 INFERNO 24
Ahi Pistoia, Pistoia, ché non stanzi 010 INFERNO 25
Ahi Pistoia, Pistoia, ché non stanzi 010 INFERNO 25
 
 pistola...........1
ne la pistola poi; sì ch'io son pieno, 077 PRADISO 25
 
 pittura...........1
Credette Cimabue ne la pittura 094 PGTORIO 11
 
 pitture...........1
in carne umana o ne le sue pitture, 093 PRADISO 27
 
 più...............661
Tant' è amara che poco è più morte; 007 INFERNO 01
sì che 'l piè fermo sempre era 'l più basso. 030 INFERNO 01
ch'i' fui per ritornar più volte vòlto. 036 INFERNO 01
e dopo 'l pasto ha più fame che pria. 099 INFERNO 01
e più saranno ancora, infin che 'l veltro 101 INFERNO 01
anima fia a ciò più di me degna: 122 INFERNO 01
Lucevan li occhi suoi più che la stella; 055 INFERNO 02
più non t'è uo' ch'aprirmi il tuo talento. 081 INFERNO 02
per che mi fece del venir più presto. 117 INFERNO 02
più lieve legno convien che ti porti». 093 INFERNO 03
ciò che si vuole, e più non dimandare». 096 INFERNO 03
Or vo' che sappi, innanzi che più andi, 033 INFERNO 04
e più d'onore ancora assai mi fenno, 100 INFERNO 04
Poi ch'innalzai un poco più le ciglia, 130 INFERNO 04
che 'nnanzi a li altri più presso li stanno; 135 INFERNO 04
e tanto più dolor, che punge a guaio. 003 INFERNO 05
ciò che si vuole, e più non dimandare». 024 INFERNO 05
Vedi Parìs, Tristano»; e più di mille 067 INFERNO 05
più presso a noi; e tu allor li priega 077 INFERNO 05
Per più fïate li occhi ci sospinse 130 INFERNO 05
quel giorno più non vi leggemmo avante». 138 INFERNO 05
per simil colpa». E più non fé parola. 057 INFERNO 06
e che di più parlar mi facci dono. 078 INFERNO 06
E quelli: «Ei son tra l'anime più nere; 085 INFERNO 06
più non ti dico e più non ti rispondo». 090 INFERNO 06
più non ti dico e più non ti rispondo». 090 INFERNO 06
E 'l duca disse a me: «Più non si desta 094 INFERNO 06
che vuol, quanto la cosa è più perfetta, 107 INFERNO 06
più senta il bene, e così la doglienza. 108 INFERNO 06
di là più che di qua essere aspetta». 111 INFERNO 06
parlando più assai ch'i' non ridico; 113 INFERNO 06
pigliando più de la dolente ripa 017 INFERNO 07
Qui vid' i' gente più ch'altrove troppa, 025 INFERNO 07
L'acqua era buia assai più che persa; 103 INFERNO 07
più non ci avrai che sol passando il loto». 021 INFERNO 08
de l'acqua più che non suol con altrui. 030 INFERNO 08
Quivi il lasciammo, che più non ne narro; 064 INFERNO 08
Io vidi più di mille in su le porte 082 INFERNO 08
«O caro duca mio, che più di sette 097 INFERNO 08
e se 'l passar più oltre ci è negato, 101 INFERNO 08
più tosto dentro il suo novo ristrinse. 003 INFERNO 09
Quell' è 'l più basso loco e 'l più oscuro, 028 INFERNO 09
Quell' è 'l più basso loco e 'l più oscuro, 028 INFERNO 09
e 'l più lontan dal ciel che tutto gira: 029 INFERNO 09
per indi ove quel fummo è più acerbo». 075 INFERNO 09
vid' io più di mille anime distrutte 079 INFERNO 09
e che più volte v'ha cresciuta doglia? 096 INFERNO 09
salvo che 'l modo v'era più amaro; 117 INFERNO 09
che ferro più non chiede verun' arte. 120 INFERNO 09
più che non credi son le tombe carche. 129 INFERNO 09
e i monimenti son più e men caldi». 131 INFERNO 09
temendo, un poco più al duca mio. 030 INFERNO 10
supin ricadde e più non parve fora. 072 INFERNO 10
ciò mi tormenta più che questo letto. 078 INFERNO 10
per ch'i' pregai lo spirto più avaccio 116 INFERNO 10
Dissemi: «Qui con più di mille giaccio: 118 INFERNO 10
venimmo sopra più crudele stipa; 003 INFERNO 11
più spiace a Dio; e però stan di sotto 026 INFERNO 11
li frodolenti, e più dolor li assale. 027 INFERNO 11
più volte il mondo in caòsso converso; 043 INFERNO 12
del sangue più che sua colpa sortille». 075 INFERNO 12
Poco più oltre il centauro s'affisse 115 INFERNO 12
Così a più a più si facea basso 124 INFERNO 12
Così a più a più si facea basso 124 INFERNO 12
che da quest' altra a più a più giù prema 130 INFERNO 12
che da quest' altra a più a più giù prema 130 INFERNO 12
E 'l buon maestro «Prima che più entre, 016 INFERNO 13
ben dovrebb' esser la tua man più pia, 038 INFERNO 13
ma parla, e chiedi a lui, se più ti piace». 081 INFERNO 13
Quella che giva 'ntorno era più molta, 025 INFERNO 14
ma più al duolo avea la lingua sciolta. 027 INFERNO 14
la tua superbia, se' tu più punito; 064 INFERNO 14
e sta 'n su quel, più che 'n su l'altro, eretto. 111 INFERNO 14
infin, là ove più non si dismonta, 118 INFERNO 14
li suoi compagni più noti e più sommi. 102 INFERNO 15
li suoi compagni più noti e più sommi. 102 INFERNO 15
Di più direi; ma 'l venire e 'l sermone 115 INFERNO 15
più lungo esser non può, però ch'i' veggio 116 INFERNO 15
nel qual io vivo ancora, e più non cheggio». 120 INFERNO 15
la fiera moglie più ch'altro mi nuoce». 045 INFERNO 16
Con più color, sommesse e sovraposte 016 INFERNO 17
poco più oltre veggio in su la rena 035 INFERNO 17
mostrando un'oca bianca più che burro. 063 INFERNO 17
E io, temendo no 'l più star crucciasse 076 INFERNO 17
Allor fu' io più timido a lo stoscio, 121 INFERNO 17
più e più fossi cingon li castelli, 011 INFERNO 18
più e più fossi cingon li castelli, 011 INFERNO 18
de l'arco, ove lo scoglio più sovrasta. 111 INFERNO 18
di riguardar più me che li altri brutti?». 119 INFERNO 18
però t'adocchio più che li altri tutti». 123 INFERNO 18
mi disse, «il viso un poco più avante, 128 INFERNO 18
guizzando più che li altri suoi consorti», 032 INFERNO 19
diss' io, «e cui più roggia fiamma succia?». 033 INFERNO 19
là giù per quella ripa che più giace, 035 INFERNO 19
Ma più è 'l tempo già che i piè mi cossi 079 INFERNO 19
ché dopo lui verrà di più laida opra, 082 INFERNO 19
io userei parole ancor più gravi; 103 INFERNO 19
Come 'l viso mi scese in lor più basso, 010 INFERNO 20
chi è più scellerato che colui 029 INFERNO 20
Per mille fonti, credo, e più si bagna 064 INFERNO 20
ove la riva 'ntorno più discese. 072 INFERNO 20
non più Benaco, ma Mencio si chiama 077 INFERNO 20
Già fuor le genti sue dentro più spesse, 094 INFERNO 20
le coste a quel che più vïaggi fece; 012 INFERNO 21
Poi l'addentar con più di cento raffi, 052 INFERNO 21
Poi disse a noi: «Più oltre andar per questo 106 INFERNO 21
Ier, più oltre cinqu' ore che quest' otta, 112 INFERNO 21
e Graffiacan, che li era più di contra, 034 INFERNO 22
«Domanda», disse, «ancor, se più disii 062 INFERNO 22
a veder se tu sol più di noi vali». 117 INFERNO 22
quel prima, ch'a ciò fare era più crudo. 120 INFERNO 22
ma quei più che cagion fu del difetto; 125 INFERNO 22
ché più non si pareggia 'mo' e 'issa' 007 INFERNO 23
ei ne verranno dietro più crudeli 017 INFERNO 23
più tosto a me, che quella dentro 'mpetro. 027 INFERNO 23
avendo più di lui che di sé cura, 041 INFERNO 23
quand' ella più verso le pale approccia, 048 INFERNO 23
ma più non dissi, ch'a l'occhio mi corse 110 INFERNO 23
Rispuose adunque: «Più che tu non speri 133 INFERNO 23
più che da l'altro era la costa corta, 035 INFERNO 24
quand' io fui sù, ch'i' non potea più oltre, 044 INFERNO 24
Più lunga scala convien che si saglia; 055 INFERNO 24
ed erto più assai che quel di pria. 063 INFERNO 24
Più non si vanti Libia con sua rena; 085 INFERNO 24
poi disse: «Più mi duol che tu m'hai colto 133 INFERNO 24
come dicesse 'Non vo' che più diche'; 006 INFERNO 25
d'incenerarti sì che più non duri, 011 INFERNO 25
El si fuggì che non parlò più verbo; 016 INFERNO 25
ché più mi graverà, com' più m'attempo. 012 INFERNO 26
ché più mi graverà, com' più m'attempo. 012 INFERNO 26
e più lo 'ngegno affreno ch'i' non soglio, 021 INFERNO 26
son io più certo; ma già m'era avviso 050 INFERNO 26
me più d'un anno là presso a Gaeta, 092 INFERNO 26
acciò che l'uom più oltre non si metta; 109 INFERNO 26
per non dir più, e già da noi sen gia 002 INFERNO 27
dicendo "Istra ten va, più non t'adizzo", 021 INFERNO 27
non esser duro più ch'altri sia stato, 056 INFERNO 27
questa fiamma staria sanza più scosse; 063 INFERNO 27
che solea fare i suoi cinti più macri. 093 INFERNO 27
ch'i' ora vidi, per narrar più volte? 003 INFERNO 28
Più fuor di cento che, quando l'udiro, 052 INFERNO 28
sanza più prova, di contarla solo; 114 INFERNO 28
Achitofèl non fé più d'Absalone 137 INFERNO 28
e in ciò m'ha el fatto a sé più pio». 036 INFERNO 29
se più lume vi fosse, tutto ad imo. 039 INFERNO 29
e allor fu la mia vista più viva 054 INFERNO 29
del pizzicor, che non ha più soccorso; 081 INFERNO 29
o d'altro pesce che più larghe l'abbia. 084 INFERNO 29
ché l'imagine lor vie più m'asciuga 068 INFERNO 30
a metter più li miei sospiri in fuga. 072 INFERNO 30
ma sì e più l'avei quando coniavi». 111 INFERNO 30
e tu per più ch'alcun altro demonio!». 117 INFERNO 30
se più avvien che fortuna t'accoglia 146 INFERNO 30
però alquanto più te stesso pungi». 027 INFERNO 31
e disse: «Pria che noi siam più avanti, 029 INFERNO 31
più e più appressando ver' la sponda, 038 INFERNO 31
più e più appressando ver' la sponda, 038 INFERNO 31
più giusta e più discreta la ne tene; 054 INFERNO 31
più giusta e più discreta la ne tene; 054 INFERNO 31
cui non si convenia più dolci salmi. 069 INFERNO 31
Facemmo adunque più lungo vïaggio, 082 INFERNO 31
trovammo l'altro assai più fero e maggio. 084 INFERNO 31
Quel che tu vuo' veder, più là è molto 103 INFERNO 31
salvo che più feroce par nel volto». 105 INFERNO 31
Allor temett' io più che mai la morte, 109 INFERNO 31
e non v'era mestier più che la dotta, 110 INFERNO 31
Noi procedemmo più avante allotta, 112 INFERNO 31
più pienamente; ma perch' io non l'abbo, 005 INFERNO 32
sotto i piè del gigante assai più bassi, 017 INFERNO 32
degna più d'esser fitta in gelatina: 060 INFERNO 32
col capo sì, ch'i' non veggio oltre più, 064 INFERNO 32
E perché non mi metti in più sermoni, 067 INFERNO 32
Lèvati quinci e non mi dar più lagna, 095 INFERNO 32
e tratti glien' avea più d'una ciocca, 104 INFERNO 32
«Omai», diss' io, «non vo' che più favelle, 109 INFERNO 32
più là con Ganellone e Tebaldello, 122 INFERNO 32
più lune già, quand' io feci 'l mal sonno 026 INFERNO 33
Queta'mi allor per non farli più tristi; 064 INFERNO 33
Poscia, più che 'l dolor, poté 'l digiuno». 075 INFERNO 33
E perché tu più volentier mi rade 127 INFERNO 33
elli è ser Branca Doria, e son più anni 137 INFERNO 33
e più con un gigante io mi convegno, 030 INFERNO 34
che più non dee a padre alcun figliuolo. 033 PGTORIO 01
Ma da ch'è tuo voler che più si spieghi 055 PGTORIO 01
più muover non mi può, per quella legge 089 PGTORIO 01
prendere il monte a più lieve salita». 108 PGTORIO 01
Ierusalèm col suo più alto punto; 003 PGTORIO 02
rividil più lucente e maggior fatto. 021 PGTORIO 02
Poi, come più e più verso noi venne 037 PGTORIO 02
Poi, come più e più verso noi venne 037 PGTORIO 02
l'uccel divino, più chiaro appariva: 038 PGTORIO 02
e più di cento spirti entro sediero. 045 PGTORIO 02
più volte m'ha negato esto passaggio; 096 PGTORIO 02
che 'nverso 'l ciel più alto si dislaga. 015 PGTORIO 03
non ti maravigliar più che d'i cieli 029 PGTORIO 03
e più non disse, e rimase turbato. 045 PGTORIO 03
Tra Lerice e Turbìa la più diserta, 049 PGTORIO 03
la più rotta ruina è una scala, 050 PGTORIO 03
ché perder tempo a chi più sa più spiace». 078 PGTORIO 03
ché perder tempo a chi più sa più spiace». 078 PGTORIO 03
più corto per buon prieghi non diventa. 141 PGTORIO 03
par ch'a nulla potenza più intenda; 004 PGTORIO 04
e la costa superba più assai 041 PGTORIO 04
ancora a l'Orse più stretto rotare, 065 PGTORIO 04
più che salir non posson li occhi miei». 087 PGTORIO 04
e quant' om più va sù, e men fa male. 090 PGTORIO 04
Più non rispondo, e questo so per vero». 096 PGTORIO 04
colui che mostra sé più negligente 110 PGTORIO 04
là dov' io più sicuro esser credea: 076 PGTORIO 05
assai più là che dritto non volea. 078 PGTORIO 05
a cui porge la man, più non fa pressa; 008 PGTORIO 06
rispuose, «quanto più potremo omai; 053 PGTORIO 06
quella ne 'nsegnerà la via più tosta». 060 PGTORIO 06
dà noi per che venir possiam più tosto 038 PGTORIO 07
là dove più ch'a mezzo muore il lembo. 072 PGTORIO 07
Colui che più siede alto e fa sembianti 091 PGTORIO 07
quanto, più che Beatrice e Margherita, 128 PGTORIO 07
Quel che più basso tra costor s'atterra, 133 PGTORIO 07
Non credo che la sua madre più m'ami, 073 PGTORIO 08
pur là dove le stelle son più tarde, 086 PGTORIO 08
sì come rota più presso a lo stelo. 087 PGTORIO 08
più da la carne e men da' pensier presa, 017 PGTORIO 09
e 'l sole er' alto già più che due ore, 044 PGTORIO 09
la mia matera, e però con più arte 071 PGTORIO 09
E come l'occhio più e più v'apersi, 079 PGTORIO 09
E come l'occhio più e più v'apersi, 079 PGTORIO 09
Era il secondo tinto più che perso, 097 PGTORIO 09
Più cara è l'una; ma l'altra vuol troppa 124 PGTORIO 09
solingo più che strade per diserti. 021 PGTORIO 10
e più e men che re era in quel caso. 066 PGTORIO 10
Vero è che più e meno eran contratti 136 PGTORIO 10
secondo ch'avien più e meno a dosso; 137 PGTORIO 10
e qual più pazïenza avea ne li atti, 138 PGTORIO 10
piangendo parea dicer: 'Più non posso'. 139 PGTORIO 10
non circunscritto, ma per più amore 002 PGTORIO 11
a retro va chi più di gir s'affanna. 015 PGTORIO 11
si va più corto; e se c'è più d'un varco, 041 PGTORIO 11
si va più corto; e se c'è più d'un varco, 041 PGTORIO 11
«Frate», diss' elli, «più ridon le carte 082 PGTORIO 11
Che voce avrai tu più, se vecchia scindi 103 PGTORIO 11
pria che passin mill' anni? ch'è più corto 106 PGTORIO 11
al cerchio che più tardi in cielo è torto. 108 PGTORIO 11
«Quando vivea più glorïoso», disse, 133 PGTORIO 11
Più non dirò, e scuro so che parlo; 139 PGTORIO 11
più ch'altra creatura, giù dal cielo 026 PGTORIO 12
Più era già per noi del monte vòlto 073 PGTORIO 12
e del cammin del sole assai più speso 074 PGTORIO 12
non è più tempo di gir sì sospeso. 078 PGTORIO 12
ed esser mi parea troppo più lieve 116 PGTORIO 12
se non che l'arco suo più tosto piega. 006 PGTORIO 13
Allora più che prima li occhi apersi; 046 PGTORIO 13
E poi che fummo un poco più avanti, 049 PGTORIO 13
più innanzi alquanto che là dov' io stava, 098 PGTORIO 13
ond' io mi feci ancor più là sentire. 099 PGTORIO 13
più lieta assai che di ventura mia. 111 PGTORIO 13
gridando a Dio: "Omai più non ti temo!", 122 PGTORIO 13
Troppa è più la paura ond' è sospesa 136 PGTORIO 13
E cheggioti, per quel che tu più brami, 148 PGTORIO 13
più di speranza ch'a trovar la Diana; 153 PGTORIO 13
ma più vi perderanno li ammiragli». 154 PGTORIO 13
domandal tu che più li t'avvicini, 005 PGTORIO 14
quanto vuol cosa che non fu più mai». 015 PGTORIO 14
Tra brutti porci, più degni di galle 043 PGTORIO 14
ringhiosi più che non chiede lor possa, 047 PGTORIO 14
Vassi caggendo; e quant' ella più 'ngrossa, 049 PGTORIO 14
tanto più trova di can farsi lupi 050 PGTORIO 14
Discesa poi per più pelaghi cupi, 052 PGTORIO 14
che di figliar tai conti più s'impiglia. 117 PGTORIO 14
è 'l nome tuo, da che più non s'aspetta 122 PGTORIO 14
troppo di pianger più che di parlare, 125 PGTORIO 14
a lo splendore assai più che di prima, 011 PGTORIO 15
ché, per quanti si dice più lì 'nostro', 055 PGTORIO 15
tanto possiede più di ben ciascuno, 056 PGTORIO 15
e più di caritate arde in quel chiostro». 057 PGTORIO 15
«Io son d'esser contento più digiuno», 058 PGTORIO 15
e più di dubbio ne la mente aduno. 060 PGTORIO 15
in più posseditor, faccia più ricchi 062 PGTORIO 15
in più posseditor, faccia più ricchi 062 PGTORIO 15
E quanta gente più là sù s'intende, 073 PGTORIO 15
più v'è da bene amare, e più vi s'ama, 074 PGTORIO 15
più v'è da bene amare, e più vi s'ama, 074 PGTORIO 15
e vedere in un tempio più persone; 087 PGTORIO 15
ma se' venuto più che mezza lega 121 PGTORIO 15
di quel si pasce, e più oltre non chiede. 102 PGTORIO 16
Dio sia con voi, ché più non vegno vosco. 141 PGTORIO 16
Così tornò, e più non volle udirmi. 145 PGTORIO 16
ne l'uccel ch'a cantar più si diletta, 020 PGTORIO 17
che le stelle apparivan da più lati. 072 PGTORIO 17
Noi eravam dove più non saliva 076 PGTORIO 17
Ma perché più aperto intendi ancora, 088 PGTORIO 17
ma quando al mal si torce, o con più cura 100 PGTORIO 17
là dove più in sua matera dura, 030 PGTORIO 18
ma ciò m'ha fatto di dubbiar più pregno; 042 PGTORIO 18
facea le stelle a noi parer più rade, 077 PGTORIO 18
Pietola più che villa mantoana, 083 PGTORIO 18
Io non so se più disse o s'ei si tacque, 127 PGTORIO 18
quell' ombre, che veder più non potiersi, 140 PGTORIO 18
del qual più altri nacquero e diversi; 142 PGTORIO 18
intepidar più 'l freddo de la luna, 002 PGTORIO 19
e volete trovar la via più tosto, 080 PGTORIO 19
Un mese e poco più prova' io come 103 PGTORIO 19
più salir potiesi in quella vita; 110 PGTORIO 19
e nulla pena il monte ha più amara. 117 PGTORIO 19
Vattene omai: non vo' che più t'arresti; 139 PGTORIO 19
che più che tutte l'altre bestie hai preda 011 PGTORIO 20
guadagnerà, per sé tanto più grave, 077 PGTORIO 20
quanto più lieve simil danno conta. 078 PGTORIO 20
O avarizia, che puoi tu più farne, 082 PGTORIO 20
non rugiada, non brina più sù cade 047 PGTORIO 21
secco vapor non surge più avante 052 PGTORIO 21
Trema forse più giù poco o assai; 055 PGTORIO 21
cinquecent' anni e più, pur mo sentii 068 PGTORIO 21
col nome che più dura e più onora 085 PGTORIO 21
col nome che più dura e più onora 085 PGTORIO 21
onde sono allumati più di mille; 096 PGTORIO 21
più che non deggio al mio uscir di bando». 102 PGTORIO 21
che men seguon voler ne' più veraci. 108 PGTORIO 21
ne li occhi ove 'l sembiante più si ficca; 111 PGTORIO 21
ma più d'ammirazion vo' che ti pigli. 123 PGTORIO 21
E io più lieve che per l'altre foci 007 PGTORIO 22
più strinse mai di non vista persona, 017 PGTORIO 22
Veramente più volte appaion cose 028 PGTORIO 22
cerchiar mi fé più che 'l quarto centesmo. 093 PGTORIO 22
che le Muse lattar più ch'altri mai, 102 PGTORIO 22
Poi disse: «Più pensava Maria onde 142 PGTORIO 22
lo più che padre mi dicea: «Figliuole, 004 PGTORIO 23
più utilmente compartir si vuole». 006 PGTORIO 23
così di retro a noi, più tosto mota, 019 PGTORIO 23
per digiunar, quando più n'ebbe tema. 027 PGTORIO 23
di peccar più, che sovvenisse l'ora 080 PGTORIO 23
Tanto è a Dio più cara e più diletta 091 PGTORIO 23
Tanto è a Dio più cara e più diletta 091 PGTORIO 23
quanto in bene operare è più soletta; 093 PGTORIO 23
ne le femmine sue più è pudica 095 PGTORIO 23
Deh, frate, or fa che più non mi ti celi! 112 PGTORIO 23
Né 'l dir l'andar, né l'andar lui più lento 001 PGTORIO 24
dissi: «Ella sen va sù forse più tarda 008 PGTORIO 24
non so qual fosse più, trïunfa lieta 014 PGTORIO 24
di là da lui più che l'altre trapunta 021 PGTORIO 24
più d'un che d'altro, fei a quel da Lucca, 035 PGTORIO 24
che più parea di me aver contezza. 036 PGTORIO 24
e qual più a gradire oltre si mette, 061 PGTORIO 24
non vede più da l'uno a l'altro stilo»; 062 PGTORIO 24
poi volan più a fretta e vanno in filo, 066 PGTORIO 24
di giorno in giorno più di ben si spolpa, 080 PGTORIO 24
«Or va», diss' el; «che quei che più n'ha colpa, 082 PGTORIO 24
La bestia ad ogne passo va più ratto, 085 PGTORIO 24
ciò che 'l mio dir più dichiarar non puote. 090 PGTORIO 24
legno è più sù che fu morso da Eva, 116 PGTORIO 24
ben mille passi e più ci portar oltre, 131 PGTORIO 24
Ancor digesto, scende ov' è più bello 043 PGTORIO 25
che più savio di te fé già errante, 063 PGTORIO 25
Quando Làchesis non ha più del lino, 079 PGTORIO 25
in atto molto più che prima agute. 084 PGTORIO 25
e io facea con l'ombra più rovente 007 PGTORIO 26
«O tu che vai, non per esser più tardo, 016 PGTORIO 26
e al gridar che più lor si convene; 048 PGTORIO 26
Quinci sù vo per non esser più cieco; 058 PGTORIO 26
ch'è pien d'amore e più ampio si spazia, 063 PGTORIO 26
né, per lo foco, in là più m'appressai. 102 PGTORIO 26
A voce più ch'al ver drizzan li volti, 121 PGTORIO 26
fin che l'ha vinto il ver con più persone. 126 PGTORIO 26
dove poter peccar non è più nostro». 132 PGTORIO 26
in voce assai più che la nostra viva. 009 PGTORIO 27
Poscia «Più non si va, se pria non morde, 010 PGTORIO 27
che farò ora presso più a Dio? 024 PGTORIO 27
la possa del salir più e 'l diletto. 075 PGTORIO 27
di lor solere e più chiare e maggiori. 090 PGTORIO 27
che tanto a' pellegrin surgon più grati, 110 PGTORIO 27
dov' io per me più oltre non discerno. 129 PGTORIO 27
Non aspettar mio dir più né mio cenno; 139 PGTORIO 27
sanza più aspettar, lasciai la riva, 004 PGTORIO 28
non di più colpo che soave vento; 009 PGTORIO 28
ed ecco più andar mi tolse un rio, 025 PGTORIO 28
Tutte l'acque che son di qua più monde, 028 PGTORIO 28
trattando più color con le sue mani, 068 PGTORIO 28
più odio da Leandro non sofferse 073 PGTORIO 28
la sete tua perch' io più non ti scuopra, 135 PGTORIO 28
e quel, durando, più e più splendeva, 020 PGTORIO 29
e quel, durando, più e più splendeva, 020 PGTORIO 29
sentite prima e più lunga fïata. 030 PGTORIO 29
e disïoso ancora a più letizie, 033 PGTORIO 29
Poco più oltre, sette alberi d'oro 043 PGTORIO 29
più chiaro assai che luna per sereno 053 PGTORIO 29
A descriver lor forme più non spargo 097 PGTORIO 29
a li animali fé ch'ell' ha più cari; 138 PGTORIO 29
parvero aver l'andar più interdetto, 153 PGTORIO 29
di suo dover, come 'l più basso face 005 PGTORIO 30
sanza de li occhi aver più conoscenza, 037 PGTORIO 30
e 'l più caldo parlar dietro reserva: 072 PGTORIO 30
onde la mia risposta è con più cura 106 PGTORIO 30
Ma tanto più maligno e più silvestro 118 PGTORIO 30
Ma tanto più maligno e più silvestro 118 PGTORIO 30
quant' elli ha più di buon vigor terrestro. 120 PGTORIO 30
udendo le serene, sie più forte, 045 PGTORIO 31
di retro a me che non era più tale. 057 PGTORIO 31
ad aspettar più colpo, o pargoletta 059 PGTORIO 31
e prenderai più doglia riguardando». 069 PGTORIO 31
vincer pariemi più sé stessa antica, 083 PGTORIO 31
più nel suo amor, più mi si fé nemica. 087 PGTORIO 31
più nel suo amor, più mi si fé nemica. 087 PGTORIO 31
le tre di là, che miran più profondo». 111 PGTORIO 31
Mille disiri più che fiamma caldi 118 PGTORIO 31
sé dimostrando di più alto tribo 130 PGTORIO 31
più quanto più è sù, fora da l'Indi 041 PGTORIO 32
più quanto più è sù, fora da l'Indi 041 PGTORIO 32
men che di rose e più che di vïole 058 PGTORIO 32
con più dolce canzone e più profonda». 090 PGTORIO 32
con più dolce canzone e più profonda». 090 PGTORIO 32
E se più fu lo suo parlar diffuso, 091 PGTORIO 32
da quel confine che più va remoto, 111 PGTORIO 32
che più tiene un sospir la bocca aperta. 141 PGTORIO 32
più a la croce si cambiò Maria. 006 PGTORIO 33
e con tranquillo aspetto «Vien più tosto», 019 PGTORIO 33
sì che non parli più com' om che sogna. 033 PGTORIO 33
cinquemilia anni e più l'anima prima 062 PGTORIO 33
che più la perde quanto più s'aiuta?». 084 PGTORIO 33
che più la perde quanto più s'aiuta?». 084 PGTORIO 33
da terra il ciel che più alto festina». 090 PGTORIO 33
E più corusco e con più lenti passi 103 PGTORIO 33
E più corusco e con più lenti passi 103 PGTORIO 33
S'io avessi, lettor, più lungo spazio 136 PGTORIO 33
non mi lascia più ir lo fren de l'arte. 141 PGTORIO 33
in una parte più e meno altrove. 003 PRADISO 01
Nel ciel che più de la sua luce prende 004 PRADISO 01
più a suo modo tempera e suggella. 042 PRADISO 01
dentro ad un nuovo più fu' inretito 096 PRADISO 01
più al principio loro e men vicine; 111 PRADISO 01
Non dei più ammirar, se bene stimo, 136 PRADISO 01
accender ne dovria più il disio 040 PRADISO 02
com' esser posso più, ringrazio lui 047 PRADISO 02
più e men distributa e altrettanto. 069 PRADISO 02
lo suo contrario più passar non lassi; 087 PRADISO 02
ivi lo raggio più che in altre parti, 092 PRADISO 02
per esser lì refratto più a retro. 093 PRADISO 02
da te d'un modo, e l'altro, più rimosso, 098 PRADISO 02
la vista più lontana, lì vedrai 104 PRADISO 02
leva' il capo a proferer più erto; 006 PRADISO 03
tali vid' io più facce a parlar pronte; 016 PRADISO 03
E io a l'ombra che parea più vaga 034 PRADISO 03
non mi ti celerà l'esser più bella, 048 PRADISO 03
beata sono in la spera più tarda. 051 PRADISO 03
sì che raffigurar m'è più latino. 063 PRADISO 03
disiderate voi più alto loco 065 PRADISO 03
per più vedere e per più farvi amici?». 066 PRADISO 03
per più vedere e per più farvi amici?». 066 PRADISO 03
Se disïassimo esser più superne, 073 PRADISO 03
donna più sù», mi disse, «a la cui norma 098 PRADISO 03
Uomini poi, a mal più ch'a bene usi, 106 PRADISO 03
e ciò mi fece a dimandar più tardo. 130 PRADISO 03
più caldo assai che per parlar distinto. 012 PRADISO 04
tratterò quella che più ha di felle. 027 PRADISO 04
D'i Serafin colui che più s'india, 028 PRADISO 04
né hanno a l'esser lor più o meno anni; 033 PRADISO 04
per sentir più e men l'etterno spiro. 036 PRADISO 04
che t'avria fatto noia ancor più volte. 090 PRADISO 04
se si ritrae, cadere in più affanno. 111 PRADISO 04
e scalda sì, che più e più m'avviva, 120 PRADISO 04
e scalda sì, che più e più m'avviva, 120 PRADISO 04
più conformato, e quel ch'e' più apprezza, 021 PRADISO 05
più conformato, e quel ch'e' più apprezza, 021 PRADISO 05
cui più si convenia dicer 'Mal feci', 067 PRADISO 05
Siate, Cristiani, a muovervi più gravi: 073 PRADISO 05
a quella parte ove 'l mondo è più vivo. 087 PRADISO 05
che più lucente se ne fé 'l pianeta. 096 PRADISO 05
sì vid' io ben più di mille splendori 103 PRADISO 05
di più savere angosciosa carizia; 111 PRADISO 05
lucente più assai di quel ch'ell' era. 132 PRADISO 05
per più letizia sì mi si nascose 136 PRADISO 05
cento e cent' anni e più l'uccel di Dio 004 PRADISO 06
sì ch'è forte a veder chi più si falli. 102 PRADISO 06
ch'a più alto leon trasser lo vello. 108 PRADISO 06
assai lo loda, e più lo loderebbe». 142 PRADISO 06
Non ti dee oramai parer più forte, 049 PRADISO 07
dirò perché tal modo fu più degno. 063 PRADISO 07
Più l'è conforme, e però più le piace; 073 PRADISO 07
Più l'è conforme, e però più le piace; 073 PRADISO 07
ne la più somigliante è più vivace. 075 PRADISO 07
ne la più somigliante è più vivace. 075 PRADISO 07
Ma perché l'ovra tanto è più gradita 106 PRADISO 07
da l'operante, quanto più appresenta 107 PRADISO 07
ché più largo fu Dio a dar sé stesso 115 PRADISO 07
la donna mia ch'i' vidi far più bella. 015 PRADISO 08
muoversi in giro più e men correnti, 020 PRADISO 08
e dentro a quei che più innanzi appariro 028 PRADISO 08
Indi si fece l'un più presso a noi 031 PRADISO 08
giù poco tempo; e se più fosse stato, 050 PRADISO 08
di mio amor più oltre che le fronde. 057 PRADISO 08
carcata più d'incarco non si pogna. 081 PRADISO 08
grata m'è più; e anco quest' ho caro 089 PRADISO 08
Vuo' tu che questo ver più ti s'imbianchi?». 112 PRADISO 08
del nostro cielo che più m'è propinqua, 038 PRADISO 09
ché più non arse la figlia di Belo, 097 PRADISO 09
e se dal dritto più o men lontano 019 PRADISO 10
in che più tosto ognora s'appresenta; 033 PRADISO 10
mia mente unita in più cose divise. 063 PRADISO 10
Io vidi più folgór vivi e vincenti 064 PRADISO 10
più dolci in voce che in vista lucenti: 066 PRADISO 10
Questi che m'è a destra più vicino, 097 PRADISO 10
La quinta luce, ch'è tra noi più bella, 109 PRADISO 10
che giù in carne più a dentro vide 116 PRADISO 10
che a considerar fu più che viro. 132 PRADISO 10
incominciar, faccendosi più mera: 018 PRADISO 11
in sé sicura e anche a lui più fida, 034 PRADISO 11
più sua rattezza, nacque al mondo un sole, 050 PRADISO 11
poscia di dì in dì l'amò più forte. 063 PRADISO 11
millecent' anni e più dispetta e scura 065 PRADISO 11
raccomandò la donna sua più cara, 113 PRADISO 11
e vagabunde più da esso vanno, 128 PRADISO 11
più tornano a l'ovil di latte vòte. 129 PRADISO 11
del mondo che già mai più non s'allaga: 018 PRADISO 12
più a' poveri giusti, non per lei, 089 PRADISO 12
l'impeto suo, più vivamente quivi 101 PRADISO 12
dove le resistenze eran più grosse. 102 PRADISO 12
sì che i suoi arbuscelli stan più vivi. 105 PRADISO 12
che più non fa che brevi contingenze; 063 PRADISO 13
idëale poi più e men traluce. 069 PRADISO 13
perch' elli 'ncontra che più volte piega 118 PRADISO 13
Vie più che 'ndarno da riva si parte, 121 PRADISO 13
Come, da più letizia pinti e tratti, 019 PRADISO 14
E io udi' ne la luce più dia 034 PRADISO 14
più grata fia per esser tutta quanta; 045 PRADISO 14
sol con mia donna in più alta salute. 084 PRADISO 14
Ben m'accors' io ch'io era più levato, 085 PRADISO 14
che mi parea più roggio che l'usato. 087 PRADISO 14
d'ogne bellezza più fanno più suso, 134 PRADISO 14
d'ogne bellezza più fanno più suso, 134 PRADISO 14
perché si fa, montando, più sincero. 139 PRADISO 14
più gaudïoso a te, non mi domandi, 059 PRADISO 15
che fosse a veder più che la persona. 102 PRADISO 15
voi mi levate sì, ch'i' son più ch'io. 018 PRADISO 16
tra esso degne di più alti scanni». 027 PRADISO 16
e come a li occhi miei si fé più bella, 031 PRADISO 16
così con voce più dolce e soave, 032 PRADISO 16
più è tacer che ragionare onesto. 045 PRADISO 16
Se la gente ch'al mondo più traligna 058 PRADISO 16
e cieco toro più avaccio cade 070 PRADISO 16
più e meglio una che le cinque spade. 072 PRADISO 16
e ancor saria Borgo più quïeto, 134 PRADISO 16
ché saetta previsa vien più lenta». 027 PRADISO 17
più caramente; e questo è quello strale 056 PRADISO 17
E quel che più ti graverà le spalle, 061 PRADISO 17
fia primo quel che tra li altri è più tardo. 075 PRADISO 17
vie più là che 'l punir di lor perfidie». 099 PRADISO 17
tal, ch'è più grave a chi più s'abbandona; 108 PRADISO 17
tal, ch'è più grave a chi più s'abbandona; 108 PRADISO 17
sì che, se loco m'è tolto più caro, 110 PRADISO 17
che le più alte cime più percuote; 134 PRADISO 17
che le più alte cime più percuote; 134 PRADISO 17
E come, per sentir più dilettanza 058 PRADISO 18
veggendo quel miracol più addorno. 063 PRADISO 18
resurger parver quindi più di mille 103 PRADISO 18
più malmenare! e beata Navarra, 143 PRADISO 19
vie più lucendo, cominciaron canti 011 PRADISO 20
colui che più al becco mi s'accosta, 044 PRADISO 20
Poi appresso, con l'occhio più acceso, 085 PRADISO 20
da indi il puzzo più del paganesmo; 125 PRADISO 20
dinanzi al battezzar più d'un millesmo. 129 PRADISO 20
in che più di piacer lo canto acquista, 144 PRADISO 20
de l'etterno palazzo più s'accende, 008 PRADISO 21
com' hai veduto, quanto più si sale, 009 PRADISO 21
E quel che presso più ci si ritenne, 043 PRADISO 21
più amor mi fece esser più presta, 067 PRADISO 21
né più amor mi fece esser più presta, 067 PRADISO 21
ché più e tanto amor quinci sù ferve, 068 PRADISO 21
Ma quell' alma nel ciel che più si schiara, 091 PRADISO 21
quel serafin che 'n Dio più l'occhio ha fisso, 092 PRADISO 21
a tanto segno più mover li piedi. 099 PRADISO 21
tanto che ' troni assai suonan più bassi, 108 PRADISO 21
A questa voce vid' io più fiammelle 136 PRADISO 21
e ogne giro le facea più belle. 138 PRADISO 21
sempre colà dove più si confida; 003 PRADISO 22
più s'abbellivan con mutüi rai. 024 PRADISO 22
e la maggiore e la più luculenta 028 PRADISO 22
non di parenti né d'altro più brutto. 084 PRADISO 22
più fu, e 'l mar fuggir, quando Dio volse, 095 PRADISO 22
e però, prima che tu più t'inlei, 127 PRADISO 22
lo ciel venir più e più rischiarando; 018 PRADISO 23
lo ciel venir più e più rischiarando; 018 PRADISO 23
fatta più grande, di sé stessa uscìo, 044 PRADISO 23
del latte lor dolcissimo più pingue, 057 PRADISO 23
vid' io così più turbe di splendori, 082 PRADISO 23
Qualunque melodia più dolce suona 097 PRADISO 23
qua giù e più a sé l'anima tira, 098 PRADISO 23
del quale il ciel più chiaro s'inzaffira. 102 PRADISO 23
più la spera suprema perché lì entre». 108 PRADISO 23
del mondo, che più ferve e più s'avviva 113 PRADISO 23
del mondo, che più ferve e più s'avviva 113 PRADISO 23
Di quella ch'io notai di più carezza 019 PRADISO 24
che nullo vi lasciò di più chiarezza; 021 PRADISO 24
ver' lo sepulcro più giovani piedi», 126 PRADISO 24
più volte l'evangelica dottrina. 144 PRADISO 24
quante Iesù ai tre fé più carezza». 033 PRADISO 25
ne l'aula più secreta co' suoi conti, 042 PRADISO 25
non ha con più speranza, com' è scritto 053 PRADISO 25
e 'l tuo fratello assai vie più digesta, 094 PRADISO 25
e disse: «Certo a più angusto vaglio 022 PRADISO 26
quanto più di bontate in sé comprende. 030 PRADISO 26
più che in altra convien che si mova 034 PRADISO 26
che rifulgea da più di mille milia: 078 PRADISO 26
che tu qualunque cosa t'è più certa; 105 PRADISO 26
Nel monte che si leva più da l'onda, 139 PRADISO 26
incominciò a farsi più vivace, 012 PRADISO 27
li tolse il trapassar del più avanti. 075 PRADISO 27
E più mi fora discoverto il sito 085 PRADISO 27
sotto i mie' piedi un segno e più partito. 087 PRADISO 27
ad essa li occhi più che mai ardea; 090 PRADISO 27
e quale stella par quinci più poca, 019 PRADISO 28
quando 'l vapor che 'l porta più è spesso, 024 PRADISO 28
quel moto che più tosto il mondo cigne; 027 PRADISO 28
più tardo si movea, secondo ch'era 035 PRADISO 28
in numero distante più da l'uno; 036 PRADISO 28
e quello avea la fiamma più sincera 037 PRADISO 28
credo, però che più di lei s'invera. 039 PRADISO 28
Mira quel cerchio che più li è congiunto; 043 PRADISO 28
veder le volte tanto più divine, 050 PRADISO 28
quant' elle son dal centro più remote. 051 PRADISO 28
secondo il più e 'l men de la virtute 065 PRADISO 28
al cerchio che più ama e che più sape: 072 PRADISO 28
al cerchio che più ama e che più sape: 072 PRADISO 28
di maggio a più e di minore a meno, 077 PRADISO 28
Borea da quella guancia ond' è più leno, 081 PRADISO 28
più che 'l doppiar de li scacchi s'inmilla. 093 PRADISO 28
ma ne l'uno è più colpa e più vergogna. 084 PRADISO 29
ma ne l'uno è più colpa e più vergogna. 084 PRADISO 29
gonfia il cappuccio e più non si richiede. 117 PRADISO 29
e altri assai che sono ancor più porci, 125 PRADISO 29
del sol più oltre, così 'l ciel si chiude 008 PRADISO 30
di vista in vista infino a la più bella. 009 PRADISO 30
più che già mai da punto di suo tema 023 PRADISO 30
ché, come sole in viso che più trema, 025 PRADISO 30
più dietro a sua bellezza, poetando, 032 PRADISO 30
da l'atto l'occhio di più forti obietti, 048 PRADISO 30
Non fur più tosto dentro a me venute 055 PRADISO 30
tanto mi piace più quanto più turge; 072 PRADISO 30
tanto mi piace più quanto più turge; 072 PRADISO 30
vidi specchiarsi in più di mille soglie 113 PRADISO 30
che poca gente più ci si disira. 132 PRADISO 30
e farà quel d'Alagna intrar più giuso». 148 PRADISO 30
Da quella regïon che più sù tona 073 PRADISO 31
qualunque in mare più giù s'abbandona, 075 PRADISO 31
più al montar per lo raggio divino. 099 PRADISO 31
ma guarda i cerchi infino al più remoto, 115 PRADISO 31
che mal guidò Fetonte, più s'infiamma, 125 PRADISO 31
vid' io più di mille angeli festanti, 131 PRADISO 31
che ' miei di rimirar fé più ardenti. 142 PRADISO 31
intra sé qui più e meno eccellente. 060 PRADISO 32
che nulla volontà è di più ausa, 063 PRADISO 32
più si somiglia, ché la sua chiarezza 086 PRADISO 32
sì ch'ogne vista sen fé più serena. 099 PRADISO 32
Quei due che seggon là sù più felici 118 PRADISO 32
umile e alta più che creatura, 002 PRADISO 33
più alto verso l'ultima salute. 027 PRADISO 33
più ch'i' fo per lo suo, tutti miei prieghi 029 PRADISO 33
e più e più intrava per lo raggio 053 PRADISO 33
e più e più intrava per lo raggio 053 PRADISO 33
più si conceperà di tua vittoria. 075 PRADISO 33
E' mi ricorda ch'io fui più ardito 079 PRADISO 33
credo ch'i' vidi, perché più di largo, 092 PRADISO 33
Omai sarà più corta mia favella, 106 PRADISO 33
Non perché più ch'un semplice sembiante 109 PRADISO 33

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