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 sì................797
che 'l piè fermo sempre era 'l più basso. 030 INFERNO 01
ch'a bene sperar m'era cagione 041 INFERNO 01
ma non che paura non mi desse 044 INFERNO 01
che parea che l'aere ne tremesse. 048 INFERNO 01
che spandi di parlar largo fiume?», 080 INFERNO 01
e ha natura malvagia e ria, 097 INFERNO 01
ch'io veggia la porta di san Pietro 134 INFERNO 01
del cammino e sì de la pietate, 005 INFERNO 02
sì del cammino e de la pietate, 005 INFERNO 02
che dal cominciar tutto si tolle, 039 INFERNO 02
che d'onrata impresa lo rivolve, 047 INFERNO 02
nel cammin, che vòlt' è per paura; 063 INFERNO 02
e temo che non sia già smarrito, 064 INFERNO 02
l'aiuta ch'i' ne sia consolata. 069 INFERNO 02
che duro giudicio là sù frange. 096 INFERNO 02
al venir con le parole tue, 137 INFERNO 02
e che gent' è che par nel duol vinta?». 033 INFERNO 03
a lor che lamentar li fa forte?». 044 INFERNO 03
e dietro le venìa lunga tratta 055 INFERNO 03
le fa di trapassar parer pronte, 074 INFERNO 03
che la tema si volve in disio. 126 INFERNO 03
tremò forte, che de lo spavento 131 INFERNO 03
un greve truono, ch'io mi riscossi 002 INFERNO 04
ma non ch'io non discernessi in parte 071 INFERNO 04
grazïa acquista in ciel che li avanza». 078 INFERNO 04
che vien dinanzi ai tre come sire: 087 INFERNO 04
ch'e' mi fecer de la loro schiera, 101 INFERNO 04
ch'io fui sesto tra cotanto senno. 102 INFERNO 04
com' era 'l parlar colà dov' era. 105 INFERNO 04
che veder si potien tutti quanti. 117 INFERNO 04
però che mi caccia il lungo tema, 146 INFERNO 04
genti che l'aura nera gastiga?». 051 INFERNO 05
A vizio di lussuria fu rotta, 055 INFERNO 05
e paion al vento esser leggeri». 075 INFERNO 05
tosto come il vento a noi li piega, 079 INFERNO 05
forte fu l'affettüoso grido. 087 INFERNO 05
mi prese del costui piacer forte, 104 INFERNO 05
l'altro piangëa; che di pietade 140 INFERNO 05
l'anime , ch'esser vorrebber sorde. 033 INFERNO 06
che non par ch'i' ti vedessi mai. 045 INFERNO 06
Ma dimmi chi tu se' che 'n dolente 046 INFERNO 06
loco se' messo, e hai fatta pena, 047 INFERNO 06
che, s'altra è maggio, nulla è spiacente». 048 INFERNO 06
d'invidia che già trabocca il sacco, 050 INFERNO 06
mi pesa , ch'a lagrimar mi 'nvita; 059 INFERNO 06
Farinata e 'l Tegghiaio, che fuor degni, 079 INFERNO 06
trapassammo per sozza mistura 100 INFERNO 06
o fier minori, o saran cocenti?». 105 INFERNO 06
e perché nostra colpa ne scipa? 021 INFERNO 07
de la mente in la vita primaia, 041 INFERNO 07
che è, che i ben del mondo ha tra branche?». 069 INFERNO 07
, ch'ogne parte ad ogne parte splende, 075 INFERNO 07
spesso vien chi vicenda consegue. 090 INFERNO 07
che corresse via per l'aere snella, 014 INFERNO 08
ma tu chi se', che se' fatto brutto?». 035 INFERNO 08
che ardito intrò per questo regno. 090 INFERNO 08
che li ha' iscorta buia contrada». 093 INFERNO 08
che e no nel capo mi tenciona. 111 INFERNO 08
I' vidi ben com' ei ricoperse 010 INFERNO 09
battiensi a palme e gridavan alto, 050 INFERNO 09
«Vegna Medusa: 'l farem di smalto», 052 INFERNO 09
come ad Arli, ove Rodano stagna, 112 INFERNO 09
com' a Pola, presso del Carnaro 113 INFERNO 09
per le quali eran del tutto accesi, 119 INFERNO 09
e fuor n'uscivan duri lamenti, 122 INFERNO 09
che per due fïate li dispersi». 048 INFERNO 10
dimmi: perché quel popolo è empio 083 INFERNO 10
mi disse: «Perché se' tu smarrito?». 125 INFERNO 10
che s'ausi un poco in prima il senso 011 INFERNO 11
e che s'incontran con aspre lingue, 072 INFERNO 11
tu mi contenti quando tu solvi, 092 INFERNO 11
che vostr' arte a Dio quasi è nepote. 105 INFERNO 11
al piano è la roccia discoscesa, 008 INFERNO 12
come quei cui l'ira dentro fiacca. 015 INFERNO 12
tremò , ch'i' pensai che l'universo 041 INFERNO 12
che ci sproni ne la vita corta, 050 INFERNO 12
e ne l'etterna poi mal c'immolle! 051 INFERNO 12
mal fu la voglia tua sempre tosta». 066 INFERNO 12
quell' altro è Folo, che fu pien d'ira. 072 INFERNO 12
rispuose: «Ben è vivo, e soletto 085 INFERNO 12
li passi miei per selvaggia strada, 092 INFERNO 12
e disse a Nesso: «Torna, e li guida, 098 INFERNO 12
quel sangue, che cocea pur li piedi; 125 INFERNO 12
« come tu da questa parte vedi 127 INFERNO 12
Non han aspri sterpi né sì folti 007 INFERNO 13
Non han sì aspri sterpi né folti 007 INFERNO 13
Però riguarda ben; vederai 020 INFERNO 13
de la scheggia rotta usciva insieme 043 INFERNO 13
Ma dilli chi tu fosti, che 'n vece 052 INFERNO 13
E 'l tronco: « col dolce dir m'adeschi, 055 INFERNO 13
serrando e diserrando, soavi, 060 INFERNO 13
e li 'nfiammati infiammar Augusto, 068 INFERNO 13
al mio segnor, che fu d'onor degno. 075 INFERNO 13
nudi e graffiati, fuggendo forte, 116 INFERNO 13
gridava: «Lano, non furo accorte 120 INFERNO 13
c'ha le mie fronde da me disgiunte, 141 INFERNO 13
che la pioggia non par che 'l marturi?». 048 INFERNO 14
com' el fece a la pugna di Flegra, 058 INFERNO 14
tanto, ch'i' non l'avea forte udito: 062 INFERNO 14
che dal foco salva l'acqua e li argini. 003 INFERNO 15
tutto che né alti né sì grossi, 011 INFERNO 15
tutto che né sì alti né grossi, 011 INFERNO 15
e ver' noi aguzzavan le ciglia 020 INFERNO 15
che 'l viso abbrusciato non difese 027 INFERNO 15
e s'io non fossi per tempo morto, 058 INFERNO 15
drizzava a me, che 'n contraro il collo 026 INFERNO 16
ne la nostra città come suole, 068 INFERNO 16
Fiorenza, in te, che tu già ten piagni». 075 INFERNO 16
«Se l'altre volte poco ti costa», 079 INFERNO 16
felice te se parli a tua posta! 081 INFERNO 16
che 'l suon de l'acqua n'era vicino, 092 INFERNO 16
che 'n poc' ora avria l'orecchia offesa. 105 INFERNO 16
come 'l duca m'avea comandato, 110 INFERNO 16
che 'l maestro con l'occhio seconda'. 117 INFERNO 16
come torna colui che va giuso 133 INFERNO 16
cominciò lo mio duca a parlarmi; 004 INFERNO 17
Omai si scende per fatte scale; 082 INFERNO 17
che la coda non possa far male». 084 INFERNO 17
Qual è colui che presso ha 'l riprezzo 085 INFERNO 17
volli dir, ma la voce non venne 092 INFERNO 17
in dietro in dietro, quindi si tolse; 101 INFERNO 17
furo scontrati; e io tosto dissi: 041 INFERNO 18
Ma che ti mena a pungenti salse?». 051 INFERNO 18
Lo fondo è cupo , che non ci basta 109 INFERNO 18
vidi un col capo di merda lordo, 116 INFERNO 18
Quei mi sgridò: «Perché se' tu gordo 118 INFERNO 18
che la faccia ben con l'occhio attinghe 129 INFERNO 18
per che forte guizzavan le giunte, 026 INFERNO 19
non mi dipuose, mi giunse al rotto 044 INFERNO 19
Se' tu tosto di quell' aver sazio 055 INFERNO 19
cupido per avanzar li orsatti, 071 INFERNO 19
con contenta labbia sempre attese 122 INFERNO 19
men portò sovra 'l colmo de l'arco 128 INFERNO 19
vidi torta, che 'l pianto de li occhi 023 INFERNO 20
del duro scoglio, che la mia scorta 026 INFERNO 20
mi son certi e prendon sì mia fede, 101 INFERNO 20
mi son sì certi e prendon mia fede, 101 INFERNO 20
ch'a pena rimaser per le cune-- 109 INFERNO 20
mi parlava, e andavamo introcque. 130 INFERNO 20
che, se puoi, nascosamente accaffi». 054 INFERNO 21
Allor li fu l'orgoglio caduto, 085 INFERNO 21
ch'io temetti ch'ei tenesser patto; 093 INFERNO 21
E rispondien: «, fa che gliel' accocchi». 102 INFERNO 21
Se tu se' accorto come suoli, 130 INFERNO 21
né già con diversa cennamella 010 INFERNO 22
che celano i piedi e l'altro grosso, 027 INFERNO 22
stavan d'ogne parte i peccatori; 028 INFERNO 22
li notai quando fuorono eletti, 038 INFERNO 22
li unghioni a dosso, che tu lo scuoi!», 041 INFERNO 22
che, stracciando, ne portò un lacerto. 072 INFERNO 22
e fé lor, che ciascun se ne loda. 084 INFERNO 22
com' e' dice; e ne li altri offici anche 086 INFERNO 22
ch'ei non teman de le lor vendette; 101 INFERNO 22
avieno inviscate l'ali sue. 144 INFERNO 22
fatta, ch'assai credo che lor nòi. 015 INFERNO 23
io li 'magino , che già li sento». 024 INFERNO 23
che d'intrambi un sol consiglio fei. 030 INFERNO 23
S'elli è che la destra costa giaccia, 031 INFERNO 23
Non corse mai tosto acqua per doccia 046 INFERNO 23
Di fuor dorate son, ch'elli abbaglia; 064 INFERNO 23
venìa pian, che noi eravam nuovi 071 INFERNO 23
e li occhi, andando, intorno movi». 075 INFERNO 23
voi che correte per l'aura fosca! 078 INFERNO 23
e che pena è in voi che sfavilla?». 099 INFERNO 23
son di piombo grosse, che li pesi 101 INFERNO 23
quand' io li vidi turbar la fronte, 017 INFERNO 24
La lena m'era del polmon munta 043 INFERNO 24
Se tu mi 'ntendi, or fa che ti vaglia». 057 INFERNO 24
di serpenti, e di diversa mena 083 INFERNO 24
né tante pestilenzie né ree 088 INFERNO 24
Né O tosto mai né I si scrisse, 100 INFERNO 24
e poi che fu a terra distrutto, 103 INFERNO 24
come a mul ch'i' fui; son Vanni Fucci 125 INFERNO 24
ch'ogne Bianco ne sarà feruto. 150 INFERNO 24
ribadendo sé stessa dinanzi, 008 INFERNO 25
d'incenerarti che più non duri, 011 INFERNO 25
Mentre che parlava, ed el trascorse, 034 INFERNO 25
ad alber , come l'orribil fiera 059 INFERNO 25
pareva, venendo verso l'epe 082 INFERNO 25
non trasmutò ch'amendue le forme 101 INFERNO 25
s'appiccar , che 'n poco la giuntura 107 INFERNO 25
Godi, Fiorenza, poi che se' grande 001 INFERNO 26
che, se stella bona o miglior cosa 023 INFERNO 26
l'ottava bolgia, com' io m'accorsi 032 INFERNO 26
che nol potea con li occhi seguire, 037 INFERNO 26
come nuvoletta, in sù salire: 039 INFERNO 26
che s'io non avessi un ronchion preso, 044 INFERNO 26
chi è 'n quel foco che vien diviso 052 INFERNO 26
prima che Enëa la nomasse, 093 INFERNO 26
Li miei compagni fec' io aguti, 121 INFERNO 26
che, con tutto che fosse di rame, 011 INFERNO 27
che Cervia ricuopre co' suoi vanni. 042 INFERNO 27
credendomi, cinto, fare ammenda; 068 INFERNO 27
io seppi tutte, e menai lor arte, 077 INFERNO 27
come Penestrino in terra getti. 102 INFERNO 27
e vestito, andando, mi rancuro». 129 INFERNO 27
che de l'anella fé alte spoglie, 011 INFERNO 28
crudelmente, al taglio de la spada 038 INFERNO 28
di vivanda, che stretta di neve 058 INFERNO 28
non vide mai gran fallo Nettuno, 083 INFERNO 28
poi farà , ch'al vento di Focara 089 INFERNO 28
che 'l sangue facea la faccia sozza, 105 INFERNO 28
un busto sanza capo andar come 119 INFERNO 28
com' esser può, quei sa che governa. 126 INFERNO 28
avean le luci mie inebrïate, 002 INFERNO 29
Tu non hai fatto a l'altre bolge; 007 INFERNO 29
dov' io tenea or li occhi a posta, 019 INFERNO 29
Tu eri allor del tutto impedito 028 INFERNO 29
che non guardasti in là, fu partito». 030 INFERNO 29
sanza parlarmi, com' ïo estimo: 035 INFERNO 29
di Malebolge, che i suoi conversi 041 INFERNO 29
quando fu l'aere pien di malizia, 060 INFERNO 29
e traevan giù l'unghie la scabbia, 082 INFERNO 29
«Latin siam noi, che tu vedi guasti 091 INFERNO 29
gente vana come la sanese? 122 INFERNO 29
Certo non la francesca d'assai!». 123 INFERNO 29
Ma perché sappi chi ti seconda 133 INFERNO 29
che la faccia mia ben ti risponda: 135 INFERNO 29
vedrai ch'io son l'ombra di Capocchio, 136 INFERNO 29
gridò: «Tendiam le reti, ch'io pigli 007 INFERNO 30
che 'nsieme col regno il re fu casso, 015 INFERNO 30
forsennata latrò come cane; 020 INFERNO 30
del collo l'assannò, che, tirando, 029 INFERNO 30
La grave idropesì, che dispaia 052 INFERNO 30
Io son per lor tra fatta famiglia; 088 INFERNO 30
forse d'esser nomato oscuro, 101 INFERNO 30
ma e più l'avei quando coniavi». 111 INFERNO 30
ma tu non fosti ver testimonio 113 INFERNO 30
che 'l ventre innanzi a li occhi t'assiepa!». 123 INFERNO 30
che quel ch'è, come non fosse, agogna, 138 INFERNO 30
che mi tinse l'una e l'altra guancia, 002 INFERNO 31
che 'l viso m'andava innanzi poco; 011 INFERNO 31
non sonò terribilmente Orlando. 018 INFERNO 31
di fatti animali, assai fé bene 050 INFERNO 31
che la ripa, ch'era perizoma 061 INFERNO 31
dal collo in giù, che 'n su lo scoperto 089 INFERNO 31
disse a me: «Fatti qua, ch'io ti prenda»; 134 INFERNO 31
poi fece ch'un fascio era elli e io. 135 INFERNO 31
sovr' essa , ched ella incontro penda: 138 INFERNO 31
né, chinato, lì fece dimora, 144 INFERNO 31
che dal fatto il dir non sia diverso. 012 INFERNO 32
va , che tu non calchi con le piante 020 INFERNO 32
Non fece al corso suo grosso velo 025 INFERNO 32
volsimi a' piedi, e vidi due stretti, 041 INFERNO 32
«Ditemi, voi che strignete i petti», 043 INFERNO 32
col capo , ch'i' non veggio oltre più, 064 INFERNO 32
ch'io esca d'un dubbio per costui; 083 INFERNO 32
che, se fossi vivo, troppo fora?». 090 INFERNO 32
che l'un capo a l'altro era cappello; 126 INFERNO 32
«O tu che mostri per bestial segno 133 INFERNO 32
Io non piangëa, dentro impetrai: 049 INFERNO 33
disse: "Tu guardi , padre! che hai?". 051 INFERNO 33
del bel paese là dove 'l suona, 080 INFERNO 33
ch'elli annieghi in te ogne persona! 084 INFERNO 33
e come visiere di cristallo, 098 INFERNO 33
E avvegna che, come d'un callo, 100 INFERNO 33
ch'ïo sfoghi 'l duol che 'l cor m'impregna, 113 INFERNO 33
Ella ruina in fatta cisterna; 133 INFERNO 33
poscia passati ch'el fu racchiuso». 138 INFERNO 33
S'el fu bel com' elli è ora brutto, 034 INFERNO 34
che tre venti si movean da ello: 051 INFERNO 34
che tre ne facea così dolenti. 057 INFERNO 34
e l'altro è Cassio, che par membruto. 067 INFERNO 34
che 'n inferno i' credea tornar anche. 081 INFERNO 34
sottosopra? e come, in sì poc' ora, 104 INFERNO 34
sì sottosopra? e come, in poc' ora, 104 INFERNO 34
fitto è ancora come prim' era. 120 INFERNO 34
che lascia dietro a sé mar crudele; 003 PGTORIO 01
fregiavan la sua faccia di lume, 038 PGTORIO 01
ma per la sua follia le fu presso, 059 PGTORIO 01
com' io dissi, fui mandato ad esso 061 PGTORIO 01
libertà va cercando, ch'è cara, 071 PGTORIO 01
la vesta ch'al gran dì sarà chiara. 075 PGTORIO 01
ch'ogne sucidume quindi stinghe; 096 PGTORIO 01
che fuggia innanzi, che di lontano 116 PGTORIO 01
Quivi mi cinse com' altrui piacque: 133 PGTORIO 01
che le bianche e le vermiglie guance, 007 PGTORIO 02
un lume per lo mar venir ratto, 017 PGTORIO 02
omai vedrai di fatti officiali. 030 PGTORIO 02
che remo non vuol, né altro velo 032 PGTORIO 02
che l'ali sue, tra liti lontani. 033 PGTORIO 02
per altra via, che fu aspra e forte, 065 PGTORIO 02
per abbracciarmi con grande affetto, 077 PGTORIO 02
cominciò elli allor dolcemente, 113 PGTORIO 02
ch'eran con lui parevan contenti, 116 PGTORIO 02
lo 'ntento rallargò, come vaga, 013 PGTORIO 03
quivi trovammo la roccia erta, 047 PGTORIO 03
« che possa salir chi va sanz' ala?». 054 PGTORIO 03
e non pareva, venïan lente. 060 PGTORIO 03
che possibil sia l'andare in suso; 077 PGTORIO 03
vid' io muovere a venir la testa 085 PGTORIO 03
che l'ombra era da me a la grotta, 090 PGTORIO 03
ma la bontà infinita ha gran braccia, 122 PGTORIO 03
Per lor maladizion non si perde, 133 PGTORIO 03
mi spronaron le parole sue, 049 PGTORIO 04
, ch'amendue hanno un solo orizzòn 070 PGTORIO 04
non vid' io chiaro com' io discerno 077 PGTORIO 04
Vapori accesi non vid' io tosto 037 PGTORIO 05
che di lui di là novella porti: 050 PGTORIO 05
che, pentendo e perdonando, fora 055 PGTORIO 05
che, dietro a' piedi di fatta guida, 062 PGTORIO 05
in Fano, che ben per me s'adori 071 PGTORIO 05
m'impigliar ch'i' caddi; e lì vid' io 083 PGTORIO 05
ti travïò fuor di Campaldino, 092 PGTORIO 05
che 'l pregno aere in acqua si converse; 118 PGTORIO 05
che però non sia di peggior greggia. 024 PGTORIO 06
che s'avacci lor divenir sante, 027 PGTORIO 06
che ' suoi raggi tu romper non fai. 057 PGTORIO 06
l'antiche leggi e furon civili, 140 PGTORIO 06
che tardi per altri si ricrea. 096 PGTORIO 07
par con colui c'ha benigno aspetto, 104 PGTORIO 07
e quindi viene il duol che li lancia. 111 PGTORIO 07
Quel che par membruto e che s'accorda, 112 PGTORIO 07
'Te lucis ante' devotamente 013 PGTORIO 08
le uscìo di bocca e con dolci note, 014 PGTORIO 08
che la gente in mezzo si contenne. 033 PGTORIO 08
ma non che tra li occhi suoi e ' miei 050 PGTORIO 08
ancor che l'altra, andando, acquisti». 060 PGTORIO 08
che tu dei a colui che nasconde 068 PGTORIO 08
Non le farà bella sepultura 079 PGTORIO 08
come rota più presso a lo stelo. 087 PGTORIO 08
che ne sa chi non vi fu ancora; 126 PGTORIO 08
Uso e natura la privilegia, 130 PGTORIO 08
e lo 'ncendio imaginato cosse, 032 PGTORIO 09
che mi scoss' io, come da la faccia 040 PGTORIO 09
l'agevolerò per la sua via". 057 PGTORIO 09
che reflettëa i raggi ver' noi, 083 PGTORIO 09
bianco marmo era pulito e terso, 095 PGTORIO 09
porfido mi parea, fiammeggiante 101 PGTORIO 09
fece a la porta , ch'i' fu' contento. 120 PGTORIO 09
non rugghiò né si mostrò sì acra 136 PGTORIO 09
non rugghiò sì né si mostrò acra 136 PGTORIO 09
ch'or or no s'intendon le parole. 145 PGTORIO 09
come l'onda che fugge e s'appressa. 009 PGTORIO 10
d'intagli , che non pur Policleto, 032 PGTORIO 10
dinanzi a noi pareva verace 037 PGTORIO 10
faceva dir l'un «No», l'altro «, canta». 060 PGTORIO 10
e al e al no discordi fensi. 063 PGTORIO 10
come donna dispettosa e trista. 069 PGTORIO 10
e non so che, nel veder vaneggio». 114 PGTORIO 10
che ' miei occhi pria n'ebber tencione. 117 PGTORIO 10
come vermo in cui formazion falla? 129 PGTORIO 10
ma libera da lui che la sprona. 021 PGTORIO 11
che portar quinci, che, mondi e lievi, 035 PGTORIO 11
tosto, che possiate muover l'ala, 038 PGTORIO 11
d'i miei maggior mi fer arrogante, 062 PGTORIO 11
Ben non sare' io stato cortese 085 PGTORIO 11
che la fama di colui è scura. 096 PGTORIO 11
Colui che del cammin poco piglia 109 PGTORIO 11
fu a quel tempo com' ora è putta. 114 PGTORIO 11
faranno che tu potrai chiosarlo. 141 PGTORIO 11
dritto come andar vuolsi rife'mi 007 PGTORIO 12
vid' io lì, ma di miglior sembianza 022 PGTORIO 12
O folle Aragne, vedea io te 043 PGTORIO 12
che veggiate il vostro mal sentero! 072 PGTORIO 12
non è più tempo di gir sospeso. 078 PGTORIO 12
che i diletti lo 'nvïarci in suso; 083 PGTORIO 12
pur di non perder tempo, che 'n quella 086 PGTORIO 12
cantaron , che nol diria sermone. 111 PGTORIO 12
fier li tuoi piè dal buon voler vinti, 124 PGTORIO 12
omo duro, che non fosse punto 053 PGTORIO 13
ché, quando fui presso di lor giunto, 055 PGTORIO 13
e cusce , come a sparvier selvaggio 071 PGTORIO 13
premevan , che bagnavan le gote. 084 PGTORIO 13
di vostra coscïenza che chiaro 089 PGTORIO 13
com' io credo, e spirando ragioni?». 132 PGTORIO 13
«Oh, questa è a udir cosa nuova», 145 PGTORIO 13
e dolcemente, che parli, acco'lo». 006 PGTORIO 14
ché dal principio suo, ov' è pregno 031 PGTORIO 14
ond' hanno mutata lor natura 040 PGTORIO 14
trova le volpi piene di froda, 053 PGTORIO 14
Fu il sangue mio d'invidia rïarso, 082 PGTORIO 14
di venenosi sterpi, che tardi 095 PGTORIO 14
là dove i cuor son fatti malvagi. 111 PGTORIO 14
m'ha nostra ragion la mente stretta». 126 PGTORIO 14
ed ecco l'altra con gran fracasso, 137 PGTORIO 14
Ma voi prendete l'esca, che l'amo 145 PGTORIO 14
perché per noi girato era 'l monte, 008 PGTORIO 15
come mostra esperïenza e arte; 021 PGTORIO 15
e dirizza'mi a lui dimandando: 043 PGTORIO 15
che, quantunque carità si stende, 071 PGTORIO 15
che tacer mi fer le luci vaghe. 084 PGTORIO 15
far com' om che dal sonno si slega, 119 PGTORIO 15
quando le gambe mi furon tolte». 126 PGTORIO 15
non fece al viso mio grosso velo 004 PGTORIO 16
come cieco va dietro a sua guida 010 PGTORIO 16
che parea tra esse ogne concordia. 021 PGTORIO 16
ch'i' la veggia e ch'i' la mostri altrui; 062 PGTORIO 16
, pareggiando i miei co' passi fidi 010 PGTORIO 17
talvolta di fuor, ch'om non s'accorge 014 PGTORIO 17
e qui fu la mia mente ristretta 022 PGTORIO 17
fa con noi, come l'uom si fa sego; 058 PGTORIO 17
'O virtù mia, perché ti dilegue?', 073 PGTORIO 17
onde s'attrista che 'l contrario ama; 120 PGTORIO 17
che si fa de la vendetta ghiotto, 122 PGTORIO 17
nel tuo lume, ch'io discerno chiaro 011 PGTORIO 18
che l'animo ad essa volger face; 024 PGTORIO 18
che sono in voi come studio in ape 058 PGTORIO 18
Noi siam di voglia a muoverci pieni, 115 PGTORIO 18
cominciava a cantar , che con pena 017 PGTORIO 19
rado sen parte; tutto l'appago!». 024 PGTORIO 19
volseci in sù colui che parlonne 047 PGTORIO 19
ch'io non posso dal pensar partirmi». 057 PGTORIO 19
sentia dir lor con alti sospiri, 074 PGTORIO 19
Così pregò 'l poeta, e risposto 082 PGTORIO 19
come l'occhio nostro non s'aderse 118 PGTORIO 19
Queste parole m'eran piaciute, 028 PGTORIO 20
che buon frutto rado se ne schianta. 045 PGTORIO 20
di nuovo acquisto, e d'amici pieno, 057 PGTORIO 20
, ch'a Fiorenza fa scoppiar la pancia. 075 PGTORIO 20
poscia c'ha' il mio sangue a te tratto, 083 PGTORIO 20
Veggio il novo Pilato crudele, 091 PGTORIO 20
come furò le spoglie, che l'ira 110 PGTORIO 20
Certo non si scoteo forte Delo, 130 PGTORIO 20
Ed ecco, come ne scrive Luca 007 PGTORIO 21
né ci addemmo di lei, parlò pria, 012 PGTORIO 21
mi diè, dimandando, per la cruna 037 PGTORIO 21
sentesi, che surga o che si mova 059 PGTORIO 21
m'andava, che sanz' alcun labore 008 PGTORIO 22
ch'or mi parran corte queste scale. 018 PGTORIO 22
ti stenebraron , che tu drizzasti 062 PGTORIO 22
e Ismene trista come fue. 111 PGTORIO 22
ficcava ïo come far suole 002 PGTORIO 23
come i peregrin pensosi fanno, 016 PGTORIO 23
governasse, generando brama, 035 PGTORIO 23
Già era in ammirar che li affama, 037 PGTORIO 23
rispuos' io lui, «veggendola torta. 057 PGTORIO 23
Però mi dì, per Dio, che vi sfoglia; 058 PGTORIO 23
rimasa dietro ond' io m'assottiglio. 063 PGTORIO 23
Ond' elli a me: « tosto m'ha condotto 085 PGTORIO 23
come nave pinta da buon vento; 003 PGTORIO 24
tra questa gente che mi riguarda». 012 PGTORIO 24
disse prima; e poi: «Qui non si vieta 016 PGTORIO 24
di nominar ciascun, da ch'è munta 017 PGTORIO 24
ch'io però non vidi un atto bruno. 027 PGTORIO 24
e fu tal, che non si sentì sazio. 033 PGTORIO 24
de la giustizia che li pilucca. 039 PGTORIO 24
«O anima», diss' io, «che par vaga 040 PGTORIO 24
di parlar meco, fa ch'io t'intenda, 041 PGTORIO 24
lascia andar li compagni, e passeggia 071 PGTORIO 24
lasciò trapassar la santa greggia 073 PGTORIO 24
in questo regno, ch'io perdo troppo 092 PGTORIO 24
venendo teco a paro a paro». 093 PGTORIO 24
che fuor del mondo gran marescalchi. 099 PGTORIO 24
Poi si partì come ricreduta; 112 PGTORIO 24
tra le frasche non so chi diceva; 118 PGTORIO 24
accostati a l'un d'i due vivagni 127 PGTORIO 24
«Che andate pensando voi sol tre?». 133 PGTORIO 24
vetri o metalli lucenti e rossi, 138 PGTORIO 24
non fora», disse, «a te questo agro; 024 PGTORIO 25
che per sua dottrina fé disgiunto 064 PGTORIO 25
e sappi che, tosto come al feto 068 PGTORIO 25
Mentre che per l'orlo, uno innanzi altro, 001 PGTORIO 26
mi parlava un d'essi; e io mi fora 025 PGTORIO 26
tosto divegna, che 'l ciel v'alberghi 062 PGTORIO 26
Or se tu hai ampio privilegio, 127 PGTORIO 26
come quando i primi raggi vibra 001 PGTORIO 27
stava il sole; onde 'l giorno sen giva, 005 PGTORIO 27
com' fui dentro, in un bogliente vetro 049 PGTORIO 27
ruminando e sì mirando in quelle, 091 PGTORIO 27
Sì ruminando e mirando in quelle, 091 PGTORIO 27
e là m'apparve, com' elli appare 037 PGTORIO 28
appressando sé, che 'l dolce suono 059 PGTORIO 28
ma quand' i' fui presso di lor fatto, 046 PGTORIO 29
com' elli eran candelabri apprese, 050 PGTORIO 29
che si movieno incontr' a noi tardi, 059 PGTORIO 29
ne l'affetto de le vive luci, 062 PGTORIO 29
che lì sopra rimanea distinto 076 PGTORIO 29
come luce luce in ciel seconda, 091 PGTORIO 29
ch'a nulla, fendendo, facea male. 111 PGTORIO 29
che per temperanza di vapori 026 PGTORIO 30
come neve tra le vive travi 085 PGTORIO 30
che par foco fonder la candela; 090 PGTORIO 30
avesser: 'Donna, perché lo stempre?', 096 PGTORIO 30
che notte né sonno a voi non fura 104 PGTORIO 30
che alti vapori hanno a lor piova, 113 PGTORIO 30
tosto come in su la soglia fui 124 PGTORIO 30
lo rivocai: poco a lui ne calse! 135 PGTORIO 30
mi pinsero un tal «» fuor de la bocca, 014 PGTORIO 31
scoppia' io sottesso grave carco, 019 PGTORIO 31
udirai come in contraria parte 047 PGTORIO 31
e se 'l sommo piacer ti fallio 052 PGTORIO 31
o altra novità con breve uso. 060 PGTORIO 31
Di penter mi punse ivi l'ortica, 085 PGTORIO 31
'Asperges me' dolcemente udissi, 098 PGTORIO 31
a lui la bocca tua, che discerna 137 PGTORIO 31
di Parnaso, o bevve in sua cisterna, 141 PGTORIO 31
, che però nulla penna crollonne. 027 PGTORIO 32
passeggiando l'alta selva vòta, 031 PGTORIO 32
« si conserva il seme d'ogne giusto». 048 PGTORIO 32
che prima avea le ramora sole. 060 PGTORIO 32
li occhi a cui pur vegghiar costò caro; 066 PGTORIO 32
Non scese mai con veloce moto 109 PGTORIO 32
quelle ascoltava fatta, che poco 005 PGTORIO 33
com' io fui, com' io dovëa, seco, 022 PGTORIO 33
che non parli più com' om che sogna. 033 PGTORIO 33
Tu nota; e come da me son porte, 052 PGTORIO 33
lei tanto e travolta ne la cima. 066 PGTORIO 33
che t'abbaglia il lume del mio detto, 075 PGTORIO 33
E io: « come cera da suggello, 079 PGTORIO 33
quando s'affisser, come s'affigge 106 PGTORIO 33
rifatto come piante novelle 143 PGTORIO 33
fammi del tuo valor fatto vaso, 014 PRADISO 01
come quando Marsïa traesti 020 PRADISO 01
rade volte, padre, se ne coglie 028 PRADISO 01
aguglia non li s'affisse unquanco. 048 PRADISO 01
E come secondo raggio suole 049 PRADISO 01
Io nol soffersi molto, né poco, 058 PRADISO 01
Ond' ella, che vedea me com' io, 085 PRADISO 01
col falso imaginar, che non vedi 089 PRADISO 01
Tu non se' in terra, come tu credi; 091 PRADISO 01
e come veder si può cadere 133 PRADISO 01
foco di nube, l'impeto primo 134 PRADISO 01
volta ver' me, lieta come bella, 028 PRADISO 02
Io rispuosi: «Madonna, devoto 046 PRADISO 02
fora di sua materia digiuno 075 PRADISO 02
esto pianeto, o, come comparte 076 PRADISO 02
voglio informar di luce vivace, 110 PRADISO 02
Riguarda bene omai com' io vado 124 PRADISO 02
che poi sappi sol tener lo guado. 126 PRADISO 02
nel qual, come vita in voi, si lega. 141 PRADISO 02
non profonde che i fondi sien persi, 012 PRADISO 03
debili , che perla in bianca fronte 014 PRADISO 03
Sùbito com' io di lor m'accorsi, 019 PRADISO 03
che raffigurar m'è più latino. 063 PRADISO 03
che, come noi sem di soglia in soglia 082 PRADISO 03
Ma com' elli avvien, s'un cibo sazia 091 PRADISO 03
che da prima il viso non sofferse; 129 PRADISO 03
si starebbe un agno intra due brame 004 PRADISO 04
si starebbe un cane intra due dame: 006 PRADISO 04
Beatrice qual fé Danïello, 013 PRADISO 04
uno e altro disio, che tua cura 017 PRADISO 04
sé stessa lega che fuor non spira. 018 PRADISO 04
già tutto il mondo quasi, che Giove, 062 PRADISO 04
ch'ella par qui meco contradire. 099 PRADISO 04
che scusar non si posson l'offense. 108 PRADISO 04
de l'altra; che ver diciamo insieme». 114 PRADISO 04
e scalda , che più e più m'avviva, 120 PRADISO 04
ai voti manchi con altri beni, 137 PRADISO 04
che del viso tuo vinco il valore, 003 PRADISO 05
Io veggio ben come già resplende 007 PRADISO 05
cominciò Beatrice questo canto; 016 PRADISO 05
e com' uom che suo parlar non spezza, 017 PRADISO 05
l'alto valor del voto, s'è fatto 026 PRADISO 05
preciso di sopra si favella: 048 PRADISO 05
permutasse, come saver dei. 051 PRADISO 05
che 'l Giudeo di voi tra voi non rida! 081 PRADISO 05
e come saetta che nel segno 091 PRADISO 05
Quivi la donna mia vid' io lieta, 094 PRADISO 05
vid' io ben più di mille splendori 103 PRADISO 05
E come ciascuno a noi venìa, 106 PRADISO 05
come a li occhi mi fur manifesti. 114 PRADISO 05
«Io veggio ben come tu t'annidi 124 PRADISO 05
perch' e' corusca come tu ridi; 126 PRADISO 05
come il sol che si cela elli stessi 133 PRADISO 05
per più letizia mi si nascose 136 PRADISO 05
e, cangiando, in su la mia pervenne. 009 PRADISO 06
vegg' io or chiaro , come tu vedi 020 PRADISO 06
cui la destra del ciel fu congiunta, 026 PRADISO 06
ch'al Nil caldo si sentì del duolo. 066 PRADISO 06
ch'è forte a veder chi più si falli. 102 PRADISO 06
disvïando, pur convien che i raggi 116 PRADISO 06
in noi l'affetto , che non si puote 122 PRADISO 06
nulla già mai giustamente morse; 042 PRADISO 07
che dispiega le bellezze etterne. 066 PRADISO 07
alto o sì magnifico processo, 113 PRADISO 07
sì alto o magnifico processo, 113 PRADISO 07
come sono, in loro essere intero; 132 PRADISO 07
di sé che poi sempre la disira. 144 PRADISO 07
sonava 'Osanna' , che unque poi 029 PRADISO 08
e sem pien d'amor, che, per piacerti, 038 PRADISO 08
per lui, o per altrui, ch'a sua barca 080 PRADISO 08
come cosa in suo segno diretta. 105 PRADISO 08
producerebbe li suoi effetti, 107 PRADISO 08
«», rispuos' io; «e qui ragion non cheggio». 117 PRADISO 08
venne deducendo infino a quici; 121 PRADISO 08
da vil padre, che si rende a Marte. 132 PRADISO 08
ch'io non posso dir se non che pianto 005 PRADISO 09
che da fatto ben torcete i cuori, 011 PRADISO 09
ch'altra vita la prima relinqua. 042 PRADISO 09
, che per simil non s'entrò in malta. 054 PRADISO 09
che questi parlar ne paion buoni». 063 PRADISO 09
come riso qui; ma giù s'abbuia 071 PRADISO 09
diss' io, «beato spirto, che nulla 074 PRADISO 09
si studia, che pare a' lor vivagni. 135 PRADISO 09
È Bëatrice quella che scorge 037 PRADISO 10
di bene in meglio, subitamente 038 PRADISO 10
nol direi che mai s'imaginasse; 044 PRADISO 10
Cor di mortal non fu mai digesto 055 PRADISO 10
e tutto 'l mio amore in lui si mise, 059 PRADISO 10
Non le dispiacque; ma se ne rise, 061 PRADISO 10
che ritenga il fil che fa la zona. 069 PRADISO 10
chi non s'impenna che là sù voli, 074 PRADISO 10
Poi, cantando, quelli ardenti soli 076 PRADISO 10
Se di tutti li altri esser vuo' certo, 100 PRADISO 10
aiutò che piace in paradiso. 105 PRADISO 10
entro v'è l'alta mente u' profondo 112 PRADISO 10
tin tin sonando con dolce nota, 143 PRADISO 10
, riguardando ne la luce etterna, 020 PRADISO 11
in aperta e 'n sì distesa lingua 023 PRADISO 11
in sì aperta e 'n distesa lingua 023 PRADISO 11
che, dove Maria rimase giuso, 071 PRADISO 11
dietro a lo sposo, la sposa piace. 084 PRADISO 11
a' frati suoi, com' a giuste rede, 112 PRADISO 11
è fatto ghiotto, ch'esser non puote 125 PRADISO 11
e stringonsi al pastor; ma son poche, 131 PRADISO 11
tosto come l'ultima parola 001 PRADISO 12
e l'estrema a l'intima rispuose. 021 PRADISO 12
del cantare e sì del fiammeggiarsi 023 PRADISO 12
sì del cantare e del fiammeggiarsi 023 PRADISO 12
per cui del mio ben ci si favella. 033 PRADISO 12
che, com' elli ad una militaro, 035 PRADISO 12
L'essercito di Cristo, che caro 037 PRADISO 12
la sua mente di viva vertute 059 PRADISO 12
come de l'agricola che Cristo 071 PRADISO 12
che i suoi arbuscelli stan più vivi. 105 PRADISO 12
dinanzi al mio venir fu cortese. 111 PRADISO 12
ch'è la muffa dov' era la gromma. 114 PRADISO 12
ch'al volger del temo non vien meno; 009 PRADISO 13
ché quella viva luce che mea 055 PRADISO 13
ch'io commendo tua oppinïone, 085 PRADISO 13
Non ho parlato , che tu non posse 094 PRADISO 13
trïangol ch'un retto non avesse. 102 PRADISO 13
e al e al no che tu non vedi: 114 PRADISO 13
fé Sabellio e Arrio e quelli stolti 127 PRADISO 13
a giudicar, come quei che stima 131 PRADISO 13
Dal centro al cerchio, e dal cerchio al centro 001 PRADISO 14
questo ch'io dico, come si tacque 005 PRADISO 14
a cui cominciar, dopo lui, piacque: 009 PRADISO 14
etternalmente com' ell' è ora; 015 PRADISO 14
Ma come carbon che fiamma rende, 052 PRADISO 14
che la sua parvenza si difende; 054 PRADISO 14
E come al salir di prima sera 070 PRADISO 14
che la vista pare e non par vera, 072 PRADISO 14
Ma Bëatrice bella e ridente 079 PRADISO 14
ch'io dissi: «O Elïòs che li addobbi!». 096 PRADISO 14
Galassia , che fa dubbiar ben saggi; 099 PRADISO 14
costellati facean nel profondo 100 PRADISO 14
ch'io non so trovare essempro degno; 105 PRADISO 14
che mi legasse con dolci vinci. 129 PRADISO 14
pïa l'ombra d'Anchise si porse, 025 PRADISO 15
ch'io non lo 'ntesi, parlò profondo; 039 PRADISO 15
fu sfogato, che 'l parlar discese 044 PRADISO 15
col caldo e con la luce è iguali, 077 PRADISO 15
che, se non s'appon di dì in die, 008 PRADISO 16
voi mi levate , ch'i' son più ch'io. 018 PRADISO 16
come voi; ma celasi in alcuna 080 PRADISO 16
che non piacque ad Ubertin Donato 119 PRADISO 16
vid' io Fiorenza in fatto riposo, 149 PRADISO 16
del tuo disio», mi disse, « ch'ella esca 008 PRADISO 17
a dir la sete, che l'uom ti mesca». 012 PRADISO 17
«O cara piota mia che t'insusi, 013 PRADISO 17
Da indi, come viene ad orecchia 043 PRADISO 17
Tu proverai come sa di sale 058 PRADISO 17
farà la prova; ch'a te fia bello 068 PRADISO 17
ch'in te avrà benigno riguardo, 073 PRADISO 17
nascendo, da questa stella forte, 077 PRADISO 17
saranno ancora, che ' suoi nemici 086 PRADISO 17
«Ben veggio, padre mio, come sprona 106 PRADISO 17
che, se loco m'è tolto più caro, 110 PRADISO 17
ch'ogne musa ne sarebbe opima. 033 PRADISO 18
m'accors' io che 'l mio girare intorno 061 PRADISO 18
dentro ai lumi sante creature 076 PRADISO 18
illustrami di te, ch'io rilevi 085 PRADISO 18
le parti , come mi parver dette. 090 PRADISO 18
rimasero ordinate; che Giove 095 PRADISO 18
come 'l sol che l'accende sortille; 105 PRADISO 18
ch'un'altra fïata omai s'adiri 121 PRADISO 18
a colui che volle viver solo 134 PRADISO 18
raggio di sole ardesse acceso, 005 PRADISO 19
fatta, che le genti lì malvage 017 PRADISO 19
non poté suo valor fare impresso 043 PRADISO 19
cotal si fece, e leväi i cigli, 094 PRADISO 19
che non può soffrir dentro a sua meta. 123 PRADISO 19
de l'emisperio nostro discende, 002 PRADISO 20
prende sua forma, e com' al pertugio 023 PRADISO 20
che, se son credute, sono ascose. 090 PRADISO 20
che potesse sua voglia esser mossa. 111 PRADISO 20
L'altra, per grazia che da profonda 118 PRADISO 20
, mentre ch'e' parlò, sì mi ricorda 145 PRADISO 20
sì, mentre ch'e' parlò, mi ricorda 145 PRADISO 20
come in certo grado si percosse. 042 PRADISO 21
si fé chiaro, ch'io dicea pensando: 044 PRADISO 21
la cagion che presso mi t'ha posta; 057 PRADISO 21
che giù per l'altre suona divota». 060 PRADISO 21
«Tu hai l'udir mortal come il viso», 061 PRADISO 21
come il fiammeggiar ti manifesta. 069 PRADISO 21
sorteggia qui come tu osserve». 072 PRADISO 21
però che s'innoltra ne lo abisso 094 PRADISO 21
questo rapporta, che non presumma 098 PRADISO 21
mi prescrisser le parole sue, 103 PRADISO 21
al servigio di Dio mi fe' fermo, 114 PRADISO 21
che tosto convien che si riveli. 120 PRADISO 21
che due bestie van sott' una pelle: 134 PRADISO 21
e fero un grido di alto suono, 140 PRADISO 21
né io lo 'ntesi, mi vinse il tuono. 142 PRADISO 21
di domandar, del troppo si teme; 027 PRADISO 22
pur al pensier, da che ti riguarde. 036 PRADISO 22
quando li apparve d'angeli carca. 072 PRADISO 22
che fa il cor de' monaci folle; 081 PRADISO 22
sua virtù la mia natura vinse; 102 PRADISO 22
naturalmente, fu ratto moto 104 PRADISO 22
«Tu se' presso a l'ultima salute», 124 PRADISO 22
che 'l tuo cor, quantunque può, giocondo 130 PRADISO 22
che, veggendola io sospesa e vaga, 013 PRADISO 23
e li occhi avea di letizia pieni, 023 PRADISO 23
onde fu già lunga disïanza». 039 PRADISO 23
per dilatarsi che non vi cape, 041 PRADISO 23
«Perché la faccia mia t'innamora, 070 PRADISO 23
O benigna vertù che li 'mprenti, 085 PRADISO 23
con la sua cima, che l'alto affetto 125 PRADISO 23
'Regina celi' cantando dolce, 128 PRADISO 23
, che la vostra voglia è sempre piena, 003 PRADISO 24
si giran , che 'l primo a chi pon mente 014 PRADISO 24
vid' ïo uscire un foco felice, 020 PRADISO 24
«O santa suora mia che ne prieghe 028 PRADISO 24
come il baccialier s'arma e non parla 046 PRADISO 24
a li occhi di là giù son ascose, 072 PRADISO 24
Ond' io: « ho, sì lucida e sì tonda, 086 PRADISO 24
Ond' io: «Sì ho, lucida e sì tonda, 086 PRADISO 24
Ond' io: «Sì ho, sì lucida e tonda, 086 PRADISO 24
acutamente , che 'nverso d'ella 095 PRADISO 24
E quel baron che di ramo in ramo, 115 PRADISO 24
ch'io approvo ciò che fuori emerse; 121 PRADISO 24
ciò che credesti , che tu vincesti 125 PRADISO 24
credo una essenza una e sì trina, 140 PRADISO 24
credo una essenza sì una e trina, 140 PRADISO 24
tre volte cinse me, com' io tacqui, 152 PRADISO 24
io avea detto: nel dir li piacqui! 154 PRADISO 24
che m'ha fatto per molti anni macro, 003 PRADISO 25
Pietro per lei mi girò la fronte. 012 PRADISO 25
come quando il colombo si pone 019 PRADISO 25
ignito che vincëa 'l mio volto. 027 PRADISO 25
che, veduto il ver di questa corte, 043 PRADISO 25
ne la pistola poi; ch'io son pieno, 077 PRADISO 25
che, se 'l Cancro avesse un tal cristallo, 101 PRADISO 25
come, per cessar fatica o rischio, 133 PRADISO 25
tirarti verso lui, che tu suone 050 PRADISO 26
com' io tacqui, un dolcissimo canto 067 PRADISO 26
nescïa è la sùbita vigilia 074 PRADISO 26
che l'affetto convien che si paia 098 PRADISO 26
che m'inebrïava il dolce canto. 003 PRADISO 27
soccorrà tosto, com' io concipio; 063 PRADISO 27
come di vapor gelati fiocca 067 PRADISO 27
ch'io vedea di là da Gade il varco 082 PRADISO 27
uniforme son, ch'i' non so dire 101 PRADISO 27
come questo li altri; e quel precinto 113 PRADISO 27
come diece da mezzo e da quinto; 117 PRADISO 27
sotto te, che nessuno ha podere 122 PRADISO 27
onde svïa l'umana famiglia. 141 PRADISO 27
raggeran questi cerchi superni, 144 PRADISO 27
che la classe correrà diretta; 147 PRADISO 27
acuto , che 'l viso ch'elli affoca 017 PRADISO 28
si girava ratto, ch'avria vinto 026 PRADISO 28
Sopra seguiva il settimo sparto 031 PRADISO 28
e sappi che 'l suo muovere è tosto 044 PRADISO 28
che pria turbava, che 'l ciel ne ride 083 PRADISO 28
e di giù vincon , che verso Dio 128 PRADISO 28
onde, tosto come li occhi aperse 134 PRADISO 28
raggio resplende , che dal venire 026 PRADISO 29
furon creati e come: che spenti 047 PRADISO 29
tosto, come de li angeli parte 050 PRADISO 29
equivocando in fatta lettura. 075 PRADISO 29
che là giù, non dormendo, si sogna, 082 PRADISO 29
quante fatte favole per anno 104 PRADISO 29
che le pecorelle, che non sanno, 106 PRADISO 29
ch'a pugnar per accender la fede 113 PRADISO 29
che la via col tempo si raccorci. 129 PRADISO 29
Questa natura oltre s'ingrada 130 PRADISO 29
li spiriti visivi, che priva 047 PRADISO 30
accoglie in sé con fatta salute, 053 PRADISO 30
Non è fantin che sùbito rua 082 PRADISO 30
e come di lei bevve la gronda 088 PRADISO 30
li fiori e le faville, ch'io vidi 095 PRADISO 30
, soprastando al lume intorno intorno, 112 PRADISO 30
grande lume, quanta è la larghezza 116 PRADISO 30
vedi li nostri scanni ripieni, 131 PRADISO 30
come schiera d'ape che s'infiora 007 PRADISO 31
che nulla le puote essere ostante. 024 PRADISO 31
scintillando a lor vista, li appaga! 029 PRADISO 31
che l'anima mia, che fatt' hai sana, 089 PRADISO 31
Così orai; e quella, lontana 091 PRADISO 31
or fu fatta la sembianza vostra?'; 108 PRADISO 31
con Bëatrice, come tu vedi. 009 PRADISO 32
E dal settimo grado in giù, come 016 PRADISO 32
quantunque vedi, che giustamente 056 PRADISO 32
ch'ogne vista sen fé più serena. 099 PRADISO 32
innamorato che par di foco?». 105 PRADISO 32
tutta è in lui; e volem che sia, 111 PRADISO 32
Ma vieni omai con li occhi com' io 115 PRADISO 32
che, guardando verso lui, penètri 143 PRADISO 32
che dal dicer mio lo cor non parti». 150 PRADISO 32
nobilitasti , che 'l suo fattore 005 PRADISO 33
che 'l sommo piacer li si dispieghi. 033 PRADISO 33
appropinquava, com' io dovea, 047 PRADISO 33
Quella circulazion che concetta 127 PRADISO 33
come rota ch'igualmente è mossa, 144 PRADISO 33

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